[CONCLUSA] L'arrivo del sognatore

Narrazione multipla di introduzione

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  1. † Âlex's Sabe® †
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    Dopo che Kuro ebbe fatto le sue domande al ragazzo tutti si presentarono e dopo aver ascoltato quello che gli altri avevano da dire anche Galatea rispose al ragazzo dicendogli di che classe era e da quanto tempo era li "Io invece sono della terza sezione 9.... Fortunatamente sono riuscita ad integrarmi perché anche io ho iniziato l'anno scolastico in ritardo, oltretutto trasferendomi da un altro istituto perché....." ma si bloccò, senza accorgersi stava per svelare una parte della sua vita a degli sconosciuti, che oltretutto avrebbe fatto capire loro che lei possedeva delle abilità particolari.... Meglio non introdurre questo argomento.... "Per dei motivi un po'particolari con cui non voglio annoiarvi...." concluse sorridendo. Nel frattempo però vide che tra Tatsuya e Kuro ci fu come un sguardo d'intesa.... Bé perfettamente normale, sembrava che si conoscessero da molto tempo... Senza accorgersene avevano fatto un loro gruppetto e stavano chiacchierando.... Il tempo passava discretamente in fretta così Galatea disse "Ragazzi non vorrei mettervi fretta, ma penso sia meglio avviarci perché si sta facendo un po'tardi...." poi si immerse un po'nei suoi pensieri....
    "Kuro è un anormale come me, l'ho visto durante la battaglia di qualche tempo fa..... Ora non so Tatsuya..... Ma l'altro fa catturato la mia attenzione.... Va bé vedremo, ora pensiamo ad andare in classe" Disse fra sé e sé la ragazza

     
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    Kuro Kamishini
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    Fortunatamente Tatsuya scossa la testa due volte, segno che non c'era nulla di cui preoccuparsi per ciò che concerneva quella particolare eventualità. Meno male, meglio così.
    Beh, io frequento la classe III, sezione 11, quindi sì, sono un tuo senpai, ma non ti costringerò a chiamarmi così! dissi, sorridendo. Ma la parte più interessante arrivò dopo.
    Uhm, capisco. Ma sai, ci sono molti studenti particolari qui all'Hakoniwa...
    Mi accorsi inoltre che non avevo ancora ordinato nulla, ma non lo avrei fatto, ero venuto qui per altri motivi e ora ci stavo rimanendo per altri... Inoltre, come aveva sottolineato Galatea, si stava facendo un po' tardi. Non avevo fretta, di certo non avrei troncato quella strana riunione mattutina, però non avrei avuto anche il tempo di ordinare aspettare, mangiare ecc. Perciò mi sarei limitato a quella che io chiamo "una visita di cortesia", sperando di non essere beccato e/o rimproverato, anche se essere rimproverato da una bella ragazza in costume... Ok, non è questo il momento giusto, torniamo al discorso principale.
    Sì, effettivamente si sta facendo tardi, ma non ho fretta, quindi continuiamo pure, caro Haiiro... Hai delle domande precise, qualche informazione da chiederci su questa scuola?
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    Che strano, rifletté Haiiro dopo aver ascoltato l'introduzione degli altri, su tre studenti due sono trasferiti e non sembrano voler parlare di quello che è successo prima.

    Tuttavia poteva dire tutto e niente. Anche lui si trovava in una situazione simile (però io in effetti non sono per niente normale). Poi quel ragazzo, Kuro, aveva detto che all’Hakoniwa c’erano sempre un sacco di studenti trasferiti.
    Chissà se c’era un motivo, magari legato agli anormali? Oppure voleva dire tutt'altro?

    La mente di Haiiro cominciò a divagare tra ipotesi e quel poco che sapeva di quella scuola, in modo sempre più incoerente. La carica data dal caffè sembrava in via d’esaurimento, inoltre lo sforzo di concentrarsi sui discorsi degli altri lo aveva stancato. Gli sembrava di distaccarsi sempre più da quel tavolo affollato, per ritirarsi in sé stesso e trovare un po’ di pace.

    È troppo tempo che non siedo a chiacchierare amichevolmente insieme ad altre persone, troppo tempo in cui mi sono concentrato solo su di me, i miei pensieri e i miei sogni.
    Quella chiacchierata, che per molte persone sarebbe stata normale, per lui era un avvenimento insolito e strano, quasi anormale.

    Ma sai...molti studenti particolari... all'Hakoniwa...
    In modo confuso e intermittente, come se parlasse dall'altra parte di un muro, sentì la risposta di Kuro alla sua frase. Cosa voleva dire? Era un richiamo agli anormali o magari erano discorsi così, tanto per? Forse era conoscenza comune in quella scuola…

    La voce della ragazza, Galatea, interruppe nuovamente il filo dei suoi già scombussolati pensieri. Parlava di come fosse ormai tardi.
    Haiiro cercò di riportare la sua concentrazione sulla tavolata. Si ricordò che avrebbe dovuto parlare col suo insegnante responsabile prima dell’inizio delle lezioni. Era forse ora di andare?

    Non ho fretta... continuiamo pure... Hai delle domande precise... da chiederci su questa scuola?
    Non avere fretta… già, in fondo lui aveva aspettato un mese prima di poter entrare a scuola, cosa poteva mai significare un ritardo di qualche minuto in più? Poi la scuola serviva anche per stringere legami con i compagni, quindi ciò che stava facendo ora rientrava perfettamente nei suoi compiti come studente e…

    Così non va, devo concentrarmi e rispondere in modo adeguato.
    Una domanda… ah, sì.

    Quando si era iscritto, Haiiro aveva riflettuto bene su come agire a scuola: non scoprire subito le tue carte, non rivelare i tuoi poteri, raccogli informazioni tenendo un basso profilo. Per questo era stato così vago prima. L’importante era evitare a tutti i costi di usare la parola anormal…

    È vero che questa scuola è piena di anormali?
    Ops.

    Edited by Tabris_17 - 27/2/2014, 13:53
     
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    Contro ogni pronostico ed ogni possibilità di previsione, Tatsuya scoppiò a ridere fragorosamente. Nel locale in molti si girarono verso di lui, alcuni riconoscendolo e quindi non preoccupandosi, altri lo guardarono con sospetto.
    Giunse anche il rimprovero da Hitomi.

    Piantala che spaventi i clienti!

    Con annesso pericoloso lancio di piatto, afferrato senza guardare al volo senza alcuna difficoltà mentre soffocava le risate.

    Per spiegare il perché di una reazione così strana ed imprevista, quasi fuori luogo visto il tono della conversazione, bisogna fare un passo indietro.
    Tatsuya, spinto dalla curiosità, aveva affinato leggermente il suo potere sbloccando la lettura del pensiero, appena usata per carpire la domanda mentale di Kuro, anche verso gli altri due. Voleva capire se il loro gruppetto era davvero anormale.

    Ascoltò le parole pronunciate, le reticenze e le parole omesse, ma prestò ancor maggiore ascolto al pensato.

    Galatea metteva in guardia dal possibile ritardo nel quale stavano per cacciarsi e poi rifletteva domandandosi se i due appena conosciuti potessero avere qualche potere, soprattutto Haiiro.

    Anormale uno.

    Kuro esponeva la sua disponibilità a rispondere alle domande del ragazzo il quale, durante il dialogo, rifletteva sulle parole interrogandosi se tutti quei particolari potessero riguardare la presunta concentrazione di anormali in quell'istituto.

    Anormale due.

    Non c'erano dubbi su questo, tuttavia continuò ad ascoltare, sentendo la sua attenzione calante e lo sforzo per restare concentrato, l'impegno per non dire nulla riguardo agli anormali e mantenere un basso profilo, per poi esordire con un:

    ”È vero che questa scuola è piena di anormali?”


    Ed ecco che siamo tornati al punto da dove eravamo partiti. Tatsuya era finalmente riuscito a tornare in sé e finirla di ridere come un folle.

    Scusate, scusate, mi era...ecco...passato per la testa qualcosa di divertente...si..si, qualcosa di divertente....comunque....definisci cosa intendi con anormali. Anormale come Hitomi che lancia i piatti alle spalle oppure anormale come la mia presa? Oppure è altro ancora?

    Solo lui aveva sentito alcune cose, quindi decise di glissare e mantenere il silenzio, certo non avrebbe svelato lui i pensieri degli altri o i loro segreti. Haiiro stava già iniziando a scoprirsi per conto suo, non ci sarebbe voluto molto prima che si potesse trovare nella situazione più adatta per dirlo lui stesso, sempre se quella fosse sua intenzione.

    Mimì, portaci un altro caffè e, per favore, riprenditi questo piatto. Sarà il simbolo del tuo amore, ma mi spaventa.
     
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  5. † Âlex's Sabe® †
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    Aveva appena finito di dire agli altri che si stava facendo tardi e mentre stavano per alzarsi e andare via, il novello studente pose un quesito che colpì Galatea particolarmente..... "E'vero che questa scuola è piena di anormali?".... Tutti loro si guardarono un attimo prima di rispondere..... Implicitamente aveva anche risposto al quesito che si era posta Galatea nel momento in cui l'aveva visto nel cortile al mattino prima di arrivare al bar.... "Se ha fatto una domanda simile vuol dire che o sa qualcosa riguardo agli anormali oppure è lui stesso un anormale.... Anche se non mi sembra il caso di parlarne qua al bar" pensò Galatea prima di rispondere al ragazzo usando un tono piuttosto basso... Tutti gli altri studenti nel bar stavano allegramente chiacchierando, il locale era quindi molto rumoroso il che permise alla domanda di Haiiro di passare inosservata, almeno nessun altro oltre al gruppetto la sentì... E per fortuna! Non tutti considerano gli anormali persone comuni, ma li ritengono un pericolo... Un'affermazione simile avrebbe potuto scatenare il caos! "Bé penso proprio che questo non sia il luogo in cui discutere allegramente di questo argomento!" Disse scambiandosi un'occhiata con Kuro e Tatsuya. Dopo di che aspettò anche la loro risposta.

     
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    Beh, che dire... Di certo non mi sarei aspettato una domanda così diretta ma questo ci avrebbe permesso di evitare le solite frasi ambigue e tutto ciò che ne consegue, visto che eravamo tutti anormali; Tatsuya non sapeva che anche Galatea lo era e viceversa, ma di sicuro lui lo aveva capito grazie alla sua anormalità.
    Uhm, anormali... Beh, di certo ci sono studenti di ogni tipo qui, basti guardare quelli che occupano le più alte cariche nell'istituto, come Medaka Kurokami, la presidentessa del consiglio studentesco, oppure come il Monster Child, Unzen Myouri, presidente del comitato disciplinare... Intendi anormale in questo senso, vero?
    Uhm, forse era una risposta inutile, ma se in un primo momento fui entusiasta ora invece mi sentivo quasi spiazzato dalla sua schiettezza e tutto quello che riuscii a dire fu proprio questo.
    Invece io credo che questo sia il luogo perfetto per parlare di certe cose, in particolare a quest'ora...
    Siccome non sapevo per quanto ancora si sarebbe protratta la discussione, decisi di ordinare anche io un caffè, giusto per non fare brutte figure...
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    Alla sua incauta domanda seguirono diverse reazioni: se la ragazza lo mise in guardia dal parlarne in quel luogo e, all’opposto, Kuro sembrava più propenso a discuterne lì, ciò che lo stupì fu la reazione del tipo che l’aveva guidato fino al maid caffè.
    Questi infatti si mise a ridere sguaiatamente, attirando le attenzioni di tutto il locale (nonché il lancio di un piatto da parte della cameriera che afferrò senza problemi).

    Haiiro rimase a fissarlo disorientato mentre si contorceva dalle risate, domandandosi se doveva sentirsi preso in giro o soddisfatto dall'aver provocato tale reazione. Le sue successive parole su cosa fosse anormale non chiarirono questo dubbio: doveva interpretarle come una bonaria risposta o un’ulteriore scherno?

    Mimì, portaci un altro caffè…
    Ripensandoci non c’è motivo di prendersela tanto per una cosa del genere… rifletté Haiiro pregustando il sapore del caffè.

    Intanto però doveva dire qualcosa per riempire il silenzio.

    Beh… direi che possiamo anche continuare a parlarne qui… ma aspetterei prima l’arrivo del caffè…

    Sorvolò completamente la questione su cosa intendesse con anormale, sia perché intuiva che gli altri sapessero già a cosa si riferiva, sia perché temeva di dire qualcosa di altrettanto stupido come la sua domanda precedente.
    Ogni ulteriore discussione poteva aspettare il caffè.
     
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    Tatsuya stava iniziando a sentirsi davvero molto incuriosito per come stava procedendo la discussione. Possiamo dire che fosse il tutto un po' particolare, tutti e tre si erano scoperti piuttosto velocemente. Haiiro con una domanda che era andata contro i divieti che si stava imponendo, Kuro adducendo degli esempi di possibili personalità anormali, Galatea affrettandosi a definire inadatto il luogo per affrontare un simile argomento, contraddetta subito da Kuro.
    Proprio il modo in cui si contrapponevano risultava alquanto interessante per uno che cercava di trattenersi sempre dall'indagare l'animo umano e che in quel momento era ricorso alla percezione del pensiero.
    Percepì anche la perplessità di Haiiro per l'improvvisa risata.
    I caffè non si fecero attendere molto, portati di persona da Hitomi che volle raccomandarsi con Tatsuya di darsi un po' di contegno e trattenersi dal fare ancora delle risate capaci di spaventare e mandare via i clienti. Già si pregustava un rapido battibecco, ma l'accondiscendenza di Tatsuya, che le dette ragione e si ripromise di fare più attenzione, la spiazzarono un po' e la obbligarono a tornarsene subito al suo posto, non senza voltarsi un paio di volte perplessa verso il tavolo.
    Prese un sorso della sua nera bevanda.

    Comunque Haiiro, se prima ho riso non è stato per la domanda. Non era né stupida né altro. Le cause erano altre ma è un po' difficile da spiegare così su due piedi. Ad ogni modo non farti scrupoli a chiedere ed infischiatene di cosa potrebbero pensare altri, anche perché di solito non pensano poi a molto...

    L'ultima era stata una sua riflessione su ciò che aveva sperimentato in un recente passato.
    Spostò lo sguardo da Galatea a Kuro e poi di nuovo a Galatea.

    Così chiari...

    Mormorò tra sé e sé riferendosi ai capelli della ragazza, di così biondi non ne aveva mai visti prima e certo non gli dispiacevano.
    Rifletté sui dubbi e le preoccupazioni della ragazza, prese un altro sorso e disse.

    A questo punto della storia non molti conoscono la definizione di anormale. Se ci fosse più tempo saremmo potuti andare a parlare nello spogliatoio che uso solo io, comunque tutta la gente qui sta badando ai propri affari ed anche se ci sentissero probabilmente penserebbero che stiamo parlando di un GdR e ci ignorerebbero. Quindi dovrebbe essere sicuro anche qui.

    Avrebbe anche avuto un'altra soluzione per evitare che ascoltassero anche casualmente le loro parole, però era un qualcosa che aveva ancora da poco tempo ed usarlo su più persone per un periodo prolungato lo avrebbe stancato un bel po'.
    Oltre a ciò c'era anche un alto fatto: le percezione che gli giungevano da Haiiro erano particolari, avevano delle differenze. In quel momento c'erano altri due anormali lì e solo lui aveva alcuni dati differenti dai loro. Era un anormale in qualche modo differente, come quella tizia conosciuta il primo giorno e quel suo amico di lunga data. Come anche un altro studente che aveva incrociato in quella battaglia.
    Sapeva che con Haiiro non ci sarebbero comunque stati problemi, tuttavia decise di non palesarsi troppo e subito. Come aveva asserito prima, la sua era una cosa difficile da spiegare.
    Attese un po' prima di fare lui una domanda ad Haiiro.

    E tu che tipo di anormale sei?
     
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  9. † Âlex's Sabe® †
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    Ormai il discorso si era avviato e forse non avevano tutti i torti, quello non era un brutto posto per parlarne dato che tutti gli altri si stavano facendo gli affari loro e parlavano animatamente..... Oltretutto quello era un argomento che la interessava parecchio, e stando a quel avevano detto gli altri doveva dedurre che non solo il nuovo arrivato era un anormale, ma anche l'altro ragazzo che faceva parte del gruppo, Tatsuya era come loro.
    Provò un attimo di inquietudine nel momento in cui vide che quest'ultimo la stava fissando e disse qualcosa di incomprensibile a bassa voce.... Decise di lasciar perdere, non aveva voglia di indagare quali oscuri e arcani pensieri stessero attraversando la mente di quel ragazzo in quel momento.
    Haiiro sembrava di nuovo stanco, a quanto pare era difficile per lui riprendersi dal sonno la mattina..... La domanda di Tatsuya era arrivata diretta e precisa "Che tipo di anormale sei?" Fantastico, pareva che avrebbe capito qualcosa in più sulle capacità di quel ragazzo che l'aveva particolarmente colpita mentre stava attraversando il cortile poco prima di dirigersi al bar.
    Tuttavia il ragazzo stava ancora aspettando il caffè, motivo per il quale Galatea decise di intromettersi nella discussione, sempre in maniera gentile ovviamente "Scusa Tatsuya, penso sia il caso di aspettare che prima arrivi un caffè per Haiiro che vedo particolarmente stanco.... Volevo fare una domanda io a te se non ti causa disturbo... Anche tu sei un anormale vero? Perché ho avuto quest'impressione sin dal primo momento in cui abbiamo iniziato a parlare di questo argomento." Chiese la ragazza.... Voleva avere la conferma del dubbio che aveva..... Bé che dire, forse il ragazzo aveva ragione.... Quell'Istituto era proprio "pieno" di anormali, dopotutto ne aveva incontrati ben 3 proprio quel mattino, anche se uno di loro lo aveva già conosciuto in precedenza...

     
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    In realtà i caffè sono già arrivati... Credo che anche tu ne abbia bisogno, Galatea. dissi con una espressione ironica e dandole due colpetti alla spalla con il gomito.
    Beh, in realtà non volevo tempestarlo di domande, dopotutto la mia l'avevo già fatta e alla fine della fiera noi tutti stavamo facendo lo stesso tipo di domanda, era piuttosto inutile aggiungerne un'altra. Così rimasi a fissare la situazione, sorseggiando tranquillamente il mio caffè-
    Oh, buongiorno! Che successe?
    Oh, già, avevo perso la tranquillità da un mese oramai...
    Salve, ti sei appena svegliata? Ma aspetta... Puoi davvero dormire??
    In effetti era una cosa piuttosto strana...
    Certo che posso, sciocco! Dopotutto ero una persona anche io...
    Sì però...
    Niente ma! Raccontami cosa è successo e soprattutto perché non sei in classe.
    Ma leggi nei miei ricordi, no?
    ... You win this time...

    Dopodiché Aika palesò il suo interesse per la discussione facendo un po' di silenzio. Tutti attendevano Haiiro.
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    In quel momento l’attenzione dei suoi tre commensali era giustamente concentrata su Haiiro, in attesa di una risposa alla domanda che lui stesso aveva, col proprio discorso, provocato. Di norma si sarebbe sentito a disagio, sia perché era una situazione a lui nuova sia perché non li piaceva risaltare troppo ed essere al centro dell’attenzione. Tuttavia in quel particolare momento, non era quello ciò a cui stava pensando.

    Ah, che bello che è bere il caffè… la sensazione che da è proprio…

    Aspetta, aspetta, devo concentrarmi sulla discussione, è per questo che ho preso il caffè, non per mettermi a divagare nuovamente su altre cose.


    Perso nell’assaporare il caldo e avvolgente sapore della bevanda, Haiiro aveva prestato ben poca attenzione al lungo (o almeno a lui era parso tale) discorso di Tatsuya. Per fortuna si era ripreso in tempo per ascoltare la sua ultima domanda.

    E tu che tipo di anormale sei?

    Haiiro si prese il suo tempo per riflettere sulla domanda. Che tipo di anormale era? A dispetto dell’apparente semplicità, quella frase lo spinse ad insolite riflessioni. Innanzitutto non gli aveva chiesto qual era la sua anormalità, ma il suo tipo. Esistevano dei tipi di anormalità diversi? Da quanto sapeva ogni anormalità era diversa, ma erano anche divisibili secondo certe categorie? Oppure era il carattere degli anormali a poter essere diviso secondo dei tipi?

    A causa della mancanza di sonno, la mente di Haiiro tende spesso a divagare, ma anche nel modo in cui si perde in vari pensieri esistono delle differenze. Se poco prima aveva svelato le sue carte senza nessuna cognizione di causa, adesso invece i suoi pensieri si muovevano in un modo apparentemente caotico, saltando da un argomento all’altro, ma dotato di un nucleo centrale intorno a cui ragionare, in questo caso la domanda di Tatsuya. Anche se non ne aveva mai parlato con nessuno, Haiiro chiamava tale stato “caos lucido”.

    In una rapida successione che non seguiva un ordine cronologico, il ragazzo ricordò quanto gli era stato detto da quei due sulle anormalità, tutto ciò che aveva imparato sul suo potere, gli incontri con gente strana di cui ignorava se fossero anormali o no, i discorsi di Tatsuya, Kuro e Galatea di stamattina. Ciò gli permise di notare piccoli dettagli che non aveva colto, sfaccettature nei discorsi che gettavano nuove luci sul senso del tutto, ma purtroppo non trovò nulla per rispondere con precisione alla domanda che gli era stata posta.
    Però evidentemente gli altri tre aspettavano una risposta, quindi Haiiro si decise a parlare.

    Non so esattamente che “tipo” di anormale io sia, tuttavia posso dirvi in cosa consiste la mia anormalità.

    A differenza di prima, quando aveva indirettamente svelato la sua natura di anormale, stavolta quella di Haiiro di svelare il suo potere fu una scelta consapevole. Il suo stato mentale gli permise di individuare con chiarezza la ragione della sua decisione.

    Tuttavia, la natura di tale ragione non gli piaceva affatto.


    Si tratta del Dreamer Teller, l’anormalità di materializzare i propri sogni.

    Già, il motivo per cui stava svelando il suo potere non era per ottenere un qualche vantaggio…

    Grazie a esso, qualsiasi cosa io sogni, incubo o dolce sogno, si realizza nella realtà.

    … né perché sperava che gli altri svelassero a loro volta le proprie anormalità…

    In altre parole, la mia è…

    …ma solo perché desiderava qualcuno a cui confidare il proprio stato d’animo.

    … una anormalità orribile e spaventosa, che mi costringe ogni notte a rannicchiarmi nel mio letto, divorato dalla paura, chiedendomi tra me e me: “Cosa succederà quando mi addormenterò? Scatenerò forse un mostro?” E ogni mattina ho paura di aprire gli occhi, paura di scoprire di aver inconsciamente dato vita a qualche disastro.
    Questa è la natura della mia anormalità.





    Silenzio. Dopo quello che ad Haiiro era parso un tempo lunghissimo sentiva di nuovo silenzio intorno a sé. Certo, visto che si trovavano pur sempre in un bar ovviamente c’era un brulicare continuo di sottofondo, ma al loro tavolo adesso c’era una completa quiete.

    In quel silenzio Haiiro si rese conto di ciò che aveva detto, del modo in cui l’aveva detto, come un ringhio rabbioso rivolto a se stesso, e di come stringeva la tazzina, tanto forte che si sorprese non si fosse spezzata. Fortunatamente era riuscito a mantenere un tono di voce abbastanza basso, quindi le altre persone degli altri tavoli non l’avevano sentito, ma si sentiva comunque in imbarazzo dopo quell’improvvisa confessione.

    Ah, però non preoccupatevi, ora ho imparato bene o male come tenere sotto controllo il mio potere, quindi non c’è pericolo.

    Diciamo che il caffè aiuta, anche se ha alcune controindicazioni.


    Disse ciò indicando allo stesso tempo le sue occhiaie, mentre sul volto cercava di assumere quella che poteva essere considerata la parodia di un sorriso. Sperava così di sollevare un po’ l’atmosfera greve che aveva causato.
     
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    Quella che aveva fatto era una domanda particolare, una domanda ancora più strana di quella strana che ti potresti aspettare sulla tua stranezza. È bello ogni tanto abusare in questo modo delle parole. Tornando seri, la domanda era stata ben recepita da tutti i suoi compagni di quella mattina.
    La prima reazione la ebbe Galatea che esordì richiedendo di posticipare la risposta a dopo l'arrivo del caffè, aveva lei una domanda per Tatsuya.
    Molto probabilmente quello del caffè era stato un suo errore espressivo, dato che i caffè erano già arrivata, ma non era quello la cosa importante, ed anche Tatsuya non avrebbe sottolineato quel particolare, ci pensò Kuro a farlo prima di cadere vittima della propria interiorità.

    Chiamiamola così per il momento.

    La domanda di Galatea era legittima, voleva avere una conferma a ciò che lei stessa aveva già intuito, l'effettiva anormalità di Tatsuya; tuttavia lui stava seguendo il pensiero di Haiiro e sentiva di non poterlo interrompere o distrarre dando lui per primo una risposta ad una domanda.

    ”Non so esattamente che “tipo” di anormale io sia, tuttavia posso dirvi in cosa consiste la mia anormalità.”

    La spiegazione che seguì fu una delle “esperienze” più incredibili che si potessero immaginare. La realizzazione quasi incontrollata dei sogni.

    Materializzare i sogni.

    Mormorò nell'attimo di pausa che seguì la spiegazione.
    C'era rabbia nelle parole di Haiiro ed era più che comprensibile.

    È una anormalità pesante per una solo persona, troppo pesante. Vivere nel terrore di te stesso, temere di addormentarti e perdere ciò che hai intorno, svegliarti in un posto che hai distrutto tu stesso. Vive nel costante terrore della perdita.

    ”Ah, però non preoccupatevi, ora ho imparato bene o male come tenere sotto controllo il mio potere, quindi non c’è pericolo.
    Diciamo che il caffè aiuta, anche se ha alcune controindicazioni.”


    Aggiunse Haiiro dopo qualche attimo, le sue profonde occhiaie erano un chiaro segno delle controindicazioni. Il ragazzo abbozzò un sorriso e ciò non poté che aumentare l'empatia, già praticamente assoluta, di Tatsuya nei suoi confronti.
    Finì il proprio caffè nonostante fosse ancora molto caldo, rischiando quasi di ustionarsi la lingua, posò definitivamente la tazzina sul tavolino e si abbandono sullo schienale della sua seduta rivolgendo un sorriso di risposta ad Haiiro.

    Capisco cosa intendi. Sono dei poteri che fin troppo spesso si desidera non avere, che mettono in pericolo ciò che cerchi di proteggere tanto strenuamente. Rispondendo alla domanda di Galatea, anche io sono un anormale. È un potere difficile da descrivere per tutte le sue sfaccettature, ma a grandi linee possiamo dire che io sento le persone, percepisco la loro persona e tutto ciò che le riguarda, dalle sensazioni ai sentimenti, dalle intenzioni ai pensieri. Anche i ricordi, i desideri ed i sogni. Vivo con il freno a meno tirato, impegnato costantemente a trattenere la mia anormalità per non violare l'intimità delle persone, non conoscere segreti che potrebbero distruggere una vita, perché la lettura di tutti quegli animi non contamini il mio.

    Riversò la testa all'indietro passando in rassegna tutte le parole che aveva appena pronunciato. Non era tutto lì, il suo animo non veniva semplicemente contaminato, le conseguenze della sua anormalità erano ben peggiori, ma non poteva dirlo lì. Non lo avrebbe detto. Solo due persone erano a conoscenza delle sua vera natura e nessun altro lo avrebbe saputo. Almeno per il momento.

    Dimenticavo....riesco ad entrare nei sogni...

    Quella che probabilmente era la cosa di maggior interesse la disse quasi con noncuranza, come se non fosse nulla e davanti ai pensieri che lo colsero di nuovo in quel momento era davvero così.
     
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  13. † Âlex's Sabe® †
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    Quante interessanti scoperte aveva fatto quel giorno.... Ovviamente aveva avuto la conferma di quello che pensava, anche Tatsuya era un anormale..... Strano, non era da tutti i giorni imbattersi in un gruppo composto interamente da anormali. Poco dopo Haiiro spiegò la sua anormalità..... L'intuizione di Galatea anche stavolta non era sbagliata, le capacità di Haiiro erano davvero straordinarie! Poter materializzare i sogni era un'abilità che sfiorava l'incredibile.....
    Tuttavia sembrava anche avere un pesante effetto collaterale, le occhiaie che aveva sotto gli occhi ne erano la prova.... Quel ragazzo dormiva pochissimo o non dormiva affatto, non doveva essere una situazione facile per lui.
    Subito dopo seguì la spiegazione dell'anormalità di Tatsuya.... Anche questa piuttosto interessante, era quasi come se quel ragazzo avesse il dono dell'empatia di cui Galatea aveva sentito parlare in giro...

    "No be io non ho niente di così sofisticato.... Diciamo che il mio amore per il giardinaggio si è tramutato in anormalità... Ho il potere di far nascere fiori e piante molto particolari, e ad ognuno di essi è legato un potere particolare.... Non penso ci sia nient'altro da dire sul mio potere" Disse la ragazza agli altri, più precisamente a Tatsuya e ad Haiiro dato che Kuro aveva già visto in azione la sua anormalità tempo fa.

    Successivamente si rivolse ad Haiiro, che aveva appena detto che poteva addirittura entrare nei sogni altrui..... "Haiiro hai mai provato a controllare la tua abilità per volgerla a tuo vantaggio? So che non è facile, ma mi sembra una cosa estremamente crudele non poter mai dormire e andare avanti solo ed esclusivamente a caffè...." Gli disse.
    Dopo di che rimase in attesa di un a sua risposta, pensando al dono meraviglioso e allo stesso tempo crudele che possedeva quel ragazzo.


     
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    Nome: Kuro | Cognome: Kamishini | Classe: III S11 | Età: 18 | Sesso: Maschio
    Beh, dopo aver sentito quella triste ma rivelatoria storia potevo in un certo senso confermare i miei "sospetti": era un tipo di anormale diverso da quello che avevo incontrato fino ad ora, solo una ragazza poteva essere esclusa da questa cerchia... Sebbene non pareva che Haiiro avesse intenzioni malvagie aveva una strana aura. La natura stessa del suo potere è diversa da quelle che conosco; solo quella di Tatsuya gli si avvicinava un po' e forse in realtà una ragion dietro c'era... Ma tornando al discorso di partenza...
    Beh, non so proprio che dire... Anche il mio nasce dalla passione per il kendo, quindi è "innocua" in questo senso...
    Potrebbe essere più complicata la cosa...
    Come? Ma rimandiamo a dopo il discorso, è già difficile cercare di farne uno sensato, figuriamoci
    Anche se in realtà nemmeno io ero così tranquillo come il fatto di essere Abnormal dovrebbe concedere, a dimostrazione di ciò questo piccolo scambio di battute con una persona nella mia testa che però una volta era una persona...
    Non avevo molto da dire, volevo più che altro ascoltare la discussione che poteva nascere tra Tatsuya e Haiiro.
    coded by ©JackGaunt
     
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    Dopo la sua confessione, Haiiro provò una strana sensazione.
    Si sentiva vuoto, ma in modo piacevole. Era come se si fosse liberato di un peso gravoso, e in effetti si trattava proprio di quello. Dopo che si era separato da quei due, per quasi tre anni non si era aperto a nessun’altra persona, sia per quanto riguardava il suo potere, sia per come si sentiva. Ora che finalmente l’aveva fatto si sentiva più leggero e rilassato, anche il caffè sembrava più buono.
    Se inizialmente aveva pensato all'esprimere il suo stato d’animo come una debolezza, ora il suo pensiero si era ribaltato ed era felice di averlo fatto.

    Ascoltò quieto gli altri esporre le loro anormalità.
    L’anormalità di Tatsuya sembrava un potere comodo a sentirlo, ma del resto lo stesso si poteva dire del suo. In realtà sembrava che anche lui ne sentisse il peso e, come Haiiro, cercasse di mantenerlo sotto controllo.
    È vero, non sono l’unico a soffrire per il mio potere…

    La parte più interessante per il ragazzo venne però alla fine, quando Tatsuya rivelò di poter entrare nei sogni altrui.
    Quando lo sentì, per poco Haiiro non rovesciò la sua tazza.

    Se può entrare nei sogni, allora potrebbe aiutarmi a tenere sotto controllo i miei poteri mentre dormo? Ma sarebbe valido solo finché c’è lui o avrebbe un effetto permanente? E in che modo esatto questo suo potere condizionerebbe la mia anormalità?
    Quel suo potere apriva nuove e interessanti prospettive che Haiiro non aveva mai immaginato, ma prima doveva raccogliere altre informazioni e capire meglio come funzionava.

    Finì di ascoltare gli altri due parlare della propria anormalità. Nessuno dei due scese nei dettagli, limitandosi a esporre il campo di utilizzo del proprio potere (rispettivamente fiori e kendo), in ogni caso sembrava che entrambi non comportassero conseguenze pesanti come la sua e quella di Tatsuya. Haiiro sentì una punta di invidia per la loro condizione, per quanto si rendesse conto che non era colpa loro.
    Galatea, mostrando una certa premura verso di lui, gli domandò se non avesse mai provato a controllare il suo potere.

    Sì, ho impiegato il periodo precedente al mio ingresso in questa scuola a trovare un modo di controllare il mio potere. Purtroppo controllarlo mentre dormo si è rivelato al di là delle mie capacità.
    Involontariamente mentre diceva questo i suoi occhi andarono verso Tatsuya, ma prima doveva rispondere alla domanda di Galatea.

    Per questo prima di dormire assumo dei sonniferi che riducono la fase REM, quella in cui si sogna per intenderci. Non si tratta di una soluzione definitiva e nasconde alcune controindicazioni, ma almeno mi dà la possibilità di dormire un po' senza preoccupazioni.

    In più recentemente ho imparato ad entrare in uno speciale stato di dormiveglia che mi permette di usare il mio potere consapevolmente e secondo la mia volontà, anche se non posso decidere io cosa sognare. Inoltre in questo stato la forza della mia anormalità si riduce molto, per cui posso materializzare i miei sogni solo sotto forma di visioni nella mente delle altre persone. Non posso usarla per smaltire tutto il sonno arretrato, ma a volte la utilizzo come valvola di sfogo per quando sto crollando.
    Forse non è molto, ma rispetto al passato costituisce un grande passo in avanti per me.


    Gli sfiorò la mente il pensiero che svelare così tutti i segreti della sua anormalità non fosse prudente, ma ormai era tardi. Invece si rivolse a Tatsuya, intenzionato a chiedergli altre informazioni su quanto da lui prima svelato.

    Però, neanche questa è una soluzione completa al mio problema e per questo volevo chiederti altre informazioni sul potere che ti permette di entrare nei sogni altrui. Come funziona praticamente? Credi che potrebbe aiutarmi a controllare, anche di poco, il mio potere?
    Mentre diceva ciò cercò di nascondere la trepidazione presente dietro alle sue domande, nonostante con tutta probabilità non servisse a molto con uno capace di sentire le tue emozioni.
     
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