[CONCLUSA]Dal Lunapark con amore

[Kuruki Tamisako] [Haiiro Kugetsu]

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    C’era qualcuno, là vicino a lui. Qualcuno che poteva sopportare il suo dolore, qualcuno come lui.
    Ma c’era qualcosa di inquietante in lei, qualcosa di spaventoso. Era un nemico o un amico? Proteggeva o distruggeva?
    Distruggeva per proteggere, come un vento che spazza via ogni cosa.
    E Haiiro sognò un vento che soffiava, disperdendo la marea di corvi, sollevando e scagliando via ogni oggetto sul suo cammino. Una risata folle accompagnava quel vento e lo annunciava. Le ossa cadevano a frotte, ripiombando distrutte per terra. Alcune di esse però puntavano verso il ragazzo. Si protesse con le braccia, consapevole che non sarebbe bastato a salvarlo. Il vento che portava distruzione l’avrebbe protetto?


    Haiiro aveva detto che il suo potere si sarebbe manifestato solo come illusioni, ma aveva sottovalutato il suo effetto. Come un fiume che, dopo aver distrutto la diga, scorre a piena potenza sul terreno, la sua anormalità stava riguadagnando la sua forza originaria.
    Il vento che aveva soffiato lieve fino a ora si intensificò; la sua potenza non era paragonabile a quello scatenato da Nina Viento o da Helena Sanderson, ma era però sufficiente a disturbare la vista e impacciare i movimenti di chi ne fosse colpito. Nello stesso momento l’altra panchina, quella non occupata da Haiiro, il cesto dei rifiuti là vicino e diversi sassi che giacevano a terra si sollevarono in aria, come manovrati da una misteriosa forza invisibile. I sassi presero a muoversi di qua e di là, senza seguire alcuna logica, colpendo il terreno e poi rimbalzando di nuovo in aria, col rischio di colpire i due. La panchina invece si diresse verso Kuruki, il cesto verso Haiiro, entrambi a gran velocità. Il ragazzo continuava a dormire.

    Credo si capisca, ma questa a differenza della precedente non è un'illusione, quindi finalmente Kuruki può far sfogo dei suoi poteri :asd:


    Edited by Tabris_17 - 5/5/2014, 15:17
     
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    Quella che prima era soltanto una illusione ben presto cambiò: una folata di vento spazzò via i corvi e sollevò alcune delle ossa in aria. Queste, nel ricadere al suolo, stavano per colpire me e Haiiro. Riuscendo anche di poco a vedere attraverso i vari piani della realtà realizzai che ora l'illusione si stava concretizzando e rischiava di colpire davvero. Bene, era quello che volevo, dopotutto era un segnale che il potere originale si stava risvegliando e avrei potuto usare il mio potere.
    Finalmente si comincia!
    Con un grido di sollievo e divertimento apparvero dieci mani bianche, simili a quella apparsa prima mentre erano al bar, contornate da un'aura rossastra. Esse si lanciarono quasi di loro spontanea volontà contro gli oggetti che stavano volando e rischiavano di colpire me o Haiiro, tra cui c'erano anche una panchina, quella accanto a quella dove stava dormendo il ragazzo, un cestino vicino e qualche sasso che si trovava per terra accanto ad essi. Nonostante il vento mi ostacolasse un po' la vista e il movimento, beh quell'effetto non avrebbe funzionato sulle mani; due di esse raggiunsero in fretta la panchina e la colpirono entrambe contemporaneamente, riducendola a miseri cumuli di ciottoli che vennero prontamente allontanati dall'area sulla quale aveva influenza il vento creato da Haiiro con una potente spazzata. Il cestino venne afferrato al volo da una terza mano che lo stritolò in una presa di ferro, riducendolo ad un piccolo ammasso di alluminio e lanciandolo poi lontano da loro. Le altre pietre non avrebbero danneggiato in maniera significativa né me né Haiiro, ma quattro mani andarono a proteggere il ragazzo, coprendolo del tutto, e le altre tre rimasero attorno a e e fecero altrettanto.

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    Il vento era cessato. Tutt’intorno non rimaneva nulla. C’era pace ora, c’era tranquillità adesso, c’era il vuoto e il silenzio.
    Era questo il luogo che aveva cercato, la sua “casa”? No, doveva esserci di più.
    Haiiro ricordò oggetti che erano appartenuti a lui, in un passato ormai remoto. Il suo letto, i suoi vecchi soldatini, i suoi libri e manga, il giocattolo di legno che Hiroshi gli aveva dato e altri ancora. Ora erano lì, accanto a lui.
    Ma non era abbastanza. Ricordò i suoi genitori, suo fratello, Hiroshi e Kasumi e altre persone che aveva incontrato. Comparvero anch’essi e cominciarono a parlare tra di loro. Chiacchiere senza importanza, che si confondevano in un brusio continuo, ma Haiiro ne era confortato. Eppure qualcosa non andava.
    Questo è un sogno…
    E Haiiro provò rabbia verso il senso di conforto che aveva provato vedendoli, quando non erano neanche reali. Desiderò che venissero distrutti. E così accadde. Dal nulla comparvero quattro ananas, anche conosciuti come Mk2.

    Esplosero, distruggendo tutti gli altri oggetti. Ma non le persone. Loro rimasero intatte tra le fiamme, guardandolo con disapprovazione, come spettri venuti dal passato per perseguitarlo. E poi svanirono.


    La forza del Dream Teller di Haiiro aumenta ulteriormente, concretizzando materialmente ciò che ha appena sognato. Prima compaiono gli oggetti: libri, mobili e giocattoli, insomma un mucchio di cianfrusaglie. Si materializzano sul terreno e non comportano nessun rischio per i due. Dopo compaiono le persone, ma esse sono in realtà solo illusioni e, come tali, non possono essere distrutte da Kuruki. Infine compaiono nell’aria quattro granate Mk2. L'intervallo prima dell’esplosione è di cinque secondi. Pochi secondo dopo il loro scoppio anche le persone svaniscono.
     
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    I sogni continuavano a susseguirsi nella mente di un Haiiro dormiente e di conseguenza continuavano a materializzarsi, ogni volta con maggiore forza e crescendo di intensità. Questa volta sembrava che stesse ricreando la sua camera quando era ancora a casa sua: comparvero difatti alcuni scaffali pieni di libri e manga, giocattoli sparsi sul pavimento, armadi e altre cose. Una camera classica e nella norma, se non fosse per il fatto che si era appena materializzata da un sogno sul prato di un Lunapark. Subito dopo apparve un gruppo di persone, molto probabilmente tutti i cari di Haiiro: sua madre, suo padre, suo fratello, Hiroshi e la sorella. Ne apparvero anche altre ma erano molto meno nitide rispetto a queste e dunque erano difficilmente riconoscibili, almeno per me. Ma soprattutto visto che le altre erano meno nitide avevo capito che esse in realtà non erano state ricreate dal suo potere ma ciò che era stato materializzato era soltanto una illusione della loro presenza.
    Haiiro iniziò poi ad agitarsi nel sonno e sopra quelle persone di materializzarono ben quattro granate, già disinnescate e pronte ad esplodere e a generare non poco casino, visto che avrebbero attirato l'attenzione di tutti, distrutto la zona circostante e probabilmente ucciso il loro stesso "creatore". Avevo poco tempo, ma proprio nell'ambito del "tempo" nessuno poteva battermi, dopotutto. Mi bastò fissare le granate per un secondo al massimo per farle tornare indietro nel tempo di 10 secondi e quindi, contando che fino a qualche secondo fa non esistevano, farle sparire, evitando il pericolo. Dopo poco anche le persone sparirono, guardando con disappunto Haiiro. Ora non restava che "pulire la nuova stanza": con il potere del tempo feci tornare indietro il tempo dei vari oggetti che giacevano sul prato del Lunapark fino a farli tornare alla loro non esistenza.

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    Ancora una volta era svanita ogni cosa.
    Che cosa gli rimaneva adesso? La risposta era semplice: tutto! Tutto quello che poteva sognare e immaginare era alla sua portata. Perché no? Anche Kuruki glielo aveva detto: è tutta finzione!

    E Haiiro sognò, lasciandosi andare al vortice caotico dei sogni.
    Sognò dei delfini che saltavano alti nel cielo, gridando: “Addio, e grazie per tutto il pesce”; sognò uomini, nani e elfi che se le davano di santa ragione con spade, asce e frecce; sognò degli studenti che camminavano sorridenti nascondendo dietro la schiena grossi coltelli insanguinati, con in sottofondo il frinire delle cicale.
    Sognò un gruppo di soldati, alcuni della seconda guerra mondiale e altri moderni, ma tutti guidati da un certo “Capitano P.”; sognò uno scafandro corazzato che avanzava a grandi passi pesanti, al posto di un braccio una trivella, vicino a lui una piccola bambina con una siringa in mano; sognò un uomo dai capelli bianchi, occhi di felino e due spade sulla schiena che camminava guardingo.
    Sognò una donna dagli occhi fissi e immobili, un uomo con una giacca nera lunga fino ai piedi e occhiali da sole e una ragazzina delle medie dall’aspetto infantile che discutevano su cos’era l’uomo, cos’era la realtà, e su come tutti fossero connessi; sognò due giovani che sedevano in riva a un rosso mare con sguardi spenti; sognò il re dei sogni, posa altezzosa, incarnato pallido come la luna, capelli scuri come la notte e lunga veste, che lo fissava severo.
    Sognò…

    Questo sognò e molto altro. Frammenti di storie, di mondi che aveva conosciuto e che riemergevano nei suoi sogni, senza ordine e senso, nel vano tentativo di riempire quel vuoto. Ma questi sogni erano effimeri. Si materializzavano nella realtà per circa trenta secondi, non come illusioni ma concretamente, e poi svanivano lasciando il posto ai successivi. I sogni così creati non badavano ai due ragazzi, anche se si sarebbero difesi se attaccati, ma proseguivano nei loro affari fino a quando non scomparivano. Haiiro continuò a produrli per vari minuti, finché…

    Etciù!
    Con uno starnuto il ragazzo si svegliò. Maledetto polline, sempre a disturbare. Neanche sapevo che era stagione…
    Si alzò. Si sentiva un po’ stordito, come dopo… Come dopo essersi svegliati! È vero, mi ero addormentato qua al Luna Park con Kuruki…
    Si guardò intorno controllando l’ambiente circostante. Poi si rivolse alla ragazza.
    Tutto a posto?

    Forse ho un po’ esagerato, in quest'ultimo post, con le citazioni (praticamente ci sono solo quelle :asd: , un orsacchiotto in regalo se le indovini tutte :asd:), spero che Kuruki si diverta a farli a pezzi, sempre se vuole :asd: .
     
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    Sembrava che i sogni di Haiiro fossero impazziti: stava rendendo reali delle cose davvero bizzarre e senza senso, come se fossero citazioni perdute di altri mondi. Venivano create da lui ma non erano ostili e continuavano a fare quello che avrebbero fatto sempre, indipendentemente da tutto il resto. Ma ciò non toglieva il fatto che potevo liberamente sfogarmi su di loro senza correre il rischio di uccidere qualcuno o distruggere un intero quartiere. E così feci, almeno con le prime materializzazioni: le dieci mani bianche stavano colpendo, strappando, distruggendo ogni singola cosa che si materializzava all'interno del loro raggio d'azione. Ma dopo aver distrutto uno strano tizio pallido con lunghi capelli neri che se ne stava fermo in possa a fissare il vuoto mi accorsi che tutto questo sfogo di poteri stava sfuggendo di mano anche a me: riuscivo a malapena ad impedire che le mani, mosse da volontà propria, si dirigessero verso la parte popolata del Lunapark. Utilizzai dunque il potere del riavvolgimento temporale su me stessa, riportandomi a 3 minuti fa, prima di lasciare libere le mani. In questo modo, visto che non erano ancora state liberate, sarei riuscita a controllarle meglio e ad impedire loro di distruggere tutto. Osservai comunque le materializzazioni dei ogni del ragazzo, sempre per assicurarmi che fossero davvero tutte innocue e, in caso contrario, pronta ad intervenire nuovamente. Così non accadde e dopo qualche minuto si sentì uno starnuto nell'aria: proveniva dalla panchina dove stava dormendo Haiiro e molto probabilmente era stato proprio lui ad emetterlo. Questo lo svegliò: sembrava un po' intorpidito ma si riscosse subito iniziando a guardarsi attorno per vedere se era successo qualcosa di spiacevole "durante la sua assenza".
    Non preoccuparti, è tutto a posto. Alla fine abbiamo rischiato che perdessi il controllo a causa di quella bellissima sensazione che genera il distruggere ogni cosa ma sono riuscita a riprendermi in tempo ihihihih. dissi, con una risatina sommessa. Dopodiché i miei abiti tornarono quelli di prima e il fucile e la pistola scomparvero.
    Come ti avevo detto, nessun problema, noi possiamo annullare la tua distruzione...
    Mi avvicinai a lui per sedermi nuovamente al suo fianco sulla panchina, mentre gli facevo notare la ovvia mancanza di quella che prima si trovava accanto a questa. Per terra c'erano ancora dei piccoli frammenti della stessa e guardandoli con l'occhio sinistro, riavvolsi il loro tempo e di colpo la panchina prima distrutta si trovava ora nuovamente lì, come nuova.

    Kuruki Tamisako
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    Il citazionismo è una cosa buona e giusta v.v Comunque qualcuna non sono riuscita a coglierla, sorry :asd: Volevo l'orsetto D: ç_ç
     
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    Sembrava che fosse davvero tutto a posto come l’aveva rassicurato Kuruki.
    Beh, l’altra panchina è distrutta, ma a parte questo… ah no, adesso è a posto…
    Davanti agli occhi di Haiiro, la panchina ridotta in frantumi ritornò al suo stato originario. In effetti anche prima, durante il loro scontro con Nina Viento, la ragazza aveva fatto la stessa cosa.
    Era dunque questo che intendeva con annullare la distruzione… Vedendo il suo occhio sinistro aveva immaginato un potere collegato al tempo, ma, anche dalle parole della ragazza sul tempo che consuma, aveva creduto che potesse far invecchiare le cose, invece era il contrario.
    In effetti con questo potrebbe annullare qualsiasi mio sogno e i danni che provocano. È un potere perfetto per controllare i danni incontrollati provocati dai minus…

    Ho visto e devo dire che avevi ragione su tutto.
    Per quanto breve, quel sonnellino sembrava avergli fatto bene, riusciva anche a riflettere meglio.
    Sulla mia natura di minus, sulle caratteristiche del mio potere e sulla capacità della classe -13 di contenere la mia distruzione. In effetti sembra il luogo che ho sognato, scusami la battutaccia, per anni. Il posto dove non devo temere di addormentarmi, dove posso aprire gli occhi senza timore di aver portato distruzione.
    Haiiro chiuse gli occhi. Gli sembrava quasi di pregustare la sensazione di pace che un simile luogo gli avrebbe dato. Era lì, a portata di mano, bastava una parola e l’avrebbe ottenuto.

    Aprì gli occhi e guardò Kuruki che sedeva nella panchina accanto a lui. Sorrise.
    Però alla fin fine non posso accettare la tua offerta.
     
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    Alla fine lo sapevo già che non avrebbe accettato, era nella sua natura il volersi male e non darsi mai delle soddisfazioni per cercare di compensare il senso di colpa che provava nei confronti del mondo.
    Beh, la cosa non mi stupisce, ma sappi che il tuo autolesionismo non sanerà le tue colpe, passate, presenti o future che siano.
    Mi alzai dando due colpetti alla gonna per pulirla un po' dalla eventuale polvere e polline presenti sulla panchina. Poi mi girai nuovamente verso Haiiro, riprendendo il discorso, che sarebbe stato breve ma intenso.
    Beh, io di certo non posso obbligarti a scegliere la sezione -13... Non ancora per lo meno... Ma sappi questo: coloro che non sono nostri alleati diventano automaticamente nostri nemici. E questa non vuole suonare come una minaccia ma soltanto come una affermazione veritiera.
    Difatti poi sorrisi, questa volta in maniera quasi sincera e credibile.
    Sono sicura che ci rincontreremo presto, Haiiro Kugetsu, e per allora potremmo non doverci soltanto intrattenere in una piacevole e pacifica conversazione quale è stata quella di questo pomeriggio. Preparati, sempre che tu ne sia capace...
    Altra risatina, ma questa volta più maliziosa e sommessa, che fece vibrare l'aria per qualche secondo con le sue vibrazioni negative.
    Beh, se non hai null'altro da chiedermi io andrei, ci si vede e fai attenzione... dissi, mostrando l'occhi sinistro ...perché il mio occhio sarà sempre fisso su di te.
    L'espressione seria svanì dopo qualche secondo, rimpiazzata da una nuova espressione spensierata.

    Se Haiiro non ha nulla da chiedere:
    Mi allontanai da lui, saltellando, e dirigendomi verso il centro del Lunapark.

    Se Haiiro ha qualcosa da chiedere:
    Mi fermo ad ascoltare con espressione soddisfatta e torno a sedermi sulla panchina accanto a lui.


    Kuruki Tamisako
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    A te la scelta, se vuoi far finire qui la role scegli la prima, altrimenti si prosegue :asd:
     
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    Kuruki aveva ragione: al di là dei motivi apparenti con cui avrebbe potuto giustificare la sua decisione, il suo era autolesionismo: non poteva accettare una salvezza così facile e immediata, perché non riteneva di essere degno di salvezza. Voleva continuare a dolersi della sua condizione, ristagnando in quel malsano senso di autocommiserazione che dà il sentirsi dannato. Il senso di colpa era ciò che lo portava a detestare se stesso e il mondo, eppure era l’unico fondamento solido della sua vita. Come avrebbe potuto abbandonarlo così improvvisamente? Anche sapendo che non gli avrebbe procurato che sofferenza, era impossibile.

    Hai ragione, ma neanche stare con voi, anche se mi darebbe tranquillità, sanerebbe le mie colpe. Io non posso illudermi come fai tu di essere nel giusto. Non posso giustificare la distruzione che provoco con un “se lo meritavano”. Piuttosto che chiudere gli occhi di fronte alla realtà e di credere a queste scuse preferisco restare avvolto nei miei incubi di colpa.
    Seguendo la ragazza anche Haiiro si alzò dalla panchina.
    Arrivederci Kuruki. Mi ha fatto piacere parlare con te e ti ringrazio per le informazioni che hai condiviso. Sapere che la prossima volta ci incontreremo come nemici non mi provoca alcun piacere – sembrava invece che per la ragazza fosse l’esatto opposto – ma, anche così, non posso accettare la tua offerta. Non posso accettare una via di fuga così facile come quella che mi proponi.

    Haiiro rimase a fissare Kuruki che si allontanava saltellando, l'occhio sinistro che la ragazza gli aveva mostrato ancora in mente, come un oscuro presagio che lo perseguitava. Anche dopo che la ragazza era uscita dal suo campo visivo, il ragazzo non si mosse.
    Poi, passati all'incirca cinque minuti, si diresse verso un muro là vicino e, con forza non indifferente, gli diede una testata.
    Ouch!
    La fronte gli prese a sanguinare, mentre una forte emicrania lo assalì, lasciandolo momentaneamente stordito.
    Lo sapevo, ho appena fatto una cazzata...
    Il ragazzo sospirò, massaggiandosi al contempo la fronte e cercando di fermare il sangue. L'unica occasione per poter dormire in pace... e me la sono lasciata scappare. Eppure, nonostante quel rimpianto, da qualche parte dentro di sé non credeva di aver fatto la cosa sbagliata. La via proposta da Kuruki, abbandonarsi ai propri poteri affidando agli altri minus il compito di tenere a bada i danni, gli era sembrata troppo facile. Forse era davvero autolesionismo, o il desiderio di poter espiare in qualche modo ciò che aveva fatto, ma Haiiro non riusciva a convincersi di potersi semplicemente affidare agli altri senza alcun sforzo o conseguenza.
    Comunque ormai è andata...
    La dormita aveva momentaneamente allontanato il sonno, ma avvertiva comunque una certa stanchezza, più mentale che fisica, tormentarlo. Con un senso di vuoto tirò fuori il cellulare e spedì un breve messaggio, poi si diresse verso quella che credeva essere l'uscita dal Luna Park. La battaglia con Nina Viento, l'incontro con Kuruki, le informazioni apprese... per quella giornata potevano essere abbastanza.

    Credo che possa bastare così, l'importante mi sembra stia stato detto :ohsi:
     
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    Bene, it's EXP time! xD Dunque, la prima parte è incentrata su di te (o meglio, Haiiro) e l'hai gestita bene, sapevo già che alla fine non avresti comunque accettato ma mi è piaciuto come lo hai fatto. Nella seconda parte c'era Kuruki (e io) che si divertiva a spaccare e fare cose così e tu hai gestito bene i sogni, con molta fantasia direi e quella è fondamentale. Ma senza indugiare oltre procedo con l'assegnazione dell'exp:

    EXP: 17
     
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