[CONCLUSA]I viaggi verso le terre più lontane

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    Quel giorno Rei era entrato nell'aula del teatro appena dopo l'orario di chiusura delle attività giornaliere. Non per ritardo ma per recuperare i testi che voleva leggere prima di dover cambiare un'altra volta la propria parte per lo spettacolo successivo.
    Sopra ad un banco, al centro del grande palco, c'erano un mucchio di fogli sfusi stropicciati e accartocciati.
    Erano lì, i fogli che quello stesso giorno aveva osservato con curiosità. Uno degli sceneggiatori aveva passato l'intera sessione di quel giorno a creare una vaga storia di fantascienza e quel mucchio di carte era il risultato. All'interno del club nessuno ha mai approcciato quel genere, tutti tranne Rei che però non si era minimamente sentito in vena di dar suggerimenti. Essere un attore è ben diverso dall'essere uno sceneggiatore, due ruoli opposti. Proprio per questa ragione però si sentiva anche attratto da qualcosa di così proibito e alieno a lui. Già altre volte aveva inventato storie ma mai con la complessità di un intera sceneggiatura con ben più di un personaggio. Più volte a creato le storie dei personaggi che interpretava per sopperire a mancanze per comparse o per il poco tempo degli sceneggiatori. Un'attività interessante ma pur sempre un atto di immedesimazione, atto proprio di un attore.

    Cos'erano quei fogli? nulla.. sono tentativi inefficaci di ammucchiare idee per una buona ambientazione. Nessuno conosceva nulla e avevano semplicemente proposto parti di ambientazioni famose, proposte come matrix,v per vendetta, blade runner... tutta roba troppo spesso usata.

    Rei voleva veramente provare a creare un mondo, come un dio che con la propria penna poteva trasformare il nulla in qualcosa mutando il bianco in nero con l'inchiostro.
    Prese i fogli, tanto l'idea era stata bocciata dopo le prime difficoltà. Li mise assieme al proprio copione, che comunque gli avevano dato da imparare per lo spettacolo del 21. Ed in fine uscì richiudendo la sala dopo aver spento le luci generali.

    Era euforico, iniziò a leggere le brevi frasi abbozzate mentre era sulla funivia e già a quel pungo sentiva il potere scorre nella biro che teneva nella tasca destra della giacca. Estrasse il cellulare ed iniziò a controllare i messaggi, appena dopo mise la macchina fotografica e fece foto degli scritti più originali. Finì di leggere il tutto e mise i fogli nel cestino del vagone. Riguardò le foto e non vi notò molti spunti, ma questo bastava. Il sonno avrebbe fatto il resto.

    Il resto apparve a lui il giorno dopo.
     
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    Era nella sala degli scrittori, una zona della grossa sala del club dove, isolata da ogni altra parte della sala da grosse mura isolate acusticamente. Era sempre fuori dall'orario di normale sessione e con sé aveva una divisa da scrittore, un piccolo aiuto che permette di scrivere con scioltezza ciò salta nella testa dello scrittore. Appunto si tratta di una sorta di cappello con attaccate larghe maniche e guanti, buffissimo oserei dire.

    I primi tentativi di utilizzo sono stati inutili, non mostrava alcuna collaborazione e scriveva letteralmente ogni cosa in modo insensato lasciando un testo privo di grammatica e senso. Tutto questo lo scoraggiò un attimo ma non del tutto; chiamò uno dei suoi compagni, anzi... una decina. I primi nove rifiutarono di raggiungerlo al club a quell'ora di notte...
    L'ultimo dopo esser arrivato e dopo una rapida spiegazione decise di spiegargli come funzionavano i cappelli e che semplicemente non doveva pensare a dei discorsi, ma invece focalizzare con attenzione il proprio contesto narrativo. Tutto senza perdere la concentrazione.
    I tentativi e le prove richiesero l'intera serata così da far uscire i due a notte fonda. Rei ottenne il consenso dell'altro ragazzo, uno degli sceneggiatori, a portare a casa il cappello e di usarlo un paio di volte per esercitarsi.
    Portandolo mentre dormiva, gli avrebbe permesso di trascrivere i propri sogni e allo stesso tempo non avrebbe arrecato danni all'oggetto.

    Arrivato a casa, dopo aver fatto una cena abbondante, rilesse i propri appunti e guardò la televisione finché, alle ventitré, non decise di andare a letto.
    Dopo aver messo un tavolo con una grossa pila di fogli bianchi sopra e una penna accanto al letto, mise il cappello e si addormentò esausto.
    Quella stessa sera sognò ciò che sperava di sognare.
     
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    IL QUANDO E IL DOVE:
    Nell'imprecisato futuro nel sistema solare più vicino



    Possiamo iniziare parlando di ciò che è il tempo passato da qui a quel momento in cui la storia è ambientata; un intero mondo è nato.
    Tutto iniziò dopo i primi successi nel campo aeronautico, dopo la conquista della luna degli stati uniti i russi non vollero rimanere a guardare e per anni continuare le competizioni con gli stati uniti per chi per primo avesse ottenuto i crateri e le dune della luna. I primi insediamenti e i primi fallimenti non tardarono ad arrivare, ma dopo un'incredibile evoluzione della tecnologia informatica, i primi mesi del 2003 furono incoronati come i primi mesi della vita lunare.

    La straordinaria potenza dei computer permise poi l'arrivo delle sonde su Marte e poi l'invio di centinaia di sonde in ogni dove. La battaglia del nuovo millennio era la battaglia per lo spazio. Ogni piccolo pezzo di terra calpestato da un astronauta diveniva di proprietà della nazione proprietaria della missione. Subito dopo, nel 2015, nacque Atena; la prima intelligenza gestionale a interfaccia sincrona costante. Trasformò la maggior parte dei problemi umani sulla luna e sulla terra in brutti ricordi e debellò otto malattie divenendo poi anche il primo essere non biologico divenuto presidente di uno stato europeo. I greci avevano messo a segno il primo vero centro in una serie di scarsi tentativi di migliorare la condizione umana. Così iniziarono tutta una serie di conquiste e scoperte scientifiche senza precedenti.

    Ogni nazione voleva una fetta di Rete e una fetta di cielo. Primeggiavano però solo gli europei che grazie ai trattati dell’Europa unita potevano usufruire di reti telematiche a schermatura superiore e con una più elevata efficienza di calcolo. La terra divenne ben presto una grande nazione informatica, dove l'Inghilterra e la Russia erano i principali dominatori. Lo spazio però era ancora libero, colonie isolate dalla rete terrestre.
    Più alto si arrivava e più alti erano gli applausi. La sonda più lontana mai lanciata fu la Tenma-p11 giapponese, portatrice di Izanagi e di Izanami, due immensi macchinari, rispettivamente un potente satellite autosufficiente e un'intelligenza artificiale di valutazione e calcolo. La sonda portò il satellite verso il primo sistema satellitare umano-compatibile: Thorne 6-14B88.

    Furono gli stessi giapponesi a stabilire tale sistema idoneo alla vita, con ben tre pianeti di forma terrestre in orbita a una stella gialla di poco più grande del sole. Con un immenso complesso di soli e sistemi in sincrono che roteano in un complesso vortice in equilibrio più che perfetto. Un sistema solare più vecchio anche del sistema solare originale, qualcosa di unico. La prima ondata di colonizzazione partì diciotto anni dopo, con la costruzione della gigantesca Arca di Oi, una nave che vantava un eccellente sistema a propulsione a idrogeno e uno ausiliare a vele solari. Il viaggio a velocità tale da avere un fattore di dilatazione di 1 anno a 12.2 sulla terra. Un viaggio di 10 anni all'interno dell'astronave ma di 123 sulla terra.

    L'astronave, costruita come una vera e propria città ideata per atterrare sul pianeta e fondare profonde radici alla ricerca di materie prime per auto-alimentarsi, era sprovvista di umani e dove semplicemente terraformare una parte del territorio del primo pianeta per i dieci milioni in arrivo nei venti anni successivi all'atterraggio. Con viaggi di dodici, quattordici, sedici e diciotto anni, arrivarono quattro ondate da due e mezzo milioni di giapponesi felici di iniziare una vita al di fuori del sistema solare e lontana dalla terra.
    Anno dopo anno continuarono ad arrivare navi colonizzatrici di dimensioni minori, navi per gli altri mondi e navi con altri popoli.
    L'anno 2411 calendario terrestre, pari all'anno 2236 Thorne, fu l'anno d'oro della colonizzazione spaziale.


    Edited by Maicol Goldlion - 6/1/2015, 04:22
     
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    Era il mondo che aveva sognato, in immensa e bellissima realtà tutta sua. Il cappello aveva fatto il suo dovere ed era certo di averne fatto buon uso. In una notte aveva prodotto quarantadue pagine di racconti sorprendenti in cui avevano partecipato politici, scienziati, coloni e meccanici. Un viaggio dalla guerra fredda al futuro in una sola notte.
    Anche se molto euforico doveva fare alla svelta, non poteva rischiare di arrivare tardi.

    Quello stesso giorno riportò il cappello e con esso anche il manoscritto che fu sottoposto all'occhio dello stesso ragazzo della sera prima. Di tutto quel che era successo, c'era solo il dettaglio di non avere il vero permesso di portare fuori dalla sala il materiale della scuola e dunque, non appena il presidente del club ne ebbe ricevuta notizia, gli fu categoricamente proibito di farlo nuovamente. Le sue argomentazioni non furono certamente accolte, l'idea nobile ma il gesto inaccettabile. Motivo per il quale Rei quella sera dovette dormire all'interno della sala del club, con la benedizione del presidente naturalmente.
     
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    IL QUANDO E IL DOVE Pt 2:
    Anni dopo la colonizzazione nelle città alveare



    Dopo l'arrivo di tutti i mezzi di colonizzazione sul primo pianeta, NEO-Japan, si formarono le immense città alveare simili a metropoli interminabili.
    Precipitavano come meteoriti rallentate da migliaia di propulsori che divenivano i primi tunnel verso il terreno, a quel punto centinaia di macchine guidate da Izanami potevano iniziare un processo di bonifica del suolo sia da sotto sia da sopra. Estraendo ogni materia prima fornivano il necessario alle linee di produzione automatica che replicavano macchine e strutture insieme a copie di se stesse. Dopo il primo secolo sul primo pianeta si erano formate sei grandi città dalla superficie totale superiore all'odierna Inghilterra. Il pianeta per il resto era giungla e oceano. Vi erano, però solo una piccola quantità di animali indigeni e l'ecosistema sono stati rimpiazzati per il 50% da quello terrestre nei successivi 124 anni. Una terra-formazione nel senso stretto del termine.

    I rimanenti due pianeti erano stati resi inavvicinabili da trattati interplanetari in cui l’America aveva espresso il proprio interesse alla formazione di colonie proprie in quel sistema. Per questo fu poi stabilito che il primo pianeta era di diritto appartenente al continente asiatico, il secondo apparteneva all'unione euro-oceanica (America, Europa e Oceania unita) mentre il terzo saprebbe stato territorio neutrale tra le due opposizioni. Per questo motivo il numero di città sul terzo pianeta, Trone, sono presenti solo insediamenti secondari e solo tre città. In ogni caso, alcuni banchieri svizzeri e altri saturniani ottennero contratti ultra planetari per la formazione di SyperEden, una sorta di città per soli ricchi, il terzo nuovo centro economico dell'Umanità. Progetto che avrebbe avuto inizio nel sistema solare e poi mosso verso Thorne un secolo e mezzo dopo.

    Parlando delle città alveari si può dire pochissimo. Si tratta di vere e propri immensi centri autosufficienti capaci di produrre energia, cibo e acqua mediante sistemi di riciclaggio avanzato e fonti eco-sostenibili infinite. Ogni uomo ha quantità fisse di cibo, acqua ed energia uguali a quelle fornite ad ogni altra persona. Se si vuole di più, è necessario pagare. In ogni caso ogni nucleo umano ha sempre e comunque un minimo eccesso di cibo ed energia oltre che appartamenti grandi a sufficienza per il numero di persone che lo compongono. In caso di natalità ci si sposta in un appartamento più grande e si ottengono delle aggiunte alle quote mensili e annuali di beni adatti. Si può dire che la povertà è stata annullata o semplicemente portata a uno standard più elevato.

    Rimane comunque la figura del ricco, una persona che con i crediti guadagnati può ottenere più cibo e cibo migliore. Può ottenere spazi più grandi o divertimenti aggiuntivi, può richiedere oggetti di ogni tipo e ogni altra cosa desideri pagandola. Un mondo perfetto sotto molto punti di vista. In ogni caso si può continuare a pensare alle città come una vera utopia.
     
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    Un intero mondo iniziava a nascere nella sua testa. Percepiva la necessità di dettagli e profondità che quel mondo richiedeva da lui. Non aveva dormito molto ma era bastato per focalizzarsi a dovere su quella parte di ambientazione. A causa delle difficoltà di trasporto non si potevano conoscere molte cose del mondo d'origine. Per esempio Rei pensò che fosse possibile un'altra spedizione verso altri mondi ma quest'informazione forse non era ancora arrivata.
    Continuava a pensare agli aspetti più vari delle città; come fossero i negozi e quali erano i mezzi di comunicazione. Pensava alla burocrazia e alla gestione delle IA. Immaginava una persona camminare per strada a tarda notte, sotto centinaia di livelli di cemento e acciaio, poi immaginava la sua vita e si spostava una volta incontrato qualcuno. Ogni persona poco importante riceveva attenzioni straordinarie. Immaginava i tramonti e i viaggi sulle stazioni orbitanti. Pensava al lavoro degli scienziati e dei manutentori. Che cosa facevano i Robot di Izanami? Qualcuno voleva sostituire la grande IA con una meno equa? Le domande erano troppe. Pensava in modo troppo poco diretto, aveva creato un contesto ma non una storia vera e propria. Poi pensò a riposarsi per chiarire le idee... erano le quattro del mattino ma gli sembrava che fosse già pomeriggio da quanto era sveglio.
    Accese il cellulare e controllò le notifiche, molte per quell'ora. Dopo il controllo accese la musica e mise le cuffie nelle orecchie, musica elettronica per rimanere a tema, pensando che Wish upon a black star gli avrebbe schiarito le idee. Guardò il cappello sul tavolo da lavoro e controllò lo scritto. Nessun errore di grammatica e molte cancellature, scriveva certamente meglio di lui.

    Rifletté cercando qualche ispirazione attraverso le ambientazioni che conosceva ma non trovava una storia che potesse convincerlo, tutte quelle gli piacevano erano a se stanti, immutabili sotto ogni aspetto. Poi si rese conto di avere bisogno di un protagonista.
    Ormai Era l'ora di andare (restare) a scuola e non poteva più fare molto, mise tutto in ordine e andò a lezione.

    Quel pomeriggio passò il materiale a uno del gruppo degli sceneggiatori, loro potevano trovare una storia ben più facilmente di lui e ormai non riusciva più a farsi passare quel mondo dalla testa. Creare universi non è certo qualcosa di semplice e forse non c’era portato per niente. Subito gli dissero che forse avrebbero fatto un po' di snellimento, erano qualcosa come cento pagine di materiale e di accettabile per una rappresentazione teatrale c'era ben poco. A rei andò bene, diede la sua benedizione e con il permesso degli altri andò a casa a riposarsi, la lezione di matematica di quel giorno era stata particolarmente pesante.
     
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    Beh, è finita proprio prima di iniziare ma so a cosa ti serviva, quindi è tutto a posto :asd: La storia è abbastanza incasinata ma molto ben pensata, pravo ciofine :clap1:

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