Sophie Kamishiro (Claradei)

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    AF's Master of the End
    La Luce

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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    THE LOVABLE ONE

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    Nome: Sophie
    Cognome: Kamishiro / Claradei
    Sesso: Femmina
    Soprannome: ---
    Età: 14
    Segno: Leone

    Classe: I Sezione 11
    Club: Nessuno

    Livello: 1
    Mentalità: Abnormal
    Interessi: Provare ogni disciplina sportiva
                     Raccogliere fiori
    Curiosità: Ha un pessimo senso dell'umorismo.

    Caratterizzazione


    La giovane Sophie è una ragazza alta sul metro e cinquanta dai lunghissimi capelli purpurei che le superano abbondantemente la vita, solitamente legati in due codini, intonati con il colore dei suoi occhi. Nonostante non faccia mai niente con il preciso tentativo di attirare l'attenzione risulta essere una ragazza molto ammirata e già in molti si sono fatti avanti come pretendenti, ma questi sono stati sempre respinti. Non solo perché al momento non è interessata ad avere relazioni, ma anche perché è da sempre pessima nel comprendere i sentimenti altrui, oltre a non essere affatto brava nell'esprimere i propri, cosa che la fa sembrare sempre un po' distaccata. È una ragazza molto sicura di sé e delle sue capacità, cerca sempre di portare a termine ciò che si prefigge e solitamente lo fa ottenendo il risultato migliore. Nonostante le sue grandi capacità non si è mai montata la testa, è sempre gentile con tutti e vuole sempre migliorare. Ha preso come modello di riferimento sua sorella Yuno, da lei vista come l'incarnazione della ragazza ideale, e quando può cerca di imitarla o di agire come farebbe lei, anche se spesso i risultati non sono quelli sperati. A volte parla senza pensare bene a quel che dice finendo per creare situazioni buffe che, a causa del suo strano senso dell'umorismo, non coglie con prontezza.
    Abilità ed Anormalità

    Abilità: Copycat
    Osservando un movimento fisico almeno una volta, Sophie riesce ad imprimere nella propria mente l'esecuzione del gesto e lo memorizza anche nella memoria muscolare. In questo modo riesce ad apprendere velocemente ed alla perfezione ogni movimento che caratterizza una disciplina, sportiva e non, ed ad eseguirlo con scioltezza per quanto complesso possa essere.

    Anormalità: Protos Heis (Anormalità Suprema)
    Assorbe energia dall'ambiente e dagli esseri viventi facendola propria potendo così ripristinare le proprie forze ed ottenendo un processo di recupero più rapido. Se c'è contatto il processo di assorbimento è velocizzato. Sempre tramite contatto può passare l'energia in assorbimento ad altre persone.
    (Solo narrazione) Tramite particolari modalità di trasferimento dell'energia può generare uno dei seguenti effetti temporanei:
    -overflow: l'anormalità va in sovraccarico aumentando la portata del potere di base;
    -overdrive: porta oltre i limiti il potere di una anormalità;
    -override: riscrive parzialmente il potere di una anormalità.

    Genesis (Anormalità Suprema)
    Consente di manifestare la propria energia sotto forma fisica e di plasmarla in costrutti corrispondenti ad una immagine mentale dell'utilizzatore. I costrutti prendono il funzionamento e le proprietà immaginate dall'utilizzatore; purtroppo per la creazione di strumentazione complessa richiedente dei componenti meccanici o circuiti bisogna avere ben chiaro il funzionamento di tutti i componenti e quello generale dello strumento. Le proprietà attribuibili possono essere proprietà fisiche o chimiche. Potrebbe imprimere una temperatura elevata o molto bassa, elettrificare la superficie o renderla magnetica, fino alla possibilità di far verificare qualche evento nel costrutto come reazione a particolari condizioni. La creazione dei costrutti richiede un dispendio energetico proporzionale alla dimensione dello stesso costrutto, tuttavia il singolo costrutto non potrà mai superare il triplo della massa dell'utilizzatore. Quando un costrutto viene disfatto, l'energia che lo costituiva non potrà tornare all'utilizzatore, bensì verrà o dispersa nell'ambiente o infusa in uno o più bersagli. L'energia così infusa avrà un effetto di recupero per gli esseri viventi.



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    Background


    Sophie è la terzogenita della famiglia Kamishiro. Essendo la più piccola i genitori le hanno sempre dedicato maggiori attenzioni, tanto che sarebbe potuta facilmente crescere come una ragazza viziata, ma non fu così: al contrario tutti i riguardi che avevano nei suoi confronti non l'hanno mai toccata dato che tutto ciò che la affascinava era il rapporto instauratosi tra la sorella Yuno ed il fratello Tatsuya, rispettivamente di 1 e 2 anni più grandi. Anche lei voleva essere partecipe di quel legame più stretto della semplice parentela, ma non ci riuscì mai a pieno a causa di tutti gli impegni che la tenevano occupata. All'età di 6 anni, infatti, i genitori la iscrissero ad una palestra dove praticavano la ginnastica artistica ed in breve Sophie dimostrò quasi una predisposizione naturale per quella disciplina: riusciva ad imparare ed eseguire perfettamente i movimenti senza alcuna difficoltà tanto che arrivarono ad indicarla come una bambina prodigio. Nonostante questo aveva un gran rimpianto per il tempo che non poteva trascorrere con i suoi fratelli. Dopo la ginnastica i dedicò all'atletica ottenendo risultati di eguale rilevanza anzi, grazie alla sua eccellenza in questa disciplina le fu consentito di saltare l'ultimo anno di elementari per approdare direttamente al primo di medie affinché prendesse parte alle gare regionali con il club della scuola. In questo modo si ritrovò anche nella stessa classe della sorella con la quale cominciò a consolidare di più il suo legame. Nell'anno successivo ci fu un altro evento molto rilevante che la coinvolse con tutta la famiglia: i suoi genitori dovettero andare all'estero per lavoro. Dato che molto probabilmente il lavoro gli avrebbe portati a doversi spostare anche molto spesso preferirono lasciare che i loro figli continuassero a vivere nel loro ambiente e non fossero obbligati ad abbandonare tutti i loro conoscenti, così tre giovani vennero affidati ai nonni. Però i ragazzi decisero di continuare a vivere nella loro casa, da soli. Sophie si ritrovò catapultata in questa nuova situazione quasi senza accorgersene, però la cosa non le dispiacque affatto: trovandosi a vivere solo con Yuno e Tatsuya avrebbe avuto la possibilità di entrare a far parte di quel rapporto che loro avevano sempre vissuto e che a Sophie era sempre un po' mancato. In principio cercò di ottenere quanta più attenzione possibile dai due, finendo spesso per fare dei veri capricci pur di essere quasi protagonista, pensando che in quel modo sarebbe riuscita più velocemente ad instaurare un legame più intenso. Però non le ci volle molto tempo per capire che non ne aveva bisogno: era da sempre stata partecipe di quel legame al quale tanto aspirava e che tanto aveva invidiato, anche se i modi erano differenti. L'aver capito queste cose le dette grande entusiasmo ed energia, perse completamente ogni tipo di ansia e di paura. Anche le sua carriera scolastica ne risentì positivamente, migliorando i suoi già ottimi voti e rendendo ancor più eccezionali i suoi risultati sportivi. Nel terzo anno di medie conobbe una ragazza che attirò molto la sua attenzione: gliela aveva presentata Tatsuya come una compagna di classe che aveva in qualche modo difeso; era una ragazza albina molto vivace ed espansiva anche se un po' immatura, il suo nome era Shiro. Sophie si trovava molto bene con questa ragazza e giocavano insieme molto spesso. Era presente così tanto tempo che per lei era diventata come un altro membro della famiglia Alla fine del terzo anno di medie le fu proposta una borsa di studio dalla prestigiosa accademia Suburashi. Sophie però rifiutò questa possibilità per non doversi separare da Yuno e Tatsuya, preferì quindi continuare gli studi alla loro stessa scuola. Era davvero contenta che il lavoro avesse portato lontano i loro genitori. Purtroppo però non possono solo esserci momenti felici. Erano trascorse poche settimane dall'inizio del primo anno di superiori, ancora una volta era capitata nella stessa classe della sorella così che nonostante il cambio di grado la routine non era cambiata, ed anche quel giorno durante la pausa pranzo si stava dirigendo con la sorella nel solito luogo dove ogni giorno incontravano il fratello insieme agli altri amici, quando notò che Yuno si era improvvisamente fatta seria. Sophie cercò di chiederle cosa le fosse successo, ma questa non aveva alcun interesse a rispondere, improvvisamente preda del forte impulso di andare alla ricerca di Tatsuya. Non riuscì a mettere in atto questo proposito: un improvviso lampo luminoso avvolse brevemente tutto ed una dopo l'altra tutte le persone lì presenti persero i sensi, inclusa Sophie. Vari minuti più tardi fu svegliata da Yuno; quando aprì gli occhi si trovò davanti uno scenario ben diverso da quello che si sarebbe aspettata: il corridoio nel quale si trovava prima, le classi, l'atmosfera classica di un liceo erano scomparsi, al loro posto solo le macerie di quella che era stata una scuola. Yuno la trascinò nella sua ricerca di Tatsuya: lo ritrovarono disteso in uno dei campi della scuola ancora privo di sensi. Appena il fratello si svegliò cominciò una affannata ricerca di Shiro mentre farfugliava qualcosa sull'averla vista a terra apparentemente priva di vita. Quelle parole non avevano senso, eppure di Shiro neanche l'ombra. Nei giorni seguenti l'atmosfera si fece pesante: Sophie non voleva ancora rendersi conto di cosa fosse successo, benché meno poteva accettare qualcosa di sconvolgente come la scomparsa improvvisa di una persona a lei cara. D'altra parte Tatsuya si mostrava comunque sicuro e tranquillo come se non fosse stato toccato dall'evento, ma dalle azioni e dalle espressioni di Yuno in assenza del fratello capiva che la realtà era ben differente e che Tatsuya preferiva tenesi tutto dentro. E se non si era aperto con Yuno non c'era speranza che lo facesse con lei. Se solo la scuola non fosse stata misteriosamente ridotta in quelle condizioni avrebbero avuto una qualche distrazione. Avevano bisogno di trovarne un'altra ma non sapevano da dove cominciare. In quei giorni giunse inaspettata una comunicazione dall'Istituto Hakoniwa dalla quale si apprendeva che lo stesso preside aveva offerto ai tre una borsa di studio per frequentare il prestigioso complesso scolastico. Da lì avrebbero intrapreso la strada per riappropriarsi della loro tranquillità.


     
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