[CONCLUSA]Un risveglio inaspettato

Kazuma continuò a guardare quella grande campana e a pensare a ciò che era successo anni addietro e come s'era procurato quella cicatrice.

Una voce che non era affatto di Aika lo fece scattare in piedi anche se aveva addosso i vari pezzi di vetro della finestra che aveva infranto sfondandola, mentre Aru restava fuori pronto per ogni evenienza; ella era sotto la dominazione d'uno spirito irrequieto in pratica un'anima nera e la cosa non era affatto positiva. Venne attaccato, ma fece in tempo a levarsi di torno prima d'essere colpito, ma il suo avversario non gli dava alcuna tregua e i colpi si susseguirono ad un ritmo incalzante e con affondi sempre più precisi; Kazuma invece si difendeva usando il suo antico rosario che era riuscito ad agguantare dai pantaloni del pigiama e tenerlo tra le due mani, ogni volta che lo spirito nero si faceva più vicino, veniva ributtato indietro da un'onda di potere sciamanico, anche se debole dato che il ragazzino era assai giovane e quindi non del tutto sviluppato nei suoi affari da sciamano. Infatti abbassò la guarda e purtroppo un colpo andò al bersaglio e Kazuma si ritrovò la katana, dall'essenza maligna, che lo aveva trafitto e trapassato, facendogli sputare sangue e cadere sulle ginocchia senza più forza e la ferita sanguinava in modo copioso; cavolo non poteva finire così: accidenti Aika reagisci!...
<<a...Aika...>>
Cercò di sforzarsi in un richiamo forte e severo, ma alla fine cadde a terra. Aru a quel punto fece la sua entrata con un gran ruggito e provocando un grosso buco nel muro e facendo crollare un pezzo d'abitazione a terra e osservò prima la ragazza posseduta e infine Kazuma. Il drago prese a ringhiare in modo sinistro e le zampe che toccavano il pavimento si strinsero tanto da provocare delle crepe in esso e infine i suoi occhi s'illuminarono e con un balzo all'indietro andò a infilarsi nel corpo del giovane sciamano e avvenne una delle prime fusioni. Il tutto venne avvolto da una grande luce e appena essa sparì con una specie di rombo di tuono, apparve un giovane adulto vestito di bianco con delle piume bianche e squame qua e là lungo il corpo, due grandi e sottili ali alle braccia e una lunga coda che batteva sul pavimento in modo nervoso e infine un viso contratto dalla rabbia e due occhi rossi luccicanti come rubini e sulla testa delle corna dorate in una cascata di capelli bianchi. La katana che aveva ferito il giovane Kazuma ora si trovava in mano alla fusione stessa e brillava, non di nero, ma d'un giallo quasi accecante...
<<è ora di mandare qualcuno all'inferno!>>
Disse la voce forte e autoritaria...

La fusione intimorì colui che se ne stava bell bello nel corpo della fanciulla, se ne sentiva l'odore e avvertì l'aura maligna che iniziò a traballare man mano che il tempo passava. Il guerriero bianco e oro teneva lo sguardo duro e di ghiaccio sugli occhi rossi sangue dell'estraneo incorporeo che ormai era messo alle stretta da colei che ne dava il corpo: Aika stava dando il massimo di sé e la fusione tenne sott'occhio la situazione udendo la voce di ella e attendendo con molto piacere il momento di mettere fine a quella situazione fuori controllo e decisamente patetica. Aru detestava profondamente gli spiriti che prendevano possesso dei corpi altrui, a meno che vi fosse un motivo nobile, ma soprattutto coloro che erano neri e provenivano dal più profondi degli antri neri e subdoli esistenti; il guerriero alato si mosse appena quando fu il suo momento e sollevò il corpo della fanciulla albina, prendendola per il collo con una mano sola, e premendole le spalle al muro senza batter ciglio: la presa non era da soffocamento, ma per far in modo che l'antico essere guardasse attraverso le iridi, che stavano tornando normali, colui che ne faceva rifugio indegno. Il silenzio cadde in quella stanza piena di detriti e polvere, oltre al sangue sul pavimento del giovane Kazuma...
<<esci immediatamente dall'involucro cui ti sei rifugiato in modo indegno!>>
La voce della fusione era profonda e dura come il marmo, gli occhi mandavano scintille da ogni dove e lo spirito alla fine fece come una movenza a granchio, uscendo da Aika e lasciandola a terra sveglia ma provata. Subito il guerriero si scaraventò verso il mostro e lo afferrò per la testa e con forza gli sbattè il cranio al muro sfondandolo e infine, impugnando la spada lo trafisse con una forza incredibile e si vide l'ombra come squarciarsi e del sangue nero riempire la stanza e poi il nulla. La fusione ebbe fine qualche secondo dopo e Kazuma cadde a terra ancora sanguinante e lamentoso, Aru si avvolse attorno a lui con il corpo e soffiò sulla ferita diverse volte. Pian piano nella parte trafitta s'intravide come formarsi una ragnatela rossastra e creare come un minuzioso e complicato ricamo la parte lesa, sino a chiudere i due fori e lasciare un solco rossastro e pulsante...
<<a...Aika...Aika!!!>>
Prese a gemere il giovane sciamano nell'incavo del drago che lo proteggeva come una madre...

Era fatta e Aika era salva e questo era importante per Kazuma e Aru, ma soprattutto per il primo; il ragazzo riuscì soltanto a fare un gesto con una mano per far capire che stava bene e poi il buio.

E ora eccoli li, ormai destinati a stare l'uno con l'altra anche se il giovane sciamano non era tanto per la quale, visto il bel tipetto che nel tempo era cresciuta e aveva manifestato un carattere piuttosto autoritario e incline a far ammattire Kazuma. Il ragazzo si sedette per poi alzarsi e stiracchiarsi a lungo portando le braccia in alto e infine lasciandosi andare ad un lungo sbadiglio nascosto da una mano; era solo mattina presto e già si sentiva stanco come se avesse fatto la maratona di New York tre volte di fila e senza fermarsi, ma il gong che suonò nell'altra piccola e bassa torre a lato della campana, in pratica essi erano divisi dalla strada acciottolata del Tempio, fece ben capire che per il giovane Jinnouchi era arrivato il momento dei suoi esercizi sciamanici e dopo aver scompigliato i capelli ad Aika, uscì dalla torre della campana e si diresse nello spiazzo verde ove si trovava il pozzo della rana verde e prese a sedersi incrociando le gambe e poggiando le mani sulle ginocchia e chiuse gli occhi: inspirò e inspirò un paio di volte per potersi concentrare e alla fine parve cadere come in balia del suo animo e della natura che lo circondava. Il rosario che si trovava appeso ai pantaloni prese ad illuminarsi appena, segno che il giovane era entrato nel mondo spirituale ed era meglio non distrarlo o avrebbe spezzato l'antico legame della famiglia con quel mondo e i suoi avi e altre presenze. Alcuni che passarono di li per poter andar a pregare al pozzo l'osservarono incuriositi ma senza disturbarlo, alle spalle di Jinnouchi, per chi aveva il potere di vederlo quindi gli umani ne erano esclusi, si poteva vedere uno spirito azzurrognolo con un'espressione molto buona sul volto e dagli abiti da sacerdote d'un tempo passato ma appartenente al credo osservato in quel Tempio: era il primo di tutti i Jinnouchi e teneva sempre d'occhio gli esercizi di quel suo erede e ogni tanto faceva muovere il suo bastone sulla testa nera e selvaggia dello sciamano, mandando un lieve suono di campanelli nell'aria...

Quel tipo d'esercizio durò una buona ventina di minuti e alla fine Kazuma si risvegliò sospirando a lungo e alzandosi con aria più tranquilla, scrollandosi un pò con il corpo e infine si mise a fare qualche mossa di ginnastica: come allungarsi verso l'alto con le braccia, o piegarsi a destra e sinistra e alzare le gambe indietro con una mano. Dopo essersi sciolto per bene, si volse e vide lo spirito del suo antenato e lo salutò portando le mani in preghiera, facendo un piccolo inchino col busto e infine posizionarsi per il secondo esercizio della mattinata: l'arte marziale. Il suo antenato fece tintinnare i campanelli del suo bastone ed ebbe inizio lo scontro: in pratica Kazuma attaccava e l'avo si spostava in ogni direzione parando i colpi con la punta del suo lungo e nodoso antico bastone, la sua espressione buona e sorridente non si tolse mai e i suoi movimenti erano fluidi e silenziosi, in poche parole era come osservare lo sciamano praticare delle mosse d'arti marziali pensando ad un'avversario invisibile, almeno ad occhio umano. Ma ci pensarono le sue sorelline a farsi avanti, infatti sbucarono dal nulla cercando di colpirlo assieme con un calcio volante ben assestato, ma Kazuma lo parò con il braccio destro e i tre avversari fecero qualche passo indietro e alla fine vi fu una bella lotta. Le piccole Jinnouchi erano veloci e imprevedibili, in più essendo piccole poteva creare gran balzi ed evitare i finti attacchi del fratello maggiore: lui non si faceva indietro e cercava d'atterrarle con abbassamenti del corpo e allungamento degli arti inferiori, ma alla fine entrò in scena Aru, mandando le bambine in disparte, e con la sua coda mandò fendenti a destra e a manca in direzione dello sciamano, egli allora richiamò a sé il suo bastone e cercò di difendersi dalle codate e dai colpi di muso, incassava bene e i suoi movimenti erano sempre più agili e veloci. Le piccole di casa andarono a chiamare Aika per farle vedere il combattimento e intanto tifavano per il drago, facendo esasperare il fratellone; possibile che in famiglia il ragazzo subiva e gli altri avevano il tifo più sfegatato o ragione di lui? D'un tratto Aru irrigidì la coda e la punta divenne come una lancia e si diresse velocissima verso lo sciamano, ma quest'ultimo la fermò in tempo con la mano sinistra e i due improvvisarono un duello di forza e resistenza, chi avrebbe mollato per prima?...

Il duello tra drago e sciamano andò avanti una buona ora tutta, e parevano in buon equilibrio entrambi, uno attaccava e l'altro si difendeva e la solfa andò avanti così a turno o inaspettatamente; alla fine Kazuma si ritrovò a terra per evitare un colpo di coda, ma l'impatto dell'aria di rinculo lo tradì ed eccolo gambe all'aria e con il fiatone: alla fine aveva "vinto" Aru e quest'ultimo dopo essersi fatto una risata profonda e divertita, salutò il suo amico umano e fece ritorno in quel della sua statua a dormire. Per quel giorno si poteva dire anche conclusi gli allenamenti, avrebbe ripreso quelli spirituali più tardi e con più concentrazione; così il giovane sciamano, dopo essersi rialzato dal terreno e datosi una scrollata per togliersi la polvere di dosso, prese la strada di casa e una volta entrato fece un lungo sbadiglio e una bella stiracchiata: al momento sua madre e le sorelle non vi erano e stando all'orologio alle parete era il momento delle loro consuete mansioni al Tempio, quindi campo libero per qualche ora. Si diresse verso il bagno, grattandosi dietro la nuca per tutto il tragitto, arrivò alla porta e l'aprì senza tanta noncuranza e la richiuse alle spalle e s'avvicinò alla doccia e buttò dentro al cesto del bucato per la lavatrice la maglietta sporca di terra e sudore e infine si rivolse verso lo specchio per vedere se il taglietto alla spalla destra, che s'era fatto durante l'allenamento, era profondo o cosa, visto la sensazione di tiraggio e solo in quel momento la vide: Aika, di spalle e completamente nuda. Ogni forma dolce e lievemente arrotondata in bella vista e l'asciugamano della doccia a terra: Kazuma apparve di faccia nello specchio, lui superava di qualche centimetro lei e sul viso malandrino dello sciamano sbucò un gran rossore e inglobando un gran urlo d'imbarazzo, corse fuori dal bagno a piedi e petto nudi e s'appoggiò di spalle alla porta chiusa e riprese a respirare in completa crisi. Era...era davvero nuda come sua madre l'aveva fatta? Era dannatamente così bella e perfetta? No un attimo...era nuda! Cavolo lo era davvero! E per fortuna di spalle, si però il sedere lo aveva visto e....
<<ahuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!>>
Urlò con tutto se stesso e facendo tremare casa e Tempio, oltre a far volar via un piccolo drappello d'uccelli nascosti tra gli alberi del parco...

Decisamente quella mattina era iniziata con il piede sbagliato e stava continuando a tenere il passo sinistro a tutta manetta senza neanche fermarsi un attimo a voltarsi per tratteggiare il percorso giusto: in pratica si era nella situazione più ubriaca fradicia di tutte. Kazuma sentiva il cuore a mille e il viso in piena fiammata, oltre a non riuscire a comporre più una sola sillaba, l'urlo di prima era bastato e avanzato per far capire il suo stato d'animo completamente preso in contro piede e non ci stava più capendo una mazza! Come accidenti aveva fatto a non accorgersi che Aika era nel bagno? L'abitudine di essere solo in quattro e le sue sorelline che ogni volta che faceva la doccia il bagno arrivavano nude e di corsa e si lanciavano contro di lui, andando creare uno tsunami in casa; ora invece vi era una ragazza e quindi si doveva cambiare tutto: argh! Perché doveva ritrovarsi una futura moglie tra i piedi così in fretta? I Jinnouchi che lo avevano preceduti si erano divertiti a disegnare la sua vita in modo comico? Kazuma fu riportato a terra dai suoi pensieri, da Aika stessa che lo prese nuovamente in giro e addirittura gli scoccò un bacio sulla guancia: ed ecco una lampadina s'accese nella mente offuscata dello sciamano; esso s'alzò con fare tranquillo, come se l'uragano di dubbi sentimenti e panico totale, fosse scomparso come nulla fosse e il tempo era sereno più che mai, guardò l'albina con fare antipatico e la scrutò dalla testa ai piedi...
<<se, se ti piacerebbe!>>
Detto ciò le indicò il soffitto e infine, appena ella avesse alzato lo sguardo, le rubò un bacio secco sulle labbra e infine si rifugiò in bagno, chiudendo la porta. L'aveva fatto? L'aveva fatto davvero? Oh si! E si sentiva come ad un passo in più rispetto a quella gran antipatica di futura moglie: in pratica la loro battaglia eterna li stava dividendo d'un punto. Prese a fischiettare vittorioso e infine preparò la vasca tonda di legno per farsi un bagno rilassante e infine s'immerse nell'acqua appena tiepida...

Kazuma restò dentro la vasca di legno piena d'acqua e si rilassò un pò: quella mattina gliene erano capitate di ogni e non vi era abituato alle maniere forti di Aika, anzi la ricordava meno manesca una volta, forse con il tempo era divenuta più dura? Si ma perché soprattutto nei confronti di lui? Porca miseria finiva sempre a terra in sua presenza e i dolori si facevano sentire il giorno stesso: pensare che un giorno sarebbe divenuta sua moglie, già e non sarebbe mancato poi così tanto, infondo quattro anni passavano veloci, soprattutto un anno. Accidenti era vero, tra un'anno avrebbero dovuto fidanzarsi ufficialmente...oh che faccenda dolorosa, nel senso fisico! Il giovane sciamano si portò una mano in faccia e s'immerse sino alla fonte nell'acqua e cercò di sbollire l'imbarazzo e la disperazione, andando a creare come del movimento acqueo e rumoroso: come avrebbe fatto a sopportarla? Ma soprattutto imparare ad amarla? Era un'arpia in piena regola e i suoi cazzotti facevano assai male, per non parlare di tutte le sue ramanzine e in più poteva considerarla una degna avversaria nella lotta e nei poteri, porca miseria era pur sempre una sacerdotessa di Tempio eccellente e nella legge sciamanica non aveva eguali, in confronto Kazuma era praticamente inesperto: insomma che razza di situazione. Dopo qualche secondo riemerse e finì di lavarsi e una volta pulito il bagno e svuotato la vasca, prese dei vestiti puliti dal suo cestino dell'armadio a muro accanto alla porta e si rivestì; tornò in camera vestendo dei pantaloni della tuta, i calzini e una maglietta una taglia in più di lui e strofinandosi i capelli con un'asciugamano e la vide. Non aveva uno sguardo per nulla positivo...
<<prevedo botte>>
Riuscì soltanto a dire entrando nella stanza...