Fate/All Fiction

The War for the Holy Grail

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    «Water is the best!»

    





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    Kuro Kamishini
    Assistendo alla scena delle domande farfugliate, Meito squadrò il servant sbattendo le palpebre più volte, in segno di disappunto. Non gli piaceva contrattare, figuriamoci farlo con una ragazzetta che non era nemmeno in grado di parlare!
    Nemmeno io ero molto convinto dal comportamento della ragazza. Mi basto un rapido scambio di sguardi con Meito per notare che entrambi ci trovavamo d'accordo sul da farsi.
    Senti... Non per essere scortese ma- iniziò lui, prima di essere interrotto da uno scatto improvviso del servant avversario verso una direzione ignota, per poi essere fermata da un ragazzino che sembrava essere il suo master.
    Dopo questo inconveniente, egli si palesò anche a noi, scusandosi per l'accaduto e proponendo una sorta di alleanza o tregua momentanea.
    Ragazzo mio, tu stai proponendo una alleanza, ma per farlo bisogna anche essere in grado di offrire dei vantaggi in cambio. Da quello che ho potuto vedere il tuo servant non sembra avere un grande controllo di sé e questa impulsività potrebbe risultare fatale in un combattimento. Tu non conosci le mie abilità né le mie intenzioni eppure mi hai voltato le spalle e ti sei distratta.
    Fece una breve pausa, durante la quale i nostri sguardi si incrociarono di nuovo e io feci un segno di assenso con la testa.


    Non lo avrei detto con le sue stesse parole un po' troppo schiette ma è la verità. Per ottenere il Graal bisogna essere concentrati e studiare il nemico. Almeno, questo è il metodo da noi scelto. Temo che il vostro modo di fare sia in netto contrasto con il nostro pensiero, perciò devo declinare la tua offerta.
    Meito stava fremendo, lo percepivo. Voleva combattere, ma cercai di non dare troppo peso alla cosa. Tuttavia, dopo alcuni istanti, riprese a parlare, rivolto al servant avversario.
    Piuttosto che ne diresti di controllare subito chi di noi è degno di combattere questa guerra? Sai, muoio proprio dalla voglia di combattere, di mettere alla prova le tue capacità. Se alla fine sarai ancora intera e ti sarai dimostrata una valida avversaria, allora potremmo anche rivalutare la vostra proposta! esclamò a voce alta, facendo un passo avanti e mettendo la mano sul fianco destro. Sul volto si poteva vedere un ghigno a 64 denti e il suo sguardo era determinato e serio.
    Non credi che sia un po' troppo presto? gli chiesi, ora alzando la guardia più che mai dato che aveva appena sfidato l'altra squadra.
    Credo che una breve battaglia di prova possa essere utile ad entrambi e magari, chissà, uno dei due potrebbe morire già il primo giorno, oppure potrei rivalutare la mia opinione sul tuo conto, cara Erminia!
    Detto ciò, senza più pronunciare alcuna parola, Meito rimase fermo, in posizione di sfida, osservando attentamente il possibile avversario e pronto a reagire alle sue prossime mosse. Io, d'altro canto, mi misi dietro di lui, a circa un metro di distanza, con la guardia molto alta e pronto al combattimento in caso gli altri avessero deciso di raccogliere la sfida.


     
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    Sono quasi sicura di abitare a casa mia...

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    A Mei si contorsero le budella a sentire quel nome. L’uomo più odiato nella storia, l’uomo simbolo di malvagità e morte, l’uomo che aveva fatto sterminare milioni di persone: non pensava che se lo sarebbe mai trovato davanti. Si sentì male a pensare a ciò che conosceva di lui. Le mani iniziarono a tremarle, ma non poteva permettersi di dimostrare agitazione davanti ai Servant nemici, per cui le nascose dietro la schiena cercando di non farsi notare.
    Il Servant invece si limitò ad ascoltare con cura le parole dell’uomo. Aveva capito chi fosse e sapeva che era un esperto di guerra, nonostante avesse commesso un clamoroso errore nel sottovalutarle.
    Non so che usanze siano quelle dei tempi più moderni – intervenì – ma un leader non è solo una figura simbolica, è anche un valoroso guerriero. Se pensi di poter far saltare la “testolina” della mia Master, vuol dire che stai sottovalutando il nemico che hai di fronte. Non pensavo che il Führer potesse abbassare la guardia fino a quel punto. Inoltre, credo sia a dir poco superfluo far notare la tua inferiorità numerica. Ci tengo a farti sapere che la mia Master non è un ornamento decorativo.
    Ora basta così.
    Mei era molto irritata dal comportamento infuocato del suo Servant, che stava facendo aumentare la tensione in un momento che avrebbe dovuto essere pacifico. Una volta rientrate avrebbe dovuto farle un bel discorsetto.
    Di tutte le persone con cui poteva discutere è andata a scegliersi Hitler…

    Ma è davvero quel Hitler?
    Sembrerebbe proprio così, motivo per cui dovresti davvero smetterla di provocarlo.
    Potrà essere chi vuole, ma non potevo permettergli di parlarmi con quel tono. Si crede così importante senza avere idea di chi ha di fronte.
    Non devi lasciarti condizionare da ciò che dice, la situazione è già abbastanza tesa.
    Ti chiedo scusa, Master. Cercherò di contenermi.
    Comunque non ti biasimo, neanche a me piace. È comunque ricordato come l'uomo più crudele della storia. Ha fatto uccidere milioni di persone...
    Master, la morte accompagna qualunque guerra. Chi nonostante il rischio sceglie di combattere pensa sempre di essere nel giusto.
    Questo non significa che il suo comportamento sia giustificato…
    Non ho detto questo. Se era un uomo di guerra sarà senza dubbio un temibile nemico. Sarebbe più saggio allearsi con una persona così, piuttosto che trovarsela contro.

    ...
    Stai davvero proponendo di allearci con Hitler?!
    È solo strategia, Master. Non deve piacerci. Per quanto io e te possiamo essere forti, un Servant e un Master in più dalla nostra parte non possono che far bene. Avrà fatto delle cose orribili, ma lui ha pensato che fossero giuste e ha combattuto con tutte le sue forze per ciò in cui credeva. È ciò che ogni generale fa.
    Forse hai ragione, anche se non mi piace per niente.
    Ascolta, facciamo così: cerchiamo di capire che strategia ha il suo Master, e poi decideremo se è il caso di proporre un’alleanza. Nel caso fosse impossibile, possiamo sempre cercare di vedere cosa si può fare con l’altra coppia… anche se quel tono così calmo non mi dà l’idea di uno pronto al combattimento.

    Non lasciarti ingannare dalle apparenze Master, è pur sempre uno spirito eroico. In ogni caso, mi sembra un buon piano.
    Nonostante questo discorso, il Servant continuava a tenere d’occhio Hitler con uno sguardo severo, come se fosse un suo rivale.

    Parlando di cose importanti, tu hai detto di essere il Ruler, giusto? Che cosa strana…
    Mei aveva sentito parlare solo vagamente della figura del Ruler e, da quel poco che sapeva, non era proprio comune che si presentasse in una guerra per il Graal.
    Come mai ti trovi qui, Ruler? Ci sono anomalie in questa guerra, forse?
    Ma, prima che l’altra potesse rispondere, il Servant percepì un’altra forte entità avvicinarsi rapidamente a loro.
    Master, sta’ indietro.
    Senza aspettare il suo consenso, fece uno scatto in avanti e portò un braccio davanti a Mei per proteggerla.
    Un momento dopo, un’altra coppia di Master e Servant arrivò in cima al palazzo: si trattava di una ragazza che sembrava agitata quanto Mei e quello che doveva essere il suo Servant. Non riuscirono a vederlo in volto per via della maschera che indossava, ma dalla voce si capiva chiaramente che era un uomo.
    Fu proprio quest’ultimo a rivolgersi al piccolo gruppo, con voce pacata.
    Buonasera a voi, Master e Servant. Non sono in cerca di guai, così come la mia master. So che vorreste vedere il mio volto, ma per il momento gradirei tenerlo nascosto. Se vi fa piacere, mi piacerebbe poter interloquire anche con voi. Immagino che anche voi siate qui da Ruler per poterle parlare, giusto?
    Mei si sentì sollevata sentendo quelle parole: tra Hitler e il suo Servant con quel caratterino mancava davvero una figura tranquilla a quell’incontro e sembrava che i due nuovi arrivati avessero veramente intenzioni pacifiche.
    Stranamente, il Servant di Mei si rivolse all’uomo mascherato con un tono del tutto diverso da quello di poco prima. Il tono austero era sparito, lasciando spazio a un luminoso sorriso.
    Buonasera a voi. Nemmeno noi siamo qui con intenzioni bellicose, vorremmo solo delle informazioni da parte del Ruler. Vedo con piacere che c’è qualcuno che ha avuto il buon costume di presentarsi.
    Mei lanciò un’occhiataccia al suo Servant, la quale si lasciò sfuggire un sorrisino divertito.
    Quella frecciatina non era affatto necessaria.
    Le sue mani sudate scivolavano l’una sull’altra dietro la sua schiena e sembrava che la situazione si stesse scaldando tra i due Servant. Non poteva assolutamente permettere che scoppiasse un combattimento in quel momento.
    Devo riprendere in mano la situazione.
    Mei spostò con energia il braccio del suo Servant da davanti a sé e si inchinò.
    Mi scuso per il comportamento irrispettoso del mio Servant. Da Master vorrei approfittare di questo incontro per capire perché il Ruler si trovi qui e, possibilmente, per conoscere le vostre intenzioni o combinare delle alleanze temporanee. Nè io nè il mio Servant abbiamo intenzione di combattere ora, ma tenete a mente che non esiteremo a difenderci.
    Ma purtroppo per lei, proprio quando aveva raccolto il coraggio per parlare apertamente con gli avversari, due foglietti di carta cominciarono a volteggiare intorno alla Ruler – che si era precedentemente presentata con il nome Komiko – e si trasformarono in due ragazze vestite esattamente come lei.
    Lady Komiko siamo arrivate appena abbiamo sentito la presenza di questi individui!
    Ascoltate quelle parole, Mei si accorse che le due donne erano armate di arco e le avevano puntate, nonostante aspettassero un ordine da parte di Komiko per attaccare. Lei confidava nel fatto che, se avessero trattato con lei pacificamente, non sarebbe scoppiato nessuno scontro. D’altra parte, non avevano alcuna intenzione di fare diversamente.
    Il Servant di Mei non sembrava preoccupata per le due Miko appena apparse, sembrava invece che ci fosse dell’altro a turbare la sua mente.
    Se posso permettermi, Ruler…
    La ragazza sembrava aver finalmente messo da parte il suo spirito combattivo.
    Da quando sono stata evocata, ho davvero una brutta sensazione. Non so se sia l’epoca del tutto nuova o se sia qualcosa di… diverso. Non ho riscontrato niente di insolito, concretamente, ma ho comunque un pessimo presentimento.
    Vorrei che fossi onesta con noi, Ruler: c’è qualche minaccia?


    Legenda:
    Pensato
    Parlato di Mei
    Parlato del Servant
    Collegamento mentale (Mei)
    Collegamento mentale (Servant)
     
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    Haiiro fissava la direzione verso cui il suo servant aveva avvertito delle presenze, quasi si sforzasse con gli occhi o con la mente di poter attraversare lo spazio per assistere all’incontro. Dove fossero puntati gli occhi del suo servant, il corpo reso incorporeo, non lo poteva sapere, né conosceva i suoi pensieri. Solo le sue parole erano percettibili.
    «Master. Pare che non potremmo evitare un incontro.»
    La mano di Haiiro si chiuse intorno alla bustina di zucchero vuota, accartocciandola.
    «Chi… no, da che parte?»
    «Giungono da sud, ad alta velocità.»
    «Alta velocità? Cosa intendi per alta velocit… oh, questo intendi.»
    Dove “questo” era il catapultarsi o quasi di un servant e master attraverso salti sui tetti. Non era difficile intuire di chi fosse stata l’idea per quella modalità di spostamento, bastava osservare la rabbia e l’agitazione della ragazza che doveva fare da master. A quella vista Haiiro sbuffò stizzito.
    «Che razza di modo coreografico per muoversi.»
    «Dal punto di vista di tempo e distanza percorsa è conveniente però.»
    «Cosa c’entra? Noi siamo maghi. Anche in una guerra come questa dobbiamo rispettare il tabù della segretezza sulle nostre arti. E fare salti del genere non aiuta affatto!»
    «Temo che, col procedere della guerra, accadranno cose ben più gravi ed evidenti. Un atto simile, al confronto, è una sciocchezza.»
    Haiiro rimase un attimo senza risposte, prima di ribattere scocciato: «Proprio perché andando avanti si faranno più frequenti, è meglio evitare di dar nell’occhio dall’inizio.»
    Nel mentre di questo battibecco, la nuova coppia di master-servant si era avvicinata a loro.
    «Buonasera, ti dispiace se prendiamo un caffè con te?»
    A esordire fu il servant. Haiiro lo guardò: era il primo spirito eroico non al suo servizio che si trovava di fronte. Un essere talmente potente che, volendo, avrebbe potuto uccidere il mago in un secondo. L’unica cosa che lo impediva era la presenza al suo fianco, in corpo spirituale, del proprio servant, dotato di una forza simile. Pensare ciò, più che paura, gli provocava una sorta di vertigine. Fece del suo meglio per sorridere cordiale.
    «Certo, nessun problema. Oggi pare una serata affollata, ma qui siamo solo noi, quindi possiamo parlare con tranquillità.» Era piuttosto ovvio, almeno che la coppia di fronte a lui non fosse formata da due sceme totali, cosa intendesse dire con quell’affermazione.
    «Ma mi chiedo se il tuo sia l’abbigliamento più consono per questo tempo e lungo.» Aggiunse fissando il lungo mantello con cappuccio calato e la maschera. Era un modo per nascondere l’identità del servant o faceva parte del suo abito al momento dell’evocazione? Visto che avrebbe potuto rimanere in corpo spirituale per celarsi era più probabile la seconda, ma non si poteva mai sapere.
    «Anche la tua compagna può sedersi con noi» disse rivolto al master rimasta più discosta. Si chiese se quella ritrosia fosse dettata da cautela o altro. Vedendo come fosse stato il servant a prendere l’iniziativa di parlare e, con ogni probabilità, a scegliere la modalità di spostamento, non era impossibile che si trovasse di fronte a un master debole, incapace di farsi obbedire dal suo servant.
    Per il momento richiamò una cameriera con un gesto della mano. Strano. Fino a un attimo prima era agitato e incerto alla sola prospettiva di trovarsi di fronte uno degli altri partecipanti alla guerra. Ora che quella possibilità si era concretizzato non solo non aveva paura, ma sentiva una strana eccitazione, un’inaspettata baldanza.
    «Mantieni la calma, master. Né nervosismo né esaltazione devono annebbiare il tuo giudizio.» Avvertì le parole, appena sussurrate, del servant al suo fianco. Fece una smorfia: proprio quando cominciava a sentirsi a suo agio, doveva gettare acqua sul fuoco. Con la testa riconosceva che aveva ragione, ma ne era infastidito. Quel suo servant doveva proprio formulare ogni volta il giudizio più corretto?
    Per parlare aspettò che la cameriera avesse preso l’ordine e si fosse allontanata. Non voleva certo che persone comuni sentissero i loro discorsi. Anche se con ogni probabilità avrebbero pensato stessero discutendo di un qualche gioco di ruolo. Nel frattempo studiò le figure di fronte a lui, per coglierne più particolari possibili.
    «Se siete venuti da me, immagino che le ragioni possano essere tre: per studiare uno dei vostri contendenti in questa guerra, per stringere un’alleanza, oppure…» e qua raddrizzò la schiena «per combattere. Ma, nell’ultimo caso, vi posso promettere che non sarà facile.»
    Sorrise, facendo del suo meglio per sembrare spavaldo. Il suo servant rimase in silenzio al suo fianco, il corpo immateriale, privo di una faccia che potesse esprimere accordo o disapprovazione rispetto alle parole del proprio master.
    «Ah, non fraintendete. Da parte mia non c’è nessun desiderio di sprecare energie per un combattimento fin dall’inizio della guerra. Anzi, la cosa potrebbe essere controproducente.
    Altri servant coi loro master si sono radunati. Potrebbe essere l’inizio di un combattimento, ma potrebbero pure formarsi delle alleanze. Non nutro dubbi sulla forza del mio servant, ma trovarsi a far fronte a più nemici insieme sarebbe dura anche per me. D’altra parte non posso neppure chiedere un’alleanza alla prima coppia di master e servant che incontro senza sapere nulla sulle loro capacità. E immagino che la cosa valga anche per voi.»

    Una voce nella sua testa, stranamente simile a quella del suo servant, gli chiese cosa volesse fare esattamente, se non voleva né lottare né era sicuro di allearsi. “Ci sto pensando ora” fu la sua replica mentale.
    «Master» la voce femminile, reale stavolta, del suo servant lo fece sussultare sulla sedia. «C’è un’altra presenza, un altro servant non troppo distante da noi.»
    «Ma cos'è stasera, il ballo delle debuttanti? Tutti i servant si sono presentati?»
    Però quello gli fece venire in mente un’idea. Certo, aveva dei rischi – cosa non ne aveva in quella guerra? – e bisognava vedere se la coppia di fronte a sé avrebbe accettato, ma si poteva provare.
    «Credo che voi, come me, vogliate sincerarvi delle capacità degli altri servant. Se siete venuti da me, è perché non volevate trovarvi in inferiorità numerica. Ma ora che siamo in due, perché non verificare quali sono i nostri contendenti e qual è la loro forza? Perché non recarci da uno degli altri gruppi – direi dal servant singolo o dalla coppia di due servant – e affrontarli? In questo modo possiamo appurare la loro forza e quella rispettiva nostra. Possiamo considerarla una sorta di alleanza temporanea, valida solo per stasera. In seguito, dopo aver constatato sul campo le nostre rispettive capacità possiamo decidere se ha senso prolungarla o è meglio che i nostri sentieri divergano.»
    Concluse quella sua arringa col suo miglior sorriso da venditore incallito di enciclopedie porta a porta.
     
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    Akiko fissava il ragazzo con ancora un pizzico di imbarazzo per quanto successo praticamente di fronte ai suoi occhi. Non era stato il modo migliore per presentarsi a un altro partecipante di quella guerra e pur se era da solo cominciava a sentirsi come se fosse al primo giorno in una nuova scuola. Chi aveva davanti era un mago e probabilmente il suo Servant sicuramente non si trovava troppo distante, forse addirittura al suo fianco in forma spirituale, con l’unica rassicurazione di avere Leia a coprirle le spalle. Un po’ invidiava la sicurezza della sua partner in quella situazione, dove senza esitare aveva preso la parola come se stesse parlando a un amico di vecchia data e non a un possibile nemico. In vita sua, Akiko aveva sempre cercato di non avere incertezze, di fare quel che ritenesse giusto in ogni circostanza e il suo carattere era sempre stato forte e deciso, eppure la sola consapevolezza di trovarsi in una guerra tra spiriti eroici di altre epoche tanto potenti la faceva sentire come una ragazzina spaurita.
    «Non posso darti torto» fu la risposta di Leia all’affermazione dell’altro Master. «Ma pur cambiando d’abbigliamento non posso privarmi della maschera, quindi sarebbe stato inutile.»
    Dopo essersi seduta, la Servant si voltò verso Akiko, come ad aspettare una qualsiasi sua decisione e, deglutendo per la tensione che sentiva farsi strada nel petto, anche la ragazza raggiunse il tavolino prendendo posto; nonostante fossero solo loro tre, però, Akiko sapeva che sarebbe stato più opportuno contare come quarta presenza il Servant che ancora non si vedeva fisicamente. Fu spontaneo per lei chiedersi che aspetto potesse avere, se aveva deciso di non mostrarsi per un fattore legato all’abbigliamento, alle sue fattezze fisiche o semplicemente per non dare nessuna informazione su di sé ad altri e rimanersene nascosto fino all’ultimo.
    Akiko ordinò due caffè alla cameriera chiamata dal giovane, riuscendo anche a rilassarsi un poco con una lieve occhiata divertita dopo aver visto la faccia della donna che in un primo momento aveva scrutato Leia con fare incuriosito. Non doveva capitare spesso di trovare qualcuno bardato in quel modo da quelle parti e in generale nell’intero pianeta.
    Senza prendere ancora la parola, ragazza e Servant ascoltarono attentamente le parole dell’altro Master e Akiko si ritrovò a concordare con quel punto di vista, che d’altronde era piuttosto simile a quello di Leia. «Finché non ci siamo incontrati ammetto che non sapevo cosa aspettarmi da un altro Master» ammise Akiko iniziando a bere il caffè appena portato dalla cameriera, dopo che quest’ultima si fosse nuovamente allontanata. Con la coda dell’occhio, notò anche Leia che non sembrava minimamente intenzionata neanche a prendere in mano la tazzina, chiedendosi se fosse per la maschera (che non aveva aperture all’altezza della bocca) o per un altro motivo ignoto. «Però devo anche ammettere che mi aspettavo di incontrare qualcuno più improntato a voler subito combattere piuttosto che parlare, dopotutto questa è una guerra, anche se approvo il tuo punto di vista.»
    Leia si voltò verso di lei e l’espressione degli occhi le suggerì che stava sorridendo ironica, essendo stata la stessa Servant la prima a dire che poteva essere controproducente cercare subito qualcuno da eliminare dalla guerra e quindi scoprire le proprie carte sin dall’inizio.
    «Raccogliere informazioni sui propri nemici e sui possibili alleati sarà senz’altro utile.» Questa volta a intervenire fu Leia. «Ma direi di dirigerci contro la coppia di Servant. Non mi piace l’idea di affrontare qualcuno in inferiorità numerica e se combattesse solo uno di noi due l’altro terrebbe nascoste le proprie capacità, rendendo inutile la tua proposta.»
    Il tono di Leia era deciso, ma avendo avuto a disposizione più tempo dell’altro Master per conoscere la sua Servant, Akiko notò che in quella sicurezza c’era dell’altro tenuto ben celato, una sorta di dubbio che sembrava assillarla. Non era neanche certa se lo percepisse per via del legame che condividevano o proprio perché stava imparando a capirla un poco, ma effettivamente sembrava quasi preoccupata e titubante. Se solo Akiko fosse stata più brava a matematica, avrebbe già potuto capire che il conteggio dei Servant percepiti quella notte aveva raggiunto il nove.
     
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    A quanto pareva i Servant si erano radunati quasi tutti in città. E, oltretutto, avevano anche deciso di andare a cercarla direttamente. Coincidenze? Probabile. O forse semplicemente alcuni di loro avevano pensato di eliminare il Ruler prima di proseguire nella guerra: niente di nuovo, era già capitato in passato. Eliminare il Ruler era un lascia passare diretto per poter infrangere le regole della guerra e passare in vantaggio. Soprattutto quei Servant particolarmente inclini alla ricerca di scorciatoie contro il regolamento.
    Komiko guardò prima verso l'alto, mentre lasciava che la brezza leggera le sfiorasse il viso, tenendo gli occhi chiusi. Le due Miko non avevano staccato un attimo gli occhi dai presenti, senza abbassare le armi. Dopotutto erano abituate al ruolo di guardie del corpo.

    Komiko decise poi di rispondere a una delle domande, quella che per lei era di un'importanza fondamentale. "Non saprei dire se effettivamente ci sia qualcosa che non va in questa guerra, qualcosa di anomalo... So che condivido in pieno la tua sensazione - penso che durante l'evocazione di voi tutti sia successo un fatto di cattivo auspicio. Una nube di fumo, dal colore nero è comparsa dopo tutti voi... Non ho idea di che cosa sia, so che potrebbe essere una cosa molto negativa, anche se non so quando e come si manifesterà".

    Concluso questo discorso si voltò verso il lato che dava sulla strada. Mentre attendeva le risposte degli altri, il suo sguardo si posò sul tetto dell'edificio che si trovava dal lato opposto della strada: qualcosa di strano si stava verificando in quel punto. "A proposito, guardate in quel punto" - un ammasso di nebbia nera si stava rapidamente accumulando, diventando sempre più grande. Le due Miko saltarono davanti alla Ruler, scagliando le loro frecce sacre contro la strana sostanza. I colpi, però, vennero facilmente respinti: le due frecce rimbalzarono sulla nebbia disintegrandosi.

    Subito dopo, una decina di ombre dalla forma umana uscirono dal fumo materializzandosi sul tetto. Le strane creature di ombra erano intenzionate ad attaccare, e così fecero: assalirono fisicamente tutti i presenti.
     
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    Alle gravi parole del Servant robusto che li fronteggiava Enma rispose guardando con occhio torvo la sua alleata. Doveva solo andare in avanscoperta e convincerli a passare dalla loro parte ripetendo le sue parole, in tal modo gli avrebbe permesso di rimanere nascosto finchè non avessero accettato l'offerta, o finchè non fosse arrivato il momento di uscire come asso nella manica e rafforzare la loro richiesta. Difficilmente un master avrebbe accettato un'alleanza con un altro mago che ancora non si era mostrato, sperava di poter uscire all'occorrenza e dimostrargli che era pronto anche a mostrare il proprio volto per fare un accordo con loro. Ma l'insicurezza del suo Servant si dimostrò una variabile troppo forte e sconvolse i suoi piani più di quanto non si sarebbe aspettato dal nemico.
    E poi cos'era quella scena con i passanti?, si chiese tra sè e sè, il tono di rimprovero gli usciva naturale guardando la sua compagna, nei cui occhi si leggeva perfettamente che non le importava nulla di ciò che le stava accadendo intorno. Sembrava più interessata alle falene che volavano irrequiete attratte dalle luci dei lampioni, che rischiaravano la radura in cui si trovavano abbastanza perchè loro potessero vedersi ma non a sufficienza per permettere ad altri occhi indiscreti - se mai ve ne fossero stati a quell'ora - di scoprire la loro piccola riunione.
    Enma sospirò, rassegnato. Neppure Fuuta lo faceva adirare così tanto con i suoi scherzi. Sarà forse che lì c'era molto in ballo qualcosa di veramente importante e che un minimo errore avrebbe potuto fargli perdere ogni possibilità di vittoria (ma chi è Fuuta? Credevo che in questa storia Enma fosse un personaggio serio oltre che figlio unico...).
    "Posso capire cosa vi porta a pensare una cosa simile", disse il ragazzo, rispondendo alle osservazioni dell'uomo. "Ma vi assicuro che è una forza da cui fareste meglio a tenervi in guardia. Dopotutto le guerre passate non ci hanno insegnato che non bisogna mai giudicare la forza di un Servant - e se è per questo neppure le origini e l'identità - dal suo aspetto fisico?". Il solo fatto di essere stati evocati come Servant, con un corpo magico concesso dal Santo Graal, avrebbe potuto dare alla più insignificante delle superstizioni locali un corpo forte con poteri sbalorditivi; altre volte, invece, capitava che una leggenda al pari del ciclo arturiano poteva essere evocata in un corpo del tutto estraneo a quello a cui siamo abituati a pensarlo, ma al cui interno si nasconde la stessa energia magica che aveva in vita e pure amplificata. Insomma, le regole di questa guerra parlavano chiaro: qualunque entità si evocasse dal passato e quale che fosse l'aspetto con la quale la si riportava nel nostro mondo, era pur certo che questa avrebbe superato i limiti dell'essere umano tante volte da non poter essere contate.
    I due però sembravano più intenzionati a combattere più che a parlare e subito si fecero avanti con una contro proposta, un duello per testare le loro capacità in battaglia.
    Ci hanno presi per due sacchi da boxe...? Non giudicava saggio cominciare un combattimento con qualcuno di cui non sapeva nulla, Meito e il suo master avevano parlato di studiare il nemico con cautela, ma questa era una mossa troppo azzardata. Combattendo in quel momento, senza conoscere nulla dell'avversario, si rischiava di offrire più informazioni di quante se ne potessero guadagnare con l'osservazione dell'altro. Era un'arma a doppio taglio, e non se la sentiva di correre il rischio, dato che non c'era alcun pericolo imminente che li costringesse a sguainare la spada.
    "Un combattimento di prova? Penso che potrebbe essere più pericoloso che utile. Non sono venuto qui a combattere bensì a parlare, tu che ne pensi?", chiese, con una certa riluttanza, al proprio Servant.
    Quando lei uscì dalla rete di fantasie che si stava tessendo nella mente e i suoi occhi si fecero più presenti - vale a dire quando si accorse che Enma stava parlando con lei - rispose concisa mal celando un certo disgusto. "Mi rifiuto".
    Enma sperava che declinasse anche lei l'offerta, ma non si aspettava di certo una risposta tanto rude. "La signora è d'accordo con me" - Strano... - "Combattere qui e ora potrebbe portare degli svantaggi troppo grandi e preferirei non trovarmi in svantaggio fin da subito". Immediatamente si voltò in direzione della zona abitata, dare le spalle al nemico non era una mossa saggia ma in quel momento era sicuro che anche l'altra coppia aveva avvertito un enorme picco di energia magica provenire dai silenziosi palazzi della città. Una grande nuvola di nebbia nera minacciava di inghiottire un palazzo, e se pure si confondeva nella notte i valori magici che emanava rendevano difficile ad un mago esperto non accorgersi della sua presenza.
    "Sembra che stia succedendo qualcosa da quella parte, e a giudicare dall'energia che emana sembra qualcosa di grosso... può essere che sia opera di Caster ma è troppo presto per trarre conclusioni affrettate", disse tra sè e sè, lasciando che solo il suo Servant potesse sentirlo ragionare. Poi, rivolgendosi alla coppia appena incontrata: "Può essere l'occasione per dare un'occhiata a qualcosa di interessante insieme e, magari, stringere un'alleanza. Che ne dite, volete venire con noi?"
    Ancora una volta però l'intervento della sua alleata lo lasciò di sasso. "Io... non vengo".
    "Come sarebbe a dire che non vieni?".
    "Non mi interessa... ho altri obbiettivi... e interessi...".
    Obbiettivi? Interessi? Ma lo capisce di cosa stiamo parlando?
    Enma sospirò ancora una volta. Lo stava facendo sfigurare un'altra volta davanti alle stesse persone che stava cercando di convincere a stare dalla sua parte andando contro le sue decisioni. "Siamo in Guerra, lo capisci che non possiamo preoccuparci di questo adesso? Dopo ti accontenterò, ma adesso non la vedi quella cosa che sta inghiottendo il palazzo? Potrebbe essere solo l'inizio, potrebbe cominciare da quel palazzo e lentamente divorare il resto della città riempiendosi dell'energia magica rubata alle persone che si è mangiata... e se è opera di Caster o di un altro Servant potrebbero essere dolori una volta che l'ha immagazzinata, e allora addio Graal e addio obbiettivi".
    Ma il Servant continuava a guardarsi intorno, il suo sguardo era lontano e quasi assente ma di sicuro non era rivolto a quell'ombra. Sembrava non lo stesse neppure ascoltando e questo lo irritava ancora di più, sentiva crescere la rabbia e la frustrazione di avere un Servant così potente ma anche così incontrollabile al proprio fianco, finchè non ebbe un'idea. Respirò profondamente per calmarsi e si preparò a parlare. "Vedila in questo modo: se è così potente di sicuro non siamo gli unici ad esserci accorti della sua presenza, e se anche gli altri contendenti hanno percepito un pericolo provenire da quella sorta di nebulosa possiamo aspettarci che si radunino lì vicino per ispezionarla". Ancora non ottenne risposta, e pensò con amarezza che se non aveva capito dove voleva arrivare doveva essere piuttosto lenta. Ma non si perse d'animo e continuò: "... può darsi che fra tutti quei master e Servant - tutte quelle persone - ci sia anche... ", l'ultima parte la sussurrò al suo orecchio, e come si aspettava i suoi occhi brillarono di felicità e lei stessa sembrava più attenta e presente, come se fosse tornata da un viaggio lontano che aveva intrapreso con la mente e che si era portata via anche la sua anima e la sua presenza.
    "Andiamo", rispose finalmente in modo deciso. Enma aveva capito ormai come prendere il suo Servant, ma non sapeva dire se fosse una cosa positiva.
    "Con calma, prima vorrei vedere se loro acconsentono a venire con noi, vorrei evitare di lanciarmi in quella direzione per poi venire colpito alle spalle. Noi, d'altra parte, prometteremmo a nostra volta di non compiere simili vigliaccherie nei vostri confronti, che ne dite?".
    Attese una risposta da parte del duo, prima di correre verso quella minacciosa bolla di tenebra con la ragazza nascosta in forma spirituale per non consumare le energie ancora prima di essere arrivato. A seconda di come avrebbero risposto vi sarebbe andato con o senza di loro, tale era il pericolo che percepiva provenire da quel fenomeno che non voleva permettersi di perdere tempo nè con futili tentativi di stringere alleanze che non sarebbero mai andate in porto nè con le eccentricità del suo Servant.
     
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    La Servant continuò il suo blaterare incessante.
    A volte dimentico che chi in vita aveva una bocca larga, nella morte ha solo perso la possibilità di aprirla ulteriormente.
    La lasciò parlare per pietà, voleva concederle la tanto agognata libertà di parola che sembrava esserle mancata fino ad oggi, finché non fu la sua stessa Master a fermarla.
    Gott sei dank! Meine armen ohren.
    Ringraziò il cielo per il silenzio e la pace finalmente riottenute, con dignità e moderazione, ovviamente; non voleva certo che vedessero quanto tutto quell'inutile blaterare stesse cominciando ad infastidirlo.
    Tornando alla questione "Ruler e le sue guardie del corpo", notò di essere stato l'unico a presentarsi.
    Tsk, che modi.
    Ascoltò le parole delle due ragazze, principalmente quelle della Master.
    Alleanze temporanee? Potrei spingere perché il mio Meister accetti una loro richiesta SOLO per gustarmi l'incremento di acido nel corpo della sua Servant, heh.
    Il pensiero lo fece sorridere, ma trovò la forza di mantenere la sua compostezza...finché Ruler, dopo aver risposto alla Servant, non fece notare al gruppo che qualcosa di non proprio regolamentare stava accadendo proprio davanti ai loro occhi.
    Dalle vostre facce, posso dedurre non si tratti di una vostra tecnica...dunque sarebbe questa "l'anomalia"?
    Hitler osservò mentre la nube si contorceva e liberava esseri ovviamente aggressivi, probabilmente a causa delle frecce delle guardie di Komiko.
    Ridicolo.
    Il Führer iniziò a manipolare il mana, incidendo rune a mezz'aria.
    Uruz Thorisaz Naudiz Eihwaz Algiz
    Disse il nome delle singole rune e queste si lanciarono prima ai quattro angoli del tetto, mentre l'ultima si piazzò al centro, consolidando il suo cerchio magico.
    Göttlicher Schild
    Si innalzò attorno a loro una barriera di quasi invisibile energia rossa, manifestazione del suo potere, che respinse le ombre agli estremi del tetto.
    Gut, adesso abbiamo del tempo per prepararci, ja?
    Mentre informava i suoi "temporanei alleati" delle sue azioni, il suo Meister non poté non contattarlo ora che aveva percepito una spesa del suo mana...per la seconda volta.
    Che succede?
    Ah! Mein Meister! Non ti preoccupare, sono con Ruler, due Meister e i loro rispettivi Servant e siamo sotto attacco da creature fatte di tenebra, alles ist gut.
    Silenzio radio.
    Ti supporterò con il mio mana, se necessario, ma se la situazione va per il peggio ti ordino di andare in forma spirituale e tornare da me, chiaro?
    Ovviamente!
    Hitler aveva l'impressione che il suo Master avesse deciso di tenere le discussioni per dopo, saggia decisione strategica.
    Quando finì con la sua conversazione, si rese conto che quelle creature stavano letteralmente sciogliendo la sua barriera,...che impertinenza.
    Non siete degni di danneggiare le mie creazioni.
    Incise nuovamente un simbolo nell'aria che andò a schiantarsi rovinosamente contro la parte superiore della cupola protettiva.
    Hagalaz!
    La barriera, che doveva durare solo pochi altri momenti, si frantumò in mille schegge di mana che iniziarono a piovere sulle ombre che tanto sembravano bramare il mana di cui era composta la cupola...beh, che abbiano ciò che desiderano.
    A quel punto, Hitler si voltò verso gli altri.
    Prego, a voi lo sforzo più "manuale".
    Sorriso assolutamente sincero sulle labbra, ma non per questo meno inquietante.
    Tirò fuori la sua luger e sparò un colpo all'ombra più vicina a lui, giusto per fare qualcos'altro.
    Fatto tutto ciò che poteva, si limitò a tenersi il più lontano possibile dall'azione, per il momento, mantenendo comunque la guardia alta.

    Sarò sincero, non so manco se l'ho fatto bene lel

    Heh! Volevi!


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    NOTE DI BATTAGLIA
    Slot Attacco: 2  Slot Difesa: 2  Slot Joker: 1  Cariche: 0

    Slot Difesa 1) Crea barriera
    Slot Attacco 1) Spacca barriera e fa piovere schegge di mana sui nemici
    Slot attacco 2) Spara all'ombra più vicina
    Slot Difesa 2) Guardia alzata
    Slot Joker) We live in a society

    Coded by ¬SasoRi


    Edited by CellO_o - 12/12/2019, 22:47
     
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    Kuro & Meito OST
    Mi aspettavo una risposta del genere e forse anche Meito, dato che non batté ciglio dopo la risposta negativa della coppia che si trova di fronte. Dopotutto un combattimento del genere poteva rivelarsi fatale.
    Hai il mio rispetto, non sei uno che si butta subito nella mischia come mi ero immaginato. Forse potrei tenere in considerazione la tua proposta... disse Meito, prima che potessi aprire bocca.
    Dunque era questo il tuo piano?
    Ovviamente, non sono mica stupido! Anche se ammetto che mi avrebbe fatto piacere sgranchirmi un po'... continuò, con uno sguardo misto di soddisfazione e rassegnazione. Poi però, l'attenzione di tutti i presenti venne attirata da qualcosa, una fonte di energia potente proveniente dalla città.
    L'hai avvertito anche tu? mi disse, a bassa voce.
    Sì, una forte energia magica, in città. Forse sarebbe meglio andare a controllare.
    Proprio in quello stesso istante, anche l'altro mago ci informò della sua volontà di andare a controllare che cosa stesse succedendo, ma si era lasciato sfuggire un particolare. Definendolo come possibile operato di Caster, beh, potevo essere quasi sicuro che quel servant di fronte a me non appartenesse a tale classe. Una cosa da niente, ma in una situazione di tutti contro tutti, anche la cosa più insignificante potrebbe rivelarsi utile.
    Non preoccuparti, non siamo dei vigliacchi pronti ad attaccare alle spalle! disse, prima di afferrarmi per un braccio ed iniziare a correre all'impazzata verso la fonte di energia.
    UAH!! Lasciami! Sono in grado di muovermi anche da solo! esclamai, liberandomi della sua presa e continuando a correre. Tu piuttosto faresti meglio a tornare nella tua forma spirituale...
    Non ci penso nemmeno! AH, prendimi, se ci riesci! mi rispose lui, iniziando ad aumentare la sua velocità.
    Ehi aspettami, non fare lo scemo!
    Ahahahahah!
    E così iniziammo ad avvicinarci alla fonte di potere, notando una bolla di tenebra alla cima di un edificio.



     
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    Mentre parlavano, Haiiro annotava le varie informazioni in un angolo della sua mente. La maschera, ad esempio: il servant aveva detto di non potersene privare, quindi doveva essere un elemento fortemente legato alla sua identità. Un indizio importante, anche se troppo esiguo per trarre qualsiasi conclusione, almeno per il momento.
    «Finché non ci siamo incontrati ammetto che non sapevo cosa aspettarmi da un altro Master. Però devo anche ammettere che mi aspettavo di incontrare qualcuno più improntato a voler subito combattere piuttosto che parlare, dopotutto questa è una guerra, anche se approvo il tuo punto di vista.»
    Si limitò a sorridere educato di fronte a quelle parole. Dal suo punto di vista, proprio perché era una guerra tra più avversari bisognava agire con prudenza, senza scoprire troppo le carte e senza sprecare troppe energie, soprattutto all’inizio.
    «Bene, è positivo che su questo siamo concordi.»
    Fu poi il servant mascherato a riprendere la parola e a decidere la loro strategia.
    «Raccogliere informazioni sui propri nemici e sui possibili alleati sarà senz’altro utile. Ma direi di dirigerci contro la coppia di Servant. Non mi piace l’idea di affrontare qualcuno in inferiorità numerica e se combattesse solo uno di noi due l’altro terrebbe nascoste le proprie capacità, rendendo inutile la tua proposta.»
    «Più che giusto. Allora direi che abbiamo scelto il nostro bersaglio.» Estrasse dal portafoglio una banconota che pose sopra il tavolo. A quanto pare non era più tempo di rimanere in quel luogo. Ma proprio in quel momento successe qualcosa che cambiò la loro strategia. Prima vi fu un aumento di energia magica, poi una chiazza nera, una sorta di nebbia oscura, che inglobava parte di un edificio. La zona era quella da cui proveniva l’energia di molteplici servant.
    «Volevi un master più propenso al combattimento? Ecco, pare che il tuo desiderio sia stato avverato.» Disse non senza una certa ironia. «Inoltre un simile evento verrà notato da tutti o quasi i servant. Anche la coppia che volevamo attaccare si sta dirigendo lì…»
    Si fermò, avvertendo un altro cambiamento, stavolta più vicino e meno misterioso ma, ai suoi occhi, altrettanto inspiegabile. Infatti, di propria volontà e senza nessun ordine da parte di Haiiro, il suo servant si era manifestato nella sua forma materiale, mostrandosi all’altra coppia nella forma di una bella fanciulla dai lunghi capelli biondi, i lineamenti severi ma eleganti. Indossava un completo pantaloni e tailleur, uno degli acquisti di quella mattina, ma Haiiro sapeva che avrebbe potuto richiamare all’istante il suo equipaggiamento da battaglia.
    «Master. Dobbiamo recarci lì anche noi. Ho un brutto presentimento. Inoltre un tale avvenimento può mettere in pericolo la vita di persone innocenti.»
    Haiiro avrebbe voluto dirle un sacco di cose. Ad esempio: “Perché diavolo ti sei manifestata? Non potevi rimanere in forma spirituale?” Oppure: “Vite innocenti? È una guerra, certo che ci saranno vittime collaterali, non possiamo certo sobbarcarcene noi!”. Così tante che per un secondo non riuscì a dire proprio nulla. E quando si fu ripreso capì che, qualsiasi cosa avesse detto, era ormai troppo tardi.
    «Già. Certo. È comunque qualcosa che avrà un impatto sulla guerra. Un’opportunità per cogliere informazioni sui nemici.» Provò a razionalizzare.
    «Ok. Muoviamoci in quella direzione e vediamo cosa succede. In caso, possiamo anche solo osservare. Raccogliere informazioni sui nemici senza svelarne su di noi. Voi siete d’accordo?» Chiese al master e servant di fronte a lui.
     
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    Per tutta la durata della conversazione, Akiko si era sentita totalmente fuori luogo, quasi come fosse una bambina a una conversazione tra adulti alla quale non poteva partecipare. Aveva già supposto che la sua Servant fosse in qualche modo abituata ai combattimenti e alla guerra, pur non conoscendo ancora il suo passato, e sembrava quindi del tutto naturale che le strategie da adottare le scegliesse Leia che godeva di una maggiore esperienza, ma anche l'altro Master sembrava così diverso da come la stessa Akiko si sentiva. In un Paese e in un tempo dove la guerra per le "persone comuni" doveva sembrare un concetto molto distante, dove non c'era bisogno di studiare tattiche militari o esercitarsi per diventare soldati, il Master che avevano incontrato le stava dando l'impressione di essere ben più preparato di lei e pronto a quel conflitto.
    La strategia venne decisa proprio da Leia e dall'altro Master, andare dalla coppia che avevano percepito e affrontarli in uno scontro due contro due per testare le capacità sia degli avversari sia dei possibili alleati, proposta che venne accolta dai loro interlocutori immediatamente.
    Felice di non essere subito piombata in uno scontro, ma di aver avuto anche modo di conoscere e parlare pacificamente con un altro contendente, Akiko iniziò a pensare che se fossero vissuti in un altra epoca, o non fossero stati maghi e Master, forse avrebbe anche potuto andare d'accordo con gli altri contendenti se erano tutti come il ragazzo con il quale stava pacificamente prendendo un caffé come fosse una sua vecchia conoscenza e non un futuro nemico con il quale avrebbe dovuto poi scontrarsi. La ragazza sapeva che qualsiasi alleato sarebbe poi diventato un nemico, non si faceva illusioni e lo stesso sguardo che per un attimo le rivolse Leia glielo ricordo: tutte le alleanze in una Guerra del Sacro Graal alla fine erano destinate a rompersi. Solo una coppia poteva aggiudicarsi il premio finale e alla fine, se entrambi fossero arrivati fino all'atto finale del conflitto, si sarebbero dovuti scontrare inevitabilmente.
    Fu l'improvvisa apparizione di una quarta figura, femminile anch'essa, a far trasalire Akiko strappandola a quei pensieri. Per un attimo si era dimenticata dell'inevitabile presenza dell'altro Servant che, dunque, era sempre stato là in forma spirituale, ipotesi che mise i brividi alla giovane pensando che fino a quel momento era stata osservata senza che lei lo sapesse, essendole passato di mente la possibilità che invece si era dimostrata vera. Leia, dal canto suo, doveva già aver intuito che l'altra Servant fosse sempre stata al loro fianco e per un attimo la maledisse per non averle detto niente.
    Leia anche si era voltata a guardare nella direzione verso la quale l'altra Servant puntava, imitata da Akiko che rimase a bocca aperta davanti all'immagine della chiazza nera che inglobava un intero edificio. Qualcuno si era mosso prima di loro, una battaglia doveva già essere cominciata...
    «La Guerra dovrebbe rimanere segreta agli umani» commentò Leia senza nascondere una lieve sorpresa. «Non vi è alcun beneficio nel mostrare così le proprie capacità tanto agli umani quanto ai Servant non coinvolti nella battaglia che si sta sostenendo.» Sembrava perplessa. «Concordo più con la tua Servant che con te» aggiunse infine tornando a guardare gli altri due. «Preferirei evitare vittime innocenti se possibile.»
    Akiko annuì. «Anche io e...» Per un attimo aveva pensato di chiedere a Leia cosa la preoccupasse tanto, ma ricordandosi di non essere sola con lei accantonò quella domanda per un altro momento. «Allora andiamo!»
     
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    Non riuscii a capire esattamente ciò che il mio servant e gli altri individui radunati attorno a Ruler si stavano dicendo, ma *** mi fece capire che eravamo riusciti ad ottenere qualche informazione rilevante: uno dei servant aveva rivelato il suo nome, Adolf Hitler, anche se *** disse di essere riuscito a capire chi fosse dandogli una rapida occhiata e sentendolo parlare. Lui viene da un'era dove quell'uomo voleva essere dimenticato più di ogni altra cosa e che suo padre aveva combattuto contro la sua orribile Germania.
    "Capisco... Cerchiamo comunque di non farcelo nemico: quello che ha fatto è comunque un'impresa non da poco e sottovalutare la sua intelligenza potrebbe esserci fatale. Non saprei l'altra Servant hai detto che è una ragazza... Mi chiedo che classe possa avere... Mei è una persona prudente, cerchiamo di esserlo anche noi."
    Fu in questo momento che pensai che fosse questa la cosa più importante, che nulla avrebbe potuto essere in grado di distogliere il mio sguardo dallo svolgimento di questa guerra... Eppure gli eventi sanno essere imprevedibili, completamente fuori dal controllo di noi esseri umani e anche servants. Secondo il mio *** ciò che Ruler stava dicendo coincideva con un qualcosa che aveva visto tra le stelle, essendo anche un'abile astronomo egli era in grado di leggere i presagi fra le stelle e ciò che gli era stato detto non prometteva nulla di buono.
    "Mi trovo costretto a confermare ciò che dite, Lady Ruler. Le stelle sono state testimoni di qualcosa di oscuro, me lo hanno comunicato... Sicuramente interferiranno con la Guerra del Santo Graal, se ciò dovesse accadere sarebbe disastroso."
    Grazie alla nostra comunicazione telepatica anche io ebbi l'occasione di ascoltare le sue parole, la cosa mi fece arrabbiare profondamente: perché non me lo ha detto? Potevamo prepararci se una terza minaccia si stava avvicinando, potevamo lasciare gli altri Master nel caos... Ne avrei discusso con ***, di qualsiasi cosa si trattava doveva parlarne con me, certo avrei dovuto essere specifica su questo punto ma me ne sarei ricordata per le prossime volte.
    "Master, abbiamo un problema!" disse lui telepaticamente "Il presagio si è rivelato esatto. il pericolo si sta mostrando dinnanzi ai nostri occhi."
    "Stai scherzando?!"
    Purtroppo no, non stava affatto scherzando: delle ombre erano apparse dinnanzi a loro e non avevano intenzioni amichevoli. Il mio Servant mi disse che mi avrebbe raggiunto, ero io la sua priorità e nonostante capisse la gravità della situazione la mia vita era decisamente più importante rispetto a quella degli altri. Hitler aveva già avuto modo di utilizzare i suoi poteri per proteggerli ed attaccare, ma *** preferì ritirarsi, giustamente.
    "Un'ottimo inizio, tuttavia devo lasciarvi: la vita della mia Master ha la priorità, spero possiate comprendere."
    Si poteva percepire la gentilezza delle sue parole, così come il dispiacere di lasciarli a combattere da solo ma non avrebbe lasciato il campo senza aver prima fatto qualcosa: grazie alla sua magia il mio Servant creò un filo sottile, che brillava di una lieve luce rossa. Con maestria, lo piazzò dinnanzi al gruppo, attaccando le due estremità da un muretto all'altro.
    "Se toccheranno questo filo, un incantesimo di fuoco li danneggerà. Questo vale anche per voi, non attraversatelo. Vi suggerisco di tenervi a distanza con queste creature. Vi auguro una buona serata e in bocca al lupo."
    Il mio Servant sarebbe tornato da me, aveva visto queste creature e dato che ci eravamo separati non potevamo certo restare ognuno per conto suo in una situazione del genere. Se io fossi morta lui sarebbe rimasto senza energia magica, sarebbe sopravvissuto per pochi giorni e sarebbe tornato nel Graal.
    Questo non poteva accadere.
    Decidemmo di lasciare l'area e dunque di trovare un posto sicuro dove rifugiarci.


    Layout creato da Starlight. Vietata la copia.



    SOOOOOON!


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    NOTE DI BATTAGLIA
    Slot Attacco: 2  Slot Difesa: 2  Slot Joker: 1  Cariche: 0

    1) Slot Difesa: Il servant crea un filo magico che crea un incantesimo di fuoco al contatto.
    2) Slot Joker: Tecnica segreta della famiglia Joestar NINGERUNDAYO!

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    I servant si stavano muovendo e difendendo dall'attacco delle ombre oscure. Sembravano creature fatte di pura oscurità, senza una vera e propria sostanza: il sospetto del Ruler sulla loro forma fu confermato dal fatto che man mano che venivano distrutte (il filo di fuoco, la barriera e gli altri attacchi), le creature scoppiavano in una piccola nube di fumo nero. "Mirate alle nubi di fumo" disse Komiko alle sue Shikigami, le quali diressero le loro frecce verso i resti dei loro nemici. Trattandosi di frecce sacre, la luce delle armi erano in grado di purificare la malvagità di ciò che colpivano. Le nubi si dissiparono rapidamente a contatto con quella sorta di potere magico benigno, ma le Shikigami non erano sufficienti. Dai resti delle nubi, infatti, il numero di ombre presenti aumentò ancora, dato che da ogni concentrato di fumo oscuro fuoriuscirono tre ombre, triplicando quasi il numero di quelle presenti fino a quel momento, distrutte dai Servant.

    "Le nubi che lasciano dietro di loro vanno purificate! Chiunque di voi possieda magie curative o di natura benefica le usi per colpire le nubi di fumo" disse Ruler a tutti i Servant presenti. In quell'istante, però, Komiko percepì anche l'arrivo di altri Servant: probabilmente gli altri presenti si erano incuriositi e si stavano avvicinando. Quella fonte di energia negativa era così forte da poter essere avvertita a chilometri di distanza. Le ombre, ormai in un numero elevatissimo, si raccolsero in alto sopra l'edificio dove si trovava il gruppo, per poi scagliarsi sui presenti.

    Komiko, stufa di stare a guardare, rilasciò parte del suo potere: si scagliò verso le ombre, precedendo gli altri Servant. Poco prima di raggiungerle, unì le mani in preghiera, che si illuminarono di luce sacra. Dopo aver separato le mani, dai suoi palmi si generarono due potenti onde d'urto che spazzarono via parte delle ombre, creando una luce accecante. Mentre era ancora sospesa, sollevò la mano sinistra, evocando un sonaglio. L'oggetto sprigionava una quantità incredibile di energia sacra e, con un gesto di Komiko, i nastri dell'arma sacra si allungarono a dismisura andando a colpire e avvolgere svariate creature d'ombra.

    Mentre i Servant combattevano, la fonte di oscurità che aveva generato i mostri continuava ad espandersi, inghiottendo nell'ombra la maggior parte della superficie dell'edificio sul quale si era sviluppata. Il cuore, l'interno di quell'ammasso di forza negativa, sembrava diventare più nero man mano che i secondi passavano. Qualcosa di ancor più terrificante stava per uscire da quella zona.

    Mentre Komiko era impegnata a combattere assieme ai Servant, altre ombre uscirono, cercando di circondarli. Le Shikigami, intanto, erano impegnate a purificare quelle intrappolate dal Ruler.

    Il numero di ombre è elevato. Komiko ne ha imprigionate diverse, ma quelle rimaste continuano ad attaccare. La seconda ondata di ombre ne comprende una decina, che accerchiano il tetto dell'edificio. I servant presenti vengono attaccati da un'ombra a testa. I servant che arriveranno potranno attaccare le ombre di sorpresa, in quanto non sanno del loro arrivo
     
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    Meito prese in spalla il ragazzo e se lo portò dietro fino alla torre, ignorando gli appelli del suo Master di lasciarlo andare. Enma dovette trattenere la risata che minacciava di scappargli di bocca, ma era rincuorato dal non essere l'unico ad avere a che fare con un personaggio piuttosto problematico. Lui e il suo Servant, accorsero velocemente dietro di loro, accelerando il passo non appena la vetta del grattacielo scomparì fra le ombre nere e qualche guizzante luce rossa.
    Una cosa particolare che notò era che più si avvicinavano e più chiaramente avvertiva una forte energia provenire da lassù, ma non sembrava avere un'unica fonte, era come se quell'enorme ammasso di mana fosse generato da più entità diverse... un brivido lo percorse pensando che stava andando incontro ad una sorta di nido di Servant. Considerando che la guerra era in corso e che non più di cinque minuti prima aveva incontrato un altro mago con una di queste entità gli sembrava plausibile che si trattasse di un gruppo di Servant (o così sperava, non avrebbe mai voluto incontrare un gruppo di maghi ognuno con l'energia di un Servant), e anche se dirigersi lì significava potenzialmente entrare in una battle royale doveva avvicinarsi almeno per carpire informazioni. Quando ancora gli sarebbe capitato di trovare così tanti Servant insieme, ammesso che fossero tali, senza che questi sapessero della sua esistenza?
    Ad un tratto una intensa luce sembrò squarciare per un istante quel velo di tenebre, e anche Enma percepì che qualcosa era cambiato in quell'energia, ma tutto ciò lo rendeva ancora più agitato. Quel fascio non prometteva niente di buono, e nessuno gli assicurava che chi lo aveva lanciato sarebbe stato amichevole con lui.
    Quando furono sufficientemente vicini intimò al proprio Servant di fermarsi, ordine al quale lei obbedì immediatamente.
    Master?
    Non avviciniamoci oltre, non sappiamo chi sono e di cosa sono capaci. Sicuramente non è di una persona sola, ma c'è così tanta energia che nessuno potrebbe individuare ogni singola fonte senza averla davanti, il che può giocare a nostro vantaggio. Tu riesci a vedere qualcosa?
    Lei si portò le mani alla fronte e assottigliò le palpebre cercando di osservare il tetto del grattacielo dalla sua base, ma la frangetta bionda che continuava a caderle davanti agli occhi le impediva di vedere chiaramente. No....
    Enma alzò gli occhi al cielo, sperava che la sua fisionomia preternaturale le avesse donato anche una buona vista, e magari era anche vero, ma forse il Graal nell'evocarla si era preso qualcos'altro da lei. Lui allora si mise di fianco a lei e guardò in alto, con l'aria di chi deve fare tutto da solo perchè nessuno lo aiuta, ma fu lì che venne colpito da qualcosa di duro e pesante e si ritrovò a terra.
    Master! Il grido del suo Servant era accompagnato da un tonfo, lei aveva tirato un calcio a quella cosa che lo aveva colpito e che lo costringeva a terra. Ora Enma si sentiva più leggero e poté rialzarsi. Di fronte a sé aveva un essere strano e indefinito, sembrava il rimasuglio di una persona, era completamente nero e la prima cosa a cui lo associò fu un'ombra. Non era particolarmente agile, ma dalla sua forma non riusciva a comprendere come potesse essere così duro e pesante, sembrava ben più morbido alla vista.
    Stai bene, Master?
    Sì, sì, sto bene. Grazie. Non capisco, da dove è saltata fuori una cosa del genere? Che sia...?
    Puntò di nuovo lo sguardo alla vetta del palazzo e le vide: da quella grande nube nera, che ora aveva inghiottito gran parte dell'edificio, si stavano generando a gran velocità delle ombre del tutto uguali a quella che aveva di fronte e che lentamente si stava avvicinando a lui. Ciò che più gli fece orrore fu quante di quelle creature si stavano creando, e con quanta rapidità queste si stessero spargendo lungo la superficie del palazzo. Alcune stavano scendendo verso di lui.
    Che fossero degli emissari creati da un Servant nemico? Se così era allora doveva già essere stato scoperto, ma non riusciva a ricollegare una cosa simile a nessuno Spirito Eroico che conoscesse. Poteva trattarsi anche di un fenomeno magico anomalo, ma scartò questa opzione, non gli sembrava una cosa plausibile che dal nulla si potesse verificare una singolarità simile... sempre che fosse davvero "dal nulla". Poteva però essere sicuro di essere l'obiettivo di quella massa umanoide oscura che lo stava approcciando, come era anche sicuro del fatto che presto sarebbe stato raggiunto da un altro gruppo ben nutrito dello stesso tipo di creature.
    La ragazza a fianco a lui, conscia del pericolo, assunse pigramente una posa da combattimento e con una certa riluttanza si preparò all'imminente scontro. I tuoi ordini... Master!
    Con malcelata soddisfazione Enma fissò il suo Servant che finalmente stava cominciando a comprendere la situazione, e dopo aver preso in considerazione qualche fattore diede il comando finale. Vai, Berserker, e fatti strada tra questi fantocci!
    Enma notò un sorriso tagliare lievemente il suo volto, non certo convinto come avrebbe sperato ma sapeva che Berserker non vedeva l'ora di sgranchirsi un po' dopo tutto quel tempo passato sul Trono degli Eroi; forse lo voleva quanto Meito poco prima ma ora che non correvano il rischio di correre apertamente contro un Servant era convinto che sarebbe stata l'occasione migliore per verificare le abilità del suo stesso Servant.
    Senza perdere tempo la ragazza alzò un braccio al cielo, la mano aperta e le lunghe dita sottili unite, e se la conficcò nello stomaco bucando la propria pancia. Un rumore umido accompagnava i fiotti di sangue che schizzavano sul pavimento, molto pochi considerando la profondità della ferita, e in un attimo estrasse dal proprio addome un gigantesco paio di forbici di un metallo bianco e scintillante, mentre le sue ossa suonavano una sinfonia grottesca. Quando ebbe estratto la sua arma la ferita era ormai completamente rimarginata e i suoi abiti non riportavano neppure una goccia del rosso che le scorreva nelle vene.
    Se le ombre avessero potuto emettere suoni Enma era sicuro che avrebbero urlato fino a farsi sentire da chi abitava la cima del palazzo sotto i colpi del suo Servant, mentre questa li falciava e tranciava con una furia glaciale ma incontrollata.
    Rimaneva ancora la domanda fondamentale: "Cosa sono quelle creature?"; non era sicuro si trattasse di evocazioni di un Servant, se così fosse lo avrebbe probabilmente scoperto a breve, e non osava immaginare che cosa avrebbe potuto infiltrarsi in quella guerra esclusiva tra maghi ed eroi... ma la storia delle guerre per il Santo Graal in fondo non è proprio nota per il suo sviluppo lineare.

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    STATS
    NOTE DI BATTAGLIA
    Slot Attacco: 1  Slot Difesa: 0  Slot Joker: 0  Cariche: 4

    Slot Difesa 1 - /
    Slot Difesa 2 - /
    Slot Attacco 1 - attacco con le forbici, watah!
    Slot Attacco 2 - /
    Slot Joker - /

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    Le ombre non opposero una grande resistenza alla loro controffensiva, ma come Ruler, anche gli altri presto notarono che per ogni ombra uccisa, altre tre nascevano dalle sue "ceneri".
    Ärgerlich...
    Quando poi vide il Servant arrivato per ultimo andarsene per primo, beh, anche quello non gli andò proprio bene.
    Wirklich sehr ärgerlich!
    I loro numeri erano appena calati, gli sembrava strano che non comprendesse il rischio che questa minaccia potesse far correre davvero alla Guerra per il Graal, ma fortunatamente Komiko sembrava sapere cosa fare.
    Le nubi che lasciano dietro di loro vanno purificate! Chiunque di voi possieda magie curative o di natura benefica le usi per colpire le nubi di fumo.
    Fortunatamente per tutti, le rune potevano fare questo e molto altro
    Jera
    Un'altra runa, questa volta impressa nella sua pistola e subito iniziò a fare il suo lavoro da bravo Servant e cominciò a sparare.
    Ruler, hai idea di come mai stia succedendo tutto questo?
    Il combattimento era importante, ma anche provare a capirci qualcosa non gli sarebbe dispiaciuto.

    Heh! Volevi!


    STATS
    NOTE DI BATTAGLIA
    Slot Attacco: 2  Slot Difesa: 2  Slot Joker: 1  Cariche: 0

    Slot Difesa 1) Si posiziona al centro del tetto, tra le Shikigami e Mei
    Slot Difesa 2) Guardia alzata
    Slot Attacco 1) Sparo verso l'ombra più vicina a me
    Slot attacco 2) Double tap that bitch (Se il primo colpisce e la shotta, allora sparo alla nube)
    [Extra: se un colpo sacro conta come "crepa e si purifica la nube" allora miro l'ombra/nube che va contro Mei e il suo Servant]
    Slot Joker) We still live in a society

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    Kuro & Meito OST
    Quando arrivammo ai piedi dell'edifico, quella bolla mi sembrava sempre più scura e densa. Osservandola per bene mi sembrò di vedere delle luci provenire dal suo interno. Di sicuro era in corso uno scontro, forse Caster era coinvolto con tutto questo. Nonostante venga considerata la classe più debole, io ho sempre pensato che non bisognasse sottovalutarla, data la versatilità e l'imprevedibilità. Forse anche Meito la pensava allo stesso modo, dato lo sguardo d'intesa che mi rivolse, con una espressione seria e decisa. Poi annuì in silenzio.
    Dobbiamo raggiungere il tetto, non voglio ancora combattere ma voglio osservare.
    Anche io la penso così. Però sarà difficile arrivare lassù senza mostrare le proprie abilità...
    Ora stai esagerando, Kuro. Le guerre non si vincono con la paura e nemmeno stando in disparte. Inoltre la classe di per sé non porta enormi informazioni alle fila nemiche.
    Distolsi lo sguardo per un attimo. Aveva ragione. Forse mi stavo facendo troppo prendere dalla paranoia: io stavo prendendo molto seriamente questa guerra, volevo veramente realizzare il mio desiderio, ma questo atteggiamento avrebbe potuto rivelarsi controproducente. Ogni tanto bisognava lasciarsi andare.
    Forse hai ragione tu... gli risposi, con un sorriso Allora andiamo, Rider!
    Non aspettavo altro! rispose, soddisfatto come non mai, mentre dalle tenebre della notte comparve con cocchio trainato da due cavalli neri a due teste. Salimmo sopra di esso e ci librammo in aria, entrando nella bolla ma rimanendo lontani dal terreno. Il posto sembrava piuttosto affollato... Molte persone al suo interno stavano combattendo, forse anche troppe. I loro avversari erano... delle figure umanoidi fatte di ombra. Un potere curioso e un attacco piuttosto spavaldo, considerando quante persone erano state coinvolte.
    Rimanendo sospesi, io e Meito osservammo il campo di battaglia ma senza agire, per il momento. Ovviamente eravamo pronti a difenderci in caso di attacco da parte delle ombre o di altre persone.


     
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