Fate/All Fiction

The War for the Holy Grail

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    Sono quasi sicura di abitare a casa mia...

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    Master, questo non è più un luogo sicuro per noi.
    S-sì, l’ho notato.
    Io in queste condizioni non posso proteggerti al massimo delle mie capacità, ma posso provare a stancarli per aprirci una via di fuga.
    E gli altri? Non possiamo mica lasciarli qui e basta!
    Master, siamo nel mezzo di una guerra. Siamo circondati solo da nemici.
    Mei lanciò un’occhiata complice al suo Servant.
    Ma se li abbandoni qui a sbrigarsela da soli, nessuno vorrà allearsi con noi.
    Il Servant sembrò pietrificarsi a quelle parole.
    Hai ragione, Master. Cercherò di respingere queste creature il più a lungo possibile, sperando che gli altri Servant siano d’aiuto. Sappi, però, che se la situazione si farà critica sarò costretta a portarti via da qui. La tua incolumità è la priorità assoluta.
    Mei sbuffò con fare rassegnato.
    Va bene, hai il mio permesso.
    Bene.
    Anche se Mei aveva dato il consenso come Master, era chiaro a entrambe che lì quella a dare ordini non era certo lei.
    Per ironia della sorte, un’altra coppia di Master e Servant aveva già deciso di darsela a gambe appena la situazione aveva cominciato a complicarsi.
    Comodo fare discorsi amichevoli e poi svignarsela alla prima occasione…
    Master, lo avremmo fatto anche noi se tu non fossi così testarda.
    Quell’affermazione colse Mei in contropiede, ma non c’era tempo di discutere.
    Mentre le due ragazze decidevano il da farsi le ombre davanti a loro cominciarono a moltiplicarsi a dismisura, spargendosi come scarafaggi sul tetto e sulle superfici esterne dell’edificio.
    Le parole di ruler risuonarono nell’aria e i presenti rimasti iniziarono subito a contrastare le figure sinistre.
    Mei, con il volto dipinto di terrore, guardò il suo Servant che, senza il bisogno che la sua Master dicesse qualcosa, capì che era il momento di agire.

    Athoótita.
    Il suo tono era deciso e sicuro, senza nemmeno l’accenno di esitazione o tremito.
    A quel richiamo rispose un fulmine, a cui seguì l’apparizione di quella che appariva come una lancia o qualcosa di simile, che sembrava essere stata creata apposta per quel Servant.
    Un’ombra si avvicinò minacciosa alla coppia e prima che Mei potesse impartire ordini...
    * bonk *
    “bonk”?? Come sarebbe “bonk”?!
    … prima che Mei potesse dire qualsiasi cosa, il Servant aveva dato una bastonata in testa all’ombra che si era avvicinata, facendola dissolvere in una nube nera.
    Sei uno spirito eroico e la cosa migliore che sei riuscita a fare è stata colpirlo in testa?!
    Ha neutralizzato il nemico, o sbaglio?
    Beh sì ma dopo quell’introduzione dell’arma degna di uno Shonen mi aspettavo… altro.
    Master, non sprecherei prezioso mana per un singolo nemico.
    Odio darti ragione...
    Ma senza esitare oltre il Servant slegò dalla corda che aveva in vita una boccetta piena di un liquido dorato, la stappò e la lanciò al centro della nube lasciata dietro all’ombra come se fosse una granata: un bagliore si sprigionò dalla boccetta, che si ruppe e disintegrò all’istante quel che restava dell’entità maligna.
    Ha funzionato! E’ come ha detto il Ruler!
    Quello era uno, ma non credo che basterà…
    Il Servant indicò il numero in aumento di ombre che si spargevano sul palazzo.
    Non posso sprecare altre pozioni, Master. Qui ci serve un piano di riserva. Non preoccuparti, penserò a qualcosa. Tu resta indietro, è pericoloso.
    In quel momento, qualcosa scattò dentro Mei. Potremmo chiamarlo spirito combattivo, determinazione, o forse semplicemente adrenalina, però l’idea di restare indietro in un momento del genere la faceva sentire inutile. Tremava dallo stress. Aveva un Servant, certo, ma non per questo sarebbe rimasta a guardare. Non nella guerra a cui lei aveva scelto di prendere parte.
    Aaaah! Vedi di smetterla! So prendermi cura di me stessa!
    Per la prima volta dall’inizio di quella guerra, Mei riuscì a prendere l’iniziativa.
    In quel momento, altre due ombre si erano generate dalla nube informe e venivano verso di loro.

    Isolation Bubble!
    Una bolla di energia magica azzurra avvolse le due ombre, che smisero di correre verso le due ragazze e iniziarono ad attaccarsi a vicenda.
    Con l’Isolation Bubble, infatti, le due ombre cominciarono a percepirsi a vicenda come nemici, smettendo di percepire in quel modo tutti gli altri presenti.

    Posso continuare a farle attaccare tra di loro, ma ho bisogno di restare concentrata. Coprimi!
    Piacevolmente sorpresa, il Servant non se lo fece ripetere.
    Ricevuto, Master!
    All'improvviso il Servant non era più preoccupato quanto poco prima per l'incolumità del suo Master.
    Mentre lo scontro andava avanti, il Servant percepì altre forti presenze magiche avvicinarsi.
    Master, ci sono altri Servant in arrivo.
    Allora sta’ attenta e non abbassare la guardia.
    Per la prima volta, Mei si era sentita come un vero Master di una Guerra per il Sacro Graal.


    Legenda:
    Pensato
    Parlato di Mei
    Parlato del Servant
    Collegamento mentale (Mei)
    Collegamento mentale (Servant)

    Note di battaglia:
    Slot Attacco 1: * bonk *
    Slot Attacco 2: Isolation Bubble
    Slot difesa 1: guardia alzata
    Slot difesa 2: /
    Joker: /
     
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    Haiiro sentì due braccia afferrarlo e sollevarlo di peso. Si ritrovò a fissare il volto severo del suo servant e, oltre, un lembo di cielo.
    «Cosa…?»
    «È il modo più rapido e sicuro per spostarci. Sempre che non vuoi che ti lancio.»
    “No, ma così è imbarazzante” avrebbe voluto rispondere. Anche se non c’era nulla di romantico nel modo in cui lei lo teneva. Ma non fece in tempo a dire nulla, perché il suo servant balzò in avanti, a velocità formidabile. Il vento gli schiaffeggiò la faccia, costringendolo a socchiudere gli occhi; Haiiro smise di preoccuparsi dell’imbarazzo, più interessato alla conservazione della propria vita. Non si sentiva più nell’animo giusto per rimproverare l’altra master.
    Quello gli portò alla mente una cosa. Sicurezza. Dovevano evitare di essere visti. Chiuse gli occhi, si concentrò sui propri circuiti magici per ignorare la pressione dell’aria e il senso di rapido movimento. Mormorò parole che si persero nel sibilo del vento, ma il loro effetto permase. La rifrazione della luce sui loro corpi si modificò, in modo da nasconderne la presenza. Erano invisibili ora.
    «Bel lavoro, master.» Haiiro portò la mano di fianco al volto per coprirsi la faccia dal vento.
    «Dov’è l’altra coppia?» Gridò per farsi sentire. Ma il suo servant scosse la testa.
    «Immagino che si siano mossi a loro modo per raggiungere la battaglia.» Ripensando alla master lanciata in aria, Haiiro si disse che il suo servant aveva ragione a prenderlo in braccio. Meglio quel metodo che l’alternativa.
    Com’erano partiti, così si fermarono. I piedi di Haiiro toccarono di nuovo terra, il duro soffitto di un edificio su cui si erano posati, ma il ragazzo ritornato in posizione verticale si sentì girare la testa, macchie di colore che brillavano di fronte ai suoi occhi. Dovette appoggiarsi al suo servant per evitare di cadere.
    «Master, non ho voluto sollevare l’argomento in precedenza, ma sei sicuro che le tue condizioni fisiche siano idonee per una guerra? Quelle occhiaie e il malessere di adesso mi fanno pensare che…»
    «Sto benissimo. No, non è vero. Ma non sono abituato a spostarmi così.» Si prese un momento per riprendere fiato. E lo vide. Lo spettacolo che si stava svolgendo di fronte agli occhi, sulla sommità di un altro edificio poco lontano da loro.
    Scuri nubi, bestie d’ombra, maghi e servant che intraprendevano battaglia. Sentì il cuore battere più forte nel suo petto, un groppo allo stomaco, un senso di urgenza, l’ansia e la paura di un simile combattimento, un assurdo sorriso sul volto. Quanti maghi avevano potuto ammirare nella loro vita quello spettacolo? Quanti avevano potuto evocare i famigli più potenti in assoluto, i servant, e utilizzarli in battaglia? Pochi, pochissimi. E lui era tra quelli. Riconobbe la sensazione che gli scaldava il petto: orgoglio.
    Il freddo clangore di una lama estratta dal fodero lo riportò all’attenzione. «Mi piace la sua espressione, master, ma è meglio se rimani qui, al sicuro. A combattere ci penso io.»
    «Se anche ti dicessi di non intervenire e limitarti a riposare, non lo faresti vero?»
    «No. Anche se la battaglia per ora non coinvolge civili, c’è la possibilità che…»
    «Fai onore al tuo titolo e alla tua classe.» Sospirò. «Beh, non posso dire di essere d’accordo, ma se vuoi così, va bene. Solo, fai attenzione a prendere nota di tutti i servant presenti, le loro classi e ogni caratteristica che ci possa essere utile.»
    «Una simile precisazione è superflua. Era già ovvio che ne avrei tenuto conto.»
    «Fino all’ultimo, non dai soddisfazione, eh Saber?»
    Ma il servant era già balzato nell’altro edificio, protetto dall’incantesimo di invisibilità, e calò un fendente argentato sulla prima creatura d’ombra che trovò. L’incantesimo si ruppe, mostrando la figura elegante e marziale di Saber, i lunghi capelli lisci alle spalle, la spada nel braccio destro, lo scudo nel sinistro. Senza interruzione di continuità, sferrò un secondo colpo di dritto.
    Poi si portò vicino alle due figure dotate di archi, lo scudo levato. Sentiva che non erano servant, anche se non comprendeva la loro reale natura, ma in quel contesto non importava. Potevano distruggere le nuvole scure e quello bastava. Se necessario le avrebbe protette.
    Haiiro assisteva invece dall’alto dell’edificio accanto, ancora nascosto dal suo incantesimo di invisibilità. L’entusiasmo di prima a poco a poco si stava spegnendo e si scoprì a chiedersi se fosse sicuro rimanere così vicino, senza la protezione del proprio servant.

    Error 404
    STATS
    NOTE DI BATTAGLIA
    Slot Attacco: 2  Slot Difesa: 2  Slot Joker: 1  Cariche: 0

    Slot Joker: Invisibilità
    Slot Attacco 1: Fendente di spada contro una bestia d'ombra nemico
    Slot Attacco 2: Secondo colpo di spada contro altro nemico d'ombra
    Slot Difesa 1: Si posiziona a scudo alzato di fronte alle Shikigami, pronta per la difesa
    Slot Difesa 2: /

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    «Certo che potevi anche evitare di prendere le redini del discorso!» Akiko dovette urlare con quanto più fiato aveva in corpo per farsi sentire durante l'ennesimo balzo tra un edificio all'altro. Cominciava a odiare quel modo di spostarsi e forse anche quella Servant che sembrava aver dato l'idea a Leia di riprovarci. Almeno la maga non sembrava prossima allo svenimento.
    Fermatesi su uno degli edifici più vicini al campo di battaglia, la Servant adagiò Akiko a terra e gli occhi attraverso la maschera sembravano avere un'espressione divertita.
    «E così saremmo rimasti in un silenzio imbarazzante» commentò. «Ti conviene ringraziare chi ha iniziato questa battaglia, almeno non hai dovuto mostrare tutta la tua inesperienza.»
    Akiko si sentì lievemente offesa da quelle parole, ma cercò di non darlo a vedere. Evidentemente senza troppi risultato, considerando come Leia le posò una mano sulla spalla.
    «Forse sono troppo dura con te, lo so; comunque alla fine è un bene se gli altri iniziano a sottovalutarti.»
    «Allora tu...»
    «Sei la mia Master; indipendentemente da come andrà a finire questa storia, che si vina o si perda, sono disposta a mettere in gioco la mia vita per te, nanerottola.»
    La coppia iniziò a incamminarsi verso il limitare dell'edificio. «Potresti anche evitare quel soprannome, però...»
    «A me sembra un dato di fatto»
    «Se ti fidi di me al punto da mettere in gioco la vita, me lo dici il tuo Vero Nome?»
    Ormai erano arrivate sul bordo del palazzo. La distanza era ancora troppa perché Akiko vedesse bene cosa stava accadendo alla luce della luna, ma ciò non sembrava preoccupare minimamente Leia.
    «Non è solo una questione di fiducia, Master. Spero tu possa capirmi.»
    Akiko annuì, stringendosi a Leia che effettuò un ulteriore balzo verso un edificio più vicino. Da quel che le si leggeva negli occhi, sembrava perplessa dalla situazione. «Non è una battaglia tra Servant, anche se non capisco cosa stia accadendo» concluse, incontrando l'approvazione di Akiko che ora poteva vedere quegli esseri aggredire alcuni che sembravano effettivamente essere dei Servant con i loro Master. La maga si preparò alla battaglia, ma Leia la fermò con un cenno della mano. «Siamo noi Servant a combattere per i nostri Master.»
    Questa volta, forse la prima in assoluto da quando aveva incontrato Leia, fu Akiko a sorridere con fare sprezzante. «So benissimo che di non essere all'altezza di un Servant, che nessun Master potrebbe esserlo, ma io non sono un mago che può fare solo da supporto.» A quello parole seguì una lieve luce che andò a disegnare alcune righe luminose sul dorso della mano destra di Akiko; quando scomparvero, la Master stava stringendo una katana tra le dita. «E quelli non sono Servant.»
    Leia sembrò ridacchiare, difficile dirlo con la maschera. «Una Master che si atteggia a Saber? La cosa potrebbe farsi interessante» Leia fece apparire la propria arma, gettandosi alle spalle il mantello da viaggio e scoprendo la faretra che portava dietro la schiena. Vedendola per la prima volta senza quella copertura, poté notare come i lunghi capelli neri sembravano quasi brillare alla luce della luna; indossava quella che a tutti gli effetti sembrava un'armatura di bronzo, ma che alla fine copriva solo in determinati punti come il seno, le spalle e l'inguine, lasciando scoperta la pelle ambrata dove in alcuni punti figuravano delle cicatrici che sembravano dei piccoli morsi di un qualche animale. Nonostante lo avesse già intuito dal suo modo di comportarsi, più che una Servant Akiko si ritrovò a guardare quella che era una vera e propria donna guerriera. Da dietro la maschera, gli occhi sembravano bramare la battaglia.
    «Apriamo le danze, Archer!» disse Akiko, osservando la prima ombra che sembrava averle notate e raggiunte con un balzo.
    La freccia già incoccata, Leia attese prima di scoccarla lasciando che Akiko si lanciasse contro di essa eseguendo un fendente dall'alto verso il basso che andò letteralmente a tranciare l'essere in due, partendo dal punto in cui la lama gli si era conficcata tra la spalla e il collo. Mentre questo si apriva iniziando a svanire, Archer scoccò facendo passare la freccia nell'apertura generatasi tra le due parti del nemico e colpendo la seconda ombra che le stava raggiungendo, ancora sospesa in aria nell'eseguire il balzo. Il proiettile le si conficco nel collo, dove in un corpo umano si sarebbe trovata la giugulare. Akiko balzò indietro, mettendosi in guardia da possibili altri attacchi. La sua Servant poteva colpire i nemici dall'alto, dunque avrebbero fornito qualcosa di simile al fuoco di copertura, ma ciò significava che la maga avrebbe dovuto essere la combattente che la difendeva dagli attacchi ravvicinati.
    Comunque, l'unico pensiero di Akiko dopo aver visto quanto avevano creato lei e la sua Servant fu: "Diamine che combinazione!"

    Error 404
    STATS
    NOTE DI BATTAGLIA
    Slot Attacco: 2  Slot Difesa: 2  Slot Joker: 1  Cariche: 0

    Slot Joker: Evocazione katana
    Slot Attacco 1: Fendente verticale di Akiko contro nemico d'ombra
    Slot Attacco 2: Freccia di Leia alla gola di del secondo nemico d'ombra
    Slot Difesa 1: In guardia con la katana, ha una posizione più avanzata di Archer, ma leggermente spostata sulla destra
    Slot Difesa 2: /

    Coded by ¬SasoRi
     
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