[CONCLUSA] Waltz For The Moon

Kuro Kamishini, Haiiro Kugetsu

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    Un ballo. Diciamo che non me lo sarei aspettato, da una scuola giapponese, soprattutto perché si trattava della Hakoniwa che era molto seria. Il ballo è molto più tipico delle scuole americane, però quest'anno i due licei di erano riuniti e lo avevano organizzato anche qui, proprio in occasione del natale e della fine dell'anno. Come fare? Chi invitare? Il dramma era proprio quello, visto che era preferibile presentarsi a coppie anche in vista dei balli della serata. Una strana sensazione nella mia testa mi stava opprimendo, così tanto da non lasciarmi altra scelta. Forse avrei comunque scelto lei, dopo tutto quello che avevamo passato assieme... Pero, chissà, magari l'altra l'avrei incontrata al ballo con qualcun altro e la cosa non mi piaceva affatto.
    Tra i mille tormenti e i secolari giorni spesi in cerca di vestiti adatti la sera fatidica finalmente arrivò. Nel buio della notte le mille decorazioni che adornavano l'edificio scolastico splendevano come non mai; una grande folla si stava avvicinando in massa alla sala concerti, il luogo dove si sarebbe tenuto il ballo. Stavamo camminando a braccetto, seguendo la folla, un po' nell'imbarazzo. Io con una giacca nera molto elegante, una camicia bianca molto sobria, un paio di pantaloni neri in tinta con la giacca (dopotutto era uno smoking mica per caso), mocassini nero lucido e una cravatta di colore grigio che si intonava perfettamente con l'abito di lei: un vestito senza spalle di colore bianco con un fiocco nero sul petto, che terminava in una lunga gonna di quel colore grigio-violetto della mia cravatta. Indossava anche un collant nero, delle ballerine bianche e una giacca simil-pelliccia in quanto faceva un tantino freddo visto che eravamo oramai alla fine di dicembre.
    Quel vestito ti sta davvero bene, sei bellissima.
    G-Grazie, anche a te sta davvero bene. Dopotutto li abbiamo scelti assieme!
    Già, vero anche questo. L'atmosfera si faceva sempre più tesa man mano che ci avvicinavamo alla sala, come è giusto che sia. In realtà nemmeno tanto, ci conoscevamo da così tanto tempo eppure in certe situazioni la timidezza vince su ogni altra cosa. Al che raccolsi il mio coraggio, la presi per mano ed entrammo.
    Bentornata nel mondo scolastico, mia principessa.
    Le si inumidirono gli occhi, tanto che abbassò la testa per qualche secondo prima di rialzarla e rispondermi, con un enorme sorriso sul volto.
    E tutto questo lo devo soltanto a te. L'unica che deve ringraziarti qui sono io.

    Kuro & Miuna
    Waltz for the Moon



    Edited by ¬SasoRi - 24/4/2015, 00:26
     
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    Tra la fiumana di gente che stava avanzando per entrare nell'improvvisata sala da ballo, c'erano i più svariati elementi: dalle classiche coppie fisse, alle coppie di amici che speravano di diventare più che amici, ai single in perenne ricerca di compagnia, per passare ai gruppetti di amici, a chi avendo perso una scommessa aveva dovuto uscire con una persona che non apprezzava, a coppie di anormali e coppie forse ancora più anormali formate da un normale e un anormale (e non dimentichiamo le coppie proibite tra un anormale dell'Hakoniwa e uno studente con l'ultradivisa della Honnouji, dimostrazione che la storia di Romeo e Giulietta solca tutte le epoche, senza conoscere fine, ma solo continue variazioni).

    Tra tutte queste c'era una coppia, strana a suo modo ma non più strana di molte altre. Un ragazzo e una ragazza – d'altronde si è appunto parlato di coppia – che procedevano a loro modo. La ragazza si muoveva disinvolta e sensuale, passando tra la gente senza intralci, attirando più di uno sguardo e suscitando più di un mormorio. Il ragazzo era invece goffo e maldestro, andando spesso a sbattere contro altre persone. Anche lui attirava sguardi e parole, ma per ben altri motivi. Poiché procedevano a braccetto i due erano costretti a cercare continuamente un equilibrio, compensando là dove il compagno difettava o eccedeva. Così, già prima che i balli iniziassero la strana coppia aveva improvvisando un curioso valzer fatto di passi maldestri, repentini cambi di direzioni e torsioni improvvise in mezzo alla folla.

    Anche come aspetto erano piuttosto dissimili: la ragazza indossava un vestito nero senza maniche, semplice ma che si abbinava bene al suo fisico, mettendo in risalto il suo aspetto; portava inoltre due orecchini, uno a forma di luna sull'orecchio destro e l'altro ha forma di lacrima sul sinistro. Il ragazza al suo fianco era sì vestito elegante – indossava un completo, giacca e pantaloni, nero, abbinato a una cravatta a righe grigio argento e blu scuro, con sotto una classica camicia bianca – ma l'abito elegante non poteva coprire le occhiaie sui suoi occhi e l'espressione semi-addormentata; nel complesso dava la stessa impressione di uno spaventapasseri vestito con abiti all'ultima moda invece che con stracci. Fatto singolare, nella sua giacca era stata ricamata con lettere d'argento una parola: Kugatsu. Il particolare non era sfuggito alla ragazza.

    Come mai hai il tuo cognome scritto nella giacca, Haiiro?

    Uhm?
    Il ragazzo, distratto, quasi andò a sbattere contro un'altra coppia. Per reazione si spostò a sinistra, verso la ragazza, che fu costretta a deviare la sua traiettoria, riuscendo a malapena a schivare una giovane ferma a parlare con il suo accompagnatore. Haiiro continuò come se nulla fosse.
    Non potevo farci niente, Kasumi. Le lettere erano già ricamate quando ho preso l'abito.

    Haiiro – nella voce di Kasumi c'era una traccia di irritazione – nei negozi non vendono giacche con su scritto il cognome dell'acquirente.

    Haiiro guardò la ragazza confuso.

    Questo vestito non l'ho comprato. È un regalo di mio fratello.

    Fratello?!
    Per un attimo Kasumi pensò a Hiroshi, prima di ricordarsi che Haiiro aveva un altro fratello, un fratello vero.

    Pensavo che non lo vedessi da più di tre anni.

    Infatti è così. Questo vestito mi è arrivato una settimana dopo il mio ingresso al liceo Hakoniwa in un pacchetto, insieme a un biglietto di auguri per essere entrato qui. Ah, l'indirizzo di spedizione riportava che era stato spedito dalla Russia, ma nel biglietto c'era scritto che il vestito era stato realizzato in Italia. Chissà poi perché ricordo simili dettagli...

    Qua c'è decisamente qualcosa che non va. Un normale ragazzo all'incirca della nostra età non manda come regalo al fratello che non vede da anni un elegante (e costoso) completo con ricamato sopra in argento il proprio cognome. E poi cos'è quel balletto tra gli stati, prima l'Italia e poi la Russia?
    Mi sa che alla nostra famigliola bisognerà aggiungere un altro anormale “fratello”...


    Parlando di “fratelli”… Hiroshi non viene?

    È rimasto al locale, essendo natale c'è sempre molto lavoro la sera e stiamo aperti più a lungo. Comunque ha detto che, se finisce in tempo, potrebbe anche venire.

    Quindi siamo solo noi due... mormorò piano Haiiro, sovrappensiero.

    Hai detto qualcosa?

    Eh? No, no, niente. Guarda, siamo arrivati, entriamo?

    Kasumi sorrise, in un modo che mescolava la gioia con l'attesa e aveva un che di pericoloso.
    Certo che entriamo.

    Il loro valzer improvvisato per giungere fin là era terminato. Ora stava per iniziare il ballo vero e proprio.
     
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    La sala per il ballo era piuttosto grande, del resto di norma funzionava da centro per i concerti, eppure appariva già quasi piena. Haiiro e Kasumi si guardarono attorno: ai lati erano sistemati lunghi tavoli per il buffet, mentre lo spazio al centro era riservato ai balli. Alcune coppie avevano già iniziato a ballare, ma la maggior parte era ancora ferma ai margini, indecisa se buttarsi nelle danze o se aspettare che aumentasse la gente che ballava (una situazione tipica, potremmo dire). Intanto era stato annunciato l'arrivo di una coppia.

    Chissà chi sono questi gemelli Chiara Day – tale suonava, claramente sbagliando, alle orecchie di Haiiro lo sconosciuto cognome occidentale – che hanno appena annunciato...

    A differenza di Haiiro che cercava di voltarsi per vederli, trovandosi di fronte solo una marea di gente, Kasumi non distolse lo sguardo.

    E perché sei interessato? Mica li conosci. Noi siamo qui per vivere la nostra festa, come quei tali la loro.

    Beh, sì, hai ragione, ma...

    Ma non trovò nulla da aggiungere e quindi si limitò a seguire Kasumi.

    Che dici, passiamo prima a prendere qualcosa dal buffet o andiamo subito in pista?

    Direi di passare dal buffet.

    Kasumi lo guardò con sguardo penetrante.
    Lo sai che il caffè non è incluso nel buffet.

    Haiiro abbassò lo sguardo e, con l'aria mesta di un condannato che sente confermata la sua pena, rispose "Lo so".
    Nonostante questo, quando arrivarono al lungo tavolo del buffet, cercò comunque di vedere se c'era del caffè. Non trovandolo cercò della Red Bull (ha la stessa quantità di caffeina del caffè) e, non trovando neppure quella, prese il primo bicchiere libero che trovò e, senza neppure controllare cosa fosse, lo bevette. Aveva un sapore strano, ma Haiiro non se ne curò. Accanto a lui anche Kasumi, a cui non era sfuggita la breve ricerca del ragazzo, si stava servendo.

    Restarono lì per un po', prima che Kasumi espose l'annosa domanda.
    Andiamo a ballare?

    Ora, è piuttosto evidente che le abilità di Haiiro nel ballo siano piuttosto basse, per non dire inesistenti, per non dire sotto zero. Se si trovava lì, il motivo principale stava alla sua sinistra e lo stava guardando aspettando che desse l'unica risposta ammessa alla sua domanda, ossia sì. Del resto era stato proprio Haiiro ad invitare la ragazza e persino a lui non sfuggiva l'ineludibile logica per cui, a una festa di ballo, bisognava ballare.

    …Sì, andiamo.

    Prendendosi di nuovo a braccetto i due si diressero verso lo spiazzo al centro che, nel frattempo, aveva cominciato a riempirsi.

    Sotto le note di una musica che non conoscevano, in una grande sala illuminata a luci basse, circondati da compagni sconosciuti e conosciuti, Haiiro e Kasumi, il Sognatore e Colei che concede la morte, si misero a ballare come due normalissimi ragazzi delle superiori, imbarazzati, impacciati, insicuri e, sotto sotto, molto felici.
     
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    Era davvero piena la sala concerti, c'erano coppie di ogni tipo e anche tantissima gente che era venuta da sola. Poco dopo il nostro ingresso sentimmo un annuncio abbastanza strano ma capimmo subito di chi stavano parlando. I Fratelli Claradei (anche se l'annunciatore aveva pronunciato un po' male quel nome italianeggiante e in molti avrebbero sicuramente frainteso).
    Quella voce era sicuramente di Muzet... dissi a bassa voce a Miuna.
    Già, lo penso anche io. Sempre esibizionista come al solito! rispose lei, sorridendo.
    Già, erano successe molte cose in quel periodo e questo non è né il luogo né il momento per raccontarle. Oggi siamo qui per goderci il ballo. Prima di andare a salutare gli altri, visto che perfino Goro si sarebbe recato lì e nessuno di noi due voleva perdersi l'occasione di vedere Goro con un vestito elegante, andammo a prendere qualche stuzzichino e a ballare i primi due lisci della serata. Fu proprio sulla pista da ballo che incontrammo un vecchio amico: Haiiro, il ragazzo che non dorme mai. Ci avvicinammo a lui, giusto per scambiare quattro chiacchiere.
    Ehi, Haiiro! Come va, tutto bene? Salve anche a te, io sono Kuro Kamishini, un amico di Haiiro, mentre lei è Miuna Hakami, la mia accompagnatrice in questa magnifica serata. Piacere di conoscerti. Ovviamente stavo parlando con la bellissima ragazza che accompagnava Haiiro.
    Piacere mio! Che ne dite di fare quattro chiacchiere? disse poi, indicando un posto lontano dalla pista che ora stava diventando sempre più affollata.

    Kuro & Miuna
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    Come avevo detto nel precedente post, Haiiro e Kasumi stavano ballando felici. O meglio, all'inizio ballavano felici perché presto le cose cambiarono. Avevo anche detto che le abilità nel ballo di Haiiro erano sotto zero e ciò si manifestò nel modo più evidente in un continuo attentato ai poveri piedi di Kasumi. La ragazza era abbastanza abile da evitare o minimizzare i danni, ma di certo non poteva sopportare a lungo quella situazione. Alla fine del loro secondo ballo il viso di Kasumi si era notevolmente rabbuiato, mentre Haiiro era sempre più teso. A salvarlo da quella situazione fu l'arrivo di un ragazzo dai capelli neri.

    Ehi, Haiiro! Come va, tutto bene?

    Haiiro ci mise un istante o due (quasi un record per lui) prima di identificare il ragazzo come Kuro, un anormale che aveva incontrato al maid caffè durante il suo primo giorno di scuola.

    Oh... Che piacere rivederti, Kuro! Sì, va tutto bene. E a te?

    Il piacere era derivante soprattutto dal tempismo con cui Kuro era, involontariamente, intervenuto tra lui e Kasumi, ma non era il caso di specificarlo.

    Salve anche a te, io sono Kuro Kamishini, un amico di Haiiro, mentre lei è Miuna Hakami, la mia accompagnatrice in questa magnifica serata. Piacere di conoscerti.

    Così disse Kuro a Kasumi. La ragazza guardò la coppia un attimo sorpresa, prima di rispondere.

    Piacere di conoscerti, Kuro, e piacere di conoscere anche te, Miuna. Io sono Kasumi Natsui.
    Poi dette un lieve colpetto alla mano di Haiiro, che sembrava essersi perso nei suoi pensieri.

    Ah... piacere di conoscerti, Miuna. Io sono Haiiro... Haiiro Kugatsu.

    Piacere mio! Che ne dite di fare quattro chiacchiere?

    Dicendo così la ragazza – Miuna, si chiama Miuna, devo cercare di ricordarmelo – indicò un posto lontano dalla pista. Per Haiiro era perfetto, ma a rispondere fu per prima Kasumi.

    Oh, mi sembra un ottima idea. Con la pista così affollata, rischierei che *qualcuno* - così dicendo guardò Haiiro – mi pesti i piedi.

    Ehm... già. Allora andiamo.

    Mentre si muovevano in quella direzione, Kasumi si sporse verso il ragazzo, sussurrandogli piano all'orecchio, in modo che l'altra coppia non la sentisse: Ma allora ce l'hai qualche amico!
    Il tono della ragazza si situava in una zona ambigua tra il divertito, l'incuriosito e il canzonatorio, ma senza cadere nella derisione. La risposta di Haiiro – data dopo essersi assicurato che Kuro e Miuna non lo stessero guardando – fu una linguaccia in direzione di Kasumi. Un gesto non propriamente consono all'ambiente, ma che non sembrò sortire effetto su Kasumi, che si limitò a ridacchiare. Il malumore di prima sembrava essere scomparso.

    Ancora una volta, Haiiro si domandò quale fosse la vera natura dell'essere di sesso femminile di nome Kasumi Natsui, così mutevole da lasciarlo ogni volta confuso, ma non trovò nessuna risposta.

    Guardò Kuro e Miuna che erano lì vicino a lui.
    Chissà se anche Kuro a volte è confuso dal comportamento di Miura, come io lo sono da quello di Kasumi...

    La domanda però, almeno per il momento, doveva restare senza risposte, lasciando posto a un quesito molto più banale.

    Ma quanta gente c'è? È così per ogni evento dell'Hakoniwa?

    Erano nel posto indicato da Miuna, ai margini della sala. Potendo guardare la fiumana di gente che circolava nella pista e prendere coscienza di quante persone ci fossero, sia in Haiiro che in Kasumi, i quali avevano a lungo evitato i contatti troppo diretti con la gente e quindi i luoghi affollati, era sorto un sentimento simile allo sgomento. Se Kasumi riusciva bene a mascherarlo, altrettanto non era per Haiiro che, esterrefatto, era esploso nella precedente interrogazione, mentre guardava a occhi spalancati la sala gremita.
     
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    Dalle loro parole e dal loro modo di comportarsi sembrava che Haiiro non fosse molto bravo a ballare. Non è di certo un crimine, comunque. Nemmeno io sono una cima però diciamo che sono stato quasi costretto ad esercitarmi con Miuna prima di oggi... Oh già, è vero che siamo legati mentalmente e che percepisce quello che penso... Io percepisco solo stizza in questo momento e difatti dopo pochi secondi, mentre ci stavamo dirigendo verso il bordo della sala, si girò emettendo un sonoro Humpf
    Dai, su. Non fare così, oggi siamo qui per divertirci assieme, rimandiamo eventuali discussioni a dopo... Molto dopo... dissi a bassa voce a Miuna.
    Sperando che l'ultima parte della frase non venisse fraintesa; per fortuna non accadde.
    Hai ragione, scusami.
    Era sinceramente dispiaciuta, glielo si poteva leggere in viso. Al che appoggiai la mano destra sulla testa e la accarezzai un po'.
    Non preoccuparti, questa giornata te la dedico interamente, puoi fare tutto quello che vuoi.

    Maaaaaa tornando alla realtà, Haiiro sembrava a dir poco sbalordito dalla immane quantità di gente che si era presentata quella sera. Beh, d'altronde sembrava un tipo poco socievole e forse non partecipava ad eventi simili da un po'.
    Beh, in realtà non ce ne era così tanta all'ultima ma visto che da poco hanno aperto quel nuovo liceo e che oggi sono invitati anche tutti quegli studenti credo che sia normale...
    La sala concerti era davvero abbastanza grande per tutta quella gente?
    Scusa la mia domanda poco opportuna ma anche tu studi qui Kasumi? Scusa se ti chiamo per nome ma è una mia abitudine... Se ti da fastidio posso sempre chiamarti Natsui...
    Era ancora abbastanza insicura, c'era da aspettarselo. Però io spero che questo evento la aiuti in questo senso, l'avevo portata qui apposta: incontrare nuove persone, fare nuove amicizie, tornare a comunicare con gli altri.

    Kuro & Miuna
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    Ah già, il nuovo liceo...
    Haiiro aveva sentito qualcosa a suo riguardo, ma non ci si era soffermato sopra. E neanche in quel momento vide un motivo per farlo: non credeva che il nuovo liceo sarebbe potuto essere stravagante quanto l'Hakoniwa. Più avanti avrebbe magari avuto tempo per ricredersi. In quel momento tuttavia il suo sguardo si perse nella folla indistinta, mentre la sua mente indugiava su pensieri mezzi coscienti e confusi.

    È un bel evento. Disse alla fine con tono trasognante.
    Permette a persone di diverse scuole di conoscersi, di rincontrarsi con gli amici e poi... gettò un'occhiata a Kasumi, impegnata a parlare con Miuna. Di uscire con la ragazza che si desidera.

    Chissà come avrebbe reagito Kasumi se avesse sentito quelle parole. Sarebbe stata contenta, imbarazzata o si sarebbe arrabbiata? Forse tutt'e tre assieme... Ma Kasumi non stava prestando attenzione alle parole dei due ragazzi.
    Alla domanda di Miuna, aveva sorriso accomodante (un sorriso che, fino a tre anni fa, la ragazza non sarebbe mai riuscita a fare, ma si vedeva che l'aver lavorato nel locale del fratello l'aveva aiutata a tal riguardo).
    No, ma quale domanda inopportuna? E chiamami pure Kasumi, a dir la verità io detesto certe formalità.
    Frequento anch'io il liceo Hakoniwa e sono al secondo anno. Inoltre faccio parte del club di arte.
    A proposito...

    Kasumi squadrò Miura cercando di capire a che anno fosse. Se era ancora al primo forse aveva una chance.
    Tu fai parte di qualche club? Se non sei membro di nessuno, potresti passare dopo le vacanze nella nostra aula. Così, tanto per osservare i nostri dipinti e, se vuoi, provare a disegnare qualcosa...

    Il tentativo di attirare Miuna nel club di arte era abbastanza palese. Del resto Kasumi era stanca di ritrovarsi sempre tra i piedi, quand'era al club, quello strambo che non faceva altro che ripetere discorsi sul suo essere un artista. Una compagnia meno stravagante come quella della ragazza non le avrebbe fatto che piacere.
     
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    Allora Haiiro aveva altro nella testa oltre al caffè! Beh, era una cosa bella da sapere, per fortuna anche lui sa svagarsi in qualche modo.
    Già, hai proprio ragione. E non è cosa da poco, soprattutto per quelli che non sono ancora sicuri di essere ricambiati.
    Le ragazze si erano messe a parlare tra di loro e sembrava che non ci stessero ascoltando ma io e Miuna, volenti o nolenti, riuscivamo a carpire comunque le informazioni che riceveva l'altro, quindi lei aveva sentito, anche se in quel momento sembrava non darci troppo peso, dopotutto la situazione del non ricambio non ci riguardava per nulla e per il resto erano solo chiacchiere. Era più interessata alle parole di Kasumi, si vede che era da tanto tempo che non aveva nessuna amica e stava cercando goffamente di rimediare con modi eccessivamente gentili. Però il loro discorso mi aveva fatto sorgere un dubbio.
    Ah, Haiiro, già che stiamo parlando di club, alla fine ne hai trovato uno adatto a te?
    ---------------------
    Ok, perfetto allora, Kasumi.
    Anche lei sorrise di rimando, si trovava molto più a suo agio in questo modo, le formalità erano molto "distanzianti".
    Ah, quindi sei al secondo anno. Non mi sembra di averti visto a scuola, ma forse è dovuto al fatto che mi sono trasferita qui di recente... Difatti ora frequento da poco il primo anno.
    Già, nonostante avesse 18 anni come me per quel piccolo "incidente di percorso" era rimasta indietro con gli studi alla terza media, quindi aveva deciso di riprendere dalla prima liceo, senza curarsi troppo del resto.
    In realtà non ho ancora scelto nessun club, però ero interessata a quello di arte... Mi dicono che sono brava a disegnare ma io non ne sono molto convinta...
    Io glielo avevo sempre detto. Dai che forse ala fine riesco davvero a farla entrare in quel club! Ne sarei davvero felice...
    Quindi perché no, posso passare una volta, dopo le vacanze.

    Kuro & Miuna
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    Persone che non sanno se sono ricambiate...
    Ripeté sottovoce Haiiro. Chissà se era davvero il suo caso. Anche lui si era reso conto che Kasumi provava dei sentimenti simili ai suoi. Il problema era l'esatta natura di quei sentimenti. Lui e Kasumi erano più che amici, o meglio qualcosa di diverso da degli amici, ma non erano fidanzati. Erano vicini, ma in una maniera difficile da catalogare: sarà perché condividevano una natura simile, perché avevano vissuto esperienze parallele o perché erano vissuti assieme per un breve periodo, ma forse il loro rapporto era più simile a quello tra fratello e sorella (quanto sarebbe stato contento Hiroshi di sentire ciò) che a quello tra innamorati. Vicini quanto un fratello e una sorella, ma provando sentimenti diversi da quelli di due parenti. Era un terreno ambiguo e paludoso, in cui i due cercavano di muoversi con cautela per paura di sprofondare e rovinare tutto ciò che li legava.
    Forse era proprio per chiarire la situazione che Haiiro aveva invitato lì Kasumi. In quel senso, le parole di Kuro coglievano nel punto.
    La virata del ragazzo sui club, sia perché Haiiro non aveva seguito la chiacchierata tra le due ragazze, sia perché stava pensando ad altro, lo colse impreparato.
    ...Uh? Un club?
    No, a dir la verità altro che trovato, non ho neppure cominciato a cercare. Mi sono limitato a guardare la lista dei club due o tre volte, per poi concludere che non c'era nulla che mi interessasse.
    Diciamo che gli unici club che mi potrebbero interessare (oltre a uno, molto improbabile, di degustazione del caffè) sono quelli che svolgono attività notturne, ma non credo che ne siano...

    Anche senza essere iscritto a un club, Haiiro riusciva a passare il tempo durante il giorno senza dormire, ma il vero problema era la notte. Le notti passate senza poter dormire sono lunghe e sembrano non finire mai...

    Intanto Kasumi continuava a parlare con Miuna. Per fortuna sembravano pensar lo stesso sulle formalità.
    Allora non è strano, il liceo è grande e se in più ti sei trasferita da poco è più che normale che non ci siamo viste.
    Ascoltò quanto le disse sulle sue abilità nel disegno. Per sua esperienza, quando una persona dice di non credere di essere brava, ma le altre persone pensano che lo sia, allora è effettivamente brava. In realtà Kasumi non capiva perché una persona non dovesse riconoscere le sue capacità, quando ce le ha, nascondendole sotto una falsa (così la considerava la ragazza) insicurezza. Sapeva però che c'erano delle persone che facevano così e non disse nulla.
    Perfetto, allora ti aspetto! Ah, io non sono presente tutti i giorni, a volte lavoro il pomeriggio, quindi magari avvisami prima, mi trovi nella mia aula: ottava sezione secondo anno. Oppure vai senza di me, intanto nel club sono tutti... beh, quasi tutti... persone affabili.
     
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    Come immaginavo, non era realmente interessato ai club. D'altronde non esisteva ancora il club di degustazione di caffè, anche se forse non sarebbe stato poi così male, e nemmeno club con attività notturne, dopotutto è una scuola... O forse...
    Beh, se vuoi tenerti sveglio la notte ci potrebbero essere i club dei cacciatori di fantasmi e robe simili...
    In realtà non ne ero sicuro, ma era probabile che qualcuno lo avrebbe inventato, conoscendo la mentalità di molti studenti giapponesi. Io per fortuna non avevo quei problemi, grazi al magnifico club di Kendo, del quale oramai miro a diventare il presidente. Inoltre nel club di Kendo c'è anche Sachika e se siamo un po' lontani Miuna non riesce a percepire bene... Ops, spero che non abbia percepito questo...
    Lanciai una occhiata fugace verso di lei e non notai alcuna reazione, forse il discorso con Kasumi l'aveva distratta. Tirai involontariamente un sospiro di sollievo, dovevo ancora spiegarle bene tutta la storia.
    Le ragazze si erano messe a parlare tra di loro e sembrava che non ci stessero ascoltando ma io e Miuna, volenti o nolenti, riuscivamo a carpire comunque le informazioni che riceveva l'altro, quindi lei aveva sentito, anche se in quel momento sembrava non darci troppo peso, dopotutto la situazione del non ricambio non ci riguardava per nulla e per il resto erano solo chiacchiere. Era più interessata alle parole di Kasumi, si vede che era da tanto tempo che non aveva nessuna amica e stava cercando goffamente di rimediare con modi eccessivamente gentili. Però il loro discorso mi aveva fatto sorgere un dubbio.
    Immagino anche che tu non sia proprio un ballerino provetto, vero? gli dissi scherzosamente, dandogli un piccolo colpo con il gomito. Non era cattiveria, stavo solo cercando di fare conversazione.
    Beh, nemmeno io lo sono. Mi ci vedi là in mezzo a ballare? Ahahah ma anche no, se non fosse per lei non avrei nemmeno provato ad imparare...
    ---------------------
    Certo, ti avviserò di sicuro, dopotutto sei tu che mi hai invitata, se mi presentassi in un giorno nel quale non sei presente non sarebbe di certo cortese da parte mia!
    Cose ovvie, ma che era bene sottolineare.
    Quindi più tardi di posso dare la mia email, così posso avvisarti.
    Il più tardi era dovuto al fatto che aveva lasciato il cellulare nella borsa nel deposito oggetti all'ingresso e che quindi non lo aveva sottomano al momento, come spiegò poco dopo.
    L'ho lasciato nella borsa al deposito. Quindi tu lavori anche! Wow, sei una ragazza così impegnata!

    Kuro & Miuna
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    Direi proprio di no, anzi...
    Haiiro si lasciò andare a un profondo sospiro sconsolato. Però senti una fitta di gratitudine verso il ragazzo che provava a tirarlo su e a scherzare. Sapere di non essere l'unico impedito a fare una cosa fa sempre sentire meglio una persona (mentre stranamente il contrario, ossia sapere di non essere l'unico a saper fare qualcosa, non ha lo stesso effetto).
    Ahah, allora siamo sulla stessa barca. Figurati se mi trovavi qui a provare a ballare se non era per lei. Pronunciando la parola “lei” indicò con un gesto di sfuggita Kasumi, ancora impegnata a parlare con Miura.
    In previsione di questa serata avevamo provato a ballare, tanto per impratichirci, e vedendo che non riuscivo a migliorare, sai cosa mi ha detto Kasumi?
    Haiiro guardò fisso Kuro per un attimo, prima di riprendere a parlare.
    “Non ti preoccupare anche se non sai ballare, a me non importa”. Invece prima, quando ci avete raggiunto, si stava davvero arrabbiando con me per qualche... piccolo errore durante il ballo.
    Haiiro scosse la testa, per far intendere l'assurdità di quel comportamento.
    Davvero... anche se non lo sai prima mi hai salvato, ci hai interrotto al momento giusto...
    Guardò di nuovo Kasumi, stavolta fissandola più a lungo.
    Non la capisco... A volte si comporta in un modo, la volta dopo nel suo opposto. Prima si sta per infuriare con me, l'attimo dopo invece si mette felice a scherzare. E non è che fa così solo una volta ogni tanto, ma praticamente sempre! Proprio non la capisco...

    Ormai il ragazzo era partito a ruota libera con il suo discorso. Di solito Haiiro non aveva opportunità di parlare ad altri riguardo a Kasumi. L'unico disponibile era Hiroshi, che era però inadeguato a quei discorsi sia in quanto fratello di Kasumi, sia in quanto persona che aveva fatto del “non giudicare” la base della sua filosofia di vita (vi sfido a lamentarvi con qualcuno che non è mai né d'accordo né in disaccordo con voi, è più frustrante che stare in silenzio). Così, adesso che aveva trovato l'occasione per discuterne, Haiiro aveva preso la palla al balzo.
    A vederla adesso sembra una normale ragazza che sta parlando con una sua coetanea, ma ti garantisco che di solito, quand'è con me, si comporta in modo assai diverso...
    In effetti in quel momento Kasumi pareva una ragazza come tante altre, anche se Haiiro aveva notato una sorta di “rigidità” in lei mentre parlava con Miuna, come se si stesse sforzando di adeguarsi a un ruolo che non era il suo.
    Anche se a dirti la verità non saprei dire come si comporta di solito, tanto è mutevole nel suo modo di comportarsi.
    Haiiro scosse di nuovo la testa (sembrava quasi che ci stesse prendendo gusto) e guardò di nuovo verso Kasumi.
    Hai visto? Esclamò con un sospiro. È cambiata di nuovo!

    **

    Per intendere cosa volesse dire Haiiro, torniamo un attimo al discorso delle ragazza.

    Va bene, allora siamo d'accordo!
    Le due si erano dunque accordate sulla visita al club d'arte di Miuna. Ok, dovevano ancora scambiarsi le mail, ma quello avrebbe aspettato, come Miuna anche Kasumi aveva preferito depositare le sue cose.
    Beh, impegnata... non è proprio così...
    Ogni volta che qualcuno la definiva in quel modo, forse perché sapeva che Hiroshi per mantenerli faceva molto di più, si sentiva in imbarazzo. Non le piaceva sentirsi in imbarazzo, la faceva sentire insicura e vulnerabile, due sensazioni che voleva evitare a ogni costo. Sapeva che Miuna voleva solo essere gentile e fare conversazione, ma anche così non riusciva a essere serena.
    Decise di cambiare modo di procedere. Per calmarsi fece un respiro profondo (girando di poco la sua testa a destra in modo da non fronteggiare la ragazza, nel caso che la sua anormalità le sfuggisse di mano) e poi riprese a parlare.

    No, io non credo affatto di essere una persona impegnata. Il modo in cui Kasumi parlava era cambiato: più diretto e privo di quella cordialità artificiosa di prima, pur senza essere scortese.
    Al contrario, invece di dar una mano al bar dove lavora mio fratello maggiore, ho scelto di dedicare diversi miei pomeriggi a un hobby come quello di dipingere. Anche stasera ho scelto di venire qua a divertirmi, nonostante sapessi che in serate come queste al locale c'è un sacco di lavoro.
    La ragazza si fermò, chiedendosi se nell'impeto non avesse parlato troppo di sé, ma alla fine non se ne curò.

    Beh... Kasumi si girò verso Haiiro, che la stava fissando con una strana espressione. Se sono qui è anche merito di un certo tizio che, in modo del tutto inaspettato, mi ha chiesto di uscire.
    Sorrise, di un sorriso appena accennato, assai diverso dal sorriso accomodante che aveva rivolto a Miuna poco fa.
    Per te è lo stesso? Anche per te quel ragazzo, Kuro, è una persona speciale?
    Ancora una volta non sapeva perché le avesse fatto una simile domanda, così personale e inaspettata. Forse era stato il risultato di aver gettato la maschera, ossia, fuor di metafora, di aver mostrato il suo vero sé, senza nasconderlo dietro la cordialità e i discorsi d'occasione. Perché lei, Kasumi, era fatta così: era preda dei suoi impulsi improvvisi, che non controllava ma subiva. Cercarla di capire razionalmente era come cercare di catturare l'acqua del mare con una rete.

    **

    Haiiro non aveva seguito i discorsi delle due ragazze, ma aveva notato il mutamento nel comportamento di Kasumi. Il sorriso accomodante era sparito dalla sua faccia e la sua mimica si era fatta più accentuata e spontanea. Un estraneo, a meno di non essere un abile osservatore delle persone, non se ne sarebbe accorto, ma per il ragazzo era evidente. Per questo aveva detto a Kuro che Kasumi “era di nuovo cambiata” (senza riflettere sul fatto che Kuro, se avesse dovuto basarsi solo su quanto vedeva, non se ne sarebbe accorto).
    E adesso Kasumi lo stava guardando sorridendogli leggermente.
    Chissà cosa starà dicendo... magari si sta prendendo gioco di me, per guardarmi a quel modo.
    Pensò il ragazzo, dando un'ulteriore prova di non capire la ragazza.

    È così difficile! Starle accanto, cercare di capirla... a volte vorrei semplicemente lasciarla perdere, ma so che non lo farei mai.
    E qui sospirò. Sì, di nuovo.

    Ma dimmi... è così solo per me o vale per tutti? Ad esempio te con la tua ragazza – manco a dirlo, Haiiro si era dimenticato il suo nome e l'aveva etichettata come “la ragazza di Kuro” – provi mai qualcosa del genere?
    A differenza di Kasumi, ad Haiiro non sfiorò nemmeno l'idea di essere indiscreto o di aver parlato troppo. Ma immagino che anche questo si possa ascrivere al carattere peculiare del ragazzo e alla sua perenne mancanza di attenzione.
     
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    Eh?
    Wow, questa sì che era una domanda inaspettata. Di certo non pensava di passare dai club a questo. La cosa però non le dispiaceva per due motivi: il primo era che Kasumi si stava aprendo un po', il comportamento di poco fa sembrava più legato ad un "obbligo" piuttosto che un comportamento naturale. Il secondo motivo invece era la loro complicata situazione, così strana che questa domanda la obbligò a fare mente locale e a cercare di unire tutti i punti, anche quelli a cui fino ad allora non aveva mai pensato
    B-Beh... È una storia un po' complicata, la nostra... Kuro mi ha tenuta in vita per anni, mi ha salvato una infinità di volte e soprattutto mi ha fatto tornare come ero prima. Io devo tutto a lui, la mia vita, la mia anima, la mia esistenza; la gioia, il dolore, la felicità, la tristezza e tutte le altre emozioni posso percepirle grazie a lui; posso camminare grazie a lui; posso respirare grazie a lui.
    I suoi occhi stavano brillando, quasi come se stesse per piangere ma allo stesso tempo come se stessero scoppiando di gioia e gratitudine e chissà che altro. In alcuni momenti si chiese se non stesse esagerando o se non stesse parlando troppo ma era quasi come una confessione a se stessa e quindi decise di proseguire, non curandosi di quello che stava dicendo e di come lo stava dicendo. Era così presa dal discorso che non si prese nemmeno la briga di controllare il legame mentale con Kuro né tanto meno che cosa stesse pensando lui.
    Potrei continuare ancora per molto, ma credo di aver chiarito abbastanza il concetto... Non so che cosa intenda tu con la parola "speciale" ma, per come la vedo io, Kuro è senza dubbio la persona più "speciale" per me. So che forse non è molto chiara tutta la faccenda ma fidati quando ti dico che è complicata...
    Concluse, con un sorriso un po' smorto per sottolineare l'imbarazzo nel non poterla spiegare.
    ---------------------------
    Wow, Haiiro si stava davvero sfogando. A prima vista non sembrerebbe una persona così, eppure a volte non tutto è come appare. Forse stava anche parlando così tanto perché l'atmosfera glielo aveva permesso oppure perché di solito non sa con chi confrontarsi. Comunque a me fa sempre piacere ascoltare gli altri, aiutarli e dar loro dei consigli, sempre se posso farlo e se ciò rientra nelle mia conoscenze, teoriche e pratiche. Da come la fissava si vedeva quanto lui tenesse a Kasumi e anche da come la conosceva, dicendo che cambia spesso, anche se per me alcuni erano praticamente impercettibili. Per qualche istante mi parve quasi di perdermi nel fiume in piena che era il suo discorso, almeno fino a quando non si rivolse direttamente a me.
    Eh? Con Miuna?
    Rimasi un secondo a pensare, dopotutto dovevo potermi esprimere liberamente senza che lei percepisse. Quindi per prima cosa controllai come era messo il nostro legame mentale e mi accorsi che lei non stava minimamente badando ad esso. Non mi avventurai oltre però, siccome non aveva controllato e non stava controllando stava facendo un discorso serio e io di certo non volevo origliare, non sarebbe stato giusto nei suoi confronti. Tuttavia questo mi diede l'opportunità di parlare a ruota libera.
    No, beh... Io non provo questa sensazione... Non starò lì a spiegarti il perché ma noi possiamo comprenderci oltre l'immaginabile.
    Non potevo di certo dirgli che eravamo mentalmente uniti, era come se stessi barando sotto questo punto di vista.
    Però ci sono comunque delle volte in cui si comporta in maniera irrazionale, illogica. Non credo comunque che sia un problema soltanto tuo, dopotutto stiamo parlando di quella misteriosa razza che sono le donne.
    Sembrava un cliché ma in realtà stavo parlando soprattutto per esperienza personale: Celestia, Kisara, Saeko, la stessa Sachika. Non sai mai in quale momento potranno reagire, dire o pensare qualcosa di profondamente irrazionale. Come quella volta nella stanza di Celestia, oppure quella volta a casa di Sachika, oppure ancora quella volta nella "casa in campagna" con Kisara...
    Tuttavia se potessimo comprendere le donne come se fossero dei libri aperti non ci sarebbe gusto, non trovi?
    Conclusi con una domanda retorica per vedere anche la sua reazione alle mie parole che sembravano molto alla buona ma che sapevano di vissuto.

    Kuro & Miuna
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    Incredibile...
    Quella parola sfuggì dalle labbra di Kasumi, del resto tutto in quella sera sembrava sfuggire al controllo, quasi senza che se ne accorgesse.
    Ma sentendo le parole con cui Miuna aveva descritto il suo rapporto con Kuro, non aveva potuto dire nient'altro. Se qualcun'altra avesse parlato in quel modo, l'avrebbe presa per bugiarda. Dire che il proprio ragazzo è tutto, nella quasi totalità dei casi, è un enorme bugia (anche se si tratta di una bugia per cui anche chi la pronuncia spesso finisce per convincersi sia la verità), ma il tono ispirato del suo discorso e la sua espressione, piuttosto difficile da descrivere, convinsero Kasumi che la ragazza non stava certo mentendo né esagerando.
    Provò persino un pizzico di gelosia per quel rapporto così totalizzante, ma esso svanì presto. Ciò che la legava ad Haiiro poteva essere diverso e meno assoluto, ma per Kasumi era comunque molto importante e speciale. Inoltre, conoscendo il proprio carattere, Kasumi sapeva che non avrebbe potuto sopportare di dipendere totalmente da una persona, fosse anche Haiiro.

    No, la tua vicenda è tutt'altro che chiara – si riferiva a quanto le aveva detto sul fatto che era solo grazie a Kuro che era potuta tornare com'era prima e via di seguito – ma non importa; del resto viviamo in un mondo in cui l'irreale e l'assurdo si manifestano fin troppo spesso. Inoltre, ciò che volevo sapere me l'hai detto: le tue parole su Kuro e la tua espressione sono state sufficienti.
    E Kasumi le sorrise, per rassicurarla sul fatto che la sua risposta era stata sufficiente a chiarirle ciò che le aveva domandato. Ma stavolta nel suo sorriso non c'era nulla di forzato.

    **

    Quindi è così...
    Affermazione, quella di Haiiro, un po' vaga, ma che gli serviva per prendere tempo e riflettere su quanto Kuro gli aveva detto. Aveva confermato, come un po' si aspettava, il fatto che le donne a volte si lasciavano andare a comportamenti che loro (loro inteso come maschi) trovavano inspiegabili e illogici. Se succedeva a lui, che a suo dire era capace di comprendere in modo “inimmaginabile” Miuna, figurati ad Haiiro a cui quella capacità, qualunque fosse, mancava. Riguarda alla sua ultima affermazione...

    Credo che hai ragione. Comprendere a pieno le ragazze non sarebbe soddisfacente...
    Forse il collegamento non era del tutto legittimo, ma ad Haiiro tornò in mente il caso del Divoratore, che aveva cercato di comprendere totalmente la sua ragazza, facendola diventare parte di lui e andando incontro a un risultato disastroso.
    Anche se questo pensiero, quando litigò con Kasumi, non riesce certo a consolarmi...
    Un'ovvietà la sua, ma le cose stavano così. E già che c'era Haiiro sospirò di nuovo.

    Eppure allo stesso tempo, se Kasumi fosse diversa da com'è, più prevedibile e “mite”, chissà se mi piacerebbe così come mi piace ora.
    Probabilmente no.
    Concluse il ragazzo dopo una breve pausa.
    Era forse questo quello che intendevi, Kuro?
     
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    Grazie per la comprensione. Magari un giorno ti racconterò come sono andate le cose, Kasumi. dissi, con sguardo sincero. Ero così contenta di poter socializzare con una persona che per vari motivi sentivo molto affine a me. Era stata forse la sua frase sulle cose irrazionali e inspiegabili? O forse il fatto che aveva compreso il tutto senza troppa difficoltà? Ad ogni modo, ricambiai il suo sorriso.
    Diciamo che io sono la prova che queste cose irrazionali esistono, ma...
    A qual punto, Kuro iniziò a parlare con noi ad alta voce per attirare la nostra attenzione.
    ---------------------------
    Già, era proprio quello che volevo dire.
    Ero contento che Haiiro avesse capito e in qualche modo condiviso la mia opinione. Alla fine era una cosa abbastanza mite e plausibile, ma molti avrebbero preferito il contrario. In qualche modo sentivo quasi il bisogno di conoscere la ragazza, Kasumi. In senso di carattere, intendo. In quel momento notai che ci eravamo un po' divisi, quindi cercai di riunire tutti per proseguire in un discorso incrociato. Diciamo che non ero venuto qui per questo ma in qualche modo una certa persona mi ha influenzato e ora sono molto più curioso di un tempo.
    Ragazze! Vi siete un pochino isolate? Stavate sicuramente parlando di "argomenti che noi stupidi ragazzi non possiamo capire", vero? Forza, venite qui e non fate le asociali!
    Lo dissi in odo scherzoso, per distrarre un po' dal discorso e per vedere fin dove potevo spingermi prima di essere insultato da Kasumi..
    Non mi sembra il caso di fare distinzioni di sesso, dopotutto se siamo qui a coppie oggi ci sarà ben un motivo, non trovate?
    Stavo rincarando la dose, sperimentando i limiti e sperando di non infastidire nessuno.

    Kuro & Miuna
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    Ci conto, scommetto che sarebbe interessante.
    A quel punto il loro discorso fu interrotto da Kuro. Il ragazzo fece notare come si fossero divisi in due gruppi distinti, usando parole piuttosto mordaci. Qualche anima sensibile avrebbe forse potuto etichettarle come “non educate o rispettose”, soprattutto verso una persona appena incontrata. Ma non Kasumi. Per lei erano una sfida.

    Caro Kuro – pur usando il nome si rivolse a lui in modo formale, non per reale rispetto quanto per una forma di ironia – stia sicuro che se noi ragazze dovessimo discutere di tutti gli argomenti che voi ragazzi non avete l'arguzia per comprendere, non basterebbe l'intera serata, né altre cinque di uguale durata.
    Il tono di voce era tagliente e più sarcastico che scherzoso. Non perché se la fosse presa per le parole di Kuro, come poteva dare l'impressione, ma perché quello era il suo usuale modo di rispondere a simili scambi. Cosa che, in altri contesti, non le aveva certo attirato la simpatia altrui.

    Comunque stavamo parlando di un argomento che anche voi potreste comprendere. Infatti, vedendo l'offerta, numerosa e di qualità, qui riunita, ci chiedevamo se tenere o cambiare i nostri cavalieri. Ad esempio...
    Kasumi con un cenno del capo indicò un ragazzo poco distante che aveva adocchiato mentre parlava. Era vestito elegante, come un po' tutti nella sala, ed era di bella presenza, per quanto non sembrasse avere compagnia femminile. Anche se Kasumi lo trovava un po' troppo... come dire... banale, privo di qualche caratteristica che lo contraddistinguesse. Ma del resto serviva solo a distrarre i due ragazzi.
    Stavamo dicendo che quel tipo lì non è affatto male.

    Non è così, Miuna?

    Dicendo questo fece l'occhiolino all'altra ragazza, stando attenta a non farsi vedere da Kuro (diede per scontato che Haiiro non notasse un simile dettaglio). Non era sicura che Miuna fosse il genere di persona che regge il gioco, soprattutto dopo le sue parole su Kuro, ma tentare non nuoce, no?

    Se vi state chiedendo cosa sta facendo Haiiro (che è stato a malapena citato) nel frattempo... beh, è lì fermo a non fare nulla, insicuro su come prendere le parole della ragazza e su come rispondere.
     
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34 replies since 19/12/2014, 01:24   718 views
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