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    Non ero mai stata tanto nervosa quanto quel giorno: finalmente potevo cambiare scuola e andarmene da casa (quei due non riuscivo più a sopportarli, i loro litigi stavano diventando incontenibili e ovviamente dovevo sempre finirci in mezzo io), sperando di riuscire anche a farmi qualche amico - ardua impresa! Ricordo benissimo che la notte prima non riuscii a dormire per l’emozione e la mattina successiva ero talmente stanca che stavo anche per dimenticare la telecamera a casa, ma fortunatamente me ne ricordai proprio mentre stavo lasciando il dormitorio. Come se non fosse abbastanza, all'ansia e al sonno si aggiunse un terzo fattore che segnò definitivamente quella giornata, bollandola come "disastro": "Ma questo dannato posto è enorme!"
    Arrivata a scuola, infatti, mi resi conto della vastità e imponenza degli edifici presenti, che mi misero non poco in soggezione. Essendo troppo timida per chiedere a qualcuno la strada, pensai: "d'accordo Mei, sei grande ormai, devi riuscire a cavartela da sola. E poi, dai, quanto può essere difficile arrivarci?"
    Non l'avessi mai detto, passai i 30 minuti successivi a cercare, senza successo.
    Inizialmente, girovagando senza meta, mi trovai all’entrata di questa enorme arena, che mi affascinò parecchio: così alta da sembrare uno stadio, con delle pareti massicce che facevano ben intendere quanto fosse resistente… ma perché costruirle così spesse? Non serviva mica a contenere forze sovrumane… o sì?
    Dopo essere rimasta incantata da quella struttura possente continuai a camminare, finché non avvistai un caffè e decisi di fermarmi per un po’: era comunque troppo tardi per la prima ora, così decisi di prendere un cappuccino. Per mia fortuna, non lontano dall’ingresso del caffè c’era una mappa di tutto il complesso dell’Accademia Hakoniwa e senza pensarci due volte mi presi del tempo per studiarla e capire dove dovessi andare. Quella mappa sarebbe stata utilissima a chiunque, ma a me no, nossignore, la vostra cara Mei ha il senso dell’orientamento di un porcospino con il raffreddore!
    Infatti azzeccai solo la direzione, dopodiché mi persi di nuovo e pensai di adottare una nuova strategia: seguire gli altri studenti. Riuscii a trovare dei ragazzi che stavano andando tutti nella stessa direzione.
    Dev’essere la strada giusta!” pensai, sicura di me. Decisi di seguirli cercando di non farmi notare, ma ancora una volta sbagliai: a quanto pare erano recentemente cominciate le attività annuali dei vari club e per poco non mi feci prendere a cazzotti dai ragazzi del club di boxe. Disperata e senza speranze uscii dalla palestra e cercai di riprendermi da quella serie di sfortune: “ma non è possibile! Tutte oggi!”.
    Nonostante fossi stanca dopo aver girovagato per tutto il complesso dell’Hakoniwa ormai non potevo fare altro che tenere duro e trovare l’edificio scolastico, dato che l’unica alternativa era cercare di tornare a casa - e con il mio pessimo senso dell’orientamento ci avrei impiegato altre tre ore.
    Continuai a camminare, ormai alla cieca, e senza neanche sapere come arrivai ad un vecchio edificio abbandonato che sembrava davvero una casa stregata, di quelle che si vedono nei film.
    "Ma no, non può essere questo, dalle foto sembrava così nuovo... uffa, devo aver sbagliato strada, di nuovo!" pensai. Quel posto mi dava delle strane vibrazioni, era come se fosse escluso dallo spazio e dal tempo, come nei sogni. Scoprii poco dopo che quel sogno sarebbe finito presto. Sembrava una costruzione abbastanza instabile, come se fosse tenuta insieme da nastro adesivo e colla vinilica. Non volevo avvicinarmi troppo, figuriamoci toccare qualcosa o entrarci.
    "Dovrebbero abbatterla" pensai, "è pericoloso, qualcuno potrebbe farsi veramente male..." sentii dei brividi lungo la schiena, una vocina dentro di me mi diceva che avrei fatto meglio ad andarmene – e forse avrei fatto meglio ad ascoltarla. A quel punto stavo proprio per farlo ma camminando iniziai a sentire dei rumori che provenivano proprio da quella "casa stregata", come ormai l'avevo soprannominata nella mia testa. Mi voltai e presa dalla curiosità mi riavvicinai con cautela all'edificio. I rumori diventavano più forti man mano che procedevo e questo mi incuriosì ancora di più. Volevo sapere, anzi, dovevo sapere cosa stesse succedendo là dentro. Mi fermai e guardai con sospetto il palazzo, quando accadde qualcosa che nessuno mai avrebbe potuto aspettarsi.




    Legenda:
    pensato
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    Ciao! Io sono Alice (chiamatemi Aly per favore) e ho 18 anni.

    Questa è la mia prima esperienza su un forum GdR (su consiglio di Edo che ha insistito anche per essere citato in questa presentazione e quindi caro Edo spero che tu sia contento), quindi sono abbastanza nervosa perché si tratta di una cosa completamente nuova per me.
    Spero di non causare problemi a nessuno, probabilmente all'inizio dovrete sopportarmi un po' perché potrei combinare qualche pasticcio, anche perché ho sempre bisogno dei miei tempi per ambientarmi e imparare (tanto quello che dovrà soffrire di più sarà Edo quindi va bene così).
    Detto questo, spero davvero che potremo andare d'accordo e che potrò contare su voi "veterani" del GdR e se potessi fare qualcosa per voi non esitate a farmelo sapere.
    Sono abbastanza insicura e timida quindi questa presentazione sarà uscita un po' "meh" però non importa.

    Ho anche già preparato la prima scheda del mio primo personaggio, che spero possa essere interessante (a detta di Edo sembra di sì), quindi basterà che mi diciate a chi mandarla per controllare che sia tutto in ordine.

    Grazie a tutti per esservi fermati a leggere questa penosa presentazione e a presto! ^^
2 replies since 24/8/2014
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