[CONCLUSA] Il passato non sempre ritorna... Ma io a volte sbaglio...

Narrazione solitaria

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    Narrazione Solitaria

    Kuro Kamishini
    Nome: Kuro | Cognome: Kamishini | Classe: III S11 | Età: 18 | Sesso: Maschio
    Stava per iniziare la pausa pranzo del secondo giorno. Io e Sachika avevamo optato per un pranzo strategico in mensa e, stranamente, anche i due tizi rossi erano venuti con noi; per tizi rossi intendo i nostri compagni di classe Iguru e Tenki. Sì, proprio QUELL'Iguru, quello che mi aveva minacciato il giorno prima. E ora faceva finta di nulla. Wow, quella Tenki deve avere delle grandi capacità di persuasione...
    Ci stavamo tranquillamente recando in mensa, parlando del più e del meno, nonostante certe volte Iguru mi lanciasse delle occhiatacce. Una volta però Tenki e ne accorse e lo cazziò con un potente pugno in testa che lo fece volare per terra. Insomma, le comiche, manco fossimo in un anime scolastico-shonen pieno di belle ragazze. Sì, perché anche Tenki era una bella ragazza, ma avevo notato la sua attaccatura morbosa a Iguru e quindi penso che ci sia qualcosa tra quei due, il che giustificherebbe anche le sue reazioni, e quindi avevo deciso di lasciar perdere.
    La mensa era molto affollata, come al solito. Dopo un po' di difficoltà dovute a problemi tecnico tattici, sembrava di risolvere l'indovinello del cavolo, della capra e del lupo, abbiamo optato per la divisione in squadre più adatta: io e Sachika dovevamo cercare un tavolo libero e prendere i posti, mentre Iguru e Tenki avrebbero fatto la fila per il cibo. Divisione molto fruttuosa per me. Tuttavia, non sappiamo mai quando il passato arriverà a pugnalarci alle spalle. Ignaro di tutto, dopo aver trovato un tavolo con 4 posti ed aver iniziato a chiacchierare con lei, sentii qualcuno che mi chiamava, qualcuno che era alle mie spalle, ma riuscii a riconoscere dalla voce che si trattava di una ragazza. Ahhh, sono già così famoso che tutte le ragazze mi cercano? Quello fu il mio pensiero, che venne ben presto preso a schiaffi dalla realtà che mi trovai di fronte. Mi girai: la ragazza che mi trovai di fronte era vestita da gothic lolita. Oh, ma in questa scuola c'è qualcuno che indossa la divisa normale? Ma quelli erano problemi secondari, anzi, terziari. Aveva dei lunghissimi capelli di colore nero, divisi in due trecce molto lunghe e particolari da una fascia per i capelli bianca di pizzo, che faceva un bel contrasto con il colore nero intenso dei capelli. Anche le orlature delle calze, che erano nere, erano bianche e di pizzo. Insomma era bene abbinata. Tuttavia il vestito non mi permetteva di capire bene come era piazzata di balconaggio.
    Ehm... Sì? Chi mi cerca? dissi, cercando di capire perché guardare quella ragazza mi metteva addosso una strana ansia e un senso di nostalgia. Soprattutto quando la guardavo negli occhi, quei profondi occhi rossi, che ti risucchiano, ti spolpano vivo. Quegli occhi...
    Ma come, non mi riconosci? Sarà per via del mio nuovo look? O per la tinta ai capelli? Uffa, così mi rovini tutto il divertimento, non ricordandoti di me... rispose, con una espressione un po' delusa e sbuffando, sbattendo le palpebre in modo molto veloce, come se non volesse perdersi nemmeno un'attimo di ciò che stava accadendo. Quegli occhi.
    Quegli occhi... Ebbene sì, me lo lasciai anche sfuggire.
    Vaaa bene, allora facciamo un gioco. Io ti dico alcuni dettagli e vediamo se indovini. Nel frattempo, Sachika stava ad osservare, come se non volesse intromettersi. La sua faccia lasciava trasparire un po' di preoccupazione per me.
    Uhm, da dove posso iniziare... Ah sì! Dunque... Capelli biondi.
    Deglutii in modo abbastanza sonoro ed evidente, mentre la sudorazioni aumentava. Tutte queste reazioni non riuscivo a controllarle, era come se il mio corpo riconoscesse qualcosa di pericoloso che il mio cervello e la mia memoria, invece, mi avevano fatto dimenticare.
    Uhm... Tedesca.
    Sgranai gli occhi, iniziando anche a giochicchiare con il colletto della giacca, per farmi aria.
    Poooi... Scuole medie.
    Qualcosa stava iniziando a riaffiorare alla mia mente e non era nulla di buono.
    EEEE, come ultimo indizio: Celestia!
    DAN DAN DAAAAAN. Questo suono riecheggiò nella mia mente, non so se in modo tragico o in modo comico, oppure tragi-comico. Ora tutto mi fu chiaro e mi passarono davanti agli occhi, in pochi secondi, alcune immagini frammentate di ciò che avevo scordato su di lei, quella Celestia. Ecco cosa mi ricordavano quegli occhi famelici. È arrivato il momento di spiegare a voi cosa successe qualche anno fa, alla scuola media Mitokiwara, anche se io al momento non ricordo tutta la storia per cui lascerò fare ad un altro narratore.

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    Edited by ¬SasoRi - 21/10/2015, 00:44
     
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    Kuro Kamishini
    Nome: Kuro | Cognome: Kamishini | Classe: III S11 | Età: 18 | Sesso: Maschio
    Era più o meno la metà del secondo semestre nella scuola media Mitokiwara. Le giornate trascorrevano tranquille, tra giornate trascorse con gli amici e lo studio. La vita trascorreva tranquilla anche per Kuro Kamishini, un ragazzino abbastanza tranquillo e socievole, che frequentava la III classe della sezione 16; i suoi voti erano buoni e si impegnava molto nello sport. Nella sua classe c'era anche una ragazza, una certa Miuna, che aveva incontrato a inizio anno e della quale si era innamorato. Ah, le prime cotte, quanta nostalgia. Dopo un po' era riuscito a combinare qualcosa e ora stavano insieme da circa 7 mesi. Era una cosa davvero fantastica, Kuro aveva occhi solo per lei. Ma a quanto pare non a tutti andava a genio la cosa. In particolar modo ad una ragazza bionda, con degli occhi rossi che divoravano, che ti assorbivano, che frequentava la stessa classe. Il suo nome era Celestia e possiamo definirla come una ragazza che ha avuto già molti traumi e che questi la hanno cambiata, rendendola mooolto diversa da come dovrebbe essere una ragazzina di quell'età, mentalmente parlando. Era molto curiosa e si era particolarmente interessata a quel Kuro, che però non aveva occhi che per Miuna. Non voleva parlargli di persona, ma dopo così tanto tempo fu costretta a prendere l'iniziativa. Così, dopo lunghe fatiche, trascinò da parte Kuro.
    Senti, hai intenzione di considerarmi, qualche volta, o no?
    Kuro era spiazzato; non aveva mai parlato molto con quella ragazza e ora si beccava la ramanzina da lei.
    Ma veramente non ci siamo mai parlati molto...
    Mpf, a quanto pare non mi hai mai considerata. Ma sappi che io sono molto interessata a te.
    Kuro la scambiò inavvertitamente per una sua spasimante.
    Mi spiace, ma se è questo che vuoi da me non sperarci molto. Io ho già tutto quello che potevo chiedere. disse, guardando dentro la classe nella direzione di Miuna.
    Sei proprio ben preso, eh? Ma facciamo un gioco: cos'è che di solito brilla nel cielo di notte, oltre alle stelle? disse lei, iniziando a mettere una mano nella tasca.
    Kuro era sempre un po' spiazzato, non riusciva a capire che cosa volesse fare quella ragazza, ne tanto mento che cosa significava quella strana domanda che gli aveva appena fatto.
    No, scusa tanto questo cosa c'entra... Comunque, credo sia la Luna...
    EEEESATTO!
    La ragazza tirò poi fuori dalla tasca una carta, anche se non sembrava una normale carta da gioco. Era una carta con sopra raffigurata una Luna. Sì illuminò e Kuro fu come assorbito da questo bagliore. Quando finalmente riuscì a distogliere lo sguardo, i suoi occhi si posarono su quella Celestia e come per magia ne rimase ammaliato, come un marinaio dal canto delle sirene.
    Wow, ma sei bellissima.
    Poi la prese a braccetto. Lei lo trascinò in classe, ridendo sotto i baffi, passando volontariamente davanti a Miuna, la quale, un po' stranita, rivolse la parola a Kuro.
    Ma... Cosa succede, Kuro?
    Udendo quelle parole e quella voce, Kuro si girò di scatto e...
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    Edited by ¬SasoRi - 21/10/2015, 00:46
     
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    Kuro Kamishini
    Nome: Kuro | Cognome: Kamishini | Classe: III S11 | Età: 18 | Sesso: Maschio
    Gli occhi di Kuro si posarono dunque sulla bella Miuna, con i suoi lunghi capelli marroni e fluenti, i suoi occhi violetti, il suo bellissimo viso [IMMAGINE]. La guardò intensamente e rimase così per qualche secondo, dopo i quali scosse più volte la testa.
    Ma cosa... Poi si accorse di essere a braccetto con quella Celestia. Staccò il suo braccio e corse incontro alla ragazza.
    Miuna, perdonami. Non so davvero come sia potuto accadere...
    Celestia, d'altro canto, osservava attenta la scena. Era molto sorpresa dal fatto che Kuro si era liberato dal suo potere, evidentemente i sentimenti per quella ragazza erano davvero molto forti... Però c'era ancora la possibilità della litigata generata dalla gelosia di Miuna. Beh, alla fine dovette ricredersi.
    Ma... Ma... iniziò, come se volesse far partire una scenata; poi si voltò di lato e sorrise, tornando a guardare Kuro negli occhi.
    Ok, ti credo. Cerca di non farlo più, però. Intesi? Poi si avvicinò a Kuro e si aggrappò al suo braccio destro. Kuro era molto sollevato, anche lei teneva davvero molto a lui, così tanto da credere ad una scusa così vuota e insensata. Ma a qualcuno non era piaciuto tutto questo. Non era propriamente arrabbiata, era solo stufa. E proprio questo sentimento fu la causa di tutto. Il giorno seguente, dopo la fine delle lezioni, invitò i due piccioncini nel cortile dietro la scuola, per risolvere una volta per tutte la questione. Miuna non capì molto bene di cosa stesse parlando e a dirla tutta nemmeno Kuro, ma voleva evitare che quella ragazza intralciasse ancora il suo rapporto con Miuna, così si recarono sul posto.
    Celestia si era già recata lì da un pezzo e aveva in mano un'altra carta, con sopra raffigurato un mago; anche questa volta la carta brillava. La aveva utilizzata per analizzare la situazione senza farsi trascinare dalla noia e dalla fretta e per trovare la soluzione definitiva il più presto possibile. Riporto qui l'analisi mentale che ha effettuato:

    Allora, le soluzioni possibili sono tante, come cercare di far cogliere Kuro con le mani nel sacco mentre fa cose poco raccomandabili, fare lo stesso con Miuna, ma la cosa mi risulta più scomoda in quanto anche lei è una ragazza... Un'altra soluzione sarebbe ucciderla, ma è troppo problematica. Nemmeno le altre volte che ho provato ad utilizzare i poteri degli altri Tarocchi sono riuscita a combinare qualcosa di buono. L'unica carta che mi rimane da giocare è...

    In quel momento arrivarono Miuna e Kuro: quest'ultimo si fece subito avanti.
    Allora, che cosa vuoi da noi? la sua espressione faceva trasparire molta rabbia.
    Bene, c'è un tipo arrabbiato qui. iniziò Celestia, riponendo la carta nella tasca.
    Ecco, vedi! Con quelle strane carte luminose mi ha convinto a fare quelle cose! disse lui, rivolgendosi a Miuna.
    Mi chiedo come sia possibile... la sua espressione era molto perplessa.
    Non fatevi certe domande. Ci sono cose nella vita che è meglio non sapere... Comunque, ho provato in tutti i modi a separarvi. Non chiedetemi il perché, è solo che sono annoiata e basta. Ma tutti i metodi "soft" non hanno funzionato, mi costringete ad utilizzare le maniere forti, anche se volevo risparmiarmelo per alte persone...
    Ma che stai dic-
    Celestia tirò fuori tutto il mazzo, che iniziò a fluttuare dietro di lei, formando un cerchio.
    È arrivato il giorno del Giudizio.
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    Edited by ¬SasoRi - 21/10/2015, 00:47
     
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    Kuro Kamishini
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    Celestia passò il dito sulle sue carte, che iniziarono a ruotare vorticosamente. Quella rotazione che lasciò Miuna e Kuro a bocca aperta, non capivano come ci riusciva. Allo stesso tempo, l'aria si era fatta pesante: qualcosa di molto grave stava per accadere. Poi, la rotazione delle carte iniziò a rallentare, a rallentare sempre di più. I due osservavano con maggiore ansia le carte, presto sarebbe successo, molto preso. Rallenta, rallenta e... STOP. Le carte si fermarono. E poi una si illuminò. Quella più in alto nel cerchio. Non si distingueva molto bene la figura, era molto in alto. Però si intravedeva il nome della carta.
    Il Giu...
    ...dizio.
    I due si guardarono negli occhi, per quella che, forse, sarebbe stata l'ultima volta.
    Il bagliore della carta si fece più intenso, sempre più intenso e diventò quasi accecante. Poi, quasi in lontananza, si sentì la voce di Celestia:
    Il... Giudizio.
    E poi, il nulla. Poi, Kuro aprì gli occhi. Ah già, si trovava nel cortile dietro alla scuola. Ma... Per quale motivo, esattamente? Si guardò attorno, confuso. Non c'era nessuno, solo quella ragazza, Celestia. La osservò per un po', ancora mezzo rintronato.
    Ma dove...
    Oh, non preoccuparti, eri solo svenuto, probabilmente un calo di zuccheri. gli rispose lei, con un tono molto serio. Poi gli si avvicinò e lo aiutò a rialzarsi, tendendogli la mano.
    E... Cosa stavo facendo qua?
    Oh, non dirmi che hai battuto la testa più forte del previsto! disse, dimostrandosi seriamente preoccupata. Mi ero appena dichiarata... aggiunse, mostrando finto imbarazzo, abbassando la testa e arrossendo leggermente, unendo le mani dietro la schiena.
    Ah sì? disse lui, scuotendo la testa. Oddio, scusa per non essermi ricordato una cosa simile! Comunque, mi concedi un giorno per pensarci?. Ovviamente, non se lo aspettava, quindi non sapeva proprio cosa dire. E poi, aveva come l'impressione di essersi dimenticato di qualcosa, qualcosa di molto, molto importante.
    V-Va bene... Allora io torno a casa, ok? Ci vediamo domani qui alla stessa ora! disse lei, sfrecciando via con un sorrisone sul volto.
    Ok! A domani!
    Poi, iniziò a camminare verso casa, ma quella sensazione continuava ad accompagnarlo, quella di aver scordato qualcosa di molto importante.
    Arrivò a casa, sempre quella orribile sensazione addosso. Cavoli, gli impediva di riflettere sulla proposta di Celestia! Meglio dormirci su, si sa, la notte porta consiglio, oppure peggio. Difatti quella notte fece una fatica tremenda per addormentarsi. Ma quando ci riuscì, ciò che sognò gli provocò uno shock terribile.
    Era mano nella mano con un'altra ragazza, con i capelli blu-neri, gli occhi blu e un neo sotto l'occhio sinistro. Si ricordò dei molti e bellissimi giorni trascorsi con lei, nei bar, giocando al pc, facendo delle passeggiate al tramonto, lungo il fiume, sedersi su una panchina e osservare il tramonto, con la teste di lei appoggiata sulla spalla dell'altro, il primo bacio. Poi, lei si trovava lì, davanti a lui, e si stavano tenendo per mano. Quando, ad un certo punto, lei si stacca e inizia a correre via, verso l'orizzonte. Kuro le urla di fermarsi, prova anche ad inseguirla, ma per quanto veloce corra non riesce mai ad accorciare le distanze che, al contrario, aumentano sempre di più, fino a quando lei sparisce all'orizzonte. A quel punto Kuro urla in un ultimo e disperato tentativo di riportarla a sé, ma il grido finisce solo per farlo sprofondare in uno spazio buio e vuoto.
    Si svegliò di soprassalto. Tutto ciò che aveva sognato era ancora ben impresso nella sua memoria, come se fosse stato marchiato con il fuoco. Delle lacrime iniziarono a rigare il suo volto.
    Miuna... iniziò a bisbigliare, facendosi poi trascinare completamente nelle lacrime, abbracciando la foto dove un tempo c'erano Kuro e Miuna, ma ora solamente più Kuro. Le lacrime continuavano a scendere copiosamente dai suoi occhi e non aveva la minima intenzione di cercare di fermarle. Andò avanti così per tutta la notte. Al mattino si diede per malato e saltò la scuola. Si chiuse nella camera, continuando a piangere, senza mangiare nulla, senza bere nulla. Non andò nemmeno in bagno. Poi si ricordò che aveva appuntamento con Celestia.
    È tutta colpa sua... disse, con ancora le lacrime agli occhi. Ora si stava riempiendo di rabbia, di odio e di desiderio di vendetta. Senza pensarci due volte, si alzò dal letto, si vestì, prese la sua spada e uscì di casa, senza dire nulla a nessuno. Si recò a scuola, andò nel cortile sul retro e lì trovò Celestia che lo aspettava, seduta su una panchina.
    Ah, sei venuto comunque! Non pensavo, visto che oggi a scuola eri ass- poi si accorse che aveva la spada, che aveva uno sguardo colmo di rabbia e ancora le lacrime agli occhi.
    Oh, avevo previsto questo sviluppo, ma non credevo che ti ricordassi di Miuna così in fretta... aggiunse, con un sorriso malevolo.
    Come osi pronunciare il suo nome!? MALEDETTA!
    E così, Kuro partì alla carica, con la spada sguainata.
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    Edited by ¬SasoRi - 21/10/2015, 00:48
     
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    Kuro Kamishini
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    Ma Celestia sorrise, mentre estraeva una carta dalla tasca: era la carta che raffigurava La Temperanza. Sì illuminò e subito Kuro rallentò la sua corsa, fino a fermarsi.
    Beeeene, ora che ti sei calmato, possiamo parlare tranquillamente... Allora... Come ti sei ricordato di lei?
    Kuro ora era più moderato e prudente, la sua rabbia non era per nulla svanita, ma diciamo che sembrava che si fosse temporaneamente assopita.
    In sogno... Ho sognato tutti i più bei momenti che ho trascorso con lei... Anche se si era calmato, le lacrime continuavano a scendere copiose, gli occhi gonfi dal troppo piangere.
    In sogno? Ma come... In teoria qualche vago ricordo, appena accennato, dovrebbe riaffiorare nella mente delle persone a cui stava più cara, ma solo con il tempo. Com'è possibile che tu in sogno abbia rivisto tutti i momenti trascorsi con lei, nei minimi dettagli? Era davvero perplessa, non riusciva a capacitarsene. Come era possibile? Il suo potere aveva fallito? Oppure qualcos'altro aveva interferito con il processo? Mentre era assorta in questi pensieri, Kuro iniziò nuovamente a parlare.
    Che cosa le hai fatto? Dimmelo, devo sapere che cosa le è successo... La sua voce era singhiozzante, ma ora stava cercando di trattenersi, per fare una conversazione più scorrevole e per ottenere delle risposte dalla controparte.
    Celestia lo guardò intensamente, con quegli occhi rossi che Kuro non avrebbe mai, o quasi, dimenticato. Poi li chiuse e sospirò.
    Vaaa bene. Dunque, ho usato questa. disse, tirando fuori la carta de Il Giudizio dalla tasca. Kuro sobbalzò alla vista di quella cosa, ma lei cercò subito di tranquillizzarlo.
    Va tutto bene, non ti preoccupare. Oramai non posso più utilizzare il suo potere... E comunque... Sto già utilizzando questa. Stava indicando l'altra carta, quella che brillava, quella che teneva tra il medio e l'indice della mano destra.
    Come stavo dicendo, ho usato questa. Il suo potere mi permetteva di cancellare l'esistenza di una persona e tutti i ricordi legati ad essa da tutte le persone che la hanno conosciuta, indipendentemente dalla forza dei sentimenti che le legavano. Poi, come ho già detto prima, in qualcuno qualcosa riaffiorerà... Forse non si rendeva conto della gravità di quelle parole, visto il tono di voce con cui le aveva pronunciate. Forse per lei non erano nulla, ma in Kuro quelle parole risuonarono come un tamburo.
    Quindi, mi stai dicendo che... È sparita... Per sempre?
    Sì. Non c'era esitazione nei suoi occhi, non stava sicuramente mentendo. Anche perché che senso avrebbe avuto mentire?
    Kuro distolse lo sguardo, iniziando a fissare il terreno, con un volto assai cupo.
    E... Perché lo avresti fatto?
    Già, perché lo aveva fatto? Che cosa la aveva spinta a tanto? O meglio, per quale motivo? Forse nemmeno lei ne è pienamente consapevole.
    Celestia, che cos'è che cerchi?
    Una residua sensazione di dolore.
    Celestia, dove la cerchi?
    Nelle altre persone.
    Celestia, cosa stai cercando di raggiungere?
    Questo è ovvio. La fine della spirale di paradosso di questo mondo.
    Il silenzio avvolse poi quel luogo, nemmeno le cicale, gli uccelli o i fastidiosi cani abbaianti osavano interrompere quel momento, così breve eppure così lungo, che non cambiò le loro vite ma allo stesso tempo le cambiò profondamente.
    Solo uno dei due avrebbe potuto rompere il silenzio. Solo uno dei due avrebbe capito che ciò che cercava era una valvola di sfogo per tutto ciò che aveva subito. Solo uno dei due avrebbe capito, con quel breve e semplice ma allo stesso tempo eterno e profondo discorso. Solo uno avrebbe potuto provare a riparare parzialmente al proprio errore.
    Ora metto via questa, ma promettimi che non mi attaccherai di nuovo... Non posso usarne due contemporaneamente e volevo utilizzarne un'altra, per provare a sopperire a questo tuo dolore... disse, scuotendo la carta che ancora aveva in mano.
    Ci proverò...
    La carta smise di brillare e lei la ripose nella tasca, tirando fuori al suo posto una carta, quella che raffigurava Il Mondo.
    Kuro non reagì, riuscì a mantenere il controllo.
    Ora ti spiego come funziona. In pratica questa carta mi permette di "sigillare" una parte della tua memoria. Questo ovviamente non in modo definitivo, certo. E nemmeno infallibile, direi. Diciamo che posso sostituirli con altri ricordi, per farti soffrire sì, ma in modo molto relativo. Ad esempio, posso sostituire tutto questo con il fatto che tu ti sia dichiarato a me ma che io ti abbia "crossato" ad una mia amica perché non ero molto interessata a te... disse lei, fissandolo attentamente, per osservare le sue reazioni alla cosa.
    Non so... Mi sentirei quasi in colpa se mi dimenticassi di lei... Soprattutto dopo tutto quello che abbiamo fatto assieme... Kuro oramai sembrava aver perso la voglia di fare qualsiasi cosa. Non si muoveva quasi, a malapena respirava.
    Anche questo è vero, ma non puoi vivere con il rimorso per sempre, non sei forte abbastanza. Non tutti possono farlo... Questo è tutto ciò che posso fare io per aiutarti. Per poterlo attivare, però, mi serve il tuo consenso. disse lei, cercando di farlo desistere. Non sappiamo se le sue intenzioni abbiano un secondo fine, però. Magari un giorno potrebbe venire a recriminare questo "favore", oppure lo sta facendo per divertirsi o per studiarlo, ma comunque aveva ragione e Kuro lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene. Non ce la avrebbe fatta a vivere così, neanche per sogno. Alla fine, la decisione era semplice, ma dolorosa. L'indecisione era tanta, ma alla fine riuscì a convincersi.
    Hai ragione... Accetto... Va bene tutto cosa hai detto tu...
    Allora iniziamo! La carta iniziò a brillare, un bagliore sempre più accecante, simile a quello del giorno prima. Kuro non riusciva a tenere gli occhi aperti. E poi, il nulla. Quando riprese conoscenza era seduto da solo sulla panchina dietro alla scuola. Poi ricordò: era appena stato "crossato" da quella ragazza, Celestia.

    Il resto, beh... Lo sapete. Quello che non sapete è che Celestia cambiò scuola il giorno dopo, consapevole del fatto che quel muro nella sua testa non sarebbe durato molto se lei fosse rimasta nei paraggi.

    E ora, torniamo al presente.
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    Non che io ricordassi propriamente tutto quello che vi ho raccontato, ma ricordavo solo alcuni particolari, proprio come se ci fosse qualcosa che mi impedisse di ricordare tutta la vicenda e se mi sforzavo mi veniva un gran mal di testa.

    Intanto Celestia era rimasta lì ferma, in piedi davanti a me, sorridente, come se fosse in attesa di qualcosa.
    Non ricambierò il tuo saluto così cordiale, cara mia... iniziai, appoggiandomi la mano destra sulla fronte, sintomo di un principio di mal di testa.
    Beh, di certo non mi aspettavo questo! disse lei, sempre sorridendo Stavo aspettando per vedere la tua reazione e per verificare lo stato del muro... Che a quanto pare sembra che inizi a vacillare... Molto bene!
    Non sapevo più cosa pensare... Muro? Vacillare? Che cosa significavano queste parole? Mentre la mia testa si riempiva di domande e di dolore, lei saltellava attorno a me.
    Ti prego, smettila... Vattene...
    Oh sisi, è proprio quello che volevo sentirmi dire! Questo tuo astio non fa che rafforzarmi e indebolire il muro che ti separa dall'abisso, dalla follia. Ben presto ricorderai cose che ti faranno cambiare il tuo modo di vedere il mondo e chissà, forse anche quello di vedere gli altri.
    Con quella sua strana affermazione, pronunciata con un tono solenne e sempre più piano, fino a ridursi quasi ad un sibilo, un insieme indefinito ma minaccioso di parole, quasi come un campanello d'allarme, iniziò ad allontanarsi dal mio tavolo. Poi si girò nuovamente.
    È stato un piacere rincontrarti, Kuro!
    Non posso dire che la stessa cosa valga per me... questa fu la mia risposta, alla quale lei sorrise e si allontanò. Non riuscii ad udire, tuttavia, le sue ultime parole.
    E lo sarà ancora di più osservare la tua disfatta...
    Sachika sembrava alquanto perplessa, ma forse io stesso lo ero ancora più di lei.
    Era una tua amica?
    Beh, non proprio... Non saprei bene come definirla...
    La testa stava quasi per scoppiarmi, non riuscivo nemmeno più a formulare una frase di senso compiuto...
    Scusami, Sachika. Non mi sento molto bene, vado in camera a sdraiarmi... Dillo anche agli altri...
    Borbottai quelle ultime parole mentre mi alzavo a stento e uscivo dalla mensa. Alzai poi lo sguardo e poco lontano, davanti a me, vicino alla finestra del corridoio, vidi una ragazza che indossava una uniforme diversa da quella della Hakoniwa e che mi sembrava di conoscere da molto tempo, ma della quale, allo stesso tempo, non ricordavo nulla, nemmeno il suo nome. Sbattei le palpebre e... PUF. Era sparita, lì dove fino a poco fa si trovava quella ragazza sospetta non vi era altro che la polvere accumulata sul pavimento, messa in luce dal Sole che filtrava dalla finestra.
    Devo andare a riposarmi... Ora ho anche le visioni...
    In cuor mio, tuttavia, sapevo che qualcosa dentro di me stava cambiando, più precisamente dentro la mia testa, solo che in quel momento non volevo ancora accettare la realtà e cercavo di mentire a me stesso, forse per proteggermi da un eventuale trauma passato e dimenticato? Solo il tempo mi avrebbe rivelato la risposta.
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    FINE

     
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    AF's Master of the End
    La Luce

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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Bene, un'altra narrazione che arriva al suo termine. Devo dire che questa è stata davvero molto bella, mi ha intrattenuto ed appassionato nella lettura. In un colpo solo hai introdotto un tuo nuovo png ed hai ampliato la storia personale del tuo pg ottenendo nuovi spunti di narrazione, il tutto scritto correttamente e con impegno. Potrei dilungarmi ancora, ma non lo farò.

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6 replies since 17/7/2013, 00:48   133 views
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