[SOSPESA]Missing in Action

multipla chiusa

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    Narrazione multipla chiusa per ×Bittu× e .Micael.


    Era una mattinata tranquilla, il sole era bello alto nel cielo limpido e stava asciugando il terreno ancora bagnato per la pioggia della notte precedente. Le lezioni stavano procedendo come al solito nell'istituto Hakoniwa ed erano finalmente giunte alla pausa di metà mattinata. Tutti gli studenti si stavano riversando all'esterno delle loro classi per incontrare i propri amici delle altre classi, mangiare qualcosa o semplicemente sgranchirsi un po' le gambe con una passeggiata.
    Anche il nostro Tatsuya non era stato da meno ed aveva approfittato della pausa per uscire a gironzolare un po', come del resto faceva tutti i giorni. Non che avesse una qualche meta nelle sue peregrinazioni, semplicemente vagava per la scuola lasciandosi trascinare dagli altri studenti e sentendo quello che non dicevano. Ad un tratto però gli eventi di quella giornata presero una piega differente. Mentre camminava vide, tra la folla, una ragazza con i capelli corti e verdi che correva nella sua direzione. Non ci fece molto caso, semplicemente si spostò per evitarla, però anche lei si era spostata nella stessa direzione ed i due finirono per scontrarsi finendo rovinosamente a terra. Tatsuya era un po' confuso, si era mosso in anticipo eppure non era riuscito ad evitarla, però la sua preoccupazione per le condizioni della ragazza era maggiore.

    Certo che corri proprio forte....stai bene?

    Il tempo di rivolgerle questa domanda e la ragazza si era già rimessa in piedi.

    Si si, sto bene. Scusami per averti colpito, ma ora non ho tempo....
    E si rimise a correre.
    Tatsuya era sorpreso da tutta quella fretta, ma pensava di non doverci far troppo caso, avrà avuto i suoi motivi. Tuttavia,mentre stava per riprendere il suo cammino vide a terra una lettera, molto probabilmente era caduta alla ragazza di prima. In preda alla sua curiosità, aprì la busta e tirò fuori due fogli, uno più grande che costituiva la lettera vera e propria ed uno più piccolo.
    Lesse la lettera, che in verità era una e-mail stampata.

    CITAZIONE
    “Ciao cara, va tutto bene?
    Deve essere dura per te esserti trasferita per la prima volta nel dormitorio della scuola, quindi ieri per farti assaporare un po' l'aria di casa ho preparato dei biscotti. Te li porterà in mattinata, prima dell'inizio delle lezioni, il tuo fratellino. Gli manchi tanto, sii gentile con lui. Con affetto
    Mamma”

    Lo stile di scrittura sembrò un po' strano a Tatsuya, ma capì il succo del discorso: c'erano dei biscotti.
    Prese e lesse l'altro foglietto.

    CITAZIONE
    “Ho una richiesta per voi. Questa mattina prima delle lezioni doveva arrivare il mio fratellino, ma non è mai arrivato da me. Non abitiamo molto lontano e quindi lo hanno fatto venire da solo, però ora non so dove sia ed a casa non risponde nessuno. Sono preoccupata, per favore aiutatemi a trovarlo. Sono Tsukino Miata, classe 2 sezione 1”

    Era una richiesta per il Medaka Box.
    La ragazza andava così di fretta per mettere la richiesta nella scatola. La situazione era piuttosto preoccupante ed aveva senz'altro catturato l'attenzione di Tatsuya; decise di andare a parlare con la ragazza alla fine delle lezioni, visto che in quel momento non c'era abbastanza tempo per ritrovarla ed intessere una conversazione.



    Quando finalmente il professore li lasciò andare, Tatsuya si precipitò alla classe di quella ragazza per parlarle, ma non la trovò. Si avvicinò ad una ragazza dai lunghi capelli viola e le disse.
    Scusa il disturbo, sto cercando Miata Tsukino per parlarle, ma in classe non c'è, hai per caso idea di dove possa essere? Ah...dimenticavo le buone maniere, sono Tatsuya, piacere di conoscerti.

    Edited by .Micael. - 26/2/2014, 21:41
     
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    mic mi spiace, sono costretto a usare la tastiera inglese, le lettere accentate no ci sono, spero che capirai comunque :asd:
    Isako siedeva in classe, nel suo solito banco di fianco alla finestra, aspettando l-inizio delle lezioni con abbondante anticipomentre correggeva gli errori che, sempre pi\ di rado, si accorgeva di aver commesso facendo i compiti del giorno. Quella mattina la seduta di plastica blu della sedia della sua postazione era stranamente dura rispetto agli altri giorni, e il fastidio al didietro e alla schiena di Isako, sempre pi\ maltrattati, la costringeva a cercare sempre pi\ spesso una nuova posizione in cui il dolore sparisse, o per lo meno si attenuasse, finch[ non trov; l-equilibrio perfetto e pot[ smettere di muoversi come una posseduta da questa a quella parte della seggiola.
    La campanella era suonata da qualche istante quando il professore fece la sua entrata in aula. L'anziano ometto, sempre pi\ mingherlino, secondo Isako, si avvi; verso la cattedra a passi lunghi, ma estremamente lenti, come una marcia funebre. Quando finalmente giunse al di l' del massiccio bancone si appoggi; con entrambe le mani al bordo, e si sporse pericolosamente in avanti. Con il collo leggermente chino verso il basso cominci; a fissare con occhi vispi tutti gli studenti seduti nell-aula, muovendo solo gli occhi, senza scomporsi minimamente. La leggera inclinazione aveva permesso ai suoui sottili occhiali rettangolari di scendere sul naso ricurvo del professore, il ch[ gli donava un'aspetto ancora pi\ severo di quello che gi' non possedeva. Quando ebbe finito di scrutare i ragazzi. si schiar= la gola, e con voce roca e pungente esord=: "Ottimo, nessuno assente. Iniziamo.".
    Probabilmente quelle seguenti furono per Isako le ore di storia pi\ martorianti della sua vita, un po- per la stanchezza che l-umidit' che la pioggia del giorno prima aveva portato, un po' per la seduta della seggiola, che aveva ripreso a fare male alla sua schiena. La campanella di met' mattinata fu come una visione angelica per Isako. Non vedeva l-ora di uscire da quella macchina di tortura che la stava costringendo ad ingobbirsi, magari per fare un giretto e parlare con le amiche. Mise un piede fuori dal suo banco, quando improvvisamente ebbe un sussulto. Si arrest; immediatamente quando vide davanti a lei una velocissima ombra sche le schizzava sotto gli occhi, saltando con un agile, quanto elegante, salto la gamba di Isako, protesa per azzardare un passo e alzarsi dalla sedia. Solo dopo qualche istante Isako pot[ vedere di che cosa si trattava. Era Tsukino Miata, una sua compagna dai capelli stranamente corti e verdi, l-esatto opposto di Isako, che, dal fondo dell-aula, dal posto dove sedeva, si dirigeva a una velocit' forsennata verso la porta, e quindi il corridoio. "ma che cosa dovr' fare di tanto urgente?"
    cercava di sopprimere la curiosit' sfrenata, in fond era una sua compagna di classe, avrebbe potuto tranquillamente chiederglielo pi\ tardi anche se non erano proprio amiche e non si conoscevano particolarmente bene, forse repulse a vicenda per via del loro aspetto cos= tando differente.
    Comunque il buonsenso, forse la prima volta nella sua vita, prevalse sull'ossessivo bisogno di sapere tutto, sicuramente anche per merito della improvvisa sete che colp= la gola di Isako, che, da un momento all-altro, si ritrov; completamente asciutta, secca.
    Il corridoio era occupato per tutta la sua lunghezza da un fiume di studenti, e un mare di parole e sussurri si levevano dalla massa, creando suoni sordi e una confusione insolita.
    Isako si diressse decisa verso la fontanella che si trovava proprio in fondo al corridoio, davanti alle scale che portavano al piano inferiore. Con un rapido e dolce movimento del polso si raccolse tutti i lunghi capelli viola, che dopo aver girato su loro stessi per compattarli in una sorta di treccia, lasci; cadere sulla schiena, mantre, piegata sulla fontanella, beveva lunchi sorsi d-acqua, senza per; riuscire ad attenuare la sensazione di sete. Il liquido era segnato da un leggero odore di cloro, e il sapore che Isako sentiva non era altro che quello del metallo arrugginito, come il sapore di un coltello. Ma non smetteva di bere; la sete le faceva sentire un dolce e insolito sapore in bocca assieme al ferro, miele, il fresco sapore che lascia la sete dopo essersene andata.
    Solo al quinto sorso si rese conto di una cosa strana. Aveva la faccia rivolta verso la scala, e proprio l=, davanti all-inizio del corridoio, stava un bambino.
    La faccia de ragazzino era sovrastata da una terribile espressione di terrore, e la sua postura non nascondeva timidezza e paura. Isako, un po' impietosita e intenerita da quella vista, blocc; il corso dell-acqua, si alz; dalla fontanella e con il fare pi\ rassicurante possibile gli si avvicin;, mentre, nello scensere i graini, un grosso ragazzo lo urt; e il bimbo si prese un grosso spavento.
    "ehi piccolo, ti sei perso?"
    il bambino tremava, ma anche se visibilmente scosso, rispose con un filo di voce alla domando di Isako
    "ehm... credo... credo di si"
    "oh, non ti preoccupare, ti aiuter; io" gli fece lei con un grande sorriso a occhi stretti.
    in quel momento per; le cadde l-occhio sull-orologio. La campanella sarebbe suonata a breve, e di sicuro quella iena della professoressa di matematica non avrebbe tollerato nemmeno un minimo ritardo.
    Cos= Isako si sent= costretta ad accompagnarlo solamente nel gabbiotto del bidello, dicendo al piccolo di chiedere a lui per ogni cosa, non appena avesse fatto ritorno alla suo postazione.
    Il piccolo non la prese molto bene, e, l-aver visto una persona che le ispirava fiducia abbandonarlo cos= lo terrorizzava ancora di pi\. Isako si sent= in dovere di dargli una spiegazione.
    "mi dispiace tanto lasciarti qui, ma la campanella sta per suonare e io devo tornare in classe. vedrai, il bidello ti aiuter' ad orientarti."
    poi gli si avvicin;, si pieg; sulle ginocchia, gli fece un grande sorriso a tutti denti, e gli sussurr; alcune parole incomprensibili all-orecchio, mentre i suoi occhi si velavano di luce verde acqua. con ritrovato coraggio, il ragazzino trov; la forza di rispondere. "d'accordo, mi fido"
    Isako non si rendeva conto di quello che avrebbe potuto portare usare la sua anormalit' di coraggio sul piccolo, perci; si avvicin; a grandi passi alla sua aula. Matematica la aspettava.
    Quando finalmente le lezioni ebbero fine era libera di saperne di pi\, ora la sete non l-avrebbe fatta desistere dal suo intento...
     
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    [“Quando finalmente il professore li lasciò andare, Tatsuya si precipitò alla classe di quella ragazza per parlarle, ma non la trovò. Si avvicinò ad una ragazza dai lunghi capelli viola e le disse.
    Scusa il disturbo, sto cercando Miata Tsukino per parlarle, ma in classe non c'è, hai per caso idea di dove possa essere? Ah...dimenticavo le buone maniere, sono Tatsuya, piacere di conoscerti.”]

    Questa era la scena che Tatsuya aveva visto e rivisto nella sua testa mentre attendeva che la lezione finisse. Sulla descrizione della ragazza aveva preso l'antitesi estetica della ragazza che aveva visto. Effettivamente sulla parte di precipitarsi verso la classe ci prese in pieno, il problema era un altro.

    Ma...qui non c'è nessuno! Non è possibile!

    Controllò meglio e si accorse di essere davanti alla classe 1 sezione 2.

    Ho sbagliato!?! È ancor meno possibile!!

    Eppure gli era successo. La campanella di fine lezioni era suonata, c'era troppa gente, Miata a quel punto si era molto probabilmente già catapultata fuori dalla classe, quindi tornare indietro non sarebbe stato utile.
    Ma doveva riuscire ad incontrarla, se voleva davvero aiutarla a ritrovare il fratellino aveva bisogno di parlarle per avere ulteriori informazioni e per cercare di tranquillizzarla, o magari scoprire che era tutto risolto. Ma quali possibilità aveva?
    Tatsuya si diresse velocemente davanti alle scale che portavano al piano terra, dalle parti del gabbiotto del bidello, del quale non aveva una buona visuale a causa della folla.

    Dovrà per forza passare di qua, in qualche modo riuscirò a beccarla.

    I propositi erano buoni, però c'era davvero tanta gente e vedere una persona specifica in quella confusione era difficile.

    Non ho altra scelta. Disattivazione Limitazione.

    In quel preciso istante un turbinio immane di emozioni, pensieri, intenzioni, paure, speranze, curiosità e dati di ogni genere invase la sua mente. Un immenso flusso dal quale sembrava impossibile riuscire a capire qualcosa, tranne che per lui.

    Quella no...quest'altra neppure...questi devono essere pazzi per volerlo fare davvero...questo mi fa paura...quelli mi credono pazzo per stare in mezzo al corridoio all'orario d'uscita...queste mi trovano carino, cosa interessante ma non è il momento opportuno...

    Le percezioni erano le più disparate, ma lui doveva filtrare tutto in cerca di qualcuno con nella mente il pensiero fisso su un bambino scomparso, o magari direttamente il pensiero del bambino e la sua paura per essersi perso.

    Dove sei? Tanto ti troverò comunque.
     
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    Hisako
    Tanaka

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    " Devo trovarlo! Ushi-sama, qualche idea?"
    Dal suo Yokai nessuna risposta, ma per prima cosa doveva oltrepassare la marea di studenti che creavano un vero e proprio "tappo" nel corridoio, che impediva ogni deflusso di persone.
    "Ma che..."
    Quel giorno, ironia della sorte, i ragazzi che stavano uscendo dalla struttura sembravano essere raddoppiati e in mezzo alla confusione era impossibile riuscire a vedere un bimbo o almeno qualce indizio. Il piccolo poteva essere dovunque, e Hisako ne era unica responsabile. Si sentiva in dovere di ritrovare quel bambino, per principio, ma soprattutto per sensi di colpa, ma la fila si muoveva a rilento, e, considerato che l'aula di Hisako si trovava alla fine del corridoio ci avrebbe messo una vita ad arrivare alle scale.
    "Se solo questi maledetti corridoi fossero più larghi!"
    Passo dopo passo la tensione aumentava, e considerato che era autunno, Hisako si preoccupava in modo molto forte riguardo al piccolo, tanto che riusciva solo a pensare come avrebbe potuto cercarlo, trovarlo e aiutarlo, come invece non aveva fatto qualche ora prima.
    Finalmente arrivò all'altezza del gabbiotto del bidello, dove l'aveva lasciato e sperava che fosse ancora.
    "Deve essere qui, deve essere qui!"
    Hisako pensava così mentre, ad occhi chiusi pieni di speranza, entrava nell'area riservata all'inserviente. Qui, non fece nemmeno in tempo a fare un passo che pestò il piede ad una persona. Aprì di colpo gli occhi, ovviamente non sperava che fosse il bimbo, ma era comunque molto sorpresa che qualcuno stesse lì dentro.
    "Oh no! ti prego scusami, davvero non l'ho fatto apposta..." continuò senza pensare a quello che diceva: "il fatto è che sto cercando un bimb... una cosa... perdonami, devo scappare"




     
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    poi sistemo con la scheda :shiranui:


    Il piano di localizzazione di Tatsuya non era male per presupposti ed anche per l'attuazione, l'unico problema che stava riscontrando in quei momenti era la folla, una marea sempre più esagerata di gente che continuava ad urtarlo; se non fosse stato per la sua continua lettura delle intenzioni che gli consentivano di minimizzare gli impatti muovendosi al giusto momento e nell'esatta misura sarebbe molto probabilmente stato travolto da quell'onda di studenti stanchi ed affamati, una inarrestabile armata di adolescenti sudaticci che andavano a scontrarsi con lui che stava quasi immobile quasi nel mezzo del corridoio.

    Così non va, sto sprecando troppa capacità per evitare l'orda. Mi serve un posto più tranquillo.

    Fortunatamente era proprio dalle parti del gabbiotto dei custodi, in quel momento vuoto. Non ci pensò due volte e vi entrò subito, almeno lì avrebbe potuto concentrarsi unicamente su quel che gli serviva. Ed infatti la soluzione sembrò funzionare visto che riuscì a rintracciare una fonte di pensiero dedicata ad un bambino scomparso ed era difficile che nello stesso giorno si fossero persi nella scuola due bambini diversi. Cercò di capire a che distanza fosse da lui per poterla vedere ed avvicinarla, in due avrebbero potuto lavorare meglio. Si concentrò sull'individuazione e vide che la fonte non era lontana, si stava avvicinando di gran carriera. Vicina, sempre più vicina...

    Ahi!

    Abbastanza vicina da pestargli un piede. Si girò e si trovò davanti una ragazza.

    Però!

    Sembrava una ragazza piuttosto “particolare” ma la sua bellezza era innegabile.

    "Oh no! ti prego scusami, davvero non l'ho fatto apposta, il fatto è che sto cercando un bimb... una cosa... perdonami, devo scappare"

    Fu molto sbrigativa nello scusarsi e nel congedarsi. Tatsuya già sapeva che era lei, la parola a metà da lei pronunciata non fece altro che confermare ulteriormente le sue percezioni. Tuttavia era di fretta e stava davvero per andarsene. Guidato dalla One Heart, riuscì ad afferrarle la mano delicatamente per cercare di fermarla senza rischiare di farle male.

    Aspetta, non fuggire. Sto cercando anche io quel bambino, mi sono scontrato con sua sorella questa mattina ed ho appreso tutto. In due potremmo avere più possibilità di trovarlo.

    Sperava che l'averla presa per mano non la facesse urlare per un presunto rischio di molestie o la portasse ad attaccarlo/schiaffeggiarlo. Lo avrebbe dovuto intuire con la One Heart ma certe volte con le ragazze anche una percezione infallibile potrebbe non essere accurata.

    Per caso tu l'hai visto?

    Si affrettò ad aggiungere. Se avesse avuto una sua immagine in memoria sarebbe potuto essere d'aiuto. Non si era ancora presentato, ma non ne aveva certo avuto il tempo.
     
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    Chiusura forzata. ×Bittu× e .Micael. ottengono EXP: 5
     
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