[CONCLUSA] [QUEST FANTASY] Parte 1: Forgotten's Ruins

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    Ma siamo finiti in un Fantasy?!


    wYShrqo




    Per qualche motivo oscuro, Atomos, sovrano dei 5 Regni Magici, ha trasportato nel suo mondo alcune persone con capacità straordinaria, strappandole alla loro dimensione originaria. Ben presto le persone coinvolte verranno convocate al suo cospetto e ogni cosa verrà spiegata. I vostri poteri subiranno una rielaborazione per adattarsi al meglio alle caratteristiche di un mondo ad ambientazione fantasy come quello dei Regni Magici di Atomos e verranno decise dai master partendo dall'anormalità di base del giocatore, oppure se proprio volete elaborare qualcosa voi, anche se esula del tutto dalla vostra anormalità, siete liberi di farlo, ma essa deve comunque essere approvata da un master e il numero di abilità è proporzionato al numero di sviluppi e sottosviluppi sbloccato, ma questo ve lo spiegherò bene in un secondo momento, ora ho sonno :asd:

    Numero di partecipanti: 6-8, per non rallentare troppo la cosa;
    Obiettivo: Ruolare in questo strano mondo fantasy nel quale i pg sono capitati.
    Fine: Una volta sconfitto il boss della dimensione parallela.




    COSE DA FARE:
    -Siccome si cambia mondo, si cambia anche aspetto: potete scegliere un nuovo prestavolto in tema fantasy che sarà legato ai vostri nuovi poteri. Non deve per forza essere simili al vostro prestavolto precedente e non deve nemmeno per forza essere dello stesso sesso, avrete molta libertà sotto questo punto di vista. Dovrete comunque postare qui l'immagine in questione quando sarà richiesto;

    -Il nome e il cognome del vostro pg dovranno rimanere gli stessi, anche in caso di cambio sesso, per evitare confusione; tuttavia potrete dargli un soprannome a vostro piacere, sempre legato alle sue capacità nel nuovo mondo;

    -Come ho detto prima, il nuovo potere deve essere legato al mondo fantasy ma non per forza al vostro potere originario; se non avete voglia di crearvelo ci penserà il master, ma sarà inevitabilmente tratto dalla vostra anormalità. La modalità con cui ci si crea un nuovo potere segue la divisione in classi: potete scegliere una qualunque classe di un qualunque gioco/gdr ecc fantasy, senza limitazioni. Una volta scelta una classe, dovrete scegliere delle abilità legati alla stessa (prese o meno dalle abilità della classe, ma ricordate di non prendere solo le più potenti, in quanto queste stancano molto di più il vostro pg) che saranno poi il vostro modo di combattere e le vostre tecniche speciali, per così dire. Il numero di queste abilità è dato da
    CITAZIONE
    TOT EXP del vostro pg / 15= numero abilità per classe

    Arrotondato sempre per difetto

    fino ad un massimo di 3 abilità per classe.

    -È inoltre possibile ottenere più classi: il numero totale delle vostre classi è dato da:
    CITAZIONE
    TOT EXP del vostro pg / 50= numero di classi

    Arrotondato sempre per difetto

    fino ad un massimo di 3 classi per pg. Per sapere il numero di abilità della vostra seconda classe basterà effettuare lo stesso calcolo del punto precedente solo sottraendo 50 exp al totale degli exp ottenuti dal vostro pg; per la terza classe invece basterà sottrarne 100.




    AVVERTENZE:
    -Siccome questa narrazione potrebbe essere abbastanza lunga è probabile che essa venga divisa in più parti, al termine di ciascuna delle quali verrà assegnata dell'EXP ai giocatori; è inoltre possibile anche che nuovi giocatori possano iscriversi nelle parti successive.

    -Proprio per questo sarebbe meglio se conservaste la vostra scheda fantasy da qualche parte, magari anche nel topic della vostra scheda principale.

    -In questa role è possibile che i vostri pg muoiano, anche perché esistono particolari oggetti in grado di farli tornare in vita, ma questo vi verrà spiegato poi meglio durante la role stessa dal re Atomos.




    Per ora non mi viene in mente altro, se avete proposte fatele :sisi:

    Edited by ¬SasoRi - 7/11/2013, 18:17
     
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    Altera
    Un gran trambusto. Quello che stava succedendo nella sala principale del castello avrebbe lasciato a bocca aperta chiunque. E così fece: tutti i pochi soldati rimasti osservarono la scena sgranando gli occhi e strepitando, increduli. Un grandissimo cerchio magico era stato disegnato sul pavimento della grande sala, spostando tutti gli oggetti che sarebbero stati d'intralcio al rituale magico e che si potevano vedere sparsi casualmente per la stanza o ammassati in qualche angolo sempre alla rinfusa, come se tutto fosse stato preparato con molta fretta. Un colossale soldato con l'armatura bianca e una ascia nella mano destra osservava la scena mostrando anche un velo di eccitazione e di compiacimento. Sospeso a mezz'aria, a circa 4 metri da terra, c'era quello che sembrava un'angelo, se solo non avesse avuto le ali nere, come la cenere; la carnagione era dello stesso colore, così come il vestito con il cappuccio che indossava. Parti di armatura intrise di magia interrompevano quell'armonia di colori come chiazze grigie e luminescenti, emanando bagliori azzurri. Il volto, seminascosto dal cappuccio orlato d'oro, era misterioso e imperscrutabile, ma si notavano subito gli occhi, o meglio quelli che dovevano essere occhi; le orbite erano completamente bianche ed emanavano una luce rossastra molto forte e prepotente. Giaceva in una posa alquanto strana, legata al particolare rito magico che stava praticando.
    Poi, una luce invase la stanza. La luce che oscurò tutto.
    Nessuno riuscì a tenere gli occhi fissi e aperti sul cerchio magico. Nessuno tranne l'angelo nero, che bisbigliò a bassa voce.
    Finalmente... L'antico rito si è compiuto..
    Rumore. Un rumore quasi assordante, che fece piegare a metà i soldati dal dolore, mentre cercavano invano di coprirsi le orecchie.
    E come era arrivato, tutto sparì in un ultimo lampo di luce azzurra.
    Al centro del cerchio, dove prima non c'era nulla, ora si trovavano 7 guerrieri, spaesati, confusi, alcuni in pose assurde, come se fossero appena caduti da cavallo, altri increduli. Gente con pesati armature, gente con lunghi bastoni magici, gente con libri, con spade, gente che emanava luce e gente che emanava oscurità.
    L'angelo nero discese davanti a costoro e iniziò a parlare.
    Benvenuti ad Altera. Vi stavo aspettando con molta ansia. Ma permettetemi di presentarmi. Io sono Atomos, re di Altera e delle dimensioni magiche e questa è la mia corte. Non riesco a trovare un modo corretto per esternare la mia costernazione per non aver saputo risolvere le controversie con le nostre sole forze e per aver chiamato in causa persone del tutto estranee a questo conflitto quali siete voi, estraniandole addirittura dalla loro dimensione.
    Fece una pausa, girandosi e dando le spalle ai guerrieri appena arrivati.
    Tuttavia, dato che oramai il dado è tratto vorrei spiegarvi qualcosa di più, credo che anche voi abbiate un sacco di domande da farmi, ma prima devo farne una io, una a ciascuno di voi.
    Si girò nuovamente verso i guerrieri e li indicò uno alla volta, rivolgendo a tutti la stessa domanda.
    Qual è il Vostro nome? Come descrivereste la vostra vita nel vostro mondo in poche parole?
    Re Atomos avrebbe poi atteso la risposta di ognuno di loro per riprendere a parlare.
    Molto bene, ora è il mio turno. Ma prima vorrei che ci spostassimo nella sala del trono, molto meglio protetta anche da attacchi magici e mentali.
    Fece loro un cenno con la mano, un gesto che li invitava a seguirlo. Poi guardò il guerriero gigante con l'armatura bianca e l'ascia. Non si parlarono nemmeno, ma lui capì quello che il suo padrone voleva dirgli e si accodò ai nuovi arrivati, ponendosi come chiudi fila e scortandoli lungo i vasti e luminescenti corridoi che conducevano alla Sala del Trono. Dalle grandi finestre si poteva intravedere uno splendido paesaggio, immerso nel verde e circondato da nuvole; già, proprio nuvole. Altera era un'isola sospesa nel cielo.



    Allora, ecco l'ordine di post:
    Alex-switch-sasori-bittu-cello-spugna-micael

    Nel prossimo post descrivete un po' come si sente il vostro pg e rispondete alla domanda, per poi seguirlo nella sala, magari guardando anche dalle finestre :asd:


    Edited by ¬SasoRi - 9/11/2013, 15:24
     
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  10. † Âlex's Sabe® †
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    Galatea Milkovich


    "Parlato" - "Pensieri" - "Parlato altrui"



    Era una giornata come tutte le altre, ovvero calma e tranquilla per Galatea, che stava semplicemente andando a scuola come faceva tutti gli altri giorni dell'anno.... Era uscita dal suo appartamento e si era avviata verso l'edificio scolastico camminando abbastanza velocemente dato che era in ritardo (come sempre oserei sottolineare) ma ancora non sapeva che quel giorno non sarebbe andata a scuola come previsto, il destino l'avrebbe portata da tutt'altra parte, un luogo in cui nessuno si immaginerebbe mai di andare.

    Durante il suo viaggio si accorse di qualcosa che non andava.... Come se le mancasse qualcosa, aveva una strana sensazione

    "Eppure.... Io sento che mi manca qualcosa.... Come se...." Pensò Galatea... "Ma certo! Che scema! Sono ancora in ciabatte!" E con grande sconforto Galatea si maledì per essersi svegliata tardi e aver fatto tutto di fretta... Ora doveva tornare indietro; iniziò a correre, altrimenti sarebbe stata in un ritardo ancora peggiore se non si fosse sbrigata!

    Mentre tornava indietro a gran velocità non si accorse che per strada vi era un tombino che sporgeva e così facendo si inciampò e cadde rovinosamente per terra, rischiando di distruggersi braccia, ginocchia, mani... Insomma farsi veramente male! Tuttavia prima di toccare terra accadde una cosa stra ("ASSAI strana" Avrebbe sottolineato Galatea tempo dopo narrando l'accaduto) il terreno intorno si illuminò tutto di una luce accecante, e all'improvvisò tutto quello che c'era intorno scomparve...

    La ragazza si ritrovò a fluttuare nel bel mezzo di uno spazio fatto di pura luce ("Un po'come quei film fantasy in cui il protagonista fa un viaggio attraverso spazio e tempo in quei tunnel dai colori sparaflashanti!") che sembrava un vero e proprio tunnel; solo dopo un po'Galatea si accorse che si stava muovendo a grande velocità e non solo! Mentre si muoveva si accorse anche di un cambiamento che stava avvenendo a livello del suo corpo... Si stava trasformando!

    "Nono qui c'è qualcosa che non va! Com'è che mi sto accorciando?!" Esclamò stupita la ragazza, sentendo al contempo una specie di formicolio alla testa; si afferrò di scatto i capelli e stavano cambiando anche loro! Accorciandosi, arricciandosi alla punta e diventando di un castano molto chiaro.... Galatea non era confusa... Di più, non capiva cosa le stava succedendo, dove stava andando e perché stesse cambiando in quel modo! E soprattutto si stava arrabbiando.... Era appena stata dalla parrucchiera accidenti!

    I suoi vestiti subirono lo stesso identico trattamento, trasformandosi in colore e cambiando completamente... Una gonna e una canottiera "Ma questo è rosa! Dai su ma non lo sanno che lo odio?!" Tutto era confusionario, assurdo, anzi più che assurdo, non ci capiva veramente più nulla! Di fianco a lei iniziò a fluttuare una piccola sfera di luce dorata e scintillante. Galatea si guardò i piedi e le sue ciabatte erano state trasformate in due stivaletti "Wow! Allora non hanno proprio cattivo gusto come pensavo!" e nel frattempo la sfera di luce si illuminò ed al suo posto apparve un'arma, un bastone a due punte ornato da delle parti metalliche... "Ok questo potrebbe essermi utile! Aspetta che trovi il responsabile di questo casino!"

    Pareva che il tunnel stesse giungendo al termine, si intravedeva la fine! Confusa, spaventata, arrabbiata, incuriosita... Galatea non sapeva più quante emozioni stava provando in quel momento, pensava che la sua testa potesse esplodere da un momento all'altro! E mentre pensava tutto ciò si ritrovò catapultata in un castello (Atterrando ovviamente di faccia sul pavimento!)ai piedi di un essere alquanto strano, in una posa strana vestito con un'armatura strana ("Abituatevi, era tutto strano!" Racconterà poi Galatea) ed un gruppo di altre persone, chi in armatura, chi con bastoni e spade, chi spaventato, chi arrabbiato.... Anche se aveva l'impressione di conoscere già alcuni di loro... Che strano...

    Il tizio che li aveva trascinati in quel posto iniziò a parlare "Benvenuti ad Altera. Vi stavo aspettando con molta ansia. Ma permettetemi di presentarmi. Io sono Atomos, re di Altera e delle dimensioni magiche e questa è la mia corte. Non riesco a trovare un modo corretto per esternare la mia costernazione per non aver saputo risolvere le controversie con le nostre sole forze e per aver chiamato in causa persone del tutto estranee a questo conflitto quali siete voi, estraniandole addirittura dalla loro dimensione.
    Tuttavia, dato che oramai il dado è tratto vorrei spiegarvi qualcosa di più, credo che anche voi abbiate un sacco di domande da farmi, ma prima devo farne una io, una a ciascuno di voi. Qual è il Vostro nome? Come descrivereste la vostra vita nel vostro mondo in poche parole?"

    Galatea si rialzò da terra già arrabbiata per la caduta, sperava che essendosi teletrasportata l'avrebbe evitata e invece niente... E iniziò a parlare con quel tizio dallo strano aspetto:
    "Io mi chiamo Galatea, e onestamente non capisco cosa ci facciamo qui... Non so affatto quali siano le vostre controversie ma credo che lei ci debba parecchie spiegazioni per averci trascinato in questo posto sconosciuto... Non ho mai sentito nessun luogo chiamato Altera, ne tanto meno ho mai sentito parlare di lei, Atomos... Chiedo scusa per i miei modi poco garbati ma potrà capire che non è semplice fare un "viaggio", se così si può chiamare ovviamente, simile e mantenere la calma... Nessuno ci da la garanzia che lei non voglia ucciderci o peggio... Se dovessi descriverle la mia vita in poche parole me ne basta una: incasinata. E dubito che le interessi altro onestamente." Disse Galatea all'uomo "Re o non re credo che lei ci debba molte e tante spiegazioni... E avrei un bel po'di domande da farle anche io!"

    Con questa bella presentazione dovuta al suo brutto carattere (anche se anche voi sareste per lo meno spaventati da un fatto simile) seguì il re assieme agli altri nell'altra stanza... Un luogo molto ampio, con grandi finestre che lasciavano intravedere la terra circostante... Galatea si avvicinò ad una di esse e vide un luogo meraviglioso: prati verdi, colline... Erano in un enorme castello, quindi quello doveva essere veramente un re... Osservando in lontananza vide delle nuvole... Che quella fosse un'isola fluttuante? Era impossibile... Non potevano esistere isole in grado di restare sospese nel cielo.....

    "Anche se dopo questo viaggio... Dubito che possa esistere qualcosa di impossibile!" pensò meravigliata e stupita allo stesso tempo la ragazza, dopo di che si voltò dando le spalle alla finestra, in attesa che anche gli altri si presentassero e che il re rispondesse alle loro domande, osservando in tanto i cambiamenti che aveva subito entrando in quel mondo.
     
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    GRAY GURUGASHI



    Erano le 8 e mezza di mattina, la lezione a scuola era già iniziata, ed io ero ancora nel letto. Svegliatomi di soprassalto per un rumore proveniente da fuori (probabilmente un camion o qualcosa del genere) decisi sul momento che non sarei per niente andato a scuola quel giorno.
    Aaahwn... Caspita, non pensavo di non riuscire a svegliarmi... Potevi avvertirmi te, no?! Veramente quando dormi non riesco a parlarti... E' come se sono spento. Mh, vabbé...
    Mi alzai dal letto, e, prendendomela comoda, andai in cucina a prepararmi un bicchiere di latte con i biscotti.
    Finito di fare colazione, andai sul divano per guardarmi la televisione, seppur non cercavo nulla in particolare.
    Ehi- Ngh... sento qualcosa che mi sta-... risucchiando! Ma che dici, cretino... Ascolt-!!! Sisi, falla finita ora, so che ti annoi li dentro, quindi mi limiterò ad ignorarti.
    B non rispose più per circa 2 minuti.
    Bene, a quest'ora tra pochi minuti dovrebbe cominciare quel programma dove fanno a botte! Vediamo... il telecomando...Eccolo!, dissi prendendolo in mano, raccogliendolo da sotto il divano.
    Non appena stavo per premere il pulsante per cambiare canale, mi sentii come paralizzato.
    U-Uh? ma che diav-...!!, improvvisamente tutte le pareti della mia casa cominciarono a brillare di una luce bianca ed intensa, fino a non far vedere più il mio corpo per tutta la luce presente ed abbagliante.
    Accecato da quella luce, non riuscii a capire cosa stesse accadendo, ma sentii qualcosa che mi copriva il mento fino a metà collo, tipo una bandana, e sentivo inoltre il peso di un telo sulle spalle, che, toccando nella mia cecità, realizzai che fosse un mantello, che mi arrivava fino alle cosce.
    Sentii un calore avvolgere tutto il mio corpo, che fu però brutalmente spezzato da una caduta di sedere su un pavimento durissimo.
    Ahia...! Cos'é questo odore strano? Non sembra quello di casa mia..., dissi mentre i miei occhi stavano pian piano riacquistando visibilità.
    Strofinandomi gli occhi, notai altri ragazzi di mia conoscenza li vicino a me, ed un bastone dalla strana forma buttato a mezzo metro da dove ero "atterrato".
    Perché questo bastone ha un aria cosi familiare..? Raccoglimi deficiente, che aspetti!?!? Uh!? Che cavolo è sto coso?! E chi può essere secondo te!? Indovina un po chi non ha un corpo ed è stato tramutato in questo pezzo di legno?! (*mpf*), Ehilà B! (*mpf*), dissi tenendo la bocca chiusa per evitare di sbottare a ridere.
    Raccolsi B e tornai in piedi, cercando di capire dove mi trovavo.
    Furbo, non è la nostra dimensione, se ancora non ci sei arrivato..., lo guardai un attimo, e dopo aver trattenuto nuovamente le risate, tornai serio, accettando ciò che mi aveva detto.
    Uno strambo tizio apparentemente capace di fluttuare grazie a delle ali da angelo, si avvicinò al nostro gruppo.
    Benvenuti ad Altera. Vi stavo aspettando con molta ansia. Ma permettetemi di presentarmi. Io sono Atomos, re di Altera e delle dimensioni magiche e questa è la mia corte. Non riesco a trovare un modo corretto per esternare la mia costernazione per non aver saputo risolvere le controversie con le nostre sole forze e per aver chiamato in causa persone del tutto estranee a questo conflitto quali siete voi, estraniandole addirittura dalla loro dimensione., dopo una piccola pausa, continuò... Tuttavia, dato che oramai il dado è tratto vorrei spiegarvi qualcosa di più, credo che anche voi abbiate un sacco di domande da farmi, ma prima devo farne una io, una a ciascuno di voi. Qual è il Vostro nome? Come descrivereste la vostra vita nel vostro mondo in poche parole?
    Tsk, ecco un altro che non si fa gli affari suoi... Sta zitto!, dissi a bassa voce per azzittirlo. Riprendendo a parlare, mi rivolsi verso quell'angelo. ...Io mi chiamo Gray Gurugashi, e questo bastone in teoria sarebbe il mio "fratello gemello"... Presentami per bene! Si, anche lui ero un umano in passato, però vabbé, lasciamo stare questi dettagli... Quindi in teoria ci hai "invocato" dalla nostra dimensione per farti aiutare negli affari tuoi, giusto vecchio? Bhe comunque sia, se ti interessa tanto come sia la mia vita nella mia dimensione, bhe... mmh... Niente di che, mi fa pena. Su questo siamo d'accordo, anch'io reputo che la tua vita faccia pena. Esatto...Come..!? Esatto un cavolo, ma pensa per te!
    Dopo la presentazione di tutti, ci dirigemmo, seguendo questo suddetto Re, in un'enorme sala, piena di vetrate dalle quali si poteva scorgere il paesaggio circostante... Wooah! Ma che bell-...a... vista? Ma che diavolo, stiamo in cielo!!??, dissi appiccicandomi contro la prima vetrata che osservai, cercando di guardare al meglio quel panorama mozzafiato ed improbabile nella dimensione a cui siamo abituati. Ehi, ehi! Alzami, fammi vedere anche a me! S-si!, dissi mettendo B attaccato alla vetrata.
    in quel momento ignorai per circa 10 secondi tutto ciò che il Re e gli altri avrebbero detto, restando sbalordito e continuando a sbavare davanti quella vista.
    Psst, Gray..., disse B, sussurrandomi... Che c'è? Ma... tu esattamente cosa saresti? In che senso cosa sarei scusa? Cosa intendi dire? Voglio dire... Hai un mantello, una sorta di fazzoletto legato al collo e... me? Cioé, io sarei la tua anormalità, non ti pare strano che sia stato "scollegato" dal nostro corpo? Caspita è vero! Ora che sto provando ad usarla, mi accorgo che la mia anormalità è inesistente... Però è strano... Se non avessi un anima all'interno, che nella nostra dimensione saresti tu per il 50%, non potrei vivere. Dunque immagino che questo cambio di aspetto sia legato a qualcosa che stiamo ignorando... Bhe, andiamo ad ascoltare ciò che ha da dire il Re, magari cosi capiremo qualcosa in più..., Dissi, avvicinandomi al gruppo e al re.


    Edited by switch; - 20/11/2013, 00:38
     
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    Kuro Kamishini
    Nome: Kuro | Cognome: Kamishini | Età: 18 | Sesso: Maschio
    Mattino, prima lezione del giorno: ore 8:00 in punto.
    Dopo un risveglio un po' disastroso gentilmente offerto dalla casa di produzione Nizuki Onisaka -se ve lo state chiedendo stava gironzolando per la stanza balbettando qualcosa di incomprensibile e indossando un costume da macaco, con tanto di banana in mano- e dopo una colazione gentilmente rovinata sempre dalla cara casa di prod/distruzione Nizuki Onisaka -se ve lo state chiedendo mentre saltava come un pazzo ha colpito il tavolo, facendo cadere tutto quello che c'era sopra in pieno stile Final Destination- mi diressi verso la scuola, affamato, assonnato e pensieroso. Ma non era ancora finita qui. La lezione era appena iniziata quando mi accorsi che la mia vescica stava giocando ad Acchiappa la Talpa. Per colpa di tutto quel casino mi son dimenticato di andare in bagno...

    Uscii dalla classe, direzione bagno maschile, secondo piano, porta di destra.
    Ma guarda chi se ne va in giro per i corridoi già di prima mattina!
    Non ero ancora del tutto abituato a questa cosa e trasalii anche, guardandomi attorno come se fossi inseguito da uno stalker.
    Ehi, dove stai cercando! Lo sai che sono dentro la tua testa...
    Già... Sai non è facile abituarsi
    Lo so! Ma comunque...
    Fatto sta che non smise di parlare un attimo, nemmeno una volta raggiunto il bagno; non riuscivo a svolgere i miei bisogni considerando che una ragazza dentro la mia testa mi stava parlando e soprattutto, credo, guardando. Era una sensazione stranissima e che si sarebbe rivelata problematica per i giorni a venire. Rimasi lì, davanti al gabinetto, per circa 10 minuti, fermo, aspettando che lei la smettesse di parlare ma soprattutto sperando di abituarmici. Alla fine ci riuscii ma fu una delle esperienze più spiacevoli che io abbia mai vissuto. Non appena ebbi finito di lavarmi le mani, calò un improvviso silenzio ed era quasi strano.
    Sta per succedere qualcosa.
    Devo preoccuparmi? No perch-
    Luce. Tanta luce. Fui quasi sbalzato all'indietro, mentre vorticavo in un tunnel senza tempo o almeno lo percepivo. All'improvviso mi sentii pesante, molto pesante. Sentii il rumore del ferro, il suo forte odore, un ruggito lontano, una luce rossa, il rumore di una spada sguainata. Poi? Poi mi ritrovai in una "stanza" -dico così perché sarà stata alta almeno 5 metri e lunga 20- di quello che sembrava un castello medievale, con tutte le decorazioni del caso. Non ero solo; c'erano altri ragazzi che sembravano spaesati quanto me, dei soldati sbigottiti, un colosso con un'armatura bianca e un angelo nero cenere che svolazzava davanti a noi. E anche io avevo addosso una pesante armatura, nera come la notte e una spada nel fodero sul fianco sinistro.
    Ma cosa cazz... Ehm, A? Per caso sai dove siamo?
    La risposta tardò un po' ad arrivare e la sentivo quasi più lontana del solito.
    Ah non ne ho idea ma... Non voglio dirti nulla, di sicuro quello strano tizio davanti te vi spiegherà tutto, ma ti giuro che non puoi nemmeno immaginare che cosa è successo...
    Quelle parole -o pensieri?- mi spaventarono un po', ma poi l'angelo iniziò a parlare, spiegando relativamente poco o niente. Prima voleva che rispondessimo ad una sua domanda. Evidentemente, dalle due risposte precedenti, aveva prelevato della gente dall'accademia Hakoniwa, visto che conoscevo gli altri due e probabilmente anche gli altri.
    Ehi, ragazzi, ci rincontriamo... Comunque, io sono Kuro Kamishini, 3 anno, sezione 11, piacere.
    Feci un breve inchino, anche se non era proprio facile, visto che non mi ero ancora abituato molto all'armatura. Dopotutto era comunque un re e sembrava pure figo e potente, per cui meglio trattarlo bene.
    Non ho idea del perché sia finito qui ma... Se dovessi descrivere la mia vita, beh, direi che è quella di un tipico liceale giapponese appassionato di manga e ragazze, dedito alla nobile arte del kendo da tempi immemori e burlone di prim'ordine, anche se ultimamente le cose si stanno lievemente complicando...
    Il mio primo pensiero si rivolse verso la ragazza nella mia testa, A.
    A quanto pare sono sempre nei tuoi pensieri!
    Se voleva essere una battuta non faceva ridere...
    Dai su, meno serietà...
    Una volt che tutti ebbero risposto alla domanda, Re Atomos ci invitò a seguirlo, diretti verso la sala del trono. Anche il colosso bianco di prima venne con noi. Lungo i corridoi, molto luminosi per via delle maestose finestre, si riusciva a scorgere il mondo esterno: un'isola verde sospesa nel cielo. Questa era Altera. Non bastano le mie parole per descrivere le emozioni che provai in quel momento, solo A poteva capirle a pieno e difatti le condivise ma senza nemmeno dover parlare, era come se ognuno percepisse tutto quello che l'altro provava e sentiva. Alcuni flash di inquadrature da fuori il castello comparvero nella mia mente, come se stessi guardando con gli occhi di qualcun altro.
    Che gran casino...
    coded by ©JackGaunt
     
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    Hisako
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    Nome: Hisako
    Cognome: Tanaka
    Appellativo: l'Elletta
    Classe: Evocatrice
    Sesso: Femmina
    Età: 17

    Narrazione
    ...Eh? Da quanto tempo sono qui? Non ricordo come ci sono finita, non ricordo chi sono. Cerco di trovare qualcosa nella memoria, ma trovo solo delle immagini sfocate e velate da una nebbia troppo fitta per vedere qualcosa: i ricordi si confondono e la nebbia si espande. Sto sognando? No. Ho capito cosa sono, sono sola, e parlo da sola perchè la mia mente non si disperda nella nebbia. Apro piano gli occhi. Non vedo. C'è troppa luce qui. Ma dove sono? Sono morta? Ho freddo. Perchè non sto indossando nulla? Perchè continuo a fare domande se non c'è nessuno che può rispondere?
    Chi è quello? Cos'ha sulla schiena? Perchè mi viene incontro?
    Lui si avvicina, io sono ancora lì che fluttuo rannicchiata, con gli occhi semichiusi perchè ho paura di aprirli, però più lui si avvicina più la mia schiena si apre e smetto di fluttuare. Alla fine mi ritrovo in piedi. Sono leggera qui, non sento il peso del mio corpo. Alzo piano lo sguardo e lo vedo. È bellissimo. È un angelo dai capelli lunghi e bianchi. Si, è certo, sono morta e lui è venuto a prendermi.
    Invece mi alza il mento con due dita. Un lungo e potentissimo brivido mi corre per tutto il corpo. La mia mente si riempie di nuovo e la nebbia sparisce. Ora ricordo tutto. Ma cosa succede ai miei capelli? Stanno... si stanno arricciando, stanno formando boccoli. Cambiano colore? Sì, lo stesso bianco dei capelli dell'angelo mi si sta propagando dalle punte su tutti i capelli ormai mossi. L'angelo mi porge qualcosa, è un libro, un grande libro molto decorato, in pelle colorata di blu e indaco, con tante placche in argento lucente. Non so cosa fare, quindi lo prendo, e sento sui dorsi delle mani i fronzoli dei segnalibri che si trovano nei volumi antichi. Appena lo tocco lo spazio intorno a me si riempie di una polvere lucente, cerco una risposta negli occhi dell'angelo. Una sola risposta, una misera consolazione rispetto a tutte quelle che mi stanno passando per la mente in questo momento. Ma da lui non mi arriva nessuna risposta, rimane impassibile, lo sguardo malinconico e gli occhi inespressivi. La polvere. Si sta agglomerando. Mi rendo conto di essere ancora senza vestiti solo quando la polvere argentata si posa sul mio corpo. mi trovo vestita di pura luce, sensazione che non ho mai provato primma e probabilmente non proverò mai più, una luce bellissima piena di vita, i riflessi argentei danzano sul mio corpo, e ora non ho più freddo. La polvere se ne va. Vorrei dirle "No! Non ancora, resta qui!" ma le mie parole rimangono chiuse tra i denti. Ora sono vestita... indosso un abito molto strano, è degli stessi colori del libro. Mi piace, non so perchè, cioè è stranissimo, però mi piace.
    L'angelo mi guarda e io faccio altrettanto, cercando complicità nel suo volto, ma prima ancora che io possa dire una parola lui mi mostra la fine di un rotolo, una pergamena, che gli stava attorno al braccio. Mi dice che sono "L'Eletta", ma io non capisco, non so nemmeno cosa voglia dire. Ha una voce molto bella, in realtà è un melodioso intreccio di tre o quattro voci profonde con alcune note metalliche. Mi sarebbe piaciuto ascoltarlo ancora, ma mi disse solo questo, poi mi chiuse gli occhi con le sue dita.
    Ancora vuoto. Sembra di essere ritornata a fluttuare rannicchiata, niente disturba la mia quiete e il mio sonno. Mi chiedo se l'angelo è ancora lì, davanti a me. Sto per aprire gli occhi, ma mi fermo: se lo facessi rovinerei la magia, e ascoltare il suono del silenzio più assoluto ancora per un po' non mi dispiacerebbe affatto.

    Una voce ovattata, ricca di mille echi e distorsioni, prima impercettibile poi sempre più alta di volume mi sveglia; pian piano si definisce il suono, e le parole sempre più scandite. Sono sempre nella posizione di prima, appoggiata elegantemente sulle punte dei piedi, ora coperti fino alla caviglia da degli stivali indaco, la testa è così come l'aveva lasciata l'angelo, con il mento alto e fare fiero. Sento ancora il libro stretto nelle mie mani, appoggiato sulle cosce. Apro violentemente gli occhi.
    "...costernazione per non aver saputo risolvere le controversie con le nostre sole forze e per aver chiamato in causa persone del tutto estranee a questo conflitto quali siete voi, estraniandole addirittura dalla loro dimensione.
    Tuttavia, dato che oramai il dado è tratto vorrei spiegarvi qualcosa di più, credo che anche voi abbiate un sacco di domande da farmi, ma prima devo farne una io, una a ciascuno di voi.
    "

    A parlare è un altro angelo, questo ha le ali nere però, ed è sicuramente più eloquente di quello che ho incontrato poco fa.
    "Qual è il Vostro nome? Come descrivereste la vostra vita nel vostro mondo in poche parole?"
    Vicino a me ci sono altri sei ragazzi e ragazze, qualche tratto mi risulta familiare, ma non penso sia il momento di pensarci troppo, e sono la prima a rispondere:
    "Nel mio mondo la mia vita è ...varia. Io sono Hisako Tanaka" ho un attimo di incertezza, poi, ricordando i le parole dell'angelo, riprendo più sicura di prima:"... "L'Eletta"."





    Edited by ×Bittu× - 13/11/2013, 23:25
     
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    Goro Nishimura
    Goro stava passando quella che per lui era una giornata tranquilla, ovvero lui che si stagliuzzava per ottenere nuovi campioni dalla mattina alla sera.
    Passò delle ore a far tutto ciò, prelevando sangue e campioni di tessuto, nonché alcuni organi che non fecero tardi a rigenerarsi, insomma, la solita roba che farebbe venire gli incubi a Freddy Krueger.
    La mattina passò in fretta per lui, durante i suoi lunghi esperimenti e, finalmente, verso pomeriggio finì il tutto, mettendolo da parte per ulteriori studi in futuro, dopodiché, ripulì il tutto senza lasciare traccia alcuna.
    Mentre pensava a che altro fare, Goro iniziò a camminare avanti e indietro per la sua stanza, cercando di pensare, finché, ad un certo punto, tutto si ricoprì di una luce molto intensa, prendendo Goro non alla sprovvista, di più e, senza dargli il tempo di dire qualcosa, il tutto gli si avvolse intorno e lo portò con se, sparendo nel nulla.
    Goro si ritrovò in quello che si poteva definire un lungo tunnel senza luce, nulla illuminava ciò che stava attraversando se non una luce verde, un verde malaticcio e putrescente che, a poco a poco, gli si scagliò contro sotto forma di fiamma, bruciando, senza però danneggiarlo, i suoi vestiti e la sua pelle e prendendone il posto, dandogli l'aspetto di un piccolo demone.
    Tutto ciò confuse non poco lo stupefatto Goro che, man mano che andava avanti nel tunnel, vide altre fiamme dirigersi contro di lui, colpendolo e prendendo la forma di vari pezzi di armatura man mano che lo toccavano, terminando il tutto con una palla di fuoco che lo prese in volto, ricoprendolo con un'elmo che nascondeva ogni tratto del suo viso leggermente mutato.
    Infine, una colonna di fuoco rosso gli si parò davanti, rimpicciolendosi sempre di più fino ad ottenere la taglia e la forma di un grosso spadone a due mani dalla lama dotata di un colore rosso come la forgia che l'aveva creata, spada che, seguendo il proprio istinto, subito afferrò, facendo sua.
    D'un tratto, tutto si illuminò di un chiaro azzurro per poi sparire e lasciarlo in quello che era un nuovo mondo, il regno di Altera, come lo chiamò Atomos, il Re che si era appena presentato a loro, sì, perché non era l'unico ad essere stato catapultato in un altro mondo.
    Lui era in ginocchio con la spada usata come appoggio, era ancora rintontito dal vi-rintontito?!

    "Aspetta, non dovrei sentirmi così, Evolution...Evolution non c'è..."

    Per qualche istante il cuore gli andò a mille e il respiro si affannò, l'anormalità senza la quale non riusciva a stare, la particolarità con cui era nato, era sparita, e con essa la sua naturale, nonché gelida, calma.
    D'istinto tirò un pugno al terreno, assai arrabbiato, non riusciva a credere di essere stato privato così, dal nulla, della sua anormalità, di ciò che lo rendeva quello che era.
    Decise di calmarsi, gli mancava solo di farsi dei nemici nel bel mezzo di una corte, corte che sembrava aver bisogno di loro, da quel che disse il Re, il quale sembrò non aver finito.

    "Tuttavia, dato che oramai il dado è tratto vorrei spiegarvi qualcosa di più, credo che anche voi abbiate un sacco di domande da farmi, ma prima devo farne una io, una a ciascuno di voi.
    Qual è il Vostro nome? Come descrivereste la vostra vita nel vostro mondo in poche parole?"


    Avrebbe pensato ad infuriarsi più tardi, ora era meglio levarsi da quella situazione a lui sconosciuta.

    "Io sono Goro Nishimura, della mia vita non deve interessarvi niente..."

    Era scontroso...cioè, più del solito, forse nemmeno lui se ne rendeva conto, ma era tutto dettato dal grande nervosismo che l'assenza di Evolution generava in lui.
    Dopo le presentazioni, capì di essere in presenza di molti suoi conoscenti, compresi Kuro e Tatsuya, cosa che lo aiutava a pensarci meno, ma non del tutto.
    Il Re li guidò verso una stanza che lui riteneva più sicura, facendoli passare per un enorme corridoio con delle finestre che davano sull'esterno, facendo ammirare il mondo in cui erano...e l'altezza a cui si trovavano.

    "Siamo in cielo...perfetto, non so perché, ma prevedo problemi da questa situazione..."

    Mentre li seguiva verso tale stanza, quasi d'istinto fece ritrarre la lama alla sua spada, rendendola un bastone di metallo leggero, facile da trasportare sul retro della schiena, sorprendendo anche se stesso, dopodiché fece per avvicinarsi a Kuro e Tatsuya.

    "Beh, almeno ci siamo tutti..."

    Suonava sempre nervoso, era diverso dal solito "serio e freddo", ora era un "serio e irascibile", una cosa che avrebbe potuto prendere alla sprovvista i propri compagni, per non parlare del suo nuovo look, variato solo nel vestiario, nell'aspetto fisico e nella muscolatura.






    Edited by CellO_o - 10/11/2013, 15:59
     
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    da casa mia?

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    Zeshin:parlato; Pensato
    Sat: Narrato; Pensato
    Altre persone: parlato

    Salve a tutti, qua è “Telecronaca Sat”, dove Sat non sta per Saturno, ma per il mio nome!
    Anche oggi il nostro caro mangia-fuoco si è svegliato, piedo di sonno come chissà cosa. Il giorno prima è rimasto sveglio fino a tardi per prepararsi ad una verifica. Perché? Perché ha preferito stare tutto il pomeriggio a giocare alla PSP questo stupido.
    Risultato? Il suo cervello non connette e le uniche parole che riesce a pronunciare non sono parole, ma suoni gutturali. Detto questo, visto che è finito il super quark sulla vita media del ragazzo (si, capita molto spesso), lui si dirige a scuola. Arriva, si siede, prende i libri, posiziona sotto i libri che servono in quell'ora i libri che deve studiare per la verifica e fa finta di stare attento.
    Giustamente, il cretino si è scordato di fare il solito incontro con wc del suo appartamento. Per fortuna che il prof era di buon'umore e lo lasciò uscire. Una volta fatto tutto questo, con me che gli continuo a dare dolcemente del cretino, succede un fat...

    Sat? Sat? Saaaaaaaat? Yeeeee, è partito.
    Allora, qui è il vostro narratore che vi parla. Vi tranquillizzo subito, Sat non è sparito (purtroppo), ma è stato catapultato da un'altra parte.
    Comunque, mentre Zeshin stava tornando dal bagno, un cerchio comparve sotto i suoi piedi e... flup, lo risucchiò.
    Il povero ragazzo si ritrovo immerso in un nero tangibile, ma liquido. Però riusciva a respirare, anche se questo liquido nero entrò dentro di lui tramite bocca, che aveva aperto per urlare, e naso.
    Fu tutto molto strano, perché si senti come bruciare dall'interno come se il suo corpo stesse cambiando. Poi il nero divenne rosso e infine il ragazzo chiuse gli occhi.
    Una violenta caduta di culo per terra lo riporto al presente. Quando aprì gli occhi si aspettava di vedere il corridoio della scuola, o ancora meglio, le pareti della sua camera, ma no. Si trovo davanti il soffitto di un salone grande chissà quanto. La prima boccata fu dolorosa, ma la seconda fu dolce come il miele. È distesa a pancia in su, con le gambe piegate a lato. Nella mano destra sente che ha in mano qualcosa di duro e inorganico, mentre sente che ha addosso un cappuccio. Non sente il freddo del pavimento se non con le braccia e le gambe, eppure l'aria gli suggerisce che ha anche la pancia scoperta e sente che tra la sua schiena e per terra c'è un pezzo di stoffa.
    Però sente anche altro. Ovvero un peso sul petto. Un peso che si alza e abbassa con il torace.
    Ancora spaesato si alza, mettendosi a sedere. Il peso si sposta verso il basso e poi rimane sospeso per aria. Lentamente abbassa lo sguardo e... ci rimane spiazzato.
    Primo pensiero: non ci posso credere.
    Secondo pensiero: perché mi sono spuntati queste cose?
    Terzo pensiero: però sono carine.
    Quarto pensiero: mi hanno fatto un'operazione mentre ero svenuto?
    Quinto pensiero: perché non sento niente in mezzo alle gambe?
    Signori e signore, ecco a voi: Zeshina!
    Già. Zeshin è diventato una ragazza, con i capelli castani che escono dal cappuccio rosso fuoco che è calato sulla sua fronte.
    Ha indosso un reggiseno rosso fuoco e una specie di gonna con due spacchi laterali. Le gambe hanno due calze che gli arrivano a meta coscia e ai piedi sono protetti da dei sandali.
    Finalmente vede cosa ha nella mano destra: un lungo bastone di un materiale che sembra legno ma al contatto sembra... pietra? Comunque ha delle parti in oro e vanta di uno stupendo rubino in cima.
    Usa quello per aiutarsi mettersi in piedi, visto che non riesce ad governare bene questo nuovo corpo.
    Appena riuscì a mettersi in piedi una strana persona iniziò a parlare. Si potrebbe identificare come un angelo, viste le ali. Però questo “angelo” ha le ali nere, stessa cosa la sua pelle, o almeno quella poca pelle visibile grazie all'armatura e al cappuccio.
    Benvenuti ad Altera. Vi stavo aspettando con molta ansia. Ma permettetemi di presentarmi. Io sono Atomos, re di Altera e delle dimensioni magiche e questa è la mia corte. Non riesco a trovare un modo corretto per esternare la mia costernazione per non aver saputo risolvere le controversie con le nostre sole forze e per aver chiamato in causa persone del tutto estranee a questo conflitto quali siete voi, estraniandole addirittura dalla loro dimensione.
    Tuttavia, dato che oramai il dado è tratto vorrei spiegarvi qualcosa di più, credo che anche voi abbiate un sacco di domande da farmi, ma prima devo farne una io, una a ciascuno di voi.
    Qual è il Vostro nome? Come descrivereste la vostra vita nel vostro mondo in poche parole?

    Mentre proferiva queste parole, il “re” fece un giro su se stesso, con tanto di pause ad affetto.
    Ora, voi cosa avreste fatto se il re vi avesse chiesto il vostro nome e tu ti sei appena trovato dentro il corpo di una ragazza?
    Boh, chissà. Però il mangia-fuoco decise di non dare il proprio vero nome e d'istinto prese il nome femminile della persona più cara a lui, anche se morta: la sua sorellastra, Chieko Fujii.
    Quando tutti ebbero risposto a modo loro alla domanda del re, qualcuno facendo un discorsone lungo, altri dicendo due parole in croce, lei disse quel nome li, a bassa voce, nascondendo il suo viso dentro al cappuccio che proseguiva con un bel mantello rosso fuoco, colore anche dei suoi altri vestiti.
    Anche la sua voce è diventata femminile. Non che fosse una sorpresa, però è comunque sbalorditiva come cosa.
    Molto bene, ora è il mio turno. Ma prima vorrei che ci spostassimo nella sala del trono, molto meglio protetta anche da attacchi magici e mentali.
    E l'allegra comitiva inizio a spostarsi, con il re che faceva da apripista e un cavaliere bianco che faceva da chiudi fila. Hanno paura che qualcuno scappi?
    Dio santo, perché c'è Goro e compagnia bella? E perché siamo tutti cambiati? Sembra quasi un gioco di ruolo...
    Mentre pensa a questo cammina, avvolta nel suo nuovo mantello. Sembra quasi che si vergogni del suo nuovo corpo, cosa in effetti vera.
    Mentre cammina sente che ha un qualcosa sul fondo schiena e con una mano tasta. È una piccola sacca vuota.
    Molto probabilmente serve per metterci dentro degli oggetti.
    Dopo questo pensiero si aspetto una risposta pungente da parte di una certa persona che... non arrivo.
    Sat? Sat? Ci sei? OOOOOOOOOOOOIIIIIIIII?
    Nessuna risposta.
    Intanto sono arrivati ad un'altra sala, quella del trono. La ragazza non gli diede neppure un'occhiata, troppo impegnata a provare a contattare Sat dentro alla sua testa.
     
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114 replies since 6/11/2013, 01:20   1948 views
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