[CONCLUSA]Incontri improbabili

Quella che si presentava agli occhi di Goro non era altro che una semplice giornata che non sapeva come passare, sia per noia che per mancanza di esperimenti da fare, visto che la sua quota giornaliera era già stata soddisfatta.
Aveva passato la nottata, come sempre, commettendo vari reati contro Madre Natura, aprendosi varie ferite nel corpo per estrarre alcuni campioni genetici e sperimentare su se stesso varie ipotesi, come era solito fare di notte, visto che non aveva bisogno di dormire.
Dopo aver catalogato i risultati di questi suoi esperimenti, passando anche una buona parte del tempo che gli rimaneva a scrivere sul suo diario vari possibili esperimenti da condurre in futuro, non avendo più nulla da fare, decise di uscire a fare un giro nell'ambiente creato dalla stessa entità che aveva martoriato la notte prima, ironico, vero?
Si vestì, come sempre, con la sua giacchetta particolare e il tipico paio di jeans color terriccio, portandosi sempre addietro il diario e una biro, in caso gli si mostrasse l'occasione di prendere appunti, e uscì senza ulteriori indugi.

"Detesto non aver niente da fare...è uno spreco di tempo."

Come sempre, anche se ora provava emozioni, il suo pensiero era incentrato sulla sperimentazione, e non poterla mettere in pratica lo irritava.
Con le mani in tasca, arrivò lentamente al Parco Hijifu, luogo che sembrava visitare molto, di recente, e iniziò a dirigersi verso il laghetto che sembrava sempre calmo, intenzionato a sfruttare tale calma per pensare e osservare i suoi dintorni, sempre pronto a scrutare eventuali cose interessanti.
Una volta giunto li, si diresse subito verso una panchina dove, senza indugi, prese posto e iniziò a pensare, magari ad eventuali avvenimenti recenti, passando, senza accorgersene, alla questione di Celestia e della ragazza nella testa di Kuro, cosa che lo aveva preso abbastanza.

"Quella situazione è la più particolare che mi sia mai capitata sotto mano..."

Pensò tra se e se.

"...Quella Celestia deve avere dei poteri particolari...ma che ci penso a fare?"

Effettivamente, perché pensarci? Era assai improbabile che la incontrasse, dunque decise di pensare ad altro, iniziando a riflettere su eventuali esperimenti da condurre su se stesso.

Goro rimase seduto su quella panchina a pensare per alcuni momenti, prima che una ragazza, vestita in modo assai stravagante, prese posto di fianco a lui, sulla stessa panchina.

"...Non dovrebbero essercene altre?"

Come sempre, Goro pensava alle cose in modo freddo e distaccato, solo successivamente capì che, probabilmente, la ragazza aveva in mente qualcosa e ad aiutarlo fu lo sguardo costantemente posato su di lui, quasi come se stesse cercando di guardargli dentro.
Ad un certo punto, probabilmente dopo aver capito che era inutile aspettare che fosse lui a parlare, la ragazza si rivolse a lui con un tono assai sereno, quasi come se non fosse stranita dal suo vestiario, cosa comunque abbastanza rara.

"Ehm, salve! Come va? Non ci conosciamo ma credo che sia stato il destino a farci incontrare qui e ora!"

Con la frase iniziale, Goro subito pensò di essersi trovato davanti ad una ragazza strana, curiosa di sicuro, ma altrettanto strana.

"Il destino?"

Ma non fu questa la parte più interessante delle sue parole, bensì ciò che venne dopo.

"Io sono Celestia, ma chiamami pure Celes, se preferisci. E tu?"

Se Goro fosse stato una persona più reattiva, avrebbe probabilmente sputato qualunque cosa avesse in bocca, anche se vuota, ma era quel che era, dunque si limitò al pensiero.

"Siamo in Giappone e Celestia non è di sicuro un nome comune da queste parti, ed è ancora più difficile che una ragazza con questo nome si ritrovi nel parco all'interno del polo scolastico."

Come sempre, Goro si mise ad analizzare la situazione, cosa tanto rapida quanto ordinaria per lui.

"Le possibilità che si tratti di QUELLA Celestia sono abbastanza alte da rischiare, a questo punto."

Si voltò solo ora per guardarla in volto, sembrava tutto meno che una in grado di intrappolare una persona dentro la mente di un'altra, ma Goro meglio di chiunque altro sapeva come fosse facile nascondere la propria personalità dietro ad una maschera, dunque non si stupì più di tanto.

"Io sono Goro..."

Disse con il suo solito tono gelido e serio.

"...e tu conosci Kuro Kamishini, o sbaglio?"

Diretto e conciso, sapeva che far finta di niente non l'avrebbe aiutato, dunque preferì andare direttamente al punto, in questo modo avrebbe potuto iniziare a investigare meglio e subito.

Goro rimase fermo e in silenzio, attendendo una risposta dalla ragazza che, dopo un'attenta analisi, sembrava quasi senza dubbio la persona dotata di quegli strani poteri.
Celestia, sempre mantenendo quell'espressione carina e gentile che, a parer suo, non le apparteneva, negò scuotendo ripetutamente la testa di conoscere Kuro, cosa che prese Goro alla sprovvista.

"Che mi sia sbagliato? No...le possibilità sono troppo basse, non posso essermi sbagliato."

Per quanto quell'affermazione lo avesse momentaneamente confuso, nulla trasparì dal suo volto, soprattutto perché pensò quasi subito ad una bugia, cosa che venne confermata successivamente dalle sue parole.

"Non conosco nessun Kuro Kamishini, amante del Kendo, studente di questa scuola, lettore accanito di manga e appassionato di armi bianche, soprattutto di katane."

Parole ironiche di una persona che voleva "giocare" con lui, cosa ovviamente mal vista da Goro, perché andava solo ad evidenziare quanto quel "faccino" non mostrasse tutta la verità.

"Soggetto difficile...inizio a capire l'ostilità che Kuro prova nei confronti di questa ragazza."

Nel mentre, Celestia continuò a parlare, ponendo una semplice domanda a Goro.

"Perché ti interessava saperlo, caro Goro?"

"Mi interessava conoscere la persona che ha intrappolato una ragazza nella mente di Kuro..."

Era diretto e senza mezzi termini, non intendeva stare al gioco di Celestia, sapeva che se l'avesse fatto sarebbe solo caduto in una sua trappola o, almeno, così era nella gran parte delle situazioni.
Lei continuava a tenere quel comportamento giocoso che quasi sembrava farsi sempre più adatto a lei, ma ciò non distolse Goro dal suo obiettivo.

"Non credo nel destino e non credo nella fortuna, in compenso credo che tu possa anche iniziare a fornirmi delle spiegazioni..."

Quello che stava per fare era un gioco pericoloso, cercava di contrastare la falsa giocosità di Celestia con la sua fin troppo vera freddezza, pur non sapendo come avrebbe reagito...non capiva il suo modo di agire.

"...non voglio sapere perché l'hai fatto, è una questione tra te e Kuro, e sono certo che saprà risolverla...ciò che mi interessa è il come."

Come sempre, la sua espressione facciale non cambiò mai, continuando, in compenso, ad osservare Celestia nei suoi movimenti e ascoltando con attenzione le sue parole, per quanto non avesse detto niente di interessante, per ora.

Le sue parole non sembrarono sortire l'effetto che si aspettava, sembravano averla sorpresa, quasi come se non ne fosse a conoscenza.

"Che si trattasse di un imprevisto? O forse siamo stati noi a interpretare male i vari elementi...devo capire."

Passati pochi istanti dalle sue parole, Celestia riprese la parola.

"Imprigionare... una persona... nella sua mente?"

Fu con questa frase, apparentemente innocente, che Goro iniziò a dare maggior peso alle ipotesi precedentemente formulate, trasformando quella che prima era una situazione difficile, in una situazione da cubo di Rubik,

"Nono, io non ho fatto nulla del genere! Però potrebbe essere uno sviluppo interessante... Intrappolato una persona nella sua testa? E dimmi, che altro ti ha detto? È una ragazza, hai detto? Uhm..."

"Sviluppo interessante?"

Pensò Goro.

"Allora è vero, o non abbiamo capito nulla della vera situazione, o lei non sa cosa esattamente stia succedendo nella mente di Kuro..."

Tutto ciò interessò molto Goro, abbastanza da guadagnarsi un posto nel suo diario, così da poter analizzare meglio i dati di quella discussione, ma venne messo in ombra da un movimento della mano di Celestia per portarla nella tasca.

"Lo so che non sto rispondendo alle tue domande, ma non posso farlo fino a quando non mi avrai dato queste informazioni, Goro."

Era cambiata, il suo tono di voce, la sua espressione facciale, era finalmente seria e ciò forniva finalmente a Goro una motivazione per stare maggiormente allerta.

"Quel gesto...dubito sia per comodità o per chissà che altro...per quanto non mi vada a genio, sarà meglio stare al gioco...non so nulla del suo potere, non posso rischiare."

Goro la osservò con il solito sguardo serio, per quanto fosse difficile da scorgere da sotto quel cappuccio, e le rispose, inizialmente facendo leva sul suo cambiamento di personaggio.

"È bastata quella frase a farti diventare così seria?"

Non era da lui giocare con i soggetti di studio, ma doveva capire meglio la mentalità della persona che stava osservando, e con quel poco che sapeva, questo era il modo migliore, al momento.

"Kuro ne parla come una persona nella sua mente, una specie di ricordo, sotto certi aspetti, che lui non rammenta, anche se non è sempre stato così..."

Iniziò Goro, alzandosi in piedi per poterla tener d'occhio meglio, tenendo le mani nelle tasche dei jeans.

"Non so molto perché nemmeno lui sembra capirci granché, so solo che tu sembri centrare qualcosa, una specie di trauma che tu dovresti avergli causato, anche se sono più propenso a credere che si tratti di una tua abilità."

Era stato al gioco, aveva detto ciò che sapeva o, più precisamente, ciò che Kuro gli concesse di sapere, visto quanto quella situazione lo avesse colpito, dunque ora stava a lei.

"Questo è ciò che so, ora sarebbe interessante sapere come tutto questo possa essere collegato a te e alla tua abilità..."

Il suo tono non cambiò mai in tutto il discorso, cosa che metteva in discussione l'effettivo detentore delle redini del discorso.
In quel momento due anormali dotati di strane personalità stavano discutendo, e cosa ne sarebbe uscito non potevano saperlo nemmeno loro.

Celestia sembrò intenzionata a proseguire la conversazione, ma non subito, prima fece qualcosa con una carta che tirò fuori dalla tasca dove aveva precedentemente infilato la mano.

"Questo spiega cosa tenesse in quella tasca..."

Mentre lui pensava a tutto ciò, la carta iniziò ad illuminarsi, sembrava un tarocco, ma lui non sapeva nulla a riguardo, non era interessato a certe cose, e lei impartì un ordine a tutti i presenti nella zona.

"Ehi voi, cari ragazzi che state qui al parco! Non pensate che sia ora di tornare nei vostri dormitori e studiare? Forza forza, andate a studiare!"

Per un attimo, Goro rimase confuso, ma poi tutto si fece più chiaro quando tutti i presenti nella zona iniziarono ad andarsene, evidentemente diretti ai rispettivi dormitori come da lei ordinato.

"Che sia questo il suo potere?"

No, non poteva essere solo quello, iniziò dunque ad analizzare la situazione come suo solito.

"So che lei ha fatto qualcosa con la mente di Kuro, ma questo non è collegabile al potere che ha appena utilizzato...vedendo il comportamento degli studenti, sembrava quasi come se avessero accettato un consiglio, non ricevuto un ordine; un altro dato importante è la carta, sembra essere collegata alla capacità appena dimostrata, che sia quella la base del suo potere? I tarocchi? Ha parlato di destino poco fa, cosa in cui sono soliti credere i cartomanti...probabilità alte."

Una lunga analisi la sua, ma che avvenne in pochi istanti.
Celestia sembrava essersi finalmente rivelata, il suo tono non era più quello di prima, era serio e sprezzante, il contrario di quello da lei precedentemente utilizzato, chiara conferma di ciò che pensava.

"A quanto pare Kuro non ha capito quello che è successo, o almeno non appieno. Solo io posso capirlo, visto che sono l'unica su questo e su ogni altro pianeta a ricordarsi di quella ragazza."

Con queste parole, Goro non sapeva cosa volesse dire, ma era determinato a capire.

"Ma non so se posso rivelartelo. Io ho capito cosa sta succedendo ma vorrei che fosse lui a capirlo...Vuoi davvero saperlo? Ne sei sicuro?"

Cosa voleva dire con questa domanda? Era ovvio che...

"...Cosa vuol fare adesso?"

Goro la osservò estrarre un altro tarocco, non sapeva quale, non li conosceva, sapeva solo che anche questo si illuminò come il precedente, segno che il suo potere si era attivato.
Per Goro che era concentrato su Celestia, quella lieve aura grigia che lo avvolse passò inosservata, si fece sentire, invece, il suo effetto, ovvero l'insicurezza.

"Chiederle una cosa del genere vorrebbe dire entrare nel passato di Kuro, prendere conoscenza di fatti che non mi riguardano e personali...è la cosa giusta da fare...? Non lo so..."

Subito non collegò questa insicurezza alla carta, sembrava, probabilmente proprio per il suo effetto, una sensazione troppo naturale per essere artificiale, ma poi si riprese.

"Ma...che sto dicendo? Non sono pensieri miei...nnngh...che mi ha fatto? Quella carta...deve avere un qualche effetto particolare..."

Senza scomporsi, Goro la guardò leggermente innervosito, cosa praticamente impercettibile per chi non lo conoscesse bene, non gli era mai piaciuto essere preso in giro, tanto meno se era la sua stessa mente ad essere burlata.

"Se hai finito con i tuoi trucchetti, preferirei passare alle spiegazioni...senza altri inutili giochi di carte, magari."

Sentiva ancora quella strana insicurezza dentro di se, tutto ciò che vedeva certo ora non lo era, una sensazione che era tutto meno he piacevole per lui, ma sapeva cosa voleva, sapeva che lei era dotata di strani poteri e sapeva che avrebbe dovuto resistervi per il bene delle informazioni che stava cercando di ottenere.
L'unica cosa che ancora gli permetteva di resistere a quell'influenza era la sua abilità nell'analisi, se non fosse stato per quella, non avrebbe mai collegato la carta a quell'innaturale incertezza, come non si sarebbe accorto dell'estraneità di quella sensazione nella sua mente, ora sapeva cosa fare, doveva solo prestare attenzione a ciò che diceva e a come si comportava, doveva stare attento a ciò che sapeva e ciò che sentiva...quella ragazza era pericolosa per qualcuno non dotato di una mente salda, e questo la metteva sulla lista nera di Goro, poiché odiava anche solo l'idea di qualcuno che giocava con la sua mente.

Sempre mantenendo un alto livello di concentrazione nei confronti della ragazza, Goro rimase in attesa delle sue parole dopo la sua risposta, aspettandosi una qualche reazione da parte sua.
Finalmente notò qualcosa, una smorfia che sembrò prendere la forma di un sorriso, quasi come se fosse felice o emozionata nel vedere che Goro aveva resistito al suo "attacco mentale".

"Celestia...è più strana del previsto, anche quando supero le sue prove, sembra che sia tutto parte del suo piano..."

Dopo pochi istanti, quasi come se stesse riflettendo, parlò nuovamente.

"Uhuh, devo ammettere che sei stato bravo a resistere al mio attacco, ma c'era da aspettarselo da un tipo freddo come te... Ma comunque non credo che ti rivelerò le mie preziose informazioni così facilmente e senza ottenere nulla in cambio..."

Altri trucchetti le passavano per la mente, era evidente e non lo rassicurava, come non lo rassicurava nemmeno vederle intascarsi la carta per estrarne una nuova, annullando la precedente insicurezza che albergava nella sua mente, un leggero sollievo, sotto certi aspetti.
La carta prese ad illuminarsi e Celestia riprese la parola.

"Saresti disposto a sacrificare qualcosa pur di venire a conoscenza dei terribili eventi che hanno modificato radicalmente la vita di Kuro Kamishini, tuo caro amico, non più di qualche anno fa?"

La carta aveva iniziato a correre nella sua mente, ma ancora non si faceva sentire in particolar modo.
Nel sentire quelle parole, Goro piegò leggermente la testa di lato, quasi come se non avesse capito bene.

"Sacrificare qualcosa? Che cosa può volere da me? Non sa cosa posso fare o cosa possiedo, non conosce nessuno di mia conoscenza se non Kuro, per quanto ne so..."

Domande lecite le sue, e presto le espose in parole.

"Sacrificare qualcosa? Di che tipo di sacrificio stai parlando?"

Il tono era sempre il suo caratteristico, dopotutto era una situazione che richiedeva serietà, e chi meglio di lui esprimeva quella caratteristica? Se si fosse trattato di un sacrificio fisico, per uno come lui non sarebbe stato nemmeno un problema, ma lei sembrava avere idee più complesse nella mente, dunque era da escludere.

"Come spero tu abbia capito, non è facile imbrogliarmi, dunque non sperare che accetti qualcosa senza prima sapere di cosa si tratta."

Era giusto sottolineare alcuni punti fondamentali, prima che quel discorso potesse proseguire, quando due menti complesse si sfidano, il vincitore non è mai certo, dunque non era concessa alcuna distrazione, soprattutto con un nemico che, come lei, era in grado di giocare con le menti altrui.

A sentire parlare Celestia, sembrava quasi che tutto ciò che stava accadendo in quel momento fosse stato previsto o, altrimenti, trasformato subito in una situazione a lei conveniente, abilità che a Goro non mancava, peccato però che, a causa del suo interesse finisse spesso con il trasformare ogni situazione in un suo svantaggio, sotto certi aspetti.
In risposta al suo ultimo chiarimento, Celestia constatò l'evidente, quasi andando a sottolineare l'inutilità del chiarimento di Goro, per quanto, in realtà, non lo fosse, passando poi ad una frase più interessante.

"Di sicuro avrai anche pensato "Che cosa potrà mai volere questa strana tipa da me? Dopotutto non ci conosciamo nemmeno..." E in effetti è vero: io e te non ci conosciamo ma così come te (o almeno credo) anche io ho delle discrete capacità di analisi."

Per quanto intuire quel pensiero non fosse nulla di difficile, vista la situazione, decise di tenere a mente questo particolare da lei rivelato, soprattutto visto che la stava analizzando, e perdersi dei dati non era da lui.
Iniziò a camminare verso di lui, avvicinandosi piano piano, non capiva perché, ma non si mosse di un centimetro, non essendo affatto preoccupato.

"Ma soprattutto ho le mie carte, i miei tarocchi. Ti va di fare una lettura dei tarocchi? Potremmo scoprire molte cose interessanti... Oppure, visto che poco fa mi hai detto che non credi nel destino, potresti dimostrarmi come tutto quello che faccio sia sbagliato."

Un'altra proposta, questa volta evidentemente più svantaggiosa per Goro.

"Dimostrarle che sbaglia? Anche se non credo nel destino, ciò non significa che un anormale non possa avere poteri che lo riguardino..."

Ed effettivamente, ciò che Celestia sembrava saper fare erano "trucchi" con le carte.

"Anzi, potremmo fare così: facciamo una lettura dei tarocchi e se mi dimostri che essa non è veritiera ti rivelerò tutto quello che vuoi sapere, ma se perdi... Beh, in quel caso dovrai esaudire un mio desiderio, qualsiasi esso sia... E non preoccuparti, non sarà nulla di illegale o immorale e simili, una cosa facile e "pulita""

Una richiesta prevedibile, sapeva di aver fatto una proposta vantaggiosa per se stessa, accettare sarebbe stato sciocco da parte di Goro, il quale stava iniziando ad avvertire una leggera stanchezza, non fisica però, che avesse a che fare con la carta che aveva attivato precedentemente?

"Possibilità di vittoria in caso dovessi accettare: essendo il suo potere influenzato o in grado di influenzare i tarocchi, le possibilità che lei mi abbia sfidato a qualcosa che non sia in grado di controllare sono assai infime...correre un rischio come questo, considerando che non conosco ancora tutti gli effetti delle sue carte, sarebbe sciocco."

Tutto quel pensare non aiutò la sua stanchezza, non era normale, doveva per forza essere quella carta, non si era mai affaticato per aver effettuato un'analisi, mai.

"È vero, non credo nel destino, ma credo nei poteri anormali e alle cose impossibili che sono in grado di fare..."

Iniziò Goro senza cambiare espressione.

"...Accettare una scommessa di questo tipo con una persona in grado di utilizzare vari effetti a seconda delle carte che usa, sarebbe come sfidare un genio della matematica a fare le addizioni, soprattutto tenendo conto della frase con cui sei esordita poco fa."

L'ultima sua frase era riferita alle parole con le quali si introdusse Celestia, per quanto non credesse al destino, di sicuro credeva nell'anormale, e credere che una ragazza fosse in grado di leggere strane cose con l'uso delle carte non era così diverso dal credere in un ragazzo con qualche braccio extra.

"Visto che dici di avere delle discrete capacità d'analisi, non dovrebbe essere un problema per te trovare una scommessa che sia difficile tanto per te quanto per me."

Se c'erano rischi nel fare qualcosa, Goro non se ne preoccupava, ma se i rischi potevano pregiudicare gravemente il risultato di un suo esperimento o analisi, allora non li avrebbe accettati, così la pensava.

"E gradirei se disattivassi quella carta, credo che tu sia in grado di sostenere questa conversazione senza strani trucchetti..."

Sempre freddo, non distolse mai lo sguardo da Celestia, non poteva perdersi una sua sola azione o carta, doveva tenerla d'occhio.

Finalmente, anche quella carta se ne tornò nella tasca da dove era uscita, lasciando in pace la mente di Goro, la quale ritornò presto alla norma...stava letteralmente cominciando a sviluppare un certo odio per le influenze mentali.
Subito dopo, Celestia iniziò con il dare ragione a Goro sul suo diffidare dalle sue parole, una cosa che a lui non serviva, ma doveva far parte del suo discorso. Passò rapidamente a spiegare come il suo potere non influenzasse la lettura delle carte, cosa che Goro faceva fatica a credere tanto quanto a non credere, vista la mancanza di prove sia da una che dall'altra parte, passando poi ad una dimostrazione più pratica del suo potere, lanciando il suo mazzo di tarocchi per aria e lasciando che le sue carte si disponessero alle sue spalle, galleggiando nel vuoto, tornando dopo poco nella sua tasca.
Goro osservò tutto ciò senza reazione, non preoccupato da una dimostrazione del genere, visto che, comunque, si trovavano in un luogo pubblico, anche se svuotato in quella piccola zona, ed era consapevole di come gli anormali preferissero non mostrarsi al mondo, era uno di quelli.

Se non sei convinto, se non credi che ti stia dicendo la verità, beh, non posso farci nulla... Però tu proponi di trovare un'altro ambito per la nostra sfida... Ma io non sono portata per il combattimento e le battaglie, non quelle fisiche per lo meno. Al momento non mi sovvengono idee... E per essere precisi, la lettura dei Tarocchi non può essere parziale, se si è veramente portati e se si crede davvero nel Destino, allora le carte parleranno da sole e ti mostreranno la verità...Se vuoi puoi cambiare le condizioni di vittoria...

Goro ascoltò le parole della ragazza e pensò, dopotutto, si stava intromettendo in un "gioco" non suo, e i rischi erano comunque presenti.

"Meglio, visto che a me non piace combattere..."

Iniziò Goro.

"...E non vedo il motivo per farlo. Se proprio vuoi fare questa lettura, allora posso concedertelo..."

La frase, detta così, sembrava strana da parte sua, ma non aveva finito e, sempre con il suo solito sguardo, mai abbandonato dall'inizio del discorso, proseguì.

"...Comunque, in caso io dovessi notare un qualsivoglia utilizzo del tuo potere, il patto verrà automaticamente vinto da me, e ti consiglio di stare attenta al desiderio che vorrai farmi esaudire, perché non ci penserò due volte a rifiutare se dovesse trattarsi di qualcosa che va a scontrarsi con la mia di moralità."

Detto questo, Goro aumentò i propri sensi con ben due evoluzioni, raggiungendo un livello sensoriale ben superiore rispetto a quello umano, notabile principalmente a causa di una momentanea dilatazione delle sue pupille, visto che il resto non era visibile. Non era intenzionato a lasciarsi sfuggire i particolari di quell'avvenimento, non considerando le particolarità di quella persona.
Attese dunque che la ragazza avesse altro da dire o lo portasse nel punto più comodo per fare tale lettura, prestando comunque attenzione a ciò che faceva.
Con quelle costrizioni sperava di darsi un qualche vantaggio, ma anche lui era consapevole della difficoltà di tutto ciò, doveva solo sperare che quella ragazza non avesse piani particolari per la mente.