[CONCLUSA] L'arrivo del sognatore

Narrazione multipla di introduzione

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    Durante la nostra vita ci sono certe date che sappiamo saranno importanti per la nostra esistenza. Date che rimarranno nella nostra mente negli anni futuri e che segneranno una svolta nella nostra vita. Date così importanti da scuotere l’animo anche delle persone più fredde, scontrose e menefreghiste.
    Una di quelle date è il primo giorno di scuola delle superiori, che segna l’entrata nell’ultimo sprazzo di gioventù prima dell’ingresso nel mondo degli adulti. Persino uno come Haiiro, normalmente indifferente a queste questioni, non poteva rimanere del tutto insensibile e provare un minimo di tensione e fermento di fronte a questo giorno.


    O almeno, sarebbe così se il suo primo giorno di scuola non coincidesse col mese di maggio, ossia un mese dopo l’inizio delle lezioni. Sfortunatamente, a causa di certe ragioni meramente burocratiche, come il risultare scomparso all’anagrafe e la mancanza della licenza media, non aveva potuto entrare prima nell’istituto.
    Come se l’aver imparato certe nozioni di nessuna valenza pratica fosse più importante di imparare a controllare il proprio potere e magari evitare di distruggere la scuola per un colpo di sonno – pensò infastidito Haiiro.

    Ma la cosa peggiore era stata il doversi procurare il permesso scritto dei suoi genitori. Ancora non riusciva a decidere se l’incontro con i suoi procreatori era stato più penoso o patetico, fatto sta che i suoi genitori erano stati altrettanto felici di rincontrare il figlio scomparso da tre anni quanto di scoprire che per altri tre anni non l’avrebbero più rivisto.
    Almeno si era risparmiato l’incontro col suo fratello maggiore, impegnato non aveva capito bene dove, nonostante non sapesse se fosse un bene o un male.

    È meglio se lascio perdere questi pensieri e mi concentro su ciò che mi aspetta.

    Un proposito più semplice da dire che da realizzare. Il rollio dell’autobus diretto al complesso scolastico lo cullava dolcemente e lo spingeva a cedere al sonno. Per esperienza diretta Haiiro sapeva che erano proprio quei momenti, quando ci si arrendeva al flusso di pensieri piacevolmente incoerenti, quelli più insidiosi.
    Inoltre, per paura di perdere l’autobus, era uscito in fretta e furia bevendo solo due tazze di caffè invece delle consuete tre e non si era neppure fermato al bar per un'altra tazzina. Date tali condizioni, era più che normale che cadesse dal sonno.

    Va bene, sembra che non ci sia altra scelta.
    Con un sospiro, Haiiro abbandonò la propria testa contro lo schienale e chiuse gli occhi. Visto da fuori sembrava proprio che dormisse. E, in un certo senso, era proprio così. Ma da un altro era proprio il contrario.

    Dormiveglia indotto, così lui chiamava quel suo stato. Non saprebbe dire come ci fosse arrivato e neanche quali fossero le basi di quella sua abilità. Sapeva come entrarci e poco altro.
    In questo stato lui dormiva, eppure una parte della sua mente restava sveglia e attiva. I sogni si generavano liberamente, secondo un processo che non poteva seguire, eppure riusciva a controllarli e inviarli alle altre persone secondo la sua volontà.
    Questa sua abilità era nata, quasi casualmente, mentre cercava una via per controllare il suo potere, Dream Teller, l'anormalità di materializzare i sogni.
    Quella sera era stanco e riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti. Aveva chiuso gli occhi temendo di poter scatenare nuovamente i suoi poteri senza freno e invece aveva scoperto di riuscire a controllarli.
    Da quel momento l’aveva usato per due scopi: il primo, come già detto, era controllare il suo potere. Il secondo, più prosaicamente, era concedersi qualche minuto di riposo quando stava per crollare.

    Era per questo secondo motivo che aveva attivato la sua abilità stavolta. Insieme a essa, giunsero i sogni.
    Erano immagini confuse e indistinte, come spesso accadde nei sogni, ragazzi più o meno della sua età, senza volto e con divise che cambiavano a ogni istante. Sullo sfondo diversi edifici si innalzavano per poi scomparire e ricomparire di nuovo. Haiiro capì che quel sogno conteneva la sua ansia e preoccupazione verso la scuola in cui stava per entrare.
    Ma c’erano altre due figure, più nitide delle altre. Due persone, un maschio e una donna di mezza età. La loro immagine, benché più distinguibile, risultò a Haiiro sconosciuto quasi quanto quello degli studenti senza-volto. Capì che erano i suoi genitori.
    Vedendoli fece una smorfia (mentale, ovviamente). Poteva fare anche a meno di loro.

    Invece prese le immagini sfocate degli studenti senza-faccia e degli edifici e li proiettò, in modo molto leggero, nella mente delle persone che sedevano sull'autobus. Sarebbero stati per loro delle visioni che duravano un lampo, pensieri indistinti che si formulano in un secondo per poi venire dimenticati quello dopo, sogni a occhi aperti nati da chissà dove e subito scomparsi.
    Gli dispiaceva dover fare ciò, del resto era un po’ come se stesse violando la mente di quelle persone, ma era l’unico modo per tenere una parte del suo cervello cosciente, altrimenti avrebbe rischiato di addormentarsi del tutto, con conseguenze molto più nefaste.
    In fondo – pensò – non faccio del male a nessuno.

    L’attimo successivo Haiiro fu sbalzato contro il sedile di fronte a lui, sbattendo forte la testa.
    Che ca…
    Un suono forsennato di clacson lo investì. Attraverso le vetrate, vide una macchina passare infuriata, gridando improperi verso di loro.
    L’autista dell’autobus si girò verso i passeggeri e chiese scusa per la brusca frenata. Le altre persone annuirono distrattamente, più confuse che arrabbiate, come se si fossero appena svegliate. Anche l’autista aveva lo sguardo assente. Come se fino a prima stesse sognando.
    Con un sospiro Haiiro si riappoggiò allo schienale, stavolta senza chiudere gli occhi.
    Ho capito la lezione, la prossima volta eviterò di usare il mio potere quando sono su una vettura.

    Almeno finché non sarò sicuro di aver escluso l’autista dalle mie visioni.


    ***


    Finalmente l’autobus arrivò al complesso scolastico di Hakoniwa. Haiiro scese e diede un'occhiata al luogo che per i prossimi tre anni sarebbe stata la sua casa.
    L’aveva già visto in foto, ma dal vivo era tutta un’altra cosa. Enorme non era la parola giusta per definirlo, bisognava come minimo ricorrere a sconfinato. E la cosa, a Haiiro, faceva tutto meno che piacere. Già si immaginava le scarpinate necessarie per andare da un edificio all'altro.
    Ma non poteva perder tempo a deprimersi, aveva cose importanti da fare: innanzitutto recarsi al liceo, trovare il suo insegnante responsabile per sbrigare le formalità e iniziare a frequentare le lezioni.
    Prima di tutto, però, doveva bere un buon caffè.

    Prese a camminare verso l’istituto, sperando di incontrare qualche studente a cui poter chiedere indicazioni per il distributore di caffè più vicino.
     
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    Mancava ancora un po' di tempo prima dell'inizio delle lezioni, vari gruppi di studenti vagavano di studenti vagavano placidamente come in cerca dell'ingresso della scuola, solo i membri dei club atletici, riunitisi presto la mattina per gli allenamenti quotidiani, si affrettavano per terminare le loro attività per tempo in modo da non arrivare in classe in ritardo o senza essersi fatti una doccia defaticante.
    Tatsuya procedeva con passo tranquillo attraversando le ampie aree scolastiche. Aveva appena lasciato il suo dormitorio e, come ogni mattina, si stava dirigendo verso il Maid Caffè che gli era tanto caro, non c'era niente di meglio che iniziare la giornata vedendo i sorrisi delle ragazze del suo club.
    Quella mattina, poi, era particolarmente di buon umore.

    La sveglia non ha dato problemi e non ho dovuto infrangerla contro il muro come accade di solito, che bello assaporare un po' di normalità di tanto in tanto.

    Deciso a godersi ogni singolo passo di quella camminata che lo avrebbe portato al locale, invece di scegliere il tragitto più breve preferì prendere quello più lungo che lo avrebbe portato a passare davanti all'ingresso principale prima di giungere alla sua destinazione.

    pardon la brevità, ma non volevo farti aspettare troppo per la risposta
     
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    Come Haiiro aveva immaginato, l'ingresso principale era quasi deserto. Con tutta probabilità la maggior parte degli studenti si trovava già all'interno del complesso e nessuno passava più per di là.
    Stava per rassegnarsi all'idea di dover proseguire per un bel pezzo prima di trovare qualcuno a cui chiedere indicazioni, cosa che avrebbe comportato un notevole ritardo per l'assunzione di caffè, quando vide un ragazzo passeggiare nelle vicinanze.

    Sembrava avere circa la sua età e Haiiro immaginò che frequentasse il liceo. Inoltre, a differenza di lui, camminava con la sicurezza e la noncuranza di chi già conosce la strada e non ha difficoltà ad orientarsi.
    Perfetto, sembra la persona giusta a cui chiedere indicazioni.
    Spero solo che sappia dove trovare un posto per bere del buon caffè.


    Si avvicinò esitante a lui, sperando che si accorgesse della sua presenza. Non avendo frequentato le medie, non aveva avuto molte occasioni per parlare con persone della sua età (e neanche più grandi. In effetti negli ultimi tre anni, a parte un breve periodo, era vissuto evitando il contatto con le altre persone).
    Comunque, per ottenere un buon caffè, era disposto a superare tutte le sue ritrosie.

    Scusami...
    Aspettò che il ragazzo si girasse verso di lui prima di continuare a parlare.
    Sono un nuovo studente, mi sono trasferito giusto oggi. Scusami se ti disturbo, ma potresti dirmi dove si trova il liceo? Questo posto è sconfinato, faccio fatica a orientarmi.
    Inoltre se possibile mi piacerebbe bere un buon caffè, sai dove potrei prenderne uno?


    L'ordine delle richieste era invertito, in realtà era più importante il caffè del trovare il liceo, ma non gli sembrava il caso di presentarsi subito come un caffèinomane (come se le occhiaie non fossero già un segno abbastanza evidente della sua condizione).

    Attese la risposta dell'altro, sperando che non fosse uno di quei tipi che si mette subito a parlare a raffica con chiunque incontrasse; nonostante il breve riposo nell'autobus, aveva ancora così tanto sonno da potersi addormentare in piedi seduta stante.
    Non che gli altri giorni fosse molto più sveglio, sia ben inteso.
     
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  4. † Âlex's Sabe® †
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    Quella mattina era iniziata bene. Galatea si era svegliata non troppo presto, più precisamente alle 7 e 30; in questo modo era riuscita a fare una ricca colazione: si era preparata il suo cappuccino (una tazzona decisamente abbondante e fumante) e si era mangiata i suoi fantastici cereali con pezzi di cioccolato al latte (fondente non le piaceva per nulla, aveva un gusto un po'troppo forte per i suoi gusti, di conseguenza non riusciva a mangiarlo). Insomma era un inizio giornata niente male! Dopo di che aveva preso la sua cartella (ma solo dopo che ebbe controllato che al suo interno ci fossero tutti i libri e l'occorrente per prendere appunti ecc... Senza dimenticare il suo fidato ebook sul quale aveva tutti i suoi libri preferiti!) ed era uscita di casa. Era proprio una bella giornata, di conseguenza decise di andare a piedi a scuola. Camminava piuttosto velocemente, nonostante non avesse nessuna fretta; purtroppo questo era un suo "difetto", aveva sempre l'abitudine di fare tutto di fretta ed il camminare rientrava in questo tutto, per questo agli occhi della gente sembrava sempre di fretta o che corresse chissà dove, come se corresse sempre dietro ad un pullman o un treno che stava per partire da un momento all'altro. Dopo qualche minuto si ritrovò all'ingresso del Liceo Hakoniwa, la sua scuola. C'era ancora tempo prima dell'inizio delle lezioni, di conseguenza aveva tempo per fare un salto al bar.... Sentiva ancora un certo languorino.... Magari un dolcetto prima di entrare in aula..... Giusto per essere sicuri di avere le energie sufficienti ad affrontare la giornata scolastica imminente.
    E così, pensando fra sé e sé varcò la soglia del cancello della sua scuola ed entrò nel cortile. Quest'ultimo era pieno di ragazzi e ragazze, dispersi in piccoli gruppi che chiacchieravano allegramente.... Bé non si possono di certo conoscere tutte le persone dell'Istituto data la sua grandezza, di conseguenza era normale che ognuno avesse le proprie amicizie ed avesse formato il proprio gruppetto di amici "intimi". Appena entrata Galatea salutò un paio di compagni di classe, anche se era arrivata da poco nella scuola aveva comunque fatto amicizia piuttosto rapidamente con i suoi nuovi compagni di classe. Disse loro che si stava dirigendo verso il bar e che li avrebbe raggiunti in classe di li a poco (dopotutto non poteva resistere ai dolci, erano la sua grande debolezza!). Così facendo attraversò il cortile ma mentre si stava dirigendo verso il dolcetto che la chiamava con una voce alquanto allettante notò un paio di ragazzi.... Uno dei due aveva uno sguardo un po'sperduto, infatti sembrava che non sapesse dove andare.... "Uhm..... Quel ragazzo ha qualcosa di particolare...." Questa era un'altra abitudine di Galatea; spesso si soffermava a squadrare le persone, a cercare di capirle, a raccogliere quante più informazioni potesse da quel primo sguardo. Non era per impicciarsi degli affari altrui come molti potrebbero pensare, lo faceva e basta. E difficilmente si sbagliava sulle persone, aveva una specie di sesto senso per questo! "Bé, spero proprio che vada nello stesso posto dove sto per andare io.... Mi piacerebbe studiarlo ancora per un po'" Pensò Galatea fra sé e sé, ma dopo qualche istante decise di muoversi.... Se il ragazzo l'avesse vista, gli sarebbe parso di avere a che fare con una qualche specie di stalker.... Per questo motivò si voltò e proseguì nella sua strada verso il bar.... Mancava poco all'acquisto del suo dolcetto!

     
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    Mentre camminava verso le cameriere che lo aspettavano a braccia aperte, almeno nella sua testa, Tatsuya si accorse che qualcuno stava cercando di attirare la sua attenzione.
    Si fermò e si voltò nella direzione dalla quale aveva sentito la voce.

    Accidenti che occhiaie!

    Pensò non appena vide il ragazzo che lo aveva chiamato.
    Ascoltò quelle che erano le richieste con fare cortese e tenendo a bada la propria anormalità, non era certo gentile iniziare a frugare nella testa delle persone subito dopo averle incontrate per la prima volta oltre al fatto che non poteva permettersi di abusare di quel potere.
    Quando si sentì chiedere di un posto dove bere un buon caffè la sua attenzione tornò per un attimo alle occhiaie e non poté fare a meno di lasciarsi scappare un sorriso compiaciuto, convinto di aver appena assistito alla venuta di un nuovo cliente fisso.

    Un buon caffè? Che coincidenza, io stavo proprio andando al Maid Caffè, un bel locale-club gestito dagli studenti, soprattutto studentesse, dove fanno il miglior caffè nella zona, oltre ad un'ottima torta alla panna. Poi alla scuola ti accompagnerò personalmente, conducendoti fin davanti alla classe, ma ora se vuoi seguirmi ti faccio strada al locale, dista solo un paio di minuti da qui, lì ci aspetta una bella cam....un bel caffè. Si, una bella tazza di caffè fumante.

    Mentre si apprestava a condurlo al Maid Caffè, l'occhio di Tatsuya venne attratto dal comportamento particolare di una ragazza. L'occhio del quale parliamo è quello figurato della One Heart, sempre vigile su ciò che lo circondava, che aveva notato come questa si fosse prima fermata a guardarli prima di tornare alle sue attività, che sembrava dovessero svolgersi nella direzione che avrebbero preso anche loro. Non aveva compreso chi fosse, o meglio non ci aveva fatto caso, ma c'era la possibilità che la situazione divenisse ancor più interessante.
     
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    Non si può dire che Haiiro sia il tipo più sveglio che esista, in tutti i sensi. Di solito infatti è così assonnato da non riuscire nemmeno a seguire i discorsi delle altre persone.

    Anche quel caso non fu un eccezione: le uniche parole che distinse chiaramente del discorso del ragazzo, furono Maid Caffè, miglior caffè della zona, ti accompagnerò e bella tazza di caffè fumante.
    Erano abbastanza: anche supponendo che "miglior caffè della zona" fosse un'esagerazione, come di norma accadeva, Haiiro era ora pronto a seguire ovunque quel ragazzo, purché alla fine gli fosse assicurato di potersi sedere di fronte a un buon caffè.

    Beh, allora andiamo - disse cercando di non sembrare troppo felice.
    Non ci poteva fare niente, anche se il suo atteggiamento era il 90% delle volte un misto di noia e indifferenza, quando si trattava di un buon caffè, soprattutto se si trovava in astinenza come ora, non riusciva a trattenersi.

    In effetti era così preso dall'idea di bersi un buon caffè che non si accorse minimamente della ragazza e del modo in cui l'aveva guardato. Ma in fondo non era un problema: anche se non fosse stato preso da quell'idea non l'avrebbe notata ugualmente.
     
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    La risposta del ragazzo era stata affermativa ed anche discretamente entusiasta. Si accorse di questo perché aveva provato per un attimo a leggerlo con la One Heart, anche se a livello superficiale per non essere troppo impiccione, intercettando l'emozione ed anche un'altra informazione.

    Ha davvero dannatamente bisogno di un caffè!!

    Motivo per cui decise di affrettare i tempi.

    Perfetto, seguimi.

    Il locale era vicino, Tatsuya lo scortò lì senza proferire parola per non arrecargli disturbo. Molto spesso si era trovato ad avere tanto di quel sonno da non riuscire a reggersi in piedi e sapeva bene che in certi casi uno potrebbe essere pronto per molte cose ma non di certo per dar retta ad una infinità di domande o ancor peggio a formulare delle risposte di senso compiuto.
    Velocemente lo condusse al locale e quindi, una volta dentro, gli fece strada direttamente verso il bancone in quella che stava assumendo i connotati di una lotta contro il tempo per la salvezza del ragazzo.
    Sfortunatamente dietro al bancone c'era Hitomi, anche quella mattina.

    Ma guarda chi si vede! Ed io che stavo che stavo perdendo le speranze. Stavo iniziando a pensare che ci tradissi.

    Disse la ragazza non appena Tatsuya si avvicinò.

    Ah.Ah.Ah. Che simpatica.

    Si accomodò invitando il ragazzo a fare altrettanto.

    Parlando di cose serie, dovresti farci due bei caffè. E mi raccomando, il mio amico qui è la prima volta che viene da noi, quindi nella sua tazza riversa tutto il tuo amore.

    Bene, allora nella tua riverserò tutto il mio odio.

    Dai Mimì...

    Chiamami Miss Hitomi

    Non fare la scontrosa.

    Ma non sono scontrosa, devo solo mantenere l'equilibrio tra odio ed amore.

    Ok, quel che è, arrivano questi caffè? È questione della massima urgenza.

    Ok, te li mando con l'espresso.

    Dopo queste parole Tatsuya si fece serio e grave. Non poteva credere alle parole che aveva appena sentito.

    Non fare più queste battute.

    Nella mia testa sembrava simpatica...

    Comunque Hitomi si affrettò e presentò quasi a tempo di record la tazza di caffè. Per lo meno al ragazzo. Per Tatsuya il caffè non sarebbe stato pronto fino a quando lei non l'avrebbe deciso.
    Lui non ci fece caso e, mentre gli veniva data la tazza con il caffè, si rivolse al ragazzo.

    Scusami se mi son preso la libertà di ordinare per tuo conto, ma era l'unico modo per farla stare zitta. Comunque io sono Tastuya Kamishiro.


    me ne ero dimenticato di dirlo, ma Hitomi al momento è il nome di una cameriera fittizia, il png non esiste ancora e serviva per dare un nome a chi sta dietro al bancone. Se vuoi farle fare qualcosa fai pure, così provi anche la gestione dei png. Basta che non la fai ballare nuda sul bancone XD


    Edited by .Micael. - 17/2/2014, 00:33
     
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    Nome: Kuro | Cognome: Kamishini | Classe: III S11 | Età: 18 | Sesso: Maschio
    Quella mattina non avevo molta voglia di andare a scuola e per fortuna l'insegnante delle prime ore era assente per malattia, dunque avevo la mattinata libera. Avevo provato a parlare con Sachika, al telefono, ma mi aveva detto che suo padre non l'avrebbe fatta portata a scuola visto che non c'era lezione, quindi nada. Non mi rimaneva che andare là e rincontrare quella magnifica cameriera, sperando ovviamente che fosse di turno. Così mi avviai, dopo essere uscito per ultimo dalla stanza, Nizuki e Tatsuya erano già andati. Fortunatamente non era molto distante e ci arrivai dopo qualche minuto. Una volta entrato venni accolto molto calorosamente dalle cameriere, come ci si aspetta che avvenga in un Maid Caffé. Venni accompagnato ad un tavolo, al quale mi sedetti senza fare troppe storie; nel frattempo, con lo sguardo, vagavo tra i tavoli alla ricerca della bionda chioma, trovai invece quella del caro Tatsuya, che stava conversando con una cameriera ed era assieme ad un altro ragazzo che non avevo mai visto. Così mi avvicinai al loro tavolo.
    Ehi, Tatsuya, ma che ci fai qui? Hai portato con te un nuovo amico?
    coded by ©JackGaunt
     
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  9. † Âlex's Sabe® †
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    Galatea si era avviata verso il bar, in cerca della sua brioches.... Non aveva minimamente notato il fatto che uno dei due ragazzi l'avesse vista mentre era intenta a osservarli. Così si diresse verso il locale, andò al bancone e prese la sua brioches (aveva quasi ceduto alla tentazione di prendere quella al cioccolato, poi aveva optato per quella alla marmellata, giusto per tenersi più leggera e non sentirsi in colpa con se stessa). Si sedette nel primo tavolino libero che aveva visto e una volta seduta estrasse dal suo zaino un quaderno ed iniziò a riguardare i suoi appunti. Quel giorno avrebbero avuto un test e quindi era meglio fare un ripasso dell'ultimo minuto, giusto per precauzione. Dopo qualche istante alzò lo sguardo verso la porta e vide entrare i due ragazzi di prima. Uno dei due si diresse verso il bancone e si mise a parlare con una delle ragazze, probabilmente stava ordinando qualcosa. L'altro ragazzo era vicino a lui e osservandolo bene sembrava parecchio assonnato. Qualche istante dopo entrò nel bar anche una sua "vecchia" conoscenza, Kuro. Con lui aveva avuto il piacere di combattere una volta, una rissa per un fumetto (si bé avete ragione, la motivazione è tutt'altro che seria.... Uno si aspetta che una rissa scoppi, che ne so, per un fraintendimento, per una ragazza, per un insulto.... Per il cibo, unica vera ragione di vita.... Insomma mai per un fumetto, ma questa è un'altra storia, se volete potete ripercorrere la relativa narrazione). Decise di cogliere l'occasione e di andare a salutare lui, in questo modo avrebbe conosciuto anche gli altri due; e così facendo si alzò, chiuse il suo quaderno e lo ripose accuratamente nella sua borsa e si alzò, ancora con metà brioches in mano. Si avviò verso il gruppetto e non appena vi fu vicino salutò Kuro "Ehi Kuro, buon giorno! Non so se ti ricordi bene di me, ci eravamo incontrati tempo fa qua a scuola!" E così dicendo iniziò la sua conversazione.

     
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    Haiiro non attendeva altro, subito si mise a camminare dietro di lui.
    Durante il tragitto fu piacevolmente sorpreso dal fatto che l'altro non disse nulla. Non sapeva se dipendeva dal suo carattere o da una qualche forma di riguardo verso di lui, ma ne fu comunque sollevato. Anche perché dubitava di riuscire a reggere una conversazione.

    Il ragazzo lo guidò velocemente fino al locale (solo in quel momento Haiiro si rese conto di non aver prestato attenzione alla strada per arrivare fin là. Fa niente, poteva sempre verificarla al ritorno) e poi dritto al bancone.
    Lì si mise a parlare con la ragazza dietro al bancone. Haiiro non seguì tutte le loro battute, ma da come conversavano i due dovevano conoscersi abbastanza bene. O almeno così sperava, francamente avrebbe avuto paura a rivolgersi ad una cameriera che parlava in quel modo a tutti i clienti.

    Il suo caffè arrivò davvero in fretta (era merito di quel ragazzo? dopo l'avrebbe davvero dovuto ringraziarlo), Haiiro impaziente se lo portò alle labbra.

    Magnifico - pensò nel momento in cui poté gustare quel dolce aroma. Sentì il tepore della bevanda propagarsi lungo tutto il suo corpo, un caldo balsamo che sembrava dargli nuova vita. Era valsa la pena di fare tutto quel tragitto, anche solo per provare quella sensazione di benessere.

    Davvero ottimo, ti faccio i miei complimenti.
    Disse rivolto alla cameriera, rivolgendo uno dei suoi rari sorrisi. Rari non solo perché per carattere non era portato a sorridere molto, ma anche perché sapeva che la combinazione "occhiaie più sorriso" non era il massimo dell’attrattiva.

    Tuttavia la cameriera, Hitomi se non si sbagliava, sorrise educatamente in risposta, spostando con la mano una ciocca di capelli rossi che le coprivano il volto.
    Grazie, sei troppo gentile. In ogni caso, quando hai bisogno di un caffè, sai dove trovarci!

    Sorrise di nuovo e porse una seconda tazza di caffè al ragazzo che l'aveva accompagnato.
    Spero invece che col tuo ti soffochi.
    Gli disse sempre col sorriso sulle labbra, prima di rivolgersi ad altri clienti che attendevano le loro ordinazioni.

    Ragazza simpatica, ma forse è meglio se evito di farmela troppo amica. Preferirei evitare certe battute caustiche di prima mattina.

    L'altro ragazzo invece non parve turbato, probabilmente c'era abituato e, preso il suo caffè, si rivolse a lui.

    Scusami se mi son preso la libertà di ordinare per tuo conto, ma era l'unico modo per farla stare zitta. Comunque io sono Tastuya Kamishiro.

    Grazie alla linfa vitale che il caffè gli aveva garantito, ora riusciva a concentrarsi del tutto sulle parole del ragazzo.
    Non c'è problema, anzi ti devo ringraziare per tutto quello che hai fatto.

    Stava per presentarsi a sua volta, quando un altro ragazzo si diresse verso di loro e salutò amichevolmente Tastuya.

    Ehi, Tatsuya, ma che ci fai qui? Hai portato con te un nuovo amico?

    Era abbastanza alto e dal fisico ben proporzionato, tanto che Haiiro si chiese se non facesse parte di un qualche club sportivo. Sembrava più grande di lui, forse frequentava il secondo o terzo anno, e indossava una divisa differente da quella indossata dagli altri studenti, come se l'avesse modificata.

    Prima però che qualcuno potesse rispondergli, un’altra persona si fece avanti. Stavolta si trattava di una ragazza dai capelli biondi molto chiari, tanto da poter sembrare bianchi.
    Si muoveva con notevole grazia e eleganza. Per Haiiro, che camminava sempre strascinando i piedi e andava a sbattere continuamente qua e là, persone dotate di una tale padronanza delle proprie movenze costituivano uno spettacolo da cui si sentiva irrimediabilmente attratto.
    Aveva conosciuto solo un’altra persona che si muovesse con una grazia simile, un ricordo che dopo tre anni ancora non era sbiadito.

    Ehi Kuro, buon giorno! Non so se ti ricordi bene di me, ci eravamo incontrati tempo fa qua a scuola!
    Disse quest'ultima rivolgendosi al ragazzo atletico appena sopraggiunto.

    Strana situazione - ragionò tra sé Haiiro. Per qualche motivo gli fece venire in mente uno stallo alla messicana, fortunatamente senza nessun fucile.

    In qualche modo si sentiva responsabile di quello strambo incontro, inoltre era curioso di vedere come la vicenda si sarebbe evoluta. Decise quindi di prendere la parola e presentarsi anche ai due nuovi venuti.

    Piacere di conoscervi, mi chiamo Haiiro Kugetsu e sono arrivato proprio oggi in questa scuola.
    Dopo questa breve introduzione rimase in attesa della loro risposta.
     
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    L'aver trovato, quella mattina, Hitomi dietro al bancone lo aveva un po' preoccupato. Loro due si scambiavano costantemente quelle battutine, si divertivano a punzecchiarsi tutto il tempo e nel locale era oramai diventata la norma. Però, davanti ad una persona nuova, quel suo comportamento poteva sembrare piuttosto strano e farla passare per una ragazza difficile, capace anche di spaventare i nuovi clienti quando si lasciava trasportare. Certo, se quella mattina ci fosse stata una ragazza di natura più dolce, magari l'ingenua e maldestra Inaho, Tatsuya sarebbe stato più tranquillo. Tuttavia Hitomi riuscì a stupirlo comportandosi davvero bene con quel ragazzo, dimostrandosi gentile e dolce, e poi lei faceva davvero un gran caffè.
    Il ragazzo sembrava aver gradito la bevanda e fu con una certa soddisfazione che Tatsuya ascoltò le sue parole.

    "Non c'è problema, anzi ti devo ringraziare per tutto quello che hai fatto."

    Sembrava sul punto di presentarsi, ma una seconda voce gli fece rinviare il momento.

    "Ehi, Tatsuya, ma che ci fai qui? Hai portato con te un nuovo amico?

    Era la ben familiare voce di Kuro, compagno di stanza che quella mattina aveva preceduto nell'uscire, Chi poteva immaginarsi che sarebbe andato anche lui lì? Ovviamente Tatsuya, che aveva accennato alla sera della possibilità che ci potesse essere la bionda cameriera per la quale lui aveva un debole.
    Stava per rispondergli qualcosa quando si avvicinò a tutti loro una ragazza dalla folta e lucente chioma ancor più bionda e chiara di quella della cameriera alla quale aveva pensato. Per la similarità dei dati superficiali che stava percependo riuscì a stabilire con un margine d'errore molto basso che quella fosse la stessa ragazza che prima li aveva osservati nel cortile.
    Fu piacevolmente sorpreso quando la vide rivolgersi a Kuro.

    "Ehi Kuro, buon giorno! Non so se ti ricordi bene di me, ci eravamo incontrati tempo fa qua a scuola!"

    Notò la mezza brioches che aveva in mano.

    Menomale, non è una stalker e non ci ha seguiti. Se fosse stata una yandere non so cosa avrei potuto fare...forse me la sarei portata a casa per quanto è carina...

    Pensò mentre si veniva a creare una situazione di stallo. Si erano incontrati molto velocemente con una rapida variazione delle carte in tavola per imbastire una conversazione con naturalezza. Fortunatamente la minaccia di un silenzio imbarazzante fu sventata dal ragazzo che ne approfittò per presentarsi.

    "Piacere di conoscervi, mi chiamo Haiiro Kugetsu e sono arrivato proprio oggi in questa scuola."

    L'arrivo di un nuovo studente era sempre un evento molto positivo e gradito.

    Chissà se...

    Prima di perdersi nei suoi pensieri, Tatsuya seguì il discorso appena aperto da Haiiro presentando gli altri.

    Piacere nostro. Lui è il mio compagno di stanza, il senpai Kuro Kamishini, mentre lei è....è....Kuro, non ci presenti la tua bella amica?

    Dopo che ebbe pronunciato la parola "bella", giunse puntuale una voce la cui provenienza era pressoché scontata.

    Non fare il marpioneeee

    La gelosia è una brutta cosa, Mimì.
     
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    Nome: Kuro | Cognome: Kamishini | Classe: III S11 | Età: 18 | Sesso: Maschio
    Il nuovo arrivato si chiamava Haiiro Kugetsu, sembrava un ragazzo abbastanza normale, con i capelli scuri e delle evidentissime occhiaie che però di certo non mi avevano fatto una brutta impressione, sembrava quasi che facessero parte del suo essere. Nel frattempo ci raggiunse anche Galatea.
    Certo, Tatsuya. Lei è Galatea, ci siamo incontrati qualche giorno fa nel corridoio davanti a quella che credo sia la sua classe.
    Poi mi sedetti abusivamente al tavolo, continuando a scrutare in cerca di Mami. Non avrei ordinato nulla, solo lei doveva portarmi da mangiare e da bere.
    Ma tornando al presente...
    Haiiro, sei un nuovo studente trasferito, per caso? Certo che qui all'Hakoniwa c'è ne sono sempre un sacco! Che classe fai?
    Mi fermai un secondo, poi ripresi.
    Scusa se ti è sembrato un'interrogatorio ma sono curioso...
    Poi lanciai una occhiata a Tatsuya, pensando al discorso della sera del loro primo giorno di scuola e alla possibilità dell'arrivo degli studenti di cui avevano parlato, sperando che Tatsuya avvertisse il mio pensiero. Certo, Haiiro non sembrava un cattivo ragazzo, ma a volte la apparenze ingannano... Non sono mica come Tatsuya che può scrutare i pensieri altrui e perciò mi sono affidato alle sue mani.
    Poi rimasi a guardarlo, attendendo un qualche suo gesto in caso avesse compreso la mia "implicita" domanda.
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    Dopo averli raggiunti Galatea si unì al gruppo e dopo aver salutato Kuro, anche gli altri due si presentarono. A quanto pareva, il ragazzo che aveva osservato prima in cortile era appena arrivato... Questo spiegava la sua aria smarrita e leggermente sconvolta. Dopo tutto l'istituto Hakoniwa è a dir poco enorme! Uno dei due si chiamava Tatsuya... E quando aveva visto Galatea arrivare aveva tirato come un sospiro di sollievo. Ovviamente la ragazza non sapeva il perché, ma fece finta di niente... L'altro ragazzo invece si chiamava Haiiro. "Piacere di conoscervi Haiiro e Tatsuya!" Disse Galatea cordialmente.... Eppure c'era qualcosa nel nuovo arrivato che continuava ad incuriosirla..... Chissà se anche lui era un..... Un... Massi avete capito, un anormale! Forse anche lui aveva un'abilità proprio come lei e Kuro e tanti altri.... Ma non era affatto il caso di chiederglielo ora davanti a tutti, l'avrebbe messo in imbarazzo..... Così decise di rimanere in silenzio e di ascoltare quello che stava dicendo Kuro, che si era seduto ad un tavolo.... Intanto la ragazza ascoltava e prese una sedia di un tavolo vicino, così si sedette e mentre ascoltava la conversazione finì la sua brioches.
     
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    Alle parole pronunciate da Haiiro seguì un rapido giro di presentazione da parte degli altri che subito dopo si sedettero là vicino.
    Il ragazzo di nome Kuro, quello che si era seduto senza ordinare niente (cosa che ad Haiiro sembrava completamente priva di senso. Perché venire al caffè, se non per prendersi qualcosa?) gli domandò se era uno studente trasferito e che classe frequentasse.

    Scusa se ti è sembrato un'interrogatorio ma sono curioso...

    Ah, sì, nessun problema…
    Haiiro prese un po’ di tempo per riordinare i suoi pensieri. Le domande gli sembravano innocenti e non vide motivo per non rispondere.

    Mi ero iscritto all’Hakoniwa già a inizio anno, ma purtroppo ho potuto cominciare a frequentare solo da oggi a causa di certe… complicazioni burocratiche. Preferì rimanere vago sull'argomento, sia perché sarebbe stato troppo lungo da spiegare, sia perché non aveva granché voglia di parlarne.

    Riguardo alla classe, frequento il primo anno, seconda sezione.
    Fece una pausa, intenzionato a fermarsi qui, ma, ricordandosi ciò che gli era stato detto su quella scuola e sulle persone che la frequentavano, decise sul momento di buttar giù un’altra frase in modo apparentemente casuale.

    Sono uno studente senza doti particolari… almeno, non più di tanti altri studenti qui all’Hakoniwa.
    Forse come frase era fin troppo vaga, ma di certo non poteva parlare di anormalità, sarebbe stato troppo evidente. Però era curioso: a parte i due incontrati tre anni fa non aveva mai conosciuto nessun'altro che possedesse un’anormalità, anche se aveva sentito dire che all'Hakoniwa ce n'erano molti. Chissà se proprio quelle persone...

    E voi di che classe siete? Per caso siete miei senpai? Sarebbe comodo avere qualcuno che mi spiegasse come funzionano le cose in questa scuola…
    Cercò di pronunciare questa frase nel modo più casuale possibile, ma alla parola ‘senpai’ la sua voce vacillò un attimo, come per effetto di un nodo in gola… o del frammento di un ricordo che non poteva dimenticare.
    Sperò che nessuno ci avesse fatto caso.
     
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    La ragazza bionda appena giunta si chiamava Galatea, così la presentò Kuro. Lei cordialmente fece la conoscenza dei due e Tatsuya iniziò a pensare a quale potesse essere lo stato d'animo di Haiiro nel ritrovarsi a fare la conoscenza di tutta quella gente appena dopo aver preso il suo caffè rigenerante. Mentre lui rispondeva alle domande di Kuro, svelando di essere appena arrivato alla scuola e non aver potuto iniziare prima a causa di non meglio specificati motivi, Tatsuya incrementò la sensibilità della sua anormalità per capire meglio cosa stesse passando per la testa di tutti. Il non aver specificato i motivi poteva far pensare a tante cose ma il fatto che Haiiro si fosse premurato di aggiungere, dopo una pausa, di essere uno studente senza doti particolari, non poté non sollecitare la curiosità nel maggiore dei Kamishiro.

    Io sono della classe 11 secondo anno ma sono qui solo dall'inizio di quest'anno scolastico, prima ero...altrove...comunque sarò lieto di aiutarti.

    Rispose cordialmente mentre leggeva quello che era il pensiero di Kuro, o meglio la domanda che aveva pensato e sperava che lui leggesse.
    Fece una panoramica di Haiiro senza andare scavare a fondo, era una pratica pericolosa visto che non si sa mai cosa si può andare a pescare e spesso ci sono cose che non conviene sapere.
    Sicuramente il ragazzo era reticente su qualcosa, era chiaro in Tatsuya, ed il modo in cui sperò che nessuno si fosse accorto del suo vacillamento alla parola "senpai" confermò che le sue parole era incomplete. Certo, sarebbe stato molto interessante riuscire a scavare più a fondo nel suo passato, ma non era quello il momento e nemmeno sarebbe stato giusto nei suoi confronti.
    Si concentrò più che altro nel cercare di capire se potesse in qualche modo rappresentare un pericolo, come voleva la tacita richiesta del suo compagno di stanza.
    Sul momento non trovò intenzioni pericolose o avverse, non voleva causare problemi di alcun tipo. Per lo meno non era ciò che voleva lui lucidamente, perché trovò dei dati particolari, indici di mancanza di sonno.
    Ma la cosa più particolare fu la sensazione generale che gli dette, la stessa che poté provare il primo giorno con quella strana ragazza e che ricordava come legata a quel suo vecchio amico e compagno di scuola alle elementari.

    Premurandosi di farsi vedere unicamente da Kuro, scosse due volte la testa ad indicare l'assenza si motivi per essere sospettosi o diffidenti. C'era qualcosa in lui, ma non era indirizzato contro di loro.
    Nel frattempo la ragazza aveva preso una sedia e si mise comoda.

    Certo che abbiamo improvvisato proprio un bel gruppetto

    Pensò. Il suo prolungato silenzio dovuto alla lettura dette via libera alle parole degli altri ed avrebbe fatto bene a prestarvici attenzione, la possibilità che quello fosse un gruppo completamente anormale era alta.
     
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43 replies since 16/2/2014, 17:34   561 views
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