[CONCLUSA] The strange case of doctor Kuro and lady Miuna - Atto I

Narrazione privata

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    Stavamo camminando da quanto... Venti minuti? Un po' di meno? Un po' di più? Ma che importanza ha? Quel che conta davvero è che il tempo scorreva anche troppo velocemente e noi non potevamo permetterci di perderlo camminando a zonzo per la città.
    Ma quanto diamine è lontano 'sto posto? Miseriaccia...
    Comprendo la tua ansia, Kuro, ma non avere fretta, doveva essere un luogo nascosto quanto basta per permettergli i non essere scoperto da loro...
    Celes aveva ragione... (Da quando la chiamo Celes? Boh, chi lo sa...) Ero troppo agitato e non potevo prendermela con lei, anche se in realtà avrei potuto farlo ma non per questa ragione... Dio che casino...
    Miuna stava camminando affianco a me, sempre semi trasparente e poco visibile a causa della intensa oscurità della notte. Non c'erano nemmeno molti lampioni, ci stavamo dirigendo verso la parte abbandonata della città. Ma era ovvio nascondersi in un luogo simile, chissà come aveva fatto quel Kagetane che sembra un tipo così intelligente a non trovarli...
    Kuro...
    Miuna, non sforzarti troppo... Questa potrebbe essere una lunga nottata, conserva le energie, mia cara.
    Lo so, è solo che avverto una strana sensazione... È come se... già conoscessimo le persone che si stanno nascondendo da queste parti...
    Già, lo credo anche io... Ma poi Celes ce lo aveva accennato o sbaglio?
    Sì, è vero, ma avvertire queste sensazioni ad una tale distanza è comunque strano... Soprattutto contando che TU le conoscevi mentre io invece non sono stata menzionata nel discorso...
    Il motivo è semplice: nemmeno io ricordo bene quanto accadde allora e non mi ricordo della tua presenza, anche perché in teoria tu non eri più qui.
    Celes rispose alla domanda e ci fece sobbalzare: non eravamo ancora abituati all'idea che qualcun altro potesse ascoltare le nostre conversazioni.
    Celestia, non spaventarmi così... Ma tornando al discorso... Appunto per questo è strano che lei provi queste sensazioni, no?
    Beh, potrebbero arrivare dalla condivisione delle emozioni e delle sensazioni con te che si è fortificata questa notte. Non so che altro dirvi, di certo non esiste nessuna spiegazione razionale per queste cose e lo sapete benissimo anche voi...
    Era rimasta fin troppo sul vago, ma non mi aveva dato l'impressione che stesse mentendo: forse non ne sapeva davvero nulla anche se questo va ad aggiungersi alla lista dei fatti strani. Che stranezza, Celes che non sa qualcosa, non con precisione almeno.
    Bene, siamo arrivati.
    Il tempo dei pensieri era finito o quanto meno rimandato a data da destinarsi. Ora ci trovavamo di fronte al luogo dove tutto sarebbe stato chiarito. Anche se...
    Che posto brutto e ovvio...
    Ci trovavamo chiaramente di fronte ad un cliché: una vecchia catapecchia, mezza distrutta, mezza ammuffita e abbandonata. Un luogo così ovvio... Eppure a volte l'ovvietà salva la vita. O c'era forse dell'altro?
    Hai ragione, ma non credere che sia finita qui... rispose Celes, tirando fuori dalla tasca un piccolo specchio di quelli che usano le donne per aggiustarsi i capelli e il trucco. Ma che ci doveva fare? La fretta mi stava facendo perdere le capacità mentali... Rilassati, Kuro, rilassati... Siamo venuti qui per salvare Sachika e di certo non ci sarei riuscito in questo stato. Senza dire una parola e fidandomi ciecamente di Celes la seguii all'interno della casa, seguito da una Miuna molto taciturna. L'interno non era molto diverso dall'esterno: tutto cadeva a pezzi, tavoli e mobili distrutti e ammuffiti dall'acqua piovana, pezzi di vetro sparsi su tutto il pavimento, finestre rotte, soffitto bucato, il tetto altrettanto, le scale che portavano ad un piccolo soppalco erano inagibili e il pavimento dello stesso non dava l'impressione di essere molto solido. Era già un miracolo se noi tre riuscivamo a camminare su quello del pian terreno senza cadere in una eventuale cantina o nelle fondamenta della casa. Che posto desolato. Celestia estrasse dalla tasca una carta, che iniziò a brillare, e poi si guardò intorno in maniera molto attenta, fino a che non si fermò di fronte a un muro di quella che un tempo molto probabilmente era la camera da letto di coloro che abitavano in questa casa, dato il materasso completamente aperto, la gommapiuma sparsa per tutta la stanza e vari futon sgualciti ammassati in un angolo della stanza e dai quali proveniva un forte odore di urina. Bleah, che tanfo...
    Ci siamo, la porta ora si trova qui.
    Io la guardai con un sguardo a metà tra lo sconcertato e l'incredulo. Cosa?
    Cosa?
    Esatto... Cosa? Cioè, voglio dire... Insomma, avete capito, no? Cosa?
    Sì, la porta si trova qui. disse ancora una volta, indicando con il dito il muro completamente privo di porte. Cosa? Cosa?
    Cosa? ripetei ancora una volta cosa?
    Occielo, abbia un po' di fiducia, signor Kuro! La carta che ho appena attivato è quella della papessa che mi permette di utilizzare la preveggenza per un breve periodo di tempo. Grazie ad essa sono in grado di individuare questa porta.
    Cosa? Continuava ad indicare un muro senza porte. Così come io continuavo a fissarla stupito.
    Oh... Va bene, mi sbrigo se no qui non finiamo più... disse, estraendo un'altra carta e, quando iniziò a brillare, sul muro apparve come per magia una porta.
    COSA? "Witchcraft!" No, ehm, tornando seri... Stiamo parlando di un mondo pieno di gente anormale, pazza, di vestiti con poteri e vestiti parlanti, questo a loro confronto poteva apparire come un semplice trucco di magia. Ma applaudii comunque, come appunto un bambino che assiste ad un trucco di magia. Celestia si mise la mano destra in faccia in segno di disapprovazione. Miuna invece uscii dal suo "letargo".
    Certo che a volte sei proprio stupido... Però questo significa che un po' sei tornato in te... disse, aggiungendo una breve e bassa risatina divertita alla fine.
    Concordo con te, Miuna... Ho usato la Ruota della Fortuna per invertire le condizioni naturali in questa zona ed è così che è apparsa la porta. Come dicevi tu prima, questo posto è scontato, ma con questo piccolo meccanismo da noi inventato diventa difficile entrarci. Solo io e gli altri che vivono al suo interno possiamo farlo.
    C'era davvero dell'altro, alla fine. Beh, c'era anche da aspettarselo, Celestia non mi sembrava una persona poco organizzata e non so per quale ragione ma avevo la sensazione che nemmeno le altre persone lo fossero.
    Celestia aprì la porta e non tutti vi entrammo senza fare obiezioni: ora ci trovavamo in una specie di limbo, uno spazio pieno di luci psichedeliche e sparaflashate che mi costrinsero a chiudere gli occhi; un suono molto fastidioso si fece sempre più alto, fino ad annullare qualsiasi altra percezione. Sembrava che i miei timpani dovessero scoppiare e se non fu così ci andarono davvero vicini. Finiti questi attimi di agonia durati quasi una eternità aprii gli occhi. Ci trovavamo in un luogo misterioso ma familiare: davanti a noi si trovava una tipica casa giapponese, circondata da un alto muro in mattoni e un piccolo portone di ferro nero che a prima vista sembrava molto solido e spesso. Il sole illuminava la zona, anche se non era possibili capire esattamente la sua posizione nel cielo, chissà per quale motivo.
    Ma dove siamo finiti? Fino ad un attimo fa eravamo in una casa di notte e ora... Non finii la frase, perché guardandomi meglio attorno notai che questo ambiente non si estendeva a perdita d'occhio ma era invece limitato da una specie di muro semi trasparente al di là del quale era possibile osservare il nulla. Ancora witchcraft? Nah, anormali.
    Capirai tutto più avanti, ora dobbiamo sbrigarci ad entrare il tempo stringe...
    Poi si girò verso il portone, indicandolo.
    Questo portone non si aprirà senza recitare la parola d'ordine nella corretta sequenza. e mi spiegò come fare.
    Ma perché devo farlo proprio io?
    Voglio fare una sorpresa ai tizi che si nascondono qui dentro...
    Con triste rassegnazione mi avvicinai alla porta e feci quello che Celes mi aveva detto di fare.
    Bussai tre volte.
    Penny.
    Bussai di nuovo tre volte.
    Penny.
    Bussai ancora tre volte.
    Penny.
    Mi sembravo quasi uno stupido ma al tempo stesso un dannato genio, chissà perché... Fatto sta che questa strana parola d'ordine aveva funzionato: il cancello si stava aprendo... Chissà che cosa c'era dall'altro lato ad attenderc-
    Non feci in tempo a reagire mentre una ragazza molto prestante mi saltò addosso, mettendomi alle strette e bloccandomi i movimenti per poi puntarmi la katana al collo.
    Ohi ohi, che cosa mi rappresenta tutto ciò?
    Per qualche motivo la ragazza reagì alla mia voce e mi lasciò andare senza preavviso e quindi caddi a terra.
    K-K-K-K-KURO?!?! Sei davvero tu? Che cosa ci fai qui??

    Kuro Kamishini
    &
    Celestia Ludenberg
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    Edited by ¬SasoRi - 28/5/2014, 01:26
     
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    Ehi, come faceva a sapere il mio nome? C'erano un po' troppe cose strane in questa vicenda e chiaramente Celestia sapeva tutto, colo che si stava divertendo nel vedere le mie e altrui reazioni a tali fatti.
    Ma sei davvero tu?! ripeté ancora una volta la ragazza, incredula.
    Ehi, certo, io sono il solo e inimitabile Kuro Kamishini! Diffidate dalle imitazioni.
    Ecco, ora non ho più alcun dubbio, sei proprio tu! e riprese a stringermi con maggior forza, eguagliata da una strana sensazione che proveniva da qualche parte nella mia testa.
    La "chiacchierata" venne interrotta dal rumore di passi proveniente dall'altra parte del portone, dal quale spuntò un'altra strana figura: era un ragazzo molto alto, capelli corvini e un po' disordinati, indossava uno strano cappello e aveva gli occhi di colore oro che risplendevano in tutto il nero da cui erano circondati
    Cos'è tutto questo baccano? disse, prima di passare lo sguardo dalla ragazza a me, da me a Celestia e poi all'improvviso nuovamente su di me. Anche lui sembrava abbastanza sorpreso, forse però voleva dare l'impressione di essere più maturo e quindi si trattenne un po'.
    Kuro? Come? Cosa? e poi, senza aggiungere altro, incapace di trattenersi oltre, corse ad abbracciare sia me che la ragazza. I due i stavano letteralmente soffocando ma sentivo tutto il calore e l'affetto di quel doppio abbraccio, come se quelle persone fossero molto importanti per me. Una cosa non quadrava: io non le conoscevo.
    Ehm, ecco... Sono molto contento anche io pur non sapendo il perché dato che non vi conosco... non volevo essere così diretto ma in quel momento ero abbastanza confuso e non riuscivo a pensare in maniera lucida.
    Il ragazzo mi liberò dalla presa e con una pacca sulla spalla invitò anche la ragazza a farlo. Poi guardò Celestia.
    Comunque, perché lo hai portato qui? È pericoloso e lo dovresti sap-
    È un'emergenza. Kagetane ci ha trovati e ha rapito una ragazza per obbligarmi a coinvolgere nuovamente Kuro in tutta questa faccenda...
    Il ragazzo sembrava abbastanza sorpreso però era come se sotto sotto se lo fosse aspettato.
    Abbiamo un tempo limite?
    Ci ha concesso qualche giorno, però Kuro vuole salvarla entro questa sera, non vuole che le venga torto nemmeno un capello.
    Capisco, immagino che tu ti senta responsabile, Kuro... Beh non dovresti esserlo, Kagetane è una persona orribile...
    Già, ho avuto modo di notarlo... Tuttavia è vero, se solo non si fosse trovata lì in quel momento...
    Beh è stato proprio lui a dirle di venire nella mia stanza, tu non potevi farci nulla.
    La ragazza stava in silenzio, quasi come se stesse riflettendo. Lo so che loro volevano farmi sentire meglio e che avevano ragione, ma era quasi come se io non volessi sentirmi meglio, quasi come se non volessi liberarmi di quel peso.
    Kuro, capisco come ti senti, però dovresti cercare di lasciarti questa cosa alle spalle e andare avanti, un po' come stavi facendo poco fa...
    Ed ecco che la saggezza torna a illuminare la mia via.
    Hai ragione, ne sono pienamente cosciente, però non ci riesco... Devo salvarla il più in fretta possibile, non mi importa di quello che dovrò affrontare e sopportare per farlo.
    Ero fermamente convinto delle mie "parole", dunque decisi di tagliare corto e passare subito ai fatti.
    Perché non entriamo e non mi spiegate un paio di cosette che credo di essermi perso davanti ad una tazza di thè?
    In effetti hai ragione. Entriamo... Ah già, visto che credo che tu non conosca i nostri nomi... Io sono Gilbert Kagetora.
    E io sono Kisara Monoko... disse la ragazza, riemergendo dal suo silenzio. Sembrava sempre un po' triste, chissà per quale motivo, fino a poco fa era così espansiva ed euforica... Oltrepassammo il portone e seguimmo la stradina che portava dentro casa, attraversando un discreto ma ben tenuto giardino in stile pienamente nipponico. La nostalgia era diventata quasi opprimente, come una pila di mattoni sullo sterno.
    Gilbert.. Che strano nome, però ti sta bene, per qualche motivo... Lo dissi a bassa voce anche se non era mia intenzione. Turravia lui sorrise e si mise una mano sul cappello.
    Ahahah, vedo che non sei affatto cambiato!
    Ci accomodammo in salotto; anche la casa era in stile giapponese e mentre Gilbert preparava il thé io diedi uno sguardo alla stanza, scovando molti particolari interessanti ma privi di una reale utilità. Dopo qualche minuto arrivò con le tazze e, una volta seduti, si accinse ad iniziare il discorso.
    Bene, cominciamo.

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    Come avrai già intuito, gran parte dei tuoi ricordi è stata... Come dire... "Manomessa" da una persona che conosci bene.
    È stato il tizio con la maschera?
    No, lui non c'entra nulla, anzi possiamo dire che è proprio a causa sua se ora ti trovi qui per cercare di recuperarli. Non a caso è tornato e ha rapito quella ragazza: lui vuole far sì che tu li recuperi.
    Ma perché vuole farlo? Qual è la sua vera identità? Ma soprattutto, se non è stato lui a modificarmi i ricordi allora chi è stato?
    È stata un'altra persona a te molto cara e che si trova proprio in questa casa...
    È stato uno di voi due? Celes ha detto che non può fare nulla e mi ha portato qui, quindi non può essere stata lei.
    Già, Celestia era abbastanza silenziosa, come se si limitasse ad osservare e tenere sotto controllo la situazione creatasi.
    No, non siamo stati noi disse, alzandosi in piedi per poi continuare la frase, facendomi cenno di seguirla Vieni con me, ti porterò da lei.
    Mi alzai e la seguii senza la minima esitazione, era giunto il momento delle risposte. Uscimmo dalla stanza e dopo aver percorso un lungo corridoio ci trovammo davanti ad una porta che conduceva al giardino sul retro. Una ragazza stava annaffiando dei bonsai con fare molto spensierato e allegro. Era vestita in modo abbastanza strano, con quella strana divisa scolastica, ma la cosa più curiosa era il suo piccolo innaffiatoio a forma di elefante e di colore giallo spento. Stava anche girando su se stessa e su una gamba sola ma senza smettere di innaffiare, quindi era più l'acqua che sprecava di quella che stava usando realmente.


    Non si era nemmeno accorta di noi, così Kisara batté due volte il fodero della katana contro il muro. Niente. Allora tossì due volte in maniera abbastanza forzata. Kisara stava iniziando a perdere la pazienza e la cosa era abbastanza evidente: difatti dopo qualche secondi gridò il suo nome per attirarne l'attenzione.
    KOFUKU!!
    Ma ancora nulla. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e con un movimento quasi impercettibile a causa della sua estrema velocità, Kisara si spostò alle spalle della ragazza e le diede una botta in testa con il fodero della spada. Un sonoro SBAM! risuonò nel silenzio del giardino, seguito da un altrettanto sonoro AHIA!
    Kofuku, lo so che a volte ti perdi nei tuoi pensieri e ti isoli completamente dal mondo ma per favore, cerca di ascoltarmi, visto che abbiamo un ospite speciale...
    Kofuku, che strano nome... Ma a quanto pare è una costante delle persone che si trovano qui...
    Kisara! Uffa, mi fai sempre male... disse lei, con una faccia tutta triste. Dal suo modo di comportarsi, di parlare e di rispondere sembrava quasi una bambina. Mentre si massaggiava la testa si guardò attorno; in quel momento mi notò e un'espressione sorpresa prese il posto di quella triste e dolorante.
    KUROOOO! Quanto tempo!
    Mi corse incontro per abbracciarmi ma io mi sposta lateralmente e lei cadde rovinosamente a terra. Non avrei voluto essere così cattivo, dopotutto sembra che lei ci tenesse tanto a me, però avevo appena scoperto che era stata lei a manomettere i miei ricordi...
    Uffa! Perché siete sempre tutti così cattivi con me?
    Stavo per rispondere quando notai un luccichio nei suoi occhi.
    Ah, capisco. Dunque è per questo che lo hai fatto... La sua espressione si era fatta molto più seria, così come il tono di voce: sembrava quasi un'altra persona. Beh, considerata la tua situazione non posso darti torto ma permettimi di spiegarti come sono andate realmente le cose.
    Mi aveva letto nel pensiero?
    Non so come tu abbia fatto a capire quello che pensavo ma ti dirò una cosa: sono venuto qui apposta quindi dimmi tutto quello che sai e anche in fretta, ho una ragazza da andare a salvare.

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    Certo, non ti nasconderò più nulla, ma prima torniamo dagli altri...
    E così fu: una volta tornati di là, nel salone, assieme a Kisara, notai, anzi, percepii una strana ostilità di Kofuku nei confronti di Celestia. Tuttavia non ne capii il motivo né compresi se anche lei l'avesse notata. Ognuno tornò a propri posti dopo i dovuti saluti e solo allora, seduti attorno alla tavola, Kofuku riprese il discorso.
    In realtà tu stesso avevi scelto di dimenticare tutto questo ed è proprio per questa ragione che ti sei rivolto a me. Ovviamente io ti ho aiutato e ti ho estratto i ricordi, anche se non è proprio questo il termine più adatto... Quindi sì, sono stata io a farlo ma sotto tua esplicita richiesta.
    Ecco, questo non me lo sarei mai aspettato. Ero stato io a deciderlo?! La sorpresa era grande ma non volevo interrompere la storia; tuttavia passai rapidamente lo sguardo su tutti i presenti: Kisara e Gilbert non sembravano sorpresi, c'era da aspettarselo; Celestia non dimostrava segni evidenti di stupore ma se ne stava in silenzio a fissare Kofuku con evidente curiosità. Miuna invece era silenziosa e tranquilla sin da quando avevamo messo piede in questo strano luogo.
    Tutto a posto?
    Sisi, non preoccuparti per me e soprattutto non distrarti inutilmente...
    Sembrava che Kofuku avesse percepito la mia reazione e si fermò per qualche secondo.
    Capisco come ti senti ma proprio per questo non ti racconterò tutta la storia in una volta sola. Inizierò con una buona notizia: i tuoi ricordi non sono andati perduti, sono conservati all'interno di una perla che ho nascosto in un posto sicuro. Essa è stata creata sfruttando il mio potere dunque è molto resistente ma gli anormali sono persone fuori dal comune, con loro non si può mai avere delle certezze. Proprio per questo l'ho nascosta. Una volta distrutta i ricordi torneranno al legittimo proprietario, però potrebbero esserci alcuni effetti collaterali. Mancano ancora alcuni particolari a non vorrei dirti altro per il momento...
    Se è così preziosa questa perla perché non la porti sempre con te piuttosto che nasconderla?
    Domanda più che legittima, viste le sue parole. La risposta fu tanto esaustiva quanto misteriosa e generatrice di curiosità e sospetti.
    Beh, all'inizio facevo proprio così, poi ho scoperto che Kagetane... Beh... La stava cercando. Lui vuole distruggerla e siccome non è così difficile per lui arrivare a me, anche se siamo nascosti molto bene in questo luogo, ho pensato che fosse meglio nasconderla.
    Per qualche secondo passò lo sguardo su Gilbert, proprio mentre parlava della sicurezza del luogo nella quale si trovavano, che ricordo essere all'interno di una sorta di dimensione diversa alla quale si ha accesso da una porta nascosta in una casa abbandonata. Quindi molto probabilmente questo luogo doveva aver a che fare con il potere di Gilbert.
    Ok, capisco... Però questo non mi rappresenta nulla... Dov'è questa perla? Perché Kagetane vuole distruggerla? Se non vuoi dirmi nemmeno questo, beh...
    Lo so, però devi capire che lo sto facendo per il tuo bene...
    Allora ho bisogno di voi, devo salvare Sachika.
    Le mie parole risuonarono quasi come un appello disperato.
    Certo, puoi contare su di noi, per il resto dovrai aspettare, forse è addirittura meglio se rinunciassi a quei ricordi...
    Stavo per ribattere, avevo bisogno di saperne di più. Tuttavia accadde qualcosa di inaspettato: Miuna mi parlò, anzi, più che altro mi pose una strana domanda.
    Posso?
    Non sapevo a cosa si riferisse, pensavo che si trattasse di una semplice richiesta di poter interrompere la discussione e i miei pensieri per dirmi quello che pensava.
    Certo, di cosa si tratta?
    In quel momento accadde l'impensabile, così improvviso e improbabile che quasi non me ne accorsi. Mi sentivo strano, volubile se così posso dire. Guardandomi attorno mi accorsi di essere diventato semi-trasparente e che stavo guardando me stesso da un'altra prospettiva, quasi come se avessi impostato la visuale in terza persona. Ma guardando meglio quello che avrebbe dovuto essere me notai che era molto diverso dal solito: aveva i capelli di un colore marrone chiaro, molto lunghi, i vestiti erano un po' larghi e aveva una strana e lunga coda di gatto viola semi-trasparente. Mi spostai rapidamente, notando che riuscivo anche a passare attraverso agli oggetti materiali, quasi come se mi fossi trasformato in una coscienza e non essendo più una persona: i miei passi non emettevano alcun rumore. A quel punto mi spostai ancora e mi ritrovai a guardare in faccia il mio alter ego: ero diventato una ragazza?? Però, guardandola meglio, notai che il suo viso mi sembrava familiare, quasi come se fosse una versione più cresciuta di...
    MIUNA?!
    Lei alzò lo sguardo verso di me e mi sorrise.
    Sì, sono proprio io. Sono contenta che tu mi riconosca anche dopo che è passato così tanto tempo...
    Le lacrime iniziarono ad inumidirle gli occhi violacei, lacrime di gioia per essere riuscita a tornare nel mondo reale e per essere stata riconosciuta da me. Credo che anche il poter riverede Kofuku e gli altri potesse essere considerato un fattore scatenante di quell'accenno di pianto. Tutti i presenti sembravano stupiti quanto me nel vedere la ragazza proprio accanto a loro, con i miei vestiti addosso. Inoltre io ero sparito e questo aveva provocato in loro stupore e sorpresa.
    Non preoccupatevi, ragazzi... Sono io, Miuna. Non è successo nulla a Kuro, potete stare tranquilli... Ora posso spiegarvi bene quello che è successo ora e come io e Kuro ci siamo incontrati. Non so bene il perché ma sento che il rivelarvi questa piccola e insignificante storia possa esservi d'aiuto...

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    Miuna aveva appena parlato, cosa che non aveva potuto fare per così tanto tempo che quasi si era scordata la sua stessa voce. Ma prima che proseguisse venne interrotta da Kofuku, Gilbert e Kisara che non si aspettavano di vederla, visto che a quanto pare conoscevano molto bene anche lei, e le si lanciarono addosso per abbracciarla e tempestarla di domande. Celestia si limitò invece ad un cenno di saluto mentre continuava a fissare la direzione nella quale si trovava la mia coscienza, quasi come se riuscisse a vedermi. Dopo qualche minuto tutto tornò alla normalità e Miuna riprese il discorso da dove lo aveva interrotto prima.
    Allora, come stavo dicendo, vi spiegherò quello che è successo e quello che ricordo. Innanzitutto se sono qui tra di voi in questo momento è solo grazie ad una strana energia che Kuo ha iniziato ad accumulare, molto probabilmente in maniera involontaria, all'interno del proprio corpo non appena abbiamo messo piede in questa specie di "dimensione alternativa", se così posso chiamarla. Una energia così potente che mi ha permesso di scambiare la mia coscienza con quella di Kuro, ovviamente solo grazie al suo consenso, non è che mi sia impossessata di esso...
    Energia? Io non avevo avvertito nulla, soltanto strane sensazioni e malinconia. Ma forse stava proprio parlando di questo, dopotutto il potere delle emozioni e dei ricordi è illimitato, basti pensare al fatto che Miuna è riuscita a tornare in mondo dal quale era stata "cacciata" proprio grazie ad uno di questi. Ecco, ora che ci penso, però, come ho fatto ha ricevere così tanta energia da delle persone che non credo di aver mai conosciuto in tutta la mia vita? Beh, se Kofuku ha rimosso i ricordi... Però non credo di avere altri vuoti temporali oltre a quello dell'incidente e a quello di Miuna, oramai colmato. A meno che... Avevo bisogno di chiedere qualche precisazione in più a Kofuku, ma al momento volevo solo lasciare finire il discorso a Miuna, dunque tenni per me quel pensiero.
    Il resto del discorso potrebbe essere un po' noioso ma forse per qualcuno potrebbe essere utile. Una sera, circa 5 anni fa, mentre stavo tornando a casa da scuola verso le 18 poiché ero stata trattenuta lì fino a quell'ora tarda a causa di alcuni impegni, mi ritrovai a passare per una piccola e buia stradina della città, giusto per accorciare un po' la strada verso caso. Peccato però che in questo modo mi imbattei in una banda di teppisti: erano molto più grandi di me ed iniziarono a bullarmi perché ero entrata nel "loro territorio" senza il loro permesso. Ero molto spaventata e stavo piangendo mentre loro mi frugavano nella borsa e mi prendevano i soldi dal portafoglio. Poi iniziarono a picchiarmi, anzi, diciamo che avrebbero voluto iniziare a farlo ma all'improvviso apparve davanti a me un ragazzino che sembrava avere la mia stessa età e che mi sembrava anche di avere già visto da qualche parte. Con un fare molto deciso spazzò via l'intera banda con la sola sua forza e la sua amata spada di bambù e questi, dopo essere stati obbligati a chiedermi scusa, fuggirono urlando. Mi aiutò a rialzarmi, si presentò e si assicurò del mio stato di salute. Nonostante gli avessi detto di essermi ripresa lui insistette e mi portò a casa mia in braccio, come una principessa.
    Oddio, quanti ricordi... Ero completamente immerso nel suo racconto, proprio come se stessi rivivendo la situazione in prima persona. Dopo qualche attimo di silenzio, tutti, tranne Celestia, scoppiarono a ridere.
    Ahahah, è proprio una cosa da Kuro, questa!
    Già, c'era da aspettarselo! Dopotutto certe cose non cambiano mai.
    Possiamo quasi dire che ci sia stato il destino dietro a questo incontro...
    A quel punto Celestia parlò per la prima volta dopo tanto tempo, come se fosse stata scossa da quest'ultima frase.
    Ehi! Questa frase avrei dovuto dirla io!
    Sarebbe stato bello continuare a ridere e scherzare assieme, però avevo una missione da compiere. Lo so, mi sembro un disco rotto, ma quello aveva davvero la priorità, non potevo permettere che le torcessero anche solo un capello. Tecnicamente dovrebbe essere in grado di difendersi da sola, visto lo scontro al club di kendo il primo giorno... Però non conosco i suoi poteri e nemmeno quelli dei nostri avversari, quindi è meglio essere prudenti.
    Forza, andiamo a salvare Sachika.
    Ma nessuno sembrava aver sentito le mie parole. Ora inizio a capire come si sentiva Miuna tutti i giorni...
    Per favore, puoi dire agli altri quello che ti ho appena detto?
    Certamente.
    Grazie mille...

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    Tuttavia Celestia ci precedette.
    Scusami, Kuro, ma prima devo chiedere una precisazione a Kofuku sulla base di quello da loro detto poco fa. Soprattutto sulla frase che tira in ballo il Destino. Mi state quindi dicendo che anche i miei ricordi sono stati modificati?
    A quanto pare i miei sospetti erano veri: riusciva a vedermi e sentirmi anche se mi trovavo in quella specie di forma spirituale, un po' come per Miuna. Tuttavia il nesso logico tra le sue supposizioni e l'effettiva domanda era stato saltato volontariamente però chi doveva capire aveva capito.
    Diciamo di sì, anche se non in maniera diretta...
    Era una risposta abbastanza distaccata e fredda e non stava nemmeno guardando la diretta interessata mentre le rispondeva. Non riuscivo a capire perché Kofuku trattasse Celestia in questo modo ma forse era per lo stesso motivo per il quale anche io la temevo fino a qualche ora fa.
    Capisco, invece voi tre ricordate tutto, quindi presumo di essere stata inclusa nell'elenco delle persone pericolose. Mi sta bene, dopotutto conosco bene la mia indole e mi sorprende che invece vi siate fidati di me rivelandomi l'esistenza di questo posto qualche giorno dopo il mio arrivo in città.
    Non sembrava particolarmente delusa, anzi era solo più curiosa che mai e determinata a scoprire tutto ciò che cercavano di nasconderle. I suoi discorsi così criptici, tuttavia, non fecero altro che mettere ancora più confusione nella mia testa; lei invece era riuscita più o meno a comprendere la situazione o almeno così mi pareva. Sollecitai nuovamente Miuna e dopo qualche minuto la mia coscienza e il mio corpo si trovavano separati da una porta, dietro la quale Miuna stava indossando i vestiti che Kofuku le aveva dato, così che ella non fosse più costretta ad indossare la mia uniforme maschile che le stava anche larga. Le diede una vecchia divisa scolastica ben tenuta di colore viola-grigio e con le rifiniture e il colletto bianco e una giacca di un colore azzurro opaco.
    Stai benissimo.
    G-Grazie... / rispose lei, arrossendo.
    L'unica cosa che mi pareva un po' strana era la coda violastra da gatto.
    Perché hai quella coda? / le chiesi, indicandola.
    Non ne sono sicura ma forse rappresenta il mio legame con il mondo spirituale. Io riesco a manifestarmi in questo mondo anche se non ne faccio parte e non possiedo un corpo e forse questo è un legame.
    Allora faresti meglio a nasconderla, non sappiamo se essa possa rappresentare un tuo punto debole o meno, un po' come la coda dei Sayan.
    Eccolo che ricomincia con le sue cose... Però hai ragione, non si sa mai e come si dice: meglio prevenire che curare.
    A qual punto nascose la coda dentro la maglia dell'uniforme.
    Ecco fatto, anche se mi da un po' fastidio e a volte mi fa il solletico credo che dovrò abituarmici... Comunque ora mi sento un po' stanca... Forse è meglio che mi riposi un po' e che tu riprenda possesso del tuo corpo, dopotutto non ti avevo nemmeno avvisato su quanto sarebbe successo...
    Come vuoi, riposati pure e non preoccuparti, sono solo contento di tutto questo, felice che tu possa finalmente iniziare a riprendere forma... Forse il giorno in cuoi tornerai a far parte di questo mondo non è così lontano...
    Così lo scambio avvenne nuovamente e tornai in possesso del mio corpo, con addosso i miei soliti vestiti. Miuna ora si trovava nello stesso stato in cui mi trovavo io prima e quindi potevo vederla camminare, non era più soltanto una personalità nata e incastrata nella mia mente; questa cosa mi rendeva davvero molto felice che riuscii a trattenere a stento le lacrime. Scesi poi al piano inferiore dove gli altri avevano terminato i loro preparativi e ci stavano aspettando.
    Tutti pronti? Bene, partiamo! Ah, quasi dimenticavo... Dove siamo diretti?
    Al covo di una certa organizzazione e società indipendente di killer, capitanata da Kagetane e da Nora, sua perfida ma forse ignara alleata. La stessa società che tutti noi abbiamo abbandonato qualche tempo fa.
    L'ultima parte mi fece trasalire. Loro tre erano degli assassini? Perfino Kofuku? Beh, in effetti si poteva notare una certa differenza nel loro modo di comportarsi quando erano seri, però non mi sarei mai aspettato una cosa simile. Celestia molto probabilmente lo sapeva ma mi ha portato qua lo stesso. Se riflettevo bene su tutto questo e sulle parole che mi aveva detto Kagetane potevo forse riuscire ad intuire qualcosa su quello che mi stavano nascondendo per mio ordine (?) ma ora il solo pensiero che Sachika si trovasse in un covo di assassini mi faceva accapponare la pelle. Anche se sembrava in grado di difendersi da sola visto il risultato dei nostri scontri con la spada non potevo sapere in che condizioni l'avevano ridotta e soprattutto non potevo essere certo che quegli assassini non avessero anche loro delle anormalità. Non commentai ad alta voce le parole di Kisara ma li esortai nuovamente a raggiungere quel maledetto covo. Il bastardo con la maschera me la pagherà.

    Secret House
    Nostaligic Loneliness



    THE END
     
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    Ottima narrazione, non mi dilungo nella valutazione perché resto in attesa del seguito

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