[CONCLUSA]Luoghi ridondanti

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    Visto che il prezzo del biglietto dell'autobus costa poco, ho molto tempo libero e questa è una bella giornata per fare un giro... perchè non fermarsi qui ancora? C'è un massimo di visite alla settimana? No, certo che no. Poi questo posto è carino, c'è pure il wifi con la consumazione. E poi, ora che ci penso non c'è più la cameriera di ieri, chissà perchè. Probabilmente oggi non è di turno.

    Mentre queste considerazioni venivano fatte era arrivato il tè, po' di biscotti e una fetta di torta all'arancia. Era la seconda scelta ma prima di prendere qualcosa più volte è bene fare un giro dei piatti che offrono. Un ragionamento che in fondo indica la volontà di fare molto spesso visita a questo luogo. Era spacciato, sarebbe diventato obeso iniziando a frequentare quel posto.
    Ma almeno aveva finalmente il suo tè, e poteva berlo in santa pace! O quasi... visto che era arrivato un po' più tardi era stato messo insieme a un'altro cliente visto che il posto era molto affollato. Beh, non è troppo negativo come fatto. bisogna adattarsi!
     
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    Seduto al tavolino in cui un altro ragazzo aveva preso posto, sorseggiando la sua cioccolata calda e giocherellando con un cubo di Kubrick, c’era Hiroshi Natsui.

    Forse a qualcuno sembrerà strana la sua presenza, aspettandosi al suo posto, visto il locale e la persona che scrive, il personaggio di Haiiro Kugatsu.
    Dirò subito che questa scelta non è casuale, ma ha dietro delle motivazioni valide. Motivazioni che tuttavia saranno date in altra sede. Qui mi limiterò a dire che in quel giorno Haiiro non si trovava a scuola mentre Hiroshi aveva la giornata libera da lavoro, che aveva ben pensato di passare nel complesso scolastico.
    Chiuso questo preambolo, smetto di far sentire la mia voce e passo a raccontare i fatti di quell’incontro.


    Hiroshi Natsui sedeva a un tavolino del maid caffè quando, a causa della mancanza di posti, un altro ragazzo si sedette vicino a lui. Subito egli mise giù il cubo di Kubrick con cui si stava intrattenendo, peraltro senza risultati positivi in quanto non era riuscito a completare neppure una faccia, e si rivolse al nuovo arrivato.

    Salve. Sembra che lei sia dovuto sedersi qua a causa della mancanza di altri posti, spero che ciò non la disturbi. Se possibile sarebbe bello che il nostro incontro sia di comune guadagno e mutua comprensione per entrambi.

    Le sue erano state parole cortesi, di chi si comporta in modo cordiale per lavoro. Forse troppo cortesi, considerando che l’altro ragazzo era un suo coetaneo e il luogo di incontro, non certo formale, tanto che quelle parole rischiavano di suonare distanti e artificiose. Ma andava bene anche così per una presentazione.
    In fondo la distanza tra le persone è mobile. Status sociale, occupazione, aspetto, luogo di incontro, modalità della conversazione, tutto questo e altro ancora va a incidere nella distanza tra le persone e nel modo in cui ci si rivolge l’un l’altro. Del resto se incontraste una persona in banca, vestita elegantemente e dalla parlata formale vi rivolgereste a lui in un certo modo. E se quella sera trovaste la stessa persona in una birreria, vestito alla buona, che ride e scherza sguaiatamente con gli amici bevendo la sua birra, allora le parole che gli rivolgereste sarebbero assai diverso. Ma chiudiamo qui questo excursus.

    Ah, quasi dimenticavo, il mio nome è Hiroshi. Molto piacere.
    Dicendo ciò allungò la sua mano, aspettando di vedere se l'altro l'avrebbe stretta.
     
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    Oh, molto piacere. Rispose svelto portando la tazza di te alla bocca. Prima di prendere però allunga la mano destra per stringerla al compagno di tavolo. Reazioni automatiche.

    Vedere così questa situazione è davvero molto buffo, e dire che pensavo ci fosse una persona diversa seduta qui... Impossibile. Pensò bevendo lentamente un sorso della bevanda bollente. La fa subito scivolare giù evitando la scottatura ma certo quel pizzicore sulla lingua si fa sentire. Socchiude poi gli occhi assaporando il sottile fastidio che fa da retrogusto alla dolcezza e amarezza del tè al limone.

    Questo tè è bollente. Dice riaprendo gli occhi e ritraendo la mano per prendere un biscottino dal piatto dove prima era appoggiata la tazza. Rei, nome vero, non un soprannome. Afferrato il biscotto lo mangia senza intingerlo nel tè, non lo fa mai. C'è sempre così tanta gente a quest'ora? Dice tra un sorso e l'altro.
     
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    Rei, ho capito.
    Chissà poi perché avrebbe dovuto pensare che fosse un soprannome, non c’era anche un personaggio di un famoso anime che si chiamava allo stesso modo?
    Purtroppo non saprei rispondere alla tua domanda, non vengo spesso in questo bar.
    In realtà di norma non veniva neppure a scuola – piccolo privilegio dell’appartenere alla classe 13 – ma non era il caso di sottolinearlo.

    Però non mi stupirei se fosse così. I maid caffè di solito attirano avventori, soprattutto maschi, già a prescindere dalla loro effettiva qualità. Se a questo ci aggiungi un buon servizio, un caffè capace di soddisfare i più esigenti e altre bevande di indubbia qualità – non sapeva se il tè che Rei stava bevendo fosse buono, ma la cioccolata calda che aveva provato lo era senza dubbio, densa e calda al punto giusto – beh, allora il gioco è fatto.

    Inoltre, per quanto riguarda le torte – qui il suo sguardo andò automaticamente al piattino con la fetta di torta di Rei – senza dubbio sono invitanti.
    Così invitanti che quasi quasi…
    Aveva appositamente evitato di guardare le torte per non cadere in tentazione, temendo non tanto il suo possibile ingrassamento ma il sicuro dimagrimento del suo portafoglio. Eppure ora che ne aveva una davanti era difficile resistere. In più, forse proprio per un gioco della sorte, in quel momento passò una cameriera lì davanti.
    Se non è una coincidenza questa…

    Scusi…
    Ella si fermò e Hiroshi ne approfittò per chiederle dei dolci. La ragazza si esibì in una simpatica esposizione dei prodotti, con tanto di piroetta finale. Era stata una presentazione così carina da far pensare a Hiroshi che fosse stata preparata prima. Forse anche lui avrebbe potuto provare qualcosa del genere al suo locale.
    No, meglio di no, dubito che Kasumi ne sarebbe felice…

    Ordinò una torta alla panna e poi si girò di nuovo verso il suo involontario compagno di tavolo.
    Scusa, temo di aver perso il filo del discorso. Stavamo dicendo?


    Edited by Tabris_17 - 17/7/2014, 12:40
     
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    Torte, io personalmente adoro quelle alla carota e mela. Hanno un gusto che ti ringiovanisce.

    Lo dice ovviamente dopo aver finito i biscotti. Li ha praticamente divorati mentre l'altro non guardava, troppo buoni per mangiarli normalmente. Ora ha il fiatone dopo aver ingurgitato cinque o sei di quelle bombe caloriche in un colpo solo. Ciononostante prende il tè e lo sorseggia con non curanza per smaltire i rimasugli del pasto e ritornare a respirare normalmente.

    Un ampio sorriso gli si stampa in bocca quando finisce la tazza, così la ripone sul piattino abbinato e si rilassa allungandosi sullo schienale facendo un sospiro di soddisfazione. Di certo però tra un paio di minuti si pentirà del non aver chiesto altri biscotti. Ma l'idea delle lamentele del suo portafogli gli impedisce spese folli e capricci da bambino.

    Qui si mangia troppo bene.
     
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    Ah, giusto, torte.
    Era davvero così? Mah, non importava.
    Invece le mie preferite sono le torte al cioccolato. Il piacere che dà una buona sacher è difficile da uguagliare. E cosa dire del profitterol? Sentire, ogni volta che ne mordi uno, la crema esploderti in bocca…

    Senza neanche aspettare la risposta dell’altro, si mise ad annuire tra sé, perso nelle sue fantasticherie. Ci volle qualche istante perché ne venisse fuori.
    Fortunatamente in quel momento arrivò la sua torta alla panna e così Hiroshi ebbe l’opportunità di sviare l’attenzione concentrandosi sul dolce.
    La torta appariva insieme semplice e appetitosa, come ci si aspetta da una torta alla panna. Prese una prima forchettata e se la mise in bocca.
    Niente male.

    A fianco sul tavolino aveva ancora la cioccolata calda da finire. Non c’era problema, non aveva mica fretta. Avrebbe finito tutto con calma.
    Anche il suo commensale appariva più a suo agio, dopo aver finito la sua consumazione.

    Hai ragione. È davvero un buon locale, tanto che in poco tempo è diventato rinomato in tutta la scuola e anche oltre. A proposito, anche tu sei uno studente dell’Hakoniwa? Che classe frequenti?
     
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    Ah, no io vengo dall'altra parte delle montagne. Tu invece sei di queste parti suppongo... eh. Si sta bene qui?
    Volge lo sguardo al soffitto e dondola un po' la sedia. Mette le mani giunte dietro la nuca e tiene gli occhi fissi sull'inizio della catena che regge il lampadario.
     
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    Ooh, vieni dall’altra parte delle montagne? Interessante! Sai che ho sempre voluto vedere cosa c’è al di là delle montagne, vedere l’altra parte a me inaccessibile?
    Bevve un sorso della sua cioccolata calda. La temperatura era ancora quella giusta, ma forse avrebbe dovuto finirla prima di dedicarsi alla torta, in modo che non si raffreddasse troppo. Del resto non ha molto senso bere una cioccolata calda fredda.

    Comunque sì, sono di queste parti, anche se non vengo spesso in questo istituto. Eppure è bel luogo, in cui si può fare di tutto.
    Si può venire al Maid Caffè, come abbiamo fatto noi, oppure visitare il centro commerciale Yoshizuka (sperando di non restare chiusi nell’ascensore), passeggiare nel parco Hijifu, andare al Luna Park.
    Ma anche se si resta tranquillamente a scuola, può succedere di tutto. Un incontro inaspettato può dare il via a favolose avventure, da un viaggio all’interno dei sogni a un combattimento lungo i corridoi scolastici per un manga. Oppure ci si potrebbe ritrovare intrappolati in un’oscura dimensione o essere trasportati in un reame fantasy.
    Mi hanno inoltre detto che ogni tanto capita di essere invischiati in un combattimento con un avversario al di là delle proprie forze, ma per fortuna in quelle occasioni non si è mai da soli.
    In alternativa, si può sempre condurre un’avventura per i fatti propri.
    Insomma, non c’è di che annoiarsi qui!


    Hiroshi finì quel discorso, strambo anche per i suoi standard e simile a uno spot pubblicitario. Aveva l’impressione che un tizio gli avesse messo in bocca le prime citazioni che gli passavano per la testa, così, senza cercare un senso logico.
    Se davvero era così, la cosa più sensata da fare era terminare con una frase a effetto e insieme terribilmente banale.

    L’unico limite sarà la tua immaginazione!

    Ma davvero, era sicuro che quello fosse semplice cioccolata calda e che non ci avessero messo dentro qualcosa di strano?!
     
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    Cosa?! Pensò.

    Cosa?!
    Non era chiaro... o lui mentiva veramente bene o questo posto era diverso dalla fermata a cui lui era sceso. Questo lo metteva in crisi.

    Il concetto di "non giudicare il libro dalla copertina" è qualcosa di troppo superficiale, Kei sa bene che è proprio la copertina a dire cosa è qualcosa. Nulla è una perfetta imitazione e nulla può essere perfettamente coperto. La difficoltà può essere astronomica ma non può raggiungere l'impossibilità. L'impossibilità è irraggiungibile. Dunque non aveva guardato con attenzione. Eppure, durante il suo primo giro aveva dato un'occhiata attenta alle persone... eppure... A quanto pare non aveva realmente incontrato persone del posto, quella ragazza non era di qui... Doveva essere così!

    Oh, beh.. niente. Ho capito. Disse subito dopo.
    A volte non sento bene... Ma ora è meglio che vada... perderò l'autobus se non vado. Detto questo si alzò.

    Decise di restare ignaro di tutto. Una farsa non la si basa su fondamenta fragili come il dubbio. Così la sua condotta doveva cambiare, essere più originale.
    Porse dunque la mano al ragazzo, in gesto di amicizia.

    Perché non vieni a lavorare qui, sono certo che è adatto a te... è pieno di riflettori.
     
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    Rei sembrava parecchio confuso dalle sue parole. Beh, non che Hiroshi potesse biasimarlo per questo...
    A volte si fanno certi incontri un po'... particolari, dove non si riesce a cogliere il significato delle parole dell'altro. La reazione usuale di fronte a queste situazioni è di norma la tattica "sorridi e annuisci". Senza entrare in opposizione con il proprio interlocutore o cercare una comprensione che pare impossibile, si sceglie invece di far finta di seguirne la linea dei pensieri, nel modo più cordiale possibile, per poi sganciarsi appena se ne presenta l'occasione.
    È un comportamento prettamente umano, di fronte a storditi o altri generi di personaggi strambi.

    Aspetta, ma seguendo questo ragionamento...
    Non significa che lo stordito qua sono io?!


    Ma perdere tempo su una quisquilia del genere non sarebbe servito a niente. Inoltre Rei si era improvvisamente ricordato di dover prendere l'autobus e di non poter proprio più rimanere là a parlare. Si alzò e gli diede la mano. Hiroshi gliela strinse senza esitare.

    Perché non vieni a lavorare qui, sono certo che è adatto a te... è pieno di riflettori. Così gli suggerì il ragazzo.

    Riflettori? Hiroshi automaticamente guardò intorno a sé, ma non vide nulla del genere. Aspetta, forse sta parlando in modo metaforico. Se quello era il caso... No, anche così non capisco. Mah, sarà un problema mio...

    Non è una cattiva idea - rispose comunque in modo cordiale - ci penserò un po' su.

    E, dopo un istante di silenzio, aggiunse in un tono perfettamente neutro:

    Fai attenzione mentre torni dall'altra parte delle montagne!
     
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    Hola bella gente! Chiedo umilmente perdono per il ritardo sulla valutazione, c'è stato qualche piccolo problema, ma ora è tutto risolto e non vi faremo più sentire soli :sigh:

    Comunque, passiamo alle valutazioni tanto attese:

    Maicol Goldlion: Ti consiglio di iniziare a scrivere dei post più corpulenti, altrimenti, oltre a danneggiare la tua valutazione, renderai difficile agli altri creare dei post decenti basandosi sui tuoi. Comunque, bada un po' più alla grammatica, non sempre il punto può essere usato al posto della virgola. Per il resto, non ho nulla da dire, ti ci sei messo.

    PE: 12

    Tabris_17: Nel tuo caso, invece, non ho nulla di particolare da dire, i tuoi post scorrono tranquilli. Il mio unico consiglio è di aggiungere più descrizione ai luoghi in cui ti trovi, i tuoi discorsi prendono molto, sono interessanti, ma quando cerco di immaginare il tuo personaggio nel posto in cui si trova, faccio un po' di fatica. Non è comunque questo che ti impedirà di beccare bei punteggi in narrazione, è solo un mio consiglio.

    PE: 17
     
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