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Edited by Maicol Goldlion - 13/5/2015, 21:26. -
.Giornate come questa io proprio non le capisco. Ti svegli, getti un'occhiata oltre la finestra e vedi un bel sole che ti sorride dal cielo, quindi esci di casa leggero pronto ad goderti una bella giornata, ma il tempo di arrivare in strada e ti ritrovi accolto da delle goccioline che simpaticamente ti bersagliano segnalandoti che qualcosa non va. Tu purtroppo non dai retta a questa avvisaglia, non torni certo a prendere l'ombrello per due gocce quando il cielo si mostra sgombro, non è così? Bene, se la risposta è si anche tu sai dove voglio andare a parare.
Da dove mi trovo non devo fare molta strada per arrivare alla mia destinazione, eppure vengo colto dalla pioggia per ben due volte. Ok, non è certo uno di quegli acquazzoni che ti infradiciano, però ogni volta che inizia quella leggera pioggerella inizi a maledire te stesso per non aver preso l'ombrello, anche se poi il pensiero di quanto sei stato in imbarazzo quella volta che, a causa di qualche goccia, hai preso l'ombrello per poi risultare essere l'unico in strada ad averlo perché d'un tratto era spuntato il sole più torrido degli ultimi dieci anni, talmente caldo che se anche avesse piovuto saresti dovuto essere al quinto piano di un edificio per vedere metà finestra bagnata e metà asciutta con una sottile linea di demarcazione formata da acqua vaporizzata, quel pensiero ti fa sembrare questa pioggerella quasi piacevole.
Dico quasi perché non è mai così. Ed a me piace anche, la pioggia.
Qualcuno si starà chiedendo perché sia qui a quest'ora, dove stia andando o perché non sia con... scegliete voi con chi.
Per quel che ne so potrei già trovare dentro Sophie, temo che sia riuscita a fare una copia delle chiavi per il suo “club”.
Si, qualcuno lo avrà già intuito, sto andando al Maid Caffè.
Già, è insolito vedermi qui a quest'ora, mezz'ora prima dell'orario di apertura, visto che il mio turno inizia sempre molto più tardi, ma a tutto c'è una spiegazione.
Ieri la nostra cara presidente mi ha avvicinato e mi ha spiegato che oggi avrebbe fatto un po' più tardi per delle non meglio specificate faccende. Avrebbe tardato di circa venti minuti e questo l'ha spinta a darmi un incarico di grande importanza: aprire il Maid.
Controllo ancora una volta di avere in tasca le chiavi del locale. Non so, ma per come me l'ha detto, ieri, mi ha messo pressione.
“Ma soli trenta minuti per aprire un locale sono pochi e per di più con un solo membro presente”.
Immagino che stiate pensando questo. La verità è che da noi all'orario di apertura non c'è mai nessuno, quindi abbiamo tempo in abbondanza per arrivare, prepararci, avviare le cucine e curare tutti gli ultimi accorgimenti. Tra venti minuti arriverà la presidente, tra quindici ci sarà già Kyoko. Non ho mai capito perché voglia arrivare quindici minuti prima dell'apertura e quindici dopo l'arrivo della presidente, forse è per questa strana abitudine che le chiavi sono state date a me e non a lei. Comunque avrò tutto il tempo per sistemare i tavoli e pulirli ancora una volta. Misaka voleva darmi una mano ma sono riuscito a farla desistere, non mi andava di farle rinunciare ad un altro po' di riposo per... ora che ci penso se ci fosse stata anche lei saremmo stati soli per un po' di tempo con tutto il locale a disposizione e...CHE?!?
Forse ho sbagliato strada, forse sono finito davanti il locale sbagliato perché qui, davanti alla porta, c'è già una persona! Non ho mai sentito di qualcuno che ha atteso davanti al Maid la sua apertura, potrebbe essere un qualcosa da ricordare nei nostri annali.
Ora che lo guardo meglio, questo tizio lo conosco! Non personalmente, però è quello che fu accolto da Misaka. E che arrossì. Non è che... si è preso una cotta per lei? Diamine, questa possibilità non mi piace. Se qualcuno infastidisse o ci provasse con Misaka...beh...non credo che riuscirei ad avere il sangue freddo di proteggerlo da lei, finirei per darle una mano cancellando le vie di fuga ed occultando il massacro.
Okay, mettiamo da parte questi pensieri e diamoci un'aria più tranquilla ed usuale. Io sono l'ultimo che potrebbe fare il geloso, visto come mi vanno le cose e le situazioni che si vengono a creare tra amiche d'infanzia che ritornano, proiezioni da altri mondi ed una sorella...particolare...
Devo tenere presente che è un cliente e non ha ancora fatto nulla di male.
Sono in perfetto orario, c'è tempo per scambiare qualche parola.
Mi fermo davanti al locale, poco dietro di lui, quasi in atteggiamento contemplativo.
Anche da chiuso, devo dire che è proprio bello. Non credi?
No, non voglio usare strani poteri per capirlo, sarebbe scorretto. Per ora.. -
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.Quasi incerto, si prende qualche secondo per rispondere, con tanto di nuova occhiata verso l'edificio del locale. Comunque la sua risposta è più o meno quel che mi aspettavo, forse più stringata del previsto. La lunghezza della risposta non è comunque importante.
Le due domande che mi pone mi fanno tornare con la mente a ciò che sono venuto qui a fare.
"Sono le sette e venti, aprirà al pubblico tra circa trenta minuti."
Rispondo immediatamente, poi estraggo le chiavi del locale, affidatemi dalla nostra presidente, e le esibisco un po' mentre aggiungo:
"Il locale, però, oggi lo apro io. Non preoccuparti, non ti lascio sotto la pioggia, puoi entrare con me, basta che ti pulisci bene le scarpe."
Con movimenti molto scenici e varie pose, apro il locale e faccio segno al cliente di entrare, restando comunque in attesa della sua decisione.. -
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.Si volta verso di me e sento che in lui accadono cose particolari, sembra che Rei, un ragazzo che mi ha appena visto per la prima volta e del quale non conoscerei nemmeno il nome se non lo vedessi lì scritto in bella vista, abbia visto qualcosa in me che non avrebbe dovuto poter vedere.
Ringrazia ed entra, pulendosi bene le scarpe come mi ero premurato di chiedergli. Immagino che la vista del locale che gli si presenta al momento sia ben diversa da quella che gli era rimasta impressa nella memoria. Niente atmosfera allegra, niente gioia, è solo uno scenario buio che non vede ancora alcun personaggio muoversi al suo interno. Non so che idea si fosse fatto del Maid Caffè – ma comunque immagino molto positiva, sarebbe difficile il contrario – ma ciò che sta vedendo ora è il suo aspetto più intimo che mette in mostra le sue debolezze, il suo essere solo un edificio arredato come tanti, che non può nemmeno contare su una mobilia sfarzosa o ricercata. Quando non c'è azione è lo sfondo che passa in primo piano. E credo che sia proprio la mia nuova conoscenza quello che più può comprendere quello che sto dicendo. In lui c'è molto più di quel che si vede ed è un qualcosa di diverso dalle anormalità o poteri affini. C'è una sovrastruttura che io posso vedere e che probabilmente lui stesso ha intuito.
Sembra volermi dire qualcosa ma esita ed evita, concludendo un discorso mai iniziato con un “no, niente” che probabilmente lascia ancor più domande. È indeciso, incerto, si trova davanti a qualcosa di nuovo ed inaspettato, ed anche io non posso non dire di non essere un po' in difficoltà, ma immagino che è in questi momenti che un buon attore deve ricorrere alle proprie capacità di improvvisazione.
Apro le persiane e tiro le tende per far entrare un po' di luce, quindi mi metto al centro della sala, davanti a lui, allargando le braccia a voler mostrare il posto per renderlo protagonista di possibilità.
« Sai che è un maid caffè perché ne hai visto l'attività, ma ora che è vuoto, e per i prossimi quindici minuti, può essere qualunque cosa ed anche noi, che recitiamo in questa ambientazione, possiamo essere quel che vogliamo. ». -
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Edited by Maicol Goldlion - 28/3/2016, 02:09. -
.I suoi pensieri mi fanno sorridere, credo di aver un po' esagerato prima, in effetti non è inusuale che si domandi se sono o meno serio, solo che speravo che lui avrebbe compreso immediatamente. Forse ho affrettato troppo i tempi, potrebbe non aver ancora capito del tutto quello che è il suo ruolo in queste storie, ma probabilmente nemmeno io sono ancora riuscito a capirlo completamente nonostante lo sappia da un po' più di tempo e ci pensi il mio contatto esterno a confermarmi o smentirmi le teorie. Più avanti torneremo su questo discorso, ora è meglio ricondursi a qualcosa di più normale per le nostre vite.
« Si, ho visto, infatti non voglio certo farti lavorare. Già che siamo qui, però, abbiamo un palcoscenico sul quale fare un po' quel che ci pare, dopotutto dovremmo anche passarlo il tempo in qualche modo, no? »
Forse sono ancora un po' troppo oscuro nel parlare, è solo che non so come rendere il concetto senza sembrare del tutto folle.
« Siamo persone di fantasia e visto che il locale non è ancora aperto.... possiamo anche non essere noi stessi. Quando sono qui da solo fingo di essere un pirata. »
Mi metto a ridere per sembrare meno matto per aver detto una cosa simile ad uno che mi ha appena conosciuto e che, inoltre, già si è fatto qualche domanda sulla mia sanità mentale. Sto davvero iniziando ad avere ben poco senso.
« Sono giochi mentali che faccio appunto per ingannare il tempo, era un modo un po' contorto per chiederti se anche tu vuoi giocare. ». -
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.Per un attimo sembra poco convinto dell'ambientazione piratesca che ho suggerito, eppure pensavo che a tutti piacessero i pirati e le loro vicende. Mi tolgo anche io la giacca e mi libero della roba in eccesso, ora che siamo al chiuso non ha davvero più senso restare in assetto anti pioggia. Riesce però a prendermi di sorpresa sfoderando le chiavi e tentando un assalto al mio busto; per fortuna i riflessi non mi hanno ancora abbandonato e, complice la sua mancanza di convinzione, riesco ad evitare un colpo mortale con un piccolo balzo all'indietro.
Si mette in posa, entrato completamente nello spirito del gioco, va al di là di quel che speravo. Credo che questa mattina sarà molto divertente aprire il locale.
« È un onore conoscere qualcuno capace di sorprendermi. »
Dico cercando di fare una voce con un tono tra il sorpreso e l'ammirato, abbassando leggermente la palpebra destra fingendo un problema all'occhio.
« Sono Barba Azzurra e questo è Simon. Saluta. »
Aggiungo, fingendo di dare da mangiare, magari un cracker, ad un pappagallo sulla mia spalla, cercando anche di camuffare la voce per far suonare la parola “Chiaio” come pronunciata dal pennuto. Credo che chiaio non esista nemmeno.
« In quest'isola è sepolto un immenso tesoro, dimostra il tuo valore aiutandomi e cercarlo e potrai averne una parte come ricompensa dei tuoi servigi. Mi sembra uno scambio vantaggioso.”
Spero che non arrivi all'improvviso Ichi, o Kyoko, sarebbero sconvolte da quel che sta accadendo.. -
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Sospesa per sfinimento.
Per quanto possa essere tentato di farla diventare la narrazione aperta più antica del forum (titolo del quale può già fregiarsi) procedo con la sua sospensione.
Tutti i giocatori coinvolti ricevono EXP: 5 di indennizzo.
Se in futuro dovesse riprendere (aumentando così il record di durata) verranno sottratti dalla valutazione finale.
Grazie per l'attenzione.