[CONCLUSA]Paladino dell'Origine. Anime Gemelle - Parte 3

Narrazione privata - parte 3

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    Si guardava intorno, cercandola con lo sguardo attraverso la boscaglia, ma non la riusciva a trovare. Iniziò a correre, districandosi tra gli alberi, fino a raggiungere i primi campi coltivati, il suo sguardo ancora non riusciva a scorgerla. La One Heart non stava funzionando, come sempre in quel posto, quindi non poteva contare su altri mezzi più efficaci di quelli naturali nella sua ricerca. Cercò di ricordare dove si erano incontrati in quel periodo, la memoria che aveva di quegli avvenimenti si stava schiarendo man mano che recuperava le informazioni da altre linee temporali e dalla possibilità. Ricordò di dover andare da tutt'altra parte, con quella corsa si era allontanato e di molto. Quell'intero mondo si spostò attorno a lui, si ritrovò nel mezzo di quello spiazzo che rovinava l'uniformità del sottobosco. Il loro tavolino era lì dove gli dicevano i ricordi che aveva ottenuto, una delle due sedie era spostata, sembrava che fosse stata utilizzata fino a pochi attimi prima. Sul tavolo un vassoio con un piccolo assortimento di dolci e due tazze da tè, una piena e l'altra che era appena stata svuotata. Tatsuya abbassò lo sguardo sul tavolino e si sentì pervadere da un sentimento di nostalgia. Non era durato a lungo, ma in quel periodo il tempo trascorso a prendere il tè, facendole assaggiare una quantità spropositata di cibarie, tra dolci e snack salati, ma anche primi a base di pasta e secondi piatti di carne e pesce, era stato il più bello di tutta quell'avventura.

    <”Ehi! E tu chi sei? Che ci fai qui?”>

    La voce proveniva da dietro le sue spalle ma si trattenne dal voltarsi immediatamente, per quel che gli aveva comunicato il solo udire la sua voce non dentro la propria mente, probabilmente se l'avesse rivista in quel momento sarebbe scoppiato a piangere. L'aveva dimenticata, era imperdonabile, eppure lei lo aveva salvato, ancora una volta.
    Si premette con forza i palmi contro gli occhi, quasi a voler ricacciare indietro le lacrime che silenziosamente minacciavano di uscirgli, tanto che per qualche istante ebbe qualche difficoltà nel mettere a fuoco gli oggetti sul tavolo.

    Credo di averti detto qualcosa di simile, la prima volta. “Cosa ci fa questa ragazzina spaventata nel mio mondo?” mi chiesi, poco prima di essere sbattuto a terra come un tappeto.

    <”È successo tanto tempo fa però lo ricordo, continuo a rivivere il nostro primo incontro quasi ogni giorno. Devi essere una anomalia, un fantoccio non dovrebbe dire cose che non gli ho impresso e non dovrebbe attivarsi senza il mio permesso.”>

    Le parole della ragazza erano fredde e distaccate, come se si trovasse davanti ad un oggetto, ma era chiaro un dolore di lunga data che aveva con il tempo soffocato.

    Perché credi che sia un fantoccio?

    <”Perché sei qui. Vi ho creati da tempo, ma tu non puoi saperlo. Lui non può venire qui ed ora ha altro da fare. Gli ho parlato ancora una volta e questo mi dovrà bastare.”>

    Davvero? Eppure... eppure continui a prepararmi il tè. Deve essere difficile dimenticare.

    <”Io non voglio dimenticare. Io, che ho perso tutto, non ho altro che quei ricordi. Ma a che serve parlare? A che serve aprirmi con un fantoccio anomalo?”>

    Si sentì il fruscio degli abiti della ragazza mentre si girava, fece per andarsene ma dopo qualche passo si fermò, bloccata dal tintinnio della tazza che Tatsuya aveva sollevato. Prese qualche sorso, resistendo ad una mezza ustione per la temperatura ancora elevata.

    Avrei dovuto metterci del latte. Sei diventata brava, oramai il tuo tè è più buono del mio, ed io lo materializzavo basandomi sul sapore di quello che prepara Misaka. Quando le dirò che l'hai superata solo con l'immaginazione non sarà contenta.

    La ragazza si girò di nuovo verso di lui e lì, finalmente, i due incontrarono i loro sguardi.
    Tatsuya non poteva farle un sorriso più grande.

    Ciao Sora. È da tanto che non ci vediamo.

    La ragazza si stropicciò gli occhi per l'incredulità ma quando li riaprì si ritrovò seduta al tavolino, dall'altra parte Tatsuya continuava a sorseggiare il suo tè. Tutto ciò aumentò ancora di più l'incredulità di Sora, la sua sorpresa riusciva a mascherarle la commozione.

    Ho replicato il tuo. Bevi, prima che si freddi.

    Sora guardò la tazza che aveva davanti e vide che anch'essa era piena. Cercò di sollevarla ma la mano le tremava troppo, preferì lasciarla nel piattino. Il tavolo era pieno di biscotti, pasticcini e torte.
    Mosse le labbra per dire qualcosa, ma non ci riuscì. C'erano molte cose che gli voleva dire, ma alla fine gli fece soltanto una domanda cercando di riprendere il tono che aveva sempre avuto con lui, non riuscendoci pienamente.

    <”Che ci fai qui?”>

    Non potevo non passare a salutarti. Se sono riuscito a farcela è solo merito tuo. Quindi... grazie.

    Sora abbassò lo sguardo e poggiò le mani sulle ginocchia.

    <”Non è merito mio. Quella ragazza ha aperto un collegamento ed ho potuto parlarti. Io... ho solo saputo di averti raggiunto per un momento e ti ho visto in pericolo. Non potevo lasciarti a te stesso nel pieno dello sconforto. Davvero, mi hai fatto infuriare non sai quanto. Tu che ti lasci sopraffare in quel modo, il Tatsuya che conosco non l'avrebbe mai fatto.”>

    Stava cercando di tenere un torno normale, di controllarsi e sembrava che ci stesse anche riuscendo, anche se con grande fatica. Stava succedendo ciò che tanto aveva sperato e che aveva sognato, poteva di nuovo non solo parlargli ma anche averlo davanti, potevano prendere un ultimo tè insieme.

    Sai? Sei cambiata. Sembri più grande.

    Sora alzò lo sguardo stupita, mostrandogli di nuovo il suo viso più adulto. Era ben diversa da quando, poco più che una bambina, si erano detti addio.

    <”Il tempo qui passa in modo diverso, più velocemente che altrove. Se passi anche un'intera ora in questo mondo, all'esterno saranno trascorsi solo pochi attimi. Per mia fortuna credo che non invecchierò più di così, manterrò il mio aspetto da ventenne per sempre diversamente da te che diventerai un vecchio decrepito. Almeno dovresti diventare vecchio, ora non ne sono più molto sicura visto che hai di nuovo quella... come l'hai chiamata? Ori...Origine? Quello che è, resta comunque un potere troppo esagerato, adatto proprio ad uno che esagera in ogni cosa che fai tu.”>

    Ti riferisci a come ho apparecchiato la tavola?

    <”Si. Voglio dire, guardala! Non c'è più spazio per poggiarci nulla, l'hai riempita di dolci con tanto di vassoi da portata a tre piani con torte al cioccolato, alla panna e crostate. Facevi prima a materializzare tutto il tuo Maid Caffè o forse temevi che ci fosse meno scelta?”>

    Tatsuya rimase in silenzio a guardarla per qualche momento. Sa sua bocca si inarcò nel tentativo di strozzare quella risata, ma poi scoppiò a ridere di gran gusto.

    Mi hai davvero sistemato. Certo che oggi sei davvero loquace.

    <”Per forza...”>

    Sora strinse i pugni sopra le proprie ginocchia ed abbassò la testa, era il suo tentativo ultimo per controllarsi, ma non ci riusciva con quei sussulti che l'avevano presa. Stava soffocando i singhiozzi.

    <”È il primo dialogo dopo tanto...”>

    Tatsuya si fece serio.

    Quanto è passato?

    <”Quarantacinque anni.”>

    Alzò di nuovo il capo, aveva gli occhi pieni di lacrime, due sottili rivoli lucenti le rigavano le guance.

    <”Sono quarantacinque anni che ti aspetto.”>

    La commozione aveva avuto la meglio ed era scoppiata a piangere. Era la prima volta che Tatsuya la vedeva così vulnerabile, lei che si era sempre stata più forte di lui in tutto.

    <”Io ho perso tutto, non mi resta più niente. Sono morta tanto tempo fa e non ci sarei più se tu non fossi arrivato nel mio mondo. Appartengo al paladino, gli sono legata. Ho soltanto te e tu non ci sei perché sei in un'altra dimensione. Ho dovuto aspettare così tanto per rivederti...”>

    Si coprì il volto con le mani per cercare di nascondere le lacrime, non voleva essere vista in quel modo, sapeva come lui la considerava ed in quel momento stava rovinando la sua immagine. Pensava che da lì in poi le cose sarebbero state diverse, che l'avrebbe considerata debole ma non c'era niente di sbagliato in quel che stava provando, in quelle pianto liberatorio che l'alleggeriva da tutto il peso che si portava dentro da lungo tempo, tutta quella disperazione per la solitudine assoluta nella quale aveva vissuto e che l'aveva costretta a crearsi delle bambole animate che la facessero sentire meno sola. In questo non era molto diversa da Tatsuya. Nessuno dei due si rendeva conto di quanto in realtà fossero simili.
    Sora trattenne il respiro quando si sentì avvolgere.
    Spalancò gli occhi e si ritrovò in piedi, stratta nel primo abbraccio che riceveva da Tatsuya.

    Mi dispiace. Non volevo che le cose andassero così. Non volevo che restassi sola. Io non potevo restare con te, non potevo abbandonare quelle due. Dopo non sono più riuscito a raggiungerti. Per giunta sono stato costretto a dimenticarti. Ma ora le cose cambieranno. Questa sarà la mia ultima occasione per poter fare qualcosa per te.

    <”Ma non potrai restare. Non è colpa tua, io sono obbligata a restare sola. È ciò che devo pagare per questo momento.”>

    No, non posso restare, ma posso liberarti.

    Tatsuya la strinse più forte, prendendosi fin troppa confidenza, ben conscio del fatto che l'avrebbe pagata in qualche modo.

    Guardati intorno. Tutto questo appartiene al mio mondo, è la zona dove sono cresciuto. Capisco cosa significa? Tu sei dentro Heaven Feel per questo quella ragazza ti ha potuto raggiungere. Questo posto è stato sigillato dalla mia Origine, è legato a ricordi che avevo rimosso ed è per questo che non potevo raggiungerti, ma ora che l'ho recuperata posso infrangere questa barriera. Non sarà molto ma posso assicurarti che non sarai mai più sola. Starai con gli altri possessori d'Origine ed un giorno... un giorno sarò obbligato anche io a tornare qui. Già, non sono qui per un addio, ma per darti il benvenuto nel mio mondo.

    Sora iniziò a ridere, una leggera risata liberatoria, non riusciva a crederci, non poteva nemmeno immaginare di non dover più stare da sola, ma lei si sentiva davvero felice.

    <”Ero rassegnata a non vederti più, a restare da sola per l'eternità. Ma ora tu mi hai raggiunta e non solo non devo dirti addio, ma mi stai liberando. Mi stai dando più di quello che osavo sperare. Mi stai dando il regalo più grande.”>

    Ora ne ho il potere

    <”Non si tratta del potere. Sei sempre stato grande, fin da quando mi hai fatto rinascere ed ancora prima. Avevo perso tutto e tu mi hai dato qualcosa, mi hai fatta ancora vivere. Ed ora mi stai per ricoprire di doni. Non è la tua Origine, sei solo tu. È per questo che io...”>

    Lasciò sospesa la frase.

    <”Lasciami...”>

    Come?

    <”Ti prego, lasciami. Devo recuperare il mio personaggio, si è danneggiato troppo”>

    Tatsuya fece come aveva chiesto e la lasciò andare. In quel modo poté di nuovo guardarla nella sua figura completa.

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    Scosse leggermente la testa mentre imprimeva la sua immagine negli occhi.

    <”Che c'è?”>

    Non le era ancora riuscito di tornare nel personaggio, tanto che la voce le uscì con dolcezza.

    Sei bellissima.

    E lo era davvero. La piccola Sora era diventata forse la ragazza più bella sulla quale avesse mai posato lo sguardo.

    <”Stai cercando di mettermi in imbarazzo? Come puoi dire una cosa simile? E cosa ti aspettavi nel dirlo?”>

    La sua agitazione celata sotto un tono infastidito fece sorridere il ragazzo.

    Vedo che sei ternata quella che conosco.

    Lei non gli rispose, gli rivolse solo un sorriso di complicità. Erano tornati come prima. Avevano ristabilito le loro parti e si erano ricalati nel loro personaggio. Erano più legati di quanto avrebbero mai lasciato intendere ad altri.
    Tatsuya si guardò di nuovo intorno, richiamando alla mente i ricordi che aveva di quel posto, ripromettendosi di non dimenticare più. Poi il suo volto si fece triste.

    È ora. Devo andare.

    <”Perché reagisci così?”>

    Perché non so cosa accadrà. Una volta partita non potrò fermare l'Origine fino alla fine. Non voglio perdere quel che sono davvero

    <”Perché, cos'è cambiato?”>

    Ora so.

    Tatsuya fece un passo indietro ed allargò le braccia.

    Io sono Tatsuya Kamishiro,
    ma al contempo non lo sono mai stato.
    Ho un talento naturale nel mettermi in situazioni complicate con le ragazze,
    ma alla fine si risolve sempre tutto,
    mi preoccupavo per tutti facendo così preoccupare gli altri per me,
    ma ora non ce ne sarà più bisogno.
    Leggendo l'animo delle persone ho distrutto il mio.
    Incontrando gli altri ho perso me stesso.
    Ma ora non ho più confini perché io sono in tutti coloro che ho incontrato,
    sono in tutto ciò che mi ha sempre circondato.
    Tutti noi abbiamo un unico sentire,
    un unico cuore.
    Oggi sono morto,
    ma dalla morte sono tornato,
    sono rinato. Ora esisto.
    Kamishiro non è il nostro nome.
    Cheria ed io siamo nati a Vinci.
    Sophie è l'unica nata qui.
    Nostro padre è italiano.
    Nostra madre è francese.
    Noi siamo i Claradei
    e questa è la mia Origine.


    Dopo che ebbe finito, Sora rimase lì a fissarlo per un po', poi scoppiò a ridere fino alle lacrime.

    <”Quanto sei idiota”>

    Tatsuya, perplesso, si massaggiò la nuca.

    Doveva essere un discorso figo...

    <”Quella roba lì? Te sei fuori. Cos'è cambiato? Soltanto il cognome ed un paio di frasi completamente prive di senso. Vuoi proprio cambiare ad ogni costo. Facciamo così, cambia quanto ti pare ma da me torna per come sei adesso.”>

    Tatsuya, dubbioso per come si erano sviluppate le cose, rimase a riflettere, poi si accorse che, nel ricco abbigliamento di Sora, mancava un anello. Gli venne un'idea malsana.

    Poi richiederlo con il “vorresti”?

    <”Eh?”>

    Si. “Vorresti tu” eccetera

    Sora sbuffò.

    <”Vorresti tu tornare da me per come sei ora?”>

    Dì anche il mio nome. Quello vero.

    Sbuffò ancora più forte.

    <”Vorresti tu, Tatsuya Claradei, tornare da me per come sei ora?”>

    Si, lo voglio. Però non è quello il mio vero nome.

    Le prese la mano e le si avvicinò abbastanza da sussurraglielo nell'orecchio.

    Sei la prima alla quale lo dico. Ed il tuo? Il tuo vero nome, quello che ti ho dato io.

    <”Emily. Emily Strauss”>

    E vorresti tu, Emily, vegliare su di me finché non potrò tornare?

    <”Lo voglio.”>

    Nelle mani di Tatsuya apparve un anello. Sora, riuscì a capire cosa avevano appena simulato solo quando lui le mise l'anello al dito. Anello la cui sagoma gli stampò immediatamente nello stomaco, infierendo anche con un colpo del suo bastone da passeggio, l'unico modo per riuscire, in quel mondo, a farlo piegare dal dolore.

    Forse ho esagerato. Ora mi mena.

    <”Prima ero troppo bassa, avrei dovuto per forza fare così.”>

    A-aspetta, non esager...

    La parole gli furono soffocate dalle labbra della ragazza. In quel modo suggellarono il loro nuovo legame.
    Quella realtà, l'Heaven Feel traboccò di luce, i suoi contorni vennero cancellati dalla luminosità mentre Tatsuya vi usciva per tornare dove aveva appena combattuto.

    Tornare in quel luogo gli sembrò quasi traumatico. Quasi, perché lui sapeva che non poteva essere altrimenti. Doveva porre fine a tutto quella sera stessa. Lui non avrebbe mai perso, non ora che aveva ripreso la sua Origine. Puntò una mano in avanti. Da una distorsione alle sue spalle fuoriuscirono violentemente due enormi braccia che affondarono le dita lì dove lui teneva la mano, creando uno strappo nell'aria. Quell'apertura si affacciava sul mondo dove avrebbe, per un'ultima volta, affrontato Shiro.
     
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    Shiro alzò gli occhi al cielo. Per l'ennesima volta tutto il suo mondo era stato scosso fino alle fondamenta da una forza che non riusciva a spiegare, lì non sarebbe dovuto poter arrivare nulla, eppure qualcosa era comunque riuscito ad interferire. Questa volta, però, anche lei, un'anima che si era appropriata delle tenebre dell'Origine, rimase sbalordita: l'aria era stata squarciata. Due enormi mani tenevano aperto quello strappo nel cielo, ed anche se non riusciva a distinguere bene la figura che stagliava dall'alta parte, sapeva in cuor suo di chi si trattasse. Questa volta fu il suo animo ad essere scosso da un susseguirsi di emozioni contraddittorie e violente. Un insensato timore, instillato dalla sola sensazione che lui fosse lì, le risalì lungo la schiena come un brivido; poi la felicità, lui era ancora lì, era vivo. In fine l'odio, verso se stessa che non era ancora riuscita ad accettare che lui sarebbe dovuto svanire.
    Tatsuya la vide, nonostante la distanza, chiuse gli occhi sopraffatto dallo sconforto. Se non fossero giunti a quel punto, forse un giorno avrebbe trovato un modo per riportarla nel mondo reale. Se non si fosse messa in testa di sostituirsi a lui, se non avesse cercato di imprigionarlo e non avesse minacciato tutte le persone che gli erano care, avrebbero continuato a vivere insieme, felici del tempo che era loro concesso. Nonostante tutto quel che era successo, però, lui non voleva dirle addio. Ma non poteva fare altrimenti. Per un attimo si sentì smarrito, la sua mente stava crollando sotto tutto quel peso, non poteva distruggerla, non poteva affrontarla. D'un tratto riaprì gli occhi. Nella sua testa si stavano riversando delle note, una melodia triste e calma cantata da un immenso coro. La mente gli tornò chiara, invasa dal canto dell'Origine, la triste canzone cantata da tutti i possessori rinchiusi nell'Heaven Feel. Riconobbe immediatamente una voce e si sentì felice, lei era stata accettata e non era sola. Lui non era solo perché, tra tutti, anche Sora stava assistendo alla sua battaglia.
    Cercò di leggere l'animo di Shiro, voleva sapere cosa stesse provando in quel momento, se anche lei stesse pensando le stesse cose che stavano passando per la sua mente, ma non ci riuscì. La One Heart non sembrava funzionare, non riusciva a catturare alcuna informazione.

    Non si torna indietro...

    Fece un piccolo salto verso quel varco. Mentre lo attraversava ebbe come la sensazione di star passando attraverso uno strato vischioso incontrando una piccola opposizione, era la resistenza che stava cercando di fare quel luogo, esistente su più piani di realtà normalmente sconnessi, all'attraversamento dimensionale. L'armatura che lo rivestiva svaniva durante il passaggio, non poteva continuare ad esistere dall'altra parte dove era stato imposto il vincolo di realtà e le uniche azioni possibili erano quelle che uno poteva effettivamente fare. Ma anche questo non era un problema per lui. L'Origine entrò in funzione con un lampo luminoso che rischiarò il cielo notturno del mondo di Shiro. Mentre scendeva verso terra tutto ciò che attraversava o che gli passava vicino si distorceva, la sua sola presenza era diventata troppo pesante per quella realtà che sarebbe potuta collassare alla prima parola di Tatsuya. L'oscillazione probabilistica scosse il terreno sul quale si posò e dal punto di contatto partì un manto d'erba che andò a ricoprire tutto quel cortile circondato dal portico. In quel luogo si respirava tutta un'altra aria, l'atmosfera era completamente mutata. Non c'era più oscurità, la desolazione era scomparsa e la vita si stava diffondendo per quello scenario.
    Tatsuya sollevò una mano e rimase a guardare, con un sorriso, la colorata farfalla che si posò sul suo indice. Quel mondo si era piegato a lui, gli si era consegnato perché sopraffatto dal potere.

    Chi non muore si rivede, mi verrebbe da dire. Solo che...tu eri morto.

    Shiro ruppe il suo silenzio per fare questa constatazione. Stava controllando i proprio sentimenti tanto che il suo viso era completamente piatto, privo di qualunque espressione. Questo accentuava ancora di più la sua grande bellezza, un fascino oscuro ma che non poteva in alcun modo lasciare indifferenti.

    Sei sempre così bella...

    Sospirò Tatsuya guardando la meravigliosa figura alata ed ignorando le parole della ragazza.

    Finiscila. Non siamo più nella condizione di dirci certe cose.

    Gli rispose sempre mantenendo la sua calma.

    Già. È questo il problema.

    Sospirò il ragazzo mentre il canto che sentiva aumentava di intensità.

    Io ti ho ucciso. Ho assorbito la tua anima ed il tuo potere. Come puoi essere qui?

    Shiro manteneva la sua calma apparente, parlava lentamente scandendo bene ogni sillaba quasi ad assicurarsi che le sue parole potessero essere capite.
    Tatsuya distolse lo sguardo e tornò a dedicarsi alla farfalla che dall'indice si era spostata sul suo anulare. Poi questa spiccò di nuovo il volo ed incantò Tatsuya con il suo leggero librarsi nell'aria che si stava scaldando. Il ragazzo sussultò leggermente quando una piuma nera trafisse il piccolo insetto. Riportò il suo sguardo sulla ragazza, incontrando i suoi occhi rossi e cogliendo in essi la ripetizione della domanda.
    Tatsuya scosse lentamente la testa, stava iniziando ad astrarsi da quella situazione, iniziava a sentire tutto lontano e come se non fosse coinvolto in nulla, che niente lo stesse realmente riguardando. Si mosse verso il corpo della farfalla e lo raccolse, sfilò con decisione la piuma e lo strinse tra le mani.

    Non puoi uccidermi. O meglio, nessuno può farlo. Prima hai avuto a che fare con una diversa versione di me, quella limitata e con solo un frammento di me stesso. Diciamo che mi hai affrontato quando ero la mia ombra. Quel che hai assorbito era solo un frammento della mia anima che era tuo fin dall'inizio, il fatto che mi fosse tornato rappresentava un fastidio, ti ringrazio per avermi liberato.

    Le sue parole ebbero uno strano effetto sulla ragazza che iniziò a perdere la sua impassibilità, strinse forte i pugni fin quasi a conficcarsi nella pelle le belle unghie, rischiando di romperne un paio.

    Chi sei?

    Domandò con un sibilo.
    Tatsuya aprì le mani, nelle quali aveva stretto il corpicino esanime dell'animale, e su queste una zampa della farfalla si mosse. Si rimise sulle zampe e, dopo un momento di stordimento e con qualche incertezza, si alzò di nuovo in volo, volteggiando attorno al ragazzo che, guardando Shiro con occhi vitrei, allargò le braccia come se volesse abbracciare tutto quel luogo.

    Possessore dell'Origine. Principe dell'Heaven Feel. Flagello della realtà e Paladino dell'Origine, noto come Tatsuya Kamishiro. Io sono il Trismegistos.

    Si esibì quindi in un profondo inchino.

    Come vedi, sono sempre io, anche se ora non ho più il solito frammento d'anima, ma proprio tu non dovresti sorprenderti visto che sei la persona che mi conosce meglio di chiunque altro.

    Shiro lo stava seguendo a stento, era troppo impegnata a tentare di valutare la nuova forza di quello che le stava davanti, un ragazzo che faticava a riconoscere e che si rifiutava di chiamare Tatsuya, era troppo diverso da quello che lei aveva davvero conosciuto, sembrava un'altra persona e non perché aveva appena dimostrato di avere abbastanza potere da ricondurre alla vita gli animali.
    Interpretando l'atmosfera del momento, la ragazza cambiò argomento.

    Prendere quella parte d'anima ha avuto qualche conseguenza?

    Si. Ogni frammento porta con se parte del mio potere. La tua forza dovrebbe essere aumentata.

    La risposta arrivò con normalità, come se fosse una cosa di poco conto, ma era esattamente quel che la ragazza sperava di sapere.

    Chiunque tu sia, non dovrò fare altro che ucciderti di nuovo. Cerchiamo di sbrigarci, le mie nuove sorelle mi stanno aspettando. Ed anche la mia nuova ragazza. Non pensavo di darmi allo yuri, ma...perché no?

    Il tentativo di provocarlo, di tirare fuori un po' di espressività da un volto che non mostrava più alcuna emozione, era più che palese. Purtroppo questo tentativo non riuscì a scalfire quell'impassibilità
    La ragazza placò il suo nervosismo con un profondo respiro, quindi concentrò la mente verso quel qualcosa, dentro se stessa, che le sembrava nuovo. Raggiunse il potere di quel frammento e lo fece finalmente proprio. Le sue ali aumentarono le proprie dimensioni, si spiegarono ancora più imponenti ma non finì qui: un secondo paio di ali proruppe dalla sua schiena, più in basso del primo ma ugualmente maestose. Evocò la sua Starblade e mostrò il suo nuovo potere sprigionando una fiamma blu nella mano libera dalla spada.

    Black Wing Shiro. Ti mostrerò ancora più meraviglia.

    Riformulò la frase minacciosa che aveva pronunciato prima del loro ultimo confronto, ma le parole non lo raggiunsero, la mente del ragazzo era tutta concentrata su quella canzone. Una nota diversa gli diede il segnale, tutto quel tempo passato conversando era stato sufficiente a permettergli di caricarsi completamente, era giunto il momento di far esplodere tutta la sua forza. Il rilascio di quell'Origine fu violento, tutta la loro realtà venne scossa tremendamente. Se prima era stata costretta ad arrendersi e consegnarsi a lui, ora non riusciva più a resistere ed a restare integra mentre quell'esistenza si stava facendo più pesante. Il vincolo di realtà era imposto, eppure quel mondo stava venendo distrutto, schiacciato dalla volontà del Trismegistos. Crepe si aprirono nell'aria mentre una luce sempre più luminosa si emanava dal corpo del ragazzo. Shiro dovette coprirsi gli occhi con le ali, abbagliata. Non riusciva a vedere cosa stesse succedendo, però sentiva strani suoni di vetri che si infrangono, cristalli che vanno in frantumi ed altri rumori associabili alla rottura di oggetti. Quando la luce si diradò tutta la freddezza che aveva assunto Shiro scomparve di colpo, lasciando spazio alla sorpresa e mal celando la paura che le stava invadendo il petto nonostante fosse un altro il sentimento che in quel momento la dominava, la nostalgia.
    Riconobbe subito il tetto sul quale si erano ritrovati, aiutata anche dalla vista dei grandi campi d'atletica. Avevano mangiato innumerevoli volte lì sopra, tutti insieme, quando ancora frequentavano quel posto, la loro vecchia scuola.

    Riconosci questo posto?

    Le parole di Tatsuya la scossero, la fecero rabbrividire. Si voltò verso di lui e le tremarono le ginocchia per quel che vide, per quelle enormi ali ricoperte da fiamme bianche. Le emanazioni di quelle ali erano viola e rosse ed ardevano senza fare rumore. Tra le piume, color dell'oro, sembravano esserci tanti piccoli turbini in risonanza tra di loro e che facevano oscillare violentemente tutta la materia lì in mezzo.
    Ala nera ed ala bianca si trovavano contrapposti, ma trovare un'assonanza con la contrapposizione tra bene e male era impossibile. Non era una situazione nella quale fosse possibile schierarsi, quel che stava per andare in scena su quel luogo non poteva essere classificato in alcun modo.

    Sarà il nostro confronto, forse l'ultima volta che ci vedremo. Non voglio dirti addio in un posto diverso da questo. Qui siamo stati felici. Mi mancano quei tempi.

    Era difficile prendere sul serio le sue parole visto che mancavano completamente di intonazione.

    Ridammela...

    Sussurrò Shiro parlando sotto il limite dell'udibile.

    RIDAMMI LA MIA VITA!

    La collera si era impadronita di lei mentre si scagliava all'attacco con tutta la sua forza, impugnando la sua spada. Tatsuya non parava e non rispondeva agli attacchi, si limitava a schivare ogni attacco facendo solo aumentare la rabbia di Shiro.

    Perché? Perché non sei morto? Perché non mi hai dato la tua esistenza?

    Ho ancora un desiderio da realizzare ed ora ne ho la possibilità.

    Saresti dovuto sparire, si sarebbe dovuta perdere ogni traccia della tua persona.

    I vari assalti erano accompagnata da una pioggia incessante di piume nere che colpivano Tatsuya incessantemente, anche se non sembravano sortire alcun effetto.

    Ero stato quasi cancellato, è vero, quella parte di me era svanita. Ma non hai potuto cancellare il me stesso che esisteva nella memoria altrui. È da lì che ho ricostruito una copia della mia anima ed è con essa che ho potuto raggiungere la mia essenza.

    Shiro arrestò il suo attacco e balzò all'indietro, realizzò non senza stupore cosa fosse successo, cosa gli aveva permesso di sopravvivere.

    La One Heart! Quella dannata anormalità artificiale che ti ho creato.

    La mia dannata anormalità artificiale. Anche se non è merito suo se sono tornato all'Origine

    Shiro digrignò i denti.

    È stata quella Misaka. È tutta colpa di quella tr-

    Le parole le si strozzarono in bocca, non riuscì a pronunciarle e prima che se ne potesse rendere conto si ritrovò a guardare negli occhi di Tatsuya, il cui color oro stava scintillando mentre un'ombra rossa si faceva largo attraverso le iridi, da una distanza più che ravvicinata, mentre questo le aveva preso delicatamente il viso tra le dita.

    Le possibilità che tu possa insultare la mia Misaka sono nulle.

    Shiro scattò indietro con forza, sorpresa per quella velocità che lei non era nemmeno riuscita ad avvertire, spaventata per non essere riuscita nemmeno a dire quelle parole. Negli occhi, però, le era rimasto il sorriso che le aveva fatto.
    Cercando di insultare Misaka aveva tirato fuori da lui un sentimento. Interpretò la cosa come una debolezza, in qualche modo doveva esserci una parte di lui in disaccordo con l'altra e che cercava di manifestarsi come poteva. Si convinse, nonostante quel che il ragazzo riusciva a fare controllando anche le possibilità che un'azione potesse verificarsi, di poter vincere.
    Shiro si levò in volo con uno scatto, se aveva controllato le possibilità e le probabilità allora non era detto che lui fosse effettivamente più veloce di lei, quindi spiegò le sue ali alla massima estensione, l'apertura alare che aveva raggiunto quaranta metri di ampiezza. Le ali brillarono per un attimo, le piume si riallinearono; fu immediato l'inizio di quella tempesta di piume che bombardò la posizione di Tatsuya.

    Non puoi colpirmi.

    Disse con noncuranza lui, mentre le piume lo evitavano senza che lui dovesse fare nulla. Sui suoi occhi apparvero delle linea luminose molto strane, si muovevano e cambiavano forma come se disegnassero delle immagini. Il volume del coro si alzò e, senza pensarci, pronunciò il suo nome da possessore d'Origine.

    Trismegistos...

    Dalla sua schiena, con violenza e ad una velocità folle, fuoriuscirono due ali nere ed enormi. Ci vollero solo due secondi prima che raggiungessero la loro massima estensione ed arrivassero ad avvolgere tutto il tetto, rinchiudendo anche Shiro all'interno dell'abbraccio di quell'apertura alare di centoventi metri.
    Shiro fermò il suo attacco, terrorizzata dalla versione amplificata del suo stesso potere. Si avvolse nelle ali prima che avesse inizio quel tremendo rombo. Milioni di piume si abbatterono su di lei, incontrando la resistenza di quello scudo di ali che dava l'impressione di potersi spezzare da un momento all'altro. Se l'attacco di Shiro poteva essere paragonato ad una tempesta, quello di Tatsuya era un inferno nero di piume talmente concentrate da riuscire ad infliggere danni all'edificio stesso.
    Le urla di terrore della ragazza erano sommerse da tutto quel fragore ma le ali riuscirono a reggere l'urto fino alla fine. Quando quell'attacco terribile giunse a termine, Tatsuya lasciò svanire le secondi ali che aveva generato e Shiro, sciolta la sua difesa, rimise i piedi a terra e cadde in ginocchio, mentalmente stremata. Lei non vedeva possibilità di vincere in quel modo, doveva inventarsi qualcosa, doveva rischiare e puntare sull'intuizione che aveva avuto guardandolo da vicino ed osservando il suo comportamento. L'avversario che aveva davanti si era rivelato troppo forte per lei, la speranza era di riuscire a sfruttare contro di lui la sua stessa forza.

    È finita. Non posso batterti. Finiscimi e torna alla tua vita. Hai vinto.

    Le parole di resa non erano veritiere e sapeva che la One Heart lo avrebbe scoperto immediatamente, però il fatto che non mostrasse emozioni l'aveva portata a sospettare che lui, in quel momento, non riuscisse pienamente ad utilizzarla, la speranza era che potesse essere ingannato. Se avesse abboccato, il ragazzo avrebbe dovuto mostrare qualcosa di particolare, qualche reazione in quanto lo scenario delle battaglia era stato improvvisamente spezzato e sostituito dalla resa, il passo successivo sarebbe stato la distruzione della ragazza ma, avendo osservato la reazione quando aveva cercato di insultare Misaka, contando sul fatto che lui provasse qualcosa per lei, che i ricordi anche piuttosto intimi che avevano creato valessero qualcosa su di lei, puntava a provocare una qualche emozione forte in lui. Era una scommessa estremamente rischiosa, si trattava di ingannare e battere in una battaglia psicologica uno che aveva passato molto tempo a leggere l'anima e la mente delle persone. Se lui le aveva usato contro il Black Wing, lei avrebbe a sua volta cercato di batterlo con le sue stesse armi.
    In effetti Tatsuya non si aspettava una simile reazione già a quel punto, una resa fin troppo veloce rispetto a quel che credeva sarebbe successo. Però lui era assente, non riusciva ben a concentrarsi sulla battaglia e sugli eventi che stavano avendo luogo. Si era arresa, non credeva sarebbe accaduto così presto ma aveva considerato quella possibilità. Non gli restava che assecondarla e finirla.

    Non ci vorrà molto.

    Non la guardava realmente mentre le ali bianche si incendiavano di fiamme dorate. Distese lateralmente il braccio destro e lo avvolse di luce. Tra due strati di luce attorno al braccio delimitò una fascia spaziale, generando un sistema fisico chiuso ed isolato dal quale rimosse tutta la materia, rendendolo uno spazio vuoto, la condizione ideale per permettergli di usare una della sue armi più potenti, tanto complessa da richiedergli di ridurre lo spazio di intervento per riuscire a controllarla.
    In quello spazio vuoto spinse al massimo la sua capacità di controllare le probabilità, dando luogo a fluttuazioni quantistiche del vuoto a ripetizione, rendendo comuni delle singolarità energetiche sempre più grandi ed instabili. Stava creando le possibilità di generare un nuovo universo ed era tutto nelle sue mani, un potere che non poteva avere eguali. Tatsuya si mosse verso Shiro, con un singolo passo coprì l'intera distanza e le fu addosso, pronto a cancellarla con una potenza sufficiente a distruggere un mondo intero. Era sul punto di scaricare tutto quel potere, ma qualcosa non andò come si sarebbe aspettato. Mancavano pochi centimetri per raggiungerla, ma il suo attacco non raggiunse il bersaglio. Nel suo ultimo istante, la ragazza gli aveva sorriso. Non lo aveva previsto, non aveva considerato quella possibilità. Tatsuya rimosse l'alterazione che aveva prodotto, il braccio, teso per l'attacco appena fermato, gli tremava con evidenza, tutto il suo corpo era in preda a tremori come se fosse sotto una pioggia ghiacciata. Non poteva finire le cose in quel modo, non era ciò che voleva, non dovevano andare così lo cose. Il canto lo assordava, gli rendeva difficile pensare, ma una parte nel suo animo si era smossa e stava lottando per riemergere.

    Shiro è solo mia, non la lascio a nessun altro.

    Stava combattendo contro se stesso, contro il suo potere che cercava di controllarlo. Il canto crebbe ancora di intensità, la testa sembrava scoppiargli, gli faceva male come mai prima di allora, se la prese tra le mani urlando dal dolore. Le aveva appena dato l'opportunità che lei aspettava.

    Tu non sei lui.

    Tatsuya non la sentì, ma per lei non era importante. Shiro raccolse tutte le sue energie e spiccò un gran salto, restando sospesa in aria mentre rivestiva le sua ali con le fiamme blu che aveva appena acquisito, trasmutandole immediatamente in quattro potenti draghi. Era la stessa tecnica che le aveva dato la vittoria la prima volta, ora però era di un livello di gran lunga superiore.
    Lanciò all'attacco i draghi tutti insieme; questi travolsero Tatsuya e tutto ciò che trovarono sulla loro traiettoria, schiantando il ragazzo attraverso i solai, sfondando due piani dell'istituto mentre le bestie cercavano di sbranarlo e sfamarsi con le sue carni. L'attivazione dell'abilità copiata in precedenza dal Trismegistos riuscì a proteggerlo facendogli scudo con le ali, riuscendo ad assorbire parte del danno fisico, ma i danni mentali non potevano essere attutiti in quel modo. Shiro sentì che qualcosa aveva parato in qualche modo l'attacco, così ritirò i draghi per riorganizzare l'attacco. I danni fatti alla struttura erano ingenti, avrebbe trovato il modo per poter utilizzarli per proprio tornaconto. Richiamò la Starblade, con questa avrebbe scaricato su Tatsuya, tutti insieme, i danni subiti sia da lui che da tutta la struttura, lo avrebbe battuto esattamente come la prima volta.
    Tatsuya, liberatosi dallo scudo d'ali, barcollò per qualche metro, un paio di piani al di sotto di dove si stava riorganizzando Shiro, il canto dell'Origine non voleva dargli tregua. Non riusciva più a riconoscere le voci che componevano quel coro, cercava quella di Sora che era stata capace di dargli la forza per iniziare il confronto ma non riusciva a sentirla. Il nuovo dolore che sentiva gli serviva per distrarsi un po' da quello alla testa, solo che le sue ferite stavano svanendo grazie ad abilità che il Trismegistos gli aveva riprodotto a partire dalla memoria. Rigenerazione cellulare perfetta.

    “Non ascoltarlo.”

    Una voce riuscì a raggiungerlo, una ragazza che non aveva ancora mai sentito, ma l'aveva udita chiaramente.

    Non ce la faccio. È troppo anche per me. Ho bisogno di Sora.

    “Lei non è lì. Quella non era la sua voce. Ricorda cosa vi siete promessi.”

    Poi non la sentì più. Ricordare cosa si fossero promessi non serviva visto che lo aveva bene in mente, solo che non era preparato. Cercava di raggiungere un appiglio, di appoggiassi a qualcosa visto che le sue gambe non volevano sostenerlo. Il contrasto che stava vivendo gli offuscava i sensi tanto che non si rese bene conto di cosa lo circondasse. Non si accorse di avere davanti un ostacolo finché non vi inciampò. I suoi ottimi riflessi, uniti ad una buona dose di istinto, gli consentirono di trovare un appoggio sulle mani prima di finire a terra di faccia. Con uno sforzo non indifferente cercò di mettere a fuoco la propria vista per vedere cosa ci fosse in quel corridoio. Quando l'immagine gli fu chiara sgranò gli occhi, quello stupore non poteva essere soppresso nemmeno dall'attivazione dell'Origine.

    Cheria?!?

    Lì a terra c'era sua sorella.
     
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    Il significato di quello gli sfuggiva, perché sua sorella si trovava lì? Che ci faceva in un mondo che aveva ricreato in automatico come terreno di scontro con Shiro? Non ci sarebbe dovuto essere nessun altro, perché proprio lei?
    Cheria sembrava svenuta da un po' di tempo ma stava bene, dal movimento del petto poteva capire che il respiro era regolare e non sembravano esserci ferite.

    Non è che forse...

    Un sospetto. Per quanto assurdo, non gli veniva in mente nient'altro.
    Si rimise in piedi cercando la forza che, dopo la sua ribellione, l'Origine gli stava negando, doveva raggiungere la finestra in fondo al corridoio, quella che si affacciava in direzione dei campi di atletica. Sapeva quando era accaduto il fenomeno dello svenimento di tutti gli alunni della scuola, doveva assicurarsi che quelli fossero effettivamente lì. Tutti quegli studenti a terra non erano una prova sufficiente, potevano essere stati ricreati insieme a quel posto, aveva bisogno di vedere se c'era qualcuno in grado di muoversi e gli unici che ne avevano la possibilità, in quel momento, sarebbero stati loro.
    Raggiunse la finestra e vi si affacciò, scoprendo che la sua teoria poteva essere giusta. Proprio lì dove ricordava di averli visti c'erano loro, i membri maschili dell'Imperius Novus, e poco più in là...lui stesso.
    Ragionò sul fatto che il vincolo di realtà fosse imposto e l'unica soluzione ebbe senso: non solo si trovavano nella loro vecchia scuola dal punto di vista spaziale, ma anche da quello temporale. Imponendo il vincolo di realtà, dopo aver ricreato quel posto lo aveva ricollegato nel tempo ad un momento preciso, al giorno in cui perse Shiro.
    Il canto iniziò ad aumentare la sua intensità, non voleva lasciarlo andare, voleva cercare di nuovo di sottometterlo, ma Tatsuya continuava a lottare dentro di sé sopportando un indicibile dolore. L'attivazione dell'Origine aveva liberato un potere troppo grande per essere sopportato da una persona normale, la pressione che esercitava sull'esterno era uguale a quella che doveva sopportare l'utilizzatore sul proprio animo, forse era quella la causa della frammentazione dell'animo causata da quel potere con le abilità di modifica della realtà. Il canto cercava di guidare la mente di Tatsuya mentre l'Origine la modificava per renderla adatta ad usare quel potere fino in fondo, liberandosi dei pesi non necessari. L'Origine stava sopprimendo tutte le emozioni ed i sentimenti, ovvero le variabili che avrebbero potuto annebbiare il giudizio nell'utilizzo di poteri quasi divini, tuttavia c'era un sentimento che non era riuscita a reprimere: l'affetto per le persone più importanti. Quando Shiro aveva quasi insultato Misaka, Tatsuya aveva reagito perdendo per un attimo la freddezza, ora che aveva visto la persona che più di tutte amava lo spirito del ragazzo non si sarebbe arreso tanto facilmente anche contro tutto quel dolore che la sua resistenza gli stava causando.
    Rinunciare a tutte le emozioni, all'amore per Cheria, per Sophie, per Misaka e per Shiro, per poter avere pieno accesso fin da subito a tutto quel potere.

    La scelta è facile. Non esiste che non Claradei si faccia sottomettere.

    Gli era tutto ostile in quel mondo, aveva trovato nemici all'esterno ed all'interno, ma non poteva perdere nessuna di quelle battaglie. Per tutto ciò che aveva promesso, lui non avrebbe abbandonato se stesso e non avrebbe deluso nessuno. Era sulle ginocchia, ma doveva riuscire a sopraffare l'Origine. Aveva detto che non era malvagia, che era stata una benedizione e che il prezzo della scomparsa non sarebbe stato troppo caro per il bene che aveva fatto, ma si sbagliava: lui non poteva andarsene in alcun modo. Se erano le emozioni che l'Origine stava soffocando allora non c'era da stupirsi che non potesse ricorrere alla One Heart, il mezzo con cui le aveva lette e percepite empaticamente per molto tempo. Anzi, forse sarebbe stata quella la sua unica possibilità.

    Devo sovraccaricarla. Devo entrare nell'animo di tutti in questa scuola per sovraccaricarla i emozioni. Mi serve...un ultimo aiuto..

    Ma il canto dell'Origine la stava silenziando. Se solo l'avesse potuto far tacere.

    “Non ascoltarlo. Ascolta me.”

    Un'altra voce si stava facendo sentire, un'altra posseditrice d'Origine.

    <u>Tutte queste donne mi vengono in soccorso. Devo essere proprio fortunato.<u>

    “No, non direi.”

    In quella sofferenza gli strappò un sorriso prima di iniziare a cantare.
    Tatsuya cercò di concentrarsi su quel secondo canto, fatto solo di tre note ripetute ritmicamente ma quella voce lo aveva catturato. Il canto dell'Origine iniziò a farsi meno chiaro, sovrastato dalla canzone di quella ragazza. Tatsuya si sentiva invadere da quelle note, quella voce magnifica lo stava scaldando dall'interno, il dolore si affievoliva. Si convinse di star ascoltando il canto di una musa per quanto lo aveva coinvolto e per tutto come gli toccava l'animo. La One Heart tornò a funzionare, tutte le emozioni della gente che popolava quella scuola, tutte le loro anime si riversarono in lui. Senza che se ne accorgesse gli caddero delle lacrime rosse, lo stesso colore dell'ombra che gli aveva invaso gli occhi e che, con le lacrime, si stava ritirando. Quando furono liberi dalle impurità, le lacrime si fermarono ed i suoi occhi si tinsero d'azzurro.
    Tatsuya si rialzò, non sentiva più alcun dolore, il canto dell'Origine era svanito e con esso la possibilità di utilizzare la maggior parte delle abilità di quel potere ma era felice, aveva resistito all'Origine e l'aveva sottomessa.
    Tatsuya chiuse gli occhi e spinse al massimo i poteri percettivi della One Heart, scansionò la scuola creando un modello mentale dell'edificio con le posizioni di tutti gli studenti privi di sensi. Percepì i sentimenti dei membri dell'Imperius Novus, vide attraverso i loro occhi pieni di stupore e di terrore le immagini dello scontro precedente ed all'improvviso molte cose ebbero senso. Perché la loro scuola sia crollata, perché non ci siano state vittime nonostante fossero nel pieno del periodo scolastico, perché le poche testimonianze parlavano di uno sconto tra divinità alate.
    Guardò verso l'alto, percependo che Shiro stava per lanciarsi contro di lui impugnando quella spada dal potere terribile, leggendo anche l'animo della ragazza.
    Tatsuya sorrise per quel che trovò, non poteva fare altrimenti.

    Mettiamo fine a tutto questo.

    Guardò il proprio riflesso in un vetro e non ne fu proprio entusiasta.

    Non ho bisogno di tutto questo. Voglio una forma...più appropriata. Non voglio essere il Trismegistos, voglio essere solo Tatsuya. Voglio essere me stesso e nessun altro. E tu, Origine, fai parte di quel che sono. Dammi il tuo potere, dammi il potere della fenice che ho liberato.

    Al suo appello rispose un forte stridio. Davanti ai suoi occhi si mostrò la grande fenice, l'aspetto che aveva preso la sua Origine per manifestarsi materialmente. Guardandola capiva che qualcosa era andato storto, che lei non stava cercando di controllarlo, era successa qualche altra cosa che gli sfuggiva ma non era quello il momento per pensarci. Allungò una mano verso il collo della bestia e quando lo toccò i due furono avvolti dalle fiamme. Le ali bruciarono, non servivano di quelle dimensioni e non erano ciò che lui voleva. Ciò che gli bastavano erano le semplici ali bianche dalle piume d'oro, viola e rosse, che andarono a sostituire le precedenti. La fenice si riversò nel corpo di Tatsuya ed il canto di quella musa cessò, oramai non serviva più.
    Shiro partì, senza conoscere la posizione di Tatsuya, brandendo la spada e facendosi largo con i quattro draghi. Il ragazzo spiccò un balzo per intercettarla. Quando lei se lo rivide apparire davanti in quel modo esitò un attimo, il tempo necessario perché Tatsuya potesse bloccare il fendente che cercò di assestargli. Le bloccò la mano per impedirle di concludere il movimento, era l'unico modo per difendersi a mani nude da quell'attacco. I draghi partirono di loro volontà con l'intenzione di sbranare Tatsuya. Lui fu grato di riavere la One Heart e di poter contare su un potere invincibile, anche se non sapeva usarlo. Passò tra i draghi evitando ogni danno, raggiungendo Shiro.

    Scusa per prima, non ero in me.

    Il suo modo di fare, la sua espressione, le sue parole un po' distratte ma sincere, fecero capire alla ragazza che qualcosa era cambiato, che non aveva più davanti il Trismegistos ma il vero Tatsuya. Il sollievo che lei provò fece sorridere il ragazzo, mentre la rabbia successiva e lo scatto per tornare sul tetto lo fecero scoppiare a ridere.
    Shiro riuscì ad immaginare quel che era successo, ipotizzò che il tempo fosse scorso in modo differente per loro perché, se lei aveva ragione, ne era passato troppo perché Tatsuya riuscisse ad aver ragione della forza che lo stava dominando ed alterasse anche la sua forma. Sapeva che lui aveva ancora quel potere, non c'era motivo per cui l'avrebbe dovuto perdere, ma era convinta che non potesse realmente utilizzarlo. Doveva solo incalzare per avere la meglio e non dargli il tempo di contrastarla.
    Tatsuya la seguì sul tetto, attraverso due piani ormai distrutit, ma era già pronto per ciò che lo aspettava. Non appena giunse sul posto, i quattro draghi attaccarono all'istante e lo avrebbero anche travolto, se non fosse stato quel che era. Si mosse in anticipo e scansò gli attacchi spostandosi in alto, al di sopra delle bestie.

    One Heart!

    Si lasciò sfuggire Shiro mentre Tatsuya preparava le abilità che sapeva di poter utilizzare.
    Assorbì energia ambientale tramite il Protos Heis e mise in movimento gli elettroni con l'Etherial Bolt. Le anormalità delle sorelle gli appartenevano e le aveva già analizzate a sufficienza, era ovvio che le potesse impiegare. L'Origine, però, intervenne potenziando le abilità e trasformando l'Etherial Bolt. Al posto delle cariche, attorno al pugno si raccolsero le particelle elementari dei detriti che si stavano decomponendo sotto per il suo potere, le accelerò istantaneamente facendole urtare ed aumentando l'energia interna, per poi colpire i draghi.

    Stardust Accelerator!

    La materia raccolta venne compressa tra il pugno ed il corpo dei draghi, innalzando istantaneamente la temperatura e costringendo i nuclei degli atomi ad intersecare le orbite dei loro elettroni. Venne liberata l'energia di una piccola reazione di fusione nucleare che investì le bestie con tutta la sua potenza distruttiva. Il corpo di quei draghi venne polverizzato ma non bastò per dissipare l'energia che si abbatté sull'istituto scolastico. Il Protos Heis dell'Origine assorbì l'energia attorno agli studenti e li protesse mentre la scuola veniva distrutta.
    Shiro era senza parole, lo fissava incredula e non per la forza dimostrata.

    È così che deve andare. È colpa nostra se è stata distrutta, è così da sempre.

    Si posarono tra le macerie, lontani dagli studenti che continuavano a giacere a terra.

    Zwain è stato utile, ha evitato che loro vedessero.

    Aveva ragione, è proprio impossibile affrontarti da soli. Pure qui hai gente che ti aiuta.

    Perché ho un desiderio da realizzare e lo sto per fare.

    Quelle parole suonarono come una provocazione per Shiro che raccolse la sfida: generò una seconda Starblade e ricoprì la lame di entrambe con le sue fiamme blu. Tatsuya non poteva utilizzare in combattimento il dominio probabilistico e non c'era tempo per il Trismegistos o il potere che aveva appena utilizzato, e poi.... lui non li avrebbe mai utilizzati.
    Se voleva uno scontro ravvicinato con armi, lui glielo avrebbe dato. Materializzò nelle proprie mani la falce che aveva utilizzato per spezzare le catene, essa aveva il potere di colpire e negare le anormalità. Con un singolo colpo spense le fiamme e distrusse le spade di Shiro. La ragazza cercò di mettere distanza ma Tatsuya non glielo permise, aveva fretta di finire. Un gesto e due catene si fecero largo attraverso le macerie per poi andare ad avvolgere Shiro. La ragazza venne tirata con forza verso Tatsuya mentre lui lasciava svanire la falce.

    Sora!

    Sollevò le mani sopra la testa e strinse una impugnatura invisibile. Mimando un fendente, estrasse dall'aria la sua spada carica di energia ed investì Shiro di un'onda di luce che la attraversò e ricoprì di uno strato luminoso. Lo strato andò in frantumi quando la ragazza si ritrovò stretta tra le braccia del ragazzo rivelandone un aspetto diverso. La trasformazione dovuta all'anormalità era stata negata ed aveva recuperato il suo vero corpo.

    Qua..qual era il tuo desiderio?

    Chiese con titubanza la ragazza. Lui, però, non ebbe esitazioni e, stringendola ancora di più a sé, le rispose con sincerità.

    Riabbracciare la vera Shiro.
     
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    Il tempo si fermò, il vincolo di realtà era stato rimosso e con esso la connessione temporale. Non serviva più un campo di battaglia perfetto se la battaglia era arrivata al termine. Tatsuya aveva avuto la meglio anche su Shiro, l'unica ad essere stata in grado di ucciderlo.

    Hai vinto. Ora controlli l'Origine ed io non posso più batterti. Per favore, fai in fretta.

    Ma Tatsuya non le rispondeva.

    Avanti, distruggimi.

    No.

    Shiro trattenne il respiro per la sorpresa.

    Distruggimi. È l'unico modo per essere libero, poi potrai tornare dalla tua Misaka.

    Non lo farò.

    Perché?

    Perché per me sei troppo importante.

    Shiro abbandonò la testa sulla spalla di Tatsuya.

    Come sei sciocco. Fintanto che non mi distruggerai tu sarai sempre in pericolo. Troverò il modo per prendere il tuo posto, stanne certo.

    Correrò il rischio. Voglio solo averti con me.

    Tatsuya iniziò a sentire una sensazione di umido sulla sua spalla, erano le lacrime di Shiro.

    Come puoi parlare così? Ti ho ucciso una volta e lo avrei rifatto

    Guardati intorno. Questa era la nostra scuola, è qui che ci siamo conosciuti. È passato tanto tempo ma questo momento è sempre nei miei pensieri. Se l'Origine, anche quando ero dominato dal potere, ha generato questo posto non è stato per farti del male con il ricordo della tua scomparsa, ma perché io non riesco a darmi pace. Qui ti ho persa una volta e non voglio perderti di nuovo. Non sai quanto ho sofferto all'idea di non averti più, il ricordo di quel che è successo continua a tormentarmi. Quando ti ho ritrovata il mondo ha di nuovo avuto senso e so che per te è lo stesso, è stata la One Heart a dirmelo, il potere che mi hai donato tu. Non importa se ti ho creato io, tu sei sempre la mia Shiro e niente lo potrà cambiare.

    Basta. Smettila...

    Sei il mio tesoro più prezioso.

    Shiro scoppiò a piangere. Ricambiò l'abbraccio ma non aveva abbastanza forza, le era portata via dai singhiozzi.

    Sei cattivo...

    Sentendola parlare così a Tatsuya quasi si sciolse il cuore, sembrava tornata quella di un tempo. La dolce bambina troppo cresciuta che andava matta per tutto ciò che era dolce e che dipendeva da lui.

    Come sembrano lontani quei tempi...

    Sospirò.
    Le ali bianche scomparvero in un tripudio di luci, lasciando poi cadere a terra piccoli frammenti lucenti.

    Tu...mi vuoi bene?

    Come te ne ho sempre voluto.

    Allora resta per sempre qui con me.

    Vorrei, ma lo sai che non posso. Dall'altra parte mi stanno aspettando, ma io tornerò sempre qui come ho fatto in questi mesi.

    Anche se dici che sono il tuo tesoro lo so che non è davvero così, lo so che non mi ami più. Se mi amassi davvero resteresti qui, se ci tenessi davvero a me più che a chiunque altro allora non mi lasceresti più. La verità è che tu ami lei, tu ami Misaka.

    Shiro si scosto un po', quel tanto che bastava per potergli rivolgere il suo sguardo mostrandogli i proprio occhi pieni di lacrime.

    Hai ragione. Credo di essermi innamorato di lei e non posso darti più quel tipo di amore. Ma non è questo. Dall'altra parte ho troppe persone che mi vogliono bene, troppa gente che soffrirebbe se io non tornassi, che mi piangerebbe se scomparissi. Non voglio provino quel che ho provato io quando sei scomparsa, non voglio provocare tutto quel dolore. Non posso fargli questo. La nostra vita è ben più pesante di quel che crediamo, porta su di se anche il peso della felicità altrui e delle loro speranze, è il centro di tanti sentimenti e l'ho capito solo grazie al potere che mi hai donato. È per questo che non posso assolutamente permetterti di prendere il mio corpo, sarebbe come perdere la mia vita e ad essa ci tengo perché è da essa dipende la felicità di troppi. In te hai una parte della mia anima ed è per questo che posso dirlo. Sei la mia vita e ti amo in quel modo, come tutto ciò che dona la felicità ai miei cari. È per questo che non posso amare nessuno più di te. Non è come l'amore per la persona che ci piace, non può mai passare. È più forte dell'amore fraterno o di qualunque altro. Ti amo più di quanto non ami me stesso e questo non potrà mai cambiare, ovunque mi condurrà il futuro.

    Shiro strinse gli occhi, offuscati dalle lacrime, e si tuffò nel petto di Tatsuya. Non aveva mai pensato a nulla di quel che gli aveva appena detto, non credeva che avrebbe davvero fatto tutto quel male a così tante persone ed anche alle stesse persone dalle quali sarebbe voluta tornare.

    Perché? Perché non mi è concesso? So bene di non essere una persona vera, di essere stata solo una distorsione della realtà, poco più che un'illusione, però ho preso forma ed ho vissuto, ho avuto degli amici ed ho creato con loro dei ricordi felici. Cosa c'è di sbagliato nel non voler rinunciare alla propria esistenza? Voglio tornare a divertirmi con tutti voi: con la vivace Sophie, impossibile da trattenere e che rallegra le giornate solo con la sua presenza, con Yuno, che si preoccupa sempre per tutti e cerca di nascondere i suoi sentimenti nonostante glieli si leggano in faccia, e con te. Con te che sei sempre stato così buono con me e che anche ora, dopo tutto ciò che ti ho fatto e che ho ancora cercato di farti, non esiti a dire che mi ami. Con te che mi ha insegnato cosa vuol dire amare. Io voglio di nuovo stare con tutti voi. Io...io...voglio vivere...

    Shiro scoppiò in un pianto a dirotto, aveva appena sfogato ciò che si portava dentro al cuore da tanto tempo, quello che era il suo dolore. Tutto ciò che lei voleva era poter esistere e per questo sarebbe stata disposta anche a sopportare per sempre il rimorso di aver eliminato la persona che amava. Voleva quel potere divino, voleva l'Origine solo per poter vivere.
    Tatsuya le sollevò il viso e le asciugò una lacrima.

    È questo il tuo desiderio?

    Shiro chiuse gli occhi.

    Lo so, è impossibile.

    Tatsuya le schioccò un bacio sulla fronte e la allontanò da sé.

    Eh?

    Shiro era stupita, per un attimo aveva anche smesso di piangere.

    Non è chiaro?

    Una scia luminosa iniziò a concentrarsi sulla schiena di Tatsuya provenendo da ogni direzione, addensandosi e dando forma alle ali dorate, molto simili a quelle che aveva all'inizio.
    Una canzone si levò dal silenzio del tempo, composta solo dalle tre note della musa che lo aveva liberato dall'oppressione del canto dell'Origine.

    No! Fermati! Sai qual è il costo!

    Non mi importa del costo se potrò esaudire il tuo desiderio.

    È una modifica troppo grande. Morirai! Hai detto di non poter svanire!

    Con chi credi di avere a che fare? Mi basterà conservare un pezzetto dell'anima e continuerò ad esistere. Vedrai, farò diventare questo sogno realtà.

    Io non sono vera

    Ma tu sei la mia verità

    Tatsuya fece un passo indietro solo per poterla vedere meglio. Con tutto quel suo candore piangere la faceva sembrare davvero una bambina. Con il cuore scaldato da questa immagine, Tatsuya iniziò il rilascio della sua Origine. Onde luminose si diffusero da lui, varie pulsazioni attraversarono la materia, fecero vibrare quel mondo. La canzone lo stava guidando, gli dava la possibilità di utilizzare meglio i suoi poteri e di avviare il dominio sulle probabilità. Tutto era in sussulto, quella realtà si stava piegando, nell'aria iniziavano ad apparire della rade crepe mentre le pulsazioni luminose aumentavano di intensità. Le catene dell'Origine si manifestarono. Le ali iniziarono a rilasciare del pulviscolo luminoso mentre da essere uscivano le estremità di nuove catene. Stava per spezzare quelle che reggevano la realtà, ma qualcosa andò storto e l'intero processo si arrestò. Cadde a terra sulle ginocchia, stremato e sconvolto.


    Perché? Perché non posso alterare le probabilità per possibilità della tua esistenza? Perché non riesco a rendere reale questo mio desiderio? Non posso nemmeno riorganizzare la materia per crearti. Perché nemmeno l'Origine può riuscirci?

    Grazie..

    No. Non ringraziarmi. Io ho fallito. Non riesco a darti un'esistenza vera.

    Me ne hai dato l'illusione, per un attimo ho sperato e questo mi basta. Magari ci riuscirai tra cento anni, quando avrai più esperienza con quel potere.

    Cercò di sorridere mentre si asciugava le lacrime, ma era un sorriso amaro.
    Tatsuya spalancò gli occhi, aveva avuto una intuizione.

    Ma certo...

    Tatsuya si rialzò da terra con un nuovo vigore, forse aveva capito cosa fare.

    Io non so utilizzare questo potere. Però, se ne avessi il tempo, potrei trovare la soluzione.

    Le ali iniziarono a brillare più di prima e tutta la sua figura venne avvolta dalla luce. Attraversando il reame delle possibilità, recuperando esperienze da altri mondi che non erano potuti esistere e vivendo altre vite, Tatsuya riuscì a trovare la sua risposta. Quando la luce si dissolse, lui era sempre uguale ma aveva vissuto, in un solo istante, per l'equivalente di centocinque anni.

    Tatsu...ya?

    Tatsuya per un momento rimase a fissare il vuoto, poi lentamente portò il suo sguardo verso di lei ed impiegò qualche secondo per identificarla, per rientrare nella sua linea temporale dopo quel viaggio.

    Ho trovato la risposta. Mi è servito un secolo ma ci sono riuscito.

    Con un gesto improvviso e brusco distese il braccio, diffondendo una piccola folata d'aria scintillante. Dopo qualche istante l'intero mondo si tinse di bianco, un chiarore accecante che avvolse e dissolse ogni aspetto di quel luogo. Dalla luce iniziarono ad affiorare i contorni di una infinità di altre persone ed il canto che Tatsuya aveva sentito per tutto il tempo divenne palese anche alle orecchie di Shiro, che assisteva alla scena confusa e terrorizzata al pensiero di quale dimensione il ragazzo avesse raggiunto.

    Questo è il mondo da cui provengo, il mondo di cui sono principe. Questo è Heaven Feel

    Tutte quelle figure, antichi possessori di Origine, si inginocchiarono innanzi al Trismegistos, il più potente di tutti i possessori, abilità alla quale poteva tenere testa in uno scontro eterno soltanto la Knowledge, principessa dell'Origine ed unica a non essersi prostrata e ad essersi fatta avanti.
    Lei e Tatsuya si resero omaggio con un piccolo inchino, prima che lei facesse segno agli altri di alzarsi e tornasse da loro, restando davanti a tutti.
    Non servì che i due si scambiassero parole, già sapevano cosa volevano dirsi. Loro si erano già visti in passato, nel Maid Caffè quando lui si era trovato alle prese con la particolare situazione di una certa persona, ed era la stessa ragazza con cui aveva parlato quando era stato in difficoltà contro quel colosso armato di falce, quando doveva ancora liberare la fenice, e che gli aveva dato l'opportunità di entrare in contatto con Sora.
    Era una ragazza sulla ventina, gli occhi dello stesso color viola dei capelli, sormontati da uno strano copricapo, avevano l'aria malinconica di chi aveva dovuto dire addio a tutto quel che aveva. La particolare veste lunga cercava di nasconderle le forme generose ma non diminuiva il fascino della sua bellezza e dell'intelligenza che si sprigionava potente. Tra le mani stringeva un libro, uno dei tanti che stava leggendo per affrontare il passare dell'eternità.
    Knowledge fece segno a Tatsuya di continuare, non doveva certo fermarsi solo perché loro erano apparsi.
    Shiro era intimorita, capì che in quel momento si trovava al cospetto degli Dei.
    Tatsuya accolse il sollecito della Knowledge e tornò a concentrarsi su Shiro, fin troppo agitata per essere una che aveva cercato di prendersi il diritto di entrare in quel mondo.

    Crearti da zero, stabilire la possibilità della tua esistenza e modificare con la forza il mondo per farti esistere non funziona, la realtà si oppone alla modifica e diventa instabile, fino a trovare un modo per preservarsi e tornare ad uno stato di stabilità. Sembra che creare una vita da zero sia ben più complicato di una resurrezione. Tuttavia il mio era un errore concettuale. Dovevo distaccarmi dal pensiero comune per trovare una soluzione e questa mi si è offerta quando ho ripensato al modo in cui agisce il mondo. Se cerca di preservarsi, di mantenere una stabilità nonostante il decadimento di coerenza, allora perché non sfruttare questo a proprio vantaggio? Se creo una distorsione nel presente e la ancoro alla realtà, allora tutta questa non dovrà forse trovare una coerenza per far esistere la modifica? Se nego l'esistenza del passato e del futuro, allora tutto si riduce al presente e per me è davvero così. In questo modo non devo riorganizzare il mondo, mi basta disseminare dei punti fissi sulla linea temporale per andare nella direzione desiderata. Dovevo solo trovare una forma che ti avrebbe fatto esistere, un fatto vero che ci avrebbe condotti dove volevamo. È strano perché la risposta che ho trovato la conoscevo da tempo, risale ad una vecchia intervista di Lily.

    Shiro non aveva la più pallida idea di cosa stesse accadendo mentre Tatsuya con una mano rompeva la parete dimensionale attraverso l'aria mettendola in una fessura tra i mondi.

    ”Siamo sempre state insieme, tanto che le nostre vite potrebbero essere sovrapposte” sono le parole dette da Ako e Riko. Da qui, tutto è molto semplice.

    Una schiera di ingranaggi si manifestò attorno a loro, erano i meccanismi del tempo sui quali avrebbe operato. Ogni ingranaggio proiettava delle scene della vita di Tatsuya a partire dalla sua nascita.

    Devo solo riscrivere qualche avvenimento del mio passato per poterti includere, ad iniziare dalla mia nascita. Quello non sarà più il momento in cui sono nato, ma quello in cui entrambi siamo venuti al mondo. Tu sarai la mia gemella.

    Tutte le immagini di prima iniziarono a cambiare, in ognuna di esse di fianco a Tatsuya apparve una ragazza. La stava includendo in tutti i momenti più importanti ed in altri che l'avrebbero caratterizzata, il tutto per permettere alla realtà di autodeterminarsi perché il presente divenisse quello in cui anche lei poteva esistere.

    Oggi tu nascerai. Verrai al mondo come mia sorella e la mia gemella e sarà la mia Origine ad esserne garante. Si, io sacrificherò il mio stesso potere per poterti avere con me. Da oggi, tu sarai conosciuta come Shiro Kamishiro.

    Gli antichi possessori d'Origine iniziarono a sbiadire, Knowledge fece un ultimo cenno di saluto prima di essere anch'essa inghiottita da una luce crescente. L'aria tutt'attorno iniziò a creparsi.

    Il tuo nome sarà...

    Le crepe aumentarono e si diffuse il suono di un guscio sul punto di rompersi.

    Bianca Claradei!

    Avvolti dalla luce, quel mondo esplose ed andò in mille pezzi.
     
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    L'esplosione di quella sfera luminosa nella quale si era rinchiuso già da un po' di tempo giunse inaspettata per Misaka e gli Imperius Novus, dovettero proteggersi con le braccia dalla luce accecante e dall'onda propagata dallo scoppio.

    Ed ora che succede?

    ”Non ne ho idea.”

    Sapere che anche Break era confuso fu una sorpresa per tutti quelli che lo conoscevano, lui sembrava sapere sempre tutto e certi momenti erano molto rari, fu un peccato che nessuno di loro fosse nelle condizioni per apprezzarlo pienamente.
    Quando la luce si diradò, tutti loro riuscirono a riaprire gli occhi, ma dovettero stringerli e riaprirli più volte prima di convincersi che quel che stavano vedendo fosse vero.
    La sfera si era dissolta ed al suo posto si trovavano due persone, un ragazzo ed una ragazza, privi di sensi e completamente nudi, stretti l'uno all'altra in un abbraccio molto intimo.
    Misaka, nonostante la vista ancora un po' provata, riconobbe all'istante il ragazzo nonostante avesse qualcosa di diverso.

    Tatsuya!

    Fece per lanciarsi verso di lui ma Break, mentre con una mano impediva la vista ad una Mary che, rossa in viso, si dibatteva per liberarsi, la trattenne.
    Tatsuya, sentitosi chiamare, riaprì gli occhi e si beò del bel viso della ragazza dai capelli bianchi che stava stringendo. Era completamente diversa, ma non c'erano dubbi si chi fosse.

    Ehi..

    Le sussurrò con dolcezza. Shiro aprì stancamente gli occhi, ora dello stesso color oro di quelli di Tatsuya.

    Che è successo?

    Oggi siamo nati.

    Shiro sgranò gli occhi.

    Vuoi dire che...

    Si. Ci sono riuscito. Alla fine ti ho riportato indietro.

    Il viso di Shiro si illuminò di gioia, gli occhi le divennero lucidi e pianse lacrime di felicità.

    Grazie.... Grazie...

    Continuava a ripetere in preda alla commozione.

    Non sono riuscito a conservare il tuo aspetto, mi dispiace...

    Ma a Shiro non importava affatto. Avvicinò il suo viso cercando le labbra di Tatsuya, ma lui la fermò.

    Non possiamo. Ora sei la mia gemellina.

    Shiro gli sorrise mostrando di aver compreso e si fece indietro, ma poi approfittò dell'attimo nel qual si era rilassato per dargli il primo bacio della sua nuova esistenza.
    Separarono le labbra solo quando sentirono una morbida pressione sul petto. Controllarono con lo sguardo e trovarono il peluche di un coniglietto. Si scambiarono uno sguardo di sorpresa ma, guardandosi negli occhi, non potevano fare a meno di sorridersi. Erano di nuovo insieme e questa volta nel mondo reale.

    Grazie, fratellino.

    Gli disse prima di addormentarsi, sopraffatta dalla stanchezza.
    Tatsuya sarebbe volentieri rimasto a guardarla dormire per tutta la notte ed anche di più, stretti come erano stati spesso durante le notti nel mondo interiore, ma sapeva di non essere solo.
    Le energie non gli mancavano, così attivò subito le illusioni della sua One Heart, resistendo alle tentazione di impiegarle come dei “generatori di bande nere” per censurare le parti intime, rivestendosi con la versione illusoria dei suoi abiti. Aveva saputo per tutto il tempo di non avere nulla addosso ma non se ne era preoccupato.
    Con delicatezza si scostò da Shiro, lei nel sonno si girò dall'altra parte stringendo al petto quel coniglietto, e si alzò in piedi. Fissò un attimo Break con occhi torvi e questi lasciò andare Misaka sbuffando in disaccordo.
    Tatsuya la guardò e poi le sorrise, allargando le braccia. Lei non ci pensò su, per una volta agì d'impulso e si gettò tra le sua braccia. Dopo tutta quella preoccupazione, la paura, il momento critico nel quale era stato quasi inghiottito dalle tenebre e la disperazione, Tatsuya era tornato sano e salvo.

    Ma sei più alto?

    Disse le ragazza per distogliere l'attenzione dal suo viso arrossato per la sua vera timidezza e l'imbarazzo per essere stretta in quel modo, per la seconda volta in assoluto e davanti a tutta quella gente, dall'unico ragazzo che le piaceva.

    Forse. Ho scombussolato la storia della mia vita ed è probabile che qualcosa sia andato diversamente.

    In realtà lui aveva praticamente distrutto il suo passato,.Aveva mantenuto dei punti fissi, tentato di creare la divergenza minore possibile ed aveva fatto in modo che le sue sorelle ed i suoi amici non fossero coinvolti nel processo, ma per il resto era stata la realtà ad autodeterminarsi e lui non sapeva nulla del suo nuovo passato. Non lo disse perché sapeva che, altrimenti, l'avrebbe fatta preoccupare.
    In quel momento ragionò su quanto fosse ironico che, appena dopo aver completato i suoi ricordi, questi si ritrovavano a ritrarre degli avvenimenti che, forse, nel suo nuovo passato si erano svolti in modo diverso o, forse, non si erano nemmeno mai verificato. Però Shiro valeva pienamente quel sacrificio.

    ”Dimmi, Tatsuya caro, che diamine è successo? E quella chi dovrebbe essere.”

    La voce di Break rovinò l'atmosfera con il suo tono impassibile e suadente ma, per una volta, meno insopportabile perché lui non ci stava davvero capendo nulla.
    Misaka si allontanò da Tatsuya per recuperare il suo, ben poco onesto, pudore e dargli modo di rispondere, dopotutto anche a lei interessava riuscire a capirci qualcosa. Lui non si fece attendere.

    Lei è Shiro, quella che chiamate la ragazza bianca.

    A tutti quasi cadde la mascella dallo stupore, tranne Break che continuava a tentare di darsi un'aria impassibile tenendo un falso sorriso.
    Tatsuya continuò raccontando quel che era successo, parlando del primo scontro con Shiro, il ritorno dalla morte, la voce che lo guadava e Sora che lo aiutò contro quel colosso, finendo con il recupero dell'Origine ed il secondo confronto con Shiro, tuttavia evitò di parlare del suo secondo ricordo recuperato.

    'Ma perché l'hai riportata qui? Ha cercato più volte di eliminarti....'

    Era comprensibile che Mary si sentisse confusa.

    È vero, ci ha provato e distruggerla sarebbe stato più semplice, ma non era ciò che volevo. E non lo voleva nemmeno lei. Ho letto nel suo cuore tutta la sua sofferenza mentre mi affrontava e quanto era disperata. Lei voleva solo poter tornare tra noi, nient'altro. E tu sai come ho fatto, Break, o forse dovrei dire Mad Hatter, ex possessore d'Origine. Parte dell'idea l'ho presa da te.

    Braek si sentì più infastidito che sorpreso.

    ”Quindi lo hai scoperto.”

    Gli altri membri dell'Imperius Novus erano in tumulto, non potevano credere a quelle parole, non potevano accettare che lui avesse tenuta nascosta una cosa simile. Però ai loro occhi le cose avevano ad un tratto avuto senso, riuscirono a spiegarsi come facesse a sapere tutte quelle cose, ad avere una risposta a tutto ed a non stupirsi di fronte a nulla. Dal racconto di Tatsuya avevano potuto farsi un'idea di quale fosse la portata di quel potere. Però stavano facendo davvero molto rumore.

    Fate silenzio!

    Intimò Tatsuya, zittendo di fatto tutti con quell'uscita inaspettata.

    Mia sorella sta dormendo per la prima volta e non voglio che disturbiate il suo sonno.

    Loro annuirono in silenzio, la loro attenzione era rivolta agli occhi di Tatsuya, divenuti improvvisamente azzurri.

    Grazie. Comunque sono ancora piuttosto instabile quindi, se vedete qualcosa di strano o diverso, non fateci caso.

    Gli occhi gli tornarono normali. Quella era una particolarità che aveva acquisito durante i cento anni di esperienza e ricerca, gli occhi gli diventavano azzurri quando dava ordini o coordinava altre persone.

    ”Quindi l'hai fatto davvero. Hai realmente sacrificato la tua Origine. Sei davvero convinto di quel che hai fatto?”

    Oh si. Non sapevo assolutamente cosa farmene del potere di distruggere la realtà e creare nuovi mondi. Lei invece... Shiro... è Shiro.

    Ma Break stava rimuginando su altro.

    ”Distruggere la realtà... ma tu chi eri?”

    Io ero il Trismegistos.

    A Break prese quasi un colpo, era estremamente raro vederlo agitato, tanto che Mary quasi rise. Non sapeva di cosa stessero parlando, lo avrebbe chiesto più tardi, ma per lei un Break in quello stato era molto buffo.

    ”Quindi l'hai incontrata? I due principi non possono non incontrarsi se ne hanno l'occasione.”

    Tatsuya annuì senza aggiungere altro.

    Sei arrivato a creare la vita. C'è qualcosa che non sai fare?

    Gli chiese ad un tratto Misaka.

    Avere una vita normale.
     
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    Epilogo

    Con la sorella sulle spalle, Tatsuya camminava, un po' affaticato, verso il dormitorio, accompagnavo da una Misaka che gli trotterellava attorno mostrando una certa felicità.

    Grazie per essere andata a prendermi dei vestiti di ricambio.

    Le disse Tatsuya per fare conversazione, anche se la tarda ora poteva suggerire che il silenzio fosse più adatto.

    Peccato per la tua giacca. Era la tua preferita.

    Purtroppo tutti i vestiti che avevo indosso sono andati distrutti, ma non fa niente.

    Mi ero abituata a vederti in quel modo. Ma continuo a chiedermi che ci facesse un camice nel tuo armadio.

    Ma me l'hai comunque portato.

    Era per chiederti a cosa diamine ti servisse.

    Per poco non scoppiarono a ridere.

    Non ne ho idea. Delle cose sono cambiate ed a quanto pare il vestiario è uno di queste. Per non parlare di questi capelli. Devo essere diventato allergico al pettine.

    Misaka gli balzò davanti, camminando all'indietro mentre lo fronteggiava.

    Ma così stai meglio. Sei più...

    Lasciò cadere la frase e tornò a camminare normalmente.

    Si, un cambio di look di tanto in tanto non guasta.

    Basta che non ti metti la roba della tua gemella. Davvero, quando ho trovato anche i suoi vestiti nel tuo armadio non ci credevo.

    Però è stata una fortuna. Se fossi andato in giro con in spalla Bianca completamente nuda sarebbe stato un problema visto che non so se riuscirei ancora a mantenere delle illusioni.

    Bianca?

    Il vero nome di Shiro. Bianca Claradei. Non potevo non darle il mio cognome e non sceglierle un nome in linea con i nostri.

    Con Bianca lo capisco, e capisco anche il cognome, ma voialtri come li avete scelti i nomi giapponesi?

    Beh...Sophie non l'ha fatto, ha mantenuto il suo nome. Per Cheria il nome Yuno l'ha trovato nostra madre in un manga, mentre Tatsuya era il protagonista di una novel....

    Solo dopo averlo detto, ed aver sentito le risa trattenute di Misaka, si rese conto di quanto fosse imbarazzante.

    Però non mi hai ancora detto il tuo vero nome.

    Gli fece notare la ragazza. Tatsuya ci pensò un attimo.

    Si. A te lo posso dire.

    E le disse il nome che aveva da un po' abbandonato.




    Break si ritrovò, suo malgrado, costretto a raccontare un po' di cose sul proprio conto, lo doveva ai compagni che lo aveva accompagnato per tanto tempo credendo ciecamente in lui. Tuttavia lui, per tutto il tempo, si era ritrovato a rimuginare su qualcosa ed ogni tanto lo si sentiva sussurrare <trismegistos>.

    'Fratellone Break, cos'hai?'

    Gli chiese Mary, preoccupata.

    ”Riesci a crederci? Lui ha gettato al vento il Trismegistos. Era l'Origine più potente, tanto che era ritenuta un mito anche da gente capace di trucchetti da far impallidire un dio.”

    Ma si capiva che lui non era in quello stato perché credeva che il sacrificio fosse stato troppo grande, o perché fosse stupito da un simile coraggio.

    'Cosa significa?'

    ”Temo che tutta questa storia non finirà bene.”




    Ne sei proprio sicuro?

    Gli chiese Misaka con aria dubbiosa. Erano davanti alla porta d'ingresso di una delle camere del dormitorio.

    Voglio dire, vuoi davvero farla dormire nella tua stanza?

    L'hai visto tu stessa che c'è la sua roba. È probabile che passi molto tempo lì.

    Ma non sarà pericoloso?

    Pericoloso? La difenderò io da Nizuki, se è questo che temi. Non la lascerò nemmeno un momento.

    È proprio di questo che ho paura.

    Tatsuya fu per un attimo sorpreso.

    Non preoccuparti, non accadrà nulla. Ricorda sempre che lei è come se fossi io, i cuori che battono nel nostro petto un tempo erano uno. Vedrai, non c'è pericolo.

    Sarà...

    Era ancora dubbiosa, me non riusciva a continuare la conversazione. Ora che tutto si era tranquillizzato aveva semplicemente sonno. Però c'era un'ultima domanda che voleva fargli.

    Com'è essere onnipotenti? Cosa si prova?

    Lui si aspettava quella domanda.

    È bello ma allo stesso tempo spaventoso. Ho trascorso centocinque anni con l'Origine, mentre cercavo la mia soluzione, quindi ho fatto fatto una buona esperienza. È una sensazione strana, senti di non avere limiti, tutto ciò che vuoi non solo sai di poterlo raggiungere ma è come se già fosse tuo. Alla fine non ne vedi più il senso, tutta la realtà perde di significato perché tu vai oltre la realtà, divieni la realtà. Ciò che provi è solitudine e lontananza dalla gente. In ogni rapporto con altre persone avrai il dubbio che non sia sincero, che sia tu a controllarlo. Alla fine la tua stessa vita si consuma nel tentativo di essere un po' più normale. Tutto ciò che mi ha fatto andare avanti era il mio scopo, grazie a quello ho affrontato tutto senza perdermi. La mia esistenza come dio costa la mia scomparsa come persona. Non mi serve poter distruggere mondi se non posso stare con chi voglio. Non ha senso se poi devo dire addio a tutti. Se poi non posso più stare con te.

    Misaka immediatamente si voltò per dargli le spalle, non voleva mostrargli che sorriso le aveva stampato sul viso arrossito con quell'ultima frase.

    Ho sonno, vado a letto. Buonanotte.

    E si allontanò quasi correndo.
    Tatsuya scosse la testa, divertito, quindi aprì la porta della sua camera impiegando tutte le energie residue per impedire a Kuro e Nizuki di sentire il rumore che avrebbe fatto e di accorgersi della luce. Aveva bisogno di dormire almeno qualche ora prima di poter affrontare qual che gli riservava il domani. Qualunque cosa fosse stata, l'avrebbe affrontata insieme ad un'altra persona.

    Quella notte ebbe, dopo tanto tempo, una notte normale. Non poterla trascorrere nel mondo interiore con Shiro era strano, ma lo rincuorava sapere che in quello stesso momento, nelle realtà, la stava stringendo a sé.
    Non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via.

    Fine



    E siamo arrivati alla fine di questa storia. È stata davvero un'avventura lunga, tra alti e bassi ci ho messo molto più di quanto avrei pensato per scrivere questa...introduzione. Ho parlato dell'Origine tirando in ballo molti concetti che non riguardano da vicino Medaka Box, quindi è normale se, una volta giunti qui, vi sentiate un po' spaesati e vi chiediate cosa sia realmente andato in scena il questo piccolo romanzo - a me piace considerare così tutte le vicende raccontate fino ad ora - vi assicuro che presto potrete trovare una spiegazione sull'Origine nella nuova scheda del personaggio di Tatsuya che sarà più un resoconto generale di tutta la sua "sotto ambientazione". Comunque non è ancora finita, manca una narrazione multipla dove verrà presentato un po' meglio il personaggio di Shiro Kamishiro, o Bianca Claradei se preferite, poi sarà il momento di introdurre la nuova saga.
    Sperando che vi siate divertiti, vi ringrazio per aver letto.

    Vostro affezionatissimo
    .Micael.

    P.S. con questo raggiungo i 3000 messaggi!! Viva me!!
     
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    Allora, non posso che congratularmi per l'ottimo lavoro anche se a tratti sembra un trattato di astrofisica e quantistica, però non è questo che conta xD Ci sono due errori di battitura ma non sono importati. È una lettura impegnativa e a volte fin troppo maestosa e impegnativa ma ci hai messo tutto il tuo impegno per scriverla, quindi eccoti gli exp:

    EXP: 19
     
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6 replies since 5/10/2014, 20:22   115 views
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