[CONCLUSA] The strange case of doctor Kuro and lady Miuna - Atto II

Narrazione Privata

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    NARRAZIONE DAI CONTENUTI FORTI



    Uscimmo da quella "dimensione" e poi dalla casa in rovina all'interno dea quale si trovava. Quanto era distante questo posto? No perché a piedi non era molto...
    Vado a prendere il furgone, aspettatemi qui.
    Ah ecco, meno male. Gilbert corse sul retro della casa e dopo qualche minuto tornò a bordo di un vecchio furgone bianco, un po' impolverato e ammaccato ma tutto sommato presentabile, tutto intero, funzionate ma soprattutto rapido e comodo. Salimmo tutti a bordo e partimmo: ci stavamo dirigendo verso la campagna, fuori dalla città anche se non so bene dire dove in quanto era difficile vedere il paesaggio esterno attraverso i vetri impolverati e a causa del buio. Provai a pulirli con la manica ma a quanto sembrava la polvere si trovava sulla parte esterna ed era quindi impossibile rimuoverla da quella posizione. La quasi totale assenza di lampioni e di altre fonti luminose era abbastanza inquietante. Nella vettura regnava il silenzio, tutti si stavano preparando mentalmente per la battaglia contro i loro ex-compagni; tutti tranne me, che ero immerso nei miei pensieri cercando di dare senso a tutto quello che era successo fino ad adesso, cercando di ragionare anche sulla faccenda dei ricordi.
    Non crucciarti così, Kuro. Ora non possiamo pensare a queste cose che potrebbero distrarci durante la prossima battaglia.
    Già, aveva ragione, dovevo concentrarmi visto che stavo per affrontare altri anormali dai poteri sconosciuti. Strinsi forte l'elsa della mia spada che, per l'occasione, non era la solita di bambù ma era una vera e propria spada e anche molto affilata. L'avevo prelevata dalla mia collezione personale di armi bianche: si trattava di Black Excalibur. Il viaggio durò circa 20 minuti, durante i quali nessuno parlò fino a quando il furgone non si fermò in quello che sembrava un vasto spazio sterrato davanti ad un grosso edificio in disuso ma che sembrava comunque, per qualche strana ragione, ben tenuto.
    Siamo arrivati. Ecco il covo, è qui che si trovano Kagetane e la tua amica, Kuro. Probabilmente non saranno soli, quindi fate tutti attenzione e cercate di non viaggiare da soli.
    Tutti annuirono con sguardo serio, me compreso. Celestia invece se ne stava un po' in disparte e in silenzio, continuando a guardarsi intorno. Ora che ci penso, quando mi avevano detto che loro erano tutti degli assassini non avevo ben compreso se in quel "tutti" era compresa anche lei... Non conoscevo molto del suo potere però non mi sembrava molto adatto; certo, aveva cancellato l'esistenza di Miuna ma non credo che sia una cosa che può fare in qualsiasi momento e per un numero illimitato di volte.
    Ci avviciniamo all'ingresso, ove la porta era chiusa ma non c'era nessun lucchetto e nessuna serratura, segno che nel bene o nel male ci stavano aspettando. La aprii: l'ingresso dava su quello che sembrava un enorme magazzino, molto spazioso e pieno di scatole di cartone, tutte ammucchiate lungo i muri. L'unica fonte di luce proveniva da un piccolo corridoio sul lato destro. Ci dirigemmo proprio verso di esso, senza sapere che in realtà rappresentava una trappola. Essendo molto stretto dovevamo passare uno alla volta e quando stava per passare Kisara, che era l'ultima, un enorme cancello nero scese dal soffitto e bloccò l'ingresso del corridoio, impedendo a noi di tornare indietro e a lei di proseguire.
    Kisara!
    A quel punto tutte le luci del magazzino si accesero, accecandomi per qualche istante in quanto i miei occhi erano abituati al buio. La stessa cosa accadde anche a tutti gli altri membri del nostro gruppo e qualcuno decise di sfruttare questo fatto per sferrare un colpo a sorpresa: alle spalle di Kisara comparve una figura nera armata di spada e pronta a colpirla alle spalle. Per fortuna i riflessi della ragazza erano molto sviluppati e riuscì a parare il colpo prima che la spada raggiungesse il suo collo. Tuttavia si ferì lievemente al mignolo della mano destra, nulla di grave, solo un piccolo e poco profondo graffio. C'era da aspettarselo, molte trappole simili si trovavano lungo il percorso verso la cima e chi le aveva escogitate voleva impedirci di raggiungerla.
    Ah, vedo che la tua fama è meritata, Kisara.
    La cosa non mi sorprese più di tanto, in fin dei conti loro avevano lavorato in questo luogo dunque era naturale che qualcuno li conoscesse.
    Ah, felice di sapere che qui si ricordano ancora di me. Io però non conosco te, devi essere una nuova recluta...
    Già, in effetti è così. Proprio per questo non posso lasciarti passare.
    Non ti presenti nemmeno? Che maleducato, vorrei almeno sapere che nome scrivere sulla tua lapide.
    Poi si girò verso di noi.
    Non preoccupatevi per me, ragazzi. Qui posso cavarmela anche da sola, voi proseguite, ci rincontreremo più avanti.
    Sicura?
    A lui bastò lo sguardo di risposta della ragazza per capire.
    D'accordo, ma vedi di uscirne tutta intera. Ti aspettiamo più avanti.
    A dopo.
    E detto questo, ci voltammo e proseguimmo la nostra strada nel corridoio.

    Oh, quanta cattiveria nei tuoi occhi. Ma comunque non serve che mi presenti ad una persona che presto non potrà più ricordare il mio nome.
    Ah, non farmi ridere! Non riuscirai nemmeno a farmi perdere 5 minuti, anche se sono la più debole del gruppo!

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    Edited by ¬SasoRi - 29/4/2015, 22:47
     
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    Iniziarono così ad incrociare le lame, mentre i suoni provocati dai loro rapidi spostamenti e dal loro scontro rimbombavano nella enormemente vuota stanza. Anche l'uomo misterioso usava una katana, cosa piuttosto normale dopotutto, visto che siamo in Giappone.
    Vedo che te la cavi piuttosto bene... iniziò lui, dopo qualche scambio di colpi. Allora la tua fama è veritiera. Tuttavia...
    Si mosse così rapidamente da far sembrare che il suono non riuscisse a stargli dietro. Grazie ai suoi sensi affinati riuscì a deviare parzialmente il colpo del suo avversario che le aveva però inferto una lieve ferita all'addome e fortunatamente nemmeno troppo profonda ma che aveva comunque strappato il vestito. Qualche goccia di sangue cadde per terra attraverso lo strappo mentre lei abbassava lo sguardo per constatare l'entità della ferita.
    Oh, questa non me la aspettavo... Sei stato bravo ma non credo che riusciresti mai a uccidermi se cerchi di superarmi in velocità e riflessi!
    Non preoccuparti, questo scontro l'ho già vinto in partenza!
    Quasi come se Kisara volesse pareggiare i conti e muovendosi ad una velocità sovraumana, riuscì a ferirlo lievemente sotto l'occhio destro, un taglio che attraversava quasi tutto il volto. Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di capire o percepire quello che era successo fino a quando non sentì il sangue colare fuori dalla ferita e rigargli il volto. Dopo aver usato una mano per pulirsi il viso si mise a ridere.
    Ahahahah, questo sì che è uno spasso, era da un po' che non mi capitava di battermi con avversario del mio stesso livello.
    Lo stesso vale per me.
    Ripresero così ad incrociare le lame in maniera sempre più feroce e violenta. Solo un occhio veramente molto allenato avrebbe potuto seguire tutti i loro movimenti a causa della loro enorme velocità e agilità. Entrambi iniziavano a riportare lievi ferite su braccia, gambe e sul busto e così il sangue iniziò a tingere il pavimento. C'era qualcosa che non andava, però: man mano che il combattimento procedeva il ragazzo iniziava ad andare sempre più veloce mentre Kisara non riusciva più a stargli dietro, riportando ferite sempre più profonde. Si sentiva sempre più stanca quindi doveva trovare un modo per scoprire cosa stava accadendo.
    Wow, devo proprio essere fuori allenamento se non riesco a stare dietro ad una nuova recluta...
    E il pesce abboccò all'amo, pieno della sua stupidità e arroganza.
    Può darsi, ma credo che sia l'effetto del mio Life Destroyer. Grazie ad esso posso assorbire l'energia vitale del mio avversario attraverso le sue ferite, per quanto lieve queste siano. Dai, tra poco finirà tutto e tu potrai riposarti, per sempre.
    Capisco... E io che credevo di star affrontando un semplice duello all'ultimo sangue a colpi di spada. Che sciocca sono stata, in questi anni mi sono rimbambita troppo, dopotutto voi state cercando di ucciderci.
    Detto questo alzò la testa e rivolse lo sguardo verso il suo diretto avversario: il suo sguardo era così minaccioso e prepotente che egli non riuscì a non indietreggiare di qualche passo, come se fosse il suo istinto di sopravvivenza a muoverlo.
    Devo finirla alla svelta, altrimenti rimarrò senza energia. Sei stato bravo, te lo concedo, ma sei stato anche altrettanto stupido a rivelarmi il tuo potere. BLADE WAVE!
    In quel momento la spada di Kisara cambiò colore, diventando gialla e blu. Tuttavia dopo pochi secondi scomparve anche se era chiaro che si trovava ancora nelle sue mani data la postura da battaglia della stessa.
    Non pensare che una semplice spada invisibile possa sconfiggermi!
    Il ragazzo si lanciò verso di lei a massima velocità ma con un movimento quasi impercettibile Kisara evitò il colpo e tagliò di netto l'indice della mano sinistra dell'avversario. Tuttavia lui non emise alcun gemito né interruppe la sua offensiva, cercando di finire Kisara con un colpo preciso e veloce al cuore. Forse ci sarebbe anche riuscito se solo Kisara non avesse disattivato il colore blu per poi attivare il colore nero, trasformando la spada in una lunga lancia dalla punta molto affilata. In quanto l'arma era invisibile lui non si accorse di tutto ciò e, continuando a correre verso di lei, si autotrafisse il petto. Kisara affondò poi l'arma con maggior forza nel corpo del ragazzo, fino a far sbucare nuovamente la sua punta dalla schiena. Un gemito strozzato fuoriuscì dalla sua bocca piena di sangue mentre si inginocchiava a terra. Trasformando poi la lancia in una grande ascia bipenne e con due rapidi colpi divise a metà il ragazzo, un modo alternativo di estrarre l'arma da un cadavere. Disattivò il suo potere e rinfoderò la spada, continuando a guardare la scena con quello sguardo freddo e impassibile tipico di un assassino professionista. Raccolse il dito che aveva tagliato e, intingendolo nell'enorme quantità di sangue che invadeva la scena e usandolo come un pennello, scrisse il suo nome lì accanto, quasi come se fosse la firma di un quadro.
    Peccato che tu non mi abbia detto il tuo nome, avrei potuto almeno scriverlo qui. Ti soprannomino ufficialmente "un tizio" disse, parlando col cadavere e scrivendo "un tizio", il titolo dell'opera.
    Quasi come se si fosse ripresa da un sogno, il suo sguardo tornò ad essere quella di sempre.
    Accidenti, mi sono di nuovo lasciata trasportare... Era da un po' che non mi capitava...
    Si diresse dunque verso il corridoio sbarrata, sperando di trovare un modo per alzare la grata. Tuttavia, dopo pochi passi, si accasciò a terra.
    Accidenti, sono un po' stanca... Forse è meglio se mi riposo un po'...
    Così dicendo, perse i sensi.

    ---

    Attraverso una finestra dal vetro opaco molto simile ai muri della stanza in modo che si mimetizzasse qualcuno stava guardando il combattimento. Si intravedeva soltanto un'alta figura con indosso una tuba.
    Uhuhuh, tutto secondo i piani.
    Prima si sparire nuovamente indossò una maschera. La luce si spense, rigettando la stanza della scontro nel completo e totale buio

    Un Tizio
    VS
    Kisara Monoko
    Crisis Point

     
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    POCO PRIMA...

    Aprii gli occhi.
    Non riuscivo bene a capire dove mi trovassi, c'era pochissima luce, la testa mi pulsava e avevo la vista offuscata. Mi mossi quasi involontariamente per raggiungere l'unica fonte luminosa della stanza che sembrava provenire da un punto indefinito ma qualcosa me lo impedì. Un tintinnio metallico. L'unico suono che riuscivo ad udire era quel lontano rumore metallico che accompagnava ogni mio movimento. I minuti passarono veloci in quello stato di dormiveglia e dopo una quantità di tempo indefinito riuscii a riprendere il pieno possesso delle mie facoltà mentali. La stanza buia e stretta nella quale mi trovavo era molto spoglia e umida. La luce si trovava dalla parte opposta di quella dove mi trovavo io e proveniva da una piccola lampada elettrica. Delle grosse catene mi bloccavano braccia e gambe, impedendomi ogni movimento. Avevo ancora addosso il pigiama e fu proprio guardandolo che ebbi un flash.
    Io che entravo nella stanza di Celestia.
    Parlavo con Kuro. Stavo per andarmene.
    Un tizio con una tuba e una maschera.
    Mi ha rapito.
    E poi il nulla.
    Il filo dei miei pensieri venne interrotto da un forte rumore metallico molto probabilmente proveniente dalla serratura della massiccia porta di metallo. Quando questa si aprì, una forte luce mi accecò. Riuscii solo a vedere una sagoma nera di un tizio che indossava lo stesso cappello a cui stavo pensando poco fa.
    Finalmente ti sei svegliata, mia cara.
    Che cos- Dove mi trovo? Perché mi hai portato qui?
    Volevo sembrare forte, minacciosa, ma in quello stato come avrei potuto? La mia voce tremava. Che sia il freddo?
    Molto bene, ora tutti gli attori sono entrati in scena, visto che poco fa è arrivato anche il tuo amato Kuro, proprio come da programma.
    Kuro! Che cosa ci fa qui? Non sarà mica...
    "...venuto per salvarmi"? Già, proprio così. Anche se in realtà l'unico che deve essere liberato, qui, è proprio lo stesso Kuro. Ora devo andare, con permesso.
    Se ne andò, senza nemmeno darmi il tempo di ribattere, richiudendo la porta dietro di sé con violenza. Dannazione! Alla fine non faccio altro che causare problemi a Kuro! Sono proprio una stupida! Se solo potessi... Se solo potessi aiutarlo in qualche modo! Provai ad evocare il mio drago ma per qualche strano motivo non apparve. Tentai così anche con tutti gli altri ma nessuno di loro rispose all'appello.
    Uffa! Ma perché il mio potere non funziona! Muovetevi ad apparire, devo liberarmi di queste catene! FORZA!
    Nulla. Le cose non cambiarono minimamente, per quanto io mi sforzassi di usare la mia anormalità.
    Vedi? Sono proprio inutile! Non riuscivo ad avere degli amici e ora che ce li ho non riesco a proteggerli! Devo sempre lasciare che siano loro ad occuparsi di me!
    Mentre le lacrime rigavano il mio viso e iniziavano a cadere sul freddo pavimento il mio corpo si illuminò e nuovamente fui costretta a chiudere gli occhi. Quando riuscii a riaprirli notai che stavo indossando una familiare armatura di colore nero e viola e che le catene ai mie polsi si erano spezzate a causa delle lame incluse in essa. Come poteva essere? Perché era tornato, proprio ora che me ne ero liberata? Forse ha sentito le mie parole ed è corso in mio aiuto? Forse, ora che ho degli amici, grazie a questo potere potrei essere in gradi di proteggerli. Beh, dato che mi aveva fatto questo favore non potevo che ringraziarlo utilizzandolo. Mi liberai delle catene che bloccavano le mie caviglie e ne trasformai una in un grande spadone e due mani. Utilizzando il Vorpal Strike abbattei con molta facilità la porta: dall'altro lato c'era un tizio che molto probabilmente mi stava facendo da guardia e assieme a lui vi erano tutti i miei famigli, immobilizzati al suolo da quelle che sembravano catene invisibili. Egli trasalì e gridò per lo spavento, di certo non si aspettava che io riuscissi ad uscire da lì. Molto probabilmente era a causa sua se non ero riuscita ad evocare i miei famigli. Poco dopo l'uomo si riprese, ma era già troppo tardi: gli balzai addosso con estrema velocità e lo feci svenire con una forte botta dietro la testa. Poco dopo, tutti i miei famigli scomparvero.
    Presto, devo raggiungere Kuro!
    Corsi via, lungo il corridoio, sperando di riuscire ad aiutarlo io una volta tanto.

    Sachika Kurohime
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    Lo stretto corridoio sembrava interminabile, ma lo era veramente? Mi dava quasi l'impressione di essere sempre nello stesso posto, come se stessi correndo sul posto. Coincidenze? Chi lo sa... Ma forse c'era qualcuno che ci stava capendo qualcosa: di sicuro non ero io e nemmeno Miuna pareva aver capito nulla. Erano oramai minuti che stavamo correndo e non era possibile che ci fosse un corridoio tanto lungo, vista la struttura stessa dell'edifico che avevamo potuto osservare poco fa prima di entrare. Ma perché mi sto facendo tutte queste domande? L'importante è correre e riuscire ad arrivare alla stanza successiva, ne va della salvezza di Sachika!
    -----------------
    Ma passiamo ora il microfono a qualcuno che sta iniziando a comprendere la situazione. Vero, Celestia?
    Sì, sto iniziando a comprendere qualcosa anche se c'è una strana forza che mi obbliga a dimenticarmi di tutto e continuare a correre senza farmi domande sul perché e sul per come. C'è di sicuro lo zampino di qualche strano potere. Il corridoio infinito non è che una illusione nella quale siamo entrati forse fin da quando è calata la saracinesca che ci ha separato da Kisara. Beh, c'era un modo molto semplice per scoprirlo. Con tutte le forze che avevo, cercando di contrastare l'istinto di lasciar perdere, estrassi dalla tasca la carta che raffigurava il tarocco numero 10: La Ruota della Fortuna. Grazie ad essa tramutai una piccola parte del pavimento laterale del corridoio in una piccola pozza d'acqua. In questo modo, se stavamo realmente correndo la pozza sarebbe rimasta indietro, se stavamo veramente correndo sul posto la pozza non si sarebbe mossa e infine se stavamo ripercorrendo più volte lo stesso tratto avremmo rincontrato la pozza in maniera periodica. Rimasi ad osservarla per una manciata di secondi mentre continuavamo a correre e lei non si mosse di un millimetro. Si trattava dunque della seconda opzione: stavamo correndo sul posto. Ora non restava che individuare colui che aveva creato questa illusione e sconfiggerlo, così da poter proseguire nel nostro salvataggio. Già, ma come farlo? L'illusionista poteva essere ovunque, anche se data la potenza dell'illusione non poteva trovarsi molto lontano. Forse, attivando quel tarocco... Tirai fuori la carta che raffigurava il tarocco numero 2: La Papessa. Grazie ai suoi poteri divenni in grado di analizzare con assoluta e totale precisione quel luogo, fino ad individuarne le singole crepe sul pavimento, nonostante fosse quasi del tutto immerso nel buio. Osservando bene tutto lo spazio circostante notai come delle piccole interferenze vicino alla parete destra. Molto probabilmente l'illusionista si trovava proprio lì: per fortuna era proprio di fianco a me e così colpii in quel punto con un calcio ben assestato. In quello stesso momento lo scenario attorno a me cambiò: mi trovavo in una stanza molto simile a quella di poco fa e le luci che la illuminavano mostravano Kuro e gli altri fermi all'inizio a correre sul posto con occhi spenti e un'altra figura al centro della stanza. Era una donna.
    Ohoh, vedo che qualcuno è riuscito ad uscire dalla mia illusione, complimenti. Mi hai anche dato un calcio, se non mi sbaglio... disse lei, indicando il suo stinco. Probabilmente l'avevo colpita proprio lì.
    Beh, non sono stata io a cominciare. Allora, vuoi liberare i miei compagni o devo costringerti a farlo?
    Proposta davvero interessante... Credo che dovrai provare a costringermi, sempre se prima non sarò io a farti rimpiangere quello che hai detto.

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    Bene, era da un po' di tempo che non facevo sul serio. Riuscirai a farmi divertire almeno un pochino?
    Uhm, lo vedremo molto presto.
    Presi il mazzo dei tarocchi che subito si sparpagliò in aria, formando un cerchio alle mie spalle; feci poi la stessa cosa con il mazzo normale, che andò a formare un cerchio concentrico a quello dei tarocchi solo che lievemente più grande.
    Bene, sono pronta, inizia pure quando vuoi.
    Io ho già iniziato. disse lei, con uno strano sorrisino sul volto.
    Mi accorsi che 5 spade di stavano dirigendo verso di me a velocità elevata. D'istinto mi scansai e riuscii ad evitarle quasi tutte, tranne una che mi ferì al polpaccio destro in maniera superficiale. Tuttavia non provai quasi dolore. La cosa puzzava, tenendo conto delle sue abilità. Il cerchio dei tarocchi iniziò a girare, lasciando in cima la carta che raffigurava il tarocco numero 7: Il Carro. Grazie ad esso riversai l'energia che mi aveva fornito nella mente di Illusionist (nessuno si è presentato, quindi d'ora in avanti avrà questo soprannome), generando una serie di emozioni negative quali rabbia, dolore, sofferenza, rimorso e rimpianti. Anche se la ragazza riuscì a sopportare bene tutto ciò il suo potere illusorio ne risentì un po' e alcune delle spade che mi aveva lanciato sparirono nel nulla, compresa quella che mi aveva colpito. Anche la ferita era scomparsa. Solo una tra quelle che mi aveva tirato era una spada vera e per fortuna ero riuscita a schivarla d'istinto.
    Vedo che anche tu sei molto esperta nei combattimenti mentali... Che cosa fastidiosa, il potere potrebbe risultare QUASI del tutto inutile...
    Poteva e sembrava in tutto e per tutto una trappola anche se parzialmente era così: non sarebbe stato troppo difficile per me interferire con le sue illusioni, sempre se il suo potere consisteva realmente in quello e soltanto in quello. Non mi avrebbe comunque lasciato molto tempo per riflettere su questa cosa. Difatti partì nuovamente all'attacco: questa volta avevo ben 6 spade sospese, in cerchio intorno a me e che mi stavano caricando ad alta velocità e ad altezze diverse. Non potevo sapere quale fosse quella vera, così utilizzai di nuovo l'energia del carro per provare a destabilizzare le sue illusioni: in parte funzionò, dato che 3 spade scomparvero, ma le altre 3 rimasero e non ebbi il tempo di schivarle. Una mi infilzò la gamba destra, l'altra mi graffiò profondamente quella sinistra e la terza mi passò accanto al viso, ferendomi lievemente alla guancia destra. L'unica cosa che ero riuscita a fare prima di subire i colpi era stata quella di attivare la carta che raffigurava il tarocco numero 11: La Giustizia. In questo modo era apparsa una bilancia in mezzo al cerchio di carte e ora il braccio pendeva pericolosamente verso di me. Con quella ferita alla gamba era difficile muoversi e caddi in ginocchio. Alla mia avversaria sarebbe bastato utilizzare nuovamente il trucco della spada ma per qualche strana ragione non lo fece. Iniziò invece ad avvicinarsi a me, con un'altra spada in mano, probabilmente vera. Non volevo perdere i benefici della Giustizia quindi il suo avvicinarsi fu davvero un colpo di fortuna: non appena entrò nel mio raggio d'azione, sfilai la spada dalla gamba e colpì con tutta la forza che avevo il suo polpaccio sinistro. Grazie alla forza accumulata nella bilancia riuscii a conficcarla per bene al suo interno tanto che anche lei cedette sotto il suo stesso peso e si accasciò a terra. Approfittando di quel momento passai alla carta che raffigurava il tarocco numero 3: L'Imperatrice. Grazie ai suoi poteri riuscii a curarmi tutte le ferite, inclusa quella della gamba infilzata. Dopodiché, visto che Illusionist era ancora accasciata al suolo, utilizzai la carta che raffigura il tarocco numero 13: La Morte. Scagliai la grande ondata di dolore verso di lei che iniziò così a contorcersi su sé stessa e a rotolare sul pavimento. Guardai per un secondo nella direzione dove si trovavano Kuro e gli altri ma niente, nonostante tutto il dolore che Illusionist stava provando la sua illusione era ancora attiva. Facevo bene a temere... Il suo potere non è soltanto quello che ha usato poco fa... Dopotutto come ha fatto a moltiplicare le spade? Prima ce ne era una soltanto di vera e dopo tre.
    AHAHAHAHAHAH E BRAVA LA MIA AMICA! VEDO CHE TE LA CAVI.
    Si rialzò da terra e sembrava essersi ripresa. Guardai la sua gamba e notai che era diventata di metallo e la spada era scomparsa.
    VEDIAMO ORA COME TE LA CAVI CON QUESTO!
    La stanza intorno a me iniziò a rimpicciolirsi e Illusionist continuava a diventare sempre più grande e ad assumere una forma vagamente... Draconica? Era un'altra delle sue illusioni? Mentre combattevo avevo pensato ad un modo più semplice per scovare le illusioni. Decisi di utilizzare la carta che raffigurava il tarocco numero 19. Il Sole. Grazie ad esso ero in grado di smascherare tutte le bugie e le falsità, quindi credo che la cosa si applichi anche alle allucinazioni e alle illusioni. Ma così non fu o almeno, nulla di quello che stava accadendo cambiò. Il Sole non funzionava in questi casi? Oppure era tutto vero? Ma come è possibile una cosa simile? Però, forse pensandoci bene...
    Una volta conclusa la sua "trasformazione", tutto il corpo di Illusionist si era trasformato in quello di un drago nero di medie dimensioni. Come potevo sperare di battere una cosa simile, visto che non era una illusione? L'unico modo era far sì che si sconfiggesse da sola. Attivai la carta che raffigurava il tarocco numero 16: La Torre. Il suo effetto era visibile grazie a quell'aura grigia appena percettibile attorno al corpo della ragazza-drago. Lei, che fino a qualche secondo fa, si stava dirigendo a velocità molto sostenuta verso di me sì fermò di colpo e iniziò a balbettare qualcosa con una voce strana.
    Che cosa ci faccio ancora qui? Come posso batterla? Nulla ha effetto contro di lei, NULLA!
    Afferrai una spada che si trovava vicino a me e iniziai ad avvicinarmi.
    AH! Che cosa stai facendo! Vattene! Non ti avvicinare! disse, mentre indietreggiava in maniera goffa a causa della sua forma. In più, per qualche strana ragione il suo corpo si stava nuovamente rimpicciolendo a poco a poco e la stanza stava tornando alle sue dimensioni originali. Il suo potere deriva quindi dal suo stato mentale? Forse era una conversione di materia in altra e le illusioni erano soltanto una copertura per poi finire l'avversario con il suo vero potere cercando di spacciarlo per una di esse? Poteva essere e in quel momento mi sembrava la risposta più plausibile. Non appena Illusionist tornò alla sua forma originale si trovò con le spalle contro al muro. Non aveva più vie di fuga ora.
    Mi spiace, avrei voluto sapere di più sul tuo potere ma visto che non ho molto tempo e che ho provato a disattivare la tua illusione con ogni metodo e senza alcun successo mi vedo costretta ad applicare la soluzione finale.
    Avanzai inesorabilmente verso la ragazza che oramai era accovacciata per terra e tremava dalla paura.
    TI SUPPLICO, NON FARLO! TI DARO' QUALSIASI COSA!
    I suoi disperati appelli giunsero alle mie orecchie ma senza alcun successo. Dovevo portare a termine la missione. Senza indugiare oltre, alzai la spada e con un solo colpo rapido e preciso le infilzai il cuore. Subito Illusionist smise di muoversi e si accasciò a terra, mentre una pozza sempre più grande di sangue iniziava ad invadere la sala.
    ------------------------------
    Forza! Devo salvare Sachi-
    Ma che...
    Dov'era finito il corridoio? Che stava succedendo? Perché mi trovavo in una enorme sala illuminata?

    Illusionist
    VS
    Celestia Ludenberg
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    Celestia ci spiegò quello che era successo. Cavolo, questo posto era davvero molto pericoloso... Però continuavo a non capire se Celestia facesse parte di questo gruppo di assassini o no, dopotutto da quello che ci ha raccontato sembra che il suo avversario sia scappato con la coda fra le gambe e nella stanza non c'era nulla che facesse pensare il contrario. Stavamo per incamminarci nuovamente quando udimmo dei passi provenire dal corridoio nel quale eravamo passati poco fa. Per fortuna questa volta non si trattava di un nemico, bensì di Kisara, che stava tornando da noi. Le corsi incontro.
    Kisara! Come va, stai bene?
    Aveva il vestito sporco di sangue e molti tagli.
    Sei ferita?
    Questo? disse, indicando il sangue sul suo vestito Oh, non preoccuparti, non è mio!
    Già, Kisara era una assassina, mi ricordai di questo fatto soltanto dopo la sua frase. Feci comunque un passo indietro, anche se involontariamente. Tutto questo parlare di omicidi iniziava a spaventarmi e mi stava facendo venire un gran mal di testa.
    Sei spaventato? Ti capisco sai, non c'è bisogno di nasconderlo...
    N-No, non preoccuparti, è una reazione involontaria...
    Non ce l'avevo con lei, comunque. Dopotutto loro mi stavano aiutando, sono stato io a chiedere il loro aiuto, non potevo di certo biasimare i loro metodi visto che tutto questo sta succedendo a causa della mia distrazione e del bastardo con la maschera.
    All'improvviso il pavimento iniziò a vibrare e al centro della stanza si aprì una enorme botola. Gli unici due che si trovavano lì al momento erano Gilbert e Kofuku, che caddero rovinosamente nella voragine che pareva senza fine.
    GILBERT! KOFUKU!
    Il silenzio regnava e non si udì nemmeno il tonfo del loro schianto. Dove erano finiti? Come diavolo potevamo salvarli? Dovevamo buttarci anche noi. Stavo prendendo la rincorsa ma, proprio quando stavo per saltare, la botola si richiuse, sparendo nuovamente tra le piastrelle del pavimento. Tirai un pugno a terra. Niente. Provai a saltarci sopra. Niente. Ci saltammo sopra tutti assieme. Ancora niente. Che cosa dovevamo fare?

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    Non avevo la minima idea di come poterli aiutare ad uscire da lì. Celestia suggerì di aspettare, visto che sicuramente se la sarebbero cavata. Kisara le diede ragione, dicendo che quei due assieme potevano superare qualsiasi ostacolo, non importa quanto esso sia grande o insormontabile. Avevo dunque acconsentito e mi ero seduto per terra a gambe e braccia incrociate, pensando al da farsi. Proprio in quel momento Miuna decise di rivolgermi la parola.
    Senti, ho pensato ad una cosa. Non te ne ho ancora parlato ma da quando riesco a materializzarmi attraverso al tuo corpo sono anche riuscita a riottenere parte della mia anormalità originale.
    Tu avevi una anormalità?
    Già, non te l'ho mai detto perché all'epoca tu non eri come me... Ma ora lasciamo perdere e veniamo al dunque. La mia anormalità ha a che fare con i minerali e al momento ho già recuperato il potere collegato ai cristalli.
    Davvero? Che figo. Li voglio assolutamente vedere, dopo...
    Ovviamente! Ad ogni modo, il cristallo ha la particolare capacità di far tornare dei ricordi perduti...
    Dici quindi che posso usarlo per recuperare i ricordi rimossi da Kofuku?
    In realtà non credo, quelli sono stati influenzati dal suo potere, non sono stati persi per cause naturali, come invece lo sono stati quelli...
    ... del periodo precedente al mio incidente da piccolo! Ma certo! Così saprò anche se potrò dare una buona notizia a Sachika quando la libereremo e ce ne andremo da questo brutto posto. Sei grande, Miuna!
    Lo so.
    Wow, non mi aspettavo questa risposta da te!
    Forse sto solo cercando di imitarti.

    Senza indugiare oltre, io e Miuna ci scambiammo di posto. Lei spiegò a Celestia e Kisara che cosa avevamo pensato di fare e loro decisero di rimanere in silenzio ad osservare. Miuna cambiò d'abito e anche d'aspetto: il suo bellissimo vestito molto in stile medievale, i lunghi capelli bianchi, wow.
    Ti stanno davvero bene.
    Creò un piccolo cristallo, dopodiché cambiammo nuovamente.
    E ora che ci devo fare?
    "Il cristallo ha anche il potere di far viaggiare la mente di chi lo fissa troppo a lungo, alla ricerca dei ricordi perduti o dimenticati, in una sorta di viaggio spazio-temporale mentale", o almeno, così c'è scritto sul libretto delle istruzioni...
    Libretto delle istruzioni?
    Niente, lascia perdere...
    Dunque feci come mi aveva detto lei e rimasi a fissarlo per un bel po': ad un certo punto, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovai ad osservare una scena strana: un bambino con i capelli e gli occhi neri che si avvicinava ad una bambina con i capelli dello stesso colore e gli occhi marroni. Stavano parlando: di cosa? Non saprei dire, è come se le loro voci filtrassero attraverso una enorme quantità d'acqua prima di arrivare alle mie orecchie. Dopo poco la scena cambiò: ora i due bambini si trovavano in una grande stanza, con un letto, molti mobili e un televisore molto grande e loro due stavano guardando un vecchio episodio di Lupin III. Oddio, che ricordi... La scena cambià nuovamente e ora i bambini stavano facendo una passeggiata assieme, ridendo e scherzando. Le scene si susseguirono ancora per qualche minuto, prima di esaurirsi e riportarmi alla realtà.
    Allora... Ha funzionato?
    Beh, diciamo che potrò dare una buona notizia a Sachika.
    In quel momento, però, una porta che non avevo notato (forse proprio perché era stata costruita in modo da mimetizzarsi con il muro?) si spalancò di colpo.

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    FINE



    Edited by ¬SasoRi - 26/2/2015, 23:41
     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Dimmi che altro accade!!
    *si rassetta la cravatta e sistema i capelli*
    Perdonate il momento di smarrimento, ma torniamo a noi.
    Una bella narrazione, qualche errore di battitura ma si sa che io non bado a queste cose.
    Ansioso di sapere come continuerà.

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7 replies since 26/12/2014, 19:40   111 views
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