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    Accademia Hakoniwa


    Hakoniwa_Academy



    C'era una volta una scuola molto particolare, l'Accademia Hakoniwa. Fin dalla sua fondazione, da quando si chiamava ancora Scuola Privata Shirobako, aveva sempre radunato ed ospitato le più grandi eccellenze da tutta la nazione con la prospettiva di una formazione eccelsa e prestigiosa, alla quale si aggiunsero, una volta preso il nome moderno, ricche borse di studio ed un alloggio nel dormitorio scolastico.
    La scuola, però, oltre alle persone che solitamente si definiscono “di talento”, ospitava una particolare tipologia di ragazzi dotati di abilità anomale: gli anormali. Con questi il confine tra possibile ed impossibile si affievoliva, ci si trovava difronte a gente che era stata scelta dalla sorte per essere diversa, per avere qualità fuori dal comune ed abilità anche sovrannaturali.
    Di loro il più grande esponente era il 98° presidente del consiglio studentesco, Medaka Kurokami.
    Lei non era solo anormale, era una di quelle persone che nascono una volta ogni mille anni, una che non poteva fare altro che vincere, qualunque cosa si fosse trovata ad affrontare. Lei era una Protagonista.
    Le cose erano esattamente come dovevano essere, finché il fato non decise di mettersi di mezzo.
    Richiamato per combattere in altri mondi, intrappolato nell'oscurità di un incubo senza via d'uscita, coinvolto in battaglie impossibili, un gruppo di ragazzi si ritrovò ad essere scelto dal destino per affrontare tutto questo.
    Le loro imprese potevano essere sconosciute ai più, ma questo non cambiava la sostanza di quello che era stato il loro ruolo. Erano diventati dei Protagonisti.

    Medaka Kurokami era una Protagonista, uno di quegli individui che nascono una volta ogni mille anni, ed in quanto tale era destinata a vincere sempre, qualunque minaccia avesse affrontato. Gli eventi hanno generato un intero gruppo di Protagonisti ed ora, anche chi era destinato a vincere, può conoscere la sconfitta.


    Edited by ¬SasoRi - 20/12/2015, 21:42
     
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    (Quest Fantasy) Eroi di un altro mondo.


    A seguito di un incredibile rituale magico, un gruppo di giovani studenti è stato scelto e trasportato in un'altra dimensione. Ignari di tutto, si ritrovarono ad aprire i loro occhi trasfigurati in un mondo sconosciuto ed estraneo del quale erano diventati l'ultima speranza. Il destino di un regno era nelle loro mani, erano gli unici in grado di intraprendere il lungo e duro viaggio che li avrebbe portati ad attraversare tutto il continente, affrontando draghi ed altre bestie mitiche, fino a raggiungere il covo della Strega, il grande nemico che minacciava le vite di tutti coloro che non volevano sottostare al suo volere.
    Anche se le meccaniche non sono ancora chiare, in quel momento è stata accertata l'esistenza di mondi paralleli, con regole anche molto diverse dal nostro e che, sotto certe condizioni, possono essere visitati.
     
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    (Quest Onirica) Oscure presenze.


    Nel tardo pomeriggio di un Venerdì 17, dopo le lezioni, i pochi studenti rimasti a scuola per il turno di pulizie ebbero un assaggio di cosa sia la sfortuna, vittime di un potere capace di intrappolare le persone nei sogni. Spaventate e disorientati, furono assaliti da mostri troppo spaventosi anche per abitare gli incubi. Bloccati in una scuola piena di trappole, ma anche di tesori e meraviglie, non ebbero scelta che affrontare gli orrori che li attendevano per trovare la fonte delle loro paure, colui che li aveva scelti come protagonisti del suo gioco perverso.
    Aiutati dalla piccola Ren – una ragazza mostro estremamente carina – vinsero le loro battaglie ed alla fine sconfissero un nemico invincibile.
    Dopo aver visto la forma angelica di Ren, tutti riuscirono a sfuggire al sogno ed a svegliarsi.
    Il mistero non era ancora stato risolto, un giorno l'incubo sarebbe tornato a tormentarli, non sapendo quando nè come; l'unica certezza era che nei sogni non erano più al sicuro.
     
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    LA Furia Rossa


    Kuruki, una misteriosa studentessa all'apparenza piuttosto normale, riunì un piccolo gruppo di studenti con poteri anormali all'interno del campo di atletica della scuola durante l'orario di lezione, in modo tale che lo stesso fosse deserto. Dopo averli attirati con delle scuse molto plausibili, li ha assaliti con la scusa di voler testare le loro abilità. Si trattava di uno scontro 1 contro 5 (Goro, Tatsuya, Zeshin, Gray e Hisako) ma nonostante questo la giovane e pazza ragazza sembrava praticamente imbattibile. Questo grazie alla sua strabiliante capacità di manipolare il tempo a proprio piacimento e alla capacità di evocare delle mani bianche che le permettevano di avere un vasto range di azione e una potenza inaudita. Il gruppo si ritrova in difficoltà parecchie volte e molti rischiano anche di rimanerci secchi. Quando la situazione sembrava volgere verso un finale tragico per i nostri protagonisti, tuttavia, un losco figuro con indosso una divisa nera tipica delle scuole medie giapponesi entra in scena, interrompendo lo scontro e richiamando all'ordine Kuruki, che, per qualche ragione a noi sconosciuta, obbedisce alle parole del nuovo arrivato. Chi è costui? Forse soltanto Tatsuya lo sa, visto che si sono scambiati due parole prima che lui e la ragazza scomparissero dalla scena dello scontro, lasciando un brutto ricordo ai partecipanti e anche qualche interrogativo.
     
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    Anche se sei mio amico...
    Da quando, alla fine di quello scontro contro la furia rossa, era stato rivolto quell'entusiasta invito amichevole, era passato un po' di tempo e quasi sembrava che quell'incontro non ci sarebbe più dovuto essere. Invece, in un giorno casuale, dopo scuola, la stessa ragazza di quella volta portò un nuovo messaggio: aveva accolto l'invito.
    Eppure l'atmosfera non era delle migliori.
    In un angolo privato del Maid Caffè, lontano da sguardi indiscreti ed abbastanza distanti perché quella presenza così pesante non disturbasse gli altri, due vecchi amici discutevano allegramente: non si vedevano da molti anni ed avevano molto di cui parlare, affatto disturbati o trattenuti dalla presenza di Kuruki e Bianca. Alcuni temi che toccarono erano alquanto sconvenienti se trattati al cospetto di ragazze.
    Quando esaurirono i vecchi argomenti non restò che parlare del presente.

    «Dimmi, senpai Kumagawa, cosa ti porta da queste parti?»

    Tatsuya accompagnò le parole con un ampio gesto delle mani che costrinse Bianca ad abbassarsi per non essere colpita mentre idealmente abbracciava l'intero istituto.
    Kumagawa accavallò tranquillamente le gambe.

    «La mia scuola ha chiuso ed i miei vogliono assolutamente che prenda almeno il diploma. Venire qui è stata una vera occasione.»

    Una cameriera, molto cara all'altro protagonista della vicenda, portò delle tazze di tè caldo. Rabbrividì quando servì Kumagawa e Kuruki e la ringraziarono. Fuggì come terrorizzata.

    «Andiamo, non è tè, non puoi darmela a bere così. Kuruki è qui dal primo giorno e sembra esserti sottomessa, sei apparso dopo una battaglia proprio contro di lei, inoltre hai mandato a prendermi una ragazza con la giusta abilità. Lo so che stai complottando qualcosa.»

    Tatsuya parlò con fare divertito, ma in verità iniziava ad essere teso, sentiva come un pericolo avvicinarsi strisciando e con fare amichevole.

    «Complottare? Io? Ma sei fuori? Non sono certo qualcuno capace di pianificare. Io non complotto proprio nulla.»

    «Se non complotti, dimmi allora cosa vuoi semplicemente fare. Senpai»

    Sul volto si Kumagawa si allargò un sorriso oscuro ed impenetrabile, un'espressione che nessuno vorrebbe mai vedere. Quella era la domanda giusta.

    «In questa bella scuola conducono un esperimento interessante per creare persone dotate. Credono che se tutti appartenessero all'élite allora non ci sarebbero più disparità, sofferenze o guerre. Sembra bello ma è troppo complicato e poi tutte le cose brutte accadono per colpa loro. Sono loro che decidono le guerre, che causano le crisi economiche e fanno soffrire la gente. Se proprio vogliamo la pace, allora c'è un modo migliore e molto più veloce.»

    Aveva parlato senza freno, un discorso misterioso e strano che aveva catturato completamente l'attenzione dei presenti. La suspense che Kumagawa aveva creato lo divertiva molto, cercò di farla durare il più possibile perché era troppo piacevole. Poi parlò.

    «Basta eliminare tutti quelli dell'élite. »

    Tatsuya sgranò gli occhi.

    «Non puoi dire sul serio.»

    «Perché no? Loro fanno impressione. Pensaci, se tutti fossero ignoranti sarebbe meglio. Alle persone basterebbe mangiare e dormire per essere felici, non avrebbero bisogno d'altro. Niente invidia per la ricchezza altrui, niente desideri, niente guerre per avere le risorse di paesi lontani, niente più tirannia dell'economia. Saremmo liberi. E quale modo migliore per iniziare se non eliminando la prossima generazione dell'élite che viene radunata in questa scuola? Proprio per questo stanno arrivando molti miei compagni e stiamo radunando quelli come me che sono già qui. Diciamo che li stiamo reclutando.»

    Ancora una volta aveva parlato per tutto il tempo che voleva, non c'era pericolo che qualcuno lo interrompesse perché gli altri erano ancora troppo sconvolti dalle sue intenzioni.

    «Senpai...» - Iniziò Tatsuya - «Ti ho sempre considerato un amico e continuo a considerati tale. Temo, però, di far parte anche io di quell'élite che tanto odi»

    «Tu sei diverso. Con te mi sembra di guardarmi la mattina allo specchio, non sei parte di loro. Per questo voglio che ti allei con me. Entra a far parte della nostra sezione.»

    «Sai, è bello che mi tieni tanto in considerazione. Ti sosterrei molto volentieri, ma questa volta... non ti rendi conto di quello che stai dicendo e non so come tu faccia a dirlo con tanta tranquillità. Anche se sei mio amico, questa volta non posso stare dalla tua parte.»

    Tatsuya rifiutò con gentilezza, ma il peggio doveva ancora arrivare.

    «Cavoli, rifiutato così da un mio buon amico. Certo che il mondo è proprio crudele. Mi lasci un vuoto enorme nel petto e lo dovrò colmare in qualche modo. Magari con Cheria? Credo che lei potrebbe capirmi.»

    «Lei tienila fuori.» - Sibilò Tatsuya a denti stretti - «Ignorerò questa minaccia, ma prova a rifarlo e ne pagherai le conseguenze.»

    Kuruki scatto in piedi, reagì alla minaccia fatta a Kumagawa preparandosi a preparare una delle sue pistole, ma Bianca si mosse un istante prima, allertata telepaticamente; la pressione della fredda lama della sua spada sulla gola fermò la bruna.
    Kumagawa fece un cenno a Kuruki di sedersi.

    «Non fare confusione, non vedi che stiamo conversando?»

    Dopo quell'intervento i toni si smorzarono e passarono ad altro, come se quella fosse una questione secondaria e fosse di gran lunga più importante organizzarsi per andare tutti insieme al karaoke per festeggiare di essersi ritrovati.
    Tuttavia, Kumagawa doveva essere fermato.

     
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    Allestire la scacchiera: la Furia.
    Si incontrarono in una camera del dormitorio, erano in quattro ma il corso delle loro azioni li avrebbe portati in breve ad essere molti di più. Vennero esposti fatti molto gravi, una minaccia che gravava su tutta l'Hakoniwa. Una minaccia di nome Misogi Kumagawa.
    Aveva già iniziato a muoversi, dato che si era fatto vedere tutti loro erano già un passo indietro.
    Era stato fondato un nuovo gruppo, uno schieramento che non si schierava ed al contempo rompeva con tutti gli altri.
    Avevano bisogno di reclutare, serviva un evento che potesse mettere alla prova i possibili candidati. Probabilmente ci sarebbe stato da combattere, serviva quindi una grande battaglia.



    Misteriosi inviti vengono recapitati, nei modi più disparati, a persone che non sembrano avere nulla in comune. Sui biglietti c'era un vago annuncio di un evento imprecisato, con i pochi elementi sembrava che fosse un qualche tipo di incontro di lotta libera.
    Forti e deboli si presentarono al luogo indicato e si ritrovarono catapultati sul ring a fronteggiare due figure mascherate. Anche se quei due non sembravano dare fondo a tutto il loro potere, la battaglia fu violenta e terribile, un susseguirsi di poteri ed abilità in un crescendo di potenza e spettacolarità.
    Quando i cinque sfidanti riuscirono a sopraffare una delle due furie e sembravano avere la meglio, commisero il loro più grande errore lasciando libera l'altra furia di preparare la mossa di chiusura: il ring divenne un lago ed una nube di elettricità concentrata travolse tutti. Eppure, poco prima di capitolare, l'una ragazza tra gli sfidanti riuscì a ferire quella maschera della fenice appena prima di capitolare, usando il suo asso nella manica: un dragone di fuoco. Poi anche la sua fiamma si spense. Dopo pochi istanti tutti si svegliarono, erano tutti indenni e la sfida era terminata. La maschere caddero e l'identità fu svelata: Kuro Kamishini e Tatsuya Kamishiro, erano loro gli avversari che gli sfidanti avevano fronteggiato. Ma non erano stati solo loro ad organizzare il tutto: Haiiro Kugatsu e Goro Nishimura avevano avuto un ruolo da protagonisti in quella che sembrava una congiura verso tre poveri studenti, Ayaka Kagari, Enma Koumori e Zeshin Sakamoto, ma dietro le loro azioni c'era un motivo reale e valido. Le spiegazioni stavano per avere luogo ma una improvvisa notifica sul cellulare bloccò tutto.
    Hansode Shiranui aveva postato l'annuncio che avrebbe cambiato tutto: la scuola era stata distrutta.

     
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    Medaka vs Unzen
    A volte accade che le maggiori crisi abbiano origine da futili motivi; questo è il caso della più grande battaglia che il liceo Hakoniwa abbia vissuto nella sua storia, dalla sua fondazione fino ad ora.
    Le divise non regolamentari causarono il contrasto tra il Consiglio Studentesco, presieduto da Medaka Kurokami, ed il Comitato Disciplinare di Unzen Myouri.
    C'era già stata una prima schermaglia al Club di Musica: condotti lì dalle lamentele degli studenti per l'eccessivo rumore, Unzen sfruttò l'occasione per isolare Medaka dagli altri membri del Consiglio, il tutto mentre alcuni membri del Comitato erano in missione per eliminarli. Kurokami riuscì a fermare tutti gli scontri prima che iniziassero.
    Quel giorno, però, era giunto il momento che i presidenti si affrontassero.
    Con in campo Unzen Myouri, un anormale della classe 13 che guarda solo il lato peggiore delle persone, e Medaka Kurokami, che guarda solo il lato migliore, era uno scontro di ideologie inconciliabili, due opposti simili ma differenti.
    Unzen andò direttamente all'ufficio esecutivo del Consiglio e lo fece esplodere usando pallottole di polvere da sparo (una delle sue armi).
    Medaka riuscì a portare ancora una volta in salvo i suoi compagni, ma il gesto di Unzen non poteva essere perdonato: dopo tre anni, Medaka entrò nella sua modalità Dio della Rivolta (War God Mode) e scatenò tutta la sua immensa forza contro il suo avversario, capace di resistere a quegli assalti a piena potenza solo grazie alla sua speciale divisa “Biancaneve, la Tigre Bianca”.
    Non potendo competere in forza bruta, Unzen sfruttò la sua terza arma: le Stringball, palline avvolte in uno speciale filo detto “Arianna”, dalla resistenza immensa.
    Con le Stringball fermò i movimenti di Kurokami riuscendo a legarla alla struttura dell'edificio scolastico.
    Lo scontro sembrava terminato, ma Medaka era il Presidente del Consiglio Studentesco, riuscire a camminare portando sulle spalle il peso dell'intero istituto era il minimo.
    Se il filo Arianna era indistruttibile, non poteva dirsi altrettanto della struttura a cui era assicurato.
    Si liberò tirandosi dietro un'intera ala dell'edificio scolastico.
    Medaka Kurokami vinse contro Myouri Unzen ma tale vittoria aveva delle conseguenze ben più gravi di quanto potesse essere ipotizzato.
    Alla fine, la scuola era praticamente distrutta.



     
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