[CONCLUSA] The strange case of doctor Kuro and lady Miuna - Atto Finale

Narrazione Privata

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    NARRAZIONE DAI CONTENUTI FORTI



    Entrammo nella stanza seguente attraverso la porta che ci aveva indicato Kagetane. Passammo uno alla volta e tutti sotto lo sguardo attento dell'uomo mascherato. Io passai per primo e lui per ultimo, richiudendo la porta dietro di sé. La nuova stanza non era poi così diversa dalle precedenti: l'unica cosa che cambiava era l'illuminazione. Un unico punto era illuminato completamente, mentre il resto della stanza era immerso in una penombra spettrale. C'erano molti arredi con altrettanti manufatti di strane forme e dimensioni. Nell'unico punto completamente illuminato c'era un piccolo rialzo e sopra di esso un grande divano nero pece: sopra di esso era seduta una persona, molto probabilmente la tanto famigerata Nora. Ma quanto era grande quel divano? Kagetane si avvicinò alla figura e ci fece segno di imitarlo. Più mi avvicinavo più mi rendevo conto che non era il divano ad essere enorme ma semplicemente era Nora ad essere piccola. In effetti era così: Nora era una bambina. Ma come era possibile? Non era il capo di una organizzazione criminale? Una BAMBINA?
    Benvenuti, miei sottoposti.
    Nessuno tentò di contraddirla, nemmeno io. La sua voce era quella di una donna adulta e forse fu proprio quel contrasto a bloccarmi. Di certo me ne sarei ricordato se l'avessi già incontrata prima. Secondo Kagetane lei era quella che mi avrebbe potuto fornire le risposte: così tentai di aprire bocca per parlare ma lei mi fissò in modo alquanto malvagio.
    Silenzio.
    E tutto nuovamente tacque. Riuscivo quasi ad avvertire una spiacevole sensazione di obbedienza e la cosa mi incuteva timore e mi irritava allo stesso tempo.
    Quella che fa le domande qui sono io. Iniziamo subito da te, Kuro Kamishini. Ora io ti chiedo: perché mi hai abbandonata e sei fuggito?
    Cosa? Non riesco a capire di cosa tu stia parlando...
    In quell'istante, Kofuku e Gilbert tentarono di attaccare Nora, la prima con il proprio potere mentre il secondo con un revolver. Tuttavia, non appena mostrarono le loro intenzioni ostili. Miuna li guardò.
    STATE FERMI! Sto parlando con Kuro Kamishini.
    E di nuovo tutto tacque; i due si fermarono, anche se la cosa sembrava avvenire contro la loro volontà.
    Già, vi piace questo potere, non è così? Beh, a me no. Vi racconterò una storia... La storia di una bambina trascurata che un giorno avverte un forte dolore al braccio destro. In corrispondenza della zona dolorante era apparso un kanji, impresso quasi a fuoco sulla pelle con un inchiostro di colore simile a quello del sangue. La bambina provò più volte a lavarsi via lo strano simbolo ma, ovviamente, tutto fu inutile. In quegli stessi giorni iniziò ad avvertire come una strana voce nella sua testa, voce che sussurrava cose, brutte cose. La bambina si sentiva persa ma nessuno voleva crederle nemmeno i suoi distanti genitori. Con il passare dei giorni, le voci diventarono sempre di più e iniziarono a cambiare il suo modo di pensare, di agire e di comportarsi. Comparve così il secondo simbolo, questa volta sul braccio sinistro. La sua comparsa le fece perdere il controllo e il potere prese il sopravvento, uccidendo le persone che erano più vicine a lei in quel momento, ovvero i genitori. Il cambiamento era oramai avvenuto e lei non si pentì nemmeno di averli uccisi; la sua mentalità era cambiata e iniziò ad uccidere involontariamente la gente ogni volta che compariva un nuovo simbolo ma non venne mai scoperta a causa del suo aspetto. Le cose stavano continuando a peggiorare e stava per sfuggirle anche il poco controllo che aveva sul suo potere. Finché un giorno, dopo parecchi anni, non incontrò uno strano tizio con la maschera. Le raccontò molte cose ma era difficile credere a quello che stava dicendo, così lui le mostro dei ricordi, che subito non riconobbe, in quanto non li aveva vissuti anche se la protagonista era proprio lei. Però in un certo senso riusciva ad avvertirli come proprio e questa strana sensazione contrastante l'accompagna ancora ora. Le disse che le cose sarebbero dovute andare diversamente ma che qualcuno aveva tentato di manomettere le cose, qualcuno che standole accanto l'aveva salvata ma che poi aveva deciso di abbandonarla. Le disse che avrebbero dovuto cercare quella persona e tentare di sistemare le cose, di riportarle allo stato originale e per farlo dovevano fondare una organizzazione criminale. Subito non comprese quest'ultima cosa e forse non la comprende nemmeno ora ma si è fidata di quell'uomo e dunque, eccoci qua.
    Era un discorso molto lungo, senza pause, narrato in maniera imprecisa e abbastanza confusa. Di certo non era facile da comprendere, anche perché stava usando la terza persona per parlare di se stessa. Ma una cosa era certa: Kagetane era il responsabile di tutto. Nora era soltanto l'ennesima vittima di un potere troppo grande e si era fatta soggiogare dal bastardo con la maschera. Eppure... Forse stavo solo cercando di fare lo scarica barile. Forse in realtà il vero responsabile di tutto... ero io...
    Nessuno parlò, il silenzio era così pesante che quasi mi schiacciò a terra. Poi, all'improvviso, percepii un cambiamento. Mi guardai attorno ma tutto sembrava immutato.
    Nora aprì nuovamente bocca, ma questa volta la voce sembrava leggermente diversa rispetto a prima.
    Ah, dunque questo ragazzo è di nuovo qua a mettermi i bastoni fra le ruote. Tuttavia sembra che al momento questo ragazzo non possa farmi nulla. Ma è sempre meglio prevenire, quindi è meglio che questo ragazzo la smetta di interferire, una volta per tutte.
    Un forte senso di oppressione si diffuse nella stanza e tutti si immobilizzarono, Kagetane compreso. Provai diverse volte a muovere le gambe ma non ci riuscii. Osservai Nora alzarsi in piedi mentre emanava un'aura nera densa di disperazione e intento omicida. Gli occhi della bambina erano diventato tutti neri, le pupille erano scomparse e i capelli si muovevano da soli, quasi come se fossero serpenti. Anche i lunghi vestiti si muovevano, rivelando una enorme quantità di kanji diversi sulle braccia, sulle gambe, sul collo. Uno di essi si illuminò, era il kanji di "spada": all'improvviso si mosse verso di me con una velocità quasi supersonica, mentre una grossa spada le si materializzava nella mano. La cosa era pronta a tagliarmi la testa sul posto e io non avevo possibilità di ribattere.

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    Edited by ¬SasoRi - 25/5/2015, 17:43
     
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    Quando tutto sembrava perduto, Miuna riuscì a scambiarsi con me. Per qualche strana ragione lei riuscì a muoversi e parò il colpo con la mia spada, dando poi al mostro una spinta per farlo allontanare.
    Come mai riesci a muoverti?
    Non lo so, comunque è stata una fortuna che io sia in grado di farlo, altrimenti...
    Già... Ci penseremo dopo al perché, ora se sei in grado di muoverti cerchiamo di combatterla altrimenti ci ucciderà tutti.
    Non ci fu molto tempo per discutere, visto che Nora si stava già avvicinando a Miuna con aria furiosa.
    NON IMMISCHIARTI, STRONZA! STAI FERMA!
    Nora emanava continuamente quell'aura di oppressione e ubbidienza che quasi mi impediva di pensare in maniera lucida, così come a tutti gli altri presenti, Kagetane incluso.
    DOV'È FINITO KURO?
    In questo momento si trova al sicuro lontano da te. Dovrai vedertela con me.
    Improvvisamente i vestiti di Miuna cambiarono e si trasformarono in una nera uniforme scolastica in stile gothic. Non avevo mai visto Miuna cambiare così. Beh in realtà poco fa aveva combattuto utilizzando i cristalli e anche allora aveva cambiato aspetto... Ma questo era diverso. Si formò un cerchio di piccole dimensioni sotto i piedi della ragazza e grazie ad esso sembrava in grado di fluttuare e muoversi molto rapidamente: difatti si spostò velocemente indietro, cercando di mantenere le distanze da Nora e sparandole contro 2 sfere di energia viola. Grazie alla condivisione dei pensieri sapevo che cosa sarebbe successo ma vederlo, beh, era tutta un'altra cosa. Non appena queste arrivarono a contatto con il corpo di Nora, che non si curò nemmeno di schivarle, esplosero in maniera abbastanza violenta, rilasciando anche potenti onde d'urto che sbalzarono via anche tutti gli altri presenti nella stanza. Non potevano ancora muoversi quindi rimasero poi distesi a terra ma senza alcuna ferita.
    Fai attenzione, non dobbiamo ferire gli altri.
    Lo so, però in questo modo si sono allontanati un po' dal combattimento, ora non dovrebbero più rimanere coinvolte nei prossimi attacchi.
    E in effetti aveva ragione, ora erano in una zona più sicura rispetto a quella nella quale si trovavano poco fa; non sapevamo che cosa fosse in grado di fare quella Nora che ora era completamente fuori controllo. Le esplosioni non sembravano averla danneggiata più di tanto, le avevano soltanto rovinato un po' il vestito, mostrando parte del suo corpo, quasi interamente ricoperto di kanji rossi. Era uno spettacolo abbastanza straziante, anche solo provare ad immaginare il dolore provato da quella bambina non sarebbe bastato per avvicinarsi nemmeno minimamente a quello che aveva provato lei, sempre secondo il racconto di poco fa.
    Senza profferire una parola, Nora si avventò nuovamente su Miuna, questa volta però senza spada, che sembrava essere sparita nel nulla. Miuna tentò nuovamente di allontanarsi con il cerchio energetico ma improvvisamente Nora si trasformò in un giaguaro e con una velocità disarmante balzò addosso alla ragazza; stava per azzannarle la gola. Sembrava tutto perduto ma Miuna aveva un asso nella manica: grazie al suo potere era in grado di irrobustire una parte del proprio corpo e lo utilizzò proprio dove stava per essere morsa, bloccando Nora. Sfruttando quel piccolo momento di sorpresa si liberò dalla presa e si allontanò di nuovo, sparando altre sfere nella direzione dell'aggressore. Ma tutto sembrava inutile, il potere di Miuna era troppo debole anche solo per scalfire Nora.
    Tsk... Non basta. Devo ricorrere di nuovo al cristallo...
    Dopo pochi secondi, i vestiti della ragazza cambiarono nuovamente e riapparve quello splendido vestito nobiliare antico, accompagnato dai lunghi capelli bianchi e le lastre di cristallo sotto ai piedi. A detta della ragazza questo era una evoluzione del suo potere, quindi di sicuro era più forte e forse sarebbe stata in grado di sconfiggere la terribile avversaria. Tuttavia nemmeno questo cambio improvviso di vestiti sembrò generare un qualsiasi tipo di emozione in Nora che ora era anche ritornata alle sue sembianze umane.
    DEVO UCCIDERE KURO FINCHÈ POSSO, TOGLITI DI MEZZO!
    MAI! Sono io la tua avversaria!
    Un urlò di rabbia e disperazione si diffuse per la sala, generando strane sensazione all'interno della mente di tutti i presenti. Miuna era in grado di percepire il tutto grazie alla condivisione dei pensieri con me ma non ne era direttamente influenzata. Utilizzando il cristallo, generò una specie di gabbia attorno a Nora, cercando di chiuderla al suo interno fino a quando non si sarebbe ripresa. Il piano sembrava funzionare e per qualche minuto si udivano i tonfi smorzati dei colpi che ella stava dando alla gabbia nel tentativo di romperla e liberarsi. Però dopo un po' tutto tacque. La gabbia era molto spessa quindi non era possibile vedere in maniera ottimale al suo interno: proprio per questo motivo Miuna iniziò a preoccuparsi.
    Non si è ancora calmata, altrimenti il blocco mentale che ha imposto su di voi si sarebbe sicuramente allentato un pochino, cosa che invece non è avvenuta.
    Molto probabilmente sta pensando a come uscire di lì, oppure sta solo facendo scena per colpirti di sorpresa.
    Il mio pensiero si rivelò corretto: senza alcun preavviso, Nora apparve alle spalle di Miuna. Forse apparire non è la parola più corretta, visto che sembrava quasi che stesse uscendo dal pavimento, come se fosse in grado di passare attraverso agli oggetti. Inoltre, la sua mano si era trasformata in una zampa d'aquila e stava per perforarle la schiena. Grazie al cristallo che aveva creato poco fa per me (per farmi recuperare i ricordi di quell'incidente) fu in grado di spostarsi nel luogo in cui si trovava la gabbia, evitando così l'attacco; il cristallo creato per me rimase a mezz'aria nel luogo in cui si trovava poco fa. Miuna decise dunque di evocare Feronia attraverso quel cristallo per colpire in maniera quasi istantanea Nora. In effetti, tutto andò come previsto: Feronia apparve e colpì con una potente carica la bambina, scaraventandola contro la lontana parete. Ma l'attacco non finiva lì: decisa a non lasciare tempo per reagire alla propria avversaria, Feronia scagliò una serie di enormi frammenti di cristallo verso Nora. I primi andarono a segno ma man mano che l'attacco procedeva i cristalli sembravano disintegrarsi prima di arrivare a colpire il bersaglio. Finita la scarica, la figura di Nora ricomparve in mezzo alla polvere: sembrava presentare delle gravi ferite ad entrambe le braccia e al costato ma riusciva ancora a reggersi in piedi. Con due rivoli di sangue alla bocca, però, pronunciò una singola parola:
    SPARISCI.
    In quel preciso istante Feronia andò in pezzi come un soprammobile che cade da troppo in alto, ricoprendo il pavimento con i suoi frammenti, fortunatamente senza colpire nessuno dei presenti. Poi Nora parlò di nuovo, mentre le sue ferite sembravano rigenerarsi:
    SPARISCI ANCHE TU!
    Ma non accadde nulla.
    Spiacente, con me non sarà così facile. disse Miuna, con un sorriso velato che lasciava però trasparire la paura che aveva appena provato e che ancora provava di fronte a un'avversaria del genere.
    Altre urla indefinite uscirono dalla bocca del mostro mentre l'aura che la circondava diventava sempre più nera. Si riusciva soltanto a distinguere una parola: PERCHÈ?!?
    Evidentemente il fatto che il suo potere non funzionasse di Miuna la stava spingendo al limite della sopportazione e della disperazione. La cosa non mi confortava affatto, più la sua pazzia di faceva intensa più era difficile sconfiggerla e sopravvivere. Senza alcun preavviso Nora apparve davanti a Miuna e la colpì con un gancio destro, seguito da una scarica di pugni così veloce che non riuscii nemmeno a contarli; per finire l'opera le diede un ultimo pugno che la scaraventò a terra, distruggendo parte del pavimento. La ragazza boccheggiava nel tentativo di continuare a respirare. Si rialzò a fatica.
    Non riesco... N-Non ce la faccio... È troppo forte... Ho... Bisogno di più forza...
    In quel momento, la spada si tinse completamente di rosso.
    Puoi prendere tutta la mia forza, non mi importa delle conseguenze. Trasforma la mia energia e falla tua, dobbiamo fermarla!
    La spada poi cambiò colore e divenne azzurra prima di illuminarsi: la luce era così accecante che anche Nora fu costretta a chiudere gli occhi. Il bagliore illuminò poi il corpo di Miuna per qualche secondo, prima di sparire del tutto. I suoi vestiti erano cambiati ancora: ora indossava un corpetto bianco drappeggiato e orlato d'oro, blu sul petto, una corta gonna dello stesso colore, rifinita di bianco, e un lungo mantello grigio chiaro sempre orlato d'oro. In più ha delle lunghe calze bianche e blu, degli stivali dello stesso colore e dei grossi guanti bianchi. I capelli le si erano accorciati ed erano diventati di colore azzurro scuro, così come gli occhi.
    Wow...
    Un altro potenziamento... Ti ringrazio, Kuro, è solo grazie a te se sono stata in grado di raggiungere questo nuovo stato. Azzurrite, dunque?
    Cosa?
    Niente, non preoccuparti... Forza, è ora di sperimentare questo nuovo potere.
    Apparvero dieci pietre azzurre nella sala: nove di esse formavano un cerchio con al centro Miuna e l'ultima era proprio a fianco della ragazza. Da queste iniziò a uscire acqua in quantità copiosa e molto in fretta l'intera sala era quasi interamente sommersa. Grazie ai pensieri condivisi venni a sapere che gli altri non stavano annegando grazie ad alcune bolle protettive che aveva usato per proteggerli dall'acqua e dalla sua pressione. Scoprii anche che era arrivata alla conclusione che non era possibile trovare un accordo con quella creatura e che l'unico modo per salvare tutti era quella di farla quasi morire (si spera nel "quasi" in quanto uccidere è una cosa molto brutta e soprattutto perché quella bambina era stata solo una vittima di questo crudele mondo). Quando la sala si riempì completamente vedemmo Nora che boccheggiava sott'acqua, cercando di trovare dell'aria per respirare. Miuna invece era in grado di farlo grazie al suo potere, molto probabilmente, quindi l'acqua non rappresentava un problema per lei. Nora, dopo qualche minuto, smise di muoversi. Ma si trattava nuovamente di una finta, la presa mentale non era diminuita, quindi Miuna rimase all'erta mentre fingeva di abbassare la guardia. La bambina abboccò all'amo e scattò verso Miuna molto rapidamente, senza nemmeno nuotare; sembrava che anche lei fosse in grado di respirare benissimo sott'acqua. Tuttavia nell'avvicinarsi al suo bersaglio entrò nel raggio d'azione della pietra di azzurrite che si trovava alle spalle di Miuna: essa era in grado di generare delle potenti illusioni e forse quelle erano l'unico metodo per sconfiggere un potere così straripante. Non sempre ci si accorge di trovarsi in una illusione e proprio in quei momenti si perde completamente la coscienza di se stessi e l'attenzione cala. In questo caso calò anche il blocco mentale e così Miuna decise di far sparire tutta l'acqua. Nora rimase bloccata a mezz'aria, a pochi centimetri dalla pietra, proprio dove la sua influenza era più forte. Tutti gli altri iniziavano a mostrare dei segni di ripresa, tanto che si alzarono da terra: anche Kagetane di alzò. Quando tutto sembrava essersi risolto, però, l'aria divenne nuovamente pesante, la luce si oscurò e un enorme simbolo apparve, come un ologramma: le sue dimensioni erano gigantesche ma sembrava che si restringesse sempre di più mentre si avvicinava al corpo di Nora, ancora immobile, fino a sparire sotto le sue vesti. Stava per riprendersi? Allora tutto era inutile, non c'era modo di sconfiggerla. Fu allora che una barriera grigio metallico circondò la ragazza: al suo interno sembrava che il tempo si fosse bloccato e Nora era ancora immobile.
    Appena in tempo... Se non l'avessi sigillata ora avrebbe generato un nuovo concetto e molto probabilmente saremo morti tutti... Che potere terrificante... Così come lo è il fardello che esso comporta, soprattutto senza di te a limitarlo, caro Kuro.
    Miuna tornò alle sue normali sembianze e si scambiò nuovamente con me; era allo stremo delle forze e non riusciva più a mantenere la sua forma reale.
    Ancora con questa storia? Io non ne so niente, ne tanto meno mi ricordo di esserti mai stato amico! dissi, con una espressione a metà tra lo sbalordito, l'esasperato e l'infuriato.
    Ne sei sicuro? Bene, vediamo se questa ti rinfrescherà un po' la memoria.
    Così dicendo estrasse dalla tasca un piccolo oggetto rotondo che risplendeva di una inquietante luce nera. Molti dei presenti riconobbero l'oggetto ed emisero un sospiro sorpreso e spaventato: era la perla nera che conteneva i ricordi che Kofuku mi aveva rimosso in un tempo a me sconosciuto sotto mia richiesta.
    Come... Dove...
    Uhuhuh, ti conosco alla perfezione, sapevo che l'avresti nascosta proprio là, mia cara.
    Nei suoi occhi gialli apparve una scintilla, era compiaciuto. Probabilmente stava sogghignando sotto la maschera anche se essa stessa lo stava comunque facendo per lui; era una figura molto raccapricciante, ora più che mai.
    Ora dimmi, che cosa succederebbe se per caso dovessi romperla? disse, iniziando a fare pressione con due dita sulla stessa.
    Nessuno a parte me è in grado di distruggerla!
    Lui rise di gusto alla risposta della donna.
    Ne sei proprio sicura?
    Forse voleva solo insinuare dei dubbi nella sua mente, forse stava solo bluffando, o forse no. In ogni caso Kofuku decise di reagire e si lanciò verso l'uomo mascherato, pronta a combattere.

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    Edited by ¬SasoRi - 26/5/2015, 00:28
     
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    Kofuku scattò verso Kagetane estraendo un ventaglio nero, pronta a colpirlo. L'altro, di tutta risposta, rise, allagando le braccia.
    Cosa pensi di farmi con quel ventaglio?
    Lei non gli diede risposta e continuò ad avanzare. Stava quasi per colpirlo al petto quando un lieve luccichio balzò agli occhi del tizio mascherato; egli dunque si spostò di lato di qualche centimetro, evitando il colpo. Da dietro al ventaglio era spuntata una lama sottile quasi quanto un ago ma affilatissima e molto lunga. Una perfetta arma per assassini. Ma la cosa non finiva lì. Mentre scansava il colpo, un'altra lama uscì e si mosse proprio in quella direzione, provocandogli una piccola ma profonda ferita nella parte destra dell'addome. La lama, però, si ruppe subito dopo. Avrei voluto aiutarla ma il combattimento di poco fa aveva lasciato quasi senza forze anche me, così come anche Celestia, Sachika e Kisara. C'era solo una persona che avrebbe potuto aiutarla e difatti stava già escogitando qualcosa. Gilbert, senza farsi vedere da Kagetane, aveva creato una piccola fessura dietro di lui e se ci fosse caduto dentro sarebbe entrato nel suo mondo, dove avrebbe potuto deliberatamente controllarlo. Kofuku aveva intuito tutto e così si mosse di nuovo nel tentativo di farcelo cadere.
    Ma perché non sta usando il potere dei ricordi che aveva usato con Aika? Potrebbe vincere in poco tempo con quello...

    [E qui mi intrometto io! Ma non puoi farlo! Sono io il narratore di questa parte! Lascia stare, abbiamo poco tempo! Vuoi sapere perché non uso il Forgotten Memories oppure no? E va bene, per questa volta facciamo una eccezione, parla pure... Grazie mille! Non lo sto usando semplicemente perché non riesco a farlo. Sembra che non possa leggere nei suoi ricordi, qualcosa mi impedisce di accedervi. In questo modo il mio potere e del tutto inutile... Capisco... Grazie mille per la delucidazione. ]

    Ehm ehm, tornando a noi, Kofuku non utilizzava il suo potere a causa di un qualche blocco imposto da Kagetane che le impediva di leggergli i ricordi. L'unica possibilità di sconfiggerlo era quindi quella di farlo finire sotto il controllo del potere di Gilbert, in questo modo avrei anche potuto ottenere tutte le risposte che volevo. Anche se...
    Che cosa c'è?
    Niente, stavo solo pensando che più ci inoltriamo in tutto questo più cala la mia voglia di scoprire che cosa centro io con tutto questo...
    Beh, siamo finiti in mezzo ad assassini spietati e gente completamente pazza, hai rischiato che facessero del male ad una persona a te molto cara, hai rischiato la tua stessa vita poco fa e chissà cos'altro potrebbe succederti quando deciderai di proseguire in questo viaggio. Ma sappi questo: comunque vada, qualunque cosa succeda puoi sempre contare su di me, nel bene e nel male.
    Io... Ti ringrazio con tutto il cuore, Miuna... Troverò un modo per sdebitarmi, un giorno o l'altro.
    Con una ritrovata forza di volontà tornai ad osservare la battaglia che, per qualche strana ragione, sembrava fin troppo "normale", soprattutto se paragonata a quello che era successo fino ad adesso. Dopo una lunga serie di schivate, Kagetane era arrivato sull'orlo della fessura quasi senza accorgersene. Mancava poco, così poco...
    Non sono stupido come credete...
    Improvvisamente una grande barriera grigia si propagò dal suo corpo, andando a colpire Kofuku che venne sbalzata via e cadde a terra diversi metri più in là.
    Vi ho già detto che vi conosco troppo bene, questi giochetti non funzionano con me!
    Si girò di scatto verso Gilbert, lanciando una enorme sfera grigia che viaggiava ad una velocità così alta che quest'ultimo non ebbe nemmeno il tempo di schivarla: venne colpito in pieno e cadde a terra. Kagetane decise poi di torturare un po' Kofuku: quest'ultima si sollevò da terra contro la propria volontà, avvolta da una sfera di energia grigia che si stringeva sempre di più, fino ad assumete la forma della ragazza. Dopodiché continuò a stringersi; le urla di dolore erano soffocate dalla mancanza d'aria. Dovevo aiutarla, ma come? Pensa, Kuro, pensa!

    BANG!


    Un sordo rumore rimbombò nella sala, riportando tutto al silenzio.Subito dopo si udì il rumore di qualcosa di metallico che cade a terra. Mi girai verso Gilbert: aveva in mano un revolver dalla cui canna ancora usciva del fumo. Mi voltai di scatto verso Kagetane: sembrava che fosse stato colpito al volto e qualche rivolo di sangue usciva da sotto alla maschera.
    Tu non sai niente, Kagetane Hiruko.
    Kofuku cadde a terra, libera dalla forza che la stava schiacciando. Il tizio con la maschera cadde sulle ginocchia, con le mani sul viso. Di lì a poco si sentì il rumore di qualcosa che si crepava e poi quello di un oggetto che si frantuma. I frammenti della sua maschera caddero a terra, sparpagliandosi sul pavimento.
    Non puoi usare il tuo potere in maniera offensiva e difensiva contemporaneamente e questo noi lo sappiamo molto bene.
    Kagetane sembrava preda di spasmi, come se stesse piangendo, ma poco alla volta il rumore che stava emettendo diventava sempre più forte, trasformandosi in una risata perversa.
    Sei tu che non sai niente, Gilbert Monoko! Vi siete fatti fregare, un ultima volta.
    Si girò verso di noi, la maschera quasi completamente a pezzi. Con un rapido gesto gettò via quel che rimaneva, rivelando per la prima volta il suo vero volto, privo di ferite tra l'altro. Sembrava fin troppo giovane d'aspetto rispetto a quanto ci avesse fatto credere il suo abbigliamento e i suoi capelli e la particolarità che subito risaltò fu il suo essere eterocromo: l'occhio destro era rosso e il sinistro, quello che era visibile anche attraverso la maschera, era del solito colore giallo. Gettò poi via il cappello e si tolse quella che sembrava una parrucca, rivelando una folta e mossa chioma bionda. Era decisamente molto più giovane di quello che sembrava, molto probabilmente non superava i 26 anni.

    Kofuku sembrava quasi stordita da tutto ciò; io non lo avevo mai visto prima ne tanto meno nessuno degli altri presenti che nel frattempo si erano tutti avvicinati a me.
    T-Tu... Maledetto pazzo, cosa ci fai ancora qui?! disse la ragazza. Sembrava che stesse per perdere il controllo a causa di una rabbia repressa per troppo tempo. Come osi mostrare il tuo volto di fronte a me, COME OSI!!
    Stava per scattagli addosso ma una strana forza la bloccò proprio lì dove si trovava, mentre un sorriso beffardo si mostrava sul volto del biondo. Ora capisco perché non riuscivo ad usare il mio potere su di te...
    Ohohohoh, come puoi dirmi una cosa del genere dopo tutto questo tempo che non ci vediamo, mia "cara e amata" sorellina?
    L'aria si riempì di stupore: quello era il fratello maggiore di Kofuku? Ok, io nemmeno sapevo che ne avesse uno, ma era comunque shockante scoprire che dietro a tutto c'era un parente di una amica. A quel punto, Kisara prese la parola.
    È QUEL Vincent? Quello di cui ci hai parlato?
    In carne ed ossa.
    È proprio lui, l'essere pazzo accecato dalla gelosia, colui che mi ha resa quello che sono ora. Sapete, noi due veniamo da una famiglia tutta composta da "anormali", se così possiamo chiamarli. Lui però non sembrava avere nessun potere e credeva che tutti preferissero me a lui. All'inizio sembrava che la cosa non lo infastidisse più di tanto ma con il passare del tempo la sua gelosia si accumulava sempre più, trasformandosi in pazzia. Un giorno, questa pazzia sviluppò in lui un potere immane, un potere che lo rendeva in grado di fare quello che voleva, sempre e comunque e decise così di "vendicarsi", sterminando la famiglia. Io ero fuori quando questo accadde ed ero ancora piccola, avrò avuto 14 anni... Rientrai e lo trovai lì, coperto di sangue mentre rideva e giocava a palla con la testa della mamma... Quando si accorse di me mi inseguii per finire l'opera ma io riuscii a scappare anche grazie all'aiuto di un "amico di famiglia", che faceva parte di una famiglia di assassini su commissione. Fu così che iniziai ad uccidere e alla fine decisi di entrare in questa organizzazione per motivi che ora non sto a spiegarvi...
    Vincent sorrise distortamente mentre allargava le braccia facendo spallucce.
    Come mai non mi hai ancora ucciso? Hai avuto un sacco di occasioni per farlo...
    Diciamo che subito non ti ho riconosciuta, dopotutto ti sei anche tinta i capelli di rosa e non ci vedevamo da anni... E quando ho finalmente capito chi eri, beh, aveva già un altro piano per la testa, molto più importante di una vecchia faccenda che invece poteva essere terminata in qualsiasi momento. E quel piano è stato mandato all'aria dal tuo stupido e inutile potere... Oggi sono qui per far tornare tutto come era prima.
    Così dicendo estrasse nuovamente la perla nera dalla tasca della giacca e senza farle nulla, o almeno nessuna azione fisica, la ruppe.
    Torna ad essere quello di un tempo, Kuro Monoko.
    Un enorme vortice nero si sollevò dal luogo in cui si trovava Vincent; diventava sempre più grande ed emetteva un rumore sempre più forte. Venni colpito, incapace di muovermi di fronte a quel fenomeno: tuttavia sembrava quasi che il vortice fosse solo una illusione visto che non mi provocò alcun danno fisico. Ma ben presto ne compresi la vera natura. Iniziò a farmi male la testa.

    Una serie di immagini che riuscivo a stento ad afferrare mi passavano davanti. Non riuscivo a distinguerle bene né tanto meno a comprenderle: vidi solo qualcosa. Posti che non avevo mai visitato, tante case, questo edificio. Poi vidi qualcuno: diversi sconosciuti, Kofuku, Kisara, Gilbert, Kagetane, Nora e chissà chi altri. Vidi Miuna, o almeno così diceva la sua immagine ma aveva un aspetto totalmente diverso. Poi udii una frase, pronunciata dallo stesso Kagetane in un tempo antico, una frase che risuonò nella mia testa diverse e diverse volte, come l'eco in montagna.

    Tu sei un assassino, Kuro, non dimenticartelo.

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    Edited by ¬SasoRi - 28/5/2015, 00:26
     
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    «Water is the best!»

    





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    «Incontro»
    Era una giornata come le altre al Secret Garden, avevo appena riaccompagnato Nora nella sua stanza, era già tardi e lei aveva sonno. Finalmente stava crescendo un po' da quando tutto questo era iniziato, tenendo in conto che dovrebbe essere più grande di me... Quella sera stava per abbattersi un brutto temporale sulla città, come faceva intuire il cielo particolarmente nero e i rombi in lontananza. Immerso nei miei pensieri continuo a camminare, pensando che avrei potuto passare quella serata con Celestia. Ad un certo punto vado a sbattere contro qualcuno che non avevo visto; di ritorno dal mio mondo mi accorgo che si tratta di Kagetane.
    Scusami, non ti avevo visto...
    Non preoccuparti, Kuro. Tra l'altro stavo cercando proprio te.
    Non dirmelo, hai un compito per me?
    Già. Non volevo disturbarti proprio questa sera ma è importante.
    Vi starete probabilmente chiedendo perché io prenda ordini da lui nonostante io sia uno dei fondatori di questa organizzazione. Vedete, non mi piace comandare gli altri in questo modo, troppa burocrazia, troppe cose superflue, troppe responsabilità; pigrizia e spirito di conservazione mi hanno spinto a rimanere uno degli agenti ma che agisce per conto proprio. Vengo contattato solo per compiti molto importanti e delicati; questa volta non era diversa dalle altre.
    Perfetto, dammi tutte le informazioni che hai, parto subito.

    Nonostante piovesse a dirotto decisi di non indossare abiti diversi dal mio solito kimono nero, dopotutto mi sarei mosso in auto per la maggior parte del tempo. Il mio obiettivo era una famiglia di ricchi imprenditori che si erano fatti strada grazie ai prestiti della nostra organizzazione ma che non volevano restituire quello che noi gli avevamo dato. Kagetane li aveva affidati a me perché avevano assunto delle persone per proteggersi da noi, dunque ci voleva una soluzione drastica.
    Arrivai sul posto dopo qualche decina di minuti: all'interno della villa le luci erano quasi tutte spente e non sembrava esserci nessuno a protezione dell'abitazione. Che stranezza... Magari si trattava di una trappola ma la cosa era altamente improbabile, dopotutto non potevano sapere che saremmo andati da loro proprio oggi. Scesi dall'auto e mi avvicinai di soppiatto ai cancelli della villa: appoggiai una mano sopra di essi e le loro ante si spostarono, garantendomi l'accesso indisturbato a ciò che di solito avrebbero dovuto proteggere. Quatto e silenzioso lo oltrepassai e iniziai ad avvicinarmi all'ingresso della villa passando nell'immenso giardino per cercare di non essere visto. Molto probabilmente avevano delle telecamere vicino alla porta così decisi di controllare prima di avvicinarmi troppo: in effetti avevo ragione, le telecamere c'erano. Peccato che fossero completamente distrutte. Ok, deve essere successo qualcosa... Ma chi potrebbe aver fatto una cosa del genere? Si erano indebitati anche con altre organizzazioni? Penso che Kagetane me lo avrebbe detto, però... Molti erano i dubbi che mi affollarono la mente, tuttavia non riuscivo a trovare una spiegazione plausibile, forse si erano inimicati la stessa gente che li proteggeva...
    Decisi dunque di lasciar perdere i movimenti furtivi ed entrai nella villa. Lo spettacolo che si presentò davanti ai miei occhi non era per niente rassicurante: c'erano corpi sparsi per tutto il corridoio principale, con lunghe e frastagliate scie di sangue che ricoprivano il pavimento. Un lampo illuminò all'improvviso il tutto, dandogli un ulteriore tocco di macabro. Camminai con attenzione lungo il corridoio in modo da non lasciare mie tracce sul pavimento colmo di sangue: al fondo c'era una scala a chiocciola in legno che portava al piano superiore. Prima di proseguire decisi di controllare anche tutte le altre stanze del primo piano, per verificare effettivamente se erano stati tutti uccisi, soprattutto perché in mezzo a quella marea di corpi c'erano membri della servitù, uomini della sicurezza e gente assunta per proteggere la famiglia, ma non c'era traccia della famiglia stessa: padre, madre e due figlie. Decisi dunque di andare al piano superiore; controllai in tutte le stanze ma niente, sembrava che non ci fosse nulla di strano al piano superiore. Certo, se non fosse stato per quella porta. Sembrava leggermente scardinata e scheggiata in più punti. La aprii con cautela: conduceva all'esterno, su un balcone. Aveva iniziato a piovere a dirotto e i rombi dei tuoni erano sempre più frequenti. Tutto era avvolto nella penombra, solo grazie ai brevi sprazzi di luce generati dai lampi era possibile vedere che cosa era successo. C'erano 3 cadaveri, un uomo adulto rovesciato accanto ad una delle sedie della terrazza, una donna adulta accovacciata per terra accanto al terzo cadavere, quello di una ragazzina. C'era poi un'altra persona, sembrava anche lei una ragazzina, ranicchiata in un angolo, in silenzio, immobile, ma indubbiamente ancora viva. Avevo trovato la famiglia, o almeno, quello che ne restava. Questa volta sarebbe stato difficile raggiungere la superstite senza camminare nel sangue e lasciare delle tracce, così utilizzai il mio potere per spostare il sangue che c'era sul pavimento e crearmi un passaggio. Non era ancora del tutto rappreso, quindi dovevano essere stati uccisi da poco, tuttavia non avevo trovato nessun altro vivo nella casa a parte me e questa ragazzina. Perché l'avevano risparmiata? Avevano ucciso tutti tranne lei. Non riuscivo a comprenderne il perché, cosa avrà di tanto speciale? Mentre mi avvicinavo pensai anche che forse era stata lei a fare tutto questo, anche involontariamente. Non sarebbe la prima volta, con tutte le persone anormali che ci sono in questo mondo... Ma qualcosa, come una specie di intuizione, continuava a ripetermi che lei era la vittima e non l'artefice. Finalmente la raggiunsi e mi fermai davanti a lei: un lampo illuminò la notte e proprio in quel momento lei alzò la testa e, per la prima volta, ci guardammo negli occhi. Erano azzurri, uguali ai miei, con un qualcosa di molto profondo nascosto al loro interno. Il suo sguardo pareva quasi privo di ogni emozione, i capelli così come il viso e tutto il resto del corpo erano bagnati fradici a causa del temporale ma a giudicare dagli occhi arrossati era probabile che in mezzo ci fossero anche delle lacrime. Tutto tornò ad essere buio. Decisi di rivolgerle la parola, con tono di voce basso e tranquillo per non spaventarla troppo.
    Sei stata tu a fare tutto questo?
    Strano modo di approcciarsi ad una persona, soprattutto in questa situazione, ma dovevo saperlo. Lei, di tutta risposta, scosse lentamente la testa, probabilmente continuando a fissarmi.
    Sei stato tu a fare tutto questo?
    Finalmente parlò: la sua voce era cupa ma calma, ricordava quasi la melodia di un vecchio carillon a cui tenevi tanto quando eri bambino ma che con il tempo si affievolisce a causa dell'età. Risuonò qualcosa dentro di me all'udire della sua voce. Le risposi anche io scuotendo la testa.
    Hai visto chi è stato?
    No, non l'ho visto in faccia. Era tutto buio, non c'era ancora il temporale.
    Un altro lampo; i nostri sguardi si incrociarono per la seconda volta.
    Come ti chiami?
    In qualche modo dovevo pur capire quale delle due figlie era sopravvissuta.
    Miuna.
    Quindi era la minore... Secondo i dati che mi aveva fornito Kagetane prima di partire lei dovrebbe avere quasi 18 anni... Appoggiai la mano destra sull'elsa della spada. Lampo. Luce. Lei notò quel gesto ma non si mosse né aprì bocca. Continuava a fissarmi dritto negli occhi e ogni volta che ricambiavo lo sguardo venivo risucchiato dal loro colore.
    Estrassi lentamente la spada. Il tintinnio metallico si distingueva perfettamente in mezzo ai suoni del temporale.
    Fa quello che devi fare.
    Alzai la spada sopra la sua testa per poi poi abbassarla di scatto. Si udì il rumore di ceramica rotta: avevo colpito il pavimento e rotto una delle sue piastrelle. Ma non era l'unico suono che emerse tra i rombi dei tuoni. In lontananza udii il rumore della portiera di una automobile. Rinfoderai rapidamente la spada, mi chinai e presi in braccio la ragazza. Senza aggiungere altro feci un salto e salii sopra il muretto della terrazza. Poi saltai giù. Miuna non disse nulla ma sentii la sua presa farsi più forte mentre eravamo in caduta libera. Siccome eravamo soltanto al secondo piano non avevo molto tempo per cercare di attutire l'impatto, così rilasciai del sangue contenuto in una perla della spada e creai un materasso, sul quale atterrammo poco dopo. Mi rialzai istantaneamente, senza nemmeno allentare la presa sulla ragazza e iniziai a correre verso la mia auto, passando dal giardino e nascondendomi per qualche secondo dietro ad un grosso albero, scrutando in direzione del cancello. Sembrava che non ci fosse nessuno. Ripresi così la corsa e dopo pochi secondi arrivai all'auto; feci sedere Miuna sul sedile del passeggero accanto al mio, misi in moto e partii, dirigendomi verso il Secret Garden. Di sicuro non l'avrei portata proprio lì, ma per queste cose mi occorreva l'aiuto di mio fratello Gilbert, grazie a lui avrei potuto trovarle una sistemazione.
    Lanciai uno sguardo a Miuna: lei sembrava tranquilla ed era abbastanza silenziosa. Grazie alle luci dei lampioni ora potevo osservarla per davvero: aveva dei lunghi capelli neri sciolti e indossava quello che sembrava essere un pigiama azzurro chiaro con maglia a maniche lunghe e pantaloncini corti che le arrivavano fino al ginocchio. Tuttavia erano bagnati fradici e attraverso di essi era possibile notare la sua biancheria intima: un reggiseno dello stesso colore della maglia e mutandine coordinate. Quando notai questo particolare rischiai quasi di schiantarmi contro un lampione perché mi ero distratto e non stavo guardando la strada. Ma lei non disse nulla; ogni tanto mi fissava ma nulla di più. Non piangeva, non tremava dal freddo, non parlava, non dormiva.
    Dopo cinque minuti buoni di silenzio si rivolse a me con una voce molto simile a quella di prima ma lievemente più acuta.
    So che il tuo compito era quello di ucciderci tutti.
    Già, non era difficile da prevedere, molto probabilmente aveva sentito i suoi discutere della faccenda.
    Ma qualcuno è arrivato prima di te. Perché non hai completato il lavoro?
    Si stava chiedendo perché mai avessi deciso di risparmiarla e anche di portarla con me.
    Non lo so, non di certo per compassione, fidati, ho ucciso molte persone anche molto più giovani di te e in condizioni ben peggiori...
    E allora perché? Vuoi usarmi?
    No, certo che no...
    Mi ricordai poi di avere una coperta sul sedile posteriore. Allungai il braccio, la afferrai e la diedi a Miuna.
    Copriti, avrai freddo...
    Lei la prese e se la mise addosso, continuando a guardarmi.
    Non saprei dirti il perché, sento il bisogno di proteggerti, di proteggerti a qualsiasi costo. Non mi sono mai sentito così in vita mia e questo un po' mi spaventa.
    Mi girai verso di lei per osservare la sua reazione, che fu comunque molto calma e pacata.
    Anche io sento qualcosa, anche se non so bene dire che cosa... Ma per qualche strana ragione mi sento al sicuro con te.
    Allungò la mano destra e mi accarezzò delicatamente il viso.
    Sei gelido...
    Per la prima volta nella mia vita provai una lieve sensazione di imbarazzo. Le afferrai la mano, la accarezzai lentamente mentre la allontanavo da me.
    Non preoccuparti, con me SEI al sicuro. Riposati un po', non manca molto alla meta.
    Anche se effettivamente non avrei saputo come spiegare la cosa a Kagetane e a Nora. In effetti avrebbero potuto reagire un po' male alla cosa, forse era meglio mantenere il segreto. Lo avrei detto solo ai miei fratelli e alla ragazza di mio fratello, Kofuku. Non lo avrei detto nemmeno a Celestia, non subito per lo meno.
    A circa 2 minuti dal Secret Garden mi fermai e chiamai Gilbert, chiedendogli di venire dalla casa diroccata che si trovava a pochi minuti dalla tana. Dopo avergli raccontato tutto e aver chiesto il suo aiuto lui utilizzò il suo potere, lo Sliding Doors, per creare un'ambiente immaginario ma reale: una casa giapponese di dimensioni medie con un ampio giardino e circondata da un bosco. Era possibile accedere a tutto questo tramite una porta che aveva creato lui nel pavimento del seminterrato della casa diroccata, così che fosse possibile nasconderla con facilità. Accompagnai Miuna al suo interno, spiegandole un paio di cose, dicendole anche che sarei tornato da lei dopo aver fatto rapporto.
    Una volta tornati nella mia stanza, Gilbert creò un accesso alla casa di Miuna anche lì, in modo che potessi raggiungerla più facilmente.
    Mi affrettai a sbrigare le formalità con Kagetane, dicendogli la verità ma mentendo sul fatto di avere ucciso l'unica superstite. Lui sembrava molto contento, forse più di quanto uno ci si potrebbe aspettare ma non avevo molta voglia di indagare. Così tornai nella mia stanza, chiusi a chiave la porta, mi cambiai il kimono e andai da Miuna. Lei si era già addormentata. Era così tenera e indifesa mentre dormiva e non potei fare a meno di sorriderle con dolcezza. Presi un futon e lo posizionai vicino al suo ma un po' staccato. Mi ci infilai dentro e cercai di addormentarmi, ripensando a tutto quello che era successo poco fa.
    «Vita Nuova»
    Passarono diverse settimane da quel giorno, durante le quali mi feci vedere sempre meno al Secret Garden. Non che la mia presenza fosse indispensabile, dopotutto mi affidavano solo lavori molto importanti e in quel periodo non ce ne furono molti, per il resto potevo decidere io che cosa fare. L'unica che aveva davvero bisogno di me era Nora: prima dell'incontro io e lei trascorrevamo anche intere giornate assieme. Man mano che passava il tempo questa abitudine andò scemando e ci vedevamo solo di mattina oppure soltanto di pomeriggio. Giustificai la cosa dicendole che stavo cercando di risolvere una faccenda personale che avevo lasciato in sospeso per troppo tempo. Per fortuna la ragazza non dubitò di me, anche se la cosa la faceva sentire un pochino triste. Il resto della giornata lo trascorrevo nella Secret House, sì, decisi di chiamare così la casa in cui Miuna viveva.
    In questo momento mi trovo proprio lì, sdraiato sul divano con Miuna sdraiata di fianco a me.
    Non ti senti sola qui dentro? Non ti annoi mai? le dissi, accarezzandole dolcemente i lunghi capelli. Erano così morbidi e profumavano di fiori di ciliegio.
    In realtà no, ci sono un sacco di cose da fare qui, tra giardino e boschetto. Devo ringraziare Gilbert, la prossima volta che verrà a trovarmi.
    Già, inoltre quando non ci sono ogni tanto passano Kisara, Gilbert e Kofuku a salutarti.
    E poi la maggior parte del tempo ci sei tu qui e questo mi basta. disse, guardandomi dritto negli occhi.
    Ricambiai lo sguardo. Passarono svariati minuti prima che lei distogliesse lo sguardo per poi appoggiare la sua testa sulla mia spalla destra e la sua mano sul mio petto. Da qualche tempo il nostro rapporto stava prendendo una brutta (beh, dipende dai punti di vista...) piega ma non era ancora successo nulla, anche perché non sarebbe stato facile dirlo a Celestia, la mia ragazza a volte poteva essere un pochino spaventosa.
    Spostai il braccio destro facendolo passare dietro a suo collo, per abbracciarla meglio e iniziai ad accarezzarle il braccio.
    Sai, a volte mi chiedo... No, niente...
    Cosa? Dai non puoi mettermi la pulce nell'orecchio e poi non finire la frase.
    Dopo qualche secondo di silenzio, Miuna si decise a parlare.
    E va bene... Sai, a volte mi chiedo che cosa sarebbe successo se qualcuno non avesse ucciso tutti prima del tuo arrivo. Se avessi dovuto ucciderli tutti tu. Se io non fossi stata risparmiata e mi fossi trovata in mezzo a tutto mentre la mia famiglia veniva uccisa.
    Probabilmente ti avrei ucciso, ma solo se non ti avessi guardata negli occhi.
    Ero sempre molto schietto con lei e non avevo certo intenzione di iniziare a mentirle adesso. Lei si girò verso di me e mi rivolse uno sguardo interrogativo.
    Già, probabilmente ti avrei uccisa se i nostri sguardi non si fossero incrociati alla luce di quel lampo.
    Lei si alzò e si sedette, continuando a guardarmi.
    Il mio sguardo?
    Già, è proprio in quel momento che ho avvertito il bisogno di proteggerti...
    In quel momento un dubbio si fece strada tra i miei pensieri. E se fosse tutta una finzione? E se questa sensazione che provo fosse dovuta ad un suo potere? Se si fosse salvata quel giorno non solo da me ma anche dall'altro assassino proprio per questo motivo?
    Senti, non è che per caso hai qualche potere speciale? Lo so, detto così suonava molto brutto ma avevo bisogno di sapere.
    Potere speciale? Sarei una specie di supereroe? rispose lei, ridendo. Non preoccuparti, ho capito cosa intendi. Qualcosa di simile al tuo o a quello degli altri, vero?
    Sì.
    Non che io sappia e ho provato più volte dopo aver visto voi.
    Ok, mi ero preoccupato per nulla. Mi dispiaceva quasi aver dubitato di lei in quel frangente.
    Ok, scusami se ho dubitato di te...
    Pensavi che ti tenessi sotto controllo con qualche strano "potere mentale"?
    Rise di nuovo mentre si avvicinava a me.
    Non preoccuparti, capisco perché ti senti così, è una strana sensazione, vero?
    Annuii silenzioso mentre Miuna si avvicinava sempre di più a me. Potevo quasi sentire il suo respiro, i nostri volti erano oramai vicinissimi.
    Già, questo si chiama amore, Kuro.
    In quel momento salì cavalcioni su di me e mi baciò. Preso dall'attimo iniziai a baciarla con più foga ma sempre in maniera dolce mentre la stringevo a me. Non volevo lasciarla, lei mi stava cambiando in meglio ed era tutta mia. Non dimenticherò mai quel momento.
    L'unica cosa che non sapevo è che qualcuno, proprio in quel momento, stava osservando la scena.
    «Momenti cruciali»
    Nei giorni successivi, Celestia iniziò a diventare più aggressiva con me, forse perché non passavo abbastanza tempo con lei. Tutto questo mi venne sbattuto in faccia pochi giorni dopo la vicenda con Miuna. Celestia mi aspettò davanti alla porta per chissà quanto tempo e quando uscii dalla mia stanza per andare da Nora me la ritrovai davanti.
    Kuro, perché mi tratti così?
    Ero sorpreso, non mi aspettavo di trovarla lì e la cosa mi spiazzò, lasciandomi senza parole. Riuscii solo a pronunciare qualcosa di confuso.
    C-Così come?
    Lei non la prese proprio bene.
    COSI' COME?? Sembra che tu non riesca più a provare alcun affetto per me, mi trascuri, non trascorriamo quasi mai del tempo assieme e non facciamo più l'amore da un bel po'! Ti sembra un comportamento normale? Io voglio stare con te!
    In effetti aveva ragione, non potevo biasimarla, dopotutto non le avevo detto nulla e avevo iniziato a trascurarla.
    H-Hai ragione, mi dispiace... È solo che ultimamente sono stato un po'... impegnato.
    Quindi ora tornerà tutto come prima? Ah, sono così felice! disse lei, senza darmi il tempo di finire e saltandomi addosso per abbracciarmi.
    Beh, in realtà...
    Ecco, lo sapevo... C'è qualcosa che non va. So già cosa stai per dirvi ma prego, continua pure...
    Non riuscivo ad interpretare con precisione la sua espressione in quel momento ma di sicuro potevo intravedere l'ombra della tristezza e della rassegnazione.
    Mi dispiace, non provo più quello che provavo un tempo, credo che ci convenga lasciarci.
    Fui molto schietto anche in quella occasione, tanto sarebbe stata dura comunque.
    ... Non c'è più niente che io possa fare?
    Purtroppo no, mi spiace.
    Cercò di trattenersi ma vidi comunque una piccola lacrima rigarle il viso.
    Provi qualcosa per un'altra, vero? La conosco?
    Sì. No, non la conosci, l'ho incontrata da poco mentre svolgevo una missione.
    Decisi di non rivelarle ulteriori dettagli, non volevo renderla più triste di quanto già non fosse.
    Possiamo almeno baciarci per un'ultima volta?
    Mi sembrava una richiesta ragionevole, così annuii. Le nostre labbra si sfiorarono di nuovo, dopo tanto tempo. Il sapore di fragola del suo lucida labbra un po' mi sarebbe mancato.
    B-Bene... A-Allora ci vediamo in giro... Ciao...
    Corse via, probabilmente diretta verso la sua stanza. Era una cosa che spezzava il cuore ma che andava fatta il prima possibile per evitare che diventasse ancora più difficile.

    Passò un altro mese. Tutto accadde nel giorno del diciottesimo compleanno di Miuna. Mentre faceva un sonnellino pomeridiano entrai nella Secret House e cercai di prepararle la cena; il problema era che io non sapevo cucinare molto bene. Quando lei aprì la porta della sua stanza mi trovò preso ai fornelli mentre cercavo di non far bruciare troppo la carne, anche se a giudicare dal lieve odore di bruciato che stava riempiendo la stanza non ci ero riuscito.
    Che cosa stai facendo?
    Ah, Miuna! Vedo che ti sei svegliata presto... Niente, stavo cercando di farti una sorpresa e cucinarti la cena ma non sono molto bravo né con una né con l'altra...
    Davvero?
    Sembrava sorpresa. In effetti lo ero anche io, non sono il tipo che fa questo genere di cose. Eppure eccomi qui, con il grembiule bianco a trafficare tra i fornelli. Miuna arrossì un poco anche se cercò di non farmelo notare.
    N-Non so che dire... Grazie mille! Scommetto che sarà tutto squisito.
    Io non ne sarei così sicuro... Comunque manca poco, è quasi pronto.
    Allora apparecchio la tavola mentre tu finisci.
    Dopo qualche minuto portai quello che avevo cucinato sulla tavola, dove trovai un paio di candele accese: Miuna spense poi la luce, cercando di creare un po' di atmosfera. Tutto sembrava perfetto, tranne il cibo che sembrava o troppo poco cotto o bruciato.
    Se non ti va di mangiarlo ti capisco, non ha un bell'aspetto...
    Non preoccuparti. disse lei, prendendo un pezzo di carne con le bacchette per poi addentarlo.
    È... È buonissimo...
    Poi iniziò a piangere.
    È davvero così orribile?
    No... No... Non sto piangendo per quello. È davvero molto buono. Sa di qualcosa che non ho potuto provare per molto tempo... Sa di amore...
    Fece una breve pausa mentre si asciugava le lacrime.
    Sai, i miei genitori non passavano molto tempo con me e mia sorella era sempre impegnata con lo studio. Molto spesso passavo il mio tempo da sola e sembrava che non importasse a nessuno di me. Poi è successo quello che è successo. Poi sei arrivato tu.
    Ci guardammo negli occhi. Non mi aveva mai parlato di questa cosa ed ero un po' sorpreso, però questo spiegava come mai non si sentiva particolarmente attaccata alla sua famiglia. Allungai la mano per stringere la sua e darle un po' di conforto.
    Sai, nessuno aveva mai speso ore e ore del suo tempo per stare con me, anche senza fare nulla ma tenendomi compagnia con la sua presenza. È buffo se pensi che il primo a farlo sia stato un assassino che avrebbe dovuto uccidere tutta la mia famiglia e me.
    Le sfuggì un sorriso e anche io non potei farne a meno.
    Già, è proprio strana la vita, a volte.
    Iniziammo a ridere.
    Non è giusto, però. Io volevo farti un regalo ma ora che ti vedo ridere la situazione si è capovolta e sei tu che stai facendo un regalo a me.
    Eravamo seduti l'uno accanto all'altra sul tatami, vicino al tavolo. Lei si girò e mi diede un bacio. Io la tirai a me e la abbracciai, senza che le nostre labbra si staccassero. Dopo qualche secondo lei iniziò ad armeggiare con l'obi del mio kimono.
    Sei sicura?
    Sì, sono più che sicura.
    Allora ricominciai a baciarla, sempre più intensamente mentre le sfilai la maglietta. Il reggiseno che indossava era lo stesso che aveva quel giorno, ne sono sicuro, lo riconoscerei tra mille. Poi la coricai lentamente sul tatami mentre finivamo di spogliarci. Quella notte, per la prima volta, diventammo una cosa sola.
    Il mattino seguente fui svegliato da una strana sensazione di calore. Aprii gli occhi: si trattava di Miuna, stavamo dormendo l'uno abbracciata all'altra. Il calore molto probabilmente era il suo, ma sembrava troppo. Le misi una mano sulla fronte: scottava in maniera terribilmente preoccupante. Mi alzai di scatto e la feci sdraiare per bene, chiamandola ripetutamente.
    Miuna! Miuna!
    Lei aprì gli occhi a fatica: erano davvero molto rossi e sembrava anche che stesse per piangere. Aveva la febbre molto alta. Le feci indossare di nuovo la biancheria intima, mi vestii e chiamai Kofuku, Gilbert e Kisara con il cellulare. Loro si precipitarono e nel giro di cinque minuti arrivarono alla Secret House; mentre li aspettavo le diedi qualche medicina per alleviarle il dolore e le misi del ghiaccio sulla fronte e asciugamani bagnati sotto le ascelle e all'inguine per abbassarle la temperatura corporea. Purtroppo, però, nessuno di loro era un dottore e non sapevano fare molto di più di quello che già avevo fatto io. L'unica che conoscevo personalmente che si intendeva di malattie era Celestia ma non mi sembrava una buona idea chiamarla in questa situazione...
    Ho un'idea. Vado a "prelevare" uno dei dottori dell'organizzazione. Lo costringerò a tenere la bocca chiusa, non preoccupatevi, in fin dei conti anche io sono uno dei fondatori, ho la mia influenza.
    Mi feci creare una scorciatoia da Gilbert e dopo qualche minuto il dottore stava visitando Miuna, che nel frattempo non mostrava segni di miglioramento. Mi sembrava tutto così strano: nessuno di quelli che stavano vicino a me poteva ammalarsi a causa del mio potere dell'avarizia che assorbiva le malattie, eppure in questo caso sembrava non funzionare.
    Perché... PERCHÈ! Perché non riesco ad assorbire la malattia.
    La visita durò circa due minuti: il resoconto non era per nulla incoraggiante. Secondo il dottore si trattava di una malattia che non aveva mai visto, con sintomi sconosciuti, parecchie settimane di incubazione e che poteva portare alla morte, in maniera quasi certa. La notizia mi sconvolse a tal punto da farmi inginocchiare sul pavimento. La morte? Proprio la morte? Non c'era nessuna cura?
    Non c'è niente che possiamo fare per... per... salvarla?
    Cercai di trattenere le lacrime, non era da me mostrarmi agli altri in quelle condizioni ma la notizia mi aveva sconvolto a tal punto che per me era diventato inevitabile.
    Beh, forse posso creare una medicina che la aiuti a combattere la malattia grazie al mio potere, ma potrebbe volerci tempo e lei non ne ha molto. Inoltre mi occorre un campione del suo sangue.
    Faccia tutto quello che è in suo potere per salvarla. Posso ricompensarla come si deve. Prenda pure il sangue che le serve... Quanto tempo le rimane?
    A giudicare dalle sue condizioni e dalla sua temperatura corporea direi... Non più di qualche ora. Forse possiamo aumentare il tempo a nostra disposizione immergendola in una vasca di ghiaccio...
    Nello stesso istante in cui pronunciò quelle parole rilasciai del sangue dalla spada e creai una vasca. Kofuku e gli altri corsero a prendere il ghiaccio e una volta che il dottore le aveva prelevato un campione di sangue io presi in braccio Miuna e la immersi lentamente nella vasca. Non doveva di certo essere una cosa piacevole dato che emise qualche gemito di dolore.
    Non preoccuparti, Miuna. Io sono qui e resterò sempre al suo fianco. le dissi, afferrandole una mano e stringendola forte per farle sentire che ero vicino a lei.
    K-Kuro...
    Non sforzarti, conserva le forse, devi resistere.
    Intanto il dottore era già tornato nel suo studio e si era messo al lavoro, sotto la supervisione di Kisara; Kofuku e Gilbert erano nella stanza principale e stavano preparando un thé per me, per farmi rilassare un po'. Ero tesissimo e preoccupatissimo, come mai fui in tutta la mia vita. Non ci credevo, non era possibile. Ieri sera noi... E poi questa mattina lei... No, era tutto troppo improvviso, di sicuro mi trovavo in un incubo. Mi diedi un forte pizzicotto sulla guancia ma niente, tutto rimase esattamente com'era. Quindi era tutto reale... Non voglio perderla, no. No, non voglio, non posso. Non possibile, perché.
    Non volli nemmeno bere il thé, non mi staccai dalla vasca, non lasciai andare la mano di Miuna nemmeno per un minuto, non volevo nessun altro nella stanza. Passarono due ore e le sue condizioni peggioravano sempre di più. Il dottore non arrivava, La sua temperatura era quasi arrivata a 42. Non poteva finire così. Perché dovevano capitare sempre tutte a me. Lei era l'unica cosa buona che io abbia mai fatto nella mia vita e ora vogliono portarmela via così, senza nemmeno chiedermi il permesso.
    K-Kuro...
    Non sforzarti, ti prego! Conserva le forze...
    Avevo le lacrime agli occhi, non riuscivo più a trattenermi.
    N-Non preoccuparti per me... Volevo solo dirti che... È stato bello, quello che... c'è stato tra di noi...
    Ansimava e faceva fatica a parlare e anche a respirare.
    Io... T-Ti amo, Kuro...
    Sentì che la stretta della sua mano si stava indebolendo sempre di più, quasi fino a scomparire del tutto. Tuttavia aveva un grosso e felice sorriso stampato sul volto.
    No! Non farlo! Non lasciarmi così, anche io ti amo! Dobbiamo fare ancora troppe cose insieme, non puoi semplicemente andartene così, ti prego resta con me! MIUNA!
    Le si chiusero gli occhi, il suo sorriso si spense e il suo bracciò si lasciò andare, privo di forze. La sua vita si spense davanti ai miei occhi e io non avevo potuto fare nulla. A cosa serviva avere una "anormalità", un potere speciale, sovraumano, se poi non riuscivo nemmeno a salvare la persona che amo. Pochi secondi dopo entrò nella stanza Gilbert, con in mano una siringa contenente del liquido rosso. Probabilmente era la cura elaborata dal dottore. Senza aspettare un secondo di più la strappai dalle mani di mio fratello e iniettai il suo contenuto nelle vene di Miuna dal braccio. Attesi qualche secondo, pieno di speranze. Nulla accadde. I suoi occhi rimasero chiuso, il respiro e il battito assente. Non avevamo fatto in tempo. Così tutto mi era stato portato via. Urlai. Disperazione, tristezza, dolore. Il tutto venne mixato in un unico grido. Persi il controllo del mio potere e il sangue iniziò ad uscire dalla spada, assumendo forme di mille spade che si scagliarono contro le pareti e il soffitto della casa, distruggendola. Per fortuna nessuno degli altri presenti al suo interno ne uscì ferito, probabilmente perché Gilbert era lì e lui controllava questo spazio con il suo potere. Uscii dalla nuvola di polvere con in braccio il corpo di Miuna. Le creai un vestito con del sangue, il più elegante che riuscii a pensare. Appoggiai poi delicatamente il suo corpo su un letto che avevo appena creato e mi sedetti al suo fianco, fissandola.
    Kofuku si avvicinò, mettendomi una mano sulla spalla.
    Kuro... Mi dispiace...
    Non le risposi e non distolsi lo sguardo dal corpo di Miuna.
    Senti, e ti può far stare meglio... Beh, c'è una applicazione del mio potere che potrebbe aiutarti...
    Puoi riportarla in vita? chiesi, con voce secca.
    No...
    Allora non mi serve.
    È vero, non posso riportarla in vita ma... Potrei cambiare un ricordo all'interno della tua memoria. Un ricordo vecchio, ad esempio quello della tua nascita, e modificarlo, sostituirlo con uno diverso, creato da me.
    E cosa ci guadagnerei da tutto questo?
    Beh, la tua vita di riassesterebbe sulla base di quel nuovo ricordo che ho creato e così anche tutte quelle delle persone che hai conosciuto. Compresa Miuna.
    Quindi tornerebbe in vita?
    Beh, tecnicamente sì. Vivrebbe una vita simile e magari potreste incontrarvi di nuovo, in circostanze diverse, con aspetti diversi. Chi lo sa, non è facile prevedere che cosa possa accadere modificando così il passato.
    Che ne sarà di voi?
    Beh... intervenne Gilbert, avvicinandosi a Kofuku. Mi aveva accennato questa cosa mentre ci trovavamo nel salotto... Questa cosa potrebbe cambiare anche noi ma alcune persone da lei scelte potrebbero mantenere i ricordi di quanto accaduto ora e mantenere le loro vite.
    Ma questa cosa potrebbe salvarvi dalle vite che stiamo conducendo ora, perché non volete che questo accada?
    Davvero una ottima domanda... intervenne anche Kisara Beh, diciamo che per il momento a me va bene rimanere così.
    In questo modo però non saremo più una famiglia e forse non ci incontreremo più...
    Non preoccuparti, sono sicura che in un modo o nell'altro ci rivedremo. Inoltre siamo felici che almeno tu riesca ad uscire da tutto questo. disse lei, sorridendomi.
    Altre lacrime iniziarono a rigare il mio volto.
    Io vi voglio tanto bene, a tutti voi. Non saprei come ringraziarvi, ma non posso abbandonarvi così...
    Fallo e basta! Non hai altre possibilità oramai. Salva quella povera ragazza, Kuro.
    Mi alzai dal letto e li abbraccia tutti e tre.
    Grazie, ragazzi. Sono pronto, Kofuku. Quando vuoi.
    Bene, allora... Arrivederci, Kuro!
    Sorridendo appoggiò le sue mani sulla mia testa. Avvertii un leggero formicolio nella parte frontale della testa e con la coda dell'occhio vidi comparire una perla di colore nero dentro alla quale stavano affluendo quelli che probabilmente erano i miei ricordi. Con la mente più "sgombera" e lucida realizzai una cosa. Com'è possibile che Miuna abbia contratto una simile malattia se non usciva quasi mai dalla Secret House? Il dottore ha detto che aveva un lungo periodo di incubazione... Il potere di Celestia ha a che fare con malattie esistenti ma lei mi aveva rivelato che ne stava progettando una nuova... Inoltre è un'ottima scassinatrice... Ma quindi...
    In quel momento realizzai: l'ultimo bacio di Celestia. Probabilmente in quel momento mi aveva passato questa malattia e poi quando io ho baciato Miuna... BASTARDA
    Quasi a testimoniare tutto questo, la porta che conduceva a questa dimensione si aprì leggermente. Dall'altra parte vidi il volto di Celestia mentre sorrideva in maniera malevolmente compiaciuta. Provai un'irrefrenabile voglia di ucciderla sul posto e nel modo più atroce possibile.
    LA AMMAZZO!... Ammazzare? Chi?
    Sentivo che tutto quello che avevo nella mente mi veniva portato via e alla fine rimase solo il vuoto.
    «Ritorno alla realtà»
    Mi sembrava di aver trascorso mesi di vita differente, mesi che in realtà non erano passati. Difatti quando riaprii gli occhi mi trovavo ancora in quella maledetta stanza, assieme a tutti gli altri. Ero ancora in piedi, fermo, con una mano premuta sulla fronte. Provai a muovere un passo. Provai una fitta terribile alla testa e quasi svenni. Che cosa era successo? Ora ricordo... La perla... Kagetane l'ha rotta... Quindi quello che ho visto prima erano... miei vecchi ricordi? Ricordi del vecchio mondo? Allora era tutto vero...
    Tuttavia Kagetane non sembrava così felice come avrebbe dovuto essere.
    Come mai non è successo nulla? Pensavo che distruggendo la perla tutto tornasse alla normalità...
    Beh, non è proprio così... Distruggendola, tutti i ricordi si sono sparsi nelle vicinanze e Kuro non li ha riacquistati tutti. Inoltre, non è possibile tornare indietro, non in questo modo. Devo essere io a scambiare nuovamente i ricordi per riportare tutto al passato, nessun altro può farlo.
    Quindi mi hai ingannato? Tutte queste storie sulla perla e alla fine è inutile?
    Proprio così... Abbiamo pensato a tutto fin dall'inizio. Ora che la perla è andata distrutta nessuno potrà più tornare indietro e Kuro-
    Ma Kofuku dovette interrompersi. Anche qualcosa ne suo piano era andato storto. Il mio corpo si stava rapidamente ricoprendo di macchie nere e i miei occhi erano diventati azzurri. Inoltre, una strana aura rossa mi stava avvolgendo.
    No, non è possibile...
    AH! Nemmeno tu avevi previsto questo sviluppo? Qualche ricordo è ritornato nella sua mente e ora il suo vecchio potere si è risvegliato! Non è tutto perduto, ordunque.
    Kuro, stai bene?
    Non risposi. Camminavo a testa bassa verso i frammenti di alcuni cristalli dovuti al precedente scontro con Nora. Nel frattempo, nella mia mano sinistra si stava concentrando una strana energia: quando la aprii notai che stavo impugnando una piccola perla, molto simile a quella che avevano appena distrutto. Tuttavia sembrava vuota e semi trasparente. Quasi involontariamente la toccai con l'indice della mano destra e tutto il sangue che era stato versato nelle ultime battaglie iniziò a convogliarsi al suo interno, riempiendola del tutto. Ora la perla era di un colore rosso scuro, lo stesso colore del sangue che conteneva. A quel punto raccolsi un frammento del cristallo e mi avvicinai a Celestia.
    Kuro? Va tutto bene?
    Non risposi. Arrivai a poi passi da lei e feci cadere qualche goccia del sangue contenuto nella perla sul cristallo.
    Guardalo.
    Lei iniziò a fissarlo, con uno sguardo preoccupato. Il cristallo diventò tutto rosso e proiettò nella mente di Celestia i ricordi che avevo appena visto, nello specifico quelli riguardanti l'uccisione di Miuna. Il tutto accadde in pochi secondi, al termine dei quali lei alzò la testa e iniziò a fissarmi, questa volta con un'aria abbastanza spaventata. Ad essere sincero non avevo mai visto Celestia fare una simile espressione, non in questo mondo per lo meno.
    S-Senti, Kuro... Capisco come ti senti, ma devi sapere che i-
    Senza possibilità di appello e in pochi istanti usai il sangue per creare una spada affilata con la quale le trapassai il petto. Il resto della frase divenne rumore strozzato dal suo stesso sangue nella gola.
    No, Kuro, fermati! esclamò Gilbert, dall'altra parte della sala.
    Ma in quel momento non sentivo ragioni. Avrei tanto voluto ucciderla, oh non vi immaginate quanto. Ma per il momento mi bastava sapere che stesse soffrendo. Non riuscivo a sentire la voce e la presenza di Miuna, di questa Miuna.
    Non ho intenzione di fermarmi, ma prima c'è un'altra cosa che devo fare
    Mi voltai verso Kagetane.
    Kagetane, Vincent, come cavolo vuoi essere chiamato... Io so. So che dietro a tutto ci sei comunque tu.
    Io? rispose lui, con aria stupita.
    È inutile, non mi incanti con le tua false emozioni. Quando succede qualcosa di brutto nella mia vita c'è sempre il tuo zampino. È una cosa che posso affermare con certezza soltanto ora che so cose di entrambe le storie.
    Feci una pausa ed iniziai ad avvicinarmi a lui. Vincent rimase fermo, impassibile. Continuava a fissarmi, in attesa di ascoltare il mio ragionamento.
    Sai, mi sono sempre chiesto come mai soltanto Miuna era sopravvissuta a quella strage. Lei non aveva nessun potere in grado di salvarla e non era nemmeno stata lei ad uccidere tutti. Dunque perché? Perché si era salvata? Beh, ora ne sono quasi sicuro. Sei stato tu ad uccidere tutti prima di mandare me in quella villa. Sei stato tu a risparmiarla. Sei sempre stato fissato con certi "legami speciali" tra le persone, eri convinto che certe cose potessero cambiare le persone. Eri convinto che lei potesse cambiarmi. Ma qualcosa era andato storto: lei mi aveva cambiato, sì, ma non come volevi tu.
    Stavo continuando a camminare, ero oramai quasi davanti a lui.
    La cosa non ti piaceva, così hai deciso di uccidere Miuna. Come al solito hai voluto sviare i sospetti facendo fare tutto a Celestia. Le hai detto tutto, le hai detto cosa fare e lei ti ha obbedito. La colpa è di entrambi ma credo che lei non lo avrebbe fatto se tu non le avessi dato l'idea. La conoscevo molto bene, meglio di te.
    Dopo pochi attimi di silenzio, Vincent iniziò ad applaudire lentamente: il suono si propagava nella stanza come colpi di pistola.
    Bravo, bravo! Vedo che non è stato tutto inutile quello che ho fatto fino ad ora. Un po' di sale in zucca ti è tornato. Comunque sì, sono stato io e non mi sorprende che tu lo abbia finalmente capito. Ora che farai, ti scontrerai con me? Pensi di riuscire a battermi con quel tuo ridicolo potere incompleto? Non sarebbe meglio per tutti se tu tornassi dalla mia parte?
    Come osi anche soltanto chiedermi una cosa simile? Dopo tutto questo tempo?
    Sempre.
    Mi fai soltanto incazzare. Sparisci dalla mia vista oppure sarò costretto a farti fuori.
    La profonda risata di Vincent si diffuse per la stanza.
    Credi davvero di intimorirmi così? Senza il tuo vecchio potere completo non puoi farmi nulla. Vuoi una prova? disse, muovendosi rapidamente verso di me e colpendomi con un pugno nello stomaco, prima di attivare il suo potere per generare un campo di forza per spedirmi contro il muro ad elevata velocità.
    Visto? Non puoi farmi null-
    Con la velocità quadrupla dell'aura azzurra mi scagliai su di lui, colpendolo in pieno volto con l'elsa della spada. Lui cadde a terra mentre io cercai di infilzarlo come uno spiedino: la mia spada si scontrò contro il un suo campo di forza.
    La lotta proseguì così, con qualche scambio di colpi, parate e schivate. Dopo circa 2 minuti, Vincent creò un enorme campo di forza che spinse tutti i presenti nella sala contro le pareti.
    Bene, signori e signore, è stato un piacere per me ospitarvi qui ma è giunto per me il momento di andarmene, ho un urgente impegno con una società per il finanziamento di, beh, cosette interessanti... Ci vedremo presto, Kuro.
    Con sguardo soddisfatto creo da nulla un'altra maschera che indossò nuovamente, assieme alla parrucca e al cappello, prima di scomparire dietro alla porta. Nora, che era ancora bloccata, si spostò con lui, creando un buco nella parete. Dopo qualche minuto, l'effetto del campo di forza scomparve e fummo nuovamente liberi.
    DANNAZIONE! È scappato via. Ora lo insegu-
    Ma la mia voce si spezzò e caddi a terra, privo di sensi, con gran parte del corpo ricoperta dall'energia nera pulsante.

    Secret Garden
    Melodies of Life



    Edited by ¬SasoRi - 23/10/2015, 22:57
     
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    Aprii gli occhi. Mi trovavo in un luogo che mi sembrava familiare ma non riuscivo a mettere bene a fuoco ciò che vedevo. Chiusi e aprii gli occhi svariate volte fino a quando la mia vista non tornò normale. Mi alzai in piedi: ero sul letto della Secret House, quella dei ricordi. Ma stavo rivivendo il passato oppure mi trovavo nel presente? Guardai i miei vestiti e riconobbi la solita tuta nera. Mi trovavo dunque nel presente. Ma... Cosa era successo? Mi spostai nella sala, ancora un po' frastornato. Ad attendermi trovai l'intero gruppo del salvataggio. C'era anche Sachika. Erano tutti seduti e stavano parlando tra di loro, almeno fino a quando non aprii la porta della stanza. Mi accorsi poi dopo che mancava Celestia.
    Kuro! disse Sachika, alzandosi in piedi, correndomi incontro e abbracciandomi. Io ricambiai l'abbraccio.
    Come stai ora? chiese lei, con tono ed espressione molto preoccupate.
    S-Sto bene ora... Ho solo un leggero mal di testa.
    Avvicinai la mano destra alla fronte come per sottolineare la cosa.
    Beh, con tutto quello che è successo mi pare il minimo...
    Kofuku stava preparando il thé e lo portò in sala sopra un grande vassoio circolare, offrendone una tazza a tutti. Accettai volentieri e lo bevvi tutto in un sorso, avevo una sete disumana.
    Ma era caldo!
    Davvero? A me non sembrava... risposi, facendo spallucce e posando la tazza sul tavolo. Dopodiché mi sedetti anche io, vicino a Sachika che si era seduta poco prima di me e che ancora sorseggiava il thé dalla sua tazza.
    Cosa è successo? Voglio dire, dopo che sono svenuto.
    Non molto in realtà... Abbiamo curato Celestia e gli altri feriti grazie a Gilbert e poi siamo tornati qui con il furgone. Nessuno dell'organizzazione si è fatto vivo... Celestia poi se ne è andata una volta arrivati alla casa diroccata.
    Abbassai lo sguardo. Celestia era andata via perché aveva paura di quello che avrei potuto farle? Vedendomi abbattuto, Gilbert si affrettò ad aggiungere qualche parola.
    Non è così. Se ne è andata perché sa quello che ha fatto e non vuole metterti sotto pressione.
    Sembrava una cosa confortante ma alla fine non lo era poi così tanto.
    Wow, hai davvero gli occhi azzurri adesso.
    Eh? Ho gli occhi azzurri?
    Già, sembra che siano tornati al loro vecchio colore... disse lei, rimanendo sul vago.
    Come fai a sapere...
    Beh, i tuoi amici mi hanno raccontato un paio di cose...
    Ah... dissi, con aria afflitta. Ma lei tentò subito di rassicurarmi.
    Nono, non preoccuparti... So che cosa eri ma so anche che cosa hai fatto alla fine. Ma soprattutto, so come sei adesso, è questo quello che conta, no? Mi prese la mano nella sua e la strinse forte, con un dolce sorriso in volto.
    Quelle parole mi rendevano molto felice ma allo stesso tempo temevo che stesse parlando solo per compiacermi e tirarmi su. Tuttavia sul momento non le dissi nulla.
    Miuna come sta?
    È vero, ero così concentrato su me stesso che non mi ero nemmeno preoccupato di lei. Non la sentivo dal momento in cui Vincet ruppe la perla. Ma riuscivo comunque a percepirla, da qualche parte nella mia testa, in uno stato dormiente.
    Credo che stia bene. Al momento si sta riposando, a causa dello scontro con Nora di certo deve aver consumato moltissime energie.
    Ci dispiace di avervi trascinato in questa cosa. Abbiamo rischiato di morire tante volte questa notte...
    Non devi scusarti. Kagetane... O meglio, Vincent aveva rapito Sachika, sono stato io a coinvolgere voi.
    Misi una mano sulla sua spalla, per confortarla e per farle capire che la colpa non era nemmeno sua.
    Non diamo colpe a nessuno, quel che è successo è successo... L'importante è che siamo tutti sani e salvi. Ma soprattutto... dissi, alzandomi e avvicinandomi a Gilbert e Kisara. Li fissai per qualche secondo, poi li abbracciai, uno con un braccio e l'altra con l'altro.
    Ho ritrovato due fratelli. Mi siete mancati.
    Loro rimasero in silenzio, trattenendo le lacrime e ricambiando l'abbraccio. Dopo qualche secondo intervenne Kofuku.
    Scusatemi, non vorrei interrompervi ma... Sono quasi le quattro del mattino, non vi converrebbe rientrare nei vostri dormitori?
    Parole sante, sarebbe stato un problema se ci avessero scoperti fuori durante la notte. Così, dopo aver salutato tutti, Gilbert ci aprì una porta che conduceva direttamente all'ingresso dei dormitori. Durante il tragitto verso le stanze sussurrai qualcosa a Sachika, volevo riprendere un pochino il discorso di prima, vista la ritrovata privacy.
    Senti, non sei obbligata a continuare ad essere legata a me. Ho fatto cose orribili, posso capire che tu non voglia più vedermi...
    Non dire cavolate! Tu hai rischiato la vita per salvarmi, ti sei scombussolato la memoria, ti sei ritrovato con questo enorme peso sulle spalle. Tu non sei più quello di un tempo, conta soltanto quello che sei ora. È di te che sono innamorata e questo non cambierà.
    Mi fermai per qualche secondo. Anche lei si fermò, subito dopo di me. La guardai nel buio e riuscii comunque a percepire il suo imbarazzo. Non era mai stata così diretta e la cosa mi aveva sorpreso non poco.
    N-N-No, cioè, sì, ma no...
    Stava iniziando a balbettare e a fare un po' troppo rumore. Rischiava di alzare troppo il tono di voce e di farci scoprire, proprio ora che eravamo davanti alla porta della sua stanza. Non avevo altra scelta, inoltre avrei voluto farlo già molto tempo fa ma in quella circostanza siamo stati interrotti. Così mi avvicinai e la baciai, stringendola forte a me. Potevo sentire il rossore del suo volto e il suo essere impacciata nei movimenti, ma dopo qualche secondo si tranquillizzò e i movimenti diventarono più fluidi.
    Wow...
    Wow... I-Io... N-Ne riparliamo domani, ora è meglio se andiamo a dormire oppure a lezione rischiamo di addormentarci sul banco... Buonanotte... Aprì rapidamente la porta della sua stanza e la richiuse dietro di sé, senza fare troppo rumore. Io rimasi un po' imbambolato ma avevo capito che aveva troncato la cosa per l'imbarazzo. Pensai a Miuna. Chissà cosa avrebbe detto se fosse stata sveglia, anche se l'altra volta mi aveva spinto lei a cercare di legare con Sachika. Mi chiedo che cosa abbia in mente quella ragazza...
    Senza indugiare oltre mi diressi verso la mia stanza, entrai cercando di non far rumore e, senza nemmeno controllare se Tatsuya o altri erano già rientrati, mi accasciai sul mio letto, addormentandomi qualche secondo dopo, senza nemmeno cambiarmi d'abito o togliere le scarpe.

    Secret House
    Nostaligic Loneliness




    FINE



    Lo so, il finale fa cagare ma volevo finire e non ero particolarmente ispirato, quindi fatevelo andare bene :house:


    Edited by ¬SasoRi - 7/9/2015, 22:41
     
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