[CONCLUSA] Non può piovere per sempre.

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    Era davvero da molto tempo che non mi capitava di avere vari giorni tranquilli così vicini tra loro. Il caffè sta andando bene, la presidente è soddisfatta così come tutte le cameriere e le cuoche, perfino Mimì è molto calma e sta riuscendo nell'impresa di controllarsi ed evitare di tentare di saltarmi addosso, cosa che accade più spesso di quel che si potrebbe pensare dalle mie parole leggere. Il mio turno è finito e mi sto godendo un po' di relax senza le mie ragazze; Bianca si è portata via Foxy, Cheria è con Sophie, Lili e Misaka sono impegnate con le attività di club e Sharon è andata a fare shopping con Muzet. Il mio pensiero va proprio a queste due, chissà come se la staranno cavando? Posso solo cercare di immaginare quale possa essere stata la loro reazione quando hanno messo piede nel primo negozio. Ma due come loro non avranno problemi ad abituarsi a questo mondo.
    Sdraiato sul mio adorato divano, in una stanza rischiarata solo dalla poca luce proveniente da fuori, guardo la pioggia picchiettare sul vetro della finestra del mio ufficio mentre ripenso a mondi lontani che non potrò più vedere, avventure che non mi appartengono più e delle quali sento estraneo anche il ricordo. Mentirei se dicessi di non provare nostalgia per quei tempi, a volte sento invadermi dalla tristezza al pensiero di tutte quelle persone che mi sono lasciato indietro, mi domando come stiano gestendo il regno ora che li ha abbandonati anche Sharon, se hanno subito altri attacchi, se gli ecatonchiri superstiti sono tornati a farsi vedere, se la convivenza con i grifoni continua tranquilla e molte altre cose, ma mi basta prendere tra le dita una ciocca dei capelli di Bianca, sentire il loro profumo e la sua voce che mi ripete per l'ennesima volta di non fare certe cose in pubblico e mi dimentico di tutto. C'è chi in tutta una vita non fa nulla per la propria sorella, mentre io per lei...
    Chiudo gli occhi e li copro con una mano. Improvvisamente mi sento stanco, affaticato, bisognoso di averla accanto, di tenerle la mano mentre mi mostra con entusiasmo il suo nuovo smalto per unghie, di ascoltarla mentre mi prega di indossare la camicia che ha comperato apposta per me l'ultima volta che è andata al negozio con Lili. Vorrei stringere.... la mia bambina...
    Non lo so cosa mi succede, forse è la pioggia che mi fa questo effetto; molti eventi hanno avuto inizio in un giorno di pioggia.
    Sono tentato.
    Voglio correre fuori sotto la pioggia, infradiciarmi, lasciare che l'acqua lavi via tutti i miei pensieri e che le gocce nascondano le mie lacrime.
    Piangerei davanti a tutti senza che nessuno possa vedermi, accoglierei con il sorriso persone ignare del mio dolore nello stesso momento in cui lo esterno. Che grande cosa sarebbe.
    Conterò fino a tre e poi correrò via sotto le nubi temporalesche, lascerò che le strade bagnate diventino le mie guance, i rivoli che le attraversano il volto della mia afflizione, le fronde degli alberi saranno le mie ciglia umide. Correrò lungo il mio volto, guardando la mia anima oppressa da nuvole che le impediscono di godere del Sole.
    1...
    2...

    "Hei! Ti senti poco bene?"

    Il tre non riesce ad arrivare. Non è tanto la voce quanto più il calore che avvolge la mano distesa lungo il fianco a fermare quel numero.
    Scopro gli occhi per guardarla ma li richiudo immediatamente d'istinto, sorpreso da un improvviso raggio di luce che mi colpisce attraverso le finestre. Ha appena smesso di piovere ma ha già iniziato a rischiararsi, come se il nostro astro non vedesse l'ora di darmi prova della sua presenza, che, anche se coperto da nubi fitte quanto le tenebre di un passato dal quale non puoi fuggire, lui era sempre stato lì senza mai smettere di brillare.

    "No, Mimì, non preoccuparti. Era così buio che stavo per addormentarmi."

    Mento cercando di coprirmi di nuovo il volto, pur senza sottrarre la mano dalla sua presa. Lei, però, non si accontenta e mi prende l'altra mano, togliendomela dal viso. Tasta il palmo e poi la richiude.

    "È umida.”

    Non le rispondo, cerco di fare finta di nulla e di voltarmi dall'altra parte con fare annoiato ma me lo impedisce, fa che io mi giri verso verso di lei e che lo mostri gli occhi leggermente arrossati. Dalla sua reazione credo abbia capito.

    ”Sono piuttosto stanco, volevo dormire un po' ma non ci sono riuscito.”

    Si sente da lontano un miglio che è una banale stupidaggine, ma continuare a difendermi in questo modo è il massimo che posso fare. Non so cos'altro potrei dire, non sono cose che posso spiegare così facilmente e per le quali sperare di essere creduto.
    Mimì mi guarda sconsolata, quasi stento a credere che quegli occhi pieni di biasimo siano i suoi.
    Scrolla con forza la testa, si dà due colpetti sulle guance e quasi come se lavorasse la cera cambia la propria espressione riprendendo il ben più familiare sorriso beffardo e sguardo provocatore.

    ”Non ci riesci? Possiamo provare a dormire insieme e se entrambi non ci riusciamo ci possiamo sempre inventare altro.”

    Ecco che ricomincia, ed io che per un giorno speravo di non essere molestato da lei. Purtroppo però non sono davvero in vena per questo, non sono dell'umore adatto.

    ”Per favore, oggi niente molestie.”

    Detto ad alta voce da me suona ridicolo, oltre che inutile dato che questo non l'ha mai fermata. Può provarci finché vuole, non starò al gioco.

    ”Mi spiace deluderti, ma oggi non ce ne saranno.”

    Mi dice sedendosi sul divano di fianco a me. Non fa caso alla mia sorpresa, al mio sopracciglio alzato come a dire 'ma davvero?', si distende e mi si rannicchia accanto. Non avevo mai visto questo suo sorriso così dolce ed ingenuo. C'è spazio tra di noi ma lo stesso mi sembra di riuscire a sentirla sulla pelle.

    ”Forse... non riuscivi a dormire perché avevi freddo. Prova ora.”

    Un po' rossa in viso, mi guarda con un certo imbarazzo e quasi non riesco a riconoscerla. Lei non può essere Mimì. Spinto dal dubbio, indago nella sua mente con la One Heart ma non trovo nulla che possa convincermi che non sia lei. Mi sento arrossire per la mia stupidità, per non essere mai stato capace di accorgermi di quanto sia bella la ragazza che mi è accanto e che ora è scossa da un brivido di freddo per il soffio d'aria che si è infiltrato attraverso la finestra.
    Questa volta sono io ad abbracciarla, non credevo che sarebbe mai successo.

    ”Il sonno è passato.”

    Ridacchia, timida ed imbarazzata, e mi sento come finito in una trappola.

    ”Hai cambiato approccio?”

    ”Un po'.”

    Confessa con sincerità. Non posso negare di preferirla così, la sua aggressività mi ha sempre spaventato e tenuto in guardia, ma lo stesso non posso non avere la sensazione di essere stato giocato da lei, quasi raggirato. Non che mi dispiaccia, l'ho sempre trattata male e se serve questo perché le dia quelle attenzioni che merita sarò felice di essere ingannato ancora molte altre volte. Ma cos'è che mi tiene davvero così lontano da lei? E perché è così tanto fissata con me?

    ”Cos'è che senti per me? A volte sembra un'ossessione, altre volte un gioco. In rare volte come questa... Come fai a restarmi accanto? Come puoi perdonarmi per come ti ho trattata? Sono stato sempre ingiusto con te, eppure sei qui. Perché?”

    Suona diversa da come la immaginavo, forse sono queste le vere parole che le volevo dire. Le sto lontano però la sento vicina, anche oggi è stata lei a consolarmi.

    ”Tu mi piaci. Mi sei sempre piaciuto. Fin da quando sei entrato per la prima volta nel locale. Ho riso quando Sophie ti ha spinto avanti per parlare con Misaka, ho continuato a tenerti gli occhi addosso per tutto il tempo che sei stato al tavolo con tutti quegli scalmanati. Ero fuori dalla porta quando ti sei chiuso nel bagno con quei due e mi sono nascosta quando sei entrato nelle cucine dicendo di essere il sostituto di Misaka. È davvero un'ossessione. Sono ossessionata da quel giorno, mi sono pentita molte volte di non averti parlato subito, di non essermi fatta avanti mentre le altre urlavano. Avevo paura che conoscendomi saresti scappato. So di avere un caratteraccio, di non riuscire a mostrare alcun lato buono a chi mi piace. Anzi, più una persona mi piace e peggio mi comporto, fino ad ora sono tutti scappati. Solo tu non te ne sei andato. Solo tu sei ancora qui e non vuoi scappare. Più ti conoscevo e più cresceva il rammarico. Sono ossessionata da quel giorno. Se fossi entrato un minuto prima sarei stata io ad accoglierti, ai tavoli vi avrei servito io, quel Grey avrebbe sporcato il mio di vestito e sono io quella che sarebbe stata accolta tra le tue sorelle e che poi sarebbe stata servita da te. Un minuto. Se fossi entrato un minuto prima avrei avuto io quel che ha Misaka. Se sei stato ingiusto con me la colpa è mia. Mi sentivo derubata e non volevo starci. Ti volevo io ma, come sempre, ho mostrato il lato sbagliato. Ogni volta temevo che sarebbe stata l'ultima parola che ti rivolgevo, ti volevo ma non sapevo come fare. Tutto ciò che avevo da offrire era me stessa, l'unica cosa che avevo per combattere una fortuna che non mi aveva scelta era il mio corpo. Mi sono comportata molto male e sentivo che il mio comportamento ti allontanava ma non potevo farci nulla. Eppure tu non te ne andavi. Vedevo quel che ti succedeva, ho visto quante ragazze hanno iniziato a ronzarti intorno ed ognuna di loro sembrava sempre in vantaggio su di me. Non sono così stupida, ho capito che con loro hai un legame particolare, avete condiviso qualcosa di strano dal quel io sono stata esclusa. Avevo capito di non poter più ambire a farti solo mio, mi ero preparata a condividerti con altre ragazze. Non volevo più essere la prima, mi bastava anche essere la seconda o la terza ragazza che potevi vedere come donna. Volevo solo un posto nel tuo cuore. Poi... sono comparse dal nulla quelle altre. Con Misaka avevi vissuto qualcosa di strano, Lili è la tua amica d'infanzia che avevi perso molto tempo fa, ero convinta che ti avrei diviso con loro. Ma Sharon e Muzet sono comparse all'improvviso e non sembrano nemmeno di questo mondo. Pensavo di poter essere la terza, ma con loro come avrei potuto fare? Come potevo competere con due ragazze come quelle? Ti chiamano in modo strano, sembrano conoscerti meglio di tutti gli altri. Sento i discorsi che fai con Sharon ed ogni volta sembrate ricordare cose di tanto tempo fa che nessuno conosce. Razionalmente, da quando è comparsa per me è finita. Nemmeno Misaka e Lili possono competere con lei. Sembrate fatti per trascorrere insieme la vostra vita. È per questo che ho fatto ciò di cui più mi vergogno. Quel giorno, quando Sophie ha avuto il suo appuntamento con Celestia, sapevo delle mie condizioni. Lo sapevo che era un giorno a rischio ma almeno avrei creato un legame. Ho pensato che fosse la mia ultima occasione, se ti avessi dato un figlio forse saresti stato mio, ma in qualche modo lo hai capito. Sì, io ero ossessionata e sono tutt'ora ossessionata. Ero disposta a tutto, anche a legarti per avere l'unica persona che sembrava potermi davvero capire. Tu per me sei questo, l'unico che mi capisce, l'unico che mi accetta e mi sopporta, che sembra vedere oltre la mia maschera aggressiva e disinibita. Mi sei piaciuto dal primo istante e più ti conosco più mi piaci. Sei sempre disponibile, sei gentile, sono anni che ti prendi cura delle tue sorelle e sembri felice di farlo. Ti mostri sempre con il sorriso anche se ti porti dentro un peso enorme. Non pensavo di farcela, ma ti ho confessato tutto. Ora mi odierai, lo so. Ho tentato di incastrarti, di ingannarti, ti ho trattato come il premio di una competizione. Ho tentato più volte di lasciarti andare, di rinunciare, ma non ci sono riuscita. Non posso farcela perché io ti amo.”

    Ho bisogno di un attimo per riprendermi, per metabolizzare tutte queste parole e capirle davvero. Tutto questo mi ha travolto, mi sento stordito ed incerto sul significato di quel che ha appena detto. In un certo senso mi ha scosso, mi sembra di aver paura di lei. Non me lo aspettavo. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Muovo le labbra un paio di volte ma non esce suono, non mi vengono le parole, non so come risponderle. Non è una cottarella adolescenziale, non è un sentimento confuso ed incerto che crede amore. Non avevo capito nulla di Mimì.

    ”Hitomi...”

    Aver pronunciato il suo nome completo mi spaventa ancora di più, ha aperto il suo cuore e sembra che io stia mettendo le distanze. Cerca di divincolarsi, di alzarsi ed andarsene, ma so per certo che se ora la lasciassi andare scoppierebbe in lacrime. Non so cosa fare. È la prima volta che mi sento davvero in questo modo, non ricordavo cosa volesse dire non capire nulla di quel che sta succedendo, ho studiato fin troppe persone, esaminato milioni di anime, ma mai nessuno era come lei. Il cuore di una ragazza pura è più spaventoso degli eserciti di esseri alchemici. In questo momento mi sento come una persona normale. Sono normalmente spaventato, normalmente incerto, normalmente impacciato. La mia razionalità superiore è stata sconfitta. Trius Maehistos ha perso.
    Non la lascio andare, tenta ancora di divincolarsi ma non la posso lasciare andare.

    ”Aspetta. Ti prego.”

    Mimì smette di cercare di liberarsi e decide di starmi a sentire.

    ”Mimi...io non posso odiarti. Non puoi essere tu a fuggire perché come vedi io sono ancora qua.”

    La mia razionalità mi aiuta solo fino a qui, ma come posso pensare di affrontarla in questo modo? Non sono più un tale mostro. C'è solo un modo in cui posso risponderle dimostrandomi alla sua altezza.

    ”Mi dispiace. Non lo avevo capito. Non immaginavo che per te fosse così difficile. Non avrei voluto che tu entrassi in competizione con quelle altre, non volevo che ti spingessi a tanto e ti umiliassi per me. È solo colpa mia. Non sono stato capace di farti capire quanto tenga a te. Non dovevi sforzarti di essere accettata o di essere notata, non hai mai avuto bisogno di far nulla perché ti ho sempre voluto bene. Ai miei occhi sei da sempre una bellissima donna. Non sai quanto mi senta fortunato per aver fatto innamorare di me una ragazza come te. Lo ricorderò sempre con una punta di orgoglio. Se solo le cose fossero diverse...
    È vero, se quel giorno avessi conosciuto te per prima forse le cose sarebbero andate un po' diversamente, probabilmente mi avresti ammaliato con il tuo primo sguardo. Purtroppo però non posso dare a nessuna di voi ciò che vorreste, la mia situazione non me lo permette. Sei gelosa di Sharon, credi che sia la più adatta a vivere con me ma la verità è che lei è affascinata da un altro me, quello che ha già passato con lei il tempo di una vita intera e, una volta giunti alle nostre età, i venti anni di differenza è come se fossero due. Muzet è comparsa dal nulla, ma tra me e lei non è possibile che ci sia nulla. Con Lili c'è una distanza di dieci anni ed una sua condizione estremamente complicata. Con Misaka invece... non abbiamo mai capito cosa ci sia. Non so che idea ti sia fatta, ma da lei ho avuto solo un singolo bacio in quello che stava per essere il mio ultimo momento di vita. Tu, invece, sei la prima ragazza che vedo come donna che abbia mai detto di amarmi.”


    Questa volta è Mimì ad essere rimasta senza parole. Ho detto cose troppo strane, mezze citazioni agli eventi che mi hanno avvicinato a quelle ragazze, riuscire ad esprimermi è difficile.

    ”Quel che voglio dire è... che... che se fossi stato una persona normale è con te che... si, insomma, è con te che avrei voluto stare e nessun'altra.”

    Insomma, almeno credo. È innegabile che mi piaccia altrimenti non sarei sempre stato al suo gioco e non credo che avrei davvero retto tutte quelle sue angherie, come quando mi tirava i piatti senza motivo, solo perché si sentiva sfidata dalla mia capacità di afferrarli tutti.

    ”Ma allora... tu per me provi qualcosa?”

    ”Sì. Ti voglio bene, Mimì. Se solo la mia situazione fosse diversa... se solo fossi nelle condizioni di poter avere una ragazza o di potermi davvero legare a qualcuno, tu non saresti solo la terza. Ma ho bisogno di tempo, ho bisogno di liberarmi della mia diversità, della mia anormalità. Vorrei poterti raccontare tutto, spiegarti in che situazione mi trovo ma sarebbe pericoloso. Per poter stare con te ho bisogno di diventare quello che non sono, una persona normale. Non so quanto tempo mi servirà, non so nemmeno se sarà mai possibile. Per questo non posso chiederti di aspettarmi. Vorrei che tu fossi più della mia migliore amica, ma se ti voglio davvero bene non posso trascinarti nella mia maledizione.”

    La sto respingendo. Mi sento male per quel che sto facendo, ma è necessario. Non posso permettermi di essere una persona normale, l'ultima volta stavo per perdere tutto, i miei nemici sono troppi e troppo forti, ho bisogno di essere più potente di quanto sia mai stato per poter difendere il mio mondo. Per difendere anche lei.

    ”No. Ti aspetterò.”

    Dopo queste parole la guardo perplesso, confuso.

    ”Te l'ho detto, per me sei un'ossessione. Se non mi sono arresa fino ad ora, anche se pensavo di non poter battere quella altre, ora che ho sentito queste parole non posso lasciarti andare. Continuerò ad aspettarti per tutto il tempo che servirà, anche per sempre se solo continuerai a stringermi come stai facendo ora, a trascorrere del tempo con me, a sopportare le mie stranezze e mi dimostrerai un po' di più di volermi bene, allora io sarò contenta.”

    Mi sorride imbarazzata ed io sento sciogliermi per quanto è dolce.

    ”Questo lo posso fare”

    Le rispondo con un filo di una voce che è quasi rotta dalla commozione. Mi sembra di averla conosciuta per la prima volta. Come posso essere stato così stupido fino ad oggi? La bacio sulla fronte e non posso fare a meno di ricordarmi di qualcosa che non ho mai detto a nessuno.

    ”Se solo ripenso a quel che è successo quando sono entrato a far parte del Maid. In due sono passati da me solo per dirmi di starti lontano. Che doveva essere loro. Se avessero sentito questi discorsi credo che ora si sarebbero sotterrati. Non so, mi sembrava giusto che almeno tu sapessi di questo.”

    È effettivamente successo. Non l'ho mai raccontato perché non mi sembrava un racconto degno di nota, non ho mai avuto particolare interesse per Mimì prima d'ora. Non ricordo il nome di quei due, non sono durati molto. Si sono permessi di minacciare Sophie. Lascia stare Hitomi oppure la tua graziosa sorellina dai codini avrà una spiacevole doppia esperienza come prima volta? Credo li abbiano dimessi un paio di settimane fa, ma non sono più tornati a scuola anche perché ho messo bene in chiaro che se li avessi rivisti gli avrei strappato l'anima. Quanto ero esaltato...

    ”Perché non mi racconti mai niente? Ho capito che ci sono cose che non devo sapere, ma ci sarà pur qualcosa che mi puoi dire. Ad esempio, perché prima piangevi?”

    Perché...piangevo.

    ”Stavo ricordando... Hai mai fatto un sogno così reale e vivido da sembrarti vero? Una volta mi è capitato. Ciò che c'era in quel sogno era troppo dolce perché lo dimenticassi. Ho sognato di avere una figlia. Marisa. Era figlia mia e di Lili. Avevano circa trent'anni, io ero un chirurgo dell'anima ed il braccio destro della sempai Naze, lei una grande giornalista che aveva ottenuto fama internazionale a 26 anni con l'articolo “L'anormalità della Gente”. Ma la nostra più grande gioia era nostra figlia. Era una bambina incredibile. Aveva dei capelli biondissimi che le arrivavano fino alla vita, gli stessi occhi verdi di Lili. Era bellissima. Era una forza della natura, inarrestabile, non si fermava mai un momento e non smetteva di fare domande sul mondo, voleva sempre sapere tutto. E com'era difficile spiegarlo ad una bambina di sette anni. Pensare che fino ai cinque anni ci aveva dato così tanti grattacapi perché era iperattiva come Sophie. Quando uscivamo con lei dovevamo sempre stare attenti perché non ci dava la mano, correva sempre avanti costringendoci a rincorrerla ed a dividerla dagli altri bambini. Non li sopportava, sembrava quasi che li cacciasse come un bracconiere. Non dimenticherò mai quando la vidi trascinare due maschietti per le orecchie attraverso il parco perché avevano cercato di salire sullo scivolo prima di lei. Ed io che non mi scusai nemmeno con i loro genitori quando vennero a protestare, anzi li rimproverai. Erano in due e si erano fatti sottomettere da una bambina che era anche più piccola di loro. Mi dettero dello screanzato ma non potevo farci nulla, la adoravo troppo per poterla sgridare o rimproverare. Era il mio orgoglio. Una bambina più pestifera di me, Sophie, Bianca e Lili messi insieme. Ogni tanto mi sembra ancora di sentirla tra le braccia nonostante siano passati più di novant'anni da quando me l'hanno portata via.”

    Sento Mimì perdere il respiro mentre cerco di stringere la mano di una bambina che non esiste.

    ”Era il padre di uno dei bambini che avevamo in cura. Un discendente di Ledath. Suo figlio era diventato amico della mia Marisa. Quando ha scoperto che era una Maehistos l'ha rapita. Non ho potuto fare nulla per salvarla. Non sono riuscito a riportarla indietro. Ero troppo giovane, troppo inesperto, non sapevo usare l'Origine. Lili non ebbe la forza di vedere il suo corpicino. La mattina del suo funerale non riuscì ad uscire di casa. Quando tornai la trovai sul letto con in mano un flacone di medicinali. Si era suicidata. Affianco a lei c'era solo un biglietto con cui mi chiedeva scusa ma che doveva andare. Marisa aveva bisogno della sua mamma. Nella disperazione ho distrutto quell'intero mondo. Stavo piangendo perché ho ricordato questo.”

    Solo ora che ho finito di parlare mi rendo conto che sto piangendo di nuovo. Non so da quanto ho iniziato, ma le lacrime non la smettono di scendere. Mimì cerca di asciugarmele.

    ”Scusa, non so cosa mi sia preso.”

    ”Sei proprio sicuro che fosse solo un sogno?”

    ”Si. Uno di quei sogni così dolci che sai non ritorneranno più e che ti faranno piangere sempre per quanto dolorosa è stata la loro fine.”

    ”Spero che il mio non finisca così.”

    ”Anche tu hai fatto un sogno che sembra vero.”

    ”Forse lo sto facendo proprio ora e so già che quando mi sveglierò sarà come se non ci sia stato. Ricomincerò a comportarmi come prima e tu farai altrettanto. Per questo non voglio che finisca questo sogno in cui tu mi tieni tra la tue braccia.”

    Anche se tra le lacrime non posso fare a meno di sorridere, queste sue parole mi hanno scaldato il petto.

    ”Attenta. In questo modo un ragazzo potrebbe finire per innamorarsi.”
     
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    Prima che me ne accorgessi si è fatto buio, sarà meglio tornare a casa. Chiudo le finestre e tiro le tende, mi piace lasciare tutto in ordine prima di andarmene. Noto, però, che le tende sembrano più pelose del solito. Aspetta, da quando in qua le tende sono pelose? Intendo proprio peli! Queste sono così! Non so perché, ma ho l'insana tentazione di mettermele in bocca. Che sia regredito alla mente di un poppante? Può anche essere, ma visto che non c'è nessuno... gnam!

    ”Ahn? Nooo...”

    Cosa? Ma le tende...HANNO PARLATO! Ma non è possibile!

    ”Smettila di succhiarle l'orecchio, fratello scemo.”

    Riconoscendo la voce di Bianca mi sveglio di soprassalto. Appena apro gli occhi capisco cos'era che stavo toccando e che ho messo in bocca: è l'orecchio pelosetto di Foxy, la mia ragazza volpe. Glielo lascio andare.

    ”S-scusa...”

    Lei corre a nascondersi dietro Bianca.

    ”Non è niente. È che... mi hai sorpresa...”

    Fa capolino da sopra la spalla di Bianca per sorridermi, contrastando con l'espressione corrucciata della mia sorella. Anche questa, però, si rilassa subito.

    ”Eravamo preoccupate. È tardi e non avevamo tue notizie, per fortuna sei qui. Certo che addormentarti in questo modo...”

    Stavo dormendo? Non ricordo assolutamente di essermi addormentato, chissà quando è successo.

    Mimì è già andata via?”

    Domando sorprendendole un po'.

    ”Mimì? Ma lei non era qui. C'eri solo tu.”

    Come sarebbe a dire c'ero solo io? Ma lei era qui. Forse... se ne è andata via quando mi sono addormentato? Ma allora che altro abbiamo fatto? Non può essere che mi sia sognato anche quello. Però... devo dire che era proprio un bel sogno.

    ”Che sorriso. Sembri felice.”

    Come al solito a Bianca non sfugge nulla.

    ”Hai mai fatto un sogno così reale e vivido da sembrarti vero?”

    Sul principio sembra sorpresa, ma risponde senza esitare.

    ”Certo. Tutta la mia vita precedente.”

    Ma a quel tempo era lei ad essere il sogno. Prendo tra le dita una ciocca dei suoi capelli e la massaggio mentre la avvicino per sentirne il meraviglioso profumo.

    ”Credo di averne appena fatto un altro.”

    ”Me ne vuoi parlare?”

    ”Vorrei, ma non credo che sia uno di quei sogni che si possono raccontare.”

    Fine

     
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    Che dire, innanzitutto mi scuso del ritardo :asd: Poi... Ottima role, molto scorrevole anche se pesante (non in senso negativo) per gli argomenti trattati. Ottima scrittura, scorrevole come al solito. Peccato un po' per il finale, speravo che fosse tutto vero :huu:

    EXP: 18
     
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2 replies since 10/6/2015, 21:40   79 views
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