[CONCLUSA] La Terza Ombra

Narrazione privata

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    Introduttiva di una nuova trama personale


    È notte fonda, mi sono trattenuto al Maid fino a tardi per aiutare la presidente con la contabilità, vuole sempre me perché dice di trovarsi molto bene a fare questa attività con me, le sembra che ragioniamo nella stessa maniera e che abbiamo un approccio molto simile in materia contabile. Non immagina che sfrutto esattamente le sue competenze ed il suo modo di fare, è naturale che facciamo le cose allo stesso modo. Siamo stati impegnati fin dalle sei del pomeriggio, ho ricevuto sette telefonate di Cheria e di Bianca, tre visite di Sophie ed un disturbo di Muzet, probabilmente l'evento peggiore della giornata dato che ha scombinato le carte mandando in fumo più di un'ora di lavoro. Volevamo cenare, ma quando abbiamo iniziato a capire come sono messe le finanze ci è completamente passato l'appetito. Dobbiamo aumentare gli incassi, magari aumentando l'orario in cui il locale è aperto, solo che ci servirebbe altro personale e non avremmo esattamente la possibilità di pagarlo. Quindi non abbiamo nemmeno cenato, e forse è stato meglio così. La presidente aveva detto che avrebbe cucinato per ripagarmi del disturbo ma, e che resti tra noi, non è proprio brava ai fornelli e sarei stato costretto a mangiare roba bruciata e dal sapore tremendo per non offenderla. Però adesso ho fame e lo stomaco continua a mandarmi segnali che sono costretto ad ignorare. Percorro lentamente il vialetto deserto del parco, probabilmente dovrei guardarmi attorno circospetto e stare attento ad eventuali malintenzionati, anche se è un'area di un distretto scolastico i pericoli possono essere sempre in agguato. Cheria è sempre troppo apprensiva, anche se ci provo e ci metto tutto il mio impegno non ce la faccio davvero ad essere preoccupato. È solo un parco, non posso riuscire ad avere paura.
    Colpisco con un calcio un sasso che mi si para davanti e lo osservo mentre rotola lontano, è un ostacolo molto semplice da spostare, ma è uno di quelli che se non lo aggiri o lo risolvi continuerà a ripresentarsi sul tuo cammino. Dopo pochi passi lo stesso sasso mi ostacola di nuovo e questa volta non lo colpisco ancora, lo scanso per non incontrarlo più sulla mia strada. Non sopporto le lotte che si protraggono nel tempo senza risolversi.
    Un'improvvisa folata di vento mi scosta i capelli e mi fa strizzare gli occhi di fastidio; mi passo una mano sulla faccia per togliere qualcosa che non c'è, una sensazione di disagio che mi costringe ad una azione senza fine per stare di nuovo bene. Alla debole luce di un lampione ancora lontano, mi guardo le mani spinto dall'abitudine e le vedo rosse, coperte di un liquido viscoso. Strizzo gli occhi e scuoto con forza la testa, quando le riguardo quel rosso non c'è più. Massaggio lievemente la mia tempia sinistra, sento il sopraggiungere di un'emicrania. Ultimamente questo fenomeno sta peggiorando, alla realtà sovrappongo sempre più spesso quelle immagini. Ho visto fin troppe cose.
    Ho combattuto per troppo tempo, senza mai avere tregua, tutta questa pace mi sembra così innaturale. Mi sono ridotto a combattere contro i sassi. Sono annoiato da questa tranquillità che ho tanto desiderato, non riesco ad essere completamente felice in questa situazione che io stesso ho creato. Mi annoia perché so che non è reale, c'è qualcuno da affrontare ma non è in agguato, ci sono persone con cui sistemare i conti ma non si fanno vedere. C'è il flagello di un'esistenza maledetta che non si palesa. Sto straparlando, sono troppo stanco per potermi dare ascolto.
    Sbadiglio, sia per il sonno che per la fame, e mi stropiccio gli occhi. Non guardo nemmeno più, la strada è sempre la stessa. Mi concentro sulle percezioni, cerco di cogliere ogni anomalia, ma oramai anche questo lo faccio stancamente, non c'è mai niente che valga davvero la pena avvertire, solo questo venticello che mi impedisce di addormentarmi e non c'è bisogno di poteri per sentirlo.
    Da quanti giorni sarà iniziato Giugno? Forse due o forse tre. Maggio mi è sembrato eterno.
    Il telefono vibra ancora, Cheria mi sta chiamando di nuovo, rispondo pensando a cosa non vada in me, a perché non riesca a concentrarmi su ciò che ho sempre voluto e che ora sento di avere a portata di mano.

    « Si?...Abbiamo finito poco fa... No, non ancora... Volevamo, ma quei conti non aiutavano l'appetito... Non so come faremo, ci servirebbe qualcuno che lavori gratis, bello eh?... Va bene, passo da voi... Mi va bene tutto, non darti pensiero... Sì, arrivo. »

    Metto via il telefono con lo stomaco che inizia a brontolare, solo il pensiero di poter mangiare qualcosa lo mette in subbuglio. Mi fermo in mezzo al vialetto e mi stiracchio per bene, respiro a fondo l'aria della notte e mi sento un po' più rilassato, in fondo sta andando quasi tutto bene.
    Sto per riprendere a camminare ma non riesco a decidermi a fare il passo. Nelle percezioni della One Heart, fino ad ora così normali, sto iniziando a sentire uno strano eco, una rimanenza di dati che prima non avevo notato, sono distanti e strani, sono quel qualcosa di anomalo che stavo cercando ma che non volevo realmente trovare. Vorrei andarmene ma non posso, mi sento attratto da quella anomalia e senza rendermene conto abbandono la mia strada per avvicinarmi con cautela.
    Più mi faccio vicino e più si intensifica quell'eco, le percezioni ora sembrano come impazzite, ho bisogno di tutta la mia concentrazione per tenere sotto controllo la mia anormalità e per riuscire a capisci qualcosa. Sono in due, uno so che è una persona, l'altro non riesco a capirlo. Dopo molto tempo sono sorpreso.
    Sento la persona farsi più debole, è in grave pericolo. Non c'è tempo da perdere, inizio a correre ignorando ogni cautela, devo fare in tempo, devo capire cosa sta succedendo.
    Mi fermo, per quel che avverto dovrei essere praticamente davanti a quella cosa ma non c'è niente, solo l'erba del parco. Cammino lentamente studiando la situazione, se non sapessi che sta accadendo qualcosa sarei portato a pensare che sia tutto normale. Continuo a camminare fino a rendermi conto che non ho fatto altro che muovermi in tondo, sto girando attorno a quella cosa che percepisco. Che mi stia tenendo fuori? Perché è qui, io non mi sbaglio. Tasto l'aria davanti a me ma ritraggo subito la mano, mi è sembrato di sentire qualcosa di viscido e gelatinoso, appena l'ho toccato ho avuto la sensazione di poter essere fulminato da un momento all'altro. Qualunque cosa sia, ha alzato una barriera e non vuole essere disturbata. Che peccato. Salto contro quella barriera cercando di sfondarla di spalla, mi sembra di attraversare uno strato di burro, almeno è questa la sensazione, ma mentre la attraverso sento il mio intero corpo percorso da una forte tensione, una elettricità che mi si scarica addosso squarciando in vari punti la mia carne, è una trappola che impedisce anche la fuga ed è molto più dolorosa di quel che speravo. Sul braccio i tagli sono tanto profondi che la carne sembra strappata e la mia giacca preferita è a brandelli. Le ferite più lievi si coprono di cenere e smettono di sanguinare, quelle più gravi si incendiamo e vengono momentaneamente riparate dalle fiamme mentre i tessuti si rigenerano.
    Al centro di tutto vedo immediatamente quella che è poco più di una bambina, la conosco, è Nova Mary. Cosa ci fa qui? Sembra incredibilmente sofferente.

    « Mary! »

    Ma non può rispondermi, non sembra cosciente. Vorrei andare ad aiutarla ma il mio corpo non si muove, è come paralizzato alla vista di quella figura che è china sulla bambina, quegli occhi rossi che mi osservano e che cercano di divorarmi. Innumerevoli catene appaiono nello spazio tutto attorno a quella figura mentre allenta il morso sul collo di Mary e smette di berne il sangue. La sua bocca è mostruosa, attraversa tutta la faccia da una parte all'altra ed ognuno dei suo denti sembra una lama. Dai lineamenti che scorgo, prima che si ricopra la bocca con quello che sembra tessuto organico del suo abito, sembra una ragazza ma non posso dire con certezza che sia umana. Su quel volto, in parte coperto anche dai capelli neri, si vedono solo gli occhi. Qualcosa si muove alle sue spalle, una grossa e lunga coda segmentata biforcuta. Modifica l'estremità della coda in una grossa lama, so già cosa vuole fare ma non riesco a distogliere lo sguardo dagli occhi. Quella coda scatta verso di me, si allunga a dismisura come se non avesse un limite; sta mirando al mio petto, vuole che questo sia l'unico colpo. Solo pochi metri mi separano da quell'appendice letale ed io non riesco a muovermi.
     
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    Sono pronto ad essere colpito, lo ero stato fin dal principio, ma quella lama scompare quando è sul punto di trafiggermi. Quell'essere ritrae la coda con un verso di dolore, l'estremità non è solo scomparsa ma sembra essere stata tagliata con grande precisione dato che sul moncone non ci sono irregolarità e segue una linea vagamente rotondeggiante. Davanti a me l'aria si addensa, diventa simile ad un vapore che prende una posizione ordinata prima di delineare meglio una forma che prende consistenza e diventa materiale; in pochi istanti i lunghissimi capelli di Muzet mi coprono completamente la vista.

    « Che ti prende, dolcezza? La paura ti paralizza? »

    Mi dice senza nemmeno guardarmi, non vuole perdere d'occhio nemmeno per un attimo quello strano avversario.

    « Paura? Ero così eccitato dallo scontro che non sapevo da che parte andare. »

    Scambiamo brevi battute ma siamo entrambi concentrati sulle abilità rigenerative di quell'essere, i danni alla coda sono già stati riparati. Allo sguardo di Muzet non sfuggono tutte quelle catene, si fa più seria.

    « Dovevi chiamarmi subito. Non puoi affrontare una Origine nelle tue condizioni. »

    « Sottovaluti troppo la Fenice, ma questa volta hai ragione. »

    Le nostre esistenze si sovrappongono e Muzet torna a far parte del mio corpo. Ora siamo davvero pronti per mostrare il nostro potere. Il nostro avversario ci studia, ci analizza ma non può cogliere la nostra essenza; appoggia a terra le mani portandosi in una posizione a quattro zampe, con la coda che guizza a destra e sinistra frustando il terreno, preparando un potenze scatto verso noi. Non ci scomponiamo, anche se i dati sono strani iniziamo a comprenderli ed iniziamo a capire le sue intenzioni. Ad un paio di metri da noi si arresta e salta verso l'altro, svelando le catene che erano partite alle sue spalle per colpirci di sorpresa. Una potente folata di vento le spazza via mentre ci concentriamo su quel mostro e ci prepariamo a controbattere al suo pugno destro al quale ha alterato le dimensioni trasformandolo in quello di un gigante. Innumerevoli sfere di singolarità gravitazionale ruotano attorno a noi ed intercettano il pugno, distruggendone la materia; attacca ancora con la coda, non fa altro che cercare di coglierci di sorpresa nascondendo i veri attacchi con roba appariscente, peccato che ora leggiamo comodamente le sue intenzioni, probabilmente senza Muzet non ci sarei riuscito, ma dato che è in me prepariamo le contromisure ancor prima che gli attacchi partano. Solleviamo un muro di terra, sappiamo che non basterà a fermare la coda, ma almeno la rallenterà dandoci la possibilità di afferrarla. Appena la prendiamo Muzet fuoriesce.

    « Prendi la ragazzina! »

    Urlo mentre stringo più saldamente la presa, ora illuminata dalla luce delle ali di fiamme che sono comparse sulla mia schiena appena Muzet si è staccata. Quell'essere non può volare, la forza di gravità farà il lavoro maggiore, io devo solo indirizzarla nel verso giusto, quello che la porterà verso la parete della sua barriera. La mia è una scommessa, senza certezze la schianto contro quella parete ed un sorriso malevolo mi attraversa la faccia vedendo che la mossa ha avuto successo, anche quell'essere subisce i danni della sua barriera. Si schianta a terra fuori dalla spazio che aveva isolato e l'intera barriera svanisce. Sto per lasciare andare la presa ma la coda si attorciglia attorno al mio braccio. Varie catene escono da terra e si avvolgono al mio corpo, immobilizzandolo. Il mio avversario accorcia la coda e sfrutta la forza di richiamo per lanciarsi contro di me. La sua mano si è trasformata in un artiglio da conficcarmi in gola, ma anche questo suo proposito non va a buon fine. Vedere che sono svanito dalla sua costrizione, sostituito da Muzet che la sbeffeggia, l'ha scossa e questo le ha fermato il braccio.
    Ridendo, Muzet svanisce e torna da me, nella posizione dov'era lei prima, vicino alla piccola Mary.
    Riverso sul corpo della ragazzina le fiamme per darle sollievo, accusando un po' il contraccolpo per il dolore che le sto sottraendo ma non è niente di insopportabile per me. Sollevo Mary, pronto per portarla via, e fuoriescono le braccia di Muzet che inizia a richiamare i venti ed a manipolarli, facendoli ruotare a grande velocità ed alterandone la temperatura e la conducibilità elettrica. Non avete idea di cosa stiamo preparando.
    Nemmeno quell'essere, ma deve aver intuito la pericolosità e sfrutta l'occasione per esibirsi in una indecorosa fuga. Lo lasciamo andare, ci conviene. Non siamo ancora completi, non ho abbastanza energia per sostenere un combattimento per molto tempo e probabilmente avremmo avuto a disposizione solamente un attacco. Se avessimo fallito saremmo stati nei guai.
    Muzet fuoriesce e riprende definitivamente la sua forma corporea, il pericolo è passato.

    « Certo che tu hai delle amiche proprio interessanti. »

    Anche se cerca di stuzzicarmi ha una espressione molto seria, evidentemente anche lei ha sentito un po' la tensione di questo scontro.

    « Mary è fuori pericolo, i danni non erano gravi e con un po' di riposo starà meglio. Andiamo da Cheria, ho una strana sensazione. »

    Neanche il tempo di finire la frase che il telefono squilla, è proprio lei che mi chiama. Faccio per rispondere ma appena apro la telefonata devo allontanare immediatamente il telefono per quanto urla. Mi vuole immediatamente da lei perché stanno succedendo cose strane.
    Guardo Muzet, che ha sentito tutto, e lei allarga le braccia e scuote la testa. Non farà resistenza e verrà con me. Prendo Mary in braccio e ci incamminiamo verso il dormitorio.
     
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    Davanti la porta della stanza di Cheria ci fermiamo un attimo ad ascoltare il forte brusio proveniente dall'interno, sembra esserci un po' troppo gente. Muzet bussa e in un istante arriva Sophie ad aprire con un'espressione quasi sconvolta.

    « Oh! Sei qui, finalmente! »

    Mi fa senza mostrare alcun reale sollievo. Mi indica l'angolo alla sinistra della porta e lì vedo Cheria: tutta rannicchiata e con il telefono in mano, fissa il centro della stanza ad occhi sbarrati.

    « Ciao, Tatsuya caro, è da un po' che non ci si vede. »

    Seguo la voce e mi imbatto nel sorriso sinistro di chi meno mi sarei aspettato di vedere: al centro della stanza Break, tra Zwain Zera e Heinz, mi saluta con una delle sue solite espressioni indecifrabili. Davanti a loro, sul divanetto, ci sono Sharon e Bianca, oltre all'onnipresente Foxy, piuttosto felici per la visita che hanno ricevuto. Il contrasto con le altre ragazze è incredibile, ma, dopotutto, Cheria e Sophie hanno conosciuto solo Zwain come nemico e non possono che essere spaventate dalla presenza di tutti quegli individui nella loro camera, mentre Bianca e soprattutto Sharon hanno conosciuto Break come il più prezioso degli alleati. La strana atmosfera di opposizione scompare quando tutti vedono che tra le braccia sorreggo il corpo di Mary.
    Break lascia cadere il suo caratteristico bastone e si precipita da me per sincerarsi delle condizioni della ragazzina, l'unica fissazione di tutte le sue vite.

    « Sta solo dormendo, ho già curato ogni sua ferita. »

    Lo rassicuro mentre la prende dalla mie braccia per andare ad adagiarla sul letto. Muzet fluttua fino al divano e si siede su Foxy, io mi avvicino a Cheria per cercare di scuoterla dallo stato in cui è caduta. Ci sono molte cose che le passano per la testa, pensieri molto confusi e ricordi di una brutta esperienza di una notte dell'ultima estate. Le tolgo il telefono dalle mani, sul quale aveva già composto il numero della polizia, e la aiuto ad alzarsi praticamente tirandola su di peso. Mi guarda con espressione vuota per qualche istante prima di riconoscermi ed aggrapparsi al mio braccio con tanta forza da farmi quasi male. Non si direbbe, ma Cheria è davvero fragile, tra noi è probabilmente la più debole di carattere e la meno adatta al mio mondo.
    Con Break ancora nella stanza di fianco al capezzale di Mary, domando a quello con cui ho più confidenza, almeno credo si possa dire così visto quante ce ne siamo date nelle poche occasioni in cui ci siamo visti.

    « Zwain, che ci fate qui? »

    « La situazione si è fatta di nuovo difficile. Al confronto una sorella che non esiste che tenta di prendere il tuo posto confinandoti in fondo al proprio animo non e nulla. »

    Non aggiunge altro, il ritorno di Break lo blocca ed ora che lui è gli spetta la parola.

    « Ci sono state varie aggressioni, una creatura attacca bersagli indifesi e li lascia in fin di vita dopo aver succhiato quasi tutto il loro sangue e la loro energia vitale. Dalle tracce percepite da Heinz abbiamo tracciato i suoi movimenti e tutto indicava che si sarebbe diretta qui. Ma è arrivata troppo presto. Avevo detto a Mary di restare nascosta, invece è venuta a cercarti. Grazie di averla salvata. »

    Non ricordo di essere mai stato ringraziato da Break, quando si tratta di quella ragazzina lui non riesce proprio a contenersi e mantenere il suo solito personaggio.

    « È stata fortunata, se non fossimo arrivati in tempo ora non sarebbe qui. »

    Guardo Muzet ed a quanto pare anche lei mi stava guardando, siamo entrambi preoccupati per quel che abbiamo visto. Break nota la cosa e subito domanda.

    « Voi avete affrontato la creatura. »

    « Non è una semplice creatura. » interviene Muzet « Aveva un'Origine. Non so ora, ma ai miei tempi non spuntavano possessori a caso. L'abbiamo messa in fuga prima che capisse che eravamo al nostro limite. »

    Sono alcuni secondi che Break guarda Muzet con sospetto.

    « Vedo che il tuo gruppo è aumentato. Ora hai anche una ragazza volpe ed un esper. »

    La sua voleva essere una provocazione per osservare la reazione ed ha modo di osservarne una molto scomposta dato che Muzet si solleva furiosa contro di lui, liberando anche Foxy che scappa verso di me lamentandosi della cattiveria di quella brutta strega.

    « Non osare paragonarmi a quelle infime creature, figlio di Nilios! »

    Inveisce contro di lui, i vetri iniziano a tremare sotto la pressione crescente del vento sulle finestre, non trattiene l'ira e non riesco a comprenderne il motivo, non ho idea di cosa abbia a che fare lei con gli esper, ma dalla sua calma Break sembra sapere cose che nemmeno io so, quanto odio questa sensazione.

    « Allora sei davvero tu, Muzet Maehistos. Non avrei mai immaginato di poterti incontrare. Perdona la mia scortesia. »

    Muzet sembra un po' sorpresa di essere stata riconosciuta, anche se il più sorpreso sono io, ma si ricompone immediatamente e si rimette a sedere con un'espressione infastidita.

    « Se ti perdono è solo per rispetto dei tuoi avi, figlio di Nilios. »

    Sembra che abbiamo evitato un altro brutto scontro, ma i veri problemi restano.

    « Hai capito che Origine possiede? »

    Chiede Break a Muzet, non si scoraggia di fronte a niente e sembra non avere rispetto nemmeno per la tensione che è stato lui stesso a creare. Muzet però, anche se cerca di non darlo a vedere, è piuttosto stanca, anche lei, come me, non si è ancora completamente riadattata ed il breve scontro di poco fa l'ha messa a dura prova.

    « No. Era una Origine anomala, non riconducibile a nessuna delle sette. Sembrava controllare la sua stessa materia organica. Anzi, il suo intero vestito sembrava vivo, ma lo stesso non era riconducibile ad Olebia, non avrebbe potuto forgiare catene non biologiche. Al momento è un avversario del quale non sappiamo nulla, tranne che anche lui non è ancora al massimo del potere, altrimenti non sarebbe fuggito. Dovete catturarlo vivo, dovrò studiarlo per capire cos'è. »

    Muzet rimane in silenzio a fissare Break e soci, in attesa della loro risposta alla sua richiesta. Break riprende il suo bastone scuotendo la testa.

    « Eravamo qui per farci aiutare da Tatsuya caro e ci ritroviamo a prendere ordini dalla signorina. Sarà fatto. »

    Sapere di poter contare sulla forza di Break mi rende più tranquillo, il suo potere può annullare quella barriera e contrastare la maggior parte delle mosse che abbiamo visto questa sera.

    « Ora che farete? »

    Domando d'un tratto facendo sobbalzare anche Foxy, che nel frattempo aveva trovato riparo tra me e Cheria. Break mi rivolge un ghigno sinistro.

    « Cosa faremo? Ovviamente ci trasferiremo in questa scuola, vedrai che passeremo un bel po' di tempo tutti insieme. »

    « Oh! Per fortuna! »

    La mia risposta immediata non è quella che si aspettava Break ed infatti gli cancella immediatamente il sorriso dalla bocca.

    « Sai, Break, al Maid abbiamo un sacco bisogno di nuova forza lavoro, sono contento di sapere che tutti voi vi proporrete come volontari per aiutarci. La presidente apprezzerà senz'altro il gesto. »

    Break perde colorito e quasi gli sfugge il bastone di mano.

    « Non oseresti. »

    « Ho già le divise pronte. »


    Fine.... del prologo

     
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    Perfetto, l'inizio di un nuovo scontro che si prospetta senza dubbio molto avvincente. "Ho già gli exp pronti." [cit.] v.v

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