[CONCLUSA]Mente criminale: Atto 1 Intermezzo.

Narrazione privata.

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    AVVISO MOLTO IMPORTANTE.
    Hey tu! Proprio tu che stai per leggere questa narrazione! Mi è stato detto di dirtelo e quindi te lo dico. Questa narrazione ha delle parti crude e molto violente, descritte in una maniera dettagliatamente schifosa. Omicidi, sadomaso, stupri, cannibalismo, mostri che perdono la testa... giusto per farti capire il genere.
    Se non ti fa impressione... beh, continua pure a leggere, altrimenti non farlo. Mi sono divertito parecchio a descrivere quella scena <3

    Ho freddo. Ho solo questo panno di lino a coprirmi. Gli stracci che ho rubato non riescono a scaldarmi abbastanza di notte. Neanche la mia felpa preferita ci riesce.
    Ma questo non è niente in confronto alla fame.
    Il mio stomaco brontola per l'ennesima volta. Dallo zaino che porto con me provo a prendere una merendina, una delle ultime al cioccolato.
    Solo il vederla mi provoca la nausea. Però devo riuscire a mangiarla. Devo far smettere questa fame che mi tormenta da giorni... no, sono mesi se non addirittura anni...
    Con le mani tremanti apro l'involucro in plastica dell'alimento e lo tiro fuori dalla confezione.
    L'odore di cioccolato si espande nell'aria, captata subito dal mio naso.
    Riconosco l'odore del cioccolato, ma immediatamente sento subito un saporaccio in bocca, un sapore acido, che mi ricorda tanto i succhi gastrici.
    Trattenendo il respiro addento la merendina, portandone via un pezzo.
    Non sento il sapore del cioccolato. Sento il sapore acido e uno amaro. Dentro alla mia bocca non si espande il dolce sapore del cioccolato al latte insieme al pan di Spagna. Sento solo un sapore che mi ricorda l'odore della merda.
    Cerco di masticarlo il meno possibile e di mandarlo giù il più velocemente possibile.
    Una volta che l'alimento è entrato dentro l'esofago, respiro, mentre sento i primi conati di vomito farsi avanti, complice la sensazione di melma e di vermi vivi che sento sulla lingua.
    Dopo un paio di secondi sono chinato di lato a vomitare. Vomito veramente poca roba, giusto i succhi gastrici e quel pezzo di merendina che non ha fatto in tempo ad arrivare allo stomaco.
    Le lacrime iniziano a colare giù dai miei occhi dalla frustrazione.
    Che cosa mi ha fatto quello spregevole individuo?
    Non mi sono accorto subito che la colpa era di questo tipo.
    Quando ho iniziato a manifestare questi miei poteri ero eccitato. Eccitato e affamato, ma non avevo ancora collegato queste due cose.
    Usavo i miei poteri come gioco all'inizio. Accendiamo il barbecue, scaldiamo l'acqua, fa scattare la sirena dell'allarme antincendio... le solite cose che chiunque abbia un potere di questo fa almeno una volta nella vita.
    La tragedia è venuta dopo.
    Più usavo questo potere, più mi veniva fame e più il cibo che mangiavo diventava disgustoso.
    Non riuscivo a capire perché. Senza che me ne accorgessi, ero arrivato al punto di vomitare per qualunque cosa, mentre la fame mi torturava dall'interno, senza la possibilità di usare questa mia maledizione.
    Molto probabilmente sarei morto se non fosse stato per il mio vicino di casa. Vicino che un giorno, preoccupato per la mia salute (stavo dimagrendo a visto d'occhio), viene a trovarmi con una torta salata in mano. Torta salata ai porri! Era la mia preferita! Invece il pasto fu lui.
    Appena ho aperto la porta un profumo invitante mi ha quasi fatto svenire dalla fame. Una volta che il vicino è entrato, mi sono gettato sulla pietanza. La divorai senza quasi masticarla, usavo le mani per strappare i pezzi di torta e me li portavo alla bocca. Ma la cosa più bella fu che non sentivo nessun sapore strano, nessun rigetto da parte dello stomaco, niente di niente.
    In quel momento li riuscivo solo ad assaporare questa buonissima e spettacolare torta ai porri.
    Fu quando la fame si placò, che capii una cosa.
    Non stavo mangiando la torta. Stavo mangiando il mio vicino di casa.
    Non dimenticherò mai la sua espressione di terrore dipinta sui suoi occhi spalancati, così come non dimenticherò mai l'ustione di terzo grado a forma di mano (la mia mano) fissata sulla sua faccia, con il palmo della mano in corrispondenza della bocca, quasi come se avessi provato a zittirlo con la classica mano sulla bocca.
    Ma la cosa che mi fece più paura fu il come continuai a mangiarlo nonostante me ne fossi accorto che era una persona.
    Bevvi quasi tutto il suo sangue, mangiai tutta la carne che corrispondeva al suo petto e pancia.
    Ho cotto il fegato con le mie fiamme, ho mangiucchiato i polmoni e sbranato il cuore.
    Tutta questa roba mi saziò. Finalmente, dopo una settimana che non mangiavo, mi trovai sazio, senza nessun rimorso per quello che ho fatto e con tutto dalla bocca in giù sporco del suo dolce sangue.
    La prima cosa che ho fatto è stato farmi una doccia per togliermi il sangue di dosso e per schiarirmi le idee.
    Quando mi vidi allo specchio non ci credetti. Ero già tornato praticamente in forma.
    Non avevo più le occhiaie e le guance scavate dalla fame. Il colore della pelle era tornato roseo, prendendo il posto di quel pallidume che avevo prima.
    Noto un'altra cosa. I denti sembrano più affilati, come se qualcuno si fosse messo con una lima in modo da farli a punta. Stesso discorso per le unghie, che adesso adornano una mano composta da delle dita lunghe e sottili. Per questo motivo sono riuscito a penetrare e rompere la carne molto facilmente.
    Tuttavia, quello che mi osservava dallo specchio era un mostro cannibale. Non ero io. Non potevo essere diventato un essere del genere.
    Mi sbagliavo.
    Ci ho messo un po' ad accettarlo. Ho dovuto uccidere per mangiare molte volte. Sono dovuto scappare di casa dandogli fuoco per coprire le mie tracce. Ho dormito sotto i ponti usando i giornali vecchi come coperta. Ho rubato degli stracci per coprirmi meglio.
    Ora eccomi qui. Ho appena vomitato l'ultima mia merendina a disposizione, sono cinque giorni che non mangio e la fame ha ricominciato a divorarmi. Ho praticamente perso un pasto grazie a quella intrusione.
    Come diavolo ha fatto a trovarmi? Quando l'ho visto davanti ho subito capito che tutto questo è successo per colpa sua. È successo perché mi ha fatto qualcosa di strano, che non ho ancora capito.
    Sono sicuro che mi ha fatto qualcosa mentre l'ho toccato quella volta.
    Rabbrividisco al ricordo della sensazione che ho provato quella volta. Come se qualcosa mi fosse entrato dentro dalle dita a forza, per poi spandersi dentro tutto il corpo.
    Non ho collegato tutto subito perché la fame è arrivata molto dopo. Credevo fosse solo una sensazione particolare vissuta li sul momento. Nulla di che.
    Ho fatto il collegamento quando mi ha disturbato il mio pasto.
    Cioè, sono stato disturbato molte altre volte, tutte le volte giusto quando stavo per iniziare a pasteggiare (però avevo fatto in tempo a mangiare il cuore, la parte che preferisco).
    Ma quella volta è stata particolare. Mi sono sentito sia attratto verso di lui, ma soprattutto ho provato molta rabbia. Rabbia per quello che sono diventato.
    È come se un mio sesto senso mi abbia comunicato che è lui la causa dei miei guai.
    Giuro che la prossima volta che lo vedo, si pentirà di...
    Dei passi pesanti interrompono i miei pensieri. Passi che molto probabilmente provengono da una persona in carne, abbastanza pesante. Attualmente è dietro l'angolo, ma sta avanzando.
    Povera persona. È appena diventata la mia cena scegliendo la strada sbagliata.
    Mi accoccolo meglio contro il muro viscido e sporco, tra vari sacchetti della spazzatura e altra roba.
    Devo assolutamente sembrare quello che sono veramente adesso: un senzatetto affamato.
    Ma la cosa non è semplice. Più si avvicina, più sento il suo delizioso odore, più mi brontola lo stomaco. Quando l'alimento gira l'angolo sto sbavando più del cane di Pavlov che sente la campanella del pranzo.
    Non rimango deluso, la pietanza si mostra come un uomo giovane, massimo venticinque anni, con addosso dei jeans e una giacca. Non è un ciccione, ma non è neanche magrissimo. Insomma, i suoi chili in più li ha.
    Mi accoccolo contro il muro lercio, aspettando che si avvicini di più.
    Il piano consiste che dovrei ucciderlo sul colpo, spezzandogli l'osso del collo o soffocandolo. Non ho tenuto conto del mio lato animale.
    Appena mi passa davanti mi arriva una zaffata del suo odore... Avete presente quando siete affamati e siete a mangiare in un ristorante? Magari state aspettando il vostro piatto preferito, avvistate il cameriere che sta arrivando verso di voi con in mano questo bel piatto fumante. Si avvicina... e poi lo consegna a qualcuno che sta in un altro tavolo, davanti ai vostri occhi.
    Bene, moltiplicate quella sensazione per un miliardo, aggravata da una fame che ridurrebbe allo stremo almeno il 75% della popolazione ricca della Terra... bene, ora avete un'idea di quello che sto provando. Credo che chiunque perda il lume della ragione.
    Quando succede a me non è una buona cosa... tende a tirarmi fuori il mio lato più... animalesco.
    Senza neanche volerlo, lascio spazio all'istinto a scapito dell'intelligenza, in modo tale che, appena la vittima mi passa davanti, gli salto addosso.
    Non si aspettava una mossa del genere, ruzzoliamo entrambi per terra, ma riesco a stare sopra di lui, ritrovandomi seduto sul suo fondo schiena.
    La mia preda prova a buttarmi giù, ma riesco a rimanere in sella sdraiandomi completamente sopra di lui.
    Il suo odore pervade le mie narici, facendo brontolare lo stomaco e indurire qualcos'altro...
    Non riesco a controllarmi, la mia mano sinistra va verso la sua bocca che urla, in modo da tapparla.
    La mia bocca invece va alla base del suo collo e morde. Morde come se non ci fosse un domani, morde perforando la sua tenera carne, morde... morde in modo tale da far fuoriuscire il sangue, che viene prontamente risucchiato dentro la mia cavità orale, per poi essere bevuto...
    Il tipo continua a urlare, provando a togliere la mia testa dalla sua spalla destra, prova a sfuggire alla mia presa provando a strisciare per terra... si... rendi la mia caccia ancora più eccitante...
    Lo lascio fare per un po', gustandomi la sua impotenza nel provare a liberarsi, ma ad un certo punto lo devo stordire, se voglio gustare il piatto principale...
    La mano mancina si infiamma, facendo provare ancora più dolore alla mia vittima, quietandolo completamente e facendolo riversare senza coscienza al suolo.
    È svenuto. E io posso continuare il mio lavoro.
    Mi alzo dalla pietanza e lo giro, in modo tale da avere il volto con gli occhi chiusi verso di me.
    Senza alcuna delicatezza gli tolgo la giacca e strappo la maglietta che ha sotto, lasciandolo a petto nudo.
    Per qualche secondo ammiro la pozza rossa che si forma lentamente sul terreno grazie alla ferita che ha sulla spalla, facendomi tornare prepotentemente la sete che ero riuscito a placare qualche secondo fa.
    Ma devo resistere... è tempo della cosa più buona...
    Mi siedo di nuovo su di lui, a cavalcioni questa volta. Con le mani accarezzo dolcemente il petto che si alza e si abbassa debolmente, provocandomi un paio di brividi per niente male.
    Potrei continuare così all'infinito, ma lo stomaco brontola e vuole quello che gli aspetta.
    Le dita scivolano verso il basso, percorrendo tutta la cassa toracica, per poi riunirsi tutte e dieci appena sotto lo sterno.
    Punzecchio la carne, controllando se è effettivamente morbida. Una volta controllato questo, senza ulteriori indugi, la perforo utilizzando le unghie delle dita. La perforo e inizio a scavare sempre di più, togliendo della carne e portandomela alla bocca.
    Tolgo solo il primo strano, in modo tale da mostrare i vari organi interni, in particolar modo i polmoni, che si gonfiano a sgonfiano tranquillamente.
    Ma il mio obbiettivo è oltre... senza tante cerimonie divido i polmoni rivelando il loro amico che batte debolmente.
    Sorrido mentre mi lecco le labbra con la punta della lingua. La parte più gustosa sta arrivando.
    Faccio scivolare le mani dentro il petto della persona rompendo le costole più deboli, quelle situate in fondo.
    Il rumore delle ossa spezzate rompe il silenzio che si è formato in questo vicolo mentre afferro il muscolo che continua a pulsare.
    Per qualche secondo cala il silenzio, rotto soltanto dal debole battito del cuore morente. Infine, strach. Ho il cuore in mano, sollevato per aria. Dei vasi sanguini penzolano rotti, lasciando colare qualche goccia del vermiglio liquido.
    La mano si infiamma, ricoprendosi di una bellissima fiamma dello stesso colore del sangue. Lascio il potere agire, cuocendo alla fiamma il cuore del tipo che ho appena ucciso. Una volta cotto abbastanza, lo addento, assaporandolo.
    Vi ricordate che la cioccolata di prima mi ricordava la merda? Bene, questo cuore mi ricorda invece la cioccolata. Non quella di prima, ma quella vera vera. Sento la carne liscia del muscolo sciogliersi dentro la mia bocca, avvolgendomi con la sua dolcezza.
    Non ci riesco, volevo impormi un minimo di galateo, mangiare il pasto lentamente, in modo da assaporarlo in una maniera decente... non ci riesco. Alla fine divento come un'animale affamato (cosa che sono) che inizia a sbranare e a strappare brandelli di carne dalla carcassa. Con la bocca strappo dei pezzi che praticamente ingoio, con le mani tiro fuori dalla cassa toracica gli organi mangiabili o strappo direttamente i pezzi di carne. Non so quanto dura questo macabro spettacolo, non mi fermo a vedere degli orologi, so solo che alla fine ho letteralmente spolpato la carcassa della vittima. Inoltre sono sazio, finalmente sazio dopo tanto tempo. Mi crogiolo dentro a questa sensazione. So perfettamente che tra due giorni sarò di nuovo nello stato di prima.
    Oooooooh. Se lo sapevo che ti piacciono così, evitavo di spendere dei soldi per queste salse.
    Una voce femminile proviene dietro di me. Il tono è canzonatorio, ma proviene da una persona adulta.
    Mi giro di scatto e mi trovo davanti una donna. Sta fumando tranquillamente una sigaretta, da cui proviene un fumo grigio come i suoi capelli. Ma non è un grigio da vecchiaia, sono troppo scuri. Sembra che siano naturali.
    Sta indossando un abito da lavoro, come se fosse appena uscita dall'ufficio e si sia fermata a fare la spesa. La giacchetta blu scuro si intona con la camicia bianca, che a sua volta crea un piacevole contrasto con i suoi capelli.
    La gonna gli arriva sotto al ginocchio ed è provvista di un piccolo spacco centrale. Sotto si vedono due gambe fasciate da delle calze a rete scure, che finiscono con due vertiginosi tacchi.
    Ma la cosa che risaltano di più in tutto questo sono i suoi occhi. Rossi come il fuoco che arde. Rossi come il sangue che cola dalle ferite. Rossi come gli occhi di quello strano individuo.
    In preda alla rabbia mi getto contro di lei, infiammando istantaneamente la mano destra.
    Lei non si muove, pare sorpresa da questa reazione.
    Ne approfitto e gli trafiggo il petto, in mezzo ai due seni (che ci sono e sono abbastanza abbondanti) cercando di perforargli il cuore.
    Il colpo va a segno, la mia mano infuocata la trapassa. Non voglio rischiare che qualcuno mi denunci, senza contare che ho come l'impressione che questa tipa sia collegata con l'altro...
    Una ventata di fumo mi arriva dritta in faccia, costringendo a chiudere gli occhi e tossire. Quando li apro alzo il volto, in modo tale da riuscire a guardare quello della mia nuova vittima.
    Teoricamente dovrebbe essere morta, invece è li che sta aspirando tranquillamente la sua sigaretta.
    Mi sono sempre piaciuti gli uomini audaci. Addirittura provare a toccare il seno ad una donzella la prima volta che la vedi... audacia o sconsideratezza?
    Provo a fare un salto indietro, cercando di liberare la mano dal corpo di lei, ma l'unica cosa che ottengo e quello di scivolare mentre il mio arto rimane incastrato dentro di lei, come se lo stesse trattenendo.
    No no no no no no no no no no no no no. Ora che non puoi scappare possiamo parlare.
    Ti sto osservando da un bel po' di tempo sai? Ho sempre fatto in modo che la polizia arrivasse sempre dopo... sono arrivata addirittura a far incontrare quei due che ti davano la caccia con un “povero” malcapitato. Quindi, se non l'hai capito, mi sei debitore.

    Provo a dimenarmi, cercando di liberare la mia mano destra. C'è qualcosa che non va in questa tipa. È come se fosse normale solo in apparenza mentre dentro di se è... diversa, deviata, corrotta...
    C'è da dire che però quel povero malcapitato è un'importante pedina nei miei piani. Soprattutto i suoi poteri. Quindi ecco la mia proposta.
    Tu mi aiuti a fargli recuperare i suoi poteri e io ti offrirò un rifugio dove potrai mangiare quanto vuoi, riposare quanto vuoi e divertirti quanto vuoi.
    Ovviamente il rifugio lo avrai da subito, appena mi dirai di si. Se oserai dirmi di no... beh, ti lascerò andare via e non ti sorveglierò più. Questo comporta al prossimo omicidio la polizia avrà il tuo DNA, impronte digitali, capelli e tutto il resto senza nessuna traccia di particelle estranee... pensaci bene per i prossimi... due minuti!
    Mi lascia all'improvviso la mano, facendo crollare di culo a terra.
    La prima cosa che faccio è guardare la mano, per appurare se è sana, senza nessun segno. Subito dopo guardo il petto di lei, già integro. Perfino i vestiti sono integri! Come diamine fa?
    Lei, per tutta risposta, mostra l'orologio sul polso destro e con l'indice sinistro ci batte sopra due colpi, mentre la lancetta dei secondi scorre. Tutto questo sorridendo.

     
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    Hey tu! Proprio tu! Vuoi leggere questo post ma non hai letto quello precedente? Nessun problema! è distaccato dal primo!
    Quindi, divertiti a leggere <3

    Non ci credo. Non esisto veramente nella realtà, ma riesco comunque a sudare dalla fatica.
    Sono stesa sul terreno, anche se non so se chiamarlo veramente terreno, a gambe e braccia aperte, respirando forte e riempiendo i miei “polmoni”.
    Dio, che fatica. Perché quello scemo si deve comunque mettere nei guai? Sa che in questo periodo non deve, eppure lo deve fare comunque.
    Continuo a respirare profondamente. Devo riuscire a riprendermi, non posso lasciare che l'altra riesca a liberarsi prima di me.
    Lentamente mi alzo in piedi. Fortunatamente l'acqua che ho intorno mi aiuta a non fare troppi sforzi, anche se non ho esattamente idea di che sforzi devo compiere per alzarmi.
    È la prima volta che provo questa sensazione così fisica. Forse dovrei prendere una pausa… si, meglio prendere una pausa. Non voglio rischiare di scomparire.
    Inoltre quel maledetto rampicante si è rafforzato. Se prima vedevo pochi buchi, adesso vedo solo una muraglia grigia senza alcun foro.
    Ok, per oggi basta purtroppo. Mi giro su me stessa e mi avvio verso la torre che si erge in mezzo al quartiere abbandonato.
    Già, voi non lo sapete… sono l'unica abitante di questo quartiere. Non pensate male, non è uno di quei quartieri in rovina, abbandonati frettolosamente o comunque spettrali.
    È un quartiere nuovo, mai usato. Se si guarda dentro alle case, si può trovare ancora quasi tutto imballato. Dico quasi tutto perché quando mi annoio, disimballo qualcosa e schiaccio le bollicine di solito. Però da qualche settimana non posso farlo, perché non posso permettermi un momento di pausa.
    Ho raggiunto la mia struttura preferita: la torre.
    La torre è questa struttura alta, senza scale, con questa luce che illumina tutta la mia zona come se fosse un faro. O come se fosse il monte fato. Capito la battuta?
    Con un balzo, mi do la spinta necessaria per staccarmi dal terreno e per iniziare a nuotare verso la cima della torre.
    Nuoto tranquillamente senza nessun intoppo, d'altronde sono l'unica cosa vivente nell'area di non so quanto… cosa mai dovrebbe andare storto?
    Forse non lo sapete, ma in cima alla torre, appena sopra la luce, c'è una piccola piattaforma circolare. Su di essa c'è un letto e uno specchio.
    È qui che vengo quando ho bisogno di riflettere, dormire o riposarmi.
    Tuttavia, è la prima volta che vedo questo posto da giorni.
    Lo specchio mi rimanda la mia immagine. Si vede che sono affaticata, che ho le occhiaie e che “respiro” a malapena, nonostante il mio aspetto faccia pensare che io sia una marionetta.
    Almeno là fuori posso decidere che aspetto avere.
    Raggiungo il centro della piattaforma, ove c'è uno strano simbolo a forma di ingranaggio piantato per terra, mi fermo mi sopra e mi metto in “posa”. Ho bisogno di riflettere su quello che sta succedendo.
    Il mio sguardo è rivolto verso lo specchio, che rimanda la mia immagine tale e quale a com'è.

    Sono orribile eh? Comunque sei pregato di non provare a guardare sotto la gonna. Non indosso le mutandine…
    Detto questo. È tempo di iniziare le mie riflessioni.
    CHE CAZZO PRENDE A QUEL COGLIONE LÌ?
    Seriamente, è in un periodo in cui è inoffensivo e che fa? Va contro una miccia umana pericolosissima. Ma siamo alla sagra dei cretini qua?
    Prima avviene l'incontro con Kuruki, poi questo. Cos'altro deve ancora accadere? Io non posso ridurmi di nuovo così!
    Non posso dire addio a questo bellissimo posto…
    Dalla mia torre riesco a vedere tutto… Riesco a vedere tutto il quartiere che sembra addormentato. Riesco a vedere dove l'acqua smette di essere acqua e diventa “aria”. Riesco a vedere il muro che pulsa, creato da questo rampicante grigio, che limita i miei movimenti…
    Ma riesco anche a vedere oltre. Riesco a vedere i muri di fiamme che bruciano lentamente l'edera che prova a resistere, senza alcun risultato.
    Vedo le catene di acqua nera che sfrigolano contro i muri di fiamme, imposte da me, per provare a contenere questo potere distruttivo.
    Ma soprattutto, vedo lei. Lei, con i capelli rossi e quel ghigno da quattro soldi sul volto.
    Vedo lei, con i palmi contro la barriera, che prova a spingere, a usare tutto il suo potere per distruggere le limitazioni.
    Vedo lei, che continua a combattere per togliersi tutte le catene che limitano il suo potere.
    Vedo una struttura che si innalza nella zona infuocata, alta tanto quanto la mia torre, ma più bruciata, spigolosa… spettrale.
    Ma non è questa la cosa che mi fa più paura di questo luogo.
    Perché si sa, la cosa che fa più paura, è quella che non vedi…
    Ed è la in fondo. Un castello che si intravede solo se strizzi bene gli occhi. Un castello circondato da delle strisce che ricordano quelle della polizia, ma gialle con delle macchie nere.
    Un castello, che è qua da quando sono nata, di cui non si sa niente.
    Più di una volta mi sono chiesta, in che razza di testa sono nata...



    Edited by Spugna 93 - 18/11/2015, 19:20
     
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    Hey tu! Neanche questa parte è sanguinolenta.

    Driiiin. Driiin. Clak.
    Che sonno. Forse ieri sera non dovevo fare le ore piccole…
    Ok, cinque minuti e mi alzo. Cinque minuti. Cinqu...zzzzzzzzzzz.
    *Toc toc toc*
    Eh? Chi è che mi sveglia? Non sono ancora passati cinque mi… ommerda, come fa ad essere già passata mezz'ora?
    *Toc toc toc*
    Arrivo!
    Porca vacca, rischio di arrivare in ritardo alla riunione!
    Ancora assonnata, scendo dal mio letto, incespicando con i piedi. Fortuna che posso attaccarmi ovunque usando la mia anormalità, altrimenti sarei caduta mille volte in questo piccolo tratto di strada tra il mio bianco letto e la porta.
    *Toc toc toc*
    Si, si, si. Sono qui.
    Avvicino l'occhio allo spioncino per osservare chi c'è oltre alla porta e la prima cosa che noto sono dei lunghi capelli biondi, la seconda cosa una maschera da coniglio tutta bianca, che gli copre tutta la faccia. L'unica cosa che si vedono sono i due occhi etero cromici, uno rosso e l'altro blu.
    Ha indosso una divisa di color blu e bianco tutta piena di fiocchi, merletti e altre cose che non so come chiamare, con degli stivali che gli arrivano al ginocchio e delle calze bianche che gli arrivano a metà coscia.
    In tutta questa visione però c'è una cosa che attira la mia attenzione… una cosa che si trova nella sua mano destra.
    La coda blu, che sta ciondolando tra le mie gambe, si anima per muoversi agilmente verso la maniglia della porta ed aprirla.
    Una volta aperta la porta, noto che anche l'altra mano è occupata da un sacchetto per niente sospetto.
    Sei andata a prendere il caffè vestita così?
    Lei, per tutta risposta, entra salterellando come un coniglio, costringendomi a spostarmi per farla passare. Vedendola da dietro, mi accorgo che ha anche l'impugnatura color oro della sua arma con se.
    Certo! Tanto basta dire che sto facendo del cosplay e tutti dicono “ok!”
    Mentre chiudo la porta la vedo appoggiare la colazione sul tavolo, tirando poi fuori dal sacchetto delle ciambelle.
    Ancora non capisco perché ti ostini ad avere una divisa così appariscente.
    Lei, ora che ha le mani libere, si toglie la maschera che gli copre il volto, mostrando dei lineamenti delicati e delle labbra sottili su un volto pulito, senza lentiggini a differenza di me.
    Ma perché è bella! Non è che tutti devono avere una divisa brutta e tetra come la tua o quella del senpai!
    Gli faccio la lingua mentre mi dirigo verso lo specchio che ho in camera. Dio, se sono impresentabile.
    Però la nostra non ha tutti quei fronzoli inutili. Con noi, una divisa cosi rischierebbe solo di essere d'intralcio. Tuttavia, solo perché tu puoi stare a distanza, non vuol dire che ti puoi permettere queste cose!
    Con le mani provo a dare un senso a questa matassa di capelli rossi che mi trovo in testa, ma senza risultato. Sono costretta a prendere il pettine.
    Mi volto verso il bagno e nel farlo noto che la mia amica mi sta facendo una linguaccia, di rimando gli faccio il dito medio.
    Una volta dentro la stanza prendo l'attrezzo e inizio a cercare di districare questa massa pelosa che ho in testa. Sembro veramente una zucca.
    Hey, la dentro. Fa veloce che altrimenti il caffè si raffredda!
    Colpa tua che non mi avvisi! Devo anche fare la doccia!
    Falla adesso! Ma attenta a non bagnarti i capelli, che tra un'ora e mezza circa c'è la riunione!
    Lo so bene, saputella!
    Durante tutto questo dialogo continuo a pettinare la zucca che ho in testa, riuscendo finalmente a dargli la parvenza di essere dei capelli semi-ordinati.
    Sbadigliando, inizio a togliermi le mutandine e la canotta, in modo da poter entrare dentro alla doccia senza niente addosso.

    *********************************************

    … e questo è tutto. La riunione è conclusa.
    Siiiiiiiiii. Finalmente è finita. Una riunione per parlare della mensa e del rispetto dei camerieri… “fortuna” che sono stati nominati anche i vari risultati raggiunti dalle persone. Insomma, una noia.
    Tutte le persone si alzano, lasciando molto velocemente la stanza. Molto probabilmente non ero l'unica ad essersi annoiata a morte. Pure me, il senpai e Alice, ovvero la ragazza che è venuta a svegliarmi stamattina, ci dirigiamo verso l'uscita della stanza, ma la voce del capo ci ferma.
    Ah, dimenticavo. Chameleon e Strange pills, rimanete qui. Voglio discutere con voi sulla vostra missione. Anche tu Alice, rimani qui.
    In due secondi la situazione si raggela. Sia me che il senpai sappiamo che ci stiamo mettendo troppo tempo a trovare il killer cannibale, soprattutto dopo l'omicidio alla Hakoniwa. Da li in poi tutto è diventato ancora più difficile trovare degli indizi, inoltre la nostra organizzazione ha dovuto aiutare il preside dell'Hakoniwa a mascherare quello che successo al parco con la ragazza in fiamme. Inutile dire che il nostro capo non era cosi tanto felice.
    Trattenendo il respiro per la troppa tensione, io e Strange torniamo indietro, verso i posti che occupavamo prima, anche Alice si risiede allo stesso posto, ma sorridendo e canticchiando.
    Appena siamo tutti ai nostri posti, il capo avvia il videoproiettore, visualizzando di nuovo così l'ultimo grafico mostrato prima.
    Rilassatevi, non voglio sgridarvi per non essere progrediti con la cattura del cannibale. Voglio solo mostrarvi una cosa.
    Premendo un pulsante, l'immagine cambia. Ora mostra un balcone di un condominio, su cui non c'è nessuno, se non una strana figura sgranata. Sembra quasi che sia… fumosa.
    Questa immagine è stata scattata da un nostro satellite amico quasi subito dopo l'omicidio alla scuola. Per la precisione, quell'edificio è quello che chiamano “ovile”. Poco dopo aver scattato questa foto, è stata notata questa cosa.
    Il videoproiettore cambia immagine, mostrando stavolta l'ingresso del condominio. Qua si può vedere chiaramente una persona che sta correndo via, inseguita da una figura con un cappuccio bianco.
    Reputiamo che la persona incappucciata sia il cannibale, mentre l'altra sia una sua possibile vittima, o comunque una persona che doveva ricevere un messaggio.
    Quindi la persona inseguita è ancora viva?
    È il senpai ad aver posto la domanda appena si è creato un momento di pausa.
    Esatto.
    Altro cambio di immagine, stavolta si vedono tre persone che stanno combattendo dall'alto. Una ha delle fiamme attorno, un'altra ha una strana aura azzurra e infine l'unico maschio ha qualcosa di liquido e nero vicino a se.
    È vivo e ha aiutato a calmare la furia che si è creata. Siamo riusciti a rintracciare il suo nome.
    Cambio immagine, stavolta c'è un cartellino scolastico di una persona che speravo di non incontrare.
    Lui si chiama Zeshin Sakamoto. Frequenta la 2-10 e secondo il sua descrizione psicologica, soffre di personalità multiple in forma da “grillo parlante”, ovvero sente una voce nella sua testa che gli dice cosa fare e cosa non fare.
    Dio, abbiamo picchiato un malato mentale.
    Non è tutto. Sembra che sia il fratellastro di una nostra vecchia conoscenza: Chieko Fujii.
    Cambio immagine di nuovo, stavolta si vede una foto di una ragazza sui trentanni, capelli neri e occhi grigi come il fumo e un sorrisetto da… pazza?
    Sento il mio maestro irrigidirsi vedendo quel volto, come se gli evocasse dei brutti ricordi.
    Questa immagine risale ad una decina di anni fa ed è l'unica che abbiamo. Visto che non tutti la conoscono, lei è una dei ricercati più importanti. Come tutti quelli del villaggio, è corrotta, ma è l'unica a possederla ad un livello dormiente. In poche parole, per contagiare, deve far avvenire un grosso scambio di sangue oppure stimolare pesantemente il parassita dentro di lei e poi toccare la persona che vuole infettare.
    Signore, per caso queste persone vengono rilevati dai nostri rilevatori?
    Non sono riuscita a trattenermi, ho dovuto fare la domanda di cui voglio assolutamente avere una risposta. Il direttore, stupito, mi guarda per poi rispondere.
    Quelli satellitari no. Il segnale che mandano è talmente debole che solo i rilevatori a distanza ravvicinata lo percepiscono.
    Allora, signore, penso che anche Zeshin Sakamoto sia come la sorella. È lo stesso tizio che abbiamo quasi catturato al posto del cannibale appunto perché i rilevatori lo segnavano come corrotto.
    Il capo, che era rimasto in piedi per tutto il tempo con il telecomando in mano, si siede pensieroso.
    Che avesse lo stesso tipo di corruzione della sorella era un dato di fatto, però… se è lui quello che avete neutralizzato… Va bene, ho deciso.
    Si alza di nuovo, stavolta lasciando il telecomando sul tavolo, per avvicinarsi ad una lavagna bianca posta a lato della stanza. Su questa lavagna scrive tre cose: Zeshin, Chieko e Cannibale.
    Allora, sappiamo che Zeshin e Chieko sono fratellastri, mentre Zeshin e il Cannibale sembra che siano nemici. Però, sono sicuro che anche Chieko è infilata qua dentro… anzi, sarebbe più probabile se sia lei ad aver organizzato tutto questo casino… Si, direi di procedere con questo piano.
    Adesso è voltato verso di noi, serio come non mai.
    Procediamo in questo modo: Strange, tu continuerai le indagini fuori dalla scuola, cercando un eventuale nascondiglio del Cannibale e altri indizi su Chieko Fujii. Voi due invece, entrerete a far parte degli studenti della scuola. Avevo già parlato in precedenza con il preside della scuola per mandare un'agente, ma sono sicuro che non farà storie se sarete in due. Il vostro compito sarà quello di sorvegliare e capire il ruolo di Zeshin Sakamoto in tutto questo casino. Se è anche lui un assassino, se è corrotto o qualunque altra possibilità. Se serve, Alice tu puoi avvicinarlo. Non dico te, Chameleon, perché forse ti lasceresti sfuggire qualcosa di troppo.
    Ci sono domande?

    Stavolta è Alice a parlare, dopo essere stata zitta tutto il tempo.
    Io signore. Se la mia collega dice di aver neutralizzato Zeshin Sakamoto, perché allora si vede chiaramente fare uso di un'anormalità nella battaglia che ci avete mostrato prima?
    Il direttore prende alla svelta il telecomando, tornando indietro velocemente con le diapositive fino a quella che illustra il trio in guerra.
    Questa sarà una cosa che dovrete capire voi. Se l'antidoto ha avuto effetto o no, e se è un no, allora voglio anche sapere il perché.
    Direi che è tutto. Ah, ovviamente voi ragazze sarete senza maschere o divise strane a scuola.

    Al nostro cenno di conferma, sorride.
    Perfetto, potete andare a fare le valige.




    Fine (finalmeeeeeeeeenteeeeeeeeeeeeeeeeeee

     
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    Credo di essermi perso qualcosa, soprattutto sui vari personaggi, però vabbè :asd: Bene, bando alle ciance, ecco gli exp :sparta:

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