Ma le notti...

One-shot privata

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Master
    Posts
    1,267
    Anormalità
    +10

    Status
    One-shot privata atemporale, ma posta nel futuro rispetto all'attuale vicenda (quindi Haiiro dovrà ancora lavorare un po' per giungere al risultato descritto alla fine della role :asd: ).

    Le notti per Haiiro erano state lunghi tormenti. I giorni non erano piacevoli: doversi muovere in un mondo frenetico di luce e attività, quando a stento lui riusciva a concentrarsi, quando la sua mente era frammista a mille diversi pensieri, quando ogni movimento gli richiedeva uno sforzo, era atroce. Eppure quell'attività che durante il giorno lo estenuava, gli permetteva di distrarsi, di dimenticare almeno per un breve momento la sua condizione. I giorni non erano leggeri, né veloci. Ma le notti...


    Le notti erano un inferno muto e perpetuo. Nessun rumore lo salvava dal brusio dei suoi dissodanti pensieri, nessun movimento lo distoglieva dalla sua inquieta immobilità. C'era solo lui, posto di fronte a Se stesso e alle sue disturbanti riflessioni, mentre il sonno l'assediava, richiedendo il suo giusto, ma impossibile, tributo.
    Poteva fuggire da quella situazione: uscire dal letto, anzi non entrarci neppure, e camminare per le vie della città, spostandosi tra i locali che chiudevano tardi alla notte e quelli che aprivano presto all'alba, oppure in quelli che non chiudevano mai. Haiiro li conosceva tutti, almeno quelli nei paraggi. Così la notte si trasformava nell'Ombra del giorno, dove l'attività nel buio si sostituiva a quella del giorno in uno scambio diseguale, in una Copia malfatta. Anche così gli sarebbe andata bene, sarebbe stato bello se tutte le notti fossero come quelle, ma così non era. Il suo corpo faceva difficoltà a muoversi durante il giorno, come poteva chiedergli di raddoppiare lo sforzo ogni notte? Una o due volte alla settimana era il massimo che poteva offrire.

    C'era un altro spiraglio, senza colori né di gioia né di fatica, a cui poteva affidarsi. Dormire un sonno senza sogni, grazie a pillole che lui non avrebbe dovuto possedere, concedendosi un artificiale riposo, nient'altro che un surrogato di quello che è il vero riposo. Ma nella sua situazione un simile sostituto Imperfetto era abbastanza. Una o due volte alla settimana, con minimo tre giorni di distanza tra le somministrazioni, questo era il massimo per questo palliativo.
    Infine c'erano le serate che occasionalmente passava dai suoi “fratelli”, da Hiroshi e Kasumi. Con loro due, o con uno solo dei due, o anche, quando le notti si facevano tarde, in compagnia dei soli pupazzi animati che come lui, ma per motivi diversi da lui, non conoscevano il sonno. Una volta alla settimana, quello era il massimo che riusciva a chiedere a Hiroshi e Kasumi, come suoi passati congiunti.

    Il resto delle notti, da due a quattro alla settimana, le trascorreva solo nella sua stanza. Seduto su uno sgabello o su una sedia scomoda – non sul letto, troppo facile la presa del sonno in simile situazione – aspettava la fine di una notte troppo lunga per lui. Internet era un prezioso alleato nella lotta contro il sonno e l'esorbitante tempo, troppo per passarlo senza distrazioni. Ma poteva solo rendere sopportabile quel tempo, non zittire i timori notturni, le amare riflessioni che, scacciate dalla luce del giorno e dall'attività, riemergevano nella silenziosa solitudine. Pensieri di resa, di angoscia, di disperazione. Pensieri di morte. Haiiro doveva fronteggiarli ogni volta che affrontava quelle notti. Senza poterli negare né scacciarli, doveva confrontarsi con essi senza cedere.
    Fino a quando – si chiedeva – ci sarebbe riuscito? L'inquietudine di quelle notti lo schiacciava, portandolo spesso, prima ancora che sorgesse il sole, a scappare dalla sua stanza e a vagare, nonostante i suoi propositi, per la città. E anche quando rimaneva nella stanza fino all'arrivo dei primi raggi – che solo in parte lenivano le sue preoccupazioni – lo sconforto era tale che solo a fatica riusciva ad alzarsi per recarsi a scuola. Quelle notti lunghe e sofferte, come pesavano sul suo animo. Ma non poteva sfuggirli: così pensava fino a non molto tempo prima.

    Perché da poco quelle notti così buie avevano lasciato il passo ad altre notti, il cui piacere faceva impallidire l'angoscia di un tempo. La solitudine aveva lasciato posto alla compagnia, l'angoscia e la disperazione al piacere, il lungo e sofferto tempo era diventato gioioso, tanto che quelle notti per Haiiro sembravano finire sempre troppo presto. E Haiiro non poteva ringraziare abbastanza, non poteva formulare in semplici parole il sentimento che provava verso la ragazza che in quel momento stringeva in un dolce abbraccio.
    Kasumi: da quando, al sopraggiungere dell'oscurità, lei lo veniva a trovare nella sua stanza, le notti avevano cambiato colore. Si infiltrava nell'Ovile, dove non avrebbe dovuto neppure entrare, e sfidando col favore dell'Ombra il comitato disciplinare raggiungeva Haiiro. E le notti che passavano insieme, quelle erano i veri sogni, molto più di quelli che Haiiro poteva concretizzare chiudendo gli occhi.

    Chiacchieravano, scherzavano, ridevano, giocavano, si scambiavano carezze e baci, facevano sesso – piano per non far troppo rumore nell'affollato dormitorio – si abbracciavano nel buio. E poi di nuovo, riprendevano in ordine sparso il ciclo. Lì, nel caldo delle lenzuola, Haiiro poteva anche concedersi brevi sonni, cosciente che Kasumi l'avrebbe svegliato se si fosse lasciato trascinare troppo nel suo potere. Non che funzionasse sempre: anche la ragazza, a volte, cedeva al sonno e non poteva più controllarlo. Ma la cosa si era sempre risolta per il meglio, senza causare grossi problemi, e dopo riuscivano sempre a ridere di questi incidenti. Altre volte era Kasumi a non riuscire a contenere, in un attimo di eccitazione, il suo potere ed era capitato che un suo respiro affannoso togliesse energia ad Haiiro. Quanto tempo c'era voluto, la prima volta, per vincere l'imbarazzo e guardarsi di nuovo negli occhi, dopo che il potere di Kasumi aveva colto Haiiro in un momento delicato. Di questo ne ridevano meno e con un po' di imbarazzo.
    Ma anche la gaffe più clamorosa di quelle notti era preferibile all'angoscia delle notti passate da solo. In quelle notti Haiiro non pensava più al peso che lo tormentava, alla paura di non riuscire a controllare il suo potere, alla morte, sua o di altri, ma la vita presente gli sembrava più bella che mai. Quelle notti lo riempivano di euforia come un dolce vino di cui non era mai sazio, ubriacandolo di piacere.

    «A cosa stai pensando?» Gli chiese una semi-addormentata Kasumi distogliendolo dai suoi pensieri erranti.
    «A te» rispose solo Haiiro accarezzandole la pelle liscia della coscia e risalendo poi piano con la mano.
    Kasumi non rispose, ma sorrise solo di piacere. Il resto furono baci e carezze che man mano si confusero nella frenesia di un nuovo amplesso.

    Ah, quelle notti...


    Fine

     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    AF's Master of the End
    La Luce

    Group
    Admin
    Posts
    3,788
    Anormalità
    +21
    Location
    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

    Status
    Bella. Molto bella. Davvero bella. Complimenti sinceri, era da tanto che non leggevo qualcosa di così ispirato, si sente così chiara e forte la musa che ti ha ispirato fugacemente e spinto a questa stesura immediata che pare quasi sussurrarmi il suo nome. Ti darei mille, ma devo cercare di essere lucido e tenere presente che è una One-shot.

    EXP: 13
     
    Top
    .
1 replies since 18/1/2016, 23:26   47 views
  Share  
.
Top