A Demon's Fate - Pity Party

Narrazione Solitaria, R18

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    Narrazione Solitaria dai contenuti forti, astenersi deboli di cuore. Ah, per contenuti forti intendo violenza e non sesso.

    Ero sola nella stanza. Avevo in testa il cappellino a punta di carta colorata, rossa per la precisione. Avevo preparato tutte le decorazioni che ora erano appese al muro senza nessuno a guardarle a parte me. Le avevo fatte con il pastello a cera rosso, ci avevo messo un intero giorno. Alcuni tavoli con sopra vari tipi di stuzzichini e pizzette giacevano lì, abbandonati, ai lati della piccola sala. Il festone con su scritto "Happy Birthday" penzolava dal soffitto, solitario, malinconico. Non era venuto nessuno? Eppure avevo scritto a mano tutti gli inviti, avevo anche fatto un bel disegnino su ognuno di loro, li avevo messi un una busta carina, con un motivetto a rose rosse. Che nessuno li avesse ricevuti? Impossibile, abitiamo tutti nello stesso posto, non li ho spediti per posta o cose simili, li avevo dati ad ogni invitato personalmente... L'orologio a muro sembrava indicare le 5 e 20 di pomeriggio, anche se non riuscivo a leggere bene l'ora perché era un po' sporco, avrei fatto meglio a dargli una pulita, dopo. Non piacevo a nessuno? Magari mi stavano soltanto facendo uno scherzo e di lì a poco sarebbero tutti spuntati fuori dicendo "Sorpresa!!" e io mi sarei spaventata a primo impatto ma poi sarei stata supercontenta dopo pochissimo, andando ad abbracciarli uno a uno. Aspettai ancora una decina di minuti, ma nessuno si presentò. Iniziai a piangere. Quindi le cose stavano così? Sigh. Nessuno mi voleva bene... Sigh. Ero da sola, sempre da sola... Sigh.
    - Tu non sei da sola... -
    È vero, non lo sono mai stata, lui era sempre con me nel momento del bisogno e mi aiutava a superare momenti come questo.
    - Nessuno riesce ad apprezzarti quanto me, quindi ora non essere triste e cerca di divertirti, è pur sempre il tuo compleanno... -
    Ha ragione, non mi rimaneva altro da fare. Se nessuno era voluto venire, beh, ci sarebbe stata più torta per me, per sempre. Mi asciugai le lacrime e mi avvicinai al tavolo dove c'era la torta; presi un coltello e ce lo affondai dentro, iniziando a tagliare una fetta abbastanza grande, dopotutto nessun'altro l'avrebbe mangiata. Il rumore che faceva era un po' strano, ma in quel momento non mi importava. Avevo fame, avevo aspettato tutto quel tempo davanti a quel bellissimo banchetto in attesa di questi famigerati "amici" che poi non si erano presentati, quindi era ora di dare fondo alle mie energie e mangiare fino a scoppiare. Addentai la mia fetta: wow era davvero buona! Anche se forse c'era un po' troppa crema, ogni volta che le davo uno morso usciva da tutte le parti e mi sporcava le mani. Accidenti, non sono nemmeno capace di mangiare una fetta di torta come si deve, sono proprio una bambina inutile...
    - No, non è vero... -
    Meno male che c'è sempre lui a consolarmi! Finii di mangiare la mia fetta quando all'improvviso avvertii che qualcosa nella stanza era cambiato. Mi guardai attorno con uno sguardo esterrefatta: le decorazioni alle pareti erano le interiora degli altri bambini che erano venuti alla festa, il tappeto rosso al centro della stanza era un enorme lago di sangue e resti umani, tutti i piatti di cibo erano organi interni e parti amputate dal loro corpo e la torta era un cervello ancora tutto rosso di sangue. Urlai. Il suono riuscì ad annullare il gocciolio insistente del sangue che cadeva al suolo, come un ritmico tamburello che scandisce il passare del tempo. Mi misi le mani sulla faccia e mi ranicchiai a terra. Che cosa era successo? Ero stata io? Ma quando? Come... Cosa... Perch-
    - Va tutto bene, non vedi? -
    Oddio, devo aver avuto una allucinazione. Riaprii gli occhi e mi tirai su: tutto nella stanza era tornato alla normalità. Sorrisi; ero felice di essermi immaginata tutto, però poi mi rimisi a piangere perché nessuno era venuto alla mia festa. Per non pensarci mi gettai di nuovo sul cibo, mangiando in maniera compulsiva tutto quello che c'era, ignara del fatto che stavo gustando un saporosissimo e gommosissimo stomaco appena uscito dal suo habitat naturale. La foga quasi mi obbligava a gustare ogni singolo pezzo di quel prelibato piatto, per poi passare al quello vicino, che consisteva in un gruppo di cistifellee immerse in un sugosissimo sangue rosso ancora tiepido. Era così delizioso che ci feci perfino la scarpetta per pulire per bene il piatto. Poi un bel polmone, anche se era un po' difficile da masticare, anzi, era difficile staccare i pezzi perché era ancora più gommoso dello stomaco. E, infine, un altro pezzo di quella deliziosa torta alla crema che consisteva in un cervello oramai non più intero, farcito di sangue rappreso e con delle dita tagliate come candeline. Erano perfino accese, pensa, non me ne ero accorta! Soffiai, esprimendo un desiderio, e le spensi. Avrei voluto che tutto questo finisse e che questa festa peccaminosa finisse nel fuoco. Non tardò molto a realizzarsi, visto che tutto il sangue prese fuoco, dando il via ad un grande incendio. Io iniziai a piangere, anche se erano soltanto le lacrime a dettare la differenza tra quel lamento e una folle e completamente pazza risata sfrenata.
    - Lascia fare a me, tu non sei sola. -
    La voce si faceva sempre più suadente, mentre la mia coscienza spariva sempre di più. Sto morendo.
     
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    Che cosa ci facevamo tutti lì alla Secret House? Beh, è una storia un po' complicata... In effetti avevamo deciso di fare una specie di buffet per la riuscita del salvataggio di Sachika, per la ritrovata sorella di Miuna e, ultimo ma non meno importante, il ritorno della stessa Miuna in questo mondo. Il cibo lo aveva preparato tutto Kofuku, visto che adorava cucinare, assieme a Glbert, anche se lui ha avuto più che altro una funzione di supporto. Gli altri invece hanno sistemato la stanza, spostato i tavoli e apparecchiato (e io facevo parte di questi ultimi). C'era un sacco di roba da mangiare ma anche un sacco di persone: Sachika, Kofuku, Gilbert, Aika, Kisara, Celestia, Miuna ed io, quindi non ci eravamo sbagliati molto con le dosi, forse. Una volta finiti i preparativi e pronto il cibo abbiamo iniziato a mangiare e a parlare tra di noi di cose divertenti, ridendo e scherzando. Che strana cosa da dire per un gruppo di assassini, non trovate? Eh già, almeno, per me lo era. Fingevo di non provare nulla di diverso e mi comportavo come al solito ma non era così. Sentivo che qualcosa dentro di me era cambiato e stava ancora cambiando, non in bene purtroppo. L'aver riacquisito il mio potere del sangue mi faceva sentire strano: per ora avevo recuperato soltanto il peccato della lussuria e riuscivo quasi a sentirlo nella mia testa, come una forte presenza che cerca di sfondare con la forza una porta che sta a malapena chiusa. Riuscivo a percepire il desiderio che mi spingeva a guardare sotto alle gonne, nelle scollature, i culi. Alcuni potranno dire che non c'è molta differenza, visto che è una cosa che facevo già prima. Beh, diciamo che è quasi giusto, perché prima lo facevo di mia volontà e soprattutto solo con chi volevo io: ora invece è una cosa indiscriminata e che non avverto come mio pensiero ma come istinto, uno che non mi appartiene più. Mi bastava guardarmi attorno per farvi capire quello che intendo: con tutte le ragazze che ci sono in questa stanza riesco a malapena a trattenermi e avverto degli istinti anche verso Kisara che in teoria era mia sorella anche se adesso non lo è più. Io odio l'incesto e gli anime e la cultura stessa che lo valorizzano e provare questo genere di cose mi provocava un tale conflitto interiore che a volte rischiavo di esplodere. Ma la cosa più preoccupante era che la lussuria era soltanto uno dei sette peccati che facevano parte del mio potere... Se fosse successa la stessa cosa con gli altri... Non ci riesco... Non li voglio... Lo so che delle persone soffrono a causa sua ma non sono sicuro di riuscire a sopportare tutto da solo.
    Tu non sei solo... sussurrò Miuna nella mia testa, in maniera così dolce che riuscivo quasi a percepire il suo fiato proprio dietro alle orecchie e la cosa mi provocò un brivido.
    Lo so, mia cara... Però questa cosa la dovrò comunque sopportare soltanto io, nella mia testa...
    Beh, anche io sono nella tua testa, forse riuscirò a condividere la sofferenza che ti sta causando questo potere
    Non osare nemmeno pensarlo, hai già sofferto abbastanza e non ti meriti una cosa del genere...
    Beh nemmeno tu, se per questo...
    Magari non ora, ma prima-
    Quello che è stato fatto prima non conta, dopotutto ad ora non è nemmeno successo, quindi non vale come scusa!
    Lo so, hai ragione ma-
    Niente ma! Io per il momento non intervengo ma se dovessi sentire che la cosa sta diventando troppo pesante per te proverò a salvarti, costi quel che costi.
    Non potevi ribattere ad una cosa del genere, come avrei potuto impedirle di fare quello che avevo fatto io. Quindi mi limitai a sorridere e ad annuire silenziosamente all'amore che mi stava dimostrando.
    Stava andando tutto bene, ma all'improvviso la porta dalla quale avevamo fatto accesso venne sfondata di prepotenza. Una voce femminile emerse dalle fiamme.
    Uuhhh, che buon odorino! Qualcuno stava facendo un banchetto qui? Beh, allora vi conviene lasciare tutto a me perché sono molto affamata, molto, molto MOLTO. Ah, con tutto intendevo dire proprio tutto, anche le vostre carni... Sono così deliziose quando cotte al vapore!
    Inquietante a dir poco... Perfino per il gruppo sembrava una cosa così esagerata, il cannibalismo intendo... Una volta che il fumo si dissipò, finalmente riuscii ad intravedere la figura che stava minacciando un intero gruppo di anormali con poteri abbastanza devastanti: era una ragazza non molto alta, con i codini ai lati della testa, una espressione stralunata, vestita di stracci ma soprattutto con i capelli rossi.

    d7tJDfp

    Non poteva essere un caso, il caso non esiste... Un'altra parte del mio potere bussava alle porte, probabilmente quella legata alla gola. La nuova arrivata scattò verso il gruppo, pronta a combattere.


    Edited by ¬SasoRi - 17/5/2016, 20:19
     
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    Poteva anche essere violenta e molto forte, però aveva scelto il momento sbagliato per fare irruzione nella casa: eravamo tutti riuniti, otto persone (contando anche Miuna) contro una, la nuova arrivata dai capelli rossi. In più, secondo quanto era successo la volta scorsa, sembrava che Kofuku riuscisse a tenere molto bene a bada quelle persone che condividevano il potere con me. Tuttavia non volevo combatterla: sapevo che le era capitato qualcosa di spiacevole che l'aveva condotta ad ereditare il mio potere del sangue legato alla gola e non mi andava di rientrarne in possesso o combattere lei che era stata soltanto sfortunata. Non mi sarei nemmeno lasciato uccidere, però, né tanto meno le avrei permesso di fare del male ai miei amici. Ma forse le cose non erano così semplici come sembravano: proprio in quel momento caddero a terra Kofuku, Aika, Sachika, Celestia, Gilbert e Kisara, come se fossero stati colpiti da qualcosa, anche se a guardarle meglio sembrava quasi che si fossero addormentati.
    Ma che cosa-
    Ehi, ragazzii! urlai, nel tentativo di svegliarli ma, mentre mi avvicinavo a Sachika per provare a scuoterla, la ragazza dai capelli rossi fece un velocissimo balzo verso di me e mi colpì in pieno viso visto che mi aveva colto alla sprovvista e mi sbalzò lontano. Rotolai a terra per qualche metro ma balzai di nuovo in piedi, pronto al contrattacco.
    Che cosa diamine hai fatto agli altri?
    Io? Non ho fatto nulla, che vuoi da me. Lasciami mangiare in pace! disse, mentre si fiondava sul tavolo e addentava di violenza una pagnotta di pane. Subito la cosa mi lasciò un po' perplesso. Non sapevo se prenderla sul serio o no, quella ragazzina.
    Fidati, non ti conviene scherzare con lei, dopotutto deve essere parecchio forte visto che possiede una parte del tuo vecchio potere...
    Ecco la voce della saggezza, la mia guida. Che cosa farei senza di lei? Chi lo sa, non ci voglio pensare.
    Non hai tutti i torti, in effetti. Allora attacchiamola mentre mangia...
    Mi lanciai verso di lei per approfittare del suo momento di distrazione e del fatto che mi stesse dando le spalle, sfoderando la spada e cercando di colpirla alla testa. Tuttavia qualcosa non andò come previsto: dal terreno sbucò quella che sembrava una enorme... Spiga di grano? Ma che cosa?
    Non distrarti!
    In quel momento, Miuna si scambiò con me in modalità Cristallum e li liberò dalla presa; proseguì dunque il suo attacco scagliandole contro due lance di cristallo che però non colpirono il bersaglio perché proprio quando stava prendendo la mira la spiga di grano spuntata poco fa si trasformò in farina e questa finì negli occhi di Miuna, facendola anche starnutire.
    Non capisco se questa è una vera battaglia o una pagliacciata.
    Potevo avvertire la frustrazione di Miuna e la cosa non era bella, perché quando si arrabbiava lei c'era ben poco da fare.
    Era quello che stavo cercando di dire poco fa ma tu-
    Non distrarmi! Smettila, era una domanda retorica!
    Ecco appunto. Meglio lasciar perdere e farle fare quello che voleva.
    Nel frattempo, la ragazza rossa si era già mangiata la metà di quello che c'era sulla tavola.
    Uffa, con tutto quello che ci avevamo messo per preparare la roba... Che palle, sta stronza si sta mangiando tutto. Facciamole il culo, mia cara, anche per gli altri.
    Occielo, devo proprio partecipare a questa buffonata?
    Eh mi sa di sì, tutti gli altri dormono...
    E andiamo.
    Ci lanciammo contro di lei, ma un ondata di quello che sembrava latte ci respinse, spingendoci molti metri più in là. Miuna, zuppa fino al midollo, si alzò e scosse la testa per cercare di togliersi il latte di dosso.
    Ma seriamente? Io questa la uccido sul serio. MI HA SPORCATO IL VESTITO.
    Donne...
     
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    Nonostante tutta la battaglia si stesse rivelando più ardua di quanto uno si aspetterebbe, visto gli strambi attacchi del nemico, forse avevo avuto un'illuminazione che la avrebbe fatta terminare in un lampo.
    Miuna! Passa alla Caeruleum e utilizza l'effetto secondario della pietra. Stupida com'è, quella ragazzina sarà facile preda delle illusioni e una volta catturata potremmo scoprire chi è ma soprattutto potremmo sapere che cosa ha fatto agli altri e riprendere a mangiare.
    Certo, il cibo era importante, è sempre una questione da non sottovalutare. E poi tutte ci avevano messo tanto impegno per preparare quella roba; perfino Kofuku si era cimentata nella cucina e aveva fatto una torta, che tra l'altro avevano già assaggiato tutti tranne me... Cavoli! Dovevamo sconfiggere quella mangiona prima che arrivasse a quella portata!
    Stai pensando alla torta, vero?
    ... E già...
    Ti sembra il momento?
    È sempre un buon momento per mangiare torte...
    ...
    La ragazza non rispose, tuttavia potei percepire che, sotto sotto, era d'accordo con le mie parole. Anche lei era golosa di dolci, e lo sapevo bene.
    In ogni caso il tuo mi sembra un ottimo piano, strano che lo abbia pensato tu e non io...
    Grazie mille, come farei senza i tuoi complimenti
    Non vivresti rispose lei, con tono scherzoso.
    Hai ragione.

    Miuna passò alla modalità Caeruleum e generò una piccola pietra di azzurrite vicino alla ragazza con i capelli rossi, che si stava per divorare anche le gambe del tavolo. Non appena l'illusione fece effetto la vedemmo girarsi verso la pietra, con occhi sbrilluccicosi.
    Oddio! Un banchetto regale di questo tipo... Mi viene quasi da piangere... Quanti cadaveri smembrati che posso divorare per aumentare la mia forza...
    La cosa prese un risvolto un po' macabro; dopotutto doveva aspettarmelo, le sue parole avevano lasciato intendere che lei volesse mangiare tutto, noi compresi. Alla fine era sempre una figlia del sangue e possedeva un potere demoniaco, che molto presto sarebbe tornato a me. Non sarebbe stato facile portare questo fardello, non mi ero ancora del tutto ripreso da quello precedente. Tuttavia non potevo lasciare che quella ragazza patisse delle simili pene al posto mio. Il potere apparteneva a me e da me voleva tornare; molto spesso non possiamo ingannare il destino, anche quello di un demone.
    La ragazza con i capelli rossi si era immobilizzata, così Miuna si avvicinò rapidamente a lei senza ricevere alcun attacco; mi scambiai con Miuna e posi la mia mano sulla testa della ragazza.
    Fui investito da un'ondata di ricordi, non miei, che mi oscurò la mente per qualche secondo.

    "Una giovane ragazza con i capelli neri, figlia di un panettiere, viveva la sua vita spensierata nella piccola casetta in campagna, assieme al padre e al fratellino più piccolo. Faceva tutto quello che facevano anche gli altri bambini: giocava, correva, mangiava, dormiva, andava a scuola, faceva i compiti, si divertiva con il fratellino e il padre quando tornava da lavoro. Ma quei giorni di felicità finirono molto presto: il padre si ammalò e morì qualche settimana dopo, nel suo letto. Ad assisterlo c'erano tutte e due i figli e poco prima di spirare lui mise la sua mano stanca sopra la testa della più grande, sussurrandole queste parole: "Mi dispiace, Morgiana, non posso farci niente. È un fardello troppo pesante per me e vorrei che morisse con me ma purtroppo non sarà così. Ha una volontà sua..." La mano venne avvolta da una fiamma rosso scuro che circondò molto in fretta la povera piccola, che urlava di dolore. Il fratellino era spaventatissimo ma proprio non sapeva che cosa fare per aiutarla. Le fiamme si spensero da sole dopo pochi secondi, proprio alla morte del padre. Un ghigno sul volto, l'espressione deformata. Si girò verso il fratellino che aveva le lacrime agli occhi e lo guardò con fare languido e affamato.
    "Akise, sei così profumato. Non mi ero mai accorta di questo... Chissà se sei anche altrettanto... BUONO!!!" esclamò, con voce roca e quasi demoniaca, avventandosi su di lui e iniziando a sbranarlo vivo. Morse prima il collo, portandogli via parte dell'esofago e la lingua, in modo che non potesse più urlare; passò poi al naso, staccandolo in pochissimo tempo. Poi divorò le sue dita, una ad una, ossa comprese. In seguito prese il suo piccolo cranio e lo sbatté a terra due volte con violenza, incrinandolo, e poi lo schiacciò con la forza mostruosa che solo una fame viscerale e un istinto primordiale può dare, facendo fuoriuscire la materia grigia e il cervello, oramai notevolmente danneggiato ma comunque ancora molto succoso. Lo sollevò da terra, staccandolo dalla spina dorsale e, dopo averlo leccato per benino un paio di volte, ci affondò dentro i denti. Il suo pasto finì molto presto, visto che il fratellino era molto piccolo. "FAME... IO HO FAME!!" ululò il neonato demone dell'ingordigia, mentre si accingeva ad uscire da casa, in cerca di altro cibo. Divorò diversi animali selvatici che vivevano nel bosco lì vicino e solo dopo diverse ore riuscì a riacquistare parzialmente il controllo, come se il demone rimanesse a basa quando era a stomaco pieno. La personalità della ragazza, tuttavia, non riuscì a riemergere del tutto, ma quando non perdeva completamente il controllo era in grado di saziarsi anche con del normale cibo. Visse nei boschi, divorando animali, piante, radici e ogni tanto qualche malcapitato visitatore che si era spinto troppo all'interno del groviglio di rami. Un anno dopo, quasi certa di riuscire a controllare il demone, si riavvicinò alle altre persone, iniziando da piccole case isolate e sperdute. Una di queste era, per l'appunto, quella nella quale si trovava adesso."


    Ripresi possesso della mia mente e crollai a terra. Riuscivo quasi a percepire il sapore del cervello che si era mangiata, il sapore della selvaggina, del sangue e di tutte le radici. Avevo la bocca impastata, mi sentivo soffocare. Gola asciutta, avevo bisogno di bere. Mi avvicinai al tavolo e trangugiai l'intera caraffa d'acqua, per cercare di stare meglio. E in parte funzionò.
    Kuro! Va tutto bene?
    S-Sì...
    Che cosa hai visto?
    Ho scoperto il senso della frase "brutto come la fame"... Non c'è nulla come la fame, forse nemmeno la morte...
    Sembri pallido...
    Beh... Poteva andare peggio... Sarei potuto svenire, come un certo poeta alla fine di ogni canto.

    Alzai lo sguardo e vidi la ragazzina stesa a terra, priva di sensi. I suoi capelli erano tornati ad essere neri, mentre venivo investito da una fiamma rossa che si spense qualche secondo dopo. Il potere era ritornato a me, potevo sentirlo, riuscivo a percepirlo all'interno delle mie vene e del mio stomaco. Morgiana aprì gli occhi, guardandosi intorno in maniera confusa. Poi, di scatto, si mise sulle sue ginocchia, tastandosi ripetutamente il petto all'altezza dello stomaco, come se sentisse che qualcosa le era stato tolto. Mi guardò, con le lacrime agli occhi.
    Sei stato tu a prenderlo?
    Sì... È un fardello che soltanto io devo portare... Mi dispiace che ti abbia causato così tanti problemi...
    Lei, in tutta risposta, scoppiò a piangere e mi abbracciò.
    Povera ragazza... Chissà quanto dolore... Però, Kuro, gli altri non si sono ancora svegliati...
    Alzai la testa e mi guardai attorno: in effetti sembravano ancora tutti nel mondo dei sogni... Quindi aveva detto la verità quando ci aveva detto che non aveva fatto nulla agli altri. Pensandoci bene, c'è solo una cosa che io non ho mangiato e gli altri sì...
    Vuoi vedere che...
    Andai un secondo in cucina, tenendo Morgiana per mano. Controllai gli ingredienti utilizzati da Kofuku e notai che, al posto della menta, quella svampita aveva messo la valeriana nella torta! Ma dico dio...
    C'era da aspettarselo da lei...
    Beh, non pensavo che avesse dei problemi così gravi... Ma poi cosa hanno in comune la menta e la valeriana?
    Forse il colore?
    Si ma...

    Senza accorgermene ero di nuovo davanti al tavolo, o meglio a quello che rimaneva del grande tavolo imbandito, proprio davanti a quellla torta. Poi, quasi come se non fossi più padrone del mio corpo, ne presi una fetta e la mangiai in un sol boccone.
    Ma... COSA FAI?
    Non lo so, non ho saputo resister-
    Caddi a terra, addormentato. Beh, almeno per oggi avrei fatto sonni tranquilli...


    FINE






    Finalmente è finita... Mi scuso con tutti i possibili lettori ma questa role è stata scritta in un momento brutto e di crisi per me,
    quindi ora che mi sono ripreso ho voluto chiuderla abbastanza velocemente per poter proseguire... Spero comunque che almeno un poco vi sia piaciuta
     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Bene, eccoci qui alla resa dei conti con questa privata.
    Dunque, non faccio valutazioni da un sacco di tempo quindi credo di essere un po' fuori allenamento, mi sarebbe piaciuto essere ancora in forma come un tempo perché questa narrazione avrebbe davvero meritato una di quelle valutazioni a cinque stelle che facevo nei bei tempi passati.
    Straniante, violenta, davvero R18 e per i contenuti giusti, al contempo non ha lesinato sugli improvvisi momenti di leggerezza. Tutti gli elementi si sono amalgamati alla perfezione in una scrittura scorrevole e chiara che ha permesso alla trama di emergere con forza e decisione, ed è ancor più un bene visto che ti permette di seguirla stuzzicando l'interesse e spingendoti a leggerla tutta d'un fiato. Splendida.

    EXP: 20
     
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