[CONCLUSA] Sfortuna anormale

Multipla chiusa

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    Goro Nishimura
    Il polverone si alzò per quasi tre metri da terra e la gente si spaventò un po' per il tremore diffuso nel terreno, meglio per le due, visto che si sarebbero allontanati possibili osservatori. Approfittando della nuvola marroncina, Bianca ringraziò Kuron e iniziò a emanare luce da tutto il suo corpo, doveva essere il processo di trasformazione, e Kuron era curiosa di vederla trasformata.

    "È la prima volta che vedo un potere del genere in azione...senza essere in pericolo di vita, se capisci ciò che intendo."

    La trasformazione terminò con una nuvola di fumo nero intorno a lei che si disperse nell'aria sotto forma di piume altrettanto nere. Bianca ora era, di nome e di fatto, bianca come il latte, con occhi rossi e vestiti neri come le sue ali, era una trasformazione molto bella, c'era da dirlo. Prese Kuron in braccio come una principessa e spiccò il volo con grande velocità, doveva essere anche più rapida di Goro, ma non poteva saperlo con certezza, non l'aveva ancora mai visto volare, dopotutto.

    "Dovrò chiederti di potenziare la vista per rintracciarlo, da qui non lo potrei vedere. Mi affido di nuovo a te."

    Un altro compito adatto ai suoi poteri, perfetto.
    Kuron potenziò la vista con quattro dei suoi potenziamenti, erano veloci, in alto e stavano cercando una persona in particolare in mezzo ad una folla, non sarebbe stato facile senza quei miglioramenti.

    "Non c'è problema, ci penso io."

    Mentre rispondeva a Bianca, questa poté vedere come i potenziamenti avessero cambiato la chiarezza dei suoi occhi e la loro fluidità, una cosa tanto bella quanto particolare. Kuron iniziò a guardare sotto di loro con rapidità e precisione, passando da un angolo all'altro del centro, da una persona all'altra.

    "Speriamo che sia qui."

    Passarono qualche minuto in cielo a perlustrare il centro, quasi persero le speranze, ma Kuron riuscì a scorgere Tatsuya, non uno che gli somigliava, proprio lui, come faceva a saperlo? Stava girando con una bella ragazza, era un suo tratto tipico, oramai.

    "Eccolo, lo vedo. È sotto di noi con una ragazza dai capelli e gli occhi rosa, vestita in modo molto elegante...strano per una passeggiata in centro."

    Non riuscì a trattenere il commento, ma ora c'era altro a cui pensare.

    "Possiamo atterrare su quel palazzo, così ti potrai trasformare senza dare troppo nell'occhio, poi ti porterò giù io in quel vicolo e spunteremo davanti a loro."

    Come Goro, lei pensava sempre ad ogni metodo per evitare la benché minima fuga di informazione sugli anormali.

    "Che dici, ti va bene?"
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    Mentre confermava la disponibilità ad usare le sue abilità, Kuron offrì a Bianca la meravigliosa visione ravvicinata dei suo occhi che, in reazione ai potenziamenti che li avevano interessati, avevano iniziato a brillare con una lucentezza tanto inaspettata quanto affascinante. Anche se la sua psiche era temporaneamente divenuta più matura, Bianca fu per un attimo attraversata da un brivido di piacere e le balenò nella mente la folle idea di rapire Kuron per qualche ora e giocare un po' con lei, magari spazzolandole i capelli come se fosse una bambola, ma quello non era il momento adatto per lasciarsi andare a certe bizzarrie.
    Dall'alto cercarono a lungo una traccia di Tatsuya, stavano quasi per desistere quando finalmente Kuron riuscì ad individuarlo.
    « Grazie al cielo. » Sussurrò con sollievo, avere il fratello così a portata di mano era una grande notizia. Dalla descrizione di Kuron aveva anche inteso che era in compagnia di Sharon, una ragazza dal portamento che metteva soggezione e che sembrava incapace di vestirsi in modo casual. Un'altra grande notizia.
    C'era necessità di scendere e la proposta di Kuron era l'idea di più sensata tra tutte quelle che avrebbero potuto prendere in considerazione.
    « Va bene. Grazie. » . Un sorriso di riconoscenza illuminò quel meraviglioso viso facendo risplendere ancor di più quella bellezza eterea.


    Una giornata che era tranquilla - Tatsuya side

    Tatsuya era impegnato in una delle insolite attività delle sue insolite giornate, una passeggiata tra i negozi del centro, concettualmente di una normalità disarmante e per questo inattesa e con un'aria contraddittoria. Questo pensiero si era insinuato nella mente del ragazzo, nemmeno Sharon che si faceva più stretta la suo braccio riuscì a distoglierlo dalla convinzione che l'universo fosse sul punto di giocargli qualche brutto scherzo.
    « A cosa pensi? » Gli domandò la rossa, sopravanzandolo di un passo per attrarre la sua attenzione e riportarlo al presente.
    « Che essere un protagonista è faticoso. Quando le cose vanno bene ho sempre la sensazione che gli alieni stiano per invadere la terra, iniziando dal quartiere dove ci troviamo. »
    Non voleva preoccuparsi e si sentiva in colpa, era lì con una ragazza bellissima ed invece di dedicarsi a lei si perdeva in strani ragionamenti di sospetto su come la sua trama si sarebbe intersecata con quella degli altri.
    Cercò di riprendere con il giro dei negozi, per Sharon avrebbe comprato qualunque cosa, non gli importava del costo o dell'utilità – forse gli importava solo della moralità dell'oggetto del desiderio.
    Davanti alla vetrina di un negozio di scarpe, la percezione che non si aspettava.
    « Bianca è qui con Kuron ed è trasformata. »
    Guardò verso il tetto di un palazzo, quindi spostò l'attenzione sullo stretto spazio che lo divideva dall'edificio più vicino, un vicolo perfetto per scendere senza farsi vedere.
    « Vieni Sharon, qualcosa non va. »
    « Eh? Ma queste le voglio. »
    « Te ne compro tre paia. »
    Lo seguì senza fare domande o protestare, come aveva sempre fatto.


    In un luogo che non esiste - Sophie side

    Sophie intratteneva la sua nuova amica dando fondo a tutto il suo repertorio: le aveva chiesto di raccontarle qualcosa e lei non aveva avuto dubbi sul raccontarle la storia della propria vita. Era arrivata agli allenamenti di ginnastica e si stava divertendo a mostrare, tramite un po' di esercizi, l'elasticità e l'agilità che le avevano sviluppato. La ragazza la guardava rapita, negli occhi si intravedeva la luce malinconica di chi ricorda qualcosa che ha perso da molto tempo, se non avesse avuto abiti così poco adatti tutto avrebbe fatto presagire che si sarebbe messa anche lei a provare qualche esercizio.
    Ad un tratto Sophie si interruppe, era rossa per la fatica ed il respiro s'era fatto improvvisamente corto, affannoso, le sembrava di aver perso le energie tutte insieme.
    La ragazza fece segno a Sophie di sedersi sulle sue ginocchia e nell'altra non trovò alcuna resistenza, si sentiva solo stanca, sul punto di collassare.
    Le mise il suo copricapo e la strinse forte al proprio seno.
    « Sei speciale Sophie, sei speciale. » Disse prima che la ragazzina si addormentasse.
    Abbandonata nel petto che la accoglieva, Sophie aveva un'espressione beata.
     
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    Tatsuya era stato trovato e Bianca era evidentemente felice, era un po' che lo cercavano oramai, chissà se stava andando ancora tutto bene da Goro.

    "Grazie al cielo."

    Nient'altro che un sussurro, ma essendo le uniche due creature in volo per qualche chilometro, se non qualche uccello poco rumoroso, non le fu difficile sentire quel suo sospiro di sollievo. La proposta di Kuron di andare su quel palazzo venne accolta con un sorriso, dunque Bianca si diresse verso il tetto di quell'edificio per poi atterrare con grazia e, una volta allontanatasi da Kuron, trasformarsi e tornare normale.

    "Ora che sei tornata normale, lasciami un attimo potenziare e scendiamo."

    Disattivò i potenziamenti alla vista e aumentò la sua massa muscolare e l'agilità del suo corpo, due e due potenziamenti per entrambe le caratteristiche. Si avvicinò a Bianca per prenderla in braccio come lei aveva preso Kuron prima, e si preparò a scendere.

    "Tieniti stretta, se voglio evitarti dei contraccolpi, la discesa sarà movimentata."

    Aspettò che Bianca si tenesse con sicurezza a lei, dopodiché saltò verso la parete dell'altro palazzo e, con l'appoggio dei piedi e di una mano momentaneamente utilizzata come appoggio, iniziò a saltare di parete in parete per scendere, perché se fosse semplicemente saltata giù, il collo di Bianca non sarebbe stato troppo felice. Dopo qualche secondo, atterrò al centro esatto del vicolo con la ragazza dai capelli bianchi ancora in braccio.

    "Ok, siamo a terra, ora puoi star tranquilla."

    Si assicurò che l'esperienza non fosse stata un po' troppo movimentata per lei, prima di lasciarla in piedi da sola, non voleva mica che le prendesse un giramento di testa seguito da una bella caduta a terra. Fatti gli accertamenti del caso, Kuron si diresse verso l'uscita del vicolo con lei, quasi andando a sbattere contro Tatsuya e Sharon, anche se sapeva dei suoi poteri, non si aspettava che le avesse percepite anche senza preavviso.

    "Tatsuya, finalmente, ti stavamo cercando da un bel po'."

    Si scansò da davanti a lui per far spazio a Bianca.

    "C'è qualcosa che dovresti sapere, ma forse è meglio se te lo dice lei."

    Lasciò, giustamente, che fosse lei a parlare, dopotutto era di loro sorella che si trattava.
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    Una volta atterrate sul tetto, Bianca si ritrasformò e riprese il suo aspetto normale, si sistemò alcune brutte pieghe del vestito ed attese la mossa di Kuron. Quest'ultima ridistribuì i propri potenziamenti, spostandoli dagli occhi a braccia e gambe, realizzando quello che era uno dei piccoli sogni di Bianca: essere presa in braccio da Kuron come una principessa. D'altronde lei stessa l'aveva prima trasportata in quel modo, era un po' un ricambiare la cortesia, seppure con effetti assai diversi.
    Mentre scendevano dal tetto, Bianca chiuse gli occhi per potersi concentrare unicamente sul momento e gustarselo fino in fondo ed anche quando arrivarono a terra lei continuò a stare ben stretta a Kuron e ad immaginare cose completamente prive di senso e che sarebbe troppo difficile raccontare, quindi eviteremo di farlo e di interrogarci su cosa sia passato per quella sua mente tanto veloce.
    Spinta da necessità maggiori – altrimenti è probabile che non si sarebbe stancata prima di sentire delle proteste insistite – rimise i piedi a terra e lasciò che Kuron la guidasse verso l'uscita del vicolo e, come ci si potrebbe anche attendere a questo punto, per poco non andarono a sbattere contro il buon Tatsuya. Dopo un primo lampo di gioia per averlo ritrovato, Bianca si incupì sotto la pressione del pensiero di quello che era successo. C'era anche Sharon e questo la metteva un po' a disagio, non riusciva a trovare le parole per introdurre il discorso.
    Fortunatamente ci pensò Kuron a fare il primo passo, passando poi il testimone a Bianca perché le sembrava giusto che fosse lei a parlare.
    La nostra eroina si fece avanti, ma non riusciva ancora a decidersi.
    Sharon le si avvicinò impensierita, le poggiò una mano sulla spalla.

    « Cos'è successo? Ci stai facendo preoccupare. »

    Dopo un altro istante di esitazione, Bianca scostò la mano dell'altra ragazza e si precipitò tra le braccia del fratello.

    « È Sophie... l'hanno investita... l'ha presa un camion mentre eravamo sul marciapiede, ma Goro si sta occupando di lei. Sta... sta bene, ma... »

    I nuovi singhiozzi le strozzarono la frase. Tatsuya le abbracciò freddamente le spalle con un solo braccio.

    « Ora dov'è? Devo vederla. Ha bisogno di me. »

    Bianca, sorpresa, si scostò un po', quel tanto che bastava per vedere gli occhi sbarrati del fratello che fissavano con terrore il vuoto.

    « È... è con Goro in camera sua. Lui l'ha curata. »

    Ottenuta l'informazione, Tatsuya si rivolse immediatamente a Sharon perché usasse la propria abilità e creasse un varco spaziale. In quel momento riusciva a fornirle solo la posizione del corridoio davanti la camere di Goro, quel dato doveva bastarle per aprire il passaggio.

    « Non ti fidi di lui? » Gli chiese la rossa.
    « Mi fido ciecamente di lui e gli sarò per sempre riconoscente. »
    « Allora perché sei tanto spaventato? »
    « È vulnerabile, se quello la intercetta e la allontana dell'Heaven Feel la dovrò andare a recuperare e non ci sarà molto tempo. Presto, devo raggiungerla. »

    I farfugliamenti di Tatsuya stavano a testimoniare una volta in più quanto lui fosse allarmato. Sharon non tergiversò oltre ed aprì il varco, una soglia ovale di luce che si stagliò davanti a loro, attraversandola si sarebbero ritrovati davanti la porta della camera di Goro.
    Tatsuya non attese e si lanciò dentro: dopo pochi istanti bussò con foga chiamando l'amico.
    Nel vicolo, Sharon attendeva che le altre due passassero per poter poi attraversare a sua volta e chiudere il varco.
    Bianca si guardò intorno un po' confusa più che allarmata, non aveva capito praticamente nulla di quel che il fratello aveva detto e scucire informazioni a Sharon era praticamente impossibile – probabilmente nemmeno lei sapeva e fingeva solo di mantenere il segreto, per non far capire che era nella sua stessa situazione.
    Guardò Kuron, sperando che non giudicasse troppo male tutta quella foga ed il fatto che non l'avesse salutata come si doveva.

    « Scusa. È stato sgarbato e mi dispiace, spero non te la prenda. »
     
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    Goro Nishimura
    Bianca era evidentemente ancora nervosa per gli avvenimenti di qualche ora fa, era normale, chiunque al suo posto starebbe ancora piangendo, incapace di muoversi dal "lettino" dove riposava la persona ferita, ma riuscì a farsi forza grazie a Sharon.

    "È Sophie... l'hanno investita... l'ha presa un camion mentre eravamo sul marciapiede, ma Goro si sta occupando di lei. Sta... sta bene, ma..."

    Ricominciò a piangere, era normale, era giusto così, quell'evento aveva disturbato tutti i presenti, ma per fortuna si trovavano con loro in quel momento. Tatsuya la abbracciò con un solo braccio, stava reagendo in modo diverso dalla sorella, lui stava fissando il vuoto con uno sguardo terrorizzato.

    "Ora dov'è? Devo vederla. Ha bisogno di me."

    Bianca gli disse dov'era, e Tatsuya non perse un solo momento. Subito si voltò verso Sharon e le fornì le coordinate del corridoio davanti alla stanza di Goro, c'era qualcosa che lo spaventava.

    Sharon: "Non ti fidi di lui?"
    Tatsuya: "Mi fido ciecamente di lui e gli sarò per sempre riconoscente."
    Sharon: "Allora perché sei tanto spaventato?"
    Tatsuya: "È vulnerabile, se quello la intercetta e la allontana dell'Heaven Feel la dovrò andare a recuperare e non ci sarà molto tempo. Presto, devo raggiungerla."

    Una cosa nel DNA di Kuron le diceva che quando Tatsuya farfugliava così, qualcosa rischiava di andare male. Si aprì un varco davanti alla stanza di Goro e Tatsuya vi entrò subito, mentre Sharon aspettò le due ragazze prima di entrare a sua volta e chiudere il portale.

    "Scusa. È stato sgarbato e mi dispiace, spero non te la prenda."

    Kuron la guardò sorridendo lievemente.

    "Se fosse successa a me una cosa del genere, Goro non sarebbe nemmeno riuscito a ricordarsi il suo nome, sarebbe partito e basta. Non ti preoccupare, sarebbe stato strano se si fosse comportato in modo diverso."

    Disse tutto con tranquillità e un piccolo sorriso sul volto, poi la seguì attraverso il portale. Mentre questo succedeva, Tatsuya stava bussando vigorosamente alla porta di Goro, chiamandolo anche. Il ragazzo non impiegò che qualche secondo per andare ad aprirgli.

    "Vieni, Sophie è di la."

    Aveva capito subito che c'era qualcosa che non andava, non avrebbe mai bussato così, altrimenti. Non sapeva cosa potesse esserci di così preoccupante, visto che aveva tenuto d'occhio la ragazzina fino a quel momento, ma se lui sentiva dei problemi, qualcosa doveva esserci.
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    Quando Goro aprì la porta di camera sua, Tatsuya non esitò e piombò nella stanza in modo ben poco educato, ed altrettanto sgarbatamente non attese che l'amico gli facesse strada, aveva troppa fretta di vedere Sophie, voleva essere lì quando si sarebbe svegliata e desiderava vegliare su di lei per intervenire. I timori che il ragazzo stava esibendo era del tutto nuovi, sembravano quasi irrazionali, ma, come ormai ben sappiamo, ogni sua azione non avveniva mai per caso. Per lo meno le azioni che riguardavano la salvaguardia delle sue sorelle, soprattutto della piccola Sophie.
    Tutta quell'agitazione, quella fretta, quell'ansia, svanirono non appena la vide, distesa nel letto, incerottata e fasciata, con gli abiti di Kuron, ma con il respiro regolare ed un'aria beata.
    Il viso di Tatsuya si rilassò e tornò a sorridere, si avvicinò alla sorellina verificando i dati biologici ed erano tutti normali. La baciò sulla fronte, con affetto e sollievo. Guardò Goro con occhi lucidi.

    « Grazie. L'hai salvata. Io.... noi ti saremo sempre riconoscenti. Non so cosa avrei fatto se... Grazie, amico. Grazie, fratello. »

    Tatsuya era visibilmente commosso, per uno come lui, che era praticamente cresciuto solo con le sue sorelle e che teneva a loro come a nessun altro, chiamare qualcuno “fratello” era la massima espressione di stima ed affetto di cui era capace. Aveva protetto Sophie, l'aveva soccorsa e curata, ed era anche la seconda volta che la salvava. La gratitudine che aveva verso di lui, la stima, il rispetto avevano superato quello che si può avere per un amico. Era ciò che avrebbe riposto – lui ne era convinto – solo in un fratello.
    Ed era ciò che provava anche per un'altra sua “sorella” un po' più particolare, che non era lì ma lui sapeva che aveva protetto Sophie anche se in modo diverso da Goro.
    Mentre arrivavano le ragazze, con Bianca che mostrava la sua felicità per il “perdono” di Kuron e per il fatto di essere di nuovo tutti insieme, Tatsuya si inginocchiò al fianco di Sophie e le prese una mano tra le sue. Si rivolse di nuovo a Goro, sentiva di dovergli una qualche spiegazione per lo stato in cui si era presentato.

    « Scusa se ero così strano, avevo una paura matta che fosse ancora in pericolo, un pericolo dal quale non avresti potuto proteggerla. Aveva paura che in quel momento di debolezza qualcuno ne approfittasse per attaccarla mentre era più lontana dalla vita. Sembra assurdo, vero? Però ho sempre questa paura, che me la possano portare via quando è più indifesa. Che me le possano portare via. »

    Anche se le parole non dicevano nulla di buono, cercò di sorridere per rassicurare un po' Bianca, era appena arrivata ed aveva sentito tutto, ma anche Kuron e lo stesso Goro che, certamente, non sarebbero rimasti completamente indifferenti davanti a notizie negative, seppur parziali e raccontate in modo assolutamente confuso e scarsamente comprensibile.
    Proprio la poca chiarezza delle spiegazioni che nessuno gli aveva ancora richiesto, ma che si sentiva in obbligo di dare almeno per quel tanto che bastava a non farlo apparire completamente pazzo, ma solo quel pizzico che non guasta mai e che è praticamente fisiologico, lo spinse a decidersi per un qualcosa di un po' più particolare. Inoltre quella poteva essere una buona occasione per portare da “quella” qualche persona nuova.

    « Venite, vi porto nel sogno di Sophie. O meglio, nel suo mondo interiore. »

    Tatsuya fu un po' improvviso, iniziò subito ad usare la propria One Heart per mettere in risonanza i loro cuori, per far allineare le onde cerebrali e portare la mente di tutti in un luogo segreto, molto intimo, che si trova nel profondo di ognuno di noi. Per ogni persona è un posto differente, per alcuni può essere una città, per altri una casa, per altri una vera e propria landa dei perduti dove si raduna tutto ciò che siamo stati costretti a rinunciare nel corso della nostra vita, per altri può essere un mondo privo di logica dominato dagli istinti più bassi e primitivi.
    Nel caso di Sophie, quando l'improvviso bagliore smise di accecare le menti, ciò che avevano davanti era uno splendido giardino, con alte siepi di rose ed una sfarzosa villa. Al centro del giardino li attendeva, seduta su una panca vicino ad un tavolino ben apparecchiato con torte, pasticcini, biscotti ed una teiera fumante, una ragazza con una lunga veste da notte, una buffa cuffia di quelle che si usano quando si va a letto e lunghi capelli viola. Sulle sue ginocchia Sophie dormiva profondamente.
    Quella ragazza rivolse loro una ampio sorriso.

    « Ciao fratellino, vedo che hai portato degli amici. »

    Quelle parole erano indirizzate a Tatsuya, il primo a farsi avanti e ad avvicinarsi e quella strana tizia.

    « Si. Loro sono Goro e Kuron. La mia gemellina e Sharon le conosci già, anche se forse Bianca non si ricorda di te. »

    « Sono Sophitia. Piacere di conscervi. Ma prego, accomodatevi e beviamoci un buon té. »

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    Quando aprì la porta, Tatsuya volò rapidamente verso la stanza dov'era tenuta Sophie, era comprensibile visto quanto amava le sue sorelle. Lo seguì per verificare anche lui che non fosse successo qualcosa in quel piccolo momento di distacco tra lui e la sua paziente, ma notò con piacere che non vi erano assolutamente problemi, anzi, Tatsuya sembrava essersi tolto mezza tonnellata di peso dalle spalle. Lo guardò con occhi lucidi pieni di gratitudine prima di esprimersi con parole che ancora creano confusione in Goro.

    "Grazie. L'hai salvata. Io.... noi ti saremo sempre riconoscenti. Non so cosa avrei fatto se... Grazie, amico. Grazie, fratello."

    Si aspettava un ringraziamento al quale rispondere "non preoccuparti", cose di quel genere, insomma...ma quello non era proprio qualcosa che si aspettava di sentire. Era visibilmente preso alla sprovvista, non sapeva bene come comportarsi in una situazione simile, sapeva quanto valesse essere chiamato "fratello" da qualcuno che morirebbe se anche una delle sue sorelle dovesse soffrire, dunque non sapeva come reagire.

    "Non c'è bisogno di ringraziamenti, so che avresti fatto altrettanto in una situazione simile."

    Il massimo che Goro potesse fare per enfatizzare il tutto era sorridere come di solito sorrideva ad Asako, in modo incompleto, ma soddisfacente, diciamo. Le ragazze stavano finalmente arrivando, seguite da un'altra che Goro non conosceva, ma se era li con loro, voleva dire che doveva trovarsi con Tatsuya al momento del loro incontro.

    "Scusa se ero così strano, avevo una paura matta che fosse ancora in pericolo, un pericolo dal quale non avresti potuto proteggerla. Aveva paura che in quel momento di debolezza qualcuno ne approfittasse per attaccarla mentre era più lontana dalla vita. Sembra assurdo, vero? Però ho sempre questa paura, che me la possano portare via quando è più indifesa. Che me le possano portare via. "

    A quelle parole, Goro e Kuron quasi ebbero una fitta al cuore, entrambi sapevano cosa volesse dire una sensazione del genere, la paura di perdere qualcuno di caro, la rabbia di non poter fare nulla per impedirlo, sapevano anche troppo bene cosa volesse dire. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa per interrompere quella situazione particolare, Tatsuya saltò su con una proposta insolita.

    "Venite, vi porto nel sogno di Sophie. O meglio, nel suo mondo interiore."

    "Cos-"

    "Com-"

    Ne Goro, ne Kuron capirono cosa volesse dire Tatsuya, non subito, almeno. Vennero di colpo trasportati in un giardino bellissimo con siepi di rose ed una villa da rivista. Goro aveva già capito cosa avesse fatto l'amico, lo aveva fatto con lui tempo fa, quando incontrò Missing Link nella sua mente.

    "Non pensavo potessi farlo."

    Guardandosi intorno, sia lui che Kuron notarono al centro del giardino un tavolino ricoperto con ogni possibile dolce ed una teiera fumante, e li seduta una ragazza con una lunga chioma viola, una veste da notte e una cuffia abbastanza...particolare, inoltre c'era Sophie addormentata sulle sue ginocchia.

    "Ciao fratellino, vedo che hai portato degli amici."

    Con quell'affermazione, beh, confusione e domande albergarono nelle teste di Goro e Kuron.

    "Fratellino? Un'altra sorella? Credo di non starci capendo più niente."

    Tatsuya non impiegò molto a rispondere.

    "Si. Loro sono Goro e Kuron. La mia gemellina e Sharon le conosci già, anche se forse Bianca non si ricorda di te."

    E lei si presentò.

    "Sono Sophitia. Piacere di conoscervi. Ma prego, accomodatevi e beviamoci un buon tè."

    Non c'era motivo per dire di no, anche se si trattava comunque di qualcosa di strano, anormale, direi, e queste due cose facevano comunella nell'attirare l'attenzione di Goro. Lui e Kuron andarono a sedersi, guidati da Tatuya e le altre, sedendosi al tavolo ancora incuriositi.

    "Dunque, puoi far entrare delle persone nei "mondi interiori" degli altri?"

    Si trattava di un potere strabiliante, era incredibile come le sue capacità migliorassero sempre di più nel campo dell'interazione con l'essenza degli altri.
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    Era prevedibile che quell'inaspettato sviluppo degli eventi cogliesse un po' tutti di sorpresa, essere trasportati nella mente di un'altra persona non è qualcosa che capita tutti i giorni. Inoltre, a gettare ancora maggiore scompiglio nelle poche certezze che circondavano quella famiglia disgraziata, era comparsa una nuova ragazza che si dichiarava la sorella maggiore di Tatsuya ma che Bianca non sembrava riconoscere. Aveva la sensazione di averla già vista, forse tra la selva di volti che hanno assistito alla sua rinascita, ma non era di certo sua sorella maggiore.
    L'unica che la riconobbe davvero fu Sharon, come al solito intimorita da quella presenza alla quale, per quante volte la incontrasse, non sarebbe mai riuscita ad abituarsi.
    La straordinarietà della situazione aveva anche acceso l'interesse di Goro e, di riflesso, Kuron, infatti non tardò ad arrivare la domanda dell'amico sull'evoluzione della capacità di entrare nell'animo altrui, della quale aveva già fatto esperienza quando individuarono il mostro nella sua mente.

    « L'ho scoperto di recente e non ho mai avuto occasione di utilizzarlo prima. Posso portare altri con me solo nella mente di persone addormentate ed è molto instabile, infatti se ora entrasse qualcuno nella stanza non riuscirei più a mantenere il collegamento. Sarebbe come ridestarsi improvvisamente da un sogno ad occhi aperti. »

    Però non disse che aveva scoperto di recente quella possibilità solo perché non aveva mai pensato di provarci prima, nemmeno dopo aver sperimentato alcuni poteri simili ed aver saputo che la One Heart non era altro che la perfetta contromisura adattativa a quelli. Aver impiegato tanto tempo anche solo per arrivare a pensare di poter riuscire a fare qualcosa in cui poteri di gran lunga inferiori al suo riuscivano, di certo non gli faceva onore e non era adatto alla fama che sentiva di essersi costruito in quel primo trimestre di scuola.
    Mentre prendeva la teiera per fare gli onori di casa al posto di Sophitia, che avendo Sophie sule ginocchia non poteva muoversi, si guardò intorno e si ritrovò a pensare che quella era la prima volta che entrava nel mondo interiore della sua sorella più piccola e di certo quello scenario era una sorpresa. Conoscendola si sarebbe aspettato come minimo una sala giochi, o comunque qualcosa con molte luci, tanto rumore e ben poco senso.

    « Non si finisce mai di conoscere le persone. »

    Farfugliò mentre riempiva le tazze e serviva qualche dolcetto.

    « I fiori me li sarei aspettati, la villa un po' meno. Deve essere questo il suo vero gusto. Chissà, magari è colpa mia che l'ho trattata un po' troppo da principessa ed ora si sente come una gran dama, ma almeno ora so che è realmente tranquilla. In questa sfortuna ho scoperto che non c'è traccia di minus, è completamente anormale. Qualcuno prende il tè con il latte? »
     
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    Goro continuò a guardarsi intorno anche ora che era seduto, e Kuron stava seguendo il suo esempio, era la prima volta che si trovavano in un posto simile, era impossibile per loro non guardarsi intorno. Solo quando Tatsuya gli rispose, i due smisero di guardare ovunque.

    "L'ho scoperto di recente e non ho mai avuto occasione di utilizzarlo prima. Posso portare altri con me solo nella mente di persone addormentate ed è molto instabile, infatti se ora entrasse qualcuno nella stanza non riuscirei più a mantenere il collegamento. Sarebbe come ridestarsi improvvisamente da un sogno ad occhi aperti."

    Fortunatamente per loro, tranne Kuro, Tatsuya e le rispettive combriccole famigliari, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere, dunque erano a posto sotto questo aspetto..

    "Non si finisce mai di conoscere le persone. I fiori me li sarei aspettati, la villa un po' meno. Deve essere questo il suo vero gusto. Chissà, magari è colpa mia che l'ho trattata un po' troppo da principessa ed ora si sente come una gran dama, ma almeno ora so che è realmente tranquilla. In questa sfortuna ho scoperto che non c'è traccia di minus, è completamente anormale. Qualcuno prende il tè con il latte?"

    Goro e Kuron, effettivamente, si aspettavano una cosa del genere tanto quanto Tatsuya, forse anche meno di lui, in realtà.

    "Il fatto che sia puramente anormale è un bene, almeno non rischia come me...comunque, direi senza latte?"

    Questa volta era tranquillo nel nominare la sua situazione, forse era troppo distratto dall'aspetto così reale di quel mondo nei sogni.

    "E pensare che spesso mi lamento di non aver niente da fare."

    "Io...lo provo con il latte, credo."

    Ora che entrambi avevano la loro tazza, la sorseggiarono quasi sincronizzati mentre si guardavano ancora intorno...ma poi ad entrambi tornò in mente l'affermazione di Sophitia.

    "Piuttosto, ora che ci penso, da quando hai un'altra sorella?"

    Disse accennando, appunto, alla quarta sorella che teneva Sophie sulle gambe.

    "E cosa ti preoccupava tanto, prima? Quel pericolo che ti terrorizzava?"

    Kuron si rese conto solo dopo della poca delicatezza della domanda, cosa che chiunque con un paio d'occhi avrebbe notato.

    "Sempre se vuoi parlarne."

    Era la stessa reazione che avrebbe avuto Goro dopo una domanda del genere, in realtà, tranne per quanto riguardava la realizzazione così evidente.
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    Goro prese il tè senza latte mentre Kuron decise di provare qualcosa di diverso, quindi con l'aggiunta di latte. Tatsuya fece tutti gli onori e versò il tè, il latte a chi lo voleva – ovvero a Kuron, Sophitia e Sharon – e distribuì le tazze.
    « Grazie fratellino. »
    Lo ringraziò Sophitia prendendo la tazza. Bianca la guardò ancora con un misto di sorpresa, curiosità e diffidenza, non riusciva davvero a spiegarsi da dove quella fosse uscita e perché Sharon fosse così nervosa in sua presenza.
    « Le hai insidiato il ragazzo o cosa? »
    La curiosità di Bianca per il comportamento della rossa aveva avuto la meglio su tutto il resto.
    « Non scherzare. Non oserei mai e nessuno potrebbe prevalere sulla nobile Sophitia. »
    La risposta di Sharon lasciò perplessa Bianca che, comunque, decise di non indagare oltre, almeno per il momento.
    Forse interpretando le intenzioni che la gemella teneva a freno, forse perché semplicemente la curiosità coincideva, Goro domandò espressamente spiegazioni a Tatsuya sulla comparsa di una nuova sorella. Il gemello avrebbe sicuramente riso se non fosse giunta anche la domanda di Kuron a smorzarne un po' lo spirito; si limitò a sorridere, non era comunque il caso di avere delle reazioni nervose esagerate e lasciarsi andare alla tristezza.
    « Non c'è problema, le risposte alle due domande sono piuttosto legate. Anzi, forse è necessario che vi dia qualche spiegazione, siete coinvolti con me e per questo non posso garantire che in futuro verrete lasciati in pace. »
    Si rese conto che forse si stava lasciando un po' trascinare dai brutti pensieri e non era certo sua intenzione rendere il discorso cupo e scomodo, rischiava di spaventarli quando non ce n'era alcun bisogno, con i loro poteri sia Goro che Kuron potevano opporre una forte resistenza e “lui” non era certo uno che affrontava sfide complicate senza avere la certezza di poterne trarre qualche vantaggio.
    Tatsuya servì a tutti una fetta di torta di mele, era stata generata in modo che fosse deliziosa per tutti i palati, un tipo di cucina psicologico-concettuale capace di dare i sapori desiderati e che era impossibile da riprodurre con mezzi convenzionali, tranne che per Hitomi Tatsuta ma questa è un'altra storia.
    « Da dove inizio...vediamo. Sophitia è la mia sorella maggiore ma non è una sorella nel senso classico del termine. Possiamo dire che appartengo a due famiglie: una è quella biologica, composta da me, Bianca, Cheria e Sophie, che è quella che conoscete tutti. L'altra è la famiglia della mia anormalità. Io e Sophitia abbiamo una Origine appartenente allo stesso ente, o famiglia, e sono tanto simili e compatibili che è come se fossimo fratello e sorella. Lei è più grande di me, quindi mi ritrovo ad essere il fratello minore. Diciamo che è un po' come voi due, Goro e Kuron, vi definite fratello e sorella. Non abbiamo codice genetico in comune ma quasi lo stesso potere. »
    Tatsuya sperava di essere stato abbastanza chiaro su questo punto, anche se forse si sarebbe potuto esprimere in maniere più esauriente e breve, evitando tutte quelle parole.
    « Si, lo avrebbe potuto fare. »
    Disse Sophitia rispondendo alla mia osservazione e, prima che qualcuno potesse domandarle a cosa stesse rispondendo aggiunse:
    « Fratellino, bastava dire che ad essere fratelli sono i nostri poteri ed è per questo che ci definiamo fratello e sorella. Breve, conciso e chiaro. »
    Forse anche un po troppo sbrigativa come spiegazione. Tuttavia Bianca protestò non per l'eccessiva brevità e semplificazione.
    « Fratellino qui, sorellona là. Basta! Sono io la sua sorellona! »
    Bianca iniziava ad agitarsi, anche se era un problema secondario e ben poco importante, arrivando a zittire in malo modo Tatsuya che voleva farle notare come il maggiore tra loro due fosse lui. Sophitia non si scompose comunque.
    « Tu sei frutto del suo potere, sei della sua stessa essenza quindi sono anche tua sorella. Non sei contenta di avere una sorellona? »
    Bianca si ritrovò a non sapere cosa rispondere, farfugliò qualcosa di incomprensibile e si mise a mangiare in silenzio la fetta di torta, facendo sorridere la sua nuova sorellona.
    Non era una brutta cosa che quella specie di breve battibecco avesse alleggerito un po' l'atmosfera che, per via della spiegazione di Tatsuya, rischiava di farsi un po' troppo pesante.
    « Sorellona, il resto è meglio se lo spieghi tu. Io non riesco ad essere conciso e chiaro allo stesso tempo. »
    Tatsuya così lasciò la parola a Sophitia perché spiegasse qual era il pericolo che lo aveva messo tanto in allarme, cosa temesse che potesse succedere a Sophie.
    « Va bene, anche se non riuscirò ad essere concisa. »
    Sophita bevve un sorso di tè, poi riprese.
    « Come detto, il nostro potere ci rendere una famiglia. Maehistos, abbreviato in Mahes. Oltre a noi ci sono altre sei famiglie, per un totale di sette. Tra queste ci sono due famiglie che storicamente si oppongono a noi, Erukemi e Ledath. Temevamo che proprio quest'ultimi potessero fare la propria mossa. Anche se non si direbbe, Sophie è legata al destino dei Mahes. A seguito di quell'incidente, lei ha rischiato di avvicinarsi molto a quello che è il dominio dei Ledath. Secondo Parmenide, l'essere non può diventare non essere, morire vorrebbe dire diventare non essere, pertanto l'opposto della vita non è la morte, ma quello che possiamo definire un mondo d'ombra. Quell'ombra è il dominio dei Ledath. Tatsuya temeva che loro potessero prenderla. »
     
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    Se prima la situazione aveva preso alla sprovvista Goro e Kuron, le risposte alle loro domande stavano per crearne solamente altra. Tatsuya stava per colpire Goro con quello stesso casino che lo aveva sconvolto la prima volta nella sua stanza: qualunque cosa riguardasse anche solo lontanamente la sua "avventura nel multiverso" o come vogliamo chiamarla.

    "Non c'è problema, le risposte alle due domande sono piuttosto legate. Anzi, forse è necessario che vi dia qualche spiegazione, siete coinvolti con me e per questo non posso garantire che in futuro verrete lasciati in pace."

    Non era l'ultimo dettaglio a preoccuparlo, anzi, ormai era abituato a cose del genere, ma la costante sensazione che stessero per arrivare troppe informazioni strane in un colpo solo.

    "Da dove inizio...vediamo. Sophitia è la mia sorella maggiore ma non è una sorella nel senso classico del termine. Possiamo dire che appartengo a due famiglie: una è quella biologica, composta da me, Bianca, Cheria e Sophie, che è quella che conoscete tutti. L'altra è la famiglia della mia anormalità. Io e Sophitia abbiamo una Origine appartenente allo stesso ente, o famiglia, e sono tanto simili e compatibili che è come se fossimo fratello e sorella. Lei è più grande di me, quindi mi ritrovo ad essere il fratello minore. Diciamo che è un po' come voi due, Goro e Kuron, vi definite fratello e sorella. Non abbiamo codice genetico in comune ma quasi lo stesso potere. "

    Famiglia di anormalità? Era possibile una cosa del genere? Tutto ciò che Goro sapeva non diceva nulla a riguardo. Nel mentre, Sophitia disse qualcosa rivolgendosi a qualcuno...ma a chi? Prima che potesse chiederlo, la stessa ragazza disse altro.

    "Fratellino, bastava dire che ad essere fratelli sono i nostri poteri ed è per questo che ci definiamo fratello e sorella. Breve, conciso e chiaro"

    Effettivamente, detta così l'avrebbe capita pure Benkei. Mentre Bianca e Sophitia scambiavano due parole, Goro guardò Kuron come per farle capire che cosa stava per arrivare, e lei capì senza troppi problemi. Tatsuya lasciò la parola alla sua "sorella di potere" e iniziò l'incubo.

    "Come detto, il nostro potere ci rendere una famiglia. Maehistos, abbreviato in Mahes. Oltre a noi ci sono altre sei famiglie, per un totale di sette. Tra queste ci sono due famiglie che storicamente si oppongono a noi, Erukemi e Ledath. Temevamo che proprio quest'ultimi potessero fare la propria mossa. Anche se non si direbbe, Sophie è legata al destino dei Mahes. A seguito di quell'incidente, lei ha rischiato di avvicinarsi molto a quello che è il dominio dei Ledath. Secondo Parmenide, l'essere non può diventare non essere, morire vorrebbe dire diventare non essere, pertanto l'opposto della vita non è la morte, ma quello che possiamo definire un mondo d'ombra. Quell'ombra è il dominio dei Ledath. Tatsuya temeva che loro potessero prenderla."

    E per le prime brevi frasi, Goro e Kuron non ebbero problemi esistenziali a seguire, fu ciò che venne dopo a distruggerli.

    "Filosofia..."

    Non era mai stato detto o specificato, ma per quei due che tanto vivevano e si crogiolavano nella scienza, la filosofia era l'equivalente di un calcolo renale; loro la consideravano uno scarso tentativo dell'uomo di capire se stesso a livello mentale e spirituale. Come era successo ben poche volte in passato, Goro strinse la piccola parte di naso che partiva da in mezzo agli occhi, e lo stesso fece Kuron, praticamente nello stesso momento del fratello, ovviamente non intenzionalmente. Passato questo piccolo momento, Goro capì che forse, dove forse è la parola chiave, fare un gesto del genere, poteva essere irrispettoso.

    "Dovete scusarci, ma questo genere di cose non è proprio...il nostro campo, diciamo."

    Prese un altro sorso di tè, pensò un momento e continuò.

    "Dunque, avevi paura che questi Ledath la venissero a prendere? Non so bene di cosa siano capaci, ma se li temevi anche con Sophie sotto le mie cure, un motivo deve esserci."

    Dovevano essere dei tipi pericolosi se anche con Goro li vicino, Tatsuya li temeva.

    "Dicevi che rischieremo di imbatterci in loro anche io e Kuron, ora che ci siamo intromessi, parlaci di quello che è diventato il nostro "nemico comune"."

    Kuron sorseggiò il suo tè e ascoltò con attenzione la risposta di Tatsuya.
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    Dopo la spiegazione di Sophitia si poté assistere ad un avvenimento davvero raro, si sarebbe potuto osare dire unico se non avesse riguardato un'intera branca del sapere: Goro e Kuron erano confusi, ed il loro nemico figurato prendeva il nome di filosofia. La confusione era tanta che la reazione inconscia che portò convinse Goro a dovere della scuse.
    « Non preoccuparti. Certe volte nemmeno io riesco a seguirla anche se sono abituato a parlare in astratto. »
    Li rassicurò Tatsuya. Ma lì ad essere confusi non erano solo Goro e Kuron: anche Bianca stava mostrando sempre maggiore sorpresa, confusione ed anche insofferenza per quel che stava scoprendo. Non gliene aveva mai parlato prima, per lei era tutto nuovo. Ma non per Sharon. Perché lei sapeva così tante cose in più? Bianca era infastidita anche da questo.
    I turbamenti della gemella però dovettero fare spazio alla curiosità per ciò che avrebbe potuto comportare la risposta alla domanda di Goro: che tipi erano i Ledath.
    Sharon scattò in piedi, allarmata.
    « Nobile Sophita, queste sono cose... »
    Il gesto di Sophitia la fermò, le stava espressamente indicando di stare tranquilla, che andava tutto bene, era una domanda alla quale solo Tatsuya doveva decidere se rispondere e cosa dire.
    Il ragazzo guardò Sharon con un sorriso amaro e la rossa non perse tempo a raggiungerlo ed abbracciarlo per fargli forza.
    Tatsuya si fece forza, doveva delle spiegazioni.
    « Anche se il rischio è in realtà basso, è giusto che sappiate. »
    Fece una pausa, respirò a fondo e continuò.
    « I Ledath sono molto potenti. Noi Maehistos abbiamo l'Origine dell'Infinito, cosa che si manifesta in qualche nostra caratteristica esagerata, come nel mio caso l'eccessivo amore per... tutte loro. I Ledath possiedono l'Origine dell'Epilogo ed in molti di loro possiedono la vera e propria fissazione di dover vedere la fine, ovvero la realizzazione dei loro piani. Se davanti ad un muro senza fine noi, per superarlo, ci lanciamo contro e lo sfondiamo, loro sono ben disposti a costeggiarlo tutto, minando costantemente la sua solidità, in modo che alla fine o lo avranno aggirato o sarà crollato completamente. Alcuni di loro hanno abilità che esauriscono le energie altrui, altri accentuano la caducità dei corpi; altri ancora possono aumentare l'entropia. Mentre altri ancora sono capaci di raggiungerti quando ti avvicini pericolosamente alla fine della tua vita per tagliare il tuo collegamento con essa e portarti nel loro mondo infernale. Qualunque sia la loro abilità, tutti loro hanno una caratteristica comune: la spietatezza. Sono implacabili, non si fermano davanti a nulla. Nemmeno davanti...ad una... »
    « Una bambina. »
    Gli andò in soccorso Sophitia, i suoi occhi erano fissi su Sophie e la accarezzava, mentre lei, in tutta risposta, iniziò a farfugliare qualcosa nel sonno per poi lasciare di nuovo spazio al respiro regolare. Sophitia era accorsa per salvarla, preoccupata proprio che potessero cercare di prenderla, per fortuna non era stato necessario scendere in campo con i propri poteri.
    In tutto questo, Tatsuya non disse né fece nulla, si sentiva completamente svuotato. La gioia per la salvezza di Sophie era sempre presenta, anzi era proprio grazie a questa, a quanto era grande, che riuscì a sopportare meglio il peso delle cose che aveva ricordato. Era una buona cosa che ad avere il potere di accedere alla mente fosse lui e non un altro: se qualcuno avesse messo piede nella sua psiche, avesse visto ciò che c'era in quella testa, non sarebbe più stato capace di guardarlo allo stesso modo.


    Post un po'...rushato, fatto che sembra quasi paradossale se consideriamo il tempo che ho fatto attendere. Cercherò di recuperare in qualità e rapidità
     
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    Come immaginava, Goro aveva creato malumore con quella sua domanda, ma doveva farla, specialmente ora che si trattava di nemici comuni a tutti i presenti, inoltre la reazione della ragazza nei confronti di Tatsuya rese lo sconforto abbastanza evidente da essere colto da persone ignoranti in ambito emotivo come Goro.

    "Anche se il rischio è in realtà basso, è giusto che sappiate."

    La spiegazione stava per arrivare, ma Goro sapeva già che ci sarebbe stata altra filosofia con cui combattere.

    "I Ledath sono molto potenti. Noi Maehistos abbiamo l'Origine dell'Infinito, cosa che si manifesta in qualche nostra caratteristica esagerata, come nel mio caso l'eccessivo amore per... tutte loro. I Ledath possiedono l'Origine dell'Epilogo ed in molti di loro possiedono la vera e propria fissazione di dover vedere la fine, ovvero la realizzazione dei loro piani. Se davanti ad un muro senza fine noi, per superarlo, ci lanciamo contro e lo sfondiamo, loro sono ben disposti a costeggiarlo tutto, minando costantemente la sua solidità, in modo che alla fine o lo avranno aggirato o sarà crollato completamente. Alcuni di loro hanno abilità che esauriscono le energie altrui, altri accentuano la caducità dei corpi; altri ancora possono aumentare l'entropia. Mentre altri ancora sono capaci di raggiungerti quando ti avvicini pericolosamente alla fine della tua vita per tagliare il tuo collegamento con essa e portarti nel loro mondo infernale. Qualunque sia la loro abilità, tutti loro hanno una caratteristica comune: la spietatezza. Sono implacabili, non si fermano davanti a nulla. Nemmeno davanti...ad una... "

    Qui Tatsuya ebbe un momento di sconforto tale da fermargli le parole sul nascere, per questo intervenne Sophitia.

    "Una bambina."

    Goro e Kuron posarono gli occhi su Sophie, la osservarono muoversi e farfugliare cose nel sonno, era quasi incredibile che qualcuno potesse volerle far del male, ma ormai erano abituati a notizie del genere.

    "Non ti farò parlare oltre dell'argomento, ora l'unica cosa che devi fare è essere felice che Sophie stia bene, non pensare a cose che posso solo immaginare."

    Kuron fissò Goro, aveva formulato frasi molto...umane...era strano pure per lei, a volte.

    "Io non ho preso parte a quella tua avventura surreale, e non so quello che hai visto o fatto, ma da quel momento in poi mi sei sempre sembrato più, come dire, scollegato."

    Stava cercando di formulare un discorso che rientrava in un campo non suo, sperava che Tatsuya capisse.

    "Non so bene come spiegarlo, queste non sono cose che riesco ad articolare bene, ma se potremo aiutarti in qualche modo, ricordati di chiamarci."

    Nel dire questo, Goro si tirò momentaneamente giù il cappuccio per grattarsi la nuca, per poi rimetterlo com'era.

    "Non avremo poteri così astratti come i vostri, ma a volte con la praticità si risolvono molte cose."

    Detto questo, Kuron gli mise una mano sulla spalla, in segno di assenso a ciò che aveva appena detto, guardando prima lui e poi Tatsuya.
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    La spiegazione di Tatsuya aveva colpito sia Goro che Kuron: avevano appena fatto il loro primo passo in un mondo che andava al di là della loro immaginazione, una realtà che poteva risultare ancora più difficile da accettare per persone molto legate alla scienza ed alla logica come erano loro due. Entrambi guardarono Sophie, così piccola ed indifesa, una ragazzina a cui non si può voler male, ma che aveva appena corso un rischio immenso. Eppure, la bambina a cui facevano riferimento le parole, non era lei.
    Goro aveva ragione su Tatsuya, da quando aveva affrontato quel viaggio per riportare indietro Bianca, lui era realmente scollegato dalla realtà: guardava gli altri e riaffioravano ricordi che loro non avevano, piccoli avvenimenti gli riportavano alla mente situazioni nelle quali non si erano mai trovati, incontrava amici che non lo avevano mai conosciuto. Non riusciva a guardare Lili senza desiderare di amarla di nuovo, resistendo a stento alla tentazione di stringerla forte e dirle che gli dispiace, che lei non ha nessuna colpa, che l'unico da biasimare è lui, soltanto lui.
    Ma quel viaggio non era stato solo dolore: ad attenderlo aveva trovata un grande bene, ben più grande di quanto realmente sentisse di meritare ma per il quale aveva combattuto e fatto tutto ciò in cui non era riuscito in quell'altra occasione. Tanto di quel bene era proprio in quel momento, accanto a lui.

    « Grazie. Davvero. Grazie. »

    Scosse la testa con forza per scrollarsi di dosso il senso di oppressione che aveva improvvisamente provato, per spingere via tutti quei pensieri che gli avevano tutti insieme affollato la mente.

    « Eheheh! Se posso contare anche sulla vostra forza allora la vittoria è sicura. A pensarci bene credo che coinvolgervi fosse inevitabile, immagino che possano interessarvi abbastanza gli Erukemi. »

    Recuperata la tranquillità, concentrandosi su Sophie come aveva suggerito Goro, fece un sorriso indecifrabile a Sophitia, la quale rispose con la stessa moneta e rilanciando tirando in ballo anche Sharon, che non fu da meno. Il segreto che sembravano condividere dava alla scena un certo senso di intimità ed a Bianca una giustificazione per gli sguardi di fuoco che lanciava a Sophitia.
    Proprio quest'ultima prese la parola.

    « Forse li ho già nominati. Gli Erukemi sono l'altra famiglia con cui abbiamo contrasti. Per farla breve, la loro Origine è specializzata nella manipolazione della vita a tutti i livelli. Anche genetica e biologica. »

    In mezzo a questa, ennesima, spiegazione di giornata, Bianca balzò in piedi come folgorata da una improvvisa illuminazione.

    « Ora mi ricordo! Tu eri lì quella sera! Alla Babele fantasma, quando Tatsuya e Cheria hanno combattuto! »

    « Sorellina, ne parliamo dopo. Va bene? »

    « N-non chiamarmi “sorellina”! »

    « Sorellina, non puoi aspettare? »

    « S-si fratellino… »

    Il passaggio di Bianca dalla combattività verso Sophitia all'accondiscendenza verso Tatsuya costrinse Sharon a sforzarsi molto per non ridere.
     
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    Fortunatamente, le parole di Goro sembrarono riportare un po' di tranquillità nella mente di Tatsuya, non che potesse leggerla come lui faceva con gli altri, ma alla lunga si impara a riconoscere certi piccoli cambiamenti, soprattutto quando ti chiami Goro Nishimura.

    "Eheheh! Se posso contare anche sulla vostra forza allora la vittoria è sicura. A pensarci bene credo che coinvolgervi fosse inevitabile, immagino che possano interessarvi abbastanza gli Erukemi."

    Un'altra famiglia si univa all'albo, e questi dovevano interessare ulteriormente i due gemelli.

    "Forse li ho già nominati. Gli Erukemi sono l'altra famiglia con cui abbiamo contrasti. Per farla breve, la loro Origine è specializzata nella manipolazione della vita a tutti i livelli. Anche genetica e biologica."

    Oh, ecco perché.
    Goro e Kuron alzarono un sopracciglio, entrambi il destro, questa storia dell'essere gemelli clonati stava diventando una cosa abbastanza visibile, ormai.

    "Un'intera famiglia che si occupa del nostro campo? Direi che hai beccato il centro."

    Peccato che avevano contrasti anche con quelli...beh, forse due alleati esperti nel loro stesso campo avrebbero aiutato a placare i bollenti spiriti. Prima che potessero andare avanti, Bianca "scoppiò" in piedi e disse qualcosa che stupì Kuron e Goro anche più di questa famiglia di esperti di genetica e biologia.

    "Hanno combattuto?...Vorrei dire che non me lo sarei mai immaginato, ma rientra perfettamente in alcune delle possibilità che avevo previsto conoscendoli.

    Attese un attimo che i tre si calmassero, dopodiché intervenne lui.

    "Non voglio riprendere da dove ha finito lei, ma...avete combattuto?"

    Kuron rimase in silenzio a bere il té, mentre Goro faceva le domande scomode.

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