Le lande del sogno

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    Rifarlo? Un sogno del genere? Ma più! Kazuma guardò un attimo sorpreso e poi male il suo amico per quello scherzo e alla fine scosse la testa divertito ma anche un pò rassegnato per ciò che lui e Haiiro avevano vissuto per un tempo illimitato nel sonno, ma di sicuro pochi minuti nella realtà. Lo sciamano s'alzò da terra e si diede dei colpi addosso per togliersi la polvere dai vestiti e infine stiracchiarsi portando le braccia verso il cielo stellato e senza una nuvola: faceva un bel fresco e si stava bene in quel parco; non v'era in giro nessuno, visto l'ora tarda, e in più l'estate era entrata nel vivo e quindi lasciava un pò di pace dal caldo nelle ore buie e dell'alba: anche se avevano sognato, il giovane Jinnouchi si sentiva come se avesse corso un sacco di chilometri e affrontato chissà quale nemico o avventura e così si massaggiò le spalle e si lasciò andare ad un paio di sbadigli lunghi e coperti dal dorso della mano destra...
    <<per un pò evitiamo incursioni oniriche, ok?! Comunque credo che tu abbia bisogno d'una piccola mano per tenere a bada i tuoi sogni: veni al mio Tempio quando vuoi e ti darò delle dritte>>
    Disse il ragazzo moro con il suo solito appiglio malandrino e solare, per poi dare una piccola pacca ad una spalla di Haiiro per tirarlo un pò su di morale e non farlo sentire del tutto solo o fuori dal comune. Certo che quella Biblioteca era assai difficile da capire, ma enorme in confronti alle descrizioni e disegni sugli antichi testi collocati al Tempio e ben custoditi: forse avrebbe dovuto avvertire sua madre di fare qualche piccola nuova aggiunta sui modi di fare e pensare del Guardiano pennuto. Certo però ogni giorno s'imparava qualcosa di nuovo e sicuramente anche il ragazzo sognatore doveva riprendersi da quel suo nuovo potere, perchè aveva dato nettamente dimostrazione d'essere la prima volta capitato in quella situazione bislacca e contorta; solo che ci si domandava se Haiiro fosse in grado di stare alla larga da quel tipo di sogni da solo o urgeva una lezione sul posto? Magari era stanco, in effetti anche lo sciamano lo era: quindi non sarebbe stato del tutto in grado di dargli una dimostrazione pratica immediata...
    <<sogni spesso Haiiro? Cioè fai più incubi o sogni? Così da capire se posso darti un consiglio subito>>
    Disse Kazuma grattandosi dietro la nuca e respirando a pieni polmoni l'aria fresca che s'era alzata nel parco...
     
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    Haiiro Kugatsu

    «In effetti non sarebbe male avere un aiuto per controllare queste incursioni oniriche...»
    Già i sogni erano per lui una fonte, anzi la fonte, dei suoi guai, se ci si aggiungevano questo nuovo potere non sapeva proprio più che pesci pigliare.
    Ma quando Kazuma gli fece una domanda su quanto spesso sognasse, non poté che mettersi a ridere – e ridere male – in risposta. Una risata amara e beffarda, più la prima che la seconda. Sapeva che Kazuma non aveva brutte intenzioni in ciò, ma non poté trattenersi. Ci vollero diversi secondi perché, finalmente, riuscisse a fermarsi e riprendere il controllo, anche se il suo buon umore per l'uscita dal sogno si era in qualche modo guastato.

    «No Kazuma, non sogno spesso, tutto il contrario... A causa della mia anormalità che concretizza quello che sogno, devo trattenermi dal sognare come dal dormire. Praticamente, salvo imprevisti, sogno solo quando entro in uno stato che chiamo di “dormiveglia”, una specie di sogno controllato. Quindi, decido io quando sognare. Anche in questo caso, il sogno che abbiamo vissuto è partito dal mio dormiveglia, solo che... beh, a un certo punto ne ho perso il controllo.»
    Si fermò, pensieroso, ripensando ai suoi sogni controllati.

    «Ora che mi ci fai pensare, quando entro più volte di seguito nello stato di dormiveglia, come ho fatto prima, le cose, i sogni... si fanno strani e faccio difficoltà a distinguere tra sogni e realtà. Può essere collegato?»
    Guardò verso la sua mano e non si sorprese a vederla fasciata con la manica che Kazuma si era strappato. Rispose quindi alla seconda domanda del ragazzo.
    «Direi che spesso faccio sogni con elementi bizzarri e inquietanti, ma non li definirei incubi. Solo qualcuno, di tanto in tanto.»
     
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    Kazuma Jinnouchi - Aru drago antico
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    Kazuma ascoltò ogni singola parola del suo amico Haiiro e cercò di ponderare ad una qualche soluzione preventiva veloce e abbastanza efficace per non far cadere ancora una volta il ragazzo in un'incursione onirica. Il moro prese a fare avanti e indietro e nella sua testa si aprivano infiniti libri letti nel passato in cerca d'una qualche idea buona, si grattava dietro la nuca lentamente e face lo stesso percorso svariate volte orientandosi nel buio come nulla fosse...
    <<per aiutarti devo consultare il Tempio e anche un paio di libri; quindi ci vorrà qualche giorno ma possiamo aiutarti sicuro...>>
    Disse mente continuava il suo passo e la sua testa brulicava incessantemente di pagine scritte in svariate lingue sciamaniche e ripercorreva antichi disegni su amuleti, movimenti, punti del corpo e del cervello che potevano tornare utili, ma ecco che il cellulare di Jinnouchi prese a suonare e una volta preso l'oggetto da una tasca e risposto alla chiamata, il ragazzo dovette allontanare l'apparecchio dato che la voce della madre usciva forte e inviperita più che mai per non aver trovato il figlio nel suo letto a dormire come tutti, ecco l'idea: lo sciamano dopo aver calmato la genitrice spiegò cos'era accaduto e le disse di mandargli Aru al parco con un piccolo oggetto che gli era sopravvenuto alla mente e che poteva aiutare Kugatsu. Chiusa la telefonata, Kazuma parve essere meno teso ma sorridente...
    <<ho trovato una piccola...>>
    Un gran colpo di vento si fece largo senza preavviso intorno ai due ragazzi e dietro le spalle dello sciamano apparve il grande drago Aru con sguardo serio e seccato, che buttò tra le mani un ciondolo al suo "amico umano"...
    <<...soluzione al problema sonno. Questo è un talismano antico e usato appunto per le incursioni oniriche d'ogni genere; funziona soltanto quando il soggetto dorme e sino a che egli non impari a domare tale potere con le proprie forze fisiche ma soprattutto mentali>>
    Aru fece una specie di sorriso accattivante e uno sbuffo brontolio e capì al volo la motivazione della presenza notturna dei due studenti al parco a quell'ora fonda della notte. Kazuma appese quel piccolo talismano tondo fatto d'una sottile rete bluastra e con all'interno delle stelle brillanti, sembrava un'acchiappa sogni ma con motivi più nipponiche...
    <<incursioni oniriche eh? Non credevo che gli umani ne fossero si capaci. Ormai nel mondo moderno ogni cosa è possibile. Giovane sognatore, attieniti a ciò che t'ha spiegato lo sciamano tuo amico o finirai ancor in guai più seri>>
    Parlò il dragone regalando una specie d'espressione malandrina a colui aveva rivolto la parola, per poi dare un bel colpo di punta di coda in testa a Kazuma...
     
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    Haiiro Kugatsu

    Qualche giorno di tempo? Haiiro ci pensò su: non era affatto un lasso di tempo impensabile. Gli sarebbe bastato evitare di entrare nel dormiveglia per quel periodo – sperando che non capitasse qualche imprevisto, e di imprevisti sembravano essercene fin troppi – e per il resto comportarsi come al suo solito. Nulla di impossibile.
    Ma Kazuma sembrava non aver ancora finito di riflettere sul problema e, dopo una telefonata non propria tranquilla, almeno a giudicare dalla voce urlata della donna che usciva dall'apparecchio e che persino Haiiro riuscì a sentire, gli si rivolse con un sorriso. Neanche il tempo di finire il discorso, che il drago Aru comparve dalla boscaglia, portando con sé un ciondolo che, a detta di Kazuma, avrebbe tenuto a bada quel suo nuovo e indesiderato potere.

    «Ottimo! Quindi basterà indossare questo ciondolo per evitare che compi inavvertitamente altre incursioni oniriche?»

    Sorrise al comportamento del drago, come al solito sospeso tra il suo parlare grave e la complicità che lo legava a Kazuma.

    «Che coincidenza, drago Aru, neanch'io sapevo prima che gli umani fossero capaci di incursioni oniriche! È incredibile quante cose si scoprano ogni notte... Comunque mi atterrerò... cioè, farò come mi ha detto Kazuma: un'avventura come questa mi basta, non voglio trovarmi di nuovo in compagnia di gatti sovrappesi e gufi bisbetici...»
     
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    Kazuma Jinnouchi - Aru drago antico
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    I capelli di Kazuma vennero sollevati dal contraccolpo dato dalla punta di coda del drago dietro alla nuca del ragazzo, che addirittura riuscì a sbilanciarlo in avanti e farlo cadere gambe all'aria. Possibile che i gesti d'affetto di quel bestione doveva sempre essere così "gentili"? Il giovane Jinnouchi ascoltò ciò che domandò Haiiro sul funzionamento del ciondolo che gli era stato donato e alzò il pollice della mano destra e infine si rialzò dal terreno leggermente sbattuto e si grattò nella parte colpita "amichevolmente" da Aru che continuava a galleggiare bel bello dietro di loro con aria menefreghista...
    <<esatto, il ciondolo ti aiuterà ad evitare le incursioni oniriche: ogni volta che ti capiterà di esserne all'inizio, esso s'azionerà e ti sveglierà. Però avrai anche bisogno d'allenamento per imparare a farcela da solo, non sempre quell'affare ti aiuterà. Quando vuoi vieni da me e ti daremo una mano volentieri>>
    Kazuma si stiracchiò portando in alto e poi indietro alla schiena le braccia e infine respirò a pieni polmoni l'aria fresca della notte inoltrata e fece un lungo sbadiglio nascondendolo con una mano, per poi darsi una bella scrollata di capelli e spalle: era arrivata l'ora di tornarsene a casa. Con un balzo salì in groppa ad Aru e quest'ultimo fece un piccolo ringhio di disapprovazione ma non disse nulla e lasciò fare...
    - ti va un passaggio? Saremo a casa in poco tempo! -
    Invitò con gentilezza e un gran sorriso lo sciamano verso il suo compagno di scuola...
     
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    Haiiro Kugatsu

    Quindi il ciondolo l'avrebbe aiutato, ma solo fino a un certo punto. Avrebbe dovuto imparare a far fronte a quella sua capacità da solo.
    Haiiro scoprì, con sua stessa sorpresa, che non gli dispiaceva affatto. Sì, pensava a quell'allenamento nei termini di un fastidio – come reputava qualsiasi sforzo in sovrappiù che si trovava di fronte – ma era anche interessato a cosa avrebbe potuto fare una volta padroneggiato quella capacità. E ancora sperava fosse utile per usare al meglio e con meno casualità il suo Dream Teller. Imparare a viaggiare nei sogni altrui quando si è capaci di concretizzare i sogni poteva avere non pochi vantaggi.
    «Capisco... allora verrò da te per imparare a controllare questa capacità.»

    Ma a quello ci avrebbe pensato nei giorni successivi. Kazuma sembrava stanco ed era già salito su Aru (che stranamente non aveva fatto storie). In più l'aveva invitato a salire con lui per farsi dare un passaggio. Haiiro lo guardò incerto, il capo leggermente inclinato a destra.
    “Ci sarà da fidarsi? Dopotutto il drago non mi è mai sembrato così propenso a ubbidire a Kazuma (semmai il contrario), siamo sicuri che accetti così facilmente di farsi usare come mezzo di trasporto?”
    Però, a spazzare via quel primo pensiero, venne un'altra considerazione: se adesso avrebbe rifiutato, quante altre occasioni avrebbe avuto di cavalcare un drago?
    Pensando così, involontariamente le sue labbra si allargarono in un sorriso, così largo da apparire più inquietanti che entusiasta, o forse un misto tra le due.

    «Certo, perché no!»
    E detto questo alzò una gamba per montare in groppa al drago – rischiando di perdere l'equilibrio e di cadere dalla parte opposta e salvandosi solo afferrandosi allo sciamano per i fianchi. Però era riuscito a salire sul drago. Superato il momento lasciò Kazuma e posò le mani sul dorso del drago: aveva sempre pensato a quelle creature come a rettili tutte squame, invece Aru aveva sulla schiena un pelo folto e morbido. Era anche meglio di accarezzare un gatto.
     
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    Kazuma Jinnouchi - Aru drago antico
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    Certo stare sul dorso d'un antico drago non era cosa da tutti i giorni, ma per Kazuma invece non era la prima volta e quindi sapeva che fare, quindi si capì bene il tentennamento di Haiiro all'inizio, ma poi lo sciamano diede una mano all'amico per stare in equilibrio nella salita e infine a sedersi meglio, ma egli intuì subito di stringersi al pelo di Aru. Il drago non disse nulla, anzi sembrava interessato e divertito allo stesso modo e il giovane Jinnouchi capì alla svelta come sarebbe andato il viaggio in sé...
    <<meglio se ti tieni ben stretto al sottoscritto>>
    Disse Kazuma al suo compagno di scuola e infine lui e il drago si guardarono in faccia e quest'ultimo restò per qualche secondo in silenzio e galleggiando appena, ma poi spalancò gli occhi e di colpo partì verso l'alto con un forte ruggito che solo i due ragazzi avrebbero sentito e nella città sarebbe sembrato un lontano rimbombo d'una moto in accelerazione o un tuono di passaggio, in estate era possibile quel fenomeno. Aru andò dritto verso il cielo stellato e con in lontananza le prime avvisaglie d'un'alba rosea e pulita, ma le stelle brillavano ancora e parevano essere pronte a toccarle per gioco, talmente l'illusione fosse così vicina, e poi quel cielo così maestoso e immenso, le poche nuvole che viaggiavano accanto al drago e ai ragazzi...
    <<bello vero?!>>
    Domandò divertito Kazuma, mentre il vento freddo gli sferzava i capelli rendendoli vivi e selvaggi con non mai, mentre il drago viaggiava meno forte e la sua figura ondeggiava come nulla fosse sopra la città dormiente...
     
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    Haiiro Kugatsu

    «Mi sa che hai ragione...» Rispose Haiiro all'invito di Kazuma a tenersi stretto a lui, circondando la vita di Kazuma con le braccia. Non sapeva perché, ma aveva la sensazione che sarebbe servito...
    E infatti poco dopo il drago, che fin lì si era limitato a levitare presso il suolo, partì con un fragoroso ruggito verso l'alto. Haiiro lanciò a sua volta un acuto grido per la sorpresa e per la salita vertiginosa.
    “Me lo sono ricordato adesso... A me le montagne russe non piacciono!!!”
    Ma era troppo tardi per i rimpianti: i tre erano saliti in alto fino al cielo stellato e – superato l'attimo di terrore – il panorama che ora si presentava agli occhi di Haiiro era fantastico. Avrebbe voluto che lì ci fosse anche Kasumi a guardarlo, era sicuro che la ragazza ne sarebbe rimasta incantata.

    «Stupendo!»
    Rispose e, nell'euforia, fece qualcosa che altrimenti non avrebbe mai osato: staccò la mano destra da Kazuma e la portò in alto verso il cielo (forse voleva davvero provare ad afferrarle, le stelle). Pessima idea: avendo eseguito il movimento troppo bruscamente, il suo equilibrio si sbilanciò verso destro e, in un istante sentì il suo corpo seguire la direzione del braccio, andare oltre la linea sicura del dorso di Aru e stagliarsi verso il vuoto sotto di sé. E sì che la quasi caduta al momento di salire sul drago l'avrebbe dovuto mettere in guardia e invece...
    L'aver mantenuto la mano sinistra aggrappato al fianco di Kazuma lo salvò: fu quello a evitare che in un attimo precipitasse. Come se fosse un'ancora (e lo era: un'ancora di salvezza) strinse forti le sue dita intorno alla carne dello sciamano e, con uno sforzo, allungò il braccio destra: non più verso il cielo, ma verso Aru, riuscendo ad afferrarne il pelo. La sua gamba sinistra era ancora stretta, ad altezza del ginocchio, intorno al dorso del drago, mentre la destra penzolava nel vuoto. Per fortuna la velocità a cui viaggiava in quel momento Aru evitava forti scossoni.

    «Kazumaaaaaaa!!!» Gridò forte e neppure lui riuscì a capire se il suo era un grido di disperato aiuto o un'esclamazione di eccitazione, né se il suo volto fosse contratto dal terrore o da una selvaggia e spericolata gioia...
     
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    Kazuma ormai era abituato a trovarsi a sorvolare la città a cavallo d'un drago, ma capì come si sentiva Haiiro alle sue spalle, soprattutto quando s'aggrappò ancor di più a lui per evitare di cadere nel vuoto nel tentativo d'afferrare una nuvola di passaggio: anche lui stesso la prima volta vi aveva tentato, ma si ritrovò a testa in giù per poi essere lanciato in aria da Aru e ripreso al volo in moo un pò doloroso in un certo punto sensibile. Lo sciamano udì il richiamo del suo amico e facendo una piccola risata divertita e smaliziata disse una strana parola al drago, nella sua lingua antica, e questi scosse la testa e fece uno sbuffo accattivante e si buttò in picchiata verso il basso, per poi fare una specie di doppia rotazione su se stesso lasciando i due cavalieri a testa in giù e con l'ebbrezza della velocità a scompigliarli capelli e viscere; ma poi Aru tornò dritto e con un'andatura più tranquilla e prese ad andare verso il basso con calma e puntando verso un gruppo di case dal tetto scuro, per via della notte, ma uguali e infine toccò terra sfiorandola appena e diede un colpetto lungo tutto il corpo disarcionando almeno Haiiro. Kazuma invece saltò giù e allungò una mano al compagno di scuola...
    - tutto bene?! -
    Domandò lievemente preoccupato ma ancora divertito da quel viaggio...
     
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    Haiiro Kugatsu

    Rideva Kazuma, e pur nella sua precaria posizione, anche Haiiro sentì una risata venir su. Ma questa gli rimase in gola, quando Aru, a una parola indistinta (per Haiiro) di Kazuma, si gettò in picchiata.
    Haiiro ne fu così sorpreso e atterrito che la sua capacità di pensare, semplicemente, si bloccò: vedeva il terreno farsi sempre più vicino, ma non riusciva a elaborare cosa stesse accadendo né a formulare un chiaro pensiero. E poi il mondo si rovesciò: una volta e poi un'altra. Tutto si capovolse, tornò dritto, si girò ancora e poi era di nuovo come sempre.
    Aru aveva rallentato l'andatura e il vento che prima lo sferzava ora, per contrasto, gli sembrava un brezza leggera che lo fece tornare piano ai suoi sensi. Si mise a ridacchiare piano, in modo prima nervoso e poi più sereno. Superata l'ebbrezza e lo spavento, ora si sentiva bene. La sferzata d'aria inoltre l'aveva lasciato con l'illusione di essersi liberato dal sonno, anche se era consapevole di quanto fosse una sensazione effimera che poteva svanire in un momento.
    Una sensazione rotta dall'atterraggio di Aru che, con un sobbalzo del corpo, lo mandò disteso dritto per terra. L'impatto col terreno non fu certo morbido, ma la dura terra aveva un vantaggio rispetto a stare in groppa ad Aru: non si muoveva. Ora capiva perché si parlava di “terraferma”. Chissà se oltre ai marinai, anche i piloti usavano quel termine? Di certo lo usavano i cavalieri di draghi.
    «Non ti preoccupare, sto bene... più o meno.»
    Si girò a pancia in su e guardò la mano tesa di Kazuma, ma non la prese e invece scosse la testa.
    «Lasciami così ancora un po'... come una cosa presa e poi dimenticata sul pavimento.. Qui a terra si sta bene, non si rischia neppure di cadere...»
    E si stava proprio bene lì: dopo essersi eccitato con le piroette di Aru, aver affrontato il giro della morte e poi essersi goduto il vento sulla faccia, ora finita la giostra poteva rilassarsi sulla terra ferma...

    «Eh no! Non ci tengo ad addormentarmi di nuovo!»
    Urlò all'improvviso e si alzò di scatto, tanto che non si sarebbe stupito se avesse fatto prendere un colpo a Kazuma. Erano proprio quei momenti quelli in cui era più facile dormire. E infatti ci era cascato proprio la sera in cui aveva incontrato la prima volta Kazuma.
    Si strofinò gli occhi, guardandosi poi intorno ancora confuso.
    «Kazuma? Non te l'ho neanche chiesto... dove si ferma il dragotreno?»

     
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    Haiiro non volle essere aiutato ad alzarsi dal terreno, preferendolo dopo aver sperimentato il viaggio a cavallo di Aru; lo capiva assai bene, anche lui la prima volta in sella al drago ne aveva provate di tutte i colori e una volta a terra gli c'era voluta un'ora buona per riprendersi e non dar di stomaco tutta l'anima. Quindi Kazuma prese un attimo a stiracchiarsi e sbadigliare un paio di volte, mentre il suo amico alato si dava una grattata allo stomaco con una zampa posteriore, per poi allungarsi anche lui in una specie di stiracchiamento per poi allungare il muso e scuotere le orecchie a punta nella brezza ormai dell'alba in arrivo; ad un tratto Haiiro esclamò che non aveva alcuna voglia di dormire e lo sciamano lo guardò un attimo sopraffatto, per poi portarsi una mano tra i capelli e smuoverli con aria assonnata...
    <<beato te, io invece ho un sonno...>>
    Disse il ragazzo con tono stanco e facendo un'altro sbadiglio. Aru invece era ancor bello pimpante e diede un colpetto al ciondolo di Haiiro facendogli ricordare che per i sogni al momento era al sicuro e gli fece una specie di sorriso accattivante...
    <<non sono un treno, ragazzino! Comunque sei a casa tua, non hai notato?>>
    Disse con tono imperioso il drago indicando il luogo dove erano appena atterrati...
     
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    Haiiro Kugatsu

    Aru lo rimproverò per come l'aveva definito, anche se visto il suo sorriso non doveva essere così seccato come dava a intendere il suo tono.
    «Certo che lo so, Aru, tu sei una gi... – Si fermò appena in tempo prima di risponder, ancora mezzo intontito com'era, “una giostra” e poté correggersi – un possente e leggendario spirito dragone.»
    Si guardò intorno e finalmente decifrò, nei colori soffusi di un'alba precoce, il complesso dell'Ovile, il dormitorio pubblico dell'accademia Hakoniwa dove gli studenti passavano le proprie notti... ma non tutti gli studenti, né tutte le notti, come dimostrava bene lo stesso Haiiro...

    «Beh... grazie del passaggio Kazuma... e grazie anche a te Aru del viaggio movimentato. Se hai sonno non ti trattengo oltre, Kazuma. Verrò a trovarti nei prossimi giorni per imparare a controllare queste mie incursioni oniriche... magari di giorno, sarà una novità incontrarci alla luce del sole per una volta.»
    Gli lanciò un sorriso e, come per contraddirlo, un raggio solare lo colpì agli occhi costringendolo a socchiudere le palpebre. Il cielo già prima si era colorato delle prime luci dell'alba – quelle che precedono l'ascensione del disco solare – ma finalmente il sole si era deciso a far capolino da est. Haiiro alzò la mano a coprirsi gli occhi e con lo stesso movimento fece un gesto di saluto a Kazuma e Aru. Poi si girò e si incamminò verso la vicina porta dell'Ovile.
    Il giorno era cominciato e Haiiro, capovolgendo l'ordine consueto, si dirigeva all'appartamento dove si va per dormire proprio quando le prime persone cominciavano a svegliarsi.


    Direi che possiamo chiuderla qui, Rune. Se vuoi fai un ultimo post per concludere e poi chiediamo ai master di valutare.
     
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    Possiamo chiuderla anche qui, altrimenti scriverei un post striminzito e non è molto da me. Grazie mille della role e alla prossima caro ^^
     
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    Ecco il vostro vecchio valutatore risorto dal mondo delle ombre... Contenti, vero? :anus:
    Sarò sbrigativo perché quasi non sono più capace a scrivere, quindi vi sarò subito gli EXP:

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