Dreaming about a little fallen angel

[Rino Satomi] [Haiiro Kugatsu]

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    Haiiro Kugatsu
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    Ero giunto. Ci era riuscito. Il volto di Haiiro si piegò in un sorriso di trionfo. Shero ce l'aveva fatta, lo sentiva dalle sensazioni che gli mandava, anche se non vedeva la scena. Lo scudo stava andando in frantumi, ma non importava più.
    E anche Shero esultava dentro di sé mentre attaccava il nemico con la sua spada-braccio. Spada-braccio che viene fermato da metallo-braccio. Shero rimase sorpreso un attimo, ma si riprese subito. Aveva già affrontato Alisa, un androide completo, quello non era nulla di nuovo. Se non poteva danneggiare il braccio nemico (anzi, era stato il suo braccio a perdere qualche pezzo d'ombra nell'impatto) avrebbe mirato ad altro: stava per mutare il suo braccio, in modo da distorcere e allungare la forma della lama, a svantaggio del suo spessore, per colpire l'occhio del nemico. Di metallo o meno, dubitava che sarebbe rimasto integro. Ma... non poté. Non riusciva più a muoversi.
    «Satomi, Shero ce l'ha fatta! Sta attaccando il nemico e... aspetta qualcosa non va...»
    Sentiva qualcosa di sbagliato da parte dell'Ombra... la sua visione si biforcò: vedeva Satomi, sfinita per la fatica dinnanzi a sé, e poi vedeva una persona sconosciuta, ma che capì subito essere il nemico. Era un giovane dai cappelli neri e le braccia metalliche... un cyborg? Ma quel che era peggio, aveva bloccato Shero.
    «Non so se puoi capirmi o se il tuo controllore può ascoltare quello che dico.»
    “Ti sento eccome...”
    «Vedi, mi ero messo al sicuro qua sopra, non appena hai messo piede sul tetto sei entrata interamente in un campo cinetico che ricopriva l'intera area ed i miei fili ti si sono avviluppati addosso. Se ci fai bene bene caso, guardando fisso i contro luce dovresti riuscire a vederli bene. Il mio potere è molto particolare! Richiede un po' di tempo per essere attivato, ma una volta soddisfatta qualche condizione, posso prendere il controllo del potere della persona (o delle persone) che è il mio bersaglio.»
    «Bastardo...»
    L'Ombra cercava in tutti i modi di ribellarsi, ma i fili la bloccavano del tutto. Quella parola fu l'unica cosa oltre il controllo del suo avversario che riuscì ad attuare. Non voleva arrendersi, ma non poteva fare nulla. Non da sola, almeno. Il vantaggio della seconda anormalità di Haiiro non stava solo nel fatto che Shero potesse proteggerlo o combattere autonomamente, ma che attraverso i suoi occhi e le sue sensazioni, Haiiro poteva individuare la posizione del nemico e seguire le sue azioni mentre adoperava il Dream Teller. Ma doveva fare in fretta, una volta bloccato Shero la doppia visione era finita e le sensazioni che lui gli mandava erano sempre più deboli.
    Chiuse gli occhi, indirizzando il suo sogno verso un'emozione: la rabbia, quella rabbia che aveva sentito tanto intensa da Shero.

    CITAZIONE
    Intrappolato sotto le macerie, non riusciva neppure a vedere la luce. Eppure avanzava tra le pietre e le ceneri, il corpo dolorante, macellato, bruciato. Avrebbe trovato chi aveva fatto questo. Chi aveva distrutto la sua casa e bruciata, chi l'aveva intrappolato tra le sue macerie. Quando scostò l'ultimo muro, lo vide lì di fronte, inginocchiato nell'erba del parco Hijifu. L'ira gli esplose nel corpo e gli si lanciò contro brandendo un piccone: lo colpì in piena fronte e questo, in risposta, rise.
    “Mi pare famigliare...” pensò guardando le braccia meccaniche del suo nemico e le occhiaie così profonde da far pensare che non dormisse da settimane più che da giorni.

    Anche se il sogno durava solo un paio di secondi, in quel tempo il loro avversario aveva preso controllo dell'Ombra e la stava facendo trafiggere da se stessa. L'Ombra però non era un essere vivente, i concetti di vita e morte erano esterni a lei, pertanto non aveva recettori di dolore legati alla necessità di salvaguardare la propria salute. Un tenue legame tra lei e Haiiro sussisteva ancora e il Sognatore l'utilizzò per propagandare il proprio sogno, nel momento in cui il nemico faceva distruggere l'Ombra.
    Gli trasmise prima la sensazione di intensa ira, in modo che Satomi potesse individuarlo con la sua empatia, poi concretizzò le macerie che aveva visto nel sogno sopra di lui, a coprire la parte di tetto in cui si trovava: la gravità avrebbe pensato al resto.
    “Vediamo se i tuoi fili riescono a tenere anche queste...”
    Ma non aveva fatto i conti con una cosa: la fatica necessaria a concretizzare un numero significativo di pietre e detriti, per di più a una tale distanza. Solo metà delle macerie si concretizzarono e non le più grandi. Senza Shero inoltre non poteva verificare quali danni effettivi gli avesse inflitto.
    Aperti gli occhi, Haiiro cadde in ginocchio, frenando la caduta con le mani di fronte al terreno, la testa che gli girava. Al suo fianco Satomi, pure lei prostrata dall'uso dei suoi poteri, gli chiese informazioni.

    «L'ho visto... è un giovane, più o meno della nostra età e con le braccia da cyborg. Il suo potere... no, questo può aspettare; ha distrutto Shero, ma forse sono riuscito a colpirlo o comunque... prova a percepirlo, dovresti sentire la sua... o meglio la mia... rabbia che gli ho trasmesso. Se l'individui possiamo forse ancora raggiungerlo, nel tragitto ti spiegherò.»
    Nessuno di loro due era messo bene, ma a sentire Satomi anche il loro nemico era esausto. E con un po' di tempo a disposizione avrebbe potuto far tornare Shero a dare loro manforte.
     
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    A quanto pare l'ombra di Haiiro è arrivata a destinazione..... Riesco a sentire qualcosa... In poco tempo sono riuscita a trovare uno stratagemma per poter seguire Shero fino alla persona che controlla questi dannati fili! E'difficile che un'ombra provi emozioni, ma isolando tutti i pensieri e le sensazioni delle persone circostanti in un'area piuttosto vasta, sono riuscita a concentrarmi sui sentimenti condivisi con Haiiro, in modo da poter seguire non l'ombra, ma il loro legame.... Solo che qualcosa ha interrotto il loro contatto....

    Il sogno..... Oggetti che cadono.... Haiiro sta usando il suo potere e come giustamente dice, dovrebbe averlo ferito! Dolore, spossatezza..... Si, è lui! Allora il suo potere richiede molte più energie del previsto! Sorpresa..... Non aveva previsto l'attacco di Haiiro a quella distanza.... Rabbia..... Non pensava che avremmo potuto reagire in questo modo e fermare il suo piano.... Non riesco a capire le sue vere intenzioni ma so che non potrò mai perdere la traccia di un così alto concentrato di emozioni!
    I miei poteri sono diventati davvero più forti. L'essenza di Akane che è entrata nel mio corpo mi ha resa più forte, matura e ha stabilizzato i poteri che una volta non riuscivo a controllare bene...... Davvero incredibile! Ora come ora potrei percepire alla perfezione qualunque tipo di emozione, anche quella più nascosta!

    "La nostra reazione ha provocato una serie di reazioni in quell'uomo! O ragazzo..... Non saprei dire, ma ho capito che si tratta di un essere umano di sesso maschile!" wow! Che analisi profonda! Mi sorprendo di me stessa! "Ora si sta spostando, ma non posso non riconoscerlo anche in mezzo a tutte le persone di quel quartiere... Credo anche che sia ferito, perché se mi concentro sento fatica e dolore oltre alla rabbia che sta provando ed alla sorpresa! Ah dimenticavo! Ottimo lavoro Haiiro! Insieme siamo una bella squadra!" Dico sorridendo al mio..... Amico? Beh... Scopriremo alla fine di questa avventura qual è il nostro legame, per ora credo sia meglio non perdere il nostro uomo.

    Uso le ali per sollevarmi da terra, anche se il soffitto mi impedisce di muovermi troppo in alto, e nel frattempo evoco uno scudo di forma circolare, in orizzontale. "Sali! Dimenticavo che io posso volare ma tu no.... E non credo proprio che lo raggiungeremo correndo!" Attendo mentre Haiiro sale sul mio scudo.

    Lasciamo rapidamente il tempio.... Controllare lo scudo di Haiiro e farlo muovere alla mia stessa velocità, seguire le tracce del ragazzo dai fili (che strano nome..... Devo ricordarmi di chiedergli quale sia quello vero, non posso chiamarlo così per sempre) mi stanno stancando abbastanza.... A quanto pare i miei poteri sono molto migliorati, ma usarli tutti assieme così riduce di parecchio le mie energie. Devo cercare di conservarne il più possibile per un eventuale scontro.

    Siamo arrivati ai piedi dell'edificio, ma come previsto del ragazzo non c'è più traccia. "Si sta muovendo in quella direzione" dico indicando la strada che continua di fronte a noi.... "Ora credo sia più saggio seguirlo a piedi, attireremmo troppo l'attenzione e io ho bisogno di riposarmi un po'dopo aver attivato così tanti poteri tutti assieme..... Scusa" Dico sentendomi fortemente in colpa... Purtroppo, però, ho ancora forti limiti nell'uso delle mie abilità...
    Ci sono molte persone, anche se non è molto affollato e si riesce a camminare piuttosto liberamente. Dobbiamo tenere un passo piuttosto sostenuto, in modo da recuperare la distanza che c'è fra noi...
    "Sai è molto curioso.... Tutto questo è iniziato con lui che dava la caccia a noi, mentre ora siamo noi ad inseguirlo! E' davvero strano come le situazioni si possano evolvere in modo così inaspettato e rapido.... Spero solo che non succeda di nuovo il contrario!"

    E' più forte di me, non riesco a non parlare nemmeno mentre stiamo inseguendo un tipo che poco fa voleva ucciderci.... Forse è meglio scusarmi con Haiiro.... "Ah... Ehm... Ecco... Scusa se parlo troppo! So che è un momento delicato, spesso parlo un po'troppo.... C.. Comunque è stata una bellissima mossa quella dell'ombra di prima!!! Non avevo mai visto niente del genere!! Come hai fatto?" Ecco.... Di nuovo.... Ma perché esagero sempre?
     
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    Haiiro annuì di fronte alle parole di Satomi, esibendo un sorriso.
    «Quindi sono riuscito a ferirlo. Bene... e grazie.»
    Non era sicuro che fosse il momento giusto per parlare, però doveva ammettere che gli faceva piacere sentire Satomi che si congratulava con lui. L'attimo dopo partirono all'inseguimento: Satomi fece apparire le sue ali e creò uno scudo per far levitare Haiiro. Vedendo il disco di forza, il viso del ragazzo si sollevò. Non avrebbe dovuto correre.
    «Volare. Ottima idea, con una corsa non so quanto sarei durato.»
    Durante il tempo in volo, Haiiro ne approfittò per riprendere le forze. Ma per Satomi era l'opposto, sembra che usare quei due poteri insieme consumasse le sue forze e, giunti all'edificio dove prima si trovava il loro avversario, scesero.
    «Non ti preoccupare Satomi. È meglio se conservi le forze per quando lo raggiungeremo. E poi come hai detto volando attireremo fin troppo l'attenzione...»
    Si misero a camminare a un passo sostenuto. Haiiro non era la persona più atletica, anzi, ma le ricorrenti camminate notturne per passare le sue notti insonne l'avevano reso in grado di mantenere il ritmo senza problemi. Sperava però che non dovessero mettersi a correre...
    Mentre pensava così, ascoltò le parole di Satomi.
    «Anche una zebra, con un calcio ben assestato alle viscere, può uccidere il leone che gli sta balzando addosso... o almeno mi sembra di aver sentito qualcosa del genere su un documentario. Quindi meglio stare attenti, non vorrei finire come il leone abbattuto a un graffio dalla vittoria...»
    Non un discorso ottimista, ma per Haiiro non era strano e non ci pensò neppure. Piuttosto, era orgoglioso di aver mostrato di sapere qualcosa di insolito e curioso. Del resto qual era il momento migliore per sfoderare la propria cultura generale, se non durante un inseguimento potenzialmente mortale?
    «Beh, anch'io ti ho risposto quindi non è un problema... Anzi, ti preferisco adesso rispetto a quando mi sei comparsa davanti. Anche l'influenza di Akane sembra essere venuta meno... per fortuna. Sai... ti preferisco così allegra.»
    L'aveva detto senza enfasi particolari, ma per qualche motivo appena pronunciate quelle parole distolse gli occhi da Satomi e sentì una fitta di colpevolezza pensando a Kasumi. Preferì cambiare discorso.
    «Ehm.. comunque non è che ho fatto qualcosa di particolare. Evoco l'Ombra e lei fa un po' quello che le pare, ma almeno mi difende e combatte al mio fianco. Non è un potere così forte, ma è molto utile, soprattutto se l'affianco al mio Dream Teller... e a proposito, ha cominciato a rigenerarsi dopo che quel tipo l'ha distrutta, tempo che lo raggiungiamo e dovrei poterla rievocare.»
     
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    Beh non posso nascondere di essere davvero contenta di sapere che i poteri di Haiiro sono cresciuti e che ora ne possiede di così interessanti. Oltretutto quell'ombra ci sarà davvero utile per il nostro inseguimento.
    Oh! E a quanto pare se ne intende anche di animali e documentari! In effetti, però, non ha tutti i torti..... Forse non è la strategia migliore inseguire questa persona così a testa bassa, senza prima elaborare un piano... Solo che sappiamo così poco di lui!
    "Allora visto che non ti disturba, temo chiacchiererò parecchio durante il tragitto! In ogni caso sento che la sua rabbia sta svanendo.... Ma riesco ancora a localizzarlo, o almeno, se mi concentro non ne perderò le tracce tanto facilmente! Dobbiamo girare da questa parte" Dissi svoltando a destra in quella che sembrava una stradina piuttosto malridotta. Era completamente priva di persone, qua e là vi erano dei rifiuti e delle borse abbandonate. Aveva tutta l'aria di essere un luogo molto malfamato.
    "Ok, sbrighiamoci a superare questa zona, non mi piace per niente" Dissi accelerando il passo.
    Da quel che mi dice Haiiro la sua ombra si sta già ricaricando. Molto bene.

    Ormai stiamo camminando da diversi minuti. Siamo giunti ad una piazza, a quanto pare totalmente deserta. Non vi è anima viva, anche se è collegate a strade ad ogni lato. Ha tutta l'aria di essere la zona centrale di un quartiere piuttosto rinomato, anche se data l'assenza di vitalità non si direbbe affatto. Sento che la persona che cerchiamo è qui vicino.... Ma non riesco a capire dove.....
    "C'è qualcosa che non va.... Sento che si trova qui, in questa piazza..... Ma è impossibile che io non lo veda! Non c'è nessuno!"
    Aspetta....
    Siamo in pieno giorno.
    In un quartiere popolato e ben tenuto.
    E non c'è anima viva? Troppo strano.

    "Ho.... Ho un brutto presentimento.... Non sento nemmeno la presenza delle persone.... Come se il mio potere non riuscisse a raggiungerle.... Ci sto provando, ma è come se un muro mi impedisse di arrivare a loro!"
    La mia empatia è fuori gioco? E' impossibile, è una dote naturale così come una maledizione..... Non ha mai fallito in tutti questi anni, da quando sono nata, anche quando avrei voluto che fallisse, anche quando avrei voluto non sentire tutte quelle voci e quelle emozioni affollarmi la mente....
    Ogni volta che spingo la mia empatia più in là, qualcosa la rimanda indietro. Non ci sono emozioni. Silenzio.
    Sono letteralmente terrorizzata. Per anni ho voluto che quelle voci sparissero, che mi lasciassero in pace una volta per tutte.... E ora che se ne sono andate..... Ne sono spaventata? Cos'è questo silenzio? Parlate..... Vi prego.....
    Le gambe mi tremano leggermente, per questo decido di mettermi in ginocchio in mezzo a quel luogo...

    "I... Io.... Non sento più nessuno! C'è.... C'è troppo silenzio!"
    E' come se fossi immersa in una bolla, che non può scoppiare. Come se questa bolla bloccasse ogni singolo suono e non lasciasse uscire la mia voce. Nulla, a parte il suono della mia voce. E' incredibile come il silenzio possa colpire così forte chi è abituato alle voci, ai pensieri, alle emozioni e vive in un vero e proprio crocevia di sentimenti umani. Quella pace così tanto desiderata, ora si è rivelata essere il mio peggior nemico ed il mio più grande punto debole.

    CITAZIONE
    Il ragazzo li osserva dall'alto dell'edificio dietro di loro. Quella ragazza era stata così ingenua! Per non parlare del'altro.... Aveva visto il suo potere, sapeva più o meno di cos'era capace. E nonostante tutto lo hanno seguito senza preoccuparsi del suo potere. Sprovveduti.
    Scende dall'edificio usando i suoi fili, quasi come se stesse camminando sui muri del palazzo. Una volta sceso a terra, chiama i due ad alta voce.
    "Siete stati davvero imprudenti a seguirmi fin qui.... Ragazzo, hai visto di cosa sono capace, eppure non ti sei minimamente preoccupato di pensare che il mio potere è congeniale al creare trappole! Ed ora siete in un luogo dove il mio potere non solo è forte, ma può permettermi di tagliarvi fuori dal mondo esterno.... Hai visto come ho mandato in tilt la tua amica? Mi è bastato fare in modo che il suo potere avesse dei limiti.... Non può più uscire dal diametro di questa piazza!"

    Mentre parla si avvicina a loro con estrema calma, come se non avesse la benché minima paura di affrontarli.

    "Vedi, mentre mi inseguivate ho lasciato dietro di me una scia dei miei fili... A dire il vero due, uno a testa. In questo modo potevo sapere esattamente quando mi avreste raggiunto ed iniziare a leggere i vostri poteri e soprattutto usare il suo per farvi credere che foste ancora sulle mie tracce, facendovi seguire una pista più lenta rispetto ai miei movimenti. Una volta giunto qui mi è bastato "chiudere" ogni accesso con i miei fili ed aspettarvi. Siete inconsapevolmente entrati nella mia gabbia e nemmeno ve ne siete accorti. Un po'patetica come cosa...."

    Ora si trova fermo di fronte a loro, e li osserva con uno sguardo a metà fra la pena ed il divertito. "Hai niente da dire a tua discolpa, ragazzo?"
     
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    Haiiro Kugatsu
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    Haiiro continuò a camminare seguendo Satomi, passando per una via piuttosto malfamata. Non era la prima volta che passava per zone del genere, ma Haiiro annuì quando Satomi disse di volerla attraversare in fretta. Perso nell'osservare i dintorni e nel chiacchierare con Satomi, Haiiro non si era neppure accorto di aver tralasciato un piccolo, ma molto importante dettaglio: la spiegazione del potere del loro avversario. Mentre attraversavano la via, comunque, evocò Shero alle sue spalle. L’Ombra aspettò che fossero andati avanti per poi procedette, seguendoli a distanza e procedendo, quando possibile, per altre vie.
    Giunsero poi alla piazza. Una piazza centrale piuttosto importante… e del tutto deserta. C’era qualcosa che non andava, come Satomi rivelò.
    «Non è solo lui a non esserci… sono tutte le persone a mancare!»
    Cosa significava? Era anche quello un utilizzo del potere? Ma come? Aveva controllato tutte le persone per farle uscire dalla piazza e per tenere lontane le altre? Poteva fare una cosa del genere?
    «Satomi!»
    Aveva qualcosa che non andava. Non riusciva a stare in piedi. Come prima al tempio…? No, questo era diverso. La causa, a suo dire, era il silenzio.
    “Silenzio? In effetti non c’è nessuno qui intorno, ma perché dovrebbe disturbarla…?”
    Ci volle un po’ perché Haiiro capisse a quale silenzio Satomi si stesse riferendo. Era il silenzio mentale, la sua empatia.
    “I fili! Possibile che quel tipo che li abbia appiccicati e la stiano controllando?”
    Si chinò verso Satomi, afferrandole le spalle.
    «Satomi, riesci a fare quello che hai fatto prima? Tirare fuori le ali di Akane? Se lo fai interromperai il silenzio.»
    Mentre stava parlando, una figura si diresse verso di loro. Haiiro non l’aveva ancora vista con i suoi propri occhi, ma la riconobbe. Era lui, il loro avversario, il cyborg amante dei fili.
    Con parole taglienti li derise, mostrando tutta la loro ingenuità e spiegando come aveva agito. Ancora una volta Haiiro non poté non pensare che quel tipo amava parlare di sé. La nota buona? Shero dietro di loro era ancora fuori dalla piazza. Haiiro avrebbe potuto usarlo per scappare, forse (non gli era ben chiaro cosa sarebbe successo del filo che il loro nemico aveva detto essergli attaccato), ma lo stesso non valeva per Satomi. Dovevano prendere un’altra strada.
    “Shero, mia Ombra, mi sa che ti tocca arrampicarti di nuovo sugli edifici. Avrà pure messo fili a tutte le uscite nelle strade, ma non credo abbia coinvolto gli edifici. Ah, e comunica il meno possibile con me, potrei cadere sotto il suo controllo…”
    Intanto il loro avversario era giunto al termine della sua manfrina e aveva posto una domanda a Haiiro.

    "Hai niente da dire a tua discolpa, ragazzo?"
    «Sì. Sto attendendo il momento giusto per calciarti nelle viscere.»

    Aver seguito Satomi si era rivelato un azzardo, ma era anche vero che non avevano altri strumenti per seguire o rintracciare il loro nemico. Il loro nemico era un maestro degli agguati, quindi separarsi e tornare alle reciproche case si sarebbe potuto rivelare altrettanto pericoloso, perché avrebbe potuto attaccarli in un altro momento a lui più favorevole o quando non erano insieme. Non era meglio procedere assieme ed aspettare il momento in cui gli avrebbe attaccati, che sarebbe stato anche quello in cui avrebbe dovuto rivelarsi e sarebbe quindi stato vulnerabile?

    Figuratevi se Haiiro ci aveva pensato. La sua poteva essere ritenuta una leggerezza, oppure aveva sopravvalutato i danni inflitti al nemico e la sua stanchezza. Anche una semplice precauzione come procedere protetti dallo scudo di Satomi non aveva neppure sfiorato la mente di Haiiro. Il ragazzo provò a verificare se riusciva a vedere i fili legati a lui o Satomi, ma anche se l’avesse fatto, come poteva eliminarli?
    Shero intanto era salito sopra un edificio e stava facendo un giro lungo intorno alla piazza, per raggiungere il loro avversario. Ci avrebbe messo del tempo però. Non era ancora il momento per calciare. Doveva prendere tempo, anche se visto il loro avversario avrebbe significato rischiare di finire sotto il suo controllo, ma non aveva alternative. Nessuna che gli passasse per la mente, almeno.

    «No, lascia perdere il calciare nelle viscere e prova a pensare un po’ a te stesso… Sei dotato di un potere che ti fa manipolare fili e controllare le persone, il tipico potere adatto a chi trama all'ombra e medita trappole. E cosa fai? Riveli il suo funzionamento alla prima ombra che passa? Senza sapere se poteva trasmettere le sue informazioni a me? Ma ti pare?! Chi è che va in giro a rivelare il proprio potere ai suoi nemici? Per di più se è un potere che agisce meglio di nascosto o come trappola.
    Mi sa che volevi solo qualcuno che ti ascoltasse e a cui far mostrare quanto sei figo, intelligente, e quanto è forte il tuo potere. Non hai amici o conoscenti con cui parlarne e quindi chi ti rimane che potrebbe stare a sentire i tuoi monologhi? I nemici! Ma ami così tanto sentire la tua bocca che fa uscire suoni dalle labbra?»

    Sentiva che Shero si stava avvicinando… non andava bene, rischiava di sapere troppo in quel modo e se davvero aveva uno di quei fili non poteva neppure contare sul suo Dream Teller. Sperava che l’autonomia di Shero, che in certi momenti lo infastidiva, si rivelasse utile in quel frangente per evitare che anche l’Ombra venisse controllata. E gli venne un’idea. Anche se non sapeva se avrebbe funzionato e anche se avesse funzionato avrebbe potuto rivelarsi inutile o dannosa. Anche se era ciò che più cercava di contrastare. L’idea era dormire.
    “Piuttosto di farmi controllare, meglio perdere il controllo…”
    Se dormiva, i sogni sarebbero usciti senza controllo – ignorava se il loro nemico avrebbe potuto manipolarli coi suoi fili. Se dormiva, non poteva sapere cosa stava facendo Shero.
    «Comunque non ho intenzione di stare qui ad ascoltare le tue parole.»
    E chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare sul terreno duro.
    Poco dopo lo spazio urbano cominciò a coprirsi di erba di savana, cespugli bassi, alberi scuri e fili di ragnatele stese. Tra loro pascolavano strane chimere con zampe anteriori di leone, posteriori di zebra, testa di Satomi o di Haiiro, resto del corpo misto, e ragni con tintinnanti zampe metalliche. Tutti illusioni per il momento, meno che qualche zolla d’erba.

    Intanto Shero si era posto in cima a un edificio non troppo lontano dal cyborg dei fili. Di sicuro lui aveva messo in conto il suo intervento, ma Shero non voleva farsi catturare una seconda volta. Se anche il loro nemico aveva teso dei fili intorno a sé per proteggersi, c’era una direzione dalla quale era probabile non si fosse difeso, non prevedendo attacchi: dall'alto. Anche potendo modificare la sua forma c’erano dei limiti, per cui Shero non poteva farsi spuntare delle ali. Ma c’era un altro modo per piombare dall'alto, come in passato aveva involontariamente sperimentato su un ragazzo piuttosto sfortunato.
    Modificò la forma delle sue gambe, in modo che le caviglie e i piedi si deformassero in molle. Fece un primo balzo sul tetto dell’edificio, un secondo sull'edificio che aveva davanti. Col terzo, superò gli edifici e si lanciò, letteralmente, sul loro avversario. La traiettoria era giusta, gli bastò qualche minima variazione di forma per avere la certezza che sarebbe piombato proprio sopra il cyborg. Tese le mani davanti come se si stesse tuffando, e in un certo senso lo stava facendo. Stavolta non avrebbe puntato ad attaccare il tipo, ma a “entrare” in lui adoperando lo Shadow’s Puppet, con cui aderiva a una persona e ne ostacolava i movimenti. A differenza dei fili, quel potere non dava il controllo di una persona – tranne il caso in cui fosse incosciente – ma permetteva di indebolirlo. Forse in quel modo Satomi avrebbe riuscito a riguadagnare parte dei suoi poteri e ad attivare uno scudo (e magari svegliare quel suo stupido altro sé, sempre a occhi chiusi) per proteggerli dai fili.
    E poi, volete mettere il piacere di controllare* il controllore?

    *In realtà, come detto, non è un vero e proprio controllare

     
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    Aveva parecchio coraggio, il ragazzo doveva riconoscerlo. E riconosceva anche che c'era una punta di verità in tutto ciò che aveva detto: era stato presuntuoso. A tal punto da aver rivelato il suo potere ad entrambi. A tal punto da non aver tenuto conto di possibili piani da loro studiati prima di raggiungerlo. A tal punto da credersi totalmente invincibile, quando la sua stessa storia gli aveva insegnato che non è invincibile e che non lo sarebbe mai stato.
    La rabbia è davvero un sentimento curioso, dona tanta forza ma anche tanta stupidità in maniera direttamente proporzionale. Anzi, forse nel caso del ragazzo-cyborg la genera in maniera doppiamente proporzionale. Strinse la mano destra, chiudendola a pugno e portandola verso il viso, per poi riaprirla. Da quanto tempo ormai non sentiva più le sue vere mani? O le mani di......
    Chiuse gli occhi per scacciare questo pensiero. Non poteva nuovamente cadere vittima delle sue emozioni. Si era già coperto di ridicolo di fronte a questi due ragazzini. Ma dopotutto non avevano molti anni in più di lui, la differenza era che il suo tempo si era semplicemente fermato. Si, si era cristallizzato in quella forma per l'eternità. La vendetta rende ciechi e annulla il dolore, compreso quello dell'anima e quello del nostro cuore. "Ma io, dopotutto, un'anima e un cuore non li ho più."
    Sussurrò questa frase mentre il ragazzo di fronte a lui stava parlando; non aveva finito di ascoltare ciò che gli stava dicendo, stava solo cadendo a terra ora. Si era arreso? No.
    Strane figure avevano iniziato ad apparire in quella zona. Illusioni.... Se non altro aveva lasciato i fili collegati a entrambi, in modo da poter leggere i loro poteri. Questi dovevano essere i suoi sogni.
    Non aveva ancora mosso il primo passo verso il ragazzo, che qualcosa lo colpì dall'alto.
    Non sentì dolore, o almeno, non troppo. Il colpo lo aveva mancato? No, impossibile. Che cos'era? L'ombra del ragazzo? Ma dove..... Per un attimo la sua vista si era annebbiata, per poi tornare normale. Le sue parti meccaniche erano sempre uguali.
    "Eppure...."
    Il controllo che aveva sull'ambiente circostante e sui ragazzini si era indebolito, all'improvviso. Che fosse.... "Sei dentro di me? Ecco qual era il tuo piano fin dall'inizio!"
    I suoi fili non erano di certo illimitati, non poteva mantenerne così tanti ed aggiungerne altri. Facendo più in fretta che poteva raccolse dentro di lui tutti quelli che rinchiudevano la piazza, compresi quelli collegati ai due di fronte a lui. Conosceva quel potere ormai, lo aveva sentito e percepito quando si era legato ad esso prima di arrivare in quel luogo. E una cosa era certa: i suoi fili non si sbagliavano mai quando si trattava di riconoscere un qualcosa a cui si erano legati.
    Il suo potere si era quindi riattivato, andando ad intaccare quello del ragazzo dei sogni, per sopprimerlo ed estrarlo. Ma richiedeva qualche secondo di tempo per poterlo fare. Nel frattempo le illusioni erano continuate, sapeva che erano tali ma essendosi scollegato non poteva riconoscerle dalla realtà; per sua fortuna sapeva perfettamente le posizioni dei due.
    Eccola. La ragazzina era di fronte a lui. Haiiro sicuramente era già sveglio dopo aver utilizzato il suo potere, ma i suoi movimenti erano rapidi: in pochissimi istanti stringeva Satomi bloccandole entrambe le braccia dietro la schiena.
    L'effetto dell'ombra si era ridotto ormai a zero ed i fili l'avevano rigettata fuori dal suo corpo l'istante dopo aver catturato la ragazza.
    Un colpo di tosse. Potente, così forte che pareva avesse scosso tutte le viscere e gli organi del giovane cyborg. Un leggero rivolo di sangue dal lato sinistro della bocca, che tolse con un gesto rapido della mano libera. La sua forza fisica era enorme, grazie alle parti meccaniche (anche se solo nelle sue braccia); poteva sentire la giovane dimenarsi, ma sapeva che sarebbe riuscita a liberarsi dalla presa.
    "Non posso permetterti di andare.... Non dopo tutto ciò a cui ho rinunciato per trovarti"
    I due, per un attimo, si fissarono dritto negli occhi mentre lei si voltava verso di lui.

    CITAZIONE
    Le voci. Sono tornate. Tutte. Compresa quella di Haiiro. Compresa.......
    Quanta forza possiede questo ragazzo? Non riesco a liberarmi! Stringe talmente forte da farmi male. Non stringe solo i miei polsi, sta stringendo.... Il mio cuore, la mia mente! Cos'è quest'ondata di sentimenti? Da dove arrivano? E come faccio a sentirli tutti adesso? Son così intensi da cancellare quelli di tutto il resto degli abitanti.
    Sento un dolore tremendo ai polmoni, al cuore ed allo stomaco. Tanto che mi sfugge un grido, non posso controllarlo. Eppure non mi ha colpito.... Ma ho sentito tutto quando ha tossito... Lui sta.....

    Incrocio il suo sguardo dopo quella frase ed in quel momento il mio cuore e la mia mente vengono invase dal suo vissuto. Il dolore, i ricordi, la speranza, la paura.....
    Inizio a piangere, mentre lo osservo. Perché ora ho capito.
    "Tu.... Tu non puoi piangere.... Non puoi esprimere il dolore, perché non lo senti... Eppure lo vivi con i tuoi ricordi, lo pensi e lo senti anche se in realtà tu non sei programmato per farlo. Da dove.... Da dove arriva?" Le lacrime non smettono di sgorgare sulle mie guance.
    Haiiro ormai deve essersi rialzato, credo rimarrà parecchio stupito di quanto sta accadendo. "H- Haiiro, fermo. Non ha senso tutto questo..... Lui non vuole farmi del male, e nemmeno e soprattutto a te."

    In quello stesso momento lascia andare i miei polsi, sono libera. Mi volta di nuovo verso di lui, prendendo la sua mano.
    "Quanto dolore porti dentro, quanto male che non puoi sfogare come facciamo noi.... Stringimi forte, sarò io il tuo dolore, piangerò le tue lacrime finché non ti sentirai meglio, condividerò questo tuo dolore finché non si sarà esaurito e stringerò le tue mani e ti farò sentire di nuovo cosa vuol dire averle".

    Nel dire questo mi volto verso Haiiro, cercando anche il suo sguardo e asciugandomi una parte delle lacrime che ormai sembrano inarrestabili.
    "Vieni qui, credo che dovremo entrambi ascoltare una storia"
     
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    Haiiro stava dormendo. Rinchiuso nei suoi sogni, non poteva vedere quello che accadeva all’esterno, eppure i suoi sogni non rimanevano rinchiusi in lui, ma esondavano all’esterno. Eppure, anche in quella situazione Haiiro sentiva una voce provenire da fuori, in modo confuso. Era Shero. Fu lui ad avvertirlo, con un grido mentale di cui Haiiro non capì il messaggio, ma percepì la sua intensità. Come un forte rumore che strappa dal sogno, così quel grido mentale lo riportò alla veglia.
    Aperti gli occhi, poté sentire una sensazione di libertà. Gli ci volle un attimo per capire che i fili che trattenevano lui e Satomi era svaniti. Più tempo, troppo tempo, gli ci volle per accorgersi che il cyborg si stava dirigendo verso Satomi e l’aveva già catturata nella sua presa. Shero aveva fatto il suo lavoro nel costringere il loro avversario a convogliare verso di sé i suoi fili, liberandoli, ma ora non aveva più spazio di manovra. Toccava ad Haiiro… ma come agire? Anche se fosse subito entrato nel dormiveglia i suoi sogni ci avrebbero messo del tempo per concretizzarsi e colpire, se invece fosse corso in aiuto di Satomi sarebbe potuto intervenire prima, ma dubitava di poter competere in uno scontro fisico contro il cyborg, anche con l’aiuto della ragazza. Decise quindi di adoperare i sogni, sperando che Satomi resistesse fino a quel momento, in fondo il loro avversario sembrava volerli immobilizzare, non eliminare. Ma nel tempo che aveva messo per decidersi, qualcosa era avvenuto.
    Un rivolo di sangue del cyborg, una reazione inaspettata di Satomi che… si mise a piangere? Le successive parole di Satomi non fecero altro che aumentare la confusione del ragazzo. Due ipotesi vennero quasi contemporaneamente nella mente di Hairo: Satomi aveva ricuperato la sua empatia ed era riuscita a percepire le emozioni del cyborg, oppure era caduta sotto il controllo del loro avversario che la stava manipolando e ingannando. Le sue lacrime sembravano sincere… ma se il cyborg poteva manipolare i loro poteri, non avrebbe potuto farle percepire emozioni che in realtà non c’erano?
    Haiiro annullò l’evocazione di Shero, il cui potere era stato peraltro neutralizzato. In quel modo in caso di emergenza avrebbe potuto richiamarlo a sua difesa, anche se non poteva più sperare nell’effetto sorpresa.
    «Satomi, mi puoi spiegare cosa sta succedendo? Sei riuscita a recuperare la tua empatia, non è così?» Le chiese, rimanendo fermo dov’era.
    «E tu – disse stavolta rivolto al cyborg – si può sapere chi sei? E cosa vuoi ottenere da noi? Perché ci hai attaccato e cercato di manipolare?»
    Se la questione si poteva risolvere senza ulteriori combattimenti, tanto meglio, ma Haiiro era ancora guardingo e restio ad abbassare la guardia.
     
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    Devo aiutare Haiiro a capire, non voglio più combattere, non voglio che ci siano altri litigi.... Basta!! Faccio un segno con la mano rivolto a lui, per dirgli di aspettare. Prima di tutto devo liberarmi dalla presa del cyborg, o la situazione continuerà a sembrare equivoca.
    A forza riesco a girarmi verso di lui, nonostante il male che sento ai polsi. Fisicamente è davvero molto forte.

    "Ascolta.... So che hai paura che i tuo sforzi siano stati vani, ma devi credermi, non ho la minima intenzione di fuggire da te ora... Devi lasciarmi andare, o altrimenti non potrò aiutarti! Anzi, avrai bisogno dell'aiuto di entrambi e finché mi terrai bloccata in questo modo lui non ti aiuterà mai, e lo sai benissimo. Hai visto e subito tanta violenza, basta cattiveria, davvero..... Non ne serve altra...."

    Sebbene la sua espressione non sia affatto cambiata, qualcosa è cambiato dentro di lui. A quanto pare possiede ancora qualche barlume di emozione umana oltre alla rabbia, che emerge con tanta prepotenza come quando l'ho percepita al suo primo attacco.... Che anche quella fosse solamente un'emozione registrata? Eppure, registrata oppure no, semplice ricordo o reazione vera, mi ha lasciato andare.
    Per un attimo tocco e massaggio i polsi con la mano opposta.
    Nel parlare mi avvicino ad Haiiro, in modo da essere vicina a lui.
    "Accidenti, ha una presa formidabile questo ragazzo... Anche se si sta rapidamente indebolendo, credo che la sua grande fretta fosse causata da questo motivo... Ho scoperto anche che non si tratta di un cyborg a tutti gli effetti, ma che possiede solamente alcune parti meccaniche nel suo corpo, tipo le braccia, una gamba e parte del cuore e alcuni organi interni"

    Ormai ho raggiunto Haiiro e mi volto in modo da poter osservare entrambi a turno, per parlare con tutti e due.
    "Ha sofferto davvero tanto, solo ora me ne rendo conto.... Perché provo tutti ciò che ha sentito lui..... Ed il male a cui risale tutto questo dolore è una nostra conoscenza, ed ho capito ora il motivo per cui l'essenza di Akane ha reagito in quel modo...."
    Ho deciso. Voglio aiutarlo. Non posso farlo morire invano e senza aver fatto almeno un tentativo per salvarlo.

    "Ha bisogno del nostro aiuto, anzi, del tuo.... Sarà una cosa veloce, ma avrò bisogno di te.... Se mi collegassi a te con la mia empatia, legandoti a lui.... Potresti fargli sognare il suo fidanzato? Vedi.... Ecco.... Io non so quello che pensi, ma so che Akane lo ha ucciso in modo brutale davanti ai suoi occhi, poco prima di esiliare lui.... Non.... Non tollerava tutto questo."
    Faccio fatica a raccontare, perché sento le reazioni del ragazzo mentre ne parlo. Mi volto un secondo verso di lui, sorridendo per rassicurarlo.

    "Si è trasformato in quel modo di sua volontà per vendicarsi... Ma noi abbiamo già eliminato Akane.... E lui sta morendo! Da sola io non posso farcela, il mio potere non ha queste capacità.... Ho bisogno di sapere cosa ne pensi, se sei disposto a farlo e se pensi di... Di esserne in grado.... So che magari non è una cosa che... Fa parte di te, ecco, ma non ho la minima intenzione di abbandonarlo così.... "

    Il mio sguardo ora è concentrato, deciso, non ho più tempo per le lacrime, ogni secondo è importante.
    "In realtà penso di avere un piano..... Voglio anche.... Voglio liberarmi di Akane!"
     
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    Satomi convinse il cyborg – cyborg solo parziale, a quanto disse la stessa ragazza poco dopo – a lasciarla andare e si avvicinò a Haiiro, per spiegargli la situazione. Anche così, il ragazzo non capì tutto subito.
    “Fidanzat…o? Non tollerava tutto questo… cosa? E in che senso non sa se fa parte di me?”
    «Ah…» esclamò infine Haiiro, quando capì come stavano le cose. Rivolse il suo sguardo al cyborg, con uno strano misto di sorpresa, circospezione, sospetto e curiosità assieme.
    «Quindi, se ho capito bene... mi stai dicendo che è gay? Per usare i tuoi termini, non è qualcosa che fa parte di me, ma…»
    Qualunque fosse il suo sesso e orientamento, quel giovane aveva dovuto subire la perdita della sua persona cara, davanti ai propri occhi. Che cosa avrebbe provato Haiiro se una simile cosa fosse avvenuta a lui? Se Kasumi fosse… no, non ci voleva neppure pensare. Solo provare a pensarci gli metteva angoscia. E allora cos’era che si sentiva quando avveniva sul serio…? Haiiro si scoprì ad essere terrorizzato dal poter avere una risposta a quella domanda, entrando in risonanza con il cyborg, più di ogni altra sensazione che avrebbe potuto provare attraverso quel contatto.

    «Ok, ho capito cosa mi vuoi dire, Satomi.
    Però tu –
    disse rivolto stavolta al cyborg – non credo che hai perso la lingua all'improvviso. Invece di usare Satomi come intermediaria, se vuoi chiedere un favore, chiedilo personalmente.»
    Aspettò le parole del cyborg, prima di dare la sua risposta.
    «Esaudirò il tuo desider… il tuo sogno.» Si corresse, usando un termine più adeguato per lui.
    «Satomi, sono pronto a collegarmi a lui. Non sono sicuro di come funzioni la tua empatia in questi casi, ma se ci connetti mentre io sto per entrare nel dormiveglia, se mi dai le sue emozioni e le sue memorie, il sogno che io farò ne sarà certamente influenzato. A quel punto posso trasmettere il sogno con tanta vividezza che sembrerà reale. Però non è detto che sia un sogno felice: al contrario, potrei finire per fargli rivivere il momento della morte del suo compagno. O anche un misto dei due, quando ci sono i sogni di mezzo è difficile fare previsioni…»
    Infine, Satomi svelò un’ultima, importante, notizia: aveva un piano per liberarsi da Akane.
    «Oh? Questo è interessante. Come pensi di fare?» Mentre diceva quelle parole, Haiiro non poteva trattenere un sorrisetto di piacere all’idea di liberarsi infine di Akane. Forse sentendo che qualcosa si stava muovendo, l'Ombra ricomparve al suo fianco, per poi posizionarsi alle spalle di Satomi e del cyborg.
     
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    Sento la confusione di Haiiro aumentare. In effetti ho forse sbagliato ad introdurre l'argomento, ma quando accadono cose simili io mi faccio sempre prendere dall'emozione e non ce la faccio proprio a spiegare con calma e sangue freddo. Ora però l'enfasi di tutte quelle emozioni vissute in un momento solo, la difficoltà dello spiegare e lo stupore che io stessa stavo provando sono passati e posso parlare con maggiore calma e tranquillità: "Si, hai ragione, ti ho solo confuso le idee... Scusa!! E' che stavo vivendo tantissime emozioni e tutte molto forti nello stesso istante, per questo ho cercato di dire le cose nel migliore dei modi ma mi accorgo che ho solo creato una gran confusione!" sento che sto arrossendo mentre ne parlo, e per nasconderlo nascondo le guance fra le mani per un istante prima di proseguire. "Dunque, dicevo... Ah, sì! Non credo sia il caso di pensare a tutte le cose brutte che ha fatto Akane... Quello che ci preme sapere è che ha ucciso il suo fidanzato, davanti ai suoi occhi.... Io non oso immaginare ciò che proverei se fossi al suo posto. E per chiarire no, non riesce a parlare, cosa che spiega anche la sua fretta. Vivere come cyborg ha continuato a danneggiarlo per tutti questi anni, dato che il suo corpo non si è mai abituato a queste componenti meccaniche, anche mentre stiamo parlando perde rapidamente le forze. Non ha sentimenti a parte la rabbia, tutti gli altri vivono solo nei suoi ricordi"

    Spero di essermi spiegata meglio questa volta, anche se ci sono ancora un paio di questioni da risolvere. "So che con i poteri collegati ai sogni non ci può essere piena certezza di quello che potrà accadere..... E' anche vero che i miei poteri empatici sono parecchio migliorati, sono diventati più forti. Anche se è difficile prevedere esattamente dove direzionare il tuo potere, ora come ora sono in grado di suscitare e stimolare emozioni nelle altre persone. Posso provare a fare da catalizzatore, convogliando parte dei suoi ricordi e delle emozioni che li contraddistinguono e suscitarle in te.... Credo che questo possa aiutarti un po' a trovare la strada giusta verso la creazione di questo sogno..... Posso anche provare a descrivertelo tramite i suoi sentimenti se può aiutarti"

    Sento che il dolore fisico e la rabbia nel ragazzo aumentare assieme... Mentre passerò le informazioni su questa cosa probabilmente aumenteranno ancora e ancora, ma non posso più aspettare.
    "Posso provare a descriverti quello che ho più o meno visto io però, per quanto riguarda il loro aspetto fisico. Lui rimane esattamente uguale, a parte per le braccia meccaniche ma non credo che questo sarà un problema.... L'altro ragazzo ha i capelli di un castano piuttosto chiaro, e gli occhi..... Tendenti al verde più o meno... La corporatura è molto molto simile, forse è un po'più robusto e leggermente più alto... Ho intravisto una casa, probabilmente vivevano assieme! Questo è tutto ciò che ti so dire, ora posso provare a passarti le sue emozioni" Mentre concludo la frase, però, mi accorgo di aver dimenticato una cosa importante "Non saprei come liberarmi di Akane detto in tutta sincerità...... Probabilmente cercherò di scacciarla usando i miei poteri.... Non lo so, ma un modo lo devo trovare!"

    Detto questo procedo a passare le emozioni ad Haiiro, dopo essermi accertata che fosse effettivamente pronto ad attivare il suo potere.
    Rabbia, dolore, parte dei ricordi vissuti con brevi e velocissimi flashback. Chiudo gli occhi, non posso assolutamente perdere il controllo durante quest'operazione, o rischio di perdermi del tutto in questo vortice di sentimenti.
     
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    Satomi gli spiegò la situazione in modo più esaustivo. A quanto pare il cyborg non poteva parlare, né esprimere altro sentimento che la rabbia… se le cose stavano così, non poteva aspettarsi una richiesta diretta. Ma tanto sapeva che avrebbe lo stesso esaudito il favore, mica poteva rifiutare dopo aver sentito la sua storia, per di più a un moribondo.
    «Sì, il tuo aiuto nel dirigere le emozioni nel sogno sarà fondamentale. Ma più che una descrizione a parole, sarà utile se mi mandi l’immagine mentale o il ricordo legato a loro due.»
    Quando Satomi disse di non aver un piano per scacciare Akane, Haiiro non riuscì a evitare di fare una faccia delusa. Non sapeva se una donna come quella potesse essere scacciata dalla sola forza di volontà, anche contando i poteri di Satomi. Ma del resto, provare era sempre meglio che tenersela dentro senza fare nulla.
    “Haiiro… tu vedi… dove io mi sono messo.”
    L’Ombra si era posizionata tra Satomi e il cyborg, una posizione non casuale. Nel caso che qualcosa fosse andato storto, desiderava poter agire. Se il cyborg avesse ripreso ad attaccarli o tutto quello si fosse rivelato una finta, avrebbe attaccato lui: ora sapeva quali parti erano meccaniche e protette e quali no. Se Akane avesse, in qualche modo, preso il controllo di Satomi, avrebbe attaccato lei. La cosa ad Haiiro non piaceva, ma non aveva motivi per sollevare obiezioni.
    «Satomi, una domanda prima di cominciare. Sai quali sono i nomi del cyborg e del suo…» esitò un attimo sul termine da utilizzare «compagno? Saperli mi aiuterebbe, forse, a identificarmi con la loro vicenda.»
    Una volta che tutti i preparativi furono fatti, Haiiro si sedette per terra a gambe incrociate.
    «Adesso chiuderò gli occhi ed entrerò nel dormiveglia. Satomi, mandami le emozioni e tutti i ricordi del cyborg.»
    Fece come aveva detto, chiudendo gli occhi e sprofondando in quel suo sonno artefatto. Immagini sfocate gli si mescolavano nella mente, sensazioni e ricordi. Alla fine questo vortice confuso si coagulò in un mondo onirico...

    Lui camminava nella sua stanza, scendeva le scale. Nella parete di fianco c’era uno specchio: voltandosi verso di esso vide un volto con un occhio cerchiato da profonde occhiaie e uno scuro, quasi nero, privo di occhiaie. Non ci trovò nulla di strano.
    Era fuori in giardino, ma lui dov’era? Girandosi verso la casa, vide la sagoma di una persona entrare dalla porta. L’attimo dopo sorrise: era lui. Gli corse dietro, attraversando la porta. Ma quando entrò, vide di fronte a sé una donna che sorrideva, di un sorriso demoniaco. Sentì un’enorme rabbia dentro di sé, ma non ricordava perché. Poi notò qualcosa: il terreno riluceva di un rosso accesso. Abbassò lo sguardo per capire cosa fosse. Un ricordo, una consapevolezza lo attraversò, ma proprio quando stava per capire, due giovani, un maschio e una femmina, stesero un drappo tra lui e la donna nella stanza rossa. Guardò i due e, benché fossero molto diversi d’aspetto, subito li etichettò come fratelli. Il giovane maschio scosse la testa. “Non guardare”, diceva senza usare parole. La giovane femmina si portò un dito davanti alla bocca, stesa in un sorriso malizioso. “È un segreto tra noi” comunicava senza usare la voce “quindi non farti remore, perché io so e tu sai, anche senza proferire parole”.
    E mentre pensava a quei due – che sentiva di conoscere, ma di cui non riusciva a proferire il nome – due mani lo presero per le spalle e lo cinsero. Non aveva bisogno di girarsi per sapere chi era, la stretta delle sue braccia muscolose era abbastanza per riconoscerlo. Se si girò fu solo per poterlo baciare sulle labbra, le sue contro le sue. E una volta ritratte le labbra si fissarono negli occhi, quelli del suo compagno di un verde profondo, i suoi ora entrambi dello stesso colore, quel marrone così scuro da sembrare nero, mentre le mani scorrevano a riscoprire il corpo e la pelle dell’altro…

    “Bene, e con questo credo di aver adempiuto al mio compito.” Pensò Haiiro, distaccandosi nel dormiveglia dal suo stesso sogno.
    “Secondo me… sarebbe stato più felice… se ti fossi spinto più avanti, nel sogno…” Shero restava fuori dal sogno, ma attraverso il loro legame poteva più o meno percepire Haiiro e quello che vedeva, anche se era la vista interiore e fittizia dei sogni. E, come si sarà notato, comunicare con lui.
    “Che vuoi che ne sappia un’ombra asessuata come te?! E per me questo basta e avanza, anzi mi sono spinto anche troppo in avanti per i miei gusti.”
    “In effetti io proprio non capisco questa vostra paura… di vedere messa in dubbio la vostra sessualità…”
    “Non è quello. Semplicemente, se a una persona non piace il gelato alla banana, perché deve essere costretto ad assaggiarlo? E ora fai silenzio, che non ho ancora finito.”
    Si concentrò sul sogno: prese tutto quello che era avvenuto al suo interno, ma attenuando la parte di Akane e quella proveniente dalla sua coscienza, per proiettarlo nel cyborg. Satomi aveva detto che lui non poteva provare altra emozione che la rabbia… ma se lei era riuscita con la sua empatia a sentirle, allora voleva dire che non era proprio così. Forse più che a provarle era impedito a esprimerle. Ma non c’era bisogno di questo: il suo Dream Teller poteva proiettare anche le emozioni. E così fece, trasmettendo le immagini e le emozioni del sogno. Rafforzò il tutto con il suo A Nightmare on Elm Street. Quel sottosviluppo era nato per poter causare, mediante illusioni, danni reali alle persone. Ma in quel caso sarebbe servito per dare al sogno la vividezza della realtà. Per una persona come quel cyborg, oltretutto moribonda, non c’era nulla di sbagliato nell’abbandonarsi a un dolce sonno tanto intenso che avrebbe potuto sostituire la realtà.
    “Bene, tempo di tornare, presumo…”
    Poi si ricordò di una cosa: si era talmente concentrato sul sogno e sul compito di trasmetterlo al cyborg, da dimenticare di Satomi. Come stava andando alla ragazza?
     
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    Il flusso di emozioni ha preso il via, credo che Haiiro stia sognando. Vedo alcuni sprazzi di quello che sta immaginando e ne percepisco i sentimenti. Per un istante è come se io ne fossi completamente rapita, quasi sento la persona che tanto cara a questo ragazzo,
    come se fosse di fronte a me.... E' quasi come se ne avvertissi le labbra, e la stretta forte intorno alle mie spalle. Anche se ho gli occhi chiusi mi volto, dopo aver sentito il calore derivante da quell'abbraccio speciale, proprio come se fossi io a riceverlo e ci fosse davvero un ragazzo pronto ad aspettarmi dietro di me. Apro gli occhi e non vedo nessuno, solo il ragazzo cyborg.

    Devo riconcentrarmi, altrimenti vanificherò tutto lo sforzo di Haiiro. Devo dire che il suo potere è davvero qualcosa di meraviglioso, ne sono completamente assorbita, come se non riuscissi a smettere di focalizzarmi e canalizzare le emozioni che sta suscitando. So che si tratta di un sogno, ma lo sento così intensamente che mi sembra la realtà!
    Ora è il turno di passare tutto nella mente del ragazzo, senza attendere oltre. Tutte le emozioni, i sentimenti, questo flusso vorticante di sogni che si aggrappano alla realtà ed al ricordo passano attraverso me e vanno a lui, come se la mia mente fosse solo un luogo di passaggio per loro. Quasi quasi mi viene voglia di trattenerli, di farli miei, di non lasciarli più andare. Ma non posso proprio, non sarebbe giusto.
    Anzi. Non è giusto.

    Sul volto del ragazzo si disegna un sorriso. Prima lieve. Poi sempre più solare. Ormai io sento solo ciò che proviene da lui, mentre anche Haiiro è libero da eventuali sogni. Lascio il giovane cyborg ai suoi ricordi, almeno per ora. Tutto quello mi ha dato un'idea e devo assolutamente parlarne con Haiiro. Mi avvicino a lui, per riferire ciò che la mia mente ha pensato.

    "Innanzitutto ti ringrazio, senza di te non sarebbe stato possibile aiutarlo! E mi sa che devo chiederti scusa, purtroppo io.... Io non so dire di no! Se qualcuno ha bisogno di me non posso fare a meno di correre in suo soccorso, anche se questo può rendermi testarda! Immagino non sia stato facile farti immaginare la scena che ritraeva il loro amore, essendoti estraneo.... Penso anche che, però, mettersi nei panni degli altri, qualche volta, sia bello e aiuti molto a capire quanto ognuno di noi sia diverso dentro e fuori. E' la regola base della mia empatia e forse il motivo per cui non posso mai fare a meno di salvare le altre persone" e mentre parlo gli rivolgo un grande sorriso.
    Senza tutte quelle emozioni, la paura, il dolore, ho ritrovato anche io l'allegria. Ma rimane ancora un nodo da sciogliere prima che tutto questo finisca.

    "Inoltre tutto questo mi ha dato modo di pensare. Io non voglio Akane, non voglio essere scambiata con la sua identità. Voglio essere me stessa e diversa da tutti, non un surrogato in vita grazie a lei. Non condivido le sue scelte, ne le accetto. Però so che ha cercato di recuperare sacrificando se stessa, una cosa buona l'ha fatta. Senza di me anche lui sarebbe stato perduto e sarebbe stata l'ingiustizia più grande di tutte. Da quel poco che so, però, lui sta morendo. Questo è l'ultimo ricordo che vivrà. Però ho scoperto che si è trasformato in questo modo usando una particolare tecnologia, rimuovendo dal suo corpo alcune cellule danneggiate che contenevano tracce dei poteri di Akane usati su di lui." Be, dopotutto mentre Haiiro sognava io mi stavo annoiando, così ho dato un'occhiata un po'in giro per le sue emozioni e la sua storia dato che il canale mentale fra loro due si era aperto.

    "Voglio raggiungere questo laboratorio prima che lui muoia, e usare la sua stessa tecnologia per rimuovere ciò che rimane di Akane dal mio corpo. Con la tecnologia me la cavo bene, il luogo non è troppo distante da qui. E poi chi lo sa, magari anche il mio potere verrà modificato un po'. L'idea di essere un super cyborg mi piace da impazzire!!! E' una cosa che fa molto film di fantascienza non trovi?" concludo sorridendo, prima di continuare "So per certo che la mia strada è questa. In un certo senso credo che tutte le varie trasformazioni che il mio corpo e la mia mente hanno subito nel corso del tempo servissero a farmi arrivare qui. In qualche modo tutto ciò che ci accade, per quanto brutto o terribile, ci porta a seguire il cammino destinato ad ognuno di noi".
    Raggiungo il giovane cyborg, facendogli mettere il braccio sulla mia spalla. "Grazie di tutto! Sono contenta di aver vissuto quest'esperienza insieme a te, e soprattutto che nessuno di noi si sia fatto male!" il ragazzo è ancora sorridente, sta vivendo appieno il suo sogno e i suoi ricordi finalmente. "Farò in modo di trasformare me stessa senza perdere lui! Ho immagazzinato le sue emozioni dentro di me, dove vivrà per sempre con il suo ragazzo, finalmente!"

    Ormai è tempo di andare, saluto Haiiro per un'ultima volta: "Bene, direi che è giunta l'ora di separarci mio caro Haiiro. Sono sicura che ci rivedremo presto, anche perché ora potrò finalmente entrare all'Hakoniwa, come spero da molto tempo. E un presentimento mi dice che in un modo o nell'altro le nostre strade si incroceranno ancora! Ciao!!"

    Lo saluto con la mano libera, sorridendo. Dopo di che mi volto e mi avvio verso il laboratorio. Il cambiamento è sempre in ognuno di noi,
    ne sono certa perché gli avvenimenti di oggi me lo hanno confermato. L'unico modo per scoprirlo, però, è riuscire a vederlo e coglierlo con lo sguardo giusto. Non vedo l'ora di iniziare la mia nuova vita! E non posso non ringraziare anche te, giovane cyborg.... Tu sei il mio cambiamento!
     
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    Haiiro Kugatsu
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    Haiiro aprì gli occhi. Si tirò su, stiracchiandosi piano, lasciando che i suoi occhi si riabituassero all’ambiente circostante. Non era male prendersi del tempo per ritornare alla realtà, dopo essersi calati in un sogno simile. Anche senza guardare il sorriso stampato sul volto del cyborg o sentire i ringraziamenti di Satomi, sentiva che era andato tutto bene. O forse la questione era che, avendo già fatto il massimo che poteva in quella situazione, qualsiasi fosse il risultato non avrebbe potuto fare di più. O forse, più prosaicamente, sapeva già come tutto si fosse concluso grazie al legame con Shero. Ma la ragione non era poi così importante.
    «Se non fosse per la tua empatia e il tuo desiderio di salvare il cyborg, questa vicenda non si sarebbe conclusa con un sogno e un lieto fine, ma con uno scontro. In fondo, è meglio che sia andata in questo modo, quindi non serve che ti scusi, Satomi.
    In quanto a mettersi nei panni altrui… personalmente, preferisco restare nei miei: sto più comodo così.»

    “Però il sogno è andato molto bene, anche se non eri nei tuoi panni.”
    “Beh… quello è vero.”
    Poi Satomi spiegò il suo piano per liberarsi di Akane, usando la tecnologia già adoperata dal loro ex-avversario.
    «Quindi vorresti… diventare un cyborg?» Esclamò Haiiro, senza riuscire a nascondere la sua sorpresa. A prima vista sembrava una cosa uscita da uno dei suoi sogni o, come detto da Satomi, da un film di fantascienza. Però non era impossibile, ne avevano la dimostrazione proprio a fianco. E mentre diceva che la sua strada era quella, Satomi sembrava davvero contenta.
    «Capisco… Io non credo che esista un cammino destinato per noi. Credo invece che siamo noi a doverlo edificare, con le nostre forze e capacità, e con l’aiuto degli altri. Trasformare le cose brutte in esperienze per formare questo cammino, è una delle sfide da affrontare. Se è questa la strada che hai scelto per farlo... allora vai avanti»
    Shero si avvicinò a Satomi e al cyborg, il cui braccio era posato sulla spalla di lei. Dopo essere stato celato per la maggior parte del tempo o aver agito in modo autonomo e distinto da Satomi e Haiiro, ora poteva manifestarsi apertamente senza cautele.
    «Satomi… ragazzo meccanico… è stato un piacere affrontare questa avventura con voi… un piacere dover combattere con voi.»
    «Arrivederci Satomi. Se verrai all’Hakoniwa, sono sicuro che ci rincontreremo. Perché quella scuola è il luogo in cui i cammini di anormali e minus si incrociano e si legano. E i nostri si sono già intrecciati.»
    Satomi e il cyborg si girarono per dirigersi verso – così presumeva Haiiro – il laboratorio di cui lei aveva parlato. Anche Haiiro e Shero si voltarono, prendendo la strada verso casa. Camminarono per un tratto in silenzio, prima che il Sognatore si rivolgesse alla sua Ombra.

    «Ehi Shero… io mi sono fatto influenzare? Quella serenità… non sembrava mia. Forse era un effetto dell’empatia di Satomi che ha guidato il mio sogno. E quella frase, quella sul fatto che siamo noi a costruire il nostro cammino… mentre la pronunciavo pensavo che non suonasse come una frase mia. L’avrebbe potuta pronunciare Tatsuya o Hiroshi, o anche Kasumi, forse persino Enma. Ma io? Non credo.»
    L’Ombra non rispose subito. Haiiro aveva perso la speranza che avesse replicato, quando lei parlò.
    «Sì, Haiiro… tu ti sei fatto influenzare. Da Satomi… da Tatsuya… da Hiroshi… da Kasumi… persino da Enma. Ma va bene così. Perché il cammino che percorriamo… la persona che siamo… più di tutto il resto, a forgiarla è il confronto… con gli altri. Inconsapevolmente… o meno, che lo vogliamo… o non lo vogliamo… il confronto con gli altri ci cambia.»
    «…A volte penso che tu sappia molto più di te, Shero.»
    «È sbagliato… tutto quello che io so… lo so perché anche tu lo sai. Solo… non sempre riesci a vederlo. Io sono qui… per rendertelo manifesto.»
    Haiiro camminò il resto della strada rimuginando su quelle parole. Era l’indizio più rilevante che Shero gli avesse dato sulla sua natura. Alla fine, quando erano quasi arrivati a casa, parlò a Shero.
    «Dimmi… tu sei me, giusto Haiiro?»
    «Esatto Haiiro… io sono te.»
    «Però anche tu sei una delle persone con cui posso confrontarmi, non è così, Haiiro?»
    «Anche questo è giusto… Haiiro.»
    Haiiro – quello in carne e ossa – annuì. Satomi non era l’unica ad aver tratto insegnamento da quell’avventura. Ora capiva in parte le motivazioni dietro il suo Shadow Yourself. Creare un altro sé, un sé d’ombra. Uno che era insieme sé stesso e un altro da sé. Per permettergli, per permettersi, di confrontarsi con sé stesso, per aggiungere la propria voce a quel coro di voci con cui doveva confrontarsi nel cammino della crescita e del cambiamento. Per questo motivo era scaturita l'Ombra, ossia l’essere che chiamava Shero e aveva nome Haiiro.

    Ma capito questo, Haiiro, già in vista del dormitorio dell’Hakoniwa decise di congedare l’Ombra. Aveva molto a cui pensare e preferiva riflettere senza neppure quella che in fin dei conti era la sua voce. In silenzio entrò nel dormitorio, fino alla sua stanza. Si sedette in cucina su una sedia, pensando a Satomi e alle sue ultime parole. Si accorse di invidiare l’ottimismo e la decisione con cui lei si precipitava verso il cambiamento. Non credeva che lui ne sarebbe stato capace. Prendere una decisione e accettare di cambiare in modo radicale, non solo d’aspetto ma pure di carattere. Era qualcosa che lo spaventava e che non avrebbe mai voluto o potuto fare. Eppure anche lui era cambiato, in modo forse impercettibile, dal giorno in cui era arrivato all’Hakoniwa. Sarebbe arrivato, un giorno, a essere così diverso da com’era in quel momento, tanto non potersi riconoscere? Al pensarci, si sentiva come attraversato da una sottile lama di angoscia.
    Un suono metallico lo distolse dai suoi cupi pensieri. Accanto a lui, senza essere stata chiamata, l’Ombra aveva tirato fuori i pezzi della moka e li porgeva al ragazzo. Haiiro sorrise. Si alzò i piedi, prese la moka e si mise a preparare il caffè. Poteva cambiare. Poteva diventare diverso. Così tanto da non sembrare più sé stesso. Ma c’erano dei fili di continuità che attraversavano la vita, che avrebbero legato il sé passato a quello presente e futuro. Per quanto umile e modesto, uno dei suoi fili era proprio quel semplice rituale di preparare il caffè e berlo.
    Mentre Satomi si avviava al cambiamento, quell’avventura per Haiiro si concludeva nella ripetizione di un gesto quotidiano, mille volte ripetuto nel passato e che ancora per altre mille e più volte si sarebbe ripetuto nel futuro, tante volte da poter scandire - così si augurava Haiiro sorseggiato il caffè - l’intera sua vita.

    Role conclusa

     
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    È TEMPO DI DUELLLARE? Ah no, aspetta, mi sa che ho sbagliato qualcosa In ogni caso, è stata una narrazione un po' particolare ma dai risvolti interessanti, anche e soprattutto per i temi raccontati e per come sono stati vissuti dai due personaggi, molto diversi caratterialmente. I cyborg alla conquista dell'Hakoniwa e del gdr? :asd: Ottimo, ecco gli exp:

    Tabris: 17 exp
    Alex: 16 exp
     
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28 replies since 7/10/2016, 15:26   241 views
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