Alice Claradei

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    AF's Master of the End
    La Luce

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    The Weakest Girl - Alice Claradei
    Don't leave me alone

    Nome: Alice
    Cognome: Claradei
    Età: 17
    Data di nascita: 20 Luglio
    Segno: Leone
    Nazionalità: Italia e Russia
    Mentalità: Minus
    Classe: 2 - II Anno
    Club: Nessuno
    Segni particolari: I videogames sono la sua arte. Sogna di diventare una scrittrice. Ha il sorriso di un angelo

    Caratterizzazione
    La nostra Alice è una ragazza unica e meravigliosa, tanto bella da essere difficile da capire. I suoi lunghi capelli hanno un colore molto particolari, sono di un celeste molto chiaro che risplende con riflessi bianchi e d'argento e mettono in risalto i suoi grandi occhi azzurri. La prolungata permanenza in ospedale l'ha resa esile e debole. Alta un metro e cinquantaquattro e molto magra, il suo fisico minuto e molto sottopeso la rendono uno scricciolo delicato e bisognoso di cure ed attenzioni.
    Nei suoi diciassette anni ha dovuto sopportare molto dolore ed ora una terribile cicatrice la deturpa partendo dall'ombelico, estendendosi fino al fianco sinistro e poi risalendo fino al costato. Odia questa cicatrice, non la sopporta e non sopporterebbe di mostrarla, per questo evita qualunque abbigliamento ed attività che potrebbe metterla in condizione di farla vedere. Per questo evita di andare al mare e la sua pelle è bianchissima tutto l'anno.
    Indossa sempre un cappello nello stile marinaresco e predilige i colori chiari.

    Alice è una ragazza calma e riflessiva, molto introversa. Perché si apra davvero con qualcuno ha bisogno anzitutto di fidarsi di quella persona e non è una cosa così scontata. La sua insicurezza la porta ad avere difficoltà nel prendere decisioni ed anche quando lo fa, teme le conseguenze che potrà avere e la reazione degli altri. Le piacerebbe davvero molto avere tanti amici e conoscere tanta gente, ma purtroppo ha molti problemi a rapportarsi con le persone e teme il confronto con esse, finendo nella maggior parte dei casi a subire passivamente gli altri senza riuscire a fare emergere le sue preferenze. È così timida che, quando è in imbarazzo, nasconde il proprio volto ed il proprio rossore dietro il suo cappello. Il suo sguardo guarda spesso lontano, facendola sembrare, anche grazie ai suoi frequenti silenzi ed alle risposte estremamente brevi, distaccata, quando invece vorrebbe dire la sua ma si estranea perché non riesce a tenere bene il discorso o non riesce ad essere sicura della risposta, bloccandosi.
    Chi riesce a farla aprire può quasi toccare con mano la sua eccessiva dolcezza e la sua ingenuità, oltre ad aspetti della sua personalità che sono in contrasto con il suo personaggio apparente. Ad esempio a lei, in realtà, piace molto parlare e, se si sblocca, rischia di sommergerti di chiacchiere. Per combattere la sua insicurezza avrebbe bisogno di qualcuno capace di darle la tranquillità e la fiducia di cui ha bisogno, qualcuno che la protegga e le dia sicurezza.
    Vale la pena, comunque, di parlare di una sua particolare sfaccettatura: quando gioca ad un videogame il suo modo di comportarsi cambia. Diventa improvvisamente sicura e decisa perché si estranea da tutto il resto. Con un gamepad o una tastiera in mano diventa una "macchina bellica". Solo che è difficile farla cimentare in un videogame davanti ad altra gente, ma quando ci si riesce attira così tanto l'attenzione che, a partita finita, l'entusiasmo che si crea attorno a lei la mette in tremendo imbarazzo tanto da farla scappare con il volto coperto dal cappello. Purtroppo in questo modo non riesce a vedere dove va.

    Da sempre le sue passioni sono la lettura e la scrittura. Sogna di diventare una scrittrice e le capita di tanto in tanto di scrivere qualche verso poetico che, però, non fa leggere a nessuno. Durante i mesi di ricovero si è avvicinata molto alla lettura di light novel ed un po' di manga, in particolare di uno che le ha tenuto compagnia aiutandola a non pensare al suo dolore. Sempre durante quel periodo si è ritrovata a giocare molto ai videogames online, grazie all'ottimo e gratuito wifi presente, raggiungendo anche il grado di Gold I in League of Legends.
    Un'altra sua grande passione è la pizza, il suo cibo preferito.

    Odia la confusione e la deriva estetica della società. Odia l'esibizionismo e l'ostentazione del corpo oltre ai canoni di bellezza che vengono quasi imposti. Questo nonostante lei sia di una bellezza praticamente perfetta ed al di sopra di quei canoni, tranne che per quel suo particolare.
    Abilità e Anormalità
    Anormalità:
    Everlasting (minus supremo)
    La capacità di Alice è davvero molto particolare perché è difficile da classificare o da riconoscere. Non concede particolari abilità, non rende capaci, non migliora e non peggiora, non rende fortunati o sfortunati. Nata probabilmente dal desiderio di non essere solo una comparsa, l'Everlasting è la capacità di storia senza protagonista. Così come si dice che a chi prega di avere coraggio viene data l'occasione di essere coraggiosi, ad Alice vengono date le occasioni per essere una Protagonista.
    All'angolo ci si scontra con un ragazzo o una ragazza, per caso ci si imbatte in un mistero, si viene scelti per pilotare un robot gigante, ci si ritrova coinvolti in una cospirazione, la propria famiglia nasconde un terribile segreto, in vacanza ci si imbatte per caso negli amici, si è testimoni di fatti ed avvenimenti inspiegabili, ragazzi o ragazze entreranno continuamente nel tuo harem.
    Purtroppo questa anormalità non fornisce alcuna capacità per affrontare quelle situazioni. Se ti scontri con qualcuno all'angolo finisci KO, non si comprende il mistero, pilotare il robot gigante causa isterismi e crisi di pianto, si finisce vittime della cospirazione ed il segreto è troppo pesante per essere sopportato, non si hanno amici, si è troppo timidi per avere un harem.
    Se si è vittima di un incidente o di una aggressione non si ha la forza per difendersi.
    L'Everlasting concede situazioni per iniziare una storia senza tenere conto se si è o meno in grado di affrontarle.

    Il suo Passato
    Italiana da parte del padre e russa da parte della madre, Alice è nata a Siena ed è la primogenita, nonché unica figlia, della sua famiglia. All'età di 6 anni ha lasciato la tranquillità della sua città e la sua normale e felice vita per trasferirsi, a causa del lavoro del padre, a Kyoto, in Giappone. In quello stato si erano già trasferiti i suoi cugini, ma le loro città erano davvero molto lontane. Per 5 anni rimasero lì, tempo nel quale dovette affrontare le difficoltà di una lingua che non conosceva e le discriminazioni, più o meno gravi, che subì. Le meno gravi, per sua fortuna, furono quelle che subì dai suoi compagni di scuola, che si limitavano a prenderla in giro per i suoi lineamenti diversi ma riusciva a passare oltre grazie all'adorazione che avevano per i suoi capelli da anime. Le più gravi venivano, invece, dai genitori di questi, che emarginarono la sua famiglia tenendola all'oscuro di tutto ciò che succedeva nella scuola ed escludendola da ogni evento che organizzavano. Inoltre cercavano di costringere i figli a stare lontani da lei perché non dovevano mischiarsi con una straniera.
    Nonostante queste difficoltà, riuscì a tenere duro grazie all'amicizia dell'unica ragazza che aveva avuto il coraggio, nonostante fosse solo una bambina, di fare l'opposto di quel che le avevano imposto i genitori. Misaka era il nome di quella ragazza. La sua personalità straripante, la decisione un po' aggressiva e la sua cocciutaggine travolsero come un fiume in piena la piccola Alice, dandole un senso di sicurezza ed una tranquillità che non aveva mai provato prima, in Giappone.
    Ad 11 anni Alice stava sbocciando facendo intravedere il bellissimo fiore che sarebbe diventata dopo pochi anni.
    La cosa non passò inosservata e molti ragazzi più grandi iniziarono a ronzarle attorno, ma erano costantemente bloccati dalla sua migliore amica che con una singola occhiata era capace di far gelare loro il sangue. Quel suo atteggiamento ostile era necessario per proteggere la timida ed ingenua Alice che non aveva assolutamente idea di come comportarsi e che sarebbe stata una facile preda per i ragazzi più grandi e smaliziati. Eppure la minaccia più concreta non veniva da loro. A renderle la vita un inferno furono le altre ragazze, gelose di lei e della sua popolarità. Inizialmente sparlarono di lei, dandole della smorfiosa nei casi più leggeri, accusandola di meretricio quando ci andavano più pesante. Purtroppo ignoravano volontariamente il fatto che lei non volesse assolutamente tutte quelle attenzioni, non voleva essere popolare né altro, le bastava solo stare tranquilla con la sua amica. Questo portò alle voci successive che fecero circolare: Alice aveva una relazione con Misaka. Tuttavia questa voce, alle orecchie di adolescenti hentainomani, rafforzò l'attrazione, sia maschile che femminile, verso di loro.
    Fu solo a questo punto che si ripresentò la prima discriminazione che Alice subì in passato: il razzismo.
    Lei fu travolta da un'ondata di odio razziale assurda, qualcosa che nella sua scuola non si era mai vista. Con le insistite voci, la "campagna" contro di lei, Alice si ritrovò ad essere completamente emarginata ed anche la sua amica si ritrovò in difficoltà perché era l'unica rimasta dalla sua parte. I genitori di Alice allertarono la scuola, vennero indette riunioni con tutti i genitori e messo in piedi un programma speciale la discriminazione razziale, ma fu tutto inutile. Il seme dell'odio si era già radicato.
    Alice e sua madre dovettero tornare in Italia per trarre in salvo la ragazza da tutto quell'odio. Lasciarono in Giappone il padre, che non poté ottenere un trasferimento a lavoro, e Misaka, alla quale dovette dire addio.
    Tornata alla sua vecchia città, le mancavano pochi mesi per compiere 12 anni, la situazione non migliorò come avrebbero sperato. Dopo essere stata all'estero ed aver imparato e parlato un'altra lingua per più di cinque anni, aveva difficoltà con l'italiano. Spesso sbagliava le parole, usava le versioni giapponesi invece di quelle italiane, costruiva le frasi non con le appropriate regole grammaticali ed aveva un accento strano. La derisione per questa sua condizione la fece a poco a poco chiudere in sé stessa, rendendola timorosa nello spiccicare parole. Si presentarono le sue difficoltà nel parlare con gli sconosciuti e la sua insicurezza nel sostenere una conversazione.
    Era straniera in Giappone ed ora anche in Italia.
    Iniziò a rimpiangere Kyoto, dove almeno poteva contare sulla sincera amicizia di Misaka.
    Continuò ad andare a scuola, rintanandosi nella sua solitudine e perdendosi lontano con la mente, spingendo lo sguardo verso oriente, oltre l'orizzonte, superando i mari ed i monti, cercando di raggiungere la sua amica, sperando di incontrarla come in un sogno.
    A 14 anni, vista la situazione, la madre decise di provare a tornare nella sua città natale Tjumen', in Russia. Andò a vivere a casa dei suoi nonni materni, nella periferia della ricca città. La lingua l'aveva imparata nel tempo grazie alla madre ma il suo livello era lo stesso che aveva nell'italiano, con gli stessi problemi che le erano costate la derisione. Ebbe, tuttavia, la fortuna di incontrare delle brave persone che la accettarono per quello che era e non la fecero sentire diversa. Il suo era ormai diventato un carattere molto chiuso, ma riuscire comunque a contare su alcune persone, non tante ma quelle che bastavano, la fecero sentire tranquilla. In brevissimo tempo riuscì a perfezionare il proprio russo e, nonostante tutte le sue difficoltà, si sentiva bene.
    Purtroppo la sfortuna che aveva caratterizzato la sua vita fino ad allora non era sparita, era solo in attesa per colpire con tanto dolore quanto era stato il bene che aveva ricevuto.
    Accadde tutto durante una gita scolastica. Aveva 15 anni, altri tre mesi e ne avrebbe compiuti 16. Doveva essere una giornata allegra, di festa. Le autorità non riuscirono mai ad accertare con sicurezza cosa sia successo, cosa ha portato a quegli aventi. Forse una errata segnalazione, un guasto ai macchinari, la certezza è che l'autobus sul quale viaggiavano si trovò ad attraversare un passaggio a livello mentre sopraggiungeva un treno.
    Lei fu tratta in salvo dal groviglio di lamiere un'ora dopo, in fin di vita. I medici riuscirono a salvarle la vita, le lamiere le avevano sfondato parte del costato ed il fianco, ma non avevano intaccato gli organi. Fu un vero e proprio miracolo. Le costole fratturate, entrambe le gambe rotte e due vertebre incrinate sembrarono inezie.
    Gli altri non ebbero la sua stessa sorte.
    Trascorse in ospedale un anno e mezzo, spinta a riprendersi dal ricordo di chi non c'era più.
    Quando fu dimessa dovette affrontare un altro trasferimento. Dopo l'incidente, nella mente dei suoi genitori si fece largo il terrore di poterla perdere, suo padre non riusciva più a resistere lontanissimo la lei, senza la possibilità di essere immediatamente con lei. Le convinse a trasferirsi di nuovo in Giappone. Anche se poi sarebbe andata a vivere in un dormitorio scolastico, gli bastava solo averla vicino a lui, a quaranta minuti di treno dalla loro nuova casa di campagna, ma a cinque minuti a piedi dal suo posto di lavoro.
    In quanto ad Alice, fu quasi felice di scappare da tutto quel peso che si era ritrovata a sostenere, troppo gravoso perché le sue gracili spalle potessero riuscire a reggerlo. Quella era stata l'unica classe dove era riuscita ad avere alcuni amici ed a superare alcune barriere del suo carattere, ora non può che cercare di diventare felice. Per loro.

     
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