Un pallone al Maid

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    Kazuma Jinnouchi - Aru drago antico
    Età: 17 - Classe: 3° - Club: Calcio - Mantalià: Abnormal
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    Anche se faceva un caldo boia, gli allenamenti quel giorno non furono sospesi e così la piccola squadra di calcio del liceo Hakoniwa si ritrovò a correre per una buona mezz'ora per tutto il campo verde fare flessioni, aggirare ostacoli con il pallone, fare rigori a turno e molto altro che riguardava quel tipo di gioco e migliorare nelle varie posizioni che gli undici giocatori, più le riserve, stavano. Kazuma veniva usato come specie di jolly in squadra, qualche volta era difensore, altre volte stava nel suo ruolo, ovvero attaccante: quel pomeriggio era appunto attaccante e stava dando tutto se stesso nella partitella che il giovane allenatore aveva messo in atto e la manager prendeva appunti su tutti, aiutata da altre due colleghe. Ad un tratto il giovane sciamano si ritrovò braccato da ben tre avversari e non riusciva a trovare un punto cieco dove infilarsi o almeno passare il pallone, quindi gli venne un'idea: in pratica si bloccò di colpo e alzando il pallone con la punta del piede destro, riuscì a superare gli avversari e raggiunse la sfera in aria, saltando, e appena vi arrivò fece una perfetta capriola a testa in giù e facendo forza sulla sua abnormalità, gesto non fatto apposta, diede un tal colpo al tiro da far spedire il pallone verso la rete di protezione, sfondandola in un punto e andando dritto, dritto a rompere il vetro d'una finestra; s'udì un gran putiferio e poi la caduta di stile di Kazuma sul terreno verde. Tutti i suo compagni restarono sbalorditi, mentre l'allenatore si grattava dietro la testa impallidito e chiedendosi come aveva fatto, e cosa avesse mai quel ragazzo in corpo. Le manager s'accorsero dove il pallone era andato ad atterrare, ovvero il Maid Caffé e ne esclamarono il nome verso Jinnouchi, con un fare completamente tra lo scioccato e l'imbarazzato. Il Maid? Quello strano club fatto di ragazze vestite strane che portavano da bere e mangiare come in un locale della città? Ma era tanto grave?...
    <<ehm...ho esagerato?!>>
    Domandò Kazuma come nulla fosse, mandando tutta la quadra, staff compreso a gambe all'aria e facendo urlare il giovane allenatore ordinandogli d'andare a riprendere il pallone. Jinnouchi non se lo fece ripetere una seconda volta e corse sino al liceo, per poi entrarci e chiedendo a chiunque dove si trovasse quel club; ottenuto le informazioni giuste, si fiondò completamente al piano giusto e piantò una gran frenata, con tanto di fischio, sul pavimento lucido, davanti alla porta del Maid e aprì la porta con una grazia sovrumana e notò la confusione al suo interno. Il pallone galleggiava in bella mostra dentro una grande ciotola di punch arancione, sul bancone principale e intorno una oria di bicchieri e tazze d'ogni genere...
    <<ehm...salve...posso riprendere il pallone?>>
    Domandò imbarazzato lo sciamano entrando e guardandosi intorno. Accidenti che gran casino aveva combinato e la finestra colpita aveva un perfetto cerchio rotto nel so mezzo: ma che brillante idea!...

     
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    Eccoci di nuovo insieme. Ebbene si, sono proprio io, il vostro affezionatissimo Tatsuya. È molto che non do mie notizie e mi dispiace per questo, speravo di tornare a farmi vivo molto prima ma le cose non vanno mai come vorremmo. Dopo questa breve introduzione immagino che sorga spontanea la domanda: quali mirabolanti avventure ci farai vivere quest'oggi ed in quale luogo incredibile? Curiosità legittima, lo riconosco e lo certifico.
    Dunque, sono nel mio ufficio del Maid Caffè e sono appena entrato in pausa dopo aver finito di preparare il punch. Il sesto che preparo. Gli altri erano cattivi o sbagliati. Diciamo che la ricetta livornese del ponce non era esattamente la stessa. E che non possiamo servire alcolici, per motivi di ordine pubblico, di buon costume e che se ci scoprono, è stato già deciso che poi la “riabilitazione dall'abuso di alcool” di Medaka me la subisco io soltanto.
    In pratica una normalissima, tranquillissima, pacatissima, rilassante, giornata al Maid.
    E questo è il modo giusto per alzare quattro flag in una volta sola. L'ultima volta che l'ho fatto è stata una carneficina.
    Rumore di vetri rotti.
    Urla.
    Una ragazza che cade.
    Rumore di piatti che si rompono.
    Sento la panna spiaccicarsi.
    Un tonfo nell'ac-il mio punch! Non ditemi che dovrò farne un settimo!
    Vado a vedere e da quello che vedo non mi è difficile risalire a quello che è successo... e non è perché posso recuperare i ricordi direttamente dal locale.
    Ricostruzione? Inaho, solare e sorridente come sempre, stava portando su un vassoio due fette di torta panna e fragole. Prima di mettere i piatti sul tavolo dei clienti, ha fatto una piroetta, per la loro gioia, mentre un pallone da calcio sfondava la finestra – c'è un cerchio perfetto, sembra fatto dal Giotto degli sfonda vetro – e sfilava dietro la nuca di Inaho, che quindi non l'ha visto, prendendo in piena faccia Mimi che era appena dietro; il pallone è rimbalzato finendo sotto i piedi di Inaho. Nella caduta l'ha calciato, spedendolo contro il muro, facendolo rimbalzare contro il soffitto, una sedia, deviato da un tavolo, e poi dritto dentro il punch.
    Non riesco a credere che Enma non fosse qui.
    La porta quasi esplode per la foga con cui si apre.
    Emerge la figura di una persona che conosco, anche se non lo vedevo dalla notte in la scuola si è beccata un albero nel muro. Una persona alla quale si può facilmente ricondurre tutta questa distruzione.
    Si guarda intorno e poi chiede di poter riavere il pallone.
    « Quello che galleggia nel sesto punch? È sospettato di tentato omicidio ed atti vandalici. Ma prima che te lo ridia... possiamo sapere che è successo? È il primo pallone che arriva qui con tutta quella violenza. »
     
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    Un casino? Molto d più! Accidenti se aveva combinato un disastro! Mai vista una devastazione del genere, e il tutto con solo un colpo di pallone dalla traiettoria sbagliata: altro che troppa forza uscita per sbaglio dalla sua abnormalità, sicuramente doveva esserci stato un caso di deconcentrazione d'un attimo su di essa e quindi ecco il risultato...o forse era capitata una serie di casualità di presenza di clienti e camerieri al Maid? Il suo istinto, stava portando Kazuma a considerare di molto la seconda ipotesi e si grattò dietro la nuca completamente imbarazzato e sorpreso: il pallone aveva centrato la vetrata della finestra, ma ad occhio e croce avrebbe dovuto cadere a terra; effetto rimbalzo di comitiva? Comunque stavano le cose, porca la miseria: se quella stanza non era un macello vero e proprio e il più colpevole ero lo sciamano! E ora che si poteva fare? Non solo stoviglie rotte e punch corredato di pallone da calcio sporco di terra ed erba, galleggiante, ma anche una cameriera a terra e un'altra con il viso segnato da una sfera rossa; come uscirne indenne? Già si vedeva essere rincorso da una mandria inferocita munita di scope, secchi, sedie e tavoli; ma ecco che tutto d'un tratto una voce famigliare lo fece quasi saltare sul primo lampadario a vista. Il giovane Jinnouchi si volse e se lo vide di fronte e ad un metro di distanza: Tatsuya! Che sorpresa! Non lo vedeva da quando quella specie di clown malefico aveva ficcato un'albero della scuola dentro il liceo...
    <<ehm...colpa mia! Ecco ho...ho tirato con troppa forza...>>
    Caduta a gambe all'aria della maggior parte dei presenti al club. Com'era mai possibile? Il campo e il maid erano ad una distanza discutibile! Il primo in basso con tanto di "tribuna" erbosa, rete di sicurezza, il secondo dentro ad un edificio al piano superiore e ben lontano dai punti dei club sportivi: altro che troppa forza, era stata una cannonata bella e buona! Kazuma recuperò il pallone dalla ciotola di liquido arancio e lo pulì con un tovagliolo del club. S'avvicinò a Tatsuya...
    <<ho avuto un problema di abnormalità...>>
    Gli disse sottovoce. Lui poteva saperlo tranquillamente, dato che aveva già visto in azione lo sciamano quella notte...

     
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    Non era contenta, non era per nulla contenta.
    E' comprensibile, tuttavia, empatizzare con la sua scontentezza, infondo il maid cafè era un macello e tutta colpa di uno stupido pallone da calcio. Pure il suo proprietario non era felice della cosa, in mano teneva il pallone ed i criminale che lo aveva tirato si era prontamente presentato per dimostrare che il tutto era un semplicissimo incidente.
    Ayane tuttavia non era normale.
    I suoi freddi occhi chiari erano fissi sul colpevole, lo guardavano inespressivo ed avrebbero potuto causare in lui un senso di disagio non indifferente. Infondo si tratta dello sguardo di una pazza, una potenziale ed insospettabile killer pronta ad uccidere la propria preda. Quello sguardo era fisso su Kazuma Jinnouchi non perché avesse sparso panna ovunque, ma perché aveva commesso un crimine imperdonabile, un atto che per Ayane è vile ed orribile, che fosse stato fatto apposta o meno poco importante: aveva fatto del male a Miki.
    Non si era sentito il suo urlo, questo perchè la ragazza è muta, ma la prima a ricevere in testa il pallone fu proprio lei, ora si trovava a terra e con un forte mal di testa. Essendo la sua anormalità legata alla telepatia e alla mente, faceva molta fatica a parlare con sua sorella: Kazuma doveva pagare.
    Ci avrebbe pensato a tempo debito, tuttavia e quel pressante sguardo vuoto e spento dura solo pochi istanti, neanche se ne sarebbe accorto il povero calciatore, infatti Ayane deve recitare la sua parte, la sua mente destabilizzata prevede che con i suoi compagni di scuola si comporti come la più normale delle persone. Aiuta Miki ad alzarsi e la fa accomodare su una sedia, le prende dell'acqua e poi si dirige verso Kazuma e Tatsuya, il capo del Maid e fa un largo sorriso, il più dolce e rassicurante del mondo.
    «Suvvia, Tatsuya-kun, è stato solo un incidente. Può succedere!» il suo tono è dolce, mieloso, la sua voce zuccherosa penetra nelle orecchie dei suoi interlocutori con vigore, disturbandoli «Ci rimane solo una cosa da fare. Posso?»
    Prende il pallone, quella richiesta è stata posta quasi come se fosse stata una domanda retorica, si aspetta un sì da parte del suo capo perciò cera di prendergli il pallone. Una volta preso, farà apparire un'affilato coltello per sfilettare il pesce, non ci vuole molto ad intuire che cosa avrebbe fatto da li a poco: pugnala letteralmente il pallone, poi lo sventra.
    Da notare quanto effettivamente sia strano per una ragazzina magra come Ayane, esercitare tutta questa forza.
    Fa scomparire il coltello, lo restituisce al suo proprietario come se fosse stata la cosa più normale del mondo.
    «Ecco, questo dovrebbe insegnarti a non calciare troppo forte e nella direzione sbagliata ~
    Ricorda che è colpa tua se il pallone è ridotto in questo stato!»

    Continua a sorridere, il tutto potrebbe risultare abbastanza fastidioso per Kazuma, ma è comprensibile visto che Ayane ha accoltellato il suo pallone, per punirlo del crimine da lui commesso ovviamente.
    «Visto che non hai nulla da fare, perché non ci aiuti a rimettere a posto?»
    Anche qui, lei non si aspetta che Kazuma dica che deve tornare dai suoi compagni a finire l'allenamento, no per lei quella era un'altra domanda retorica con un bel sì come risposta. Il tutto è indicato dal fatto che la mora passa al giovane calciatore una bella scopa per pulire, senza fare troppi complimenti.
    Ovviamente Ayane avrebbe contribuito a risistemare il maid, infondo è il suo lavoro.



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    Quindi, in pratica, ha tirato troppo forte? Ma che razza di forza ha? Dalla sua mente ricevo l'immagine della recinzione che viene divelta. Altro che problemi di anormalità, qui c'è bisogno di rinforzare un po' le protezioni se non voglio rischiare di avere infortuni tra la clientela, o, ancora peggio, tra le ragazze. Oh cielo! Si è fatta male anche Miki! Cavolo, è una delle maid più carine del locale. Quindi le infortunate sono Miki, Inaho e Mimì.
    « Problemi di anormalità? Ne so qualcosa, ma di solito le reti mi fermano. »
    A meno che non mi ci metta davvero d'impegno e sfrutti un po' di “effetti speciali” per correggere le azioni e farle diventare pesantemente distruttive. Come? Ma che domande, con una illusione! Non me l'ha chiesto nessuno? In effetti mi sto facendo le domande da solo.
    C'è però da dire che, con quel che è successo, potrebbe essere opportuna la regola del contrappasso. Dopotutto lui è un esorcista e mi potrebbe capire facilmente. Visto però che non posso andare a vandalizzargli il tempio, azione che è un po' troppo in contrasto con il mio modo di fare, dovrò fargli fare qualcosa. Magari il punch?
    Ma mentre penso a tutto questo – quindi circa un secondo visto che penso in parallelo, qualunque cosa significhi, ammesso che voglia dire qualcosa – si avvicina Ayane che, con dolcezza, cerca quasi di giustificare Kazuma, ma non mi sfugge che tra le contuse c'è sua sorella.
    Infatti, senza attendere e senza vacillare, prende il pallone e lo pugnala brutalmente, lo sbudella, lo sventra, lo apre come una cozza...ommioddio! Ha brutalizzato un pallone! Non mi trattengo! Ricorrendo furtivamente alle illusioni invio alle loro menti un suono, o meglio una voce, un “Fatality” direttamente da Mortal Kombat. Sognavo di farlo.
    « Almeno non ha sofferto... »
    Povero piccolo pallone, insegnerai agli angeli a giocare a Dodgeball.
    Quello di Ayane è un metodo un po' drastico, ma immagino che sia esattamente ciò che ci si aspetterebbe che accada se un pallone finisce in un edificio dove si maneggiano coltelli. Per cucinare, certo, ma hanno comunque la lama e la punta.
    E la propostasbarraimposizione successiva mi sembra perfetta!
    « Giusto! Aiutare a sistemare mi sembra corretto. E poi potrai dare una mano nel meraviglioso Maid Caffè, a contatto con delle ragazze splendide. In effetti sembra più un premio, non sai come ti invidieranno i tuoi compagni. »
    Gli strizzo l'occhio mentre gli viene messa in mano una scopa, immagino che ai suoi occhi apparirò odioso oltre ogni misura. Non ci so proprio fare con i ragazzi, dopotutto non è il mio campo.
    Aspetto un attimo di vedere come si sviluppa la situazione, nel mentre mando un piccolo messaggio telepatico a Miki.
    “Ora vengo ad assisterti, il tempo di superare la crisi del pallonicidio. Ti fa molto male?”
    Ehi! Non pensate male! È normale che mi preoccupi per le mie ragazze. Per favore non fraintendete, mi sono spiegato male.
    Ma a pensarci bene, devo anche assicurarmi che a Kazuma non capiti nulla... di irreversibile. E detto da me....
     
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    Kazuma fu colto da un bruttissimo presentimento e gli parve anche che l'aria e il luogo in cui si trovava gli erano assai ostili: come se tutto si fosse rovesciato di colpo, e fece fatica a non far apparire il suo bastone da sciamano e difendersi, o almeno capire cosa stava mai accadendo, fortunatamente la sua pazienza fece resistenza. Ma la soluzione alle sue sensazioni arrivò difronte a lui, con sembianze femminili e uno sguardo più duro del ghiaccio artico e tagliente quanto la lama d'una katana appena costruita; il giovane Jinnouchi capì immediatamente che quella ragazza portava soltanto guai e in quel momento, lui era esattamente il suo punto di focalizzazione nemica, quindi restò in silenzio ma non si fece tanto mettere i piedi in testa in quanto a sguardo; infatti lo sciamano assunse un aria abbastanza oscura e gli occhi presero una sfumatura profonda e seria: osservò ogni movenza della sconosciuta, udì ogni sua parola, e non reagì quando il pallone che era finito in quel locale a combinare un gran caos e mettere k.o. ben tre cameriere e finire nel punch sul bancone principale, per poi essere squarciato con gran maestria e sottile cattiveria d'animo da un coltello ben affilato uscito da chissà dove. Riprese ciò che ne rimase e lo poggiò sul primo tavolo che gli capitò a tiro: nella sua mente la voce di Tatsuya fu chiara e concisa, ma non era affatto il momento il momento di lasciarsi andare all'ammirazione per quell'effetto sonoro di sottofondo, infatti Kazuma stava per estrarre da una tasca dei pantaloncini da calcio, il suo fidato e antico rosario sciamanico, ma anche in quel momento dovette fare un grande sforzo per mantener la calma e non provocare altro danno; vi erano degli estranei: le cameriere impaurite e "ferite" e qualche cliente curioso. Sospirò, ma passando accanto a colui che credeva suo amico, da quella famosa notte, gli fece notare il gesto del rosario...
    <<mi spiace per il danno. Ma tieni a bada la tua amica. Aru è fuori dalla finestra...>>
    Disse sottovoce e con un tono da far rabbrividire. Il drago era davvero fuori dalla scuola e galleggiava all'altezza della finestra rotta con uno sguardo scontroso e pronto ad ogni evenienza; l'essere chiamato non era stato fatto apposta, vi era una spiegazione più che logica: Kazuma, essendo l'unico maschio di casa, aveva avuto a che fare negli anni prima con sua madre e il suo carattere battagliero, infine con le gemelle e il loro fare molto vivace e da piccole e perfette zitelle sempre all'attacco del fratello, non solo a parole, ma anche fisicamente, oltre al fatto degli svariati spiriti e demoni con cui il ragazzo aveva avuto a che vedere; lo avevano portato come prima cosa a difendersi quando si sentiva minacciato o prossimo ad un attacco. La maggior parte delle volte se la cavava egregiamente da solo, ma in situazioni instabili come quella appena avvenuta, il suo istinto di protezione lo portava a chiamare Aru senza accorgersene e così le conseguenze. Non aggiunse niente altro e agguantò la scopa allungatogli senza tante remore, dalla sconosciuta e iniziò a pulire in modo eccellente e piuttosto veloce: cosa che faceva d'abitudine al Tempio, quindi gli usciva naturale. Il drago all'esterno poteva vederlo solo Tetsuya, perché agli altri non si mostrava, Jinnouchi aveva capito solo una cosa, prima avrebbe sistemato quel danno e prima se ne sarebbe andato...


     
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    Kazuma ed il suo drago potevano sembrare minacciosi quanto volevano, ma Ayane avrebbe fatto comunque un bel sorriso, un fastidioso sorriso proprio in direzione del giovane calciatore. Non sembra essere preoccupata che un drago possa attaccarla, forse perché si trova dentro il maid e sputarle una palla di fuoco addosso equivaleva bruciare l'intero edificio? Poi chi ci avrebbe pensato a ricostruirlo? Certamente non Kazuma, ma la scuola stessa con tutta probabilità.
    Tuttavia il vero motivo per cui Ayane non rimase spaventata dalle parole di Kazuma e dal suo drago è per via della sua anormalità: poteva evocare un intero arsenale se voleva, e se Big Boss era riuscito a sconfiggere un grosso mostro draghiforme con lanciarazzi e mitragliatore, poteva benissimo farcela anche lei.
    «Non c'è bisogno di essere così minacciosi, qui nessuno ha paura di te.» dice lei gentile e sorridente «Vieni, potresti iniziare a pulire qui: ci sono i vetri infranti dal tuo pallone, meglio toglierli prima che qualcuno si faccia male.»
    Ora che ha dato un compito al moretto, può tornare dalla sua amata sorellina Miki: lei era decisamente più importante di tutti, in quel momento si doveva occupare di lei, una creatura fragile a cui era arrivato in testa un pallone che era stato severamente punito con la morte.
    «Vuoi che ti porti un po' d'acqua?»
    "No, sto bene. Ti ringrazio, Yan-chan!"
    «Ti lascio alle cure di Tatsuya-kun. Va bene?»
    La ragazza dalle lunghe code fa cenno di sì con la testa, Ayane va quindi dal suo capo e gli chiede se può prendersi cura della sua sorellina mentre pulisce il tavolo «Dovresti essere in grado di parlare con lei, se possiedi poteri telepatici.» dice lei al ragazzo, perché gli ha esplicato che per via della sua anormalità Miki non emette neanche un suono. Inizia quindi a mettere a posto il tavolo e pulirlo, poi si sarebbe dedicata ai muri.




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    Edited by Yuna ~ - 24/1/2017, 12:29
     
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    Immaginavo che la situazione, già abbastanza strana, sarebbe evoluta in modo ancora più anomalo ed è per questo che ho comunicato a Miki che l'avrei fatta attendere un attimo, però qui le cose si fanno via via più pericolose. Kazuma mi avverte che Aru si è presentato ed è fuori dalla finestra, infatti lo posso vedere ed in segno di rispetto e saluto non posso che fare un inchino verso di lui. Sembra che Kazu – non mi ricordo se gli ho chiesto se posso chiamarlo così – abbia reagito istintivamente all'ostilità che ha percepito.
    « Non preoccuparti, sei tra amici. »
    Cerco di essere rassicurante, ma temo di aver fatto un piccolo errore mentre parlavo telepaticamente con Miki. Come posso dirlo? Dalle successive parole di minaccia non molto velata di Ayane.
    « Forse... potrei aver per sbaglio trasmesso l'immagine di Aru... »
    Non ne sono certo, di solito non sbaglio con queste cose, ma non mi sento abbastanza certo da poter escludere completamente la possibilità.
    Il problema, in tutto questo, è che, in caso di lite, verrebbe esposto al pericolo tutto il Maid Caffè, comprese le ragazze che non c'entrano nulla con la faccenda. Io sono responsabile per loro e di loro, vuol dire che dovrei mettermi in mezzo e potrebbe non essere proprio la cosa migliore che faccio quest'oggi. Speriamo che vada tutto bene.
    Ayane dà una scopa a Kazu insieme a delle istruzioni su come iniziare ad aiutare. Mentre lei va a parlare con la sorella, a lui mando un messaggio telepatico.
    « Poi passerò dal club di calcio per sistemare le cose. Alla recinzione ci penso io, ho le abilità adatte a ripristinarla e rafforzarla abbastanza da permetterle di resistere a qualche altro tiro anormale. »
    Anche se non so come si trova, magari se al suo club capiscono che siamo amici si evita che in futuro possano fare qualcosa per farlo arrabbiare o farlo sentire minacciato, con conseguente masticamento draconico e preoccupazione della mia bella compagna di classe addetta all'infermeria.
    « Ricorda che per qualunque cosa sono qui. »
    Il susseguente occhiolino, questa volta, non dovrebbe più correre il rischio di essere interpretato in malo modo.
    Non mi resta, ora, che andare da Miki. Ayane mi rassicura sulla mia possibilità di comunicare con lei tramite poteri mentali.
    « Va bene. Sai? Non ho mai avuto molte occasioni di parlare. Comunque a te affido Kazuma, mostragli quanto sono speciali le ragazze del Maid Caffè e che sono sempre pronte ad accogliere chiunque, anche quando un certo qualcuno si presenta all'improvviso. »
    Le rivolgo un sorriso rassicurante e di fiducia nei suoi confronti per accompagnare delle parole che sono oscure perfino a me. Temo che ogni tanto alcune delle cose che dico siano decise autonomamente della mai One Heart.
    Raggiungo Miki ed analizzo i suoi dati per capire cosa ha provocato la pallonata. Anche se forse non è esattamente gentile mettersi a curiosare tra i dati biologici di una ragazza.
    « Dove ti ha presa? Ti fa molto male? »
    Glielo dico sia a voce che tramite messaggio telepatico, spero che questo riesca a rassicurarla un po' sulle mie intenzioni.
    « Ha colpito anche me, eh! »
    Chi avrebbe mai potuto parlare se non Mimì?
    « Ma se mi dai un bacino passa tutto ♥ »
    Ecco che rincara la dose.
    « Mimì, te hai la testa dura. Altro che pallonate. »
    Forse sono stato un po' brusco? Ed invece no! Ho analizzato anche i suoi dati e non ha niente! Non sente nemmeno dolore! Non so come caspita faccia, ma sembra inaffondabile. La ragazza che ho davanti è un fiore molto più delicato.
    Indelicato sono io che tengo attiva la One Heart per controllare tutto e tenere il mondo sotto controllo...oh giusto!
    « Kazu, se Aru vuole assaggiare qualcosa posso fare in modo che la riceva. Se vuole compagnia posso anche chiamare la musa. »
    Era da un sacco di tempo che non parlavo così tanto direttamente alla mente, molto meglio di un telefono.
    Ma sono comunque concentrato su Miki, spero solo che possa sentirsi abbastanza bene da sorridermi, alla fine di tutto.
    « Una volta mi sono beccato anche io una pallonata » - le faccio sempre con un sorriso quanto più rassicurante possibile - « Sono davvero fastidiose. »
    Le mando alla mente le immagini di quando presi una pallonata dritta sul naso.
     
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    Kazuma lanciò un'occhiata eloquente ad Aru che stava tranquillamente galleggiando al di fuori della finestra del Maid, l'essere leggendario fece una specie di cenno d'assenso con la testa e scomparve, ma era soltanto andato sul tetto della scuola per restare nelle vicinanze se mai vi fosse stato bisogno. Lo sciamano continuò il suo lavoro di pulizia dei vetri caduti a terra per via della frantumazione della finestra e dei vari cocci di tazze e altri oggetti d'uso del club in cui si trovava e aveva provocato danno; udì ciò che disse la fanciulla dai lunghi capelli neri, ma non gli diede alcun peso e tenne uno sguardo piuttosto scontroso, cosa rara nel giovane Jinnouchi: lui ch'era un tipo alla mano, sempre sorridente e gentile, in quel momento era tutt'altro che nella sua routine. Tatsuya aveva inavvertitamente fatto vedere Aru a quella tizia? La cosa non gli importava più di tanto, non rispose in alcun modo ne alle parale rassicuranti, ne a quelle che ricevette telepaticamente: silenzio totale e sguardo altrove; cosa mai stava capitando a Kazuma? Una sola cosa: voleva andarsene il prima possibile da quel Maid, l'aria che tirava non gli piaceva affatto e nemmeno la presenza di quella "cameriera" che lo aveva messo come in riga, quindi meglio non usare frasi o parole a vuoto, tanto sarebbe passato solo dalla parte del torto, cosa che comprendeva e non aveva ribattuto sino a quel momento. Tutto ciò che raccolse, cocci e vetri, li buttò dentro ad una pattumiera li vicino; il pavimento era stato fatto abbastanza velocemente e non v'era più traccia di cose rotte che potessero procurare guai o ferite d'alcun genere, ora toccava al bancone che ancora gocciolava in ogni dove, vide di sfuggita uno straccio e prese a pulire il legno e strizzare in un lavandino i rimasugli di the o altre bevande rovesciate di colpo; lo sciamano era come se fosse lontano anni luce dai presenti, dal club e da chi gli rivolgeva la parola, naturalmente la sua mente era sgombra, ma il suo cuore e amor proprio erano pieni di rabbia, frustrazione e freddezza. Forse ciò che provava lo stava trasmettendo senza farlo apposta a colui che stava tenendo una conversazione telepatica e non gli importava a chi altro sarebbe andato. D'un tratto si scontrò, senza farlo apposto, con un'altra addetta al club e le lanciò un'occhiataccia inquietante e quest'ultima s'allontanò difendendosi con vassoio tondo colorato, come fosse uno scudo; Kazuma a quel fare fece semplicemente spallucce e continuò a pulire. Di sicuro i suoi compagni di squadra a quell'ora avrebbero capito che non sarebbe tornato al campo a giocare e continuarono gli allenamenti e nessuno venne a cercarlo, vi avrebbe pensato lo sciamano stesso alle spiegazioni e quanto altro, al momento aveva altre cose cui pensare e ragionarci sopra...

     
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    «Va bene. Sai? Non ho mai avuto molte occasioni di parlare. Comunque a te affido Kazuma, mostragli quanto sono speciali le ragazze del Maid Caffè e che sono sempre pronte ad accogliere chiunque, anche quando un certo qualcuno si presenta all'improvviso.»
    «Certamente ~»
    Ayane non si scompone, rimane fedele all'ambiente tipico di un maid café, ovvero gentilezza, allegria e dolcezza. La mora è soddisfatta nel constatare che il giovane sciamano si stia dando da fare per ripagare il proprio debito, in quegli istanti la ragazza quasi dimentica il torto subito. Quegli sguardi rabbiosi che il ragazzo le lancia non la scalfiscono minimamente, questo perché lei sapeva essere molto più spaventosa di un ragazzo con un drago. Intanto la sorella si è ripresa, ringrazia con la telepatia Tatsuya per essere stato così gentile con lei ma ormai si è ripresa e si alza per dirigersi verso la sorella e aiutarla con la direzione delle pulizie.
    «Ti senti un po' meglio?» chiede Ayane alla ragazza "Sì, ti ringrazio. Ti do una mano adesso."
    Ayane torna dallo sbadato calciatore che sta usando la scopa per pulire dei cocci di vetro, è accompagnata dalla sorella Miki che ha in mano un grosso cestino della spazzatura «I cocci di vetro metti qui per favore~» lo dice in maniera allegra, fastidiosamente allegra mentre Miki fa in modo di facilitare il ragazzo a mettere i cocci all'interno del cassonetto. Ayane intanto va a dare una mano alle altre ragazze ad asciugare i liquidi caduti per terra.


    «Parlato»
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Forse essere impegnato su così tanti fronti non è per me esattamente la cosa migliore, nonostante sia sempre andato fiero delle mie incommensurabili capacità di multi tasking – leggendaria la volta in cui, nel mio ufficio, ho portato avanti contemporaneamente due conversazioni differenti facendo si che un gruppo non percepisse l'altro, per poi riunirle facendo in modo che non si capisse nulla di quello che avevo appena fatto.
    Ma torniamo al presente perché non credo che a qualcuno possano interessare le mie improvvise digressioni tutt'altro che correlate.
    Miki sembra esserci ripresa, mi rassicura sulle sue condizioni e mi ringrazia, nel mentre non posso fare a meno di pensare a quanto sia carina, da portarsela a casa. Per coccolarla e proteggerla, non lasciate che le vostre menti mi dipingano come un bruto.
    Aya-chan recupera il suo stoicismo da professionista del Maid e si mette all'opera per coordinare le operazioni di recupero e pulizia del locale.
    Kazuma finisce per monopolizzare la mia attenzione: l'ho comunque seguito, come avevo detto, per assicurarmi che stesse bene e... non sta bene. No, non mi riferisco alle occhiate di fuoco che ha lanciato ad Ayane, e nemmeno a come ha accidentalmente terrorizzata una delle mie ragazze. È la frustrazione che sente, la rabbia per come è stato trattato. Probabilmente c'entro anche io, perché non ho dimostrato che può contare su di me.
    Lo sostengo da un po': nonostante riesca ad accedere all'animo altrui, a comprendere ogni sfaccettatura di un carattere o una personalità, l'animo è qualcosa che sento di non riuscire ancora a capire.
    Dissimulando la mia preoccupazione, mi avvicino prima a Mimì, le tocco la fronte facendo finta di controllare come sta, quindi le rifilo una schicchera, sia perché sta bene e le sue lamentele erano tutta scena, sia per riaffermare che il nostro è un amore violento.
    Con Aya-chan che va ad aiutare le ragazze, io mi avvicino a Kazuma e Miki per dare una mano e per... beh, provare a cambiare un po' l'umore, anche se non so quanto potrebbe effettivamente fargli piacere...

    « Kazuma... » - inizio, passandomi una mano tra i capelli perché... me li sentivo troppo in ordine - « Hai mai sentito parlare del Butler Time? I turni durante i quali noi ragazzi prendiamo possesso del locale? »

    Già, è una novità che parli così tranquillamente di ciò che ha scatenato le fantasie di tutte le yaoiste della scuola, ma credo che questo sia, realisticamente, il primo vero caso in cui ho modo di parlarne abbastanza seriamente, e non, appunto, per lamentarmi dei doujinshi che mi vedono impegnato con Jan... nonostante io stia con sua sorella...
    Mi sa che inizia a farmi male la testa.
     
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    Remember...birretta?!

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    Proprio non vedeva l'ora d'andarsene dal Maid, il suo umore nero cominciava a farlo sentire non del tutto bene, non fisicamente più che altro d'animo e la cosa di certo non era positiva; infatti lo sciamano era per la maggior parte accomodante e rassicurante, sempre sorridente e in vena di far amicizia e stare al gioco, se positivo, ma in quel momento era come tutt'altro giovane, un Kazuma sconosciuto: ma visto prima d'ora, o almeno per quanto riguardava il mondo umano e chi ne faceva parte, per coloro che erano spiriti o quant'altro era un secondo paio di maniche e si ragionava diversamente. Ancora una volta fu avvicinato da quella sottospecie d'arpia in uniforme da cameriera e gli fu detto che fare e Jinnouchi eseguì con freddezza, rapidità e ordine così da non andar ancora ad incappare in antipatia o situazioni più sgradevoli di quella che stava passando nel presente; il suo sguardo non era più accondiscendente, era freddo, misterioso e serio...no decisamente non era il solito Kazuma e sicuramente Tatsuya lo aveva ben capito, tanto da chiamarlo a sé e coinvolgerlo in un discorso prettamente sul maid e sul fatto che v'erano turni maschili: per caso lo stava invitando a lavorarci? Lo sciamano lo guardò torvo...
    <<ah si? E quindi?>>
    Domandò con molta semplicità e tono asciutto. Il giovane Jinnouchi continuò a pulire laddove era possibile, cercando di non lasciar troppa traccia del danno arrecato a quel posto e di poter quindi mollare tutto e tutti il più presto possibile: non si sentiva per nulla sicuro, come se fosse entrato in una zona in cui doveva stare alla larga in tutti i sensi. Pian piano sul volto dello sciamano andarono a crearsi come delle cupe occhiaie nere sotto gli occhi e non prometteva nulla di buono, la sua aura s'era come rabbuiata e la sua testa sgombra si stava riempiendo di nuvoloni neri di tempesta; il suo animo era alterato e molto, bisognava correre ai ripari il più presto possibile, quindi il moro cercò di mantenere la calma, anche se sembrava più una specie di demone che comune ragazzo d'un liceo. Aru tornò nella zona fuori dall'aula e teneva d'occhio tutti, in special modo il suo amico, anche l'animale leggendario pareva piuttosto in ansia e non mollava neanche per un secondo il suo seguire con lo sguardo lo sciamano e lo fece notare anche al giovane Tatsuya; avrebbe capito che si stava correndo un rischio? Avrebbe agito in modo positivo? Oppure lasciato correre e sperare che la presenza dei due estranei al Maid finesse presto? Nel mentre, il grosso rosario dello sciamano, che penzolava fuori dai pantaloncini da calcio, prese come ad illuminarsi di rosso ad intermittenza...
     
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    Finalmente aveva terminato, almeno la sua parte di lavoro. Le altre care maid intanto avevano quasi finito di rimettere a posto la loro parte, il locale stava tornando allo splendore che aveva prima che quel maledetto pallone distrugesse ogni cosa.
    Ayane stava pensando sul da farsi: non sapeva che cosa fare, ormai aveva finito e Miki si era ripresa. Dunque la cosa più giusta da fare sarebbe tornare ad accogliere i clienti ma... Non aveva voglia di stare a lungo in quei luoghi sapendo che quell'essere fastidioso di Kazuma, era nei paraggi. Decise che la cosa più saggia da fare sarebbe stata quella di portare via sua sorella Miki, a casa dove avrebbe potuto farle una bella tisana calda per tirarla un po' su.
    «Tatsuya-kun, io ho finito!» dice lei con il suo tono mieloso e allegro «Porto Miki a casa, lei dice di essersi ripresa ma preferirei si stendesse sul letto a riposare.»
    Fa un sorriso pieno di gentilezza nei confronti del suo capo, poi si rivolge a Kazuma «Spero che incidenti del genere non si ripetano più. Vi auguro una buona giornata, cari ragazzi!»
    Dunque Ayane prende con se la sorella e se la porta a casetta, le avrebbe preparati qualcosa di caldo e avrebbero visto qualche film.
    Almeno sarebbero state tranquille.


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    grazie guys✨
    Io esco dalla Role 💕
    Bless you uwu
     
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12 replies since 13/1/2017, 01:45   175 views
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