2° Classe, 10° Sezione

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    Sono quasi sicura di abitare a casa mia...

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    Kitsutsuki Mei

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    INFORMAZIONI PERSONALI
    Nome: Kitsutsuki Mei (キツツキ 芽生)
    Età: 17
    Compleanno: 10/09
    Sesso: F
    Mentalità: Abnormal
    Gruppo sanguigno: 0 (+ o - variabile)
    Classe: II 10^
    Colore dei capelli: Bianco
    Colore degli occhi: Blu notte
    Altezza: 1,51 m
    Peso: Non si chiede il peso a una ragazza!
    Colore preferito: Blu
    Numero preferito: 11
    Catchphrase(s): Si va in scena!
    Mano dominante: Sinistra
    Club di appartenenza: /
    UTILITIES
    Exp totali: 20
    AP: 6
    Trama personale
    ///
    Ruolate, scontri, quest, eventi o lavori (atemporali)
    ///

    DESCRIZIONE PSICO-FISICA
    Mei è una ragazza decisamente bassa per la sua età, ha gli occhi grandi color blu notte con i quali lancia occhiate penetranti, un piccolo neo poco sotto l’occhio destro e i capelli bianchi e lunghi che lascia solitamente sciolti sulla nuca e raccolti in due codini ai lati della testa.
    Se vedrete camminare per i corridoi della scuola un piccolo fagottino con i capelli bianchi probabilmente si tratterà di lei.
    Ha dei lineamenti dolci e delicati come quelli che avrebbe una bambina e per questo motivo quando si arrabbia non viene mai presa sul serio da nessuno, o almeno finché non inizia a sclerare come una dannata (fa davvero paura e anche se sta cercando di imparare a controllare la rabbia fa fatica ad applicare l’approccio non violento).

    Non va mai in giro senza la sua telecamera, sua fidata compagna d’avventure, con cui riprende tutto quello che le accade intorno, infatti sa essere una grandissima ficcanaso (anche se c’è da dire che sa mantenere bene i segreti, specialmente quelli degli altri), ama alla follia il melone e i Poky e ha una grande passione per il teatro e il mondo dello spettacolo in generale.
    Si tratta di una ragazza piuttosto lunatica, che sa essere un attimo prima gentile e comprensiva e un attimo dopo impaziente e suscettibile: questo è un effetto collaterale provocato dalla sua anormalità, che la rende anche molto difficile da capire in certi momenti. Avete presente lo stereotipo di ragazza che intende “sì” con “no” e viceversa? Ecco, lei è esattamente così…
    Tuttavia, se sarete fortunati, potrete ascoltarla mentre farfuglia qualche frase al contrario, cosa che di solito fa quando è molto concentrata o preoccupata, anche se non se ne rende conto (non fateglielo notare! Sprofonderebbe dall’imbarazzo).
    Nonostante questo sa essere molto determinata e anche se a volte si butta giù riesce sempre a riprendere di vista l’obbiettivo che si era prefissata (a volte può anche sembrare fastidiosa quando diventa troppo insistente). Questo però non vuol dire che sia una tipa attiva: cerca sempre di svolgere i propri compiti con il minor sforzo possibile, per cui sin da quando era bambina si è abituata a mettere in ordine la propria stanza usando la sua anormalità (cosa che fa anche adesso, ma stando ben attenta che non ci sia nessuno nella stanza per evitare che voli qualche libro in faccia ad altri studenti). Non abbiate paura ad approcciarla: lei adora fare nuove amicizie, anche se all’inizio può essere molto timida… iniziate piuttosto a preoccuparvi solo quando avrà preso confidenza: potrebbe stimarvi come potrebbe non voler avere nulla a che fare con voi (e date le sue condizioni entrambe le ipotesi sono interscambiabili). Apprezza moltissimo l’onestà, dà largo spazio ai sentimenti che spesso guidano le sue azioni e la spingono a raggiungere i propri obbiettivi (e rispetta molto i sentimenti degli altri). Tuttavia a volte fa fatica a smuoversi dal proprio punto di vista e ad andare incontro alla persona con cui discute, però c’è da dire che ci mette molto impegno.
    Non le piace stare da sola, ma neanche circondarsi di troppe persone alla volta: è molto timida e introversa e per sconfiggere la solitudine si circonda di poche persone (3 o 4 al massimo, dalle 5 in su iniziano ad essere troppe) fidate con cui si sente a suo agio.
    Nonostante Mei rientri nella categoria “Abnormal” e non “Minus” a volte non controlla la propria anormalità quando è distratta, su di giri o… ubriaca (ma fortunatamente è educata, probabilmente chiederebbe scusa se per sbaglio vi bruciasse la zuppa congelata che avevate nel freezer…).


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    BACKGROUND
    Cresciuta ad Okinawa, il suo ricordo più bello sono sicuramente i pomeriggi passati da bambina con sua nonna a fare passeggiate nelle foreste, per poter godere della vista dei picchi che fanno il nido appena arriva alle porte la primavera. La nonna infatti ha rivestito un ruolo importantissimo per Mei, che la ha sempre vista come una figura di riferimento: la madre, di salute cagionevole, non poteva prendersi cura adeguatamente della bambina, mentre il padre era sempre in viaggio per motivi di lavoro, così durante la prima parte della vita di Mei fu proprio la nonna ad occuparsene.

    A scuola Mei ha sempre fatto fatica a farsi nuovi amici, un po’ per la timidezza un po’ per la fatica che ha sempre avuto a farsi capire: con il tempo questa cosa è andata sfumando, ma durante i primi anni di scuola confondeva le parole e spesso le succedeva di confermare cose che non erano vere, venendo spesso fatta passare per bugiarda. Come se non bastasse, il suo essere tremendamente insicura impediva a Mei di far valere le proprie opinioni e preferenze, così col tempo cominciò a lasciare che gli altri scegliessero per lei per qualunque cosa. Questo tornò utile solo ai suoi genitori, poiché la madre di Mei, dopo essere guarita dalla malattia, tornò a lavorare, e visto che a quel punto nessuno dei due aveva ormai neanche un attimo da dedicarle ogni compleanno o vacanza le sceglievano rigorosamente loro, in base ovviamente ai loro orari di lavoro. In tutto ciò l’unica figura che non abbandonò mai la piccola Mei fu proprio la nonna, che sembrava essere l’unica che la capiva nei suoi deliri, quando si dilettava a parlare al contrario o a correre all’indietro, la nonna rideva con lei, non la faceva mai sentire sola.

    Andando avanti con l’età Mei iniziò anche ad appassionarsi al cinema e al teatro e – sempre in compagnia della nonna – iniziò ad imitare certe scene di film che vedeva in tv, facendo della recitazione il suo sogno. I suoi genitori in tutto questo non le potevano dare retta, e anzi continuavano a dirle che percorrendo quella strada non sarebbe arrivata da nessuna parte e non avrebbe potuto vivere una vita serena, mentre la nonna non aveva mai avuto un dubbio su di lei e continuava a spronarla a realizzare i suoi sogni.

    Finchè, a 15 anni, si presentò l’occasione che Mei aspettava tanto: c’era una recita della scuola organizzata dal club di teatro (a cui lei si era iscritta di nascosto dai suoi genitori) e della quale aveva avuto la parte della co-protagonista. Era emozionatissima: finalmente poteva dimostrare che anche lei sapeva fare qualcosa, che questa dannata abilità nel ribaltare le cose poteva tornarle utile a qualcosa, invece di rovinarle la vita!

    Provò per mesi per quella recita, era la cosa più importante del mondo per lei e voleva davvero provare ai suoi genitori che si sbagliavano, visto che spesso aveva litigato con loro perché non avevano fiducia in lei. Tutto il club di teatro sembrava sostenerla, aveva degli amici, anche se pochi, ma erano tutti legati da questa passione che li spingeva ad andare fino in fondo e a rimanere uniti.
    Sapeva la sua parte a memoria, perfettamente: dopo tanto tempo speso a provare aveva perfezionato l’intonazione, i movimenti e i tempi da rispettare, al punto da sembrare davvero naturale quando mostrava alla nonna cosa era riuscita a fare, ricevendo in risposta un paziente sorriso e uno sguardo colmo d’orgoglio che si scorgeva dai suoi occhiali rotondi.

    Poi arrivò il gran giorno, la recita.
    Probabilmente non era mai stata così in ansia in tutta la sua vita, il cuore le batteva a mille, aveva paura di dimenticare tutte le battute e non poteva assolutamente permettersi di sprecare quell’occasione per dimostrare a tutti che valeva qualcosa, ma più di tutto non poteva per nessun motivo deludere la nonna che tanto aveva creduto in lei.
    La nonna, vedendola tanto agitata la stessa mattina,la fermò e le disse: “Mei, piccola, fermati per un attimo. Lo sai con quali kanji è scritto il nome Mei?”
    A quelle parole Mei non potè che sbuffare facendo una smorfia: la nonna glielo ripeteva sempre.
    “È formato da due kanji, che insieme significano “germoglio di vita”. Tu sei esattamente questo, piccola mia: un fragile germoglio che con il sorriso regala vita alle persone che incontra. O almeno, alla sua nonna! Un giorno ogni germoglio diventerà un bellissimo fiore o un possente albero, come tu diventerai una donna forte e bellissima. Tieni questa, ti porterà fortuna.”
    Detto questo le regalò un ciondolo fatto di legno a forma di foglia.
    “Ora va’! Sarai meravigliosa.”
    Così Mei, piena di fiducia, andò a scuola. La recita era quello stesso pomeriggio.
    Nel backstage teneva stretto il ciondolo che la nonna le aveva regalato e ripeteva tra sé le battute prima di entrare in scena.
    Finché non fu il momento. “Si va in scena.”
    Salì sul palco e vide una folla di studenti, professori e parenti di tutto il club di teatro seduti davanti al palco in attesa.
    Cercò di scrutare i suoi genitori tra la folla, ma già sapeva che non si sarebbero presentati.
    Poi cercò con lo sguardo la nonna.
    E cercò ancora.
    E ancora.

    Il primo atto finì, e una professoressa la raggiunse sul palco per dire che la sua famiglia aveva chiamato la scuola e che Mei sarebbe dovuta tornare a casa immediatamente, anche se significava interrompere la recita.
    Mei non capiva ma non poteva fare niente se non come le era stato detto.
    Tra le lacrime la professoressa si offrì di riaccompagnarla a casa.

    Una volta a casa, i suoi genitori si fecero trovare sulla soglia e appena la videro corsero in lacrime ad abbracciarla.
    “Le sue ultime parole sono state: il piccolo germoglio sta sbocciando, non è vero?”


    A due anni dalla scomparsa della nonna, Mei non ha mai più tolto la collana, visto che è l’ultimo tesoro che la nonna le ha lasciato insieme a una telecamera che le aveva regalato al suo quindicesimo compleanno “per riprendere i momenti più belli della tua vita, che tu saprai rendere uno spettacolo”. Non ha più messo piede in un club di teatro da quel giorno e ormai parla a monosillabi (sempre invertiti) con i suoi genitori.
    L’unica speranza che aveva entrando al liceo era di trovare dei nuovi amici che potessero raddrizzare un po’ la sua adolescenza e con essi nuovi motivi per essere felice e sentirsi bene con se stessa. Ma al liceo Hakoniwa c’è ben poco
    di normale, quindi almeno poteva sentirsi a casa, finalmente.

    ABILITÀ
    Specialità: Con il suo essere lunatica e cambiare sempre comportamento, la sua stessa esistenza sembra una recita, infatti è molto brava a fingere e a mentire (anche se non è proprio una cosa positiva…).
    Data la sua anormalità, si trova spesso a parlare al contrario e sin da quando era piccola e sa correre all’indietro come se niente fosse.


    Anormalità: Deceptive Яeverse
    Legata al concetto stesso di "Reverse" e ad ogni significato che esso può assumere, con questa anormalità Mei può intervenire su fatti o eventi, invertendoli completamente. Ad esempio, se vedesse un vaso di fiori cadere da una mensola, potrebbe decidere di invertire questo processo, facendolo tornare gradualmente alla sua posizione originaria; oppure se le venisse tirato un pugno avrebbe il potere di farlo tornare lentamente alla posizione iniziale, anche se poi riprenderebbe a colpire esattamente come prima.

    Può essere utilizzato non solo nel campo degli eventi, ma anche nel campo della simmetria e degli opposti in generale: applicando questo concetto ad un oggetto che può essere un blocco di ghiaccio, può farlo passare dall'estremo del freddo all'estremo del caldo, omettendo completamente la fase di fusione e facendo passare l’acqua direttamente allo stato di vapore. Tuttavia questo processo non è attuale ma istantaneo, e non può fermarsi ad un grado intermedio, ma può passare solo ad uno dei due estremi, e di conseguenza non potrebbe scioglierlo per portarlo allo stadio liquido, ma può solo passare dal vapore al ghiaccio (almeno a uno stadio iniziale, con gli sviluppi può anche sciogliere il ghiaccio afferrandosi all’idea dell’acqua liquida come stato di partenza), Inoltre può, con i dovuti sviluppi, interpretare i fenomeni fisici in vari modi e utilizzare il suo potere per invertirli di conseguenza.

    Insomma, qualsiasi cosa a cui si possa applicare il concetto di "inverso" (istantaneamente se si parla di oggetti fisici o gradualmente se si parla di eventi) può essere manipolata da questo potere. Volendo potrebbe far passare una persona dallo stato di felicità più assoluto allo stato di tristezza più totale, o giocare con le emozioni in questo modo.

    Tuttavia questi cambiamenti possono essere utilizzati solo in certi momenti: nel caso della caduta del vaso, bisogna che ci sia nella sua mente l'immagine di come era prima che cadesse, e a seconda di quanto tempo lo si è osservato si ha del tempo per riportarlo indietro (se ha guardato il vaso per 7 secondi e al settimo è caduto, lo potrà riportare indietro di 7 secondi, ciò vuol dire che se lei si fosse girata a guardare il vaso nel momento in cui ormai stava già cadendo, al massimo potrebbe riportarlo indietro fin quando era a mezz'aria).
    Non può riportare indietro qualcosa ad uno stato che non conosce o non ha sperimentato in prima persona, poiché controlla le azioni e gli avvenimenti di cui ha avuto una qualche esperienza, ma non il tempo in sè.



    Sviluppo 1 [Isolation Bubble] (0/45)
    Toccando una singola persona, può immergerla nel mondo degli opposti: da quel momento e per i 3 turni successivi tutto ciò che farà, dirà o sperimenterà con i 5 sensi verrà invertito, senza che questa se ne accorga: pensando di dire "ti amo" dalla sua bocca uscirà un "ti odio", e allo stesso modo quando qualcuno gli dirà "ti odio" lui recepirà "ti amo". Prima di questo sviluppo è possibile invertire solo azioni singole: se un soggetto decidesse di andare a sinistra Mei sarebbe in grado di farlo andare a destra, ma solo per quel momento.

    Sviluppo 2 [Parallel Ego] (0/60)
    Con questo sviluppo è in grado di applicare il potere di inversione anche ad un'Anormalità (cosa non possibile con il primo sviluppo): per i successivi 3 turni, tutti gli effetti di quella Anormalità passeranno da un estremo all'altro, di fatto divenendo incontrollabili e avranno effetti opposti a quelli che avrebbero normalmente, nonostante l’inversione dell’anormalità dimezzi la potenza della stessa.

    - Sottosviluppo 1 [Role Switch] (0/20)
    Con questo sottosviluppo si aumenta il range di efficacia dell’anormalità: Mei è in grado di invertire due anormalità alla volta o di scambiare gli effetti di una con l’altra: seleziona due bersagli e inverte il potere di uno con quello dell’altro. Inoltre è ora in grado di passare dagli stadi intermedi del Reverse (riportando ad esempio il ghiaccio allo stato liquido). (2 AP)

    - Sottosviluppo 2 [Real Bending] (0/20)
    A questo punto Mei può invertire i fenomeni fisici di maggiore portata: può ad esempio invertire la gravità a suo piacimento, riportare in vita un organismo semplice (come una pianta appassita), far implodere un’esplosione, invertire i valori di ossigeno e idrogeno (solo per pochi secondi, stordendo gli avversari ma senza risultare letale) in una stanza ecc. L’inversione di questi fenomeni è decisamente faticosa e il range di questo sottosviluppo si estende al massimo in una stanza piccola o in un raggio di circa 5-6 m.(3 AP)

    Sviluppo 3 [Pain Яeverser] (0/80)
    Arrivata a questo stadio ha un controllo sul suo potere tale da poter imprimere nella realtà l'inversione anche di ferite gravi o addirittura della sua stessa morte. Al massimo 1 volta per partita può invertire il processo che ha portato alla sua morte, riportandosi al momento precedente (utilizzando 4AP); al massimo 2 volte per partita può invertire i processi che le hanno causato ferite gravi o mutilazioni, al massimo 5 volte per partita può invertire i processi che le hanno causato ferite più leggere. Non rimargina le ferite come una guarigione ma semplicemente inverte il concetto di “ferita” che subisce, portandosi allo stadio precedente.

    coded by ¬SasoRi


    Edited by ¬SasoRi - 4/4/2019, 17:02
     
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    La scheda è stata valutata con molto ritardo (causa malfunzionamento dell'impianto di circolazione di qualcosa) ma alla fine è arrivato il momento e ti viene assegnata la modesta cifra di 8 EXP :clap1:
     
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1 replies since 7/10/2017, 23:21   920 views
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