[QUEST FANTASY] RAINY FOREST

Terza parte

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    Altera
    Un gran trambusto, ancora. Un grandissimo cerchio magico era stato disegnato sul pavimento della grande sala del trono, spostando tutti gli oggetti che sarebbero stati d'intralcio al rituale magico e che si potevano vedere sparsi casualmente per la stanza o ammassati in qualche angolo sempre alla rinfusa, come se tutto fosse stato preparato con molta fretta. Sospeso a mezz'aria, a circa 4 metri da terra, c'era quello che sembrava un'angelo, se solo non avesse avuto le ali nere, come la cenere; la carnagione era dello stesso colore, così come il vestito con il cappuccio che indossava. Parti di armatura intrise di magia interrompevano quell'armonia di colori come chiazze grigie e luminescenti, emanando bagliori azzurri. Il volto, seminascosto dal cappuccio orlato d'oro, era misterioso e imperscrutabile, ma si notavano subito gli occhi, o meglio quelli che dovevano essere occhi; le orbite erano completamente bianche ed emanavano una luce rossastra molto forte e prepotente. Giaceva in una posa alquanto strana, legata al particolare rito magico che stava praticando.
    Poi, una luce invase la stanza. La luce che oscurò tutto.
    Quando tutto tornò visibile, l'angelo nero bisbigliò qualcosa a bassa voce.
    Il rituale ha avuto successo, di nuovo.

    Al centro del cerchio, dove prima non c'era nulla, ora si trovavano 6 guerrieri, spaesati, confusi, alcuni in pose assurde, come se fossero appena caduti da cavallo, altri increduli. L'angelo nero discese davanti a costoro e iniziò a parlare.
    Benvenuti ad Altera. Vi stavo aspettando con molta ansia. Ma permettetemi di presentarmi... Io sono Atomos, re di Altera e delle dimensioni magiche e questa è la mia corte. Non riesco a trovare un modo corretto per esternare la mia costernazione per non aver saputo risolvere le controversie con le nostre sole forze e per aver chiamato in causa persone del tutto estranee a questo conflitto quali siete voi, estraniandole addirittura dalla loro dimensione.
    Fece una pausa, girandosi e dando le spalle ai guerrieri appena arrivati.
    Tuttavia, dato che oramai il dado è tratto vorrei spiegarvi qualcosa di più, credo che anche voi abbiate un sacco di domande da farmi. Ad ogni modo, come l'altra volta, devo farvi una domanda.
    Si girò nuovamente verso i guerrieri e li indicò uno alla volta, rivolgendo a tutti la stessa domanda.
    Qual è il Vostro nome? Come descrivereste la vostra vita nel vostro mondo in poche parole?
    Re Atomos avrebbe poi atteso la risposta di ognuno di loro per riprendere a parlare.
    Molto bene, ora è il mio turno. Ma prima di tutto, dobbiamo spostarci nella sala dietro al trono, in modo da essere schermati da possibili attacchi di tipo magico e psiconico.
    Fece loro un cenno con la mano, un gesto che li invitava a seguirlo. Il gruppo si trovava ora in un lungo corridoio, su entrambi i lati finestroni enormi che rivelavano la bellezza del luogo magico e fantastico in cui gli avventurieri erano finiti: una città su un'isaola sospesa in mezzo alle nuvole, edifici costruiti in marmo bianco e dalle forme maestose, distese di erba verdissima, una cascata la cui acqua finiva nel cielo e si dissolveva in cristalli, dando origine ad un eterno arcobaleno.
    ->Ordine di post: Alex-Yuna-SasoRi-Micael-Tabris-Darkdesire
    ->Descrivete un po' come si sente il vostro pg e rispondete alla domanda, per poi seguirlo nella sala, magari guardando anche dalle finestre
     
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    Dal luogo in cui si fondono perfettamente Luce ed Oscurità

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    Rufus Redleaf_____
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    Finalmente aveva fatto fuori qualcun altro. Era da qualche settimana che non provava di nuovo quella sensazione. La noia aveva iniziato ad avanzare e ad invaderlo quasi fosse uno tsunami. Amore. Amicizia. Sesso. Niente lo soddisfaceva più in quel periodo - era tempo che la maschera rossa tornasse in campo ancora una volta. Era pieno giorno, non aveva scelto una vittima predefinita. C'era qualcosa che trovava poco interessante nel pianificare le prossime mosse da compiere. L'imprevisto era il vero punto interessante. E anche quanto sarebbe accaduto dopo. Perché accadeva sempre dopo. Quella era una delle pochissime cose di cui non poteva fare a meno. Sapeva che Lawton sarebbe arrivato sulla scena del delitto, in un modo o nell'altro. Perché il suo potere era l'esatto opposto rispetto a quello di Rufus. Permetteva di pianificare, ovvero di fare la cosa che Rufus odiava di più al mondo.
    Fatto. Non ci aveva messo molto. Forse un po' troppo splatter (c'era sangue ovunque, anche sui suoi vestiti, e sulla sua maschera).

    "Sei sempre più disgustoso"
    La bocca di Rufus si lasciò andare ad un largo sorriso al suono di quella voce così familiare.
    "A quanto pare la sensazione ti piace, o useresti quel tuo potere tanto noioso per fare altro, per esempio pianificare il tempo necessario a far bollire l'acqua"
    Sentiva i passi di Lawton avvicinarsi sempre di più. D'altronde era quello che accadeva ogni volta, sempre più spesso. Tanto che Rufus aveva già iniziato a slacciare i bottoni della sua giacca.
    I passi si erano interrotti, sentiva le sue mani infilarsi dovunque, mentre le sue ricambiavano muovendosi quasi di loro spontanea volontà, quasi come se fossero animate da un desiderio proprio. Irrefrenabile. Inarrestabile. Quelle mani si muovevano con tale impeto che sembrava volessero ucciderlo. Sembrava che volessero consumarsi a vicenda fino ad estinguersi, ogni volta - ma a consumarsi era solo il loro desiderio. Ma sapevano entrambi che quella fiamma, quella voglia di uccidersi, di possedersi, era destinata a riaccendersi dopo poco tempo.
    Rufus aveva deciso di lasciarsi andare, si era girato verso il Capitano afferrandogli la testa e..... PUF.
    Un lampo di luce improvviso e si sentì sospeso nel vuoto. In aria, come se stesse precipitando e rallentando allo stesso tempo. Quella sensazione orribile durò meno di 5 minuti - la luce iniziava ad accecarlo. Iniziò a sentire uno strano formicolio alla faccia, alle braccia e alle gambe. Qualcosa si adagiò sulla sua testa.... Un cappello?
    Mentre pensava a ciò che stava accadendo si ritrovò su un pavimento. Strano. Appartenente a un luogo mai visto fino a quel momento. Si guardò un attimo attorno, sorpreso di trovarsi assieme ad altre persone. Accanto a lui un bastone. A quanto pare era caduto di faccia in quel salone. Vide una strana figura che stava parlando, senza capire troppo quello che stava dicendo.

    Si alzò in piedi, ma le sue gambe erano significativamente più corte del normale, il che lo fece barcollare. Iniziò a mulinare le braccia per riacquistare l'equilibrio.
    "Hai idea di cosa hai interrotto????!!!!" urlò nei confronti dello sconosciuto, noncurante degli altri accanto a lui. Si rese conto, però, che la sua voce non aveva alcun timbro intimidatorio, ma era leggermente acuta e piuttosto bassa.
    Cosa stava accadendo? Voltandosi leggermente, vide il suo riflesso in uno dei vetri del salone.
    "AH!"
    Corse verso quello specchio improvvisato, toccando prima il suo viso e poi il vetro, sull'orlo delle lacrime. Urlò nuovamente una serie di minacce impronunciabili, seguite da un certo numero di maledizioni ed epiteti sconsigliabili ad un pubblico di minori o di lettori. Il risultato? La sua nuova voce non suscitò alcuna paura negli ascoltatori, ma non ispirava altro che tenerezza.
    E voi! Non fatevi ingannare da questo corpicino! Io sono Rufus! Un temutissimo assassino!!! E tu faresti meglio a spiegarci bene cosa diavolo succede e chi diavolo sei! DIAVOLO!

    E dopo quest'ultima e imbarazzante affermazione, decise di camminare di nuovo verso il centro assieme alle altre persone (con una camminata piuttosto ondeggiante, tra l'altro) per raccogliere il bastone (che a quanto pareva era suo), in attesa di sapere cosa sarebbe accaduto.
    Dopo le varie presentazioni, seguì tutti nell'altra stanza. Le finestre mostravano un paesaggio mai visto prima. Rufus ne fu immediatamente affascinato, rimanendo bloccato nel guardare tutto quanto riusciva a scorgere da quella zona - non fosse che gli altri, proseguendo, lo lasciarono indietro. E fu così che improvvisò una corsa, scagliando altre maledizioni, per raggiungere il gruppo (anche questa piuttosto ondeggiante).
    Coded by ¬SasoRi


    Edited by AlexMatteh - 26/10/2018, 23:38
     
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    Ayane Oishiro_____
    Mago blu • Femmina • Link Scheda
    « Una ragazza camminò tra i ciliegi in fiore, cercando l'uomo che amava. Quando arrivò non trovò nessuno, ma il terreno sotto di lei si illuminò. E tutto divenne bianco. »

    Era la prima volta che Ayane Oishiro veniva trascinata in un luogo così lontano contro la sua volontà, anzi in realtà non era la prima volta ma sorvoliamo questo discorso. Quando la ragazza aprì gli occhi si ritrovò dinnanzi ad una corte, come quelle che si vedevano nelle favole o nei telefilm come Game of Thrones ma quella era solo la prima cosa strana che aveva notato. Si guardò le mani, constatando che il colore della sua pelle era cambiato: era più scuro, color caramello esattamente come una garyu. In più i suoi capelli erano diventati bianchi come la neve, se si fosse vista in uno specchio probabilmente non si sarebbe riconosciuta. Se non altro indossava abiti tradizionali, un bel kimono azzurro e delle comode geta. Al fianco una katana, sembrava essere molto affilata e di perfetta fattura proprio come piaceva a lei. Sentiva dentro di se una nuova energia, diversa da quella che aveva di solito come se scorresse in lei qualcosa di... Magico.
    L'attenzione della giovane Oishiro però andò sulla persona che sedeva sul suo trono: un re.
    Egli si presentò con il nome di Atomos, era il re di Altera e delle dimensioni magiche e li stava aspettando.
    Dunque era stato lui a chiamarli in quella stanza dimensione, forse il motivo per cui sentiva fluire questo potere era proprio perché la dimensione era fatta di magia. Il re sembrava alquanto agitato, come se fosse sotto attacco ma Ayane decise di ascoltarlo e rispondere alle sue domande mantenendo un tono tranquillo e rilassato.
    «Maestà, il mio nome è Ayane e sono una studentessa. La mia vita nel mondo in cui provengo è piuttosto normale, ho una sorella e studio assieme a lei. Immagino ci sia un motivo estremamente per la nostra convocazione in questo mondo, giusto?»
    Fu dopo aver espresso queste parole che la ragazza notò... Un bambino?
    Aveva degli abiti piuttosto strani, sembrava uno di quei simpatici maghetti in quel famoso gioco Fantasy.
    Era così carino.
    «Scusa ma non mi sembri un assassino...» afferma lei convinta «A me sembri un mago, ma soprattutto quanti anni hai? È giusto che un bambino sia tra noi?»
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    Carmen R'Lyeh_____
    Warlock degli Antichi • Alienista • Femmina • Link Scheda
    Non c'è niente di meglio, dopo una lunga e calda giornata, di una bella doccia fredda. Nel mio alloggio presso i dormitori della Hakoniwa avevo una doccia enorme, ci avrei passato delle ore lì dentro. Ma proprio mentre me estavo relajando, avvertii una sensación mui extraña e un lampo di luce bianca mi accecò e mi fece perdere i sensi.

    Al mio risveglio, mi trovavo in una enorme sala assieme ad una marea di altre persone e ad un angelo nero (?). Ma cosa stava succedendo? Ma soprattutto, io sono nuda! pensai, cercando di coprirmi con le mani le mie grazie di donna. Ma in verità i vestiti addosso li avevo, soltanto che non erano miei. Un particolare corpetto rosso e nero, una lunga gonna piena di fronzoli e rose e due lunghissime calze.
    Niente male! Potrei abituarmici, ci sono perfino i colori del flamengo... pensai, osservando il vestito con aria soddisfatta mentre quello strano angelo stava parlando.
    Vediamo se ho capito bene... Ci hai trascinati in un'altra dimensione?! Ma che dici, non è un po' presto per essere sbronzi?
    Tuttavia, guardando anche gli altri intorno a me, mi accorsi che c'era qualcosa di strano. Ma come era possibile fare una cosa del genere? Pensandoci bene, però potrebbe essere una bella occasione per provocare dei disastri anche qui senza che nessuno mi riconosca! ANDIAMO!
    Aspetta un attimo.... "ANDIAMO"? Andiamo?? Ma perché... Non riesco più... a parlare in spagnolo...?
    Mi rintanai in un angolo della sala, accovacciata per terra e inizia a tracciare dei cerchi con il dito sul pavimento marmoreo, con aria disperata e sguardo vuoto.

    Mi ripresi dopo qualche secondo, notando che non avevo nemmeno la mia preziosa maschera. Va beh, se questo mondo è quello che sembra, di sicuro avrò altri poteri... Mentre mi stavo concentrando per capire che cosa ero in grado di fare, per sbaglio rilasciai l'incantesimo Tentacoli Neri, riempiendo la stanza di enormi tentacoli neri (appunto), rompendo anche qualche finestra e ribaltando il trono. Non appena me ne accorsi, rilasciai subito l'incantesimo, annullandolo e facendo sparire i miei viscidi nuovi amici.
    Ehm... "Ops"?
    Per rispondere alla domanda del coso nero con le ali (?), invece, indicai la tizia con la pelle rossa e i capelli bianchi.
    Uguale come lei, una normale studentessa di nome Carmen... R'Lyeh? Va beh... Una normale studentessa che adesso evoca tentacoli...
    Già me la stavo ridendo nella mia testa: io "normale" proprio no, ma rispetto a cosa potevo fare ora, beh di sicuro sì... Mi affrettai poi a seguire il gruppo che si stava spostando in un'altra stanza, dando una sbirciatina al bellissimo panorama che si poteva intravedere dai finestroni del corridoio. Wow, un'isola nel cielo! Che figo! Vorrei abitare qui...
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    La Luce

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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Poco prima di essere avvolta dalla luce, Bianca si stava concedendo al benevolo piacere dell’ozio pomeridiano. Una montagna di compiti attendeva di essere affrontata, la stanza quasi supplicava di essere rimessa in ordine, un libro, preso in prestito alcune settimane prima e che sarebbe dovuto tornare in possesso delle sua proprietaria entro pochi giorni, giaceva sulla scrivania quasi imbarazzato per il segnalibro posto alla pagina 3, se avesse potuto avere dei sentimenti sarebbe già caduto in una crisi esistenziale difficile da scampare. Con questi doveri, più o meno gravi, che incombevano, navigare stancamente su internet con il portatile, sdraiata sul letto su di un fianco, le dava ancora più piacere. E quanto potevano mai essere buone quelle patatine alla paprika?
    Mentre controllava l’ora, aspettando il momento più giusto per cambiare stanza, o magari fare un salto al Maid Caffè per provocare un po’ il suo gemello – scenario più probabile – con una patatina appoggia sulle labbra, vide il pc svanirle da davanti agli occhi, inglobato dalla misteriosa luce di cui abbiamo già parlato.
    Quando si diradò si ritrovò in un posto diverso, che di certo non faceva parte delle strutture della scuola, a meno che qualcuno non avesse costruito una sala del trono nella notte e fosse riuscito a mantenerla segreta per più dei cinque secondi solitamente necessari perché una notizia arrivi all’orecchio di Lily.
    Si guardò attorno e vide che non era da sola, c’erano altre persone, vestiti in modo quantomeno strano, ma soprattutto quello che sembrava un angelo nero li sovrastava.
    “Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, ho visto troppi isekai e adesso sono finita in un altro mondo”
    Anche se cercava di non darlo a vedere nemmeno nei suoi pensieri, dentro era estremamente scossa per quel che era appena successo e sperava che fosse solo un sogno perché… c’erano delle schede di Chrome che non dovevano essere viste da nessuno, forse solo da Tatsuya perché sarebbe potuto essere interessante.
    Terminando quella lunga pomiciata con la patatina, la mangiò stando attenta a non far sentire a nessuno il suono dello sgranocchio, era meglio evitare di far scoppiare un conflitto per gli snack appena arrivata, e poi non ci teneva a passare da subito per la mangiona del gruppo.
    Mentre l’angelo nero spiegava quel che era appena successo e quali fossero le sue ragioni, si rese conto che i proprio vestiti erano cambiati, indossava anche un’armatura, ma ancor di più, guardando in basso, si accorse della cosa più importante: il suo seno era esploso, era sbocciato, era diventato florido, era tutto ciò che non era mai stato.
    “Ho le tette!”
    Urlò nella sua testa mentre dei tentacoli neri mettevano a soqquadro l’intera sala, trattenendosi a stento dalla tentazione di gridarlo al mondo intero e farne un vanto della sua esperienza da viaggiatrice delle dimensioni.
    Ma tanti problemi non se ne fece quando toccò a lei rispondere alla domanda dell’angelo nero.
    « Mi chiamo Bianca. Sono una bro-con. »
    L’aria orgogliosa che si era data, gonfiando il petto con fierezza, non era esattamente adeguata all’imbarazzante descrizione breve che aveva appena fornito della sua vita.
    Seguendo l’angelo nero, Atomos re di Altera, insieme al gruppetto di avventurieri attraversò un lungo corridoio costellato di finestre da entrambi i lati, immense aperture sulle meraviglie di quel mondo. Bianca si attardò un attimo per guardare quel che attendeva di essere conquistato – dalla sua bellezza, ne era certa – in quella nuova dimensione: un’isola sospesa, circondata da un bianco mare di soffici nuvole, verdi prati, una città di marmo che riluceva più intensa del Sole, un corso d’acqua che su tuffava verso il mondo sottostante in una cascata, accompagnata da un eterno arcobaleno. Forse per qualcuno era quella la forma del paradiso-
    “Chissà se hanno la cioccolata.”
     
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    Anche se il locale dove lavorava Hiroshi era piuttosto piccolo – un ambiente intimo per famiglie, bambini (dentro o fuori) e sognatori – ciò non significava il lavoro fosse necessariamente poco. Quel giorno in particolare c’era stata una numerosa clientela, motivo per cui aveva dovuto chiedere a Kasumi di fermarsi ad aiutarlo, costringendola a rimandare il suo appuntamento con Haiiro. Quando il picco dei frequentatori fu passato, Hiroshi lasciò che la sorella andasse via.
    «Adesso posso fare da solo. Divertiti con Haiiro e fai pure tardi!» La salutò così, per poi prendere a risciacquare un bicchiere sporco di succo di melograno. Era intento in quell'azione, quando una luce bianca lo circondò e tutto intorno a lui si dissolse, tutto tranne il bicchiere mezzo pieno di acqua mischiata a succo, che venne teletrasportato con lui.
    Sbatté le palpebre e quando le riaprì si trovò in un assurdo salone dalle fattezze medievali. Aveva ancora in mano il bicchiere. Accanto a lui c’erano altre persone che parevano altrettanto stupite, nonché uno strano individuo dall’aspetto ridicolo che sclerò male e una ragazza che evocò dei tentacoli neri per tutta la stanza. Di fronte un angelo dalle ali del colore della cenere che si definì re di qualche nazione e porse loro una domanda.
    «Sono Hiroshi Natsui. Gestore di una locanda e cameriere, donatore di vita a pupazzi e giocattoli inanimati, fratello maggiore. In particolare sono un fratello maggiore. Il fratello maggiore della migliore sorella che si possa avere. E, assolutamente, non ho un fratello minore, né nessun tipo strano che per qualche ancora più strana ragione dovrei chiamare fratello.»
    L’ultima affermazione era una bugia, ma era una bugia necessaria. Per qualche motivo era stato trasportato in quello che pareva un mondo fantasy, per qualche altro motivo era cambiato anche il tipo di personaggio che interpretava. Nel suo mondo lui era “uno che non interviene direttamente negli eventi ma si limita ad assistere”, ma qua era un “siscon”. Seguire la propria caratterizzazione, il proprio character, è importante, è la cosa più importante. A un personaggio si può perdonare un tradimento, mai si perdona l’OOC. Se qualcuno aveva deciso che in questo mondo fantasy lui era un siscon, allora sarebbe stato un siscon, come sarebbe stato un Artefice e un Maestro dell’Effige. Aveva anche un altro aspetto e altri abiti, ma questo gli parve secondario. Aveva pure concorrenza, visto che una delle ragazze si definì brocon; questo gli parve importante.
    Quando il re disse loro di seguirlo, Hiroshi fece come detto, lasciando cadere a terra il bicchiere che si frantumò in vetri e bagnò il pavimento. Lungo il corridoio la sua vista non si fissò sullo splendido panorama oltre le finestre, ma sul materiale di cui era fatto il corridoio.
    «Marmo interessante…» mormorò tra sé estraendo dalla borsa che si era ritrovato a fianco un monocolo per osservare meglio il materiale, uno scalpello e un martello per prendere un campione che fece scivolare nella stessa borsa. Fece altrettanto per ogni struttura o materiale che gli pareva interessante, senza curarsi di rimanere indietro rispetto al gruppo. A quanto pare pure quello faceva parte della sua nuova caratterizzazione.
     
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    Why so british?

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    Enma stava ancora poltrendo, cercando di recuperare le forze con quanto più sonno riusciva dopo che qualcuno l'aveva tenuto sveglio tutta la notte precedente per fare i compiti di matematica. Aveva cominciato a chiedersi perchè avesse scelto proprio lui, che di matematica ne sapeva ancora meno che di italiano o curdo, ma ormai alla quarantottesima ora di fila in cui era sveglio aveva smesso di farsi domande in proposito e cercava solo di dormire.
    Come però sempre accade quando si ha a che fare con una persona iperattiva ed eccessivamente entusiasta, quando si cerca di riposare e riprendersi da un fatale incontro con quest'ultima si finisce inevitabilmente sconfitti. Questo è ciò che pensò Enma quando -poco prima di chiudere gli occhi ed abbandonarsi definitivamente al meritato sonno- si sentì toccare sulla guancia ripetutamente e insistentemente.
    Svegliati.
    No.
    Svegliati.
    No.
    Svegliati.
    No...
    E allora... HA! - un brivido di freddo lo percorse interamente in un lampo, e prima che potesse capire cosa stava succedendo si era trovato rannicchiato in sè stesso tremante e supplicante.
    Qualcuno... mi... aiuti... freddo, tanto freddo... brrr...
    Non essere così esagerato, fratellone! Spero che tu abbia dormito bene perchè adesso è ora di svegliarsi!
    Era una voce troppo familiare perchè non la riconoscesse, e in ogni caso oltre all'impronta vocale il modus operandi di quella criminale, l'assassina dei riposini, era inconfondibile.
    Tu... com'è possibile che tu sia già così vispa?! - domanda legittima, dal momento che erano rimasti svegli insieme per studiare.
    È un segreto da donne, mi spiace ma una volta entrata in questa setta ho giurato di non rivelarne i segreti. Comunque posso...
    Quando la interruppe Enma fece qualcosa di cui sapeva già che si sarebbe pentito, ma gli esseri umani quando affondano nella disperazione se vedono anche solo un filo di ragno vi si aggrappano con tutte le loro forze pur di uscire da quella situazione. E così fece Enma, pur sapendo che il filo era sottile e portava ad un nale forse peggiore.
    Se mi lasci dormire, quando mi sveglio ci mettiamo a giocare insieme tutto il weekend ok?
    Lo sguardo della sua sorellina si illuminò improvvisamente sentendo quelle parole, e a vederla in quello stato ad Enma si sciolse il cuore. Succedeva sempre così: per quanto in quel momento fosse scontroso e indisponente -principalmente per la mancanza di sonno, e sempre per gli stessi motivi- alla fine cedeva a tutto il bene che le voleva e giocare con lei non diventava più motivo di rassegnazione ma di gioia.
    Davvero? È da così tanto che non facciamo qualcosa insieme il weekend. Allora ti lascio dormire, a domani! Oh e... - gli si avvicinò con affetto e dopo avergli rusistemato la coperta lo baciò sulla guancia - Riposati bene.
    Se ne andò come era arrivata: lasciandolo atterrito, confuso e in qualche modo felice di essere lui il suo fratello maggiore.
    Adesso non resta altro che mettersi a riposare, al calduccio, qui sdraiato senza che nessuna seccatura al mondo. Solo io, questo letto e una vagonata di riposo e bei sogni...!
    Un altro lampo, questa volta non di freddo, lo avvolse inghiottendolo completamente ed ebbe la sensazione di - avete presente quando poco prima di dormire pensate di cadere e vi viene lo spasmo? Ecco, quella sensazione lì, solo che per lui durò più di qualche minuto e anche una volta arrivato nella stanza insieme agli altri lo si poteva vedere in preda alle convulsioni.
    Convinto che si trattasse solo di quella solita sensazione di vuoto poco prima di cadere nel mondo dei sogni - ancora doveva aprire gli occhi - si rigirò per terra e provò a simulare il sonno russando, pensando che se fosse riuscito a convincersi che stava dormendo ci avrebbe messo meno a farlo davvero.
    Non aveva tenuto in mente un piccolo particolare, un dettaglio minuscolo e apparentemente insignificante: pochi secondi dopo infatti sarebbe stato colpito violentemente da un tentacolo alieno proveniente probabilmente dai più orribili incubi di un misterioso sognatore di Providence. La forza con cui venne scaraventato al muro fece sì che su di esso rimanesse l'impronta del suo corpo, che quando si rialzò venne subito indicato da un'enorme figura alata interamente ammantata di nero, che gli chiese il suo nome e come descriverebbe la sua vita.
    Mi chiamo Enma... la mia vita in poche parole? Hah, tesoro, potrei riassumertela in una sola: sfiga.
    L'enorme figura angelica intimò a lui e a un gruppo di altri personaggi uno più bizzarro dell'altro di seguirlo lungo il corridoio. Poco prima aveva risposto immediatamente, senza pensarci troppo, ma adesso che si guardava meglio intorno poteva notare di essere in un enorme palazzo la cui splendente bellezza interna impallidiva di fronte a quella della città che stava al di fuori: una città marmorea sospesa nell'aria -Ecco il perchè della sensazione di vuoto!- con cascate che sovvertivano le leggi della fisica.
    Era a malapena riuscito a capire che cosa avevano detto gli altri del gruppo, le parole che lo colpirono di più furono "bro-con", "sis-con" e "sono un temutissimo assassino" (che detto da un cosetto così tenero era difficile da credere).
    Ancora non aveva fatto caso a nient'altro: non si era chiesto nè il come nè il perchè fosse stato chiamato lì insieme ad altre persone che non conosceva, nè tantomeno chi fosse il re o perchè mai si trovasse in un mondo diverso dal suo. Nella sua testa erano tutte cose normalissime: dopotutto quando si entra in un sogno non ci si pongono mai domande, si sa già tutto, e dopo quella sensazione di caduta linera non aveva nemmeno preso in considerazione l'idea che fosse un sogno strano da quanto era ovvio.
     
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    Il re ascoltò tutte le risposte prima di rispondere.
    Ottimo, signori e signore. È un piacere incontrare tutti voi, spero che potrete aiutarci come i prescelti prima di voi hanno già fatto in passato. disse, facendo un cenno con la mano e chinando la testa verso il gruppo.
    Una volta raggiunta la sala, Atomos sprangò le porte con un semplice movimento della mano (magia) e si sedette sul suo trono (sì, ce n'era uno anche qui), illuminato da una strana luce azzurra.
    Dunque, come promesso, è arrivato il momento delle spiegazioni... Qui ci troviamo su Aerys, un continente meraviglioso e pieno di avventurieri che combattono quotidianamente contro i mostri e contro il male che cerca di impossessarsi di queste terre, un male comandato dalla Regina Malvagia, di nome Karis. Il suo esercito è praticamente riuscito ad arrivare ai confini sudoccidentali del regno di Altera sulla terraferma; per respingere la sua potentissima e variegata armata siamo stati costretti a schierare praticamente ogni singolo combattente lungo quel confine. Tuttavia il suo esercito sta ancora aspettando dei rinforzi, rinforzi devastanti, ne sono certo... Il guaio è che non posso andare io stesso in quanto non posso lasciare la mia Città in questo momento di grave crisi: se io mi allontanassi da qui le catene invisibili che legano quest'isola fluttuante alla terraferma diventerebbero visibili e se qualcuno dovesse distruggerle, perderemo la possibilità di lasciare l'isola. Così ho chiesto aiuto al veggente della corte, che mi ha aiutato a trovare un antico libro. Sono riuscito così a creare quel simbolo magico proibito e a richiamare nuovi guerrieri da un'altra dimensione. Anche se la cosa vi sembrerà molto egoistica, strapparvi dal vostro mondo per un mio "capriccio" posso solo dirvi che mi dispiace, ma posso anche rassicurarvi: il tempo nella vostra dimensione scorre in modo differente: 1 giorno qui ad Aerys equivale a circa 1 secondo nella vostra dimensione.
    Ma passando ora a cose più importanti, ora voi siete diventati parte integrante di questo mondo e le vostre esistenze su questo pianeta sono state create dal nulla, tramutando le vostre qualità o i vostri ideali in realtà. Questo significa che ora avete ottenuto delle "classi". Il termine classi è molto usato qui e sta ad indicare una particolare specializzazione nel combattimento. Ce ne sono a migliaia e sono quasi tutte molto forti. Ma non è tutto. Questa volta sono riuscito a potenziare l'incantesimo di convocazione, aumentandone l'efficacia: questo significa che conosco già le vostre classi e voi siete già in grado di usarle al massimo delle vostre potenzialità.

    Era un discorso molto lungo e quasi del tutto privo di pause, segno che il Re aveva davvero molta fretta, ma questa cosa poteva aver messo confusione nelle teste dei poveri malcapitati che si erano ritrovati per la prima volta in una dimensione diversa e con una identità praticamente diversa. Se ne rese conto e quindi aggiunse ancora qualcosa.
    Nel frattempo, se avete altre domande da farmi sono a vostra disposizione. Mi sono reso conto di aver spiegato un po' troppo velocemente quello che è successo e di questo chiedo venia, ma il tempo a nostra disposizione è davvero poco...
    In attesa delle domande, il re si alzò dal trono e iniziò a fluttuare sopra al gruppo di giovani avventurieri.
    *****
    Dopo aver ascoltato tutto, rispose alle domande con pacatezza ma anche con una certa fretta.
    Scusate se magari non sono stato completamente esaustivo nel rispondere alle vostre domande ma il tempo è prezioso...
    Si avvicinò poi al gruppo, donando a ciascuno di loro una piccola borsa contenente delle ampolle.
    Ecco, prendete. Questi sono degli oggetti di cura, sono molto utilizzati in questo continente. Fate attenzione a non usarne troppi però: una volta terminati non ve ne saranno dati degli altri, anche perché state per recarvi in un posto piuttosto remoto...
    A quel punto, l'attenzione di tutti passa sul rumore di una porta che si socchiude, una di quelle piccole ai due lati in fondo alla sala del trono: una figura femminile fa capolino, ma quando si accorge della presenza del re si affetta a chiudere nuovamente la porta dietro di sé. Nessuno dei presenti è riuscito a vederla con chiarezza, tranne il re, che, per l'appunto, iniziò ad urlare, ma sempre in maniera pacata.
    METATRON! Ti ho già detto di non immischiarti, questa storia non fa per te!
    Tornò poi a rivolgersi agli altri.
    Scusatela, è mia figlia... Vuole sempre giocare a fare l'avventuriera ma io non posso permetterle di lasciare il castello, non ora. Potrebbero usarla come ostaggio per convincermi a ritirare le truppe o a lasciare l'isola... Non posso... disse, sconsolato e con aria preoccupata.
    Ma tornando a noi... C'è un'aeronave pronta a partire per portarvi a destinazione, vi farò guidare all'aeroporto da un gruppo di guardie. Buona fortuna, eroi. disse, mentre apriva la porta della stanza con la magia. Entrarono 3 guardie corazzate, pronte a scortare il gruppo sul luogo della partenza.
    ->Ciascuno di voi deve aggiungere all'inventario i seguenti oggetti:
    • n.10 Pozione (Ripristina 20 salute a 1 bersaglio)
    • n.5 Megapozione (Ripristina 20 salute a tutti)
    • n.5 Granpozione (Ripristina 100 salute a 1 bersaglio)
    • n.2 Extrapozione (Ripristina completamente la salute di 1 bersaglio)
    • n.10 Etere (Ripristina 20 mana a 1 bersaglio)
    • n.5 Turboetere (Ripristina 20 mana a tutti)
    • n.2 Megaetere (ripristina completamente il mana di 1 bersaglio)
    • n.5 Coda di Fenice (resuscita 1 alleato morto con 20 salute)
    • n.1 Elisir (ripristina completamente la salute e il mana di 1 bersaglio)

    ->Ricordo che il tempo massimo di risposta a questa quest è di 4 giorni.

    ->Ricordatevi di moltiplicare per dieci il vostro valore di salute totale attuale (con tutti i bonus del caso).
     
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    Rufus Redleaf_____
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    Il Re li aveva convocati in un'altra stanza, piuttosto ampia, per poi iniziare a spiegare il motivo per cui li aveva richiamati in quel luogo misterioso, lontano e che all'apparenza sembrava uno di quei regni descritti nei libri fantasy. Il loro compito era sconfiggere una regina malvagia che si era accampata da qualche parte. Il discorso sembrava interessante, ma Rufus come sempre mostrava la sua totale incapacità di concentrarsi su uno stesso discorso per troppo tempo, cosa che trovava - indovinate? Lo sapete già - noiosa. Si era perso all'inizio del discorso sulle classi.... Infatti stava provando ad usare la sua maschera, per diventare invisibile, ma i suoi poteri non rispondevano affatto ai suoi comandi: perché?

    Allora era vero, erano cambiati. Improvvisamente nella sua memoria si affacciarono nuove conoscenze, che prima non possedeva. Mentre il Re stava spiegando loro ciò che avrebbero dovuto sapere, il piccolo mago nero iniziò a giocherellare con i suoi poteri, creando una piccola sfera di fuoco fra le mani. "Wooooo!" disse meravigliato, iniziando a farla rotolare e passare da una mano all'altra come fosse un giocoliere. E ne creò una seconda, e una terza. Poi le lanciò in aria, per farle unire ma..... Perse il controllo delle sfere, che rimbalzarono per tutto il pavimento scatenando varie scintille in giro per la stanza.
    "*******..... Ehm.... Eheheheh! Sorry, grazie per gli oggetti" Disse massaggiandosi la testa e camminando imbarazzato verso il re che consegnava gli oggetti.
    Dopo quella figuraccia decise di rimanere in ascolto (più o meno), mentre metteva via gli oggetti. A quanto pareva c'era un'aeronave pronta ad aspettarli, prospettiva che lo esaltava abbastanza. Decise di avviarsi con gli altri verso il loro mezzo di trasporto, ascoltando quello che avevano da dire mentre si concentrava sulla sua magia e su ciò che conosceva riguardo a quella classe, giusto per non fare altre figuracce.
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    Ayane Oishiro
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    Da quando Ayane era finita in un Final Fantasy?
    La ragazza iniziava a non capire molto bene la situazione in cui era stata portata, contro la sua volontà tra le altre cose ma a quanto pare doveva per forza aiutare. Tra le altre cose la nostra protagonista aveva avuto modo di ammirare le tecniche dei suoi compagni di avventura tra i quali c'era anche...
    "Bianca? La sorella di Tatsuya-Senpai è qui?»
    Era rimasta sorpresa, molto sorpresa perché non si aspettava di vedere lei trascinata in un posto simile e con altrettante bizzarre persone con i poteri più stravaganti.
    Vennero scortati in una stanza migliore di quella di prima e decisamente più informale, qui Atomos fece il riassunto della questione: una regina malvagia stava radunando un esercito estremamente malvagio per distruggere il regno del re, quest'ultimo ha deciso di chiedere aiuto a persone con poteri straordinari di aiutarlo con queste crisi.
    Sembrava decisamente il setting di una storia di fantasia, ma a quanto pare era tutto vero come i tentacoli evocati da Carmen e le pallina di fuoco del bambino con il cappello da merlino.
    «Penso di capire la situazione, d'altronde non abbiamo altra scelta se non di aiutarvi vostra Maestà.»
    Si, in effetti quella era l'unica cosa che poteva fare se voleva ritornare a casa dal suo Senpai. Accettò di buon grado gli oggetti che il re fornì al gruppo, infondo non avevano avuto tempo di comprare nulla per equipaggiarsi ed era stata una fortuna che il sovrano concedesse loro tutti quegli oggetti.
    Ayane tuttavia si accorge che qualcuno li stava spiando: fece capolino, dall'altra parte di una porta, una leggiadra figura femminile cui il re ammonì subito.
    "Metatron? Ma non è un nome da uomo?"
    Fu questo il primo pensiero di Ayane nel sentire il nome della principessa, forse le cose in questo mondo fantastico erano molto diverse da come sono nella realtà.
    Ma bando alle ciance e ciancio alle bande, ora bisognava solo iniziare questa avventura.
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    Edited by ¬SasoRi - 10/10/2018, 13:34
     
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    Carmen R'Lyeh_____
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    Una cosa proprio fuori di testa! Cioè, non so se mi spiego: siamo stati evocati in un'altra dimensione da un re angelo nero che vola e che vive su un'isola nel cielo che ci racconta tutta la sua storiella su demoni, truppe, guerra, classi e altre cose fantasy! Sono una grande appassionata di questo genere e vivere qui mi sembra un sogno! Tanto che in effetti non ho prestato troppa attenzione alle parole dell'angelo nero Aomotos o come si chiama in quanto stavo esplorando un poco la mia nuova storia e le mie nuove capacità. Ero in grado di far cose davvero disgustose, ora! Però sarebbe stato divertente poter fare qualcosa di diverso dal solito, soprattutto in un ambiente COSI' TANTO FANTASY! Cioè, parliamone, c'era anche l'aeronave e perfino gli oggetti di cura!
    Ma la cosa più divertente di tutte e che qui, anche se non indossavo propriamente una maschera, essendo una persona quasi del tutto diversa avevo la possibilità di comportarmi come volevo senza subire le conseguenze che avrei pagato nel noioso mondo reale.
    Grazie, zio. Sei davvero una forza. Insegnami a volare, un giorno di questi! esclamai, prendendo tutto quello che aveva dato e riponendolo in una borsa a tracolla che avevo già addosso.
    Non avevo domande in particolare, volevo soltanto partire, esplorare e combattere.
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Seguito il Re attraverso il corridoio dalle ampie finestre, Bianca ed il gruppo del quale si era trovata a far parte entrò in quella nuova sala, con un secondo trono sul quale Atomos prese posto per passare alle doverose spiegazioni sulla situazione.
    Pur ascoltandole, Bianca aveva concentrato la propria attenzione sulle parole pronunciate in precedenza dagli altri presenti, sul loro aspetto e, sopratutto, su se stessa. Alcuni dei nomi che aveva sentito le erano familiari, soprattutto aveva riconosciuto il nome di Ayane, lo stesso di una cameriera del Maid Caffè che aveva incontrato – e, cosa più importante, non aveva alcun interesse verso una certa persona – insieme alla sorella della stessa, poi Enma – Tatsuya aveva un amico dallo stesso nome e dannatamente sfortunato, tanto che in sua presenza un quadrifoglio prendeva fuoco – ed anche il nome di Hiroshi, lo aveva sentito da Sophie insieme a tante, troppe altre parole sulle sue qualità e poteri, oltre all’elogio infinito ed interminabile alla sorellina di questo e che, stando alle sue parole, aveva baciato prima di uscire dal loro locale. Se per gli altri due potevano comunque esserci dei dubbi, su di lui era praticamente certa che si trattasse della stessa persona.
    “Ma tanto sappiamo tutti che sono io la sorellina migliore del mondo per il fratellino migliore del globo.”
    Da questi pensieri, pericolosamente prossimi alla competizione tra chi fosse più siscon e brocon, venne dissuasa da un particolare accenno fatto da Re Atomos che le fece sgranare gli occhi: catene invisibili che sorreggono il mondo.
    Gli angoli della bocca di Bianca si sollevarono in un sorriso di consapevolezza e di malcelata eccitazione.
    « Questa non è la prima volta che riesce il rituale. È così, non è vero? »
    Anche se l’aveva domandato aveva già ben chiara la risposta: quella non era la prima volta che qualcuno veniva trasportato in quel mondo da un’altra dimensione e non solo, lui era già stato lì. Che proprio lei fosse stata evocata tramite il rituale non era un caso: Bianca era stata chiamata a continuare la battaglia che era già stata di Tatsuya, doveva portare a termine quel che il suo gemello aveva iniziato e quelle classi, di cui Atomos aveva parlato, quel potere che percepiva dentro di sé ed al quale aveva potuto dare un nome, le avrebbero permesso di farlo.
    Realizzò anche un’altra cosa: in quel momento era diventata una protagonista.

    ***

    Fatte le varie domande, ottenute le varie risposte, arrivò il momento di congedarsi ed intraprendere il viaggio. Bianca accolse la borsa che le venne consegnata, conteneva gli oggetti che rappresentavano tutto l’aiuto che il Re poteva fornire in quel momento di crisi, mentre la porta si apriva. Non riuscì a vedere chi si fosse affacciato nella sala per quel breve attimo, ci pensò Re Atomos, dopo delle urla che le richiesero un grande autocontrollo per trattenerla dal pareggiarle per rimproverargli d’averle quasi fatto cadere la borsa dallo spavento, a dire che non si trattava d’altri che della propria figlia.
    “Guerrieri trasportati in un’altra dimensione, un mondo fantasy con poteri magici e classi di abilità, una guerra da combattere, un monarca angelo nero e, per finire, la figlia di questo. È una fortuna che ora qui ci sia io, se ci fosse stato lui… in una situazione come questa… posso ben immaginarmi come sarebbe andata a finire…”
    Si passò la lingua sulla labbra.
    “…. e non è detto che non succeda comunque.”
    Sentendosi come se fosse stata beccata a formulare certi pensieri, alla vista delle tre guardie corazzate alzò le mani in segno di resa e si lasciò scortare verso l’aeronave.
    “Se il comandante si chiama Cid gli chiedo l’autografo”
     
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    Hiroshi seguì con gli altri (ma al suo ritmo) il re fino a un’altra sala del trono, solo che questa era usata come “vera” sala del trono e non come circolo di evocazione per altri mondi. Lì il re-angelo illustrò la situazione – da fantasy classico – e li chiese se avessero delle domande. Hiroshi ce l’aveva.
    «Da quanto ho capito qua siamo degli avventurieri barra eroi con una missione da compiere. E fin qua tutto bene. Compiere missioni e sconfiggere il male è quello che fanno gli avventurieri barra eroi. Ma c’è un dettaglio che manca: la ricompensa.
    Perché, dai, ci deve sempre essere una ricompensa. Che siano dei soldi, un oggetto leggendario, degli exp, oppure una bella schermata finale con su scritto “The end”, comunque una ricompensa c’è.
    Quindi la domanda è: qual è la nostra, e nel mio specifico caso la mia, ricompensa? Non chiedo qualcosa di esagerato quale poter fare il bagno insieme a mia sorella come facevamo da bambini (ma se è possibile lo vorrei), mi basta anche qualcosa di meno importante, tipo qualche lingotto di mithril, un ingranaggio a moto perpetuo, una delle tre bestie senza pari nel creato da usare come modello per le mie creazioni, il segreto della vita artificiale. Cose così non sarebbero male.»


    Dopo la risposta del sovrano, che forse per noia si era messo a levitare, Hiroshi come i suoi compagni prese gli oggetti consegnati dal re. Decise, imitando il maghetto con le sue palle di fuoco, di mettere alla prova le sue capacità ed evocò il costrutto dello stregatto. Questi si mise ad osservare affascinato le sfere di fuoco che giravano e si acquattò per terra, pronto a gettarsi su di esse (Hiroshi era orgoglioso che la sua creatura artificiale potesse replicare fino a quel punto il comportamento di un normale gatto). Quando le varie sfere schizzarono per la stanza, subito lo stregatto si gettò all’inseguimento di una di esse; solo una volta che le sfere si furono estinte tornò indietro a farsi accarezzare, emettendo sonore fusa (Hiroshi era orgoglioso pure del motore interno che imitava il rumore delle fusa).
    Nel frattempo una figura, la figlia del re, si era affacciata alla stanza, senza peraltro farsi vedere se non dal suo furioso padre. Hiroshi sospirò tra sé di fronte allo sviluppo futuro: perché la figlia del re e non sua sorella? Sarebbe stato uno sviluppo migliore. Perché, insomma, era ovvio che sua sorella fosse meglio di qualsiasi figlia di un qualsivoglia re-angelo.
    Insieme agli altri si avviò verso l’aeronave.
     
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    Seguito il re nell'altra stanza con un altro trono - forse era una sua passione - rimase in religioso silenzio lasciando che il re-angelo parlasse. Egli spiegò, non in modo approssimativo perchè riuscirono tutti a capire di cosa si trattava e quale fosse la minaccia che incombeva sul regno, ma sicuramente frettolosamente e non badando a dare troppi dettagli.
    Una strega minacciava il regno del re-angelo con le sue immonde armate e lui, in un tentativo disperato, invocò guerrieri da un altro mondo per fermarla, non potendo lui lasciare il suo castello poichè avrebbe lasciato scoperte le sue vulnerabilità - come la sua curiosa figlia con l'animo da eroe.
    Guardando fuori dalle enormi finestre che decoravano la stanza Enma poteva vedere come fosse il mondo in cui era stato appena evocato: sovvertiva le leggi della fisica normale ed era di una bellezza sconfinata, gli sembrava davvero di vivere in un mondo fantasy e ammettiamolo, chi di noi non ha mai desiderato vivere un'avventura del genere in un mondo simile? - d'altronde è lo scopo primario di questa narrazione... ups!
    Ascoltando le parole del re qualcosa prese la sua attenzione più di altre informazioni: ora aveva una "classe" e avendo giocato molto agli RPG sapeva perfettamente cosa ciò implicasse. Prima ancora di verificare quali fossero i suoi nuovi poter, voleva controllare quali fossero e se avesse dei NON-poteri.
    Mio Signore, io avrei una domanda. Queste "classi" di cui ci ha parlato sostituiscono i poteri che avevamo nel nostro mondo? - avendo ricevuto una rapida risposta affermativa un sorriso a trentadue denti gli si stampò in volto: Dunque non ho più quella terribile sfortuna che mi ha sempre perseguitato! Ma è fant- AHIA! Ok, chi è stato?
    Una scintilla lo aveva colpito bruciandogli il fondo schiena e facendolo saltare di qualche metro - ora restava da capire se questo facesse parte delle sue nuove capacità fisiche o fosse solo il solito effetto comico - e quando atterrò andò in cerca di chi lo voleva arrostire prima ancora della strega.
    Dai tuoi vestiti e visto il tuo corpicino direi che non puoi assolutamente essere stato tu, vero signor Mago Nero? - chiese, in tono molto ironico, a Rufus. A quanto pare la sfortuna era un suo tratto caratterizzante, non solo frutto di un potere, doveva rassegnarvisi.
    Un colpo di fortuna però fu quando il re si mise a distribuire pozioni ed altri oggetti oggettivamente utili alla loro missione, e nessuno poteva negarlo, per questo erano "oggetti oggettivamente utili". Oltre a questi venne messa a loro disposizione una così detta "Aeronave", che dunque - suppose Enma - doveva essere una sorta di aereo di quel mondo. seguì dunque il gruppo finchè non raggiunsero il porto, più motivato che mai dall'idea di una possibile ricompensa.


    CITAZIONE
    Inventario:
    x 10 Pozione (Ripristina 20 salute a 1 bersaglio)
    x 5 Megapozione (Ripristina 20 salute a tutti)
    x 5 Granpozione (Ripristina 100 salute a 1 bersaglio)
    x 2 Extrapozione (Ripristina completamente la salute di 1 bersaglio)
    x 10 Etere (Ripristina 20 mana a 1 bersaglio)
    x 5 Turboetere (Ripristina 20 mana a tutti)
    x 2 Megaetere (ripristina completamente il mana di 1 bersaglio)
    x 5 Coda di Fenice (resuscita 1 alleato morto con 20 salute)
    x 1 Elisir (ripristina completamente la salute e il mana di 1 bersaglio)
     
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    Esatto, questa non è la prima volta che il rituale riesce, anzi è la terza,a dirla tutta rispose Atomos alla domanda di Bianca.
    Quello è un pensiero piuttosto offensivo nei confronti di mia figlia, Ayane, ma farò finta di nulla per questa volta disse poi alla ragazza con la pelle rossa. Già, il re si era dimenticato di menzionare il fatto che fosse in grado di leggere la mente, o forse era stato detto ma in maniera non così tanto specifica.
    La vostra ricompensa saranno punti esperienza e una richiesta che potrete farmi a missione conclusa disse ancora, in risposta a Hiroshi.
    Beh, non so da quale mondo di preciso proveniate ma so per certo che tutto ciò che sapete fare qui è collegato alle vostre specializzazioni e classi... rispose a Enma, poco prima che il suo didietro prendesse fuoco.

    Bene, spero che ora siate tutti soddisfatti. Seguite le guardie, vi scorteranno all'aeronave. Non è un granché ma non vogliamo attirare troppo le attenzioni del nemico con un velivolo maestoso. Senza contare che tutte le aeronavi militari sono già state impiegate nella guerra... Buona fortuna e grazie ancora per il vostro aiuto.
    Detto questo, gli avventurieri vennero scortati fino all'Eliporto, fatti salire sull'aeronave che partì pochi istanti dopo, verso una direzione ancora sconosciuta. A bordo, oltre ai nuovi eroi, vi era un piccolo equipaggio di 4 uomini che controllavano l'aeronave. C'erano circa 10 stanze al'interno che erano state adibite a camere da letto. Ognuno degli avventuriere ne sceglierà una dove posare le proprie cose e riposare in attesa dell'arrivo. Oppure potrebbero anche decidere di incontrarsi e fare amicizia, fare domande all'equipaggio ed esplorare l'aeronave.
    ->Potete fare quello che vi pare, se decidete di fare incontrare i personaggi ci si potrà rispondere con battute brevi e senza turni, altrimenti potrete esplorare e fare domande e in quel caso risponderò io brevemente subito dopo di voi.

    ->Ricordo che il tempo massimo di risposta a questa quest è di 4 giorni.
     
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82 replies since 24/9/2018, 19:18   1173 views
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