Per una piadina alla Capannina

Privata Goro (Kuron) - Tatsuya (etc)

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  1. .Micael.
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    La Luce

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    La condizione di Alice aveva attratto tutta l’attenzione, ancora più del chiosco tutto particolare davanti al quale si trovavano, Tatsuya avrebbe tanto voluto fare qualcosa per farla stare un po’ meglio ed aveva anche le abilità giuste per farlo, solo che quel suo metodo prevedeva una fiamma calda e gentile che la avrebbe fatta sentire immediatamente non solo in piene forze, le avrebbe anche risolto qualsiasi altro acciacco o indolenzimento muscolare, di sicuro si sarebbe resa conto che era successo qualcosa di strano, per non parlare… del fuoco e del calore. Fortunatamente ci pensò Goro che, con un gesto rapido, sfruttando un giusto tempismo la disattenzione dettata dalla stanchezza di Alice, le nebulizzò davanti una vera e propria medicina contro la stanchezza. Dovesse riuscire a condensarlo in una compressa effervescente manderebbe in fallimento quelli del Supradyn.
    L’effetto dell’intervento di Goro fu progressivo, Alice ebbe l’impressione di star riprendere gradualmente fiato senza aiuto esterno, il massimo della stranezza stava nel sorprendersi di stare fisicamente meglio di quanto credesse – era convinta di non essere in grado di ristabilirsi da quella scarpinata senza una notte di riposo e una mattinata di rilassamento al pc. Tatsuya trasmise mentalmente un ringraziamento all’amico, per aver aiutato anche Alice gli era ancora più grato di quanto già non fosse. Ed ovviamente avrebbe offerto la merenda a tutti.
    «Particolare come posto, di sicuro l'odore non mi ricorda niente che io abbia mai sentito. »
    «Vero, che tipo di cibo fanno qui?»

    Il chioschetto aveva già avuto successo nel compito di sorprendere Goro e Kuron, sia esteticamente che, soprattutto, per gli odori che vi provenivano.
    Prima che Tatsuya potesse rispondere, Bianca annusò l’aria come se avesse trovato una traccia insperata.
    «Ma questo è gnocco fritto!»
    «Proprio così. La signorina ha un buon naso. »
    Dalla piccola costruzione emerse il proprietario dell’attività: Paolo Rosetti, un uomo sui 35 anni originario di Rimini, di media statura e dall’aria simpatica, una traccia di farina sulla guancia sinistra, pochi centimetri sotto gli occhiali dalla montatura nera che si confondeva tra l’identico colore dei capelli, testimoniava che aveva finito da poco di impastare.
    «Sono Paolo, niente formalismi e niente cognomi, chiamatemi solo così. Per assaggiare qualcosa della cucina romagnola non potevate scegliere posto migliore. Lo gnocco fritto lo facciamo ma soprattutto siamo una piadineria. Abbiamo una buona scelta di piadine e di cascione. Questo non c’è nessuno in città che lo fa buono quanto noi. »
    «Ecco che fa lo sburon »
    «Lei è Dalila, mia moglie e schiavista »
    «Ma valà»

    Dalila Montesano, di anni 36, si era presentata sulla scena con un piccolo vassoio su cui teneva degli gnocchi fritti omaggio, dopo aver sentito l’esclamazione di Bianca non aveva potuto fare a meno di portare un assaggio per far provare quei sapori ai ragazzi, portando anche del salame appena affettato. Originaria di Roma, con madre dell’alta Campania, Riminese di adozione, Dalila era una donna sicuramente particolare per i canoni giapponesi, con i suoi capelli biondi tagliati molto corti, dei grandi occhi azzurri e quel suo immenso sorriso che ti faceva sentire subito in famiglia tanto da sembrare, mentre offriva gli assaggi ai ragazzi, più una zia che una commerciante. Sophie la chiamò proprio così ringraziandola, “zia”, in italiano.
    « Se volete approfondire abbiamo anche un ristorante. » - con una strizzata d’occhio la zia li invitò ad accostarsi al chiosco mentre il marito avvicinava due tavoli e preparava le sedie.
    Davanti al bancone per le ordinazioni c’era una lavagna con su scritta la possibilità di avere l’impasto integrale. Dietro, alle spalle di Dalila, che aveva preso posto per servirli, in alto un menù fotografico con le piadine, il cascione e lo gnocco fritto, in basso il banco frigo straripante di alimenti. C’erano i salumi, il prosciutto crudo e cotto, il salame, lo speck, la spianata, ed i formaggi, lo squacquerone, il gorgonzola, la mozzarella, il grana, e la maionese ed altre salse, e la rucola, l’insalata, peperoni zucchine e melanzane ed ancora altra roba che se la nominassi tutta vi darei troppi motivi per avere fame.
    «Allora ragazzi, cosa vi do? »
    Mentre tutti cercavano di schiarirsi le idee, Bianca urlò un “gnocco fritto!” che fece ridere la bionda ristoratrice.
    «Arriva subito » e tuffò lo gnocco nella friggitrice.
     
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