Per una piadina alla Capannina

Privata Goro (Kuron) - Tatsuya (etc)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    AF's Master of the End
    La Luce

    Group
    Admin
    Posts
    3,788
    Anormalità
    +21
    Location
    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

    Status
    « Ed eccoci qua! »
    L’allegria che caratterizzava l’esclamazione non avrebbe mai permesso di immaginare di che tenore fossero potuti essere gli avvenimenti che avevano caratterizzato la giornata fino a quel momento. Tutto era cambiato dopo aver lasciato il dormitorio per dirigersi verso la loro nuova destinazione; Sharon aveva proposto di usare di nuovo il suo potere per portare tutti immediatamente alla meta, subito distolta dal proposito di aprire il varco perché sarebbe se qualcuno avesse assistito alla comparsa dall’aria di un gruppo di ragazzi, ed avesse poi raccontato ad altri la scena, con ogni probabilità questo qualcuno sarebbe stato accompagnato in una clinica psichiatrica con possibili fastidi anche per loro. In altre parole, era impraticabile e, come chiarì con enfasi Bianca, “da cretina”. Dovettero fare coma fanno tutti, ricorrere a dei mezzi molto normali per spostarsi. Le possibilità a quel punto erano due: prendere l’autobus, oppure andare a piedi. L’autobus lo persero per una manciata di secondi. Si ritrovarono ancora una volta con due opzioni, una delle quali nuova: aspettare il successivo, oppure andare a piedi. Temendo che la sfortuna potesse abbattersi ancora, magari attirata dall’unione di tanta anormalità, facendo saltare i successivi tre autobus, scelsero di fare i giovani e camminare. Fino in città.
    Marcare questo punto, per quanto possa rappresentare una scelta quasi stilistica, non è molto sensato dato che loro, fin dei conti, non si trovavano certo nell’estrema periferia e muoversi a piedi era molto più semplice di quanto si sia cercato di far apparire. Almeno questo si potrebbe pensare se non si guarda silenziosamente il fatto da un certo punto di vista.
    Dopo aver camminato per qualcosa più di una decina di minuti, con Tatsuya che si era più volte raccomandato di dire, ad ogni sguardo strano, che Kuron era con Goro e non aveva con lui alcun legame che eccedesse l’amicizia, il tutto per attenuare un po’ l’istinto omicida di chi invidiava la sua skill Harem Protagonist EX, si ritrovarono in una via del centro cittadino, nel punto da dove abbiamo iniziato, davanti ad un chiosco che Tatsuya indicava con eccessivo trionfalismo.
    Se avesse caratteristiche particolari? Non esattamente: era un chiosco, una piccola struttura rotonda in cemento armato con le pareti esterne rivestite di piastrelle anticate per dare l’effetto di trovarsi davanti ad una struttura storica nonostante l’edificazione piuttosto recente, un’ampia tettoia in legno che correva tutt’attorno, sorretta da varie colonnine rivestite come la costruzione principale, che copriva sei tavolini ognuno con tre sedie; sul tetto, ben leggibile dalla parte frontale, svettava l’insegna riportante il nome: “La Capannina”.
    « Allora? Che ve ne pare? » l’entusiasmo esagerato di Tatsuya, fin troppo ostentato per non far pensare che stesse cercando di nasconde qualcosa, non era contagioso.
    « Tsu-kun? Mi sa che lei non è abbastanza allenata. » Sophie cercò di derubargli l’attenzione attraverso una genuina preoccupazione per le condizioni di Alice.
    Infatti, prima di lasciare i dormitori, il loro gruppo si arricchito con un nuovo elemento che, suo malgrado, era stato trascinato fuori dalla sua stanza. Alice Claradei. La loro cugina, trascinata fuori, come tutti quanti vi starete già aspettando, dalla solita Sophie, sebbene il fratello abbia fatto ben poco per fermarla o farla desistere mentre Alice si mostrava molto in difficoltà ed incapace di esprimere un rifiuto, forse perché Tatsuya aveva inteso che in realtà lei aveva tutta l’intenzione di seguirli.
    « S-s-sto b-bene. Devo… ri-riprendere….fia..to… »
    Ma Alice stava avendo un po’ di problemi, non era affatto allenata ed il passo che avevano tenuto era davvero troppo veloce per lei, nonostante non avessero propriamente camminato velocemente. Il suo stato fisico non era ottimale, non era affatto in forma ed in quel momento, suo malgrado, le difficoltà si erano palesate tutte insieme. Non si capiva se era più rossa per la vergogna della figura che stava facendo o per la fatica che aveva fatto; la prospettiva di potersi sedere, però, la rincuorava un bel po’, e lo star per mangiare qualche sapore conosciuto e per il quale sentiva una certa nostalgia, riusciva a darle la forza per non collassare sul posto.
    La domanda di Tatsuya, il cui entusiasmo aveva cercato di far passare inosservate le condizioni precarie di fiato di Alice, restava valida per tutti gli altri.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar




    All Fiction's official memelord

    Group
    Admin
    Posts
    1,497
    Anormalità
    +7
    Location
    Internet

    Status
    Goro Nishimura
    Una serie di sfortunati eventi si tramutò presto in un motivo valido per andare a mangiare qualcosa, per quanto potesse suonare incredibile.
    Ora erano tutti decisi ad andare a provare il cibo di questo chioschetto italiano proposto da Tatsuya, ma se i loro anormali metodi di locomozione non erano fattibili, come fatto notare a Sharon dopo aver proposto i suoi portali, non restava altro da fare se non utilizzare i mezzi pubblici, anche questi legati a ricordi misti tra piacevoli e spiacevoli, almeno per Kuron, Tatsuya e Sophie.
    Incredibile come anche un tram possa far riaffiorare ricordi, vero?
    Fatto sta che, se non per qualche secondo di ritardo, finirono per perderlo, quasi volesse essere il modo che aveva l'universo di ricordare a tutti loro che alla base di quella giornata, non importa quanto fosse migliorata, c'era la sfortuna.
    Il gruppo decise di muoversi a piedi, dopotutto il centro non era così infinitamente lontano, e di sicuro Goro e Kuron non avrebbero avuto il benché minimo problema a farsela a piedi, visto che uno faceva la fotosintesi e l'altra aveva semplicemente una resistenza che andava ben oltre l'umano.
    Insomma, dopo una semplice passeggiata, arrivarono in questo posto, un semplice chioschetto dall'aspetto volutamente antiquato, anche ben fatto a dirla tutta, da cui Goro e Kuron sentirono uscire odori assai diversi da quelli a cui erano abituati.

    Ed eccoci qua! Allora? Che ve ne pare?

    L'entusiasmo di Tatsuya superava l'umana immaginazione, sembrava davvero felice di aver portato tutto questo gruppo di gente proprio da quel chioschetto, ma Sophie gli fece presto notare che Alice, la nuova aggiunta al gruppo, non aveva apprezzato la lunga camminata.

    Mmh...Quasi mi dimenticavo che lei ha un fisico molto più fragile della norma.

    E come biasimarlo? Normalmente, chiunque associandola agli altri Kamishiro l'avrebbe pensata quasi sovrumana.

    S-s-sto b-bene. Devo…ri-riprendere….fia..to…

    Fortunatamente per lei e l'infinita preoccupazione che Tatsuya era in grado di provare per le dolci ragazze della sua famiglia, in quel momento c'era Goro con loro.
    Mentre Alice era troppo occupata a concentrarsi per recuperare un minimo di normalità respiratoria, approfittando anche del fatto che stava tenendo gli occhi chiusi per la fatica, Goro iniziò a modificare la sua mano per permetterle di nebulizzare delle sostanze, in questo caso l'equivalente di un energy drink incredibilmente più potente, ma calibrato per non sovraccaricare il corpicino di Alice.
    Fatto ciò, passò la mano appena sotto al viso della ragazza e rilasciò la nuvoletta di energia nebulizzata proprio vicino alla sua bocca, così da facilitarne l'immissione nel sistema. Inutile dire che, come ci si aspetterebbe da Goro, quella sostanza avrebbe regolato la respirazione, battito cardiaco, temperatura corporea e ripristinato le energie, il tutto in maniera non istantanea, così da non far venire strani dubbi ad Alice, ma abbastanza rapida da farla sentire meglio in poco tempo, ovviamente una sostanza inodore e insapore, non potendo far capire alla ragazza cosa fosse successo.
    Soddisfatto del suo operato, Goro guardò Tatsuya con complicità, sapendo che lui già aveva visto nella sua mente cosa stesse per fare, e rispose alla sua domanda.

    Particolare come posto, di sicuro l'odore non mi ricorda niente che io abbia mai sentito.

    Kuron, sorridendo per ciò che aveva appena visto fare a Goro, lo seguì nel rispondere.

    Vero, che tipo di cibo fanno qui?

    Sia lei che Goro avevano capito che facevano cibo italiano, ma non avevano ancora capito che tipo di cibo, specialmente lui che aveva iniziato a mangiare quello stesso anno e solo quando Asako glielo chiedeva.
    Coded by Robb †
    Scheda
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    AF's Master of the End
    La Luce

    Group
    Admin
    Posts
    3,788
    Anormalità
    +21
    Location
    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

    Status
    La condizione di Alice aveva attratto tutta l’attenzione, ancora più del chiosco tutto particolare davanti al quale si trovavano, Tatsuya avrebbe tanto voluto fare qualcosa per farla stare un po’ meglio ed aveva anche le abilità giuste per farlo, solo che quel suo metodo prevedeva una fiamma calda e gentile che la avrebbe fatta sentire immediatamente non solo in piene forze, le avrebbe anche risolto qualsiasi altro acciacco o indolenzimento muscolare, di sicuro si sarebbe resa conto che era successo qualcosa di strano, per non parlare… del fuoco e del calore. Fortunatamente ci pensò Goro che, con un gesto rapido, sfruttando un giusto tempismo la disattenzione dettata dalla stanchezza di Alice, le nebulizzò davanti una vera e propria medicina contro la stanchezza. Dovesse riuscire a condensarlo in una compressa effervescente manderebbe in fallimento quelli del Supradyn.
    L’effetto dell’intervento di Goro fu progressivo, Alice ebbe l’impressione di star riprendere gradualmente fiato senza aiuto esterno, il massimo della stranezza stava nel sorprendersi di stare fisicamente meglio di quanto credesse – era convinta di non essere in grado di ristabilirsi da quella scarpinata senza una notte di riposo e una mattinata di rilassamento al pc. Tatsuya trasmise mentalmente un ringraziamento all’amico, per aver aiutato anche Alice gli era ancora più grato di quanto già non fosse. Ed ovviamente avrebbe offerto la merenda a tutti.
    «Particolare come posto, di sicuro l'odore non mi ricorda niente che io abbia mai sentito. »
    «Vero, che tipo di cibo fanno qui?»

    Il chioschetto aveva già avuto successo nel compito di sorprendere Goro e Kuron, sia esteticamente che, soprattutto, per gli odori che vi provenivano.
    Prima che Tatsuya potesse rispondere, Bianca annusò l’aria come se avesse trovato una traccia insperata.
    «Ma questo è gnocco fritto!»
    «Proprio così. La signorina ha un buon naso. »
    Dalla piccola costruzione emerse il proprietario dell’attività: Paolo Rosetti, un uomo sui 35 anni originario di Rimini, di media statura e dall’aria simpatica, una traccia di farina sulla guancia sinistra, pochi centimetri sotto gli occhiali dalla montatura nera che si confondeva tra l’identico colore dei capelli, testimoniava che aveva finito da poco di impastare.
    «Sono Paolo, niente formalismi e niente cognomi, chiamatemi solo così. Per assaggiare qualcosa della cucina romagnola non potevate scegliere posto migliore. Lo gnocco fritto lo facciamo ma soprattutto siamo una piadineria. Abbiamo una buona scelta di piadine e di cascione. Questo non c’è nessuno in città che lo fa buono quanto noi. »
    «Ecco che fa lo sburon »
    «Lei è Dalila, mia moglie e schiavista »
    «Ma valà»

    Dalila Montesano, di anni 36, si era presentata sulla scena con un piccolo vassoio su cui teneva degli gnocchi fritti omaggio, dopo aver sentito l’esclamazione di Bianca non aveva potuto fare a meno di portare un assaggio per far provare quei sapori ai ragazzi, portando anche del salame appena affettato. Originaria di Roma, con madre dell’alta Campania, Riminese di adozione, Dalila era una donna sicuramente particolare per i canoni giapponesi, con i suoi capelli biondi tagliati molto corti, dei grandi occhi azzurri e quel suo immenso sorriso che ti faceva sentire subito in famiglia tanto da sembrare, mentre offriva gli assaggi ai ragazzi, più una zia che una commerciante. Sophie la chiamò proprio così ringraziandola, “zia”, in italiano.
    « Se volete approfondire abbiamo anche un ristorante. » - con una strizzata d’occhio la zia li invitò ad accostarsi al chiosco mentre il marito avvicinava due tavoli e preparava le sedie.
    Davanti al bancone per le ordinazioni c’era una lavagna con su scritta la possibilità di avere l’impasto integrale. Dietro, alle spalle di Dalila, che aveva preso posto per servirli, in alto un menù fotografico con le piadine, il cascione e lo gnocco fritto, in basso il banco frigo straripante di alimenti. C’erano i salumi, il prosciutto crudo e cotto, il salame, lo speck, la spianata, ed i formaggi, lo squacquerone, il gorgonzola, la mozzarella, il grana, e la maionese ed altre salse, e la rucola, l’insalata, peperoni zucchine e melanzane ed ancora altra roba che se la nominassi tutta vi darei troppi motivi per avere fame.
    «Allora ragazzi, cosa vi do? »
    Mentre tutti cercavano di schiarirsi le idee, Bianca urlò un “gnocco fritto!” che fece ridere la bionda ristoratrice.
    «Arriva subito » e tuffò lo gnocco nella friggitrice.
     
    Top
    .
2 replies since 12/8/2019, 22:47   75 views
  Share  
.
Top