Tra i confini del sogno

Multipla chiusa - Micael & Tabris

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  1. Tabris_17
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    Quando Haiiro entrò nel Maid Cafè non fu stupito di trovarsi di fronte un caffè fumante, né che si trattasse proprio del suo desiderato caffè forte senza latte e zucchero. Del resto non serviva certo la One Heart di Tatsuya per indovinare cosa avrebbe ordinato: il giorno in cui avesse chiesto qualcosa di diverso sarebbe stato il segnale per il distacco della faglia di Sant’Andrea e il conseguente terremoto, The Big One, che avrebbe devastato l’intera West Coast dell’America. Meglio non turbare l’ordine cosmico.
    Più inaspettata la presenza di una seconda tazza di caffè accanto alla prima che, come intuì dalle parole di Tatsuya, non era un premio omaggio per l’assidua frequentazione del Maid, sul genere paghi uno prendi due, ma era per il capo-cameriere stesso, che gli chiese di bere assieme.
    «Ciao Tatsuya. Certo, perché no?»
    Non si fermò a chiedersi se ci fosse una motivazione dietro quell’invito. Voler fare una pausa dal lavoro è comprensibile. Bere un caffè è un piacere. Berlo insieme a un amico lo è, se possibile, ancora di più. Dunque non c’era nulla di insolito o bisognoso di spiegazioni.
    Si accomodò a un tavolino da due posti, in modo che lui e Tatsuya si trovassero uno di fronte all’altro, poi prese uno dei due caffè e se lo portò alle labbra. Al solito la bevanda aveva il potere di rinfrancarlo e di allontanare fatica e pesantezza. Si ricordò di un vecchio barista mezzo russo incontrato tempo addietro, di come gli avesse detto che bere il caffè quando si aveva troppo sonno fosse come applicare un impacco ai morti. Sorrise: forse era davvero così, ma a lui quell’impacco faceva bene. Poi si disse che sorridere a quel modo, dal nulla, poteva sembrare strano al suo interlocutore, prima di ricordarsi che tanto lui poteva spiare nel suo animo. Ma ormai il sorriso se n’era andato e del resto mica sapeva se Tatsuya stesse osservando i suoi pensieri in quel momento. Ma poi, cambiava realmente qualcosa?
    Bevve un altro sorso di caffè. Lo assaporò, lentamente. Riportò la sua attenzione sul ragazzo di fronte a sé. Notò i suoi occhi dorati. Strano, lo conosceva dal primo giorno che si era trasferito in quella scuola, eppure gli sembrava di accorgersi solo in quel momento del colore dei suoi occhi.
    «A proposito di parlare, ho sentito dire che ti sei trovato una fidanzata. È vero? Mi aspettavo di vedere metà delle studentesse vestite a lutto a questa notizia, ma per ora non ne ho vista nessuna… Anche se ora che mi viene in mente il tono usato da alcune di loro era piuttosto… com’è quell’aggettivo? Inserpito?»
     
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4 replies since 17/9/2019, 22:31   56 views
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