[SOSPESA] La farfalla del malaugurio

multipla chiusa

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    multipla chiusa: ×Bittu× e .Micael.
    uso la vecchia scheda, la nuova l'ho persa :asd:



    PRIMO POST PERSO ç_ç



    Edited by .Micael. - 16/7/2014, 19:29
     
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    Ma è già mattina?

    È tutto ciò che riesco a dire mentre la sveglia intona quella sua infernale melodia che mi ha appena strappato alla dolcezza del sonno. Non sono nemmeno riuscito a salutarla. Ahi! La testa!

    Uffa, non avevamo ancora finito...

    Accidenti Shiro, lo sai che mi costa un dolore indicibile quando fai questo...

    Ah! È vero! Scusa...allora a questa sera...

    Ed ora tace. Per due volte l'ha fatto, per due volte mi ha inflitto tutto quel dolore...avrò l'emicrania per l'intera giornata. Chissà perché a noi non riesce di interagire durante il giorno, eppure ho avuto a che fare con una situazione di interazione durante la veglia con tanto di scambio di personalità. Ecco, forse l'ultima cosa è meglio che non avvenga. E la sveglia suona ancora...devo essere delicato nello spegnerla, ne ho già rotte tre questo mese, sul muro ci sono ancora i segni dell'ultima che...si è incastrato il tasto! Ok, basterà rimuovere la batteria e...C'È UNA VITE? COME SAREBBE A DIRE!! Io non ho un cacciavite sottomano! Immagino di dover ricorrere di nuovo al buon vecchio sistema...

    Ho appena schiantato contro il muro quella sveglia diabolica dando il buongiorno anche ai miei compagni di stanza. Diciamo che si sono leggermente irritati ma è niente in confronto a come si arrabbierà Misaka quando glielo dirò, dopotutto è stata lei a comprarmela dopo che Yuno si lamentò con lei quando le distrussi la quindicesima sveglia che mi aveva preso, l'ultima che mi avrebbe mai comprato. Parole sue. Ma cosa posso farci io se con me le sveglie decidono di darsi all'anarchia? Sono loro che mi stanno trasformando in uno sveglinator. Però forse ora è meglio smetterla di stare qui a fissare il vuoto.
    Con grande calma mi dedico a tutte le mie faccende: apro l'armadio in cerca di qualcosa da mettermi, questa roba che è appena caduta andrà bene, e filo in bagno a lavarmi prima che si sveglino definitamente gli altri. Non che mi ci voglia molto per farlo, solo che trovo quasi rassicurante essere il primo in bagno mentre tutti gli altri sono ancora nel mondo dei sogni.
    Sarà passata una decina di minuti da quando sono entrato ed ho già terminato, mi sento come rimesso al mondo, nonostante il mal di testa che continua ad attanagliarmi. Oh beh, magari un po' d'aria fresca mi farà bene. E poi devo anche fare colazione. Vediamo un po' che ore sono che...a già...
    Comunque non dovrebbero ancora essere le otto, punto sempre le sveglie alle sette e mezzo per avere tutto il tempo che mi serve. “Per fare cosa?” vi starete chiedendo. Naturalmente per andare al mio Caffè preferito. È Lunedì, quindi sono due giorni che non le vedo. È vero che alla mattina non si mettono le loro adorabili divise e che ha tutto l'aspetto di una normale caffetteria, anche il menù è ridotto ed il personale è limitato a due ragazze. Oggi dovrebbero essere di turno Hitomi e Kyoko ma la memoria potrebbe ingannarmi. Verificherò di persona.
    Sono già per strada ed ho la sensazione di aver fatto prima del solito, c'è ancor meno gente di quanta me ne aspettassi, nemmeno i club si sono ancora riuniti. Chissà che ore sono...potrei chiederlo se solo ci fosse qualcuno...non è comunque un problema visto che oramai sono davanti al locale e mi appresto ad entrare.
    Oltrepasso la porta salutando come al solito; non c'è molta gente dentro, solo un paio di persone sedute ai tavoli e basta. Mi sembra piuttosto strano, non che di solito a quest'ora sia pieno ma...in effetti non ho idea di che ora sia. Al bancone vedo, come mi aspettavo, Hitomi che mi saluta con ampi movimenti della mano, chiederò a lei che...che succede? Qualcuno sta per finirmi addosso, stava correndo e nel tentativo di fermasi è inciampato. Ho tutti i dati che mi servono, se non perdo tempo posso reagire. Con un veloce gesto le sfilo di mano il vassoio, non posso rischiare che lo versi, mentre mi defilo velocemente e con l'altro braccio lo afferro, assecondando un po' la caduta per rendere la presa più dolce. Ad essermi quasi finito addosso è l'altra cameriera di turno, ma non si tratta di Kyoko. Mi bastano i suoi capelli castano chiari ed il fatto che abbia rischiato una fine così rovinosa a farmi capire che si tratta di Inaho.

    Stai bene?

    S-si. Scusa, dovrei essere io a chiedertelo visto che ti ho quasi travolto. Sono così distratta nyan. Ora ho un cliente da servire, scusa ancora.

    Mi strappa di mano il vassoio e corre via. È così impacciata certe volte ma è così carina...
    Raggiungo il bancone e mi siedo al mio solito posto.

    Vedo che Kitty Cat non ha tardato a darti il buongiorno.

    Mi dice Hitomi non appena mi siedo.

    Diciamo di si. E Kyoko?

    Oggi aveva degli impegni prima delle lezioni ed ha chiesto alla morettina di sostituirla. A proposito di morettine, vedi di non farti coinvolgere troppo da Kitty Cat altrimenti come credi che la prenderebbe la nostra Misaka?

    Non dovresti servire i clienti?

    A quest'ora non c'è quasi nessuno, non preoccuparti di me.

    A proposito, che ore sono?

    Sono all'incirca le 8 e...noooo, non dirmi che ne hai distrutta un'altra!

    Si era incastrato il tasto per spegnerla e lo scomparto delle batterie era bloccato da una vite....

    Ahahah! Non ci credo! Quand'è che te l'ha presa?

    Lo scorso giovedì...

    Ahahahaha! Spettacolo! Tre giorni e l'hai distrutta, te sei il meglio!

    Se tra una risata e l'altra trovassi il tempo di farmi anche un cappuccino...

    Tranquillo, ho iniziato a fartelo quando ti ho visto entrare, lo so che prendi sempre questo la mattina. Ecco a te Sora.

    Prontamente mi consegna la tazza. Ha l'abitudine di chiamare le persone per soprannome, si fa sempre i fatti degli altri ed adora scherzare e dar fastidio agli altri in questo modo, però è davvero una brava ragazza.

    Arrivano clienti. Se non ti do retta non tirarmi la tazza, ok?

    Scherzi? Ti tiro solo il piattino...

    Ad essere entrata nel locale è una ragazza da sola. Si è distrattamente venuta a sedere di fianco a me, nonostante i posti al bancone siano tutti liberi, per poi ordinare del latte macchiato.
    Ha attirato la mia attenzione per qualcosa che avverto da dentro di lei, un qualcosa di assurdamente strano ma la mia emicrania mi impedisce di comprendere fini in fondo o almeno credo che la causa sia questa.
    Ha i capelli mezzi arruffati e mezzi pettinati, si vede che ha cercato poi di sistemarseli alla meglio con le mani. Guardo meglio e noto delle tracce di sangue vicino al naso.

    Ehi! Ma cosa ti è successo?

    Esclamo senza nemmeno volerlo. Certo che sono stato un po' indelicato.

    Ehm...voglio dire, sembra che tu non abbia avuto una bella giornata fino ad ora...

    Ma guarda che ficcanaso...

    Mi sussurra Hitomi.

    Zitta te.



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    si vede così tanto?
    chiese Hisako anche se la risposta era talmente ovvia che non l'attese nemmeno.
    si, è stata una giornata non proprio felice... dunque vediamo: mi sono svegliata con il terrore di arrivare tardi, sono inciampata e ho sbattuto la faccia, mi sono pettinata a metà, correndo mi sono presa una storta alla caviglia per poi scoprire che ero in anticipo di un ora... perciò ...
    e infilò il dito nella tazza che portò fin quasi alla fronte per poi mimare un ironico brindisi con uno sconosciuto fantasma davanti a lei.
    Bevve e le rimase sul labbro superiore un sottile strato di schiuma di latte scoppiettante.
    perdonami
    disse, mandando giù a forza il sorso. la tazza fece un rumore quasi metallico appoggiata sul rivestimento di vetro del bancone
    di solito non mi piace lamentarmi, anzi non mi lamento mai
    ma oggi è diverso, oggi è ... strano. è che sono davvero giù
    Bevve di nuovo. Il labbro le si riempì nuovamente di schiuma.


    Edited by bittu - 20/8/2014, 02:35
     
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    Povera ragazza. Mi sta raccontando la sua storia, ovvero quello che le è successo in questo breve inizio di giornata e devo dire che non la invidio per niente. Però...non posso restare indifferente. Sta soffrendo e per questo anche io mi sento male. Sono troppo empatico? Temo di si. È anche parte della mia anormalità.

    Davvero una bella giornatina....

    Commenta Hitomi

    Ora si sta scusando per essersi lamentata con me; nel mentre prende qualche altro sorso della sua bevanda ed ogni volta le rimane un po' di schiuma sul labbro.

    Con scioltezza prendo un tovagliolino e le tolgo con semplicità e delicatezza la schiuma dal labbro.
    Di solito questo rientra nel mio servizio Special, solo che normalmente lo faccio solo su esplicita richiesta delle clienti, indossando anche un paio di occhiali, Misaka e Inaho sostengono che mi stiano bene, ed applica una piccola maggiorazione alla loro spesa. Dopo quello che mi ha raccontato mi è venuto quasi naturale darle un po' di attenzioni.

    Va bene, non preoccuparti. Sfogarsi quando le cose vanno male fa bene. Vediamo di tirarti un po' su, signorina....?

    In effetti non so il suo nome.
    Hitomi non commenta, ha riconosciuto il modus operandi e sa che sono un professionista. Ok, ho esagerato.

    Ma cos'è questa sensazione che ho?



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    Il ragazzo sembrava aver capito perfettamente lo stato d'animo di Hisako e fece proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento in cui era così a terra. Prese un fazzolettino e asciugò la schiuma dal labbro di Hisako con un movimento dolce e rassicurante. Hisako rispose a quel gesto inaspettato con un sorriso, che altrimenti non sarebbe riuscita a fare.
    "Va bene, non preoccuparti. Sfogarsi quando le cose vanno male fa bene. Vediamo di tirarti un po' su, signorina....?" "ehm... Hisako" si affrettò a rispondere con un po' di ritrovato benessere e felicità. E continuò a sorridere. Poi però si rese conto che quel ragazzo doveva vedere una Hisako con ancora sangue secco sul naso e capelli arruffati... non proprio un bello spettacolo, quindi si voltò dalla parte opposta e scese dallo sgabello dove era seduta. Poi si mise frettolosamente la mano davanti al naso e alla bocca e disse "Scusami, devo andare a sistemarmi prima che arrivi qualcun'altro". E a passo svelto, anche se ancora zoppicante, si diresse verso la toilette. "Non ci credo, davvero mi sono presentata in questo modo?" pensò davanti allo specchio. La sua faccia si arricciò in un'espressione colma di imarazzo e fastidio al pensare a come l'avevano vista le ragazze del cafè e quel ragazzo. Passato quel momento di sconforto aprì l'acqua del lavandino. Fredda, per dare tono alla pelle. Un'operazione in realtà che faceva ogni mattina, ma non quella, poco male, visto che doveva anche togliere le incrostazioni di sangue dal naso e dintorni. Dopodichè si lisciò ancora una volta i capelli alla meglio con le dita, e li passò varie volte tra le dita strette per evitare che si vedesse la differenza tra la parte destra liscia e sinistra arruffata. Il risultato finale era molto buono, come se si fosse sistemata nel suo vero bagno e con tutti i suoi malefici arnesi. Con un lungo sospiro si guardò allo specchio sorridendo, soddisfatta del risultato. Testa a destra, testa a sinistra, per controllare i profili e... sì, era perfetta, la solita bella Hisako. Il dolore alla caviglia si era un po' accentuato stando ferma e in piedi, ma Hisako non si preoccupava di questo e zoppicava leggermente, senza cercare di non farlo, ma anche senza accentuare il movimento per evitare di essere notata. Quando usci dalla toilette il locale era un pochino più pieno rispetto a prima, ma il ragazzo che come mandato dal cielo l'aveva fatta sentire meglio era ancora lì, dopotutto Hisako aveva passato solo qualche minuto a mettersi in ordine. Si sedette nello stasso posto di prima. "Scusami, ero proprio impresentabile. Comunque ti ringrazio molto, hai raddrizzato una giornata storta, e io sono stata tanto maleducata da non chiederti neanche il nome... Allora? Come ti chiami?" e gli sorrise.



    Edited by bittu - 20/8/2014, 02:34
     
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    Hisako....

    Rimaniamo per qualche attimo a guardarci. Sono come imbambolato, non riesco a reagire, a dire nulla. Quasi non me ne rendo conto, ma lei si alza e si allontana.

    È volata via...

    Dire che è volata è un po' una esagerazione, direi che ha arrancato per qualche metro, si è trascinata in bagno, ha..

    Ok, abbiamo capito, non serve che continui. È solo che...

    Guarda che è solo andata in bagno a sistemarsi. FuFuFu! È andata a farsi bella per te.

    Ah! Ecco dove è andata! In effetti sento che è ancora qui. Certo che, per non essermene accorto subito, dovevo essere davvero con la testa da un'altra parte.

    Non ce n'era bisogno, era già bella così com'era.

    Scherzi? Ma come fai a non capire che per una ragazza essere sempre al massimo è fondamentale? Non sarai questa gran cosa, ma sei sempre un ragazzo...

    Ti ringrazio per essertene accorta, credevo di essere un barboncino...

    ...e farsi vedere da un ragazzo sconosciuto in quelle condizioni deve averla imbarazzata molto.

    Beh, dai, non credo che...ad esempio Misaka...

    È per questo che tu sei la cosa più simile ad un ragazzo che abbia mai avuto.

    Non dire assurdità.

    Sei l'unico che non è scappato, non per altro.

    Più che altro, anche tu sei una ragazza...

    Questa mattina non c'era niente, quindi immagino di si.

    Non riesco quasi a continuare, come sempre è fin troppo fine.

    ...cosa fai per tirarti su quando stai avendo una giornata storta?

    Lo sguardo che mi sta rivolgendo non mi piace molto.

    Vorresti davvero che ti descriva ad alta voce certe cose?

    No, non voglio, no.

    Anche io che chiedo qualche consiglio a Mimì..come se non sapessi che tipo sia..

    Prepareresti due fette di torta alla panna? Dovrebbero già averle sfornate.

    Si, faccio subito. L'ho già anche tagliata, la prima. Guarda, ti do anche due fette con la fragola.

    Grazie, se si presentano in quel modo sono ancora più invitanti.

    Spero che un po' di torta possa aiutarla un po', magari può portarle un po' di dolcezza in questa giornata oppure essere vista come un augurio che la giornata possa essere buona e gustosa e....devo smetterla di guardare la torta.

    Anche perché tra un po' dovrebbe tornare.
    Certo che ero così distratto da non rendermi nemmeno conto che ora il locale è un po' più pieno, dopotutto il tempo sta passando ed a questo orario, presunto visto che nessuno mi ha ancora detto l'ora e che non vogliono appendere un accidenti di orologio nel locale per paura che io lo rompa, c'è sempre un po' di gente.
    Ora! Lo sento, sta arrivando.
    Mi giro nella direzione dei bagni e...e...
    Ho avuto come un blackout, è come se la mia mente non avesse retto.
    Non ero preparato a tutta quella bellezza.
    Certo, arranca ancora un po' per il dolore alla caviglia, i capelli non sono perfettamente uniformi ed un occhio allenato, o una anormalità d'analisi, possono vedere le imprecisioni, ma tutto passa in secondo piano.
    Come ho fatto a non averla mai vista fino ad ora? Mi rifiuto di credere d'averla già incrociata e d'aver dimenticato una simile gemma. Uno splendore di queste proporzioni.
    È incredibile, non riesco a trovare delle frasi che abbiano senso. Si sta di nuovo sedendo e non riesco ancora a rimettere insieme un ragionamento, una frase o anche solo una parola appropriata.
    So solo che è bella. È fin troppo bella.
    Com'è che si dice? Una bellezza da togliere il respiro? Mai detto fu più vero.

    Mi sorride, mi si è seduta di nuovo di fianco e mi sorride. Mi si è seduta di fianco, mi ha detto che le ho raddrizzato una giornata storta e mi sorride.

    Sono Tatsuya e....no, non devo solo pensarlo.

    Tatsuya. Sono davvero felice di averti potuto incontrare oggi, perché è la mia di giornata che ha trovato un senso nel tuo sorriso.

    Mimì sta pensando di fucilarmi ed ora che le riascolto dalla sua memoria le mie parole suonano un po' imbarazzanti....ehm...

    Mentre non c'eri ho chiesto questa torta alla panna, l'hanno preparata questa mattina, speravo potesse piacerti ed aiutarti a sentirti un po' più sollevata.

    Spero di non rischiare di offenderla, magari per mantenere la sua linea perfetta ha rinunciato ai dolci...
    La mente è come bloccata, è sempre ferma sulla sua bellezza, però sembra che le parole escano da sole. Grazie, One Heart, tu si che riesci a farmi avere un'aria interessante ed a non farmi sembrare un idiota.



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    "Tatsuya" le rispose. "Sono davvero felice di averti potuto incontrare oggi, perché è la mia di giornata che ha trovato un senso nel tuo sorriso"
    Appena Tatsuya disse "sorriso" Hisako si mise involontariamente a sorridere di nuovo.
    "Ma allora sei un poeta!" gli disse ridendo.
    "Mentre non c'eri ho chiesto questa torta alla panna, l'hanno preparata questa mattina, speravo potesse piacerti ed aiutarti a sentirti un po' più sollevata."
    "... ... woooo tooorta. Grazie mille Tatsuya -non vedeva l'ora di chiamarlo per nome- sembra che tu mi legga nello stomaco! Poi non ho nemmeno fatto in tempo a mangiare qualcosa prima... non puoi immaginare quanta voglia abbia di mangiare questa torta, Tatsuya"
    E avvicinò il piattino sul quale stava la sua fetta, poi distolse lo sguardo dal cibo e si voltò verso di lui. Lo guardò seria negli occhi, e quando i loro sguardi si incrociarono rimase immobile per ancora un secondo, per poi inclinare la testa e sorridere di nuovo. Dopo qualche istante fece finta di niente.
    "Oh ma guarda c'è pure la fragola!". Non che non l'avesse già notata prima, ma se continuava a fissarlo poteva davvero diventare una situazione imbarazzante, così cercò di mimare il più possibile una sorta di stupore. Si avvicinò pericolosamente alla feta di torta, tanto che il suo naso quasi toccava la panna.
    "Ma è vera? Si mangia?". Punzecchiò la povera fragola con l'indice per fingere di testarne l'autenticità. In realtà era tutta scena per evitare di incorrere nello sguardo di Tatsuya, che comprensibilmente doveva essere davvero imbarazzato dopo quella inusuale espressione di gratitudine che era stato quel sorriso pochi secondi prima.


    Edited by bittu - 20/8/2014, 02:32
     
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    Mi piace come suona il mio nome quando è lei a pronunciarlo. Perché Tatsuya è il mio nome, vero? Sono io che mi chiamo così. Al “sembra che tu mi legga nello stomaco” non trattengo un sorriso. In effetti posso anche sentire quando qualcuno ha fame o altre cose. È inquietante che ci stia pensando proprio ora. È che questo secondo nel quale ci siamo guardati negli occhi mi ha di nuovo mandato in tilt.
    Quel che sta facendo ora è evitare di incrociare di nuovo il mio sguardo con queste scuse maldestre. Vuole evitare che ci sia imbarazzo, però che io sappia cosa le sta passando per la testa non va affatto bene.
    Ma il modo in cui punzecchia la fragola è troppo carino. Mi sembra un gattino. Aaawww...
    No, non va bene. Volevo essere professionale e quant'altro ma qui non riesco più restare distaccato, mi sento troppo coinvolto.
    In verità ho smesso fin da subito di cercare di essere distaccato, mi è impossibile.
    Perché è così bella? Perché quel suo sorriso mi scalda nell'animo?

    Ehm...master?
    Dammi una mano, master!

    Accidenti, non dovresti parlarmi. Che vuoi?

    Aiutami! Vedi le cose come stanno andando? Qui si rischia...

    Si rischia...?

    Ma la vedi com'è? È troppo bella, troppo carina, troppo dolce....

    Stai parlando con uno che l'ha vista come mamma l'ha fatta...

    TU COSA?!?

    Niente. Niente. Scherzavo.

    Comunque, puoi aiutarmi?

    Hai vicino a te una ragazza bellissima e giochi in casa, nel tuo Maid Caffè.

    Accidenti!

    Non preoccuparti delle altre, pensa solo a lei. Fidati di me. E non parlarmi più!

    Il fatto è che io sto già pensando solo a lei. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
    Ho la torta davanti a me, distraiamoci con questa.
    Raccolgo la fragola con la forchetta.

    Le abbiamo raccolte ieri pomeriggio, sono le prime fragole della stagione, coltivate direttamente da noi.

    Qui, ora, raccolgo tutta la mia baldanza.

    Sei la prima in tutta la scuola a poterle mangiare, Hisako. Assaggia.

    Cerco di avvicinarle la forchetta perché possa mangiare la fragola. Io non l'ho ancora usata visto che non ho ancora assaggiato la torta, quindi è pulitissima e si vede.
    La mangerà?
     
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    Hisako si avvicinò alla forchetta che Tatsuya le stava porgendo e lentamente mangiò la fragola.
    "mmn, dolcissimo...".
    Ok, situazione imbarazzante.
    "... dolcissima, dolcissima" farfugliò.
    Poi prese la sua forchetta e si mise a sfiorare delicatamente lo strato di panna sopra la torta.
    "Sai, Tatsuya, non so se lo stai facendo volontariamente ma" esitò. "... stai iniziando a piacermi... " [commento di bittu: LOOOOOOOOOOOL, non dovevi fare 'sta cosa della fragola caro mio]. Dalla frase non era chiaro cosa volesse intendere Hisako, ma lei lo sapeva bene e ne era preoccupata. Mai prima di allora si era innamorata in una sola mezz'ora [ehehe]. Era molto emotiva, e Tatsuya aveva involontariamente toccato i tasti giusti per far scattare qualcosa.
    La forchetta era ormai carica di soffice panna bianca. Hisako raccolse tutto il coraggio possibile e ricambiò il favore. Avvicinò lentamente la forchetta alla bocca di Tatsuya guardandolo negli occhi. "... che idiota che sono, sembriamo una coppietta... adesso scappa".
    spoiler sotto

    Non fece nemmeno in tempo a ricevere una reazione che... "CRACK!". Lo sgabello sul quale si trovava Hisako cedette, una della gambe posteriori si spezzò di netto.
    "Uuaah... AAAAAAH" Hisako cadde all'indietro, con le braccia che si dimenavano per rimanere in equilibrio. Tutto inutile, la gamba della seduta era del tutto staccata, la caduta inevitabile. Lei e lo sgabello storpio caddero rovinosamente, da verticali ad orizzontali in neanche un secondo.
    Ed Hisako era lì, pancia e gambe all'aria... priva di sensi.

    (per la cronaca, e giusto per le cronaca, la panna che c'era sulla forchetta è schizzata in faccia a tatsuya ._.)



    Edited by bittu - 20/8/2014, 02:30
     
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    La sta mangiando! Temevo che mi tirasse in faccia il piatto e di ritrovarmi, quindi, ricoperto di panna, invece è andato tutto bene. Questa volta non ho fatto casino. Sembra quasi un miracolo.

    "mmn, dolcissimo..."

    Uh?

    "... dolcissima, dolcissima"

    Magari si è semplicemente sbagliata e non c'è altro dietro, non è stato un lapsus che ha rivelato i suoi veri pensieri e non voleva in qualche modo riferirsi a me, forse sono io che sto solo pensando troppo e traggo delle conclusioni affrettate e sbagliate. Frena la One Heart, ragazzo, frenala! Non devo frugarle nella testa per capire, non devo. Non posso farle una cosa simile.

    Afferra la sua forchetta e la passa con delicatezza attraverso lo strato di panna della torta, restando in superficie per raccoglierne la quantità giusta.

    "Sai, Tatsuya, non so se lo stai facendo volontariamente ma... stai iniziando a piacermi..."



    Se è un bel sogno non svegliatemi.
    Forse ho capito..male? Forse non ha davvero detto quello che ho sentito? Come potrebbe avere uno come me anche solo una piccola possibilità di iniziare a piacere ad una ragazza come lei? Forse vuole prendermi in giro? Potrei aver abbassato la guardia, aver dato l'impressione di essere...lo sapevo! Ho dato l'impressione di essere cotto ed ora sta cercando di prendere vantaggio su di me in questo modo! Però...ha esitato, come se le fosse pesato abbastanza riuscire a dirlo...come se lo pensasse davvero... devo indagare, devo indagare! A che serve la One Heart altrimenti? Vediamo, vediamo...no, non trovo doppi fini o cattive intenzioni...è sincera! Forse si è guastata l'anormalità... dopotutto voglio fare affidamento su un qualcosa che non ha nemmeno un servizio d'assistenza o un libretto di istruzioni o una scatola. Però fino ad ora non mi ha mai ingannato. Forse...forse...

    Per me è lo stesso....

    “Per me è lo stesso” cosa?!? Dannazione, dannazione, me ne sono uscito con una brutta frase, sembra che io stia iniziando a piacermi... ecco, l'ho fatta... ora raccoglierà la sua roba e se ne andrà frastornata e stupefatta per la mia idiozia mentre io continuerò a guardarla con questo sorriso che assumerà tutto l'aspetto di una smorfia da inebetito.
    Però....però...però è strano.
    Anche se nella mia mente passano questi pensieri sento che non se ne andrà, che resterà qui. Da quant'è che ci conosciamo? Trenta minuti? Forse anche meno. Però mi sembra quasi di conoscerla da molto più tempo, di essere molto più familiare con lei.
    Dai pensieri che percepisco qui attorno, non da lei perché ho deciso di non mancarle di rispetto leggendola, ci sono dati che una ragazza preferisce tenere nascosti ancor più dei propri pensieri del momento, sembra che ci abbiano scambiati per... una coppietta?
    È una fortuna che lei non riesca a leggere i pensieri altrui – o forse ci riesce? Boh – magari potrebbe trovarsi a disagio. Però sento un leggero calore sulle guance, come se fossi sul punto di arrossire. Non l'ho ancora fatto, mi sto vedendo tramite gli occhi di Mimì che non mi sta perdendo di vista nemmeno un secondo, però non so se potrò resistere ora che mi sta avvicinando la forchetta con la panna appena raccolta. Il modo in cui sostiene il mio sguardo e ci guardiamo negli occhi, la prima volta che mi capita senza rischiare di essere elettrizzato o bastonato o...meglio non ricordare...
    È troppo carina, i suoi modi sono troppo dolci e la sua aura è troppo gentile per poterle restare indifferenti o anche solo provare a resistere. Come potrei rifiutarmi, mia dolce Hisako? Ok, non devo esagerare, rischierei di restarci troppo male se...


    *CRACK!*

    Eh?

    "Uuaah... AAAAAAH"

    Una gamba delle sedie si è rotta. Hisako sta cadendo! Non sono abbastanza veloce, non riesco a prenderla!

    Il tempo sembra fermarsi.

    È qui, davanti a me, cerca aiuto con i suoi occhi.
    Io sono qui ma non ho potere. Non posso salvarla.

    La mia velocità non basta, la mie dita sfiorano le punte delle sue ma non le afferrano.
    Un solo secondo. Se fossi partito un solo secondo in anticipo.

    *TUM-TUM*

    È il mio cuore, il suo battito è tutto ciò che riecheggia nelle mie orecchie, copre qualsia altro suono.
    Il mio sguardo cattura parte delle persone dell'ambiente alla ricerca di un possibile soccorso.
    Vedo formarsi lentamente un ghigno sulle labbra di Hitomi. Dannata Mimì. C'è un girone all'inferno per quelli come te.

    *TUM-TUM*

    Il respiro mi si è interrotto. Hisako sta andando sempre più giù. Sempre più lontana.
    Sulla finestra, oltre le spalle quasi parallele al pavimento di Hisako, noto che si è posata una farfalla. Sta guardando la scena con malvagità

    “Ruberò le vostre anime”

    È questo che stai pensando, vero? Maledetto mostro!
    Sei tu la causa di questo, piccola iettatrice.
    Nell'altra mano ho ancora la forchetta. La scaglio contro quell'essere maligno. É posato sulla parte esterna della finestra, per la distanza non me ne ero accorto.
    Comunque non mi scapperai.

    *TUM*

    Non sento l'altro TUM

    *TUM*

    Eccolo.

    Ma è tutto inutile.
    Hisako è a terra.

    Ma che diamine...?

    La finestra è andata in frantumi. La farfalla è volata via.

    Hisako! Ti sei fatta male? Rispondimi Hisako! Rispondimi!

    Non mi risponde, deve aver perso conoscenza a causa della caduta. Cavolo... accidenti... dannazione....
    Devo calmarmi, devo stare calmo. Devo farmi più indietro, deve respirare.

    Ehi! È proprio caduta.

    Non mi serve ora Mimì che mi constata l'ovvio.

    Deve essere la sua giornata sfortunata. Oh dannazione! Se si è fatta male è un bel guaio! Accidenti, rischiamo la reputazione, una causa che perderemmo, dovremmo pagare un risarcimento per danni ed io non ho abbastanza soldi, dovrei vendere quel che ho, anche il mio glorioso corpo e...

    ZITTA!!!

    La gente ci sta guardando, sento tutti i loro sguardi.

    Cosa è succes-oh no! Si è fatta male?

    Anche Inaho si è avvicinata. Finalmente qualcuno che è più preoccupato per Hisako che per il locale.

    Ha perso i sensi. La botta è stata tremenda.

    Oh cielo! Ed ora che facciamo?

    ”Ehi! Cos'è 'sto trambusto? Che è successo?”

    KYOKOOOOO!!

    Finalmente è arrivata anche lei, la rossa ragazza che Inaho sostituiva. Almeno lei è più affidabile.

    La poverina è caduta. Forse si è spezzata la gamba della sedia...

    ”Cosa? Si è rotto lo sgabello! E che è successo alla finestra? Che disastro!

    Ed ora che facciamo? E se è morta? Io non voglio andare in prigione...

    Tranquilla Kitty, non piangere. In prigione ci va il suo cavaliere

    Silenzio!

    Ma che diamine sta succedendo qui? Che razza di Babele...

    Kyoko. Tu chiama Aka. Siamo compagni di classe e se dici che la cerco io verrà subito. Mimì. Torna al bancone, oggi succhi d'arancia per tutti. Inaho. Fai sedere tutti i clienti. Signori. Qui non c'è niente da vedere, vi prego di seguire i consigli di Inaho e tornare i vostri posti per godervi una bella aranciata fresca. Questi sono episodi incresciosi che davvero molto raramente si verificano, tuttavia sono eventi comunque possibili e siamo sempre preparati a far fronte all'emergenza.

    ”Tu che fai?”

    Non posso lasciarla qui in mezzo a tutti, ma non posso nemmeno spostarla più di tanto, potrebbe sempre avere una commozione cerebrale o giù di lì. Devo farla distendere dove è più comodo...

    Sul divano nel tuo “ufficio”?

    Non mettere le virgolette!

    Come fai a sentirle?

    Tu non farlo. E bada al locale.

    Non ha torto, l'unico posto dove posso portarla è il mio ufficio.

    La sollevo con quanta più delicatezza possibile, assicurandomi che i suoi vestiti non prendano delle posizioni sconvenienti, e la sposto con il massimo dell'attenzione. Mi aiuta Inaho aprendo la porta, prima di andare a riportare la calma tra i clienti.

    Ora siamo qui, dobbiamo aspettare che torni Kyoko con Aka e sperare che Hisako non si sia fatta niente.
    La distendo sul divano e le tolgo le scarpe, starà più comoda – e non rischierà di sporcare il divano.

    Accidenti, questo proprio non ci voleva. Proprio quando sembrava di nuovo felice... povera ragazza, non si merita tutto questo.
    Purtroppo non c'è nulla che possa fare, posso solo stare seduto qui sul divano, all'altezza della sua vita, a vegliare su di lei. Se dovesse svegliarsi ho dell'acqua ed un bel po' di bibite nel mio frigo personale.
    Per ora qui ci siano solo noi due.



    Legenda:

    Narrato
    Parlato Tatsuya
    Pensieri Tatsuya
    Pensieri Shiro
    Parlato Altrui


    Yuno Kamishiro
    Yuno Cheria Kamishiro

    Sophie Kamishiro
    Sophie Kamishiro


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    Oh, povera Hisako. Caduta dallo sgabello di un bar. Nel cadere aveva battuto la testa molto violentemente e aveva perso i sensi. Tuttavia la coscienza di Hisako non era sospesa. No, in realtà lei era ancora "sveglia", in un certo senso, solo in un altro posto. Forse sognava, forse era in coma.

    Era in piedi, cosciente e con gli occhi aperti, eppure vedeva buio. Cautamente fece qualche passo in avanti. Sentiva la pelle accapponarsi e le dita che fremevano convulse. Repirò profondamente.
    Non ricordava nulla di quello accaduto un attimo prima, non ricordava nè il cafè, nè la caduta, nè Tatsuya. Si era ritrovata lì, nel buio, ed era la sola cosa che sapeva. Non che potesse fare chissà quali riflessioni filosofiche, in fondo aveva preso una bella botta e quello che sentiva nalla sua mente era solo un fioco sibilo.
    Continuò a camminare in avanti, a passi piccoli e indecisi. Una luce tra il verde e l'azzurro apparve molto avanti a lei. Fino ad allora non si era accorta che la sua vista era annebbiata. I passi si fecero più sicuri. La lucina iniziò a spostarsi nell'aria, con un moto lento e dolce.
    Quando fu più vicina la vista stava diventando sempre più nitida, ma anche sotto la luce, vedeva tutto nero. Si guardò intorno... un'altra luce, a sinistra. Andò a sinistra.
    Più Hisako si avvicinava, più si definiva davanti a lei una figura che le veniva in contro. Si fermò. Aveva davanti uno specchio. Inclinò la testa, alzò il braccio. L'immagine ripeteva sotto la luce verdastra. Si guardò ancora intorno. Nulla. Andò vicino allo specchio e lentamente avvicinò l'indice alla superficie. Il dito vero e quello riflesso, si stavano per toccare. Hisako stese l'indice toccando la superficie dello specchio. L'immagine non aveva ripetuto. Sorrideva in modo maligno. Dal punto in cui Hisako lo toccò, lo specchio iniziò a trasformarsi in farfalle. Immediatamente, da quella moltitudine uscì un braccio, che afferrò il polso di Hisako; subito dopo spuntò fuori la testa. Era l'Immagine dello specchio, una perfetta Hisako ribaltata.
    "UAAAAAAAAAAAAAH!!" urlò per spaventare Hisako.
    "UAAAAAAAAAAAAAH!!" Hisako le fece eco, lanciandosi a terra dallo spavento.
    "Ciao piccola" le fece l'immagine con gli occhi sbarrati e lo stesso sorriso malefico di prima.
    Hisako ansimava, il cuore batteva a mille.
    "CHI... CHI DIAVOLO SEI TU?!" disse con la voce tramante, resa roca dall'urlo.
    "Oh, ma guarda... non si ricorda di me..."
    Hisako deglutì.
    L'immagine fece due passi avanti, si accovacciò e si mise a fissarla in modo inquietante.
    Hisako rimase di sasso guardando quella sua copia perfetta, mentre i suoi respiri si facevano più profondi e rumorosi. In quel momento la sua mente si riaprì e ricordò la sua giornata, il cafè e la caduta.
    "Tatsuya!" sussurrò mentre la sua espressione si tramutò da impaurita a terrorizzata e i suoi occhi, sbarrati e vuoti allo stesso tempo, guardavano l'immagine, forse in cerca di risposte.
    "Tatsuya? ... oh si, il ragazzo... caro, caro, caro ragazzo... chissà che espressione sta facendo ora che... sei morta!"
    "mo... morta?"
    "... trauma cranico, piccola mia" le disse con una espressione di conforto palesemente falsa e forzata. Si rimise in piedi e la guardò Hisako dall'alto. "Fattene una ragione" il suo tono si era indurito.
    neanche a dirlo il cuore di Hisako si mise picchiare fortissimo contro il suo petto. Poteva dirsi davvero il suo cuore quello? E quello il suo petto? Era morta in fondo, poteva avere ancora un cuore, un petto o un corpo?
    "n..no... non può..." Le parole le si strozzavano in gola e il diaframma si contraeva di continuo, in attesa di respiri che non arrivavano.
    "oh povera cara, lascia che..."
    "NO!!" Hisako si ribellò con una forza che non veniva nè dalla rabbia nè dalla paura, ma dall'angoscia. "NO, IO NON TI CREDO! MI STAI SOLO INGANNANDO!" deglutì a forza. La bocca e le labbra secche si incollavano tra loro aggrappate a qualche umida goccia sopravvissuta. "TU! TU... NON ESISTI! IO SONO SOLO SVENUTA E STO SOGNANDO! NON VOGLIO ASCOLTARTI, SEI SOLO FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE! DELLA MIA IMMAGINAZIONE! Della mia immaginazione, della mia immaginazione..." mentre lo diceva scuoteva la testa, stringeva gli occhi e con la braccia si tappava le orecchie e si stringeva il capo, nella speranza di risvegliarsi da quel brutto sogno.
    L'immagine la prese per il collo e la strinse, poi la sollevò senza nessuna fatica. La sua faccia era diventata malefica, con gli occhi pieni d'odio e i denti digrignati.
    "NO. TU..." La sua voce si fece grave "TU SEI FRUTTO DELLA MIA!!"

    Hisako è morta per davvero ._.


    Edited by bittu - 20/8/2014, 02:29
     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    È già passato un po' tempo, ma lei ancora non si sveglia.
    Non so se Kyoko ha già raggiunto Aka, molto probabilmente non ci è ancora riuscita, qui ho davvero bisogno del suo aiuto. Non so perché mi sento così, la conosco da troppo poco tempo per poter provare qualcosa, ma la preoccupazione che ho per lei è troppo grande.
    Potrebbe esserci dell'altro in lei, qualcosa che io non ho visto ma che non è sfuggito al mio potere. Ma cosa potrebbe essere? Io tutto quel che ho trovato è una ragazza dolce e gentile, molto emotiva e facile preda di sentimenti molto forti. Cos'altro potrebbe esserci in lei? Una anormalità? Un sogno troppo grande? Un desiderio irrealizzabile? Ma sono tutte cose con le quali sono piuttosto familiare, sono la mia normalità. Che potrebbe esserci in lei?
    Magari in realtà non c'è altro, magari è una normale ragazza, però... però ho paura di perderla.
    Ma cosa posso fare? Dannazione, sono così impotente...
    Le sistemo dolcemente i capelli perché le contornino il bel viso, le carezzo la soffice pelle delle sue gote.

    Svegliati Hisako, non andartene...
     
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    L'immagine la strinse ancora più forte per qualche attimo, mentre la sua espressione diventava iraconda e truce e le narici fremevano per la brama. Subito dopo Hisako venne lanciata a terra. Raccolse tutto il suo coraggio e le ripetè la domanda, stavolta con tono più calmo.
    "Tu chi sei?" e deglutì al sapore di bile.
    "Io sono Cho, la tua creatrice"
    "Come sarebbe a dire? è una cosa senza il minimo senso"
    Non c'era nè preoccupazione nè indignazione nelle parole di Hisako, lei si basava sulla logica.
    "Sei stata portata alla vita grazie al mio potere, ti basti sapere questo"
    "E che razza di potere sarebbe?"
    Cho le fece un sorriso malevolo.
    "Sei troppo curiosa, bambina"
    A vedere quel ghigno inquietante Hisako capì che era meglio non insistere.
    "menti, io so come sono venuta al mondo"
    Ma il ghigno si inarcò ancora di più e gli occhi si sbarrarono biechi. Cho, che stava a circa due metri da lei fece una specie di scatto, Hisako non capì bene, era come se il suo corpo di fosse trasformato in seta volteggiante e si fosse poi ricomposto pericolosamente davanti ad Hisako in nemmeno un secondo. Ora la sua faccia deformata dal sorriso spettrale era a qualche centimetro da Hisako, e questa riusciva a vedere il suo riflesso nell'occhio puntato dell'altra.
    "E spiegami, mia dolce babbea, come sei venuta al mondo?"
    Ad Hisako parve che la voce di lei, seppur non urlata, avesse un volume anomalo, che aveva echeggiato nell'oscurità circostante.
    "Sono stata partorita e abbandonata in un campo" disse con fermezza. "E sono poi stata trovata dai miei genitori adottivi".
    "E credi che questo possa escludere il fatto che sia stata io a darti alla luce?"
    Hisako inorridì e indietreggiò strisciando sui gomiti.
    "tu.. sei.. mia madre?"
    Cho rise di gusto e la schiaffeggiò.
    "è divertente prendersi gioco di una stupida come te" e poi le si avvicinò di nuovo inarcando la schiena. "Ma in un certo senso la sono" disse con voce profonda ed enigmatica.
    Hisako era esasperata. Era Cho a tenere il coltello dalla parte del manico, e sembrava pure che si stesse divertendo a giochicchiare con la sua mente, ancora stordita ed estraniata. Se Cho non voleva dire qualcosa semplicemente non lo faceva, e anzi, cercava di instillare strambe idee in Hisako per il puro diletto di chiamarla "stupida". Ma perchè continuava a stare lì? Voleva qualcosa, Hisako lo capì, ma si limitò a chiedere un'altra cosa.
    "Dove siamo?"
    A Cho piacque la domanda.
    "Siamo nel mio bozzolo"
    "bozzolo?" Hisako cercava di capire qualcosa in più mentre l'altra sembrava aprirsi.
    "Ti ho detto che sono stata io a crearti, e l'ho fatto esattamente come volevo." Aprì le braccia e iniziò una specie di lenta rotazione. "Questa è la Cocoon Hall, un luogo della tua mente in cui io ho il potere assoluto! Qui posso creare qualsiasi cosa, fare qualsiasi cosa, sapere qualsiasi cosa, e ..." Il ghigno riapparve sul suo volto, e portando un braccio verso Hisako finì: "... vedere qualsiasi cosa...".
    Lo spazio intorno a loro cambiò: da ambiente oscuro e intangibile si trasformò in reale e concreto. Erano in una specie di studio con una sorta di salottino, dove, su un divano stava il corpo esanime di Hisako e di fianco a questo...
    "Tatsuya" sussurrò Hisako con orrore.
    Il ragazzo aprì la bocca per parlare. Il suono che ne uscì era ovattato ma comunque conprensibile. "Svegliati Hisako, non andartene..."
    "NON STO MORENDO! SVEGLIAMI! SVEGLIAMI!" urlò Hisako disperata.
    "Oh, lo farò"
    Hisako si sentì meglio, ma d'improvviso sentì uno scatto metallico e con orrore si accorse che i suoi polsi erano stati legati a delle catene attraverso dei bracciali metallici. Le catene tirarono e la portarono in alto fino ad essere sospesa di una decina di metri, poi anche le sue caviglie furono collegate a catene, le quali tirarono verso il basso. Hisako si trovò in mezzo ad una argano della strega in tensione e la sua faccia si contorse in smorfie di dolore. Cho le arrivò davanti volando. Le prese il volto tra le sue mani e le disse:"Ti sveglierò, ma prima proverò ancora la vita vera!"
    Il corpo di Cho si trasformò in una polvere nera fittissima, che in un attimo si insinuò potentemente negli occhi, nelle narici e nella bocca di Hisako, la quale lanciò un urlo orrendo.

    ***

    Cho aprì gli occhi.
    "Ehi" disse sottovoce.
    Poi si rialzò mettendosi a sedere sulle ginocchia e piano piano si avvicinò al ragazzo, sul lato opposto del divano. Infine gli prese il bavero tenendolo stretto. Lo baciò avidamente.
    Subito dopo la porta si aprì...


    Edited by bittu - 19/8/2014, 19:42
     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Mi sono fatto un po' più da parte per darle maggiore spazio e non sembrare un maniaco, non posso fare nulla per lei se non aspettare e sperare.
    Con i gomiti piantati sulle ginocchia, mi tengo il volto tra le mani aspettando che arrivi Aka a darmi una mano. Speriamo che Kyoko la raggiunga in fretta, mi sembra di avere bisogno più io della sua presenza che...

    Ehi...

    Ancor prima di rendermene davvero conto, mi sono voltato verso di lei, verso Hisako che ha riaperto gli occhi. L'ondata emotiva che mi travolge è più forte di quanto mi sarei potuto aspettare. Solo vederla alzarsi e mettersi seduta sulle ginocchia mi fa traboccare di gioia il cuore che finalmente rallenta il battito dando un po' di tregua alla mia agitazione.
    La vedo avvicinarsi lentamente, è probabile che sia confusa, dopotutto ha preso davvero una bella botta ed ha perso conoscenza per svariati, insopportabili, minuti.
    Sono troppo lento a capire cosa sta succedendo. Paradossale, nevvero?
    Credo di realizzare solo quando mi afferra stretto per il bavero della mia usuale giacca.

    Hisa...

    Non mi permette di terminare, soffoca le mie parole con le sue morbide labbra. Una fine meravigliosa.
    Non posso resistere, non posso sottrarmi, non voglio che finisca.
    Quindi è questo il suo sapore. È deliziosa.
    Sento una improvvisa fitta alla testa, so per certo che è Shiro che sta cercando per qualche motivo di intromettersi. Se è gelosia la sua, la affronterò volentieri questa notte, ora non credo di voler scappare. Sento che dovrei dare più peso alle percezioni che la One Heart sta catturando, il mio istinto dice che qualcosa si è modificato, ma al momento sono troppo preso da lei.
    Non è un bacetto, un qualcosa di poco conto, non per ciò che mi sta comunicando, non per quanto si sta mostrando avida con le sue labbra.
    Sento le braccia indecise sul da farsi, vorrebbero cingerla e stringerla per impedirle di pentirsi e fuggire, per darle il mio calore oltre e mostrare la passione che riesce a suscitarmi una ragazza, che ho si appena conosciuto, ma che è anche estremamente saporita. Però sono bloccate, anch'esse sono state sopraffatte da questa sua improvvisa intraprendenza, così contrastante con la ragazza dolce e timida, che arrossiva e quasi balbettava per una parola fraintendibile.
    Vuoi tutto da me? Io ti darò tutto, se solo mi farai assaporare le tue dolcezze.
    Questo è ciò che sto provando ed è tutto vero. Ma allora perché? Perché chiudendo gli occhi vedo quel viso contornato dai capelli castani?
    Devo aprirli, devo spalancare gli occhi perché sto vedendo lei. Un bacio da questa meraviglia ed io vedo lei.

    Casualmente apro gli occhi proprio mentre si apre la porta del mio ufficio.
    La colgo con la coda dell'occhio, è appena entrata Mimì. Le nostre labbra sono ancora unite e quella mezza psicopatica ci sta vedendo.

    ”Potevi mettere sulla porta il cartello 'Non disturbare', almeno mi sarei messa qualcosa di più sexy.”

    Dice facendo schioccare la lingua con disappunto.
    Come al solito ha detto una sciocchezza, ma ho avvertito chiaramente che la cosa la infastidisce.
    Cerco di staccarmi da Hisako, ma non so se mi lascerà andare anche se abbiamo una spettatrice, ma anche se ci riuscissi non credo che potrei dire alcunché, non credo di riuscire a trovare le parole. Anche perché ho avuto l'impressione di vedere per un momento, di fianco a Mimì, la figura di una ragazza dai capelli color lilla che è scomparsa quasi immediatamente. Sicuramente mi sono immaginato la cosa, diciamo che al momento sono alquanto...diciamo fuori di me. In senso buono. Spero.


    Edited by .Micael. - 21/8/2014, 23:22
     
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    Nel momento in cui la porta si aprì Hisako si staccò dalle labbra di Tatsuya, spingendolo forte contro il bracciolo del divanetto. Gli sorrise in modo malizioso e voltò appena la testa, per vedere chi, in quel momento, stava per entrare nella stanza. La porta era ancora chiusa quando dal corpo di Hisako esplose una miriade di piccole falene dalla luce dorata e polvere luminescente, che dopo aver emesso un suono stridulo, quasi in coro, si posarono sulla schiena di Cho e sull’intera superficie della stanza, senza lasciare neanche un centimetro scoperto, ad eccezione delle parti che non si sarebbero potute vedere dalla porta. Il sorriso di Cho tornò a rivolgersi a Tatsuya.
    Shhhh” gli sussurrò, appoggiandogli delicatamente un dito sulle labbra, per poi cadere in una risata trattenuta e silenziosa.
    Chiunque fosse entrato, non avrebbe visto quello che realmente stava accadendo nella stanza, ma le ali impregnate di potere delle falene avrebbero prodotto un’illusione, simulando una bizzarra situazione:

    Hisako e Tatsuya seduti a un tavolino, entrambi molto tesi e pensierosi. Sul tavolino è presente una specie di scacchiera, con pedine a forma di freccia che puntano in avanti. Giocano a Shogi, ed è Hisako a muovere. Piccolo dettaglio… entrambi sono in biancheria intima femminile.
    HA! SCACCO” gioì Hisako con un gridolino, battendo le mani.
    Potevi mettere sulla porta il cartello 'Non disturbare', almeno mi sarei messa qualcosa di più sexy.
    Mi… Mimì?!” dice imbarazzato e sorpreso Tatsuya, alzandosi velocemente dalla sedia. Il reggiseno cade inesorabile sulla scacchiera con un leggerissimo tonfo.


    Cho strizzò l’occhio a Tatsuya, ancora una volta ridendo sotto i baffi, anche perchè lui non avrebbe potuto vedere nulla dell'illusione delle falene... forse.

    ⁂⁂⁂

    Hisako era sola, tirata da quattro catene talmente forte che le sembrava che i suoi arti si stessero per staccare dal corpo, tanto le bruciavano le spalle e le anche. Sentiva ancora nel naso e in gola un bruciore innaturale, dove era passata Cho, ma la cosa peggiore erano gli occhi. Subito era rimasta quasi accecata, e vedeva soltanto rosso, come se si fossero ricoperti di una patina di sangue, per non parlare delle lacrime, che uscivano di continuo, acide. Dopo qualche minuto la situazione era migliorata, le lacrime stavano levando il sangue, che quindi le si accumulava intorno agli occhi o le colava sulle guance, come in una maschera macabra. Voleva pensare a Cho, a quallo che le aveva detto o a quello che stava ora facendo dentro il suo corpo, ma non ci riusciva, non solo perché era una tanto asuurda ed inaspettata che non era ancora riuscita ad inquadrarla, ma soprattutto perché il dolore era troppo forte. Il peggio non era ancora venuto.
    Dopo pochissimo tempo vide davanti a lei aprirsi un buco nell’aria, come un portale, che brilava di luce bianca e dorata. Da esso uscì una nube di polvere brillante e di insetti d’oro. Le si avvicinarono velocemente. Un brivido di terrore si impossessò del corpo di Hisako, che iniziò a dimenarsi inutilmente muovendo i fianchi. Le catene restavano salde. Hisako, disperata, cercò il più possibile di torcere il collo indietro e di serrare gli occhi. Quando la nube fu vicina Hisako fu costretta da una forza sconosciuta ad aprire, gli occhi e la bocca e a rigirare la testa alla posizione di prima. Le falene le entrarono dentro, con il doppio della potenza di quella che avevva prodotto Cho. L’urlo di Hisako fu, invece, forte la metà.
     
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