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.SPOILER (clicca per visualizzare)multipla chiusa: ×Bittu× e .Micael.
uso la vecchia scheda, la nuova l'ho persaPRIMO POST PERSO ç_ç
Edited by .Micael. - 16/7/2014, 19:29. -
.TATSUYA.
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.CITAZIONEsi vede così tanto?chiese Hisako anche se la risposta era talmente ovvia che non l'attese nemmeno.si, è stata una giornata non proprio felice... dunque vediamo: mi sono svegliata con il terrore di arrivare tardi, sono inciampata e ho sbattuto la faccia, mi sono pettinata a metà, correndo mi sono presa una storta alla caviglia per poi scoprire che ero in anticipo di un ora... perciò ...e infilò il dito nella tazza che portò fin quasi alla fronte per poi mimare un ironico brindisi con uno sconosciuto fantasma davanti a lei.
Bevve e le rimase sul labbro superiore un sottile strato di schiuma di latte scoppiettante.perdonamidisse, mandando giù a forza il sorso. la tazza fece un rumore quasi metallico appoggiata sul rivestimento di vetro del banconedi solito non mi piace lamentarmi, anzi non mi lamento maiBevve di nuovo. Il labbro le si riempì nuovamente di schiuma.
ma oggi è diverso, oggi è ... strano. è che sono davvero giù
Edited by bittu - 20/8/2014, 02:35. -
.TATSUYA.
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.CITAZIONEIl ragazzo sembrava aver capito perfettamente lo stato d'animo di Hisako e fece proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento in cui era così a terra. Prese un fazzolettino e asciugò la schiuma dal labbro di Hisako con un movimento dolce e rassicurante. Hisako rispose a quel gesto inaspettato con un sorriso, che altrimenti non sarebbe riuscita a fare.
"Va bene, non preoccuparti. Sfogarsi quando le cose vanno male fa bene. Vediamo di tirarti un po' su, signorina....?" "ehm... Hisako" si affrettò a rispondere con un po' di ritrovato benessere e felicità. E continuò a sorridere. Poi però si rese conto che quel ragazzo doveva vedere una Hisako con ancora sangue secco sul naso e capelli arruffati... non proprio un bello spettacolo, quindi si voltò dalla parte opposta e scese dallo sgabello dove era seduta. Poi si mise frettolosamente la mano davanti al naso e alla bocca e disse "Scusami, devo andare a sistemarmi prima che arrivi qualcun'altro". E a passo svelto, anche se ancora zoppicante, si diresse verso la toilette. "Non ci credo, davvero mi sono presentata in questo modo?" pensò davanti allo specchio. La sua faccia si arricciò in un'espressione colma di imarazzo e fastidio al pensare a come l'avevano vista le ragazze del cafè e quel ragazzo. Passato quel momento di sconforto aprì l'acqua del lavandino. Fredda, per dare tono alla pelle. Un'operazione in realtà che faceva ogni mattina, ma non quella, poco male, visto che doveva anche togliere le incrostazioni di sangue dal naso e dintorni. Dopodichè si lisciò ancora una volta i capelli alla meglio con le dita, e li passò varie volte tra le dita strette per evitare che si vedesse la differenza tra la parte destra liscia e sinistra arruffata. Il risultato finale era molto buono, come se si fosse sistemata nel suo vero bagno e con tutti i suoi malefici arnesi. Con un lungo sospiro si guardò allo specchio sorridendo, soddisfatta del risultato. Testa a destra, testa a sinistra, per controllare i profili e... sì, era perfetta, la solita bella Hisako. Il dolore alla caviglia si era un po' accentuato stando ferma e in piedi, ma Hisako non si preoccupava di questo e zoppicava leggermente, senza cercare di non farlo, ma anche senza accentuare il movimento per evitare di essere notata. Quando usci dalla toilette il locale era un pochino più pieno rispetto a prima, ma il ragazzo che come mandato dal cielo l'aveva fatta sentire meglio era ancora lì, dopotutto Hisako aveva passato solo qualche minuto a mettersi in ordine. Si sedette nello stasso posto di prima. "Scusami, ero proprio impresentabile. Comunque ti ringrazio molto, hai raddrizzato una giornata storta, e io sono stata tanto maleducata da non chiederti neanche il nome... Allora? Come ti chiami?" e gli sorrise.SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by bittu - 20/8/2014, 02:34. -
.TATSUYA.
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.CITAZIONE"Tatsuya" le rispose. "Sono davvero felice di averti potuto incontrare oggi, perché è la mia di giornata che ha trovato un senso nel tuo sorriso"
Appena Tatsuya disse "sorriso" Hisako si mise involontariamente a sorridere di nuovo.
"Ma allora sei un poeta!" gli disse ridendo.
"Mentre non c'eri ho chiesto questa torta alla panna, l'hanno preparata questa mattina, speravo potesse piacerti ed aiutarti a sentirti un po' più sollevata."
"... ... woooo tooorta. Grazie mille Tatsuya -non vedeva l'ora di chiamarlo per nome- sembra che tu mi legga nello stomaco! Poi non ho nemmeno fatto in tempo a mangiare qualcosa prima... non puoi immaginare quanta voglia abbia di mangiare questa torta, Tatsuya"
E avvicinò il piattino sul quale stava la sua fetta, poi distolse lo sguardo dal cibo e si voltò verso di lui. Lo guardò seria negli occhi, e quando i loro sguardi si incrociarono rimase immobile per ancora un secondo, per poi inclinare la testa e sorridere di nuovo. Dopo qualche istante fece finta di niente.
"Oh ma guarda c'è pure la fragola!". Non che non l'avesse già notata prima, ma se continuava a fissarlo poteva davvero diventare una situazione imbarazzante, così cercò di mimare il più possibile una sorta di stupore. Si avvicinò pericolosamente alla feta di torta, tanto che il suo naso quasi toccava la panna.
"Ma è vera? Si mangia?". Punzecchiò la povera fragola con l'indice per fingere di testarne l'autenticità. In realtà era tutta scena per evitare di incorrere nello sguardo di Tatsuya, che comprensibilmente doveva essere davvero imbarazzato dopo quella inusuale espressione di gratitudine che era stato quel sorriso pochi secondi prima.
Edited by bittu - 20/8/2014, 02:32. -
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Mi piace come suona il mio nome quando è lei a pronunciarlo. Perché Tatsuya è il mio nome, vero? Sono io che mi chiamo così. Al “sembra che tu mi legga nello stomaco” non trattengo un sorriso. In effetti posso anche sentire quando qualcuno ha fame o altre cose. È inquietante che ci stia pensando proprio ora. È che questo secondo nel quale ci siamo guardati negli occhi mi ha di nuovo mandato in tilt.
Quel che sta facendo ora è evitare di incrociare di nuovo il mio sguardo con queste scuse maldestre. Vuole evitare che ci sia imbarazzo, però che io sappia cosa le sta passando per la testa non va affatto bene.
Ma il modo in cui punzecchia la fragola è troppo carino. Mi sembra un gattino. Aaawww...
No, non va bene. Volevo essere professionale e quant'altro ma qui non riesco più restare distaccato, mi sento troppo coinvolto.
In verità ho smesso fin da subito di cercare di essere distaccato, mi è impossibile.
Perché è così bella? Perché quel suo sorriso mi scalda nell'animo?
Ehm...master?
Dammi una mano, master!
Accidenti, non dovresti parlarmi. Che vuoi?
Aiutami! Vedi le cose come stanno andando? Qui si rischia...
Si rischia...?
Ma la vedi com'è? È troppo bella, troppo carina, troppo dolce....
Stai parlando con uno che l'ha vista come mamma l'ha fatta...
TU COSA?!?
Niente. Niente. Scherzavo.
Comunque, puoi aiutarmi?
Hai vicino a te una ragazza bellissima e giochi in casa, nel tuo Maid Caffè.
Accidenti!
Non preoccuparti delle altre, pensa solo a lei. Fidati di me. E non parlarmi più!
Il fatto è che io sto già pensando solo a lei. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
Ho la torta davanti a me, distraiamoci con questa.
Raccolgo la fragola con la forchetta.
Le abbiamo raccolte ieri pomeriggio, sono le prime fragole della stagione, coltivate direttamente da noi.
Qui, ora, raccolgo tutta la mia baldanza.
Sei la prima in tutta la scuola a poterle mangiare, Hisako. Assaggia.
Cerco di avvicinarle la forchetta perché possa mangiare la fragola. Io non l'ho ancora usata visto che non ho ancora assaggiato la torta, quindi è pulitissima e si vede.
La mangerà?. -
.CITAZIONEHisako si avvicinò alla forchetta che Tatsuya le stava porgendo e lentamente mangiò la fragola.
"mmn, dolcissimo...".
Ok, situazione imbarazzante.
"... dolcissima, dolcissima" farfugliò.
Poi prese la sua forchetta e si mise a sfiorare delicatamente lo strato di panna sopra la torta.
"Sai, Tatsuya, non so se lo stai facendo volontariamente ma" esitò. "... stai iniziando a piacermi... " [commento di bittu: LOOOOOOOOOOOL, non dovevi fare 'sta cosa della fragola caro mio]. Dalla frase non era chiaro cosa volesse intendere Hisako, ma lei lo sapeva bene e ne era preoccupata. Mai prima di allora si era innamorata in una sola mezz'ora [ehehe]. Era molto emotiva, e Tatsuya aveva involontariamente toccato i tasti giusti per far scattare qualcosa.
La forchetta era ormai carica di soffice panna bianca. Hisako raccolse tutto il coraggio possibile e ricambiò il favore. Avvicinò lentamente la forchetta alla bocca di Tatsuya guardandolo negli occhi. "... che idiota che sono, sembriamo una coppietta... adesso scappa".SPOILER (clicca per visualizzare)spoiler sotto
Non fece nemmeno in tempo a ricevere una reazione che... "CRACK!". Lo sgabello sul quale si trovava Hisako cedette, una della gambe posteriori si spezzò di netto.
"Uuaah... AAAAAAH" Hisako cadde all'indietro, con le braccia che si dimenavano per rimanere in equilibrio. Tutto inutile, la gamba della seduta era del tutto staccata, la caduta inevitabile. Lei e lo sgabello storpio caddero rovinosamente, da verticali ad orizzontali in neanche un secondo.
Ed Hisako era lì, pancia e gambe all'aria... priva di sensi.
(per la cronaca, e giusto per le cronaca, la panna che c'era sulla forchetta è schizzata in faccia a tatsuya ._.)SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by bittu - 20/8/2014, 02:30. -
.TATSUYA.
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.CITAZIONEOh, povera Hisako. Caduta dallo sgabello di un bar. Nel cadere aveva battuto la testa molto violentemente e aveva perso i sensi. Tuttavia la coscienza di Hisako non era sospesa. No, in realtà lei era ancora "sveglia", in un certo senso, solo in un altro posto. Forse sognava, forse era in coma.
Era in piedi, cosciente e con gli occhi aperti, eppure vedeva buio. Cautamente fece qualche passo in avanti. Sentiva la pelle accapponarsi e le dita che fremevano convulse. Repirò profondamente.
Non ricordava nulla di quello accaduto un attimo prima, non ricordava nè il cafè, nè la caduta, nè Tatsuya. Si era ritrovata lì, nel buio, ed era la sola cosa che sapeva. Non che potesse fare chissà quali riflessioni filosofiche, in fondo aveva preso una bella botta e quello che sentiva nalla sua mente era solo un fioco sibilo.
Continuò a camminare in avanti, a passi piccoli e indecisi. Una luce tra il verde e l'azzurro apparve molto avanti a lei. Fino ad allora non si era accorta che la sua vista era annebbiata. I passi si fecero più sicuri. La lucina iniziò a spostarsi nell'aria, con un moto lento e dolce.
Quando fu più vicina la vista stava diventando sempre più nitida, ma anche sotto la luce, vedeva tutto nero. Si guardò intorno... un'altra luce, a sinistra. Andò a sinistra.
Più Hisako si avvicinava, più si definiva davanti a lei una figura che le veniva in contro. Si fermò. Aveva davanti uno specchio. Inclinò la testa, alzò il braccio. L'immagine ripeteva sotto la luce verdastra. Si guardò ancora intorno. Nulla. Andò vicino allo specchio e lentamente avvicinò l'indice alla superficie. Il dito vero e quello riflesso, si stavano per toccare. Hisako stese l'indice toccando la superficie dello specchio. L'immagine non aveva ripetuto. Sorrideva in modo maligno. Dal punto in cui Hisako lo toccò, lo specchio iniziò a trasformarsi in farfalle. Immediatamente, da quella moltitudine uscì un braccio, che afferrò il polso di Hisako; subito dopo spuntò fuori la testa. Era l'Immagine dello specchio, una perfetta Hisako ribaltata.
"UAAAAAAAAAAAAAH!!" urlò per spaventare Hisako.
"UAAAAAAAAAAAAAH!!" Hisako le fece eco, lanciandosi a terra dallo spavento.
"Ciao piccola" le fece l'immagine con gli occhi sbarrati e lo stesso sorriso malefico di prima.
Hisako ansimava, il cuore batteva a mille.
"CHI... CHI DIAVOLO SEI TU?!" disse con la voce tramante, resa roca dall'urlo.
"Oh, ma guarda... non si ricorda di me..."
Hisako deglutì.
L'immagine fece due passi avanti, si accovacciò e si mise a fissarla in modo inquietante.
Hisako rimase di sasso guardando quella sua copia perfetta, mentre i suoi respiri si facevano più profondi e rumorosi. In quel momento la sua mente si riaprì e ricordò la sua giornata, il cafè e la caduta.
"Tatsuya!" sussurrò mentre la sua espressione si tramutò da impaurita a terrorizzata e i suoi occhi, sbarrati e vuoti allo stesso tempo, guardavano l'immagine, forse in cerca di risposte.
"Tatsuya? ... oh si, il ragazzo... caro, caro, caro ragazzo... chissà che espressione sta facendo ora che... sei morta!"
"mo... morta?"
"... trauma cranico, piccola mia" le disse con una espressione di conforto palesemente falsa e forzata. Si rimise in piedi e la guardò Hisako dall'alto. "Fattene una ragione" il suo tono si era indurito.
neanche a dirlo il cuore di Hisako si mise picchiare fortissimo contro il suo petto. Poteva dirsi davvero il suo cuore quello? E quello il suo petto? Era morta in fondo, poteva avere ancora un cuore, un petto o un corpo?
"n..no... non può..." Le parole le si strozzavano in gola e il diaframma si contraeva di continuo, in attesa di respiri che non arrivavano.
"oh povera cara, lascia che..."
"NO!!" Hisako si ribellò con una forza che non veniva nè dalla rabbia nè dalla paura, ma dall'angoscia. "NO, IO NON TI CREDO! MI STAI SOLO INGANNANDO!" deglutì a forza. La bocca e le labbra secche si incollavano tra loro aggrappate a qualche umida goccia sopravvissuta. "TU! TU... NON ESISTI! IO SONO SOLO SVENUTA E STO SOGNANDO! NON VOGLIO ASCOLTARTI, SEI SOLO FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE! DELLA MIA IMMAGINAZIONE! Della mia immaginazione, della mia immaginazione..." mentre lo diceva scuoteva la testa, stringeva gli occhi e con la braccia si tappava le orecchie e si stringeva il capo, nella speranza di risvegliarsi da quel brutto sogno.
L'immagine la prese per il collo e la strinse, poi la sollevò senza nessuna fatica. La sua faccia era diventata malefica, con gli occhi pieni d'odio e i denti digrignati.
"NO. TU..." La sua voce si fece grave "TU SEI FRUTTO DELLA MIA!!"SPOILER (clicca per visualizzare)Hisako è morta per davvero ._.
Edited by bittu - 20/8/2014, 02:29. -
.È già passato un po' tempo, ma lei ancora non si sveglia.
Non so se Kyoko ha già raggiunto Aka, molto probabilmente non ci è ancora riuscita, qui ho davvero bisogno del suo aiuto. Non so perché mi sento così, la conosco da troppo poco tempo per poter provare qualcosa, ma la preoccupazione che ho per lei è troppo grande.
Potrebbe esserci dell'altro in lei, qualcosa che io non ho visto ma che non è sfuggito al mio potere. Ma cosa potrebbe essere? Io tutto quel che ho trovato è una ragazza dolce e gentile, molto emotiva e facile preda di sentimenti molto forti. Cos'altro potrebbe esserci in lei? Una anormalità? Un sogno troppo grande? Un desiderio irrealizzabile? Ma sono tutte cose con le quali sono piuttosto familiare, sono la mia normalità. Che potrebbe esserci in lei?
Magari in realtà non c'è altro, magari è una normale ragazza, però... però ho paura di perderla.
Ma cosa posso fare? Dannazione, sono così impotente...
Le sistemo dolcemente i capelli perché le contornino il bel viso, le carezzo la soffice pelle delle sue gote.
Svegliati Hisako, non andartene.... -
.CITAZIONEL'immagine la strinse ancora più forte per qualche attimo, mentre la sua espressione diventava iraconda e truce e le narici fremevano per la brama. Subito dopo Hisako venne lanciata a terra. Raccolse tutto il suo coraggio e le ripetè la domanda, stavolta con tono più calmo.
"Tu chi sei?" e deglutì al sapore di bile.
"Io sono Cho, la tua creatrice"
"Come sarebbe a dire? è una cosa senza il minimo senso"
Non c'era nè preoccupazione nè indignazione nelle parole di Hisako, lei si basava sulla logica.
"Sei stata portata alla vita grazie al mio potere, ti basti sapere questo"
"E che razza di potere sarebbe?"
Cho le fece un sorriso malevolo.
"Sei troppo curiosa, bambina"
A vedere quel ghigno inquietante Hisako capì che era meglio non insistere.
"menti, io so come sono venuta al mondo"
Ma il ghigno si inarcò ancora di più e gli occhi si sbarrarono biechi. Cho, che stava a circa due metri da lei fece una specie di scatto, Hisako non capì bene, era come se il suo corpo di fosse trasformato in seta volteggiante e si fosse poi ricomposto pericolosamente davanti ad Hisako in nemmeno un secondo. Ora la sua faccia deformata dal sorriso spettrale era a qualche centimetro da Hisako, e questa riusciva a vedere il suo riflesso nell'occhio puntato dell'altra.
"E spiegami, mia dolce babbea, come sei venuta al mondo?"
Ad Hisako parve che la voce di lei, seppur non urlata, avesse un volume anomalo, che aveva echeggiato nell'oscurità circostante.
"Sono stata partorita e abbandonata in un campo" disse con fermezza. "E sono poi stata trovata dai miei genitori adottivi".
"E credi che questo possa escludere il fatto che sia stata io a darti alla luce?"
Hisako inorridì e indietreggiò strisciando sui gomiti.
"tu.. sei.. mia madre?"
Cho rise di gusto e la schiaffeggiò.
"è divertente prendersi gioco di una stupida come te" e poi le si avvicinò di nuovo inarcando la schiena. "Ma in un certo senso la sono" disse con voce profonda ed enigmatica.
Hisako era esasperata. Era Cho a tenere il coltello dalla parte del manico, e sembrava pure che si stesse divertendo a giochicchiare con la sua mente, ancora stordita ed estraniata. Se Cho non voleva dire qualcosa semplicemente non lo faceva, e anzi, cercava di instillare strambe idee in Hisako per il puro diletto di chiamarla "stupida". Ma perchè continuava a stare lì? Voleva qualcosa, Hisako lo capì, ma si limitò a chiedere un'altra cosa.
"Dove siamo?"
A Cho piacque la domanda.
"Siamo nel mio bozzolo"
"bozzolo?" Hisako cercava di capire qualcosa in più mentre l'altra sembrava aprirsi.
"Ti ho detto che sono stata io a crearti, e l'ho fatto esattamente come volevo." Aprì le braccia e iniziò una specie di lenta rotazione. "Questa è la Cocoon Hall, un luogo della tua mente in cui io ho il potere assoluto! Qui posso creare qualsiasi cosa, fare qualsiasi cosa, sapere qualsiasi cosa, e ..." Il ghigno riapparve sul suo volto, e portando un braccio verso Hisako finì: "... vedere qualsiasi cosa...".
Lo spazio intorno a loro cambiò: da ambiente oscuro e intangibile si trasformò in reale e concreto. Erano in una specie di studio con una sorta di salottino, dove, su un divano stava il corpo esanime di Hisako e di fianco a questo...
"Tatsuya" sussurrò Hisako con orrore.
Il ragazzo aprì la bocca per parlare. Il suono che ne uscì era ovattato ma comunque conprensibile. "Svegliati Hisako, non andartene..."
"NON STO MORENDO! SVEGLIAMI! SVEGLIAMI!" urlò Hisako disperata.
"Oh, lo farò"
Hisako si sentì meglio, ma d'improvviso sentì uno scatto metallico e con orrore si accorse che i suoi polsi erano stati legati a delle catene attraverso dei bracciali metallici. Le catene tirarono e la portarono in alto fino ad essere sospesa di una decina di metri, poi anche le sue caviglie furono collegate a catene, le quali tirarono verso il basso. Hisako si trovò in mezzo ad una argano della strega in tensione e la sua faccia si contorse in smorfie di dolore. Cho le arrivò davanti volando. Le prese il volto tra le sue mani e le disse:"Ti sveglierò, ma prima proverò ancora la vita vera!"
Il corpo di Cho si trasformò in una polvere nera fittissima, che in un attimo si insinuò potentemente negli occhi, nelle narici e nella bocca di Hisako, la quale lanciò un urlo orrendo.
***
Cho aprì gli occhi.
"Ehi" disse sottovoce.
Poi si rialzò mettendosi a sedere sulle ginocchia e piano piano si avvicinò al ragazzo, sul lato opposto del divano. Infine gli prese il bavero tenendolo stretto. Lo baciò avidamente.
Subito dopo la porta si aprì...
Edited by bittu - 19/8/2014, 19:42. -
.Mi sono fatto un po' più da parte per darle maggiore spazio e non sembrare un maniaco, non posso fare nulla per lei se non aspettare e sperare.
Con i gomiti piantati sulle ginocchia, mi tengo il volto tra le mani aspettando che arrivi Aka a darmi una mano. Speriamo che Kyoko la raggiunga in fretta, mi sembra di avere bisogno più io della sua presenza che...
Ehi...
Ancor prima di rendermene davvero conto, mi sono voltato verso di lei, verso Hisako che ha riaperto gli occhi. L'ondata emotiva che mi travolge è più forte di quanto mi sarei potuto aspettare. Solo vederla alzarsi e mettersi seduta sulle ginocchia mi fa traboccare di gioia il cuore che finalmente rallenta il battito dando un po' di tregua alla mia agitazione.
La vedo avvicinarsi lentamente, è probabile che sia confusa, dopotutto ha preso davvero una bella botta ed ha perso conoscenza per svariati, insopportabili, minuti.
Sono troppo lento a capire cosa sta succedendo. Paradossale, nevvero?
Credo di realizzare solo quando mi afferra stretto per il bavero della mia usuale giacca.
Hisa...
Non mi permette di terminare, soffoca le mie parole con le sue morbide labbra. Una fine meravigliosa.
Non posso resistere, non posso sottrarmi, non voglio che finisca.
Quindi è questo il suo sapore. È deliziosa.
Sento una improvvisa fitta alla testa, so per certo che è Shiro che sta cercando per qualche motivo di intromettersi. Se è gelosia la sua, la affronterò volentieri questa notte, ora non credo di voler scappare. Sento che dovrei dare più peso alle percezioni che la One Heart sta catturando, il mio istinto dice che qualcosa si è modificato, ma al momento sono troppo preso da lei.
Non è un bacetto, un qualcosa di poco conto, non per ciò che mi sta comunicando, non per quanto si sta mostrando avida con le sue labbra.
Sento le braccia indecise sul da farsi, vorrebbero cingerla e stringerla per impedirle di pentirsi e fuggire, per darle il mio calore oltre e mostrare la passione che riesce a suscitarmi una ragazza, che ho si appena conosciuto, ma che è anche estremamente saporita. Però sono bloccate, anch'esse sono state sopraffatte da questa sua improvvisa intraprendenza, così contrastante con la ragazza dolce e timida, che arrossiva e quasi balbettava per una parola fraintendibile.
Vuoi tutto da me? Io ti darò tutto, se solo mi farai assaporare le tue dolcezze.
Questo è ciò che sto provando ed è tutto vero. Ma allora perché? Perché chiudendo gli occhi vedo quel viso contornato dai capelli castani?
Devo aprirli, devo spalancare gli occhi perché sto vedendo lei. Un bacio da questa meraviglia ed io vedo lei.
Casualmente apro gli occhi proprio mentre si apre la porta del mio ufficio.
La colgo con la coda dell'occhio, è appena entrata Mimì. Le nostre labbra sono ancora unite e quella mezza psicopatica ci sta vedendo.
”Potevi mettere sulla porta il cartello 'Non disturbare', almeno mi sarei messa qualcosa di più sexy.”
Dice facendo schioccare la lingua con disappunto.
Come al solito ha detto una sciocchezza, ma ho avvertito chiaramente che la cosa la infastidisce.
Cerco di staccarmi da Hisako, ma non so se mi lascerà andare anche se abbiamo una spettatrice, ma anche se ci riuscissi non credo che potrei dire alcunché, non credo di riuscire a trovare le parole. Anche perché ho avuto l'impressione di vedere per un momento, di fianco a Mimì, la figura di una ragazza dai capelli color lilla che è scomparsa quasi immediatamente. Sicuramente mi sono immaginato la cosa, diciamo che al momento sono alquanto...diciamo fuori di me. In senso buono. Spero.
Edited by .Micael. - 21/8/2014, 23:22. -
.CITAZIONENel momento in cui la porta si aprì Hisako si staccò dalle labbra di Tatsuya, spingendolo forte contro il bracciolo del divanetto. Gli sorrise in modo malizioso e voltò appena la testa, per vedere chi, in quel momento, stava per entrare nella stanza. La porta era ancora chiusa quando dal corpo di Hisako esplose una miriade di piccole falene dalla luce dorata e polvere luminescente, che dopo aver emesso un suono stridulo, quasi in coro, si posarono sulla schiena di Cho e sull’intera superficie della stanza, senza lasciare neanche un centimetro scoperto, ad eccezione delle parti che non si sarebbero potute vedere dalla porta. Il sorriso di Cho tornò a rivolgersi a Tatsuya.
“Shhhh” gli sussurrò, appoggiandogli delicatamente un dito sulle labbra, per poi cadere in una risata trattenuta e silenziosa.
Chiunque fosse entrato, non avrebbe visto quello che realmente stava accadendo nella stanza, ma le ali impregnate di potere delle falene avrebbero prodotto un’illusione, simulando una bizzarra situazione:
Hisako e Tatsuya seduti a un tavolino, entrambi molto tesi e pensierosi. Sul tavolino è presente una specie di scacchiera, con pedine a forma di freccia che puntano in avanti. Giocano a Shogi, ed è Hisako a muovere. Piccolo dettaglio… entrambi sono in biancheria intima femminile.
“HA! SCACCO” gioì Hisako con un gridolino, battendo le mani.
”Potevi mettere sulla porta il cartello 'Non disturbare', almeno mi sarei messa qualcosa di più sexy.”
“Mi… Mimì?!” dice imbarazzato e sorpreso Tatsuya, alzandosi velocemente dalla sedia. Il reggiseno cade inesorabile sulla scacchiera con un leggerissimo tonfo.
Cho strizzò l’occhio a Tatsuya, ancora una volta ridendo sotto i baffi, anche perchè lui non avrebbe potuto vedere nulla dell'illusione delle falene... forse.
⁂⁂⁂
Hisako era sola, tirata da quattro catene talmente forte che le sembrava che i suoi arti si stessero per staccare dal corpo, tanto le bruciavano le spalle e le anche. Sentiva ancora nel naso e in gola un bruciore innaturale, dove era passata Cho, ma la cosa peggiore erano gli occhi. Subito era rimasta quasi accecata, e vedeva soltanto rosso, come se si fossero ricoperti di una patina di sangue, per non parlare delle lacrime, che uscivano di continuo, acide. Dopo qualche minuto la situazione era migliorata, le lacrime stavano levando il sangue, che quindi le si accumulava intorno agli occhi o le colava sulle guance, come in una maschera macabra. Voleva pensare a Cho, a quallo che le aveva detto o a quello che stava ora facendo dentro il suo corpo, ma non ci riusciva, non solo perché era una tanto asuurda ed inaspettata che non era ancora riuscita ad inquadrarla, ma soprattutto perché il dolore era troppo forte. Il peggio non era ancora venuto.
Dopo pochissimo tempo vide davanti a lei aprirsi un buco nell’aria, come un portale, che brilava di luce bianca e dorata. Da esso uscì una nube di polvere brillante e di insetti d’oro. Le si avvicinarono velocemente. Un brivido di terrore si impossessò del corpo di Hisako, che iniziò a dimenarsi inutilmente muovendo i fianchi. Le catene restavano salde. Hisako, disperata, cercò il più possibile di torcere il collo indietro e di serrare gli occhi. Quando la nube fu vicina Hisako fu costretta da una forza sconosciuta ad aprire, gli occhi e la bocca e a rigirare la testa alla posizione di prima. Le falene le entrarono dentro, con il doppio della potenza di quella che avevva prodotto Cho. L’urlo di Hisako fu, invece, forte la metà..