[CONCLUSA]Riiniziando da ieri

Narrazione privata

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    Tatsuya?

    Si?

    Mi sembri distratto questa sera. Cos'hai?

    È solo...non riesco a capire...

    Spiegati meglio, potrei anche riuscire ad aiutarti.

    Ne dubito...non puoi avere la risposta...

    Tentar non nuoce.

    Si? Ed allora spiegami....spiegami perché...perché sono così debole? Perché Shiro, perché? Da solo non riesco a combinare nulla di buono, fuori da questo mondo non posso nulla, da quando non puoi più passarmi quei potenziamenti sono diventato ancora più patetico.

    Chissà, magari tu non devi essere da solo, magari sei fatto per stare in gruppo. Dopotutto riesci ad esaltarti insieme ad altre persone adattandoti a loro e prendendo anche qualcosa delle loro capacità e gli altri si esprimono meglio in tua presenza, basti guardare come sei riuscito a far capire nuovi utilizzi del suo potere a Sophie.

    Questo fa di me solo un comprimario, un personaggio di supporto, un non-protagonista. Sono soltanto una spalla. Questa non è vera forza.

    Ti sbagli, anche questa è forza. Ti ritieni un comprimario e ti ritieni debole quindi cos'altro fare se non calarti nella parte? Ti riconosci come spalla? Allora comportati da tale e diventa forte con quel ruolo. Allenati e migliora, aumenta il tuo livello ed apprendi altre abilità fino a diventare protagonista come spalla. E poi magari potresti trovare un modo per cambiare classe.

    Cambiare...classe? Non posso certo cambiare o aumentare i miei poteri dal nulla....

    Non hai mai alterato, anche se di poco, la portata del tuo potere?

    Ti riferisci all'overflow con Sophie? Ma il “Modus:Idea” è solo un temporaneo incremento della sensibilità tramite la percezione delle informazioni portate dalla mia stessa energia in eccesso quando mi ritorna, poco più che un gioco di prestigio...

    E questo lo hai capito proprio tu che se un supporto, potresti anche scoprire altre cose interessanti. Potrebbe non essere male tornare ad esercitarti con lei, l'ultima volta hai preso familiarità con la One Heart proprio mentre le stavi insegnando a tirare di boxe, magari se questa volta facessi il protagonista almeno nel tuo allenamento potresti capire qualche altra cosa anche su di te.

    Sai? Stai diventando stranamente saggia negli ultimi tempi. Tornare all'origine per andare avanti. Peccato che al momento non possa esercitarmi con Yuno. Dopotutto, se con Sophie ho appreso qualcosa, è stato con lei che ho potuto rivederti. Ci sarebbe comunque Misaka che...

    No, lei per ora tienila fuori.

    È gelosia quella che sento?

    Se ti avvicini ad altri protagonisti non potrai mai diventarne tu stesso uno dato che sei portato ad essere una spalla. Pareggia prima con quelli che già hai vicino.

    Forse hai ragione. Comunque sia, sei riuscita a tirarmi su di morale. Per domani sera spero di stare ancora meglio, Shiro.



    Nome:Tatsuya
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    Legenda:
    Narrato
    Parlato Tatsuya
    Parlato / Pensieri Shiro
    Pensieri Tatsuya
    Parlato Yuno
    Parlato Sophie
    Parlato Misaka
    Parlato Altrui
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    Sophie Kamishiro
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    Quindi...ora che si fa?

    Non lo so...

    È vero che mi piace stare con te, Tatsu-kun, ma così sprechiamo solo tempo...

    Erano già dieci minuti che stavano lì quando Sophie iniziò a lamentarsi del loro immobilismo. La mattina, alla fine delle lezioni, Tatsuya era andato ad aspettarla davanti alla sua classe per dirle che voleva cercare di trovare qualche altra applicazione speciale per il suo Protos Heis, cosa che eccitò molto la ragazza. Dopo le lezioni pomeridiane, saltando anche le attività di club, si erano introdotti nella Babele Fantasma, nome dato al vecchio dormitorio oramai in disuso, alla ricerca di una stanza adatta alle loro necessità. Quello di trovare una nuova applicazione al suo potere era davvero un bel proposito, il problema era capire come poter fare. Avrebbe dovuto affrontare in modo razionale qualcosa di completamente irrazionale, formulare delle ipotesi sugli effetti che avrebbe potuto avere e poi verificarli. Applicare il metodo scientifico al sovrannaturale, sembra quasi una bestemmia.
    Mentre Tatsuya cercava nella mente qualche pista da seguire, notò che Sophie si era appena prodotta uno yo-yo.

    Non solo il Protos Heis, lei ha anche il Genesis. Al momento è l'unica persona che conosco in possesso di due anormalità tanto potenti, facendole lavorare insieme può assicurarsi una produzione illimitata di tutto ciò che sa descrivere nel funzionamento ed applicarvi le proprietà che desidera. Inoltre è instancabile con quel suo continuo afflusso di energia...

    Era proprio all'energia che continuava a pensare mentre osservava la sorellina giocherellare con vari costrutti, finché non iniziò a far fluttuare delle sfere quasi incorporee.

    Ma quelli....sono globi di energia pura!

    L'aver realizzato quale fosse la portata di quel potere lo aiutò molto a riflettere sulla natura dell'everflow e sul suo funzionamento. Ripensando a ciò che lo rendeva capace di fare si accorse che in quel preciso momento non riusciva a percepire l'energia che stava manipolando Sophie, mentre con il “Modus Idea” riusciva a percepirla con tanta accuratezza da poter impiegare il rimbalzo contro le superfici per calcolare le dimensioni della struttura dove si trova e capirne la conformazione.

    Riesce ad alterare il mio potere. Forse inizio a capire cosa intendesse Shiro.

    Aveva intuito qualcosa ed aveva bisogno di verificarla anche a proprie spese.

    Saresti capace di...assorbire tutta la mia energia?

    Tutta sarebbe troppo pericoloso, però si, ne sono capace.

    Riusciresti anche a ripristinare velocemente le mie forze usando unicamente energia tua e naturale?

    Tutta l'energia che assorbo diventa mia. Se la assorbo prima mettendola in stallo con il Genesis posso ripristinarti subito.

    Ti stai davvero applicando nella lingua.

    Nella....lingua? Non mi avrai mica portato qui, lontano da tutti, per fare lo cose sconce con la tua sorellina?

    Ma chi ti mette in testa queste cose?

    La mia compagna di banco, Rin. Mi dice sempre che gli uomini sono solo degli animali che si farebbero anche la gamba di una sedia o un porcellino d'india. Non ho ancora ben inteso cosa intendesse dire, ma le ho risposto che tu sei diverso, che sei tanto gentile con me e lei mi ha detto che anche tu sei un animale che pensa solo alle cose sconce, come tutti, e che avresti solo aspettato il momento giusto per balzarmi addosso. Mi ha detto che devo diffidare degli uomini e fidarmi solo delle ragazze perché è solo tra ragazze che ci si capisce.

    ...dimmi...passi molto tempo con questa Rin?

    Solo le lezioni, per il resto sono sempre con la sorellona e Misa-chan.

    Bene....però...se dovesse toccarti in qualche punto strano me lo devi dire che andrò subito a parlare con i suoi genitori, siamo intesi?

    Si ma non ti agitare, hai una faccia terribile!

    La sua “faccia terribile” era dovuta alla sua preoccupazione per ciò che gli stava raccontando la ragazza.

    A quanto pare ha a che fare con una ragazzina piuttosto....vispa...mi toccherà passare le lezioni puntando la One Heart su di lei per tenerla d'occhio, non vorrei che si venisse a trovare in situazioni...particolari...

    Scosse la testa con forza per togliersi dalla mente quei pensieri fuori luogo, quel che dovevano fare era già abbastanza complicato e rischioso senza doversi perdere in altre distrazioni quali un'anima dalle tendenze vagamente saffiche.

    No, così è anche peggio.

    Era un'idea piuttosto persistente ed il non conoscere l'aspetto di quella Rin spingeva la sua fantasia ad immaginarne uno: la vedeva come una ragazza alta, dai lunghi capelli corvini, le forme generose ed armoniche, profondi occhi azzurri contornati da lunghe ciglia e la pelle morbida e bianca, con addosso solo una maglia da calcio bianco nera ed il nudo sotto, in atteggiamenti intimi con una vaga rappresentazione di una possibile Sophie di tre anni dopo, anch'essa vestita nella stessa maniera.

    Dimmi....com'è questa Rin?

    La curiosità aveva fatto breccia.

    E perché ti interessa? Non starai mica facendo qualche strana fantasia? Allora aveva ragione!

    Ma sono io quello con la One Heart!

    No, no. È solo per poterla riconoscere come la tua compagna di banco se dovessi vederti insieme a lei. Sai, se ci dovessimo incrociare e lei fosse con te, se non la salutassi e la ignorassi sarei davvero scortese ed anche maleducato.

    Quindi...è roba da fratelli maggiori?

    Roba da fratelli maggiori.

    Uhm...credo abbia senso...

    Ovvio.

    Bene! Allora devi sapere che è una ragazza davvero tanto carina, così tanto che non sembra vera ed il bello è che dicono tutti così.

    Continua, continua.

    Sì, sì. Ha degli occhi azzurri stupendi ed i capelli neri neri.

    E su questo c'ero,

    Usa come accessori le orecchie da micia.

    Aaawww! Le orecchie da micia! Adorabile!

    Sarà di venti centimetri più bassa di me...

    Eh?

    ...è completamente piatta ed ha dodici anni.

    Distruttiva come un martello pneumatico, spietata come un pescatore mentre apre una cozza per poi mangiarsela, viva, Sophie aveva distrutto ogni singola fantasia ed aspettativa di Tatsuya. Quest'ultimo rimase un attimo a fissarla con occhi sbarrati, colpito durissimo da quella rivelazione, poi si mosse lentamente verso una finestra fissando l'esterno senza sbattere le palpebre per un paio di minuti.

    Che bel prato...

    Che? Siamo qui per fare giardinaggio?

    Finalmente, mentre gli sembrava di vedere allontanarsi da lui la Rin della fantasia infranta, riuscì a tornare in sé.

    Certo che no. Riprendiamo da dove eravamo rimasti. Allora, il mio ragionamento è questo: se facciamo traboccare la mia energia con la tua il mio potere subisce una piccola alterazione che lo potenzia, quindi se sostituissimo tutta la mia energia con la tua il potenziamento dovrebbe essere maggiore.

    Ma è una follia! Proviamoci!

    Ehi! Non hai proprio alcun riguardo per me?

    Ma l'idea è la tua! Non vorrai tirarti indietro ora? Tiri il sasso e scappi?

    Dovrebbe essere tiri la pietra e nascondi la mano...

    Ma Sophie non stava dando per niente retta alla sua precisazione, la trovava inopportuna ed inutile, continuava a fissarlo con una certa sfida.

    Ok, facciamolo. Tanto mi sono cacciato nei guai da solo.

    Fantastico! Allora, devo solo sostituirti l'energia con la mia?

    Ecco...si.

    Sophie non stava più nella pelle, voleva provare a fare quella cosa il prima possibile. Esplorare nuove possibilità per i suoi poteri era una delle attività che più la divertiva ed appassionava.
    Prese entrambe le mani del fratello ed iniziò a caricare l'energia. L'attivazione del Genesis le aveva donato un'aura viola che si emanava con maggior intensità man mano che l'energia cresceva.

    Per un attimo ti sentirai malissimo. Sei pronto?

    Prima posso fare testamento?

    No ♥

    Fu un attimo: la quasi totalità dell'energia gli venne estratta. La durate fu brevissima, ma le sensazioni che provò furono comunque terribili, era come se sentisse che gli venisse estratta la sua stessa vita, la percezione dei dintorni era svanita e non aveva più idea di dove si trovasse; per un istante tutti i suoi sensi si disattivarono, privi della forza di restare attivi. Poi l'incredibile. Sophie gli reinserì una quantità di energia pari a quella che gli aveva tolta ma era stata leggermente manipolata dal Genesis, il ché l'aveva resa libera da ogni impurità, energia raffinata e limpida. Fu come se fosse rinato, come se fosse tornato al mondo dopo un breve viaggio nell'oscurità. La One Heart gli si riattivò all'istante quasi che non potesse essere arginata. Erano in una zona isolata ma sentiva tutte le persone presenti nel territorio scolastico, era come se le vedesse tutte insieme, ovunque si trovassero, e sapesse alla perfezione la loro posizione. Scrutava nell'animo di tutti loro contemporaneamente. Era una cosa spaventosa per lo stesso Tatsuya perché lui non era abituato a questo. Si, era già da un po' di tempo che usava la One Heart ma mai fino a quel livello, mai era riuscito a leggere anche la memoria ed il pensiero di tutte quelle persone. La testa gli scoppiava, era piena zeppa di voci che si accavallavano, di pensieri, di emozioni, di ricordi.

    Basta! State zitti!

    Si era preso la testa tra le mani e tappato le orecchio nel vano tentativo di non sentire più tutte quelle persone. Quello era davvero troppo, non si avvicinava a niente di ciò che aveva immaginato o sperato, era infinitamente peggio. Aveva contemporaneamente nella propria la testa di migliaia di persone e non riusciva a farle smettere. Lo stavano cogliendo il panico e l'ansia, si stava davvero spaventando e ben presto sarebbe subentrata la disperazione.

    SILENZIO!

    Urlò all'improvviso e tutto tacque. Era riuscito ad isolarsi da tutto, finalmente c'era tranquillità, una pace nella quale non riusciva più a raggiungerlo niente. Si guardò le mani e notò di essere circondato da una sottile aura viola. Guardò verso Sophie e lì si accorse che lei lo stava chiamando, ma non ne sentiva la voce. Tanto improvvisamente quanto vi era caduto, uscì da quell'isolamento totale tornando a sentire almeno la voce della sorellina.

    Cosa c'è?

    Stai...bene?

    Tatsuya avvertiva che l'averlo sentito urlare l'aveva spaventata, era una reazione che non si aspettava e che l'aveva fatta molto preoccupare.

    Si...sto bene. Non ero preparato...

    A cosa? Cosa ti è successo?

    Ho sentito le voci di tutti nella scuola. Leggevo nelle loro anime nonostante la distanza. È stato terribile.

    Ma non è quello che fai sempre?

    Chiese confusa.

    Questa volta è stato diverso. Erano migliaia di persone tutte insieme, gente che non ho mai visto prima e della quale ho letto ogni singolo aspetto in una volta sola. Per fortuna che ha smesso.

    M-mi dispiace fratellone, sarei dovuta stare più attenta e non costringerti...

    Sophie era davvero mesta, aveva capito che il fratello aveva sofferto per una cosa che gli aveva fatto lei e questo la faceva star male.

    Costringermi? Sono stato io a chiedertelo e poi l'esperimento è stato un successo, il mio potere è aumentato. Certo, non riesco a gestirlo, ma questo è un altro discorso. Comunque ora sto benone.

    Rinfrancata da queste parole, Sophie tornò a sorridere tutta contenta. Se il fratello stava bene voleva dire che avrebbero potuto testare ancora un po'.

    Allora...giochiamo un po' insieme e vediamo cosa riesci a fare adesso che l'effetto c'è ancora.

    Aspetta Sophie, cosa vuoi fare?

    Era strano che proprio lui, con i poteri portati oltre il limite, chiedesse le intenzioni dell'altra persona. La verità è che, dopo essere uscito dall'isolamento, si era ben guardato dal tentare di riattivare le capacità di lettura e comprensione, aveva paura che tutte quelle voci lo invadessero di nuovo.

    Dovresti saperlo.

    Ed avrebbe avuto ragione in condizioni normali.
    L'improvvisa aura viola scaturì dalla ragazzina, aveva tenuto per tutto il tempo in stallo l'energia che aveva sottratto a Tatsuya ed aveva potuto caricare istantaneamente il Genesis. Delle lame presero forma nelle sue mani.

    No, aspetta! È pericoloso!

    Per tutta risposta Sophie si mise a ridere.

    Ma dai, non scherzare! Riusciresti a schivarle anche da normale, figuriamoci ora.

    No! Ferma! No!

    Prendi questo!

    FERMA!

    Tatsuya chiuse gli occhi pronto ad incassare il colpo ed a subire il dolore ed i danni, ma non accadde nulla. Riaprì gli occhi e vide Sophie ferma nell'atto di lanciare le lame.

    Per fortuna alla fine ti sei fermata...

    Disse con un sospiro di sollievo.

    Non è così. Io volevo lanciarle ma non ci sono riuscita. Mi sono bloccata di colpo. Che è successo?

    Non ne ho idea, potrebbe essere colpa del potere potenziato.

    WOW! Quindi puoi anche controllare le persone! Che figo! Ok, ora lasciami.

    Ehm....

    Non vorrai tenermi così tutto il pomeriggio....oppure ti piaccio di più quando sto così? Sono più carina?

    Non è questo....

    Vuoi dirmi che...non sono carina?

    Sei molto carina, come sempre del resto, il problema è che...non so come sbloccarti...

    Si aspettava che esplodesse la rabbia per quello, si trovava bloccata e molto probabilmente avrebbe dovuto attendere che tutta l'energia di Tatsuya si riconvertisse e tornasse normale per potersi liberare; invece sospirò rassegnata, ma non perché avesse perso le speranze.

    Spostati, faccio io...

    Raccolse l'aura viola che la circondava e la condensò al massimo intorno a sé. Il colore era diventato così intenso che non la si poteva più vedere. Quando la densità fu massima rilasciò tutta insieme l'energia. Generò un'esplosione energetica che arrecò gravi danni alla stanza, scavando solchi nelle pareti raggiunte dalla deflagrazione ed un piccolo cratere nel pavimento dove poggiava i piedi, il soffitto sopra di lei era stato spazzato via. Riprese a muoversi tra la meraviglia del fratello.

    E quello?

    Ho pensato che in quel modo avrei disturbato e rimosso il blocco che mi avevi posto.

    No, intendo quello scoppio.

    Aahh! Quello....diciamo che dopo quella gita al capannone ho pensato che fosse utile imparare a fare le esplosioni. Ci vuole tanta energia ma almeno potrei difenderti se dovesse di nuovo caderci addosso il soffitto.

    Si, ma chi difenderebbe me da quell'esplosione?

    Uhm...forse hai ragione....dovrò pensarci meglio...

    È tutto ciò che hai da dire? Hai trovato una soluzione più pericolosa del problema e te ne esci con un...

    La frase non la terminò. Improvvisamente perse il poco controllo che aveva ristabilito sull'anormalità e la mente gli fu di nuovo invasa da quel caos. Questa volta era ancora peggio, il numero di voci sembrava aumentato ed anche di molto, non sapeva a quanto arrivasse in quel momento la portata di quel suo potere, sicuramente era troppo. La testa gli faceva male per tutte le informazioni che stava ricevendo ed analizzando. Ricadde in avanti e solo la pronta presa di Sophie gli impedì di finire a terra.

    Resisti, è quasi finita.

    Lo rassicurò riferendosi all'energia pura che si era quasi esaurita contaminandosi con le sue impurità caratteristiche ed anche lui se ne era accorto dal numero di voci andava diminuendo. Era ormai sul punto di tornare alla normalità quando, in quegli ultimi istanti oltre il limite, riuscì a sentire una presenza ed una voce dell'anima ben chiara. Era vicino, fin troppo vicino, eppure sembrava così distante. Era lì e da un'altra parte allo stesso tempo. Per l'esattezza si sarebbe dovuto trovare proprio dove era lui ma non si vedeva nessuno. Chiuse gli occhi e nella mente gli apparve l'immagine di un ragazzo, avrà avuto quattro anni in più di lui e gli somigliava tantissimo. Si sarebbe potuto dire che fossero la stessa persona se non fosse stato troppo folle. Si trovava in un enorme spazio vuoto, completamente solo nel nulla. Poi la visione si interruppe, sancendo il suo ritorno alla normalità.
    La sottile aura viola che lo avvolgeva si era esaurita completamente e tutti gli effetti aggiuntivi ed i potenziamenti si erano disattivati. Si sentì molto sollevato per questo, ma quell'ultima visione che aveva avuto lo aveva colpito più di quanto se ne rendesse conto. Sul momento l'emozione dominante in lui era la delusione ma venne coperta dall'improvvisa stanchezza che lo colse e che non gli permise nemmeno di continuare a restare in piedi. Solo perché Sophie lo stava ancora reggendo non stramazzò al suolo. La ragazzina lo aiutò ad accasciarsi dolcemente a terra, non c'erano sedie e quello era l'unico modo per permettergli di riposarsi un po'. Lei lo aveva stretto al suo petto, sentiva quanto fosse sofferente e voleva cercare di dargli un po' di sollievo. Tatsuya non si agitava né dimenava per uscire da una situazione potenzialmente equivoca come avrebbe fatto di solito, non ne aveva la forza. Si abbandonò tra le sue braccia e la strinse alla vita. Era così piacevole poter sentire il calore di una singola persona, non avere più tutta quella confusione nella testa. In quel momento la sua anormalità non era attiva, era come se l'averla portata oltre il suo limite l'avesse surriscaldata, possiamo dire, obbligandola a spegnersi per poter tornare a funzionare al solito regime. In quel momento era tornato ad essere un ragazzo normale, non sapeva per quanto sarebbe durato ma Tatsuya voleva godersi quello stato con tutto se stesso. Non avrebbe potuto fare chissà cosa, la ragazza con cui si trovava era pur sempre la sua sorellina, gli bastava semplicemente poter evitare di doversi preoccupare di controllare e trattenere la sua anormalità, in quegli istanti poteva di nuovo affidarsi solamente ai suoi sensi , percepirla solo tramite la delicatezza del tocco ed il calore, sentire il suo odore che non aveva mai notato essere così buono, ascoltare il battito del suo cuore. Piccole cose che non gli erano mai sembrate così dolci. Piccole cose che gli facevano desiderare che quell'istante non finisse mai. Prima di allora non si era mai davvero reso conto di quanto la One Heart gli pesasse e lo condizionasse, ma il quel momento si sentiva, dopo tanto tempo, davvero se stesso. Entrare in tutte quelle menti, in tutti quegli animi, essere partecipe di tante e così diverse emozioni stava lentamente mutando il suo spirito, stava annientando il suo vero io in favore di un sunto di tutte le persone che aveva incontrato fino ad allora e che avrebbe incontrato in futuro. Era quello il grave fardello della One Heart, la graduale scomparsa della personalità del suo utilizzatore. Tatsuya capì tutto questo in quei pochi secondi di normalità, stretto al petto di Sophie, capì la sua condanna.
    Improvvise emozioni cominciarono ad affluire nella sua mente, pensieri e dati. Il suo poco tempo era finito, la One Heart era ritornata in funzione e con essa tornava la necessità di porre tutti i suoi limitatori. Quella breve esperienza oltre il limite della sua anormalità gli aveva lasciato davvero molto a cui pensare ma in quel momento la cosa che lo turbava di più era la scoperta che aveva fatto suoi suoi poteri e non tanto perché fosse proprio preoccupato per se stesso.

    Sophie, cosa accadrebbe se io non fossi più io?

    Le sue improvvise parole suonarono strane alla sorellina,

    Ehi! Cosa stai dicendo? Come potresti non essere tu?

    Lei era confusa ma Tatsuya era serio, anche se non avendo ancora cambiato posizione non lo poteva vedere.

    Se dovessi cambiare, se non dovessi più essere come sono ora...se diventassi un'altra persona?

    Tatsu-kun così mi spaventi. L'averlo appena fatto ti ha bruciato la mente?

    Non dire cose fraintendibili, solo...rispondimi.

    Ecco...non penso che potresti cambiare. Insomma, tu sei sempre tu, ci conosciamo da molti anni, circa da quando sono nata, e per me sei sempre rimasto lo stesso. Negli anni un po' sei cambiato, come anche la sorellona e tutti quelli che conosciamo, ma sei sempre rimasto il mio caro fratellone che mi sopporta anche quando faccio di tutto per dargli fastidio. Potresti cambiare anche tante volte, diventare tante persone diverse ma sono sicura che dentro resterai sempre lo stesso che mi aiuta a fare i compiti, che anche ora mi prende sulle spalle per farmi sentire più alta, che non mi fa mai sentire sola portandomi sempre con sé, che cerca sempre di proteggermi e non esita a lanciarsi nel vuoto per tentare di salvarmi anche sapendo di non avere possibilità di farcela. Qualunque cosa accada resterai sempre Tatsu-kun, il ragazzo che mi piace tanto.

    Quelle parole sorpresero Tatsuya e lo colpirono nel profondo. Gli aveva detto le esatte parole che avrebbe tanto voluto sentire in quel momento, per la seconda volta nel giro di pochi minuti gli era capitato di credere che fosse lei quella dotata di One Heart. Questo aspetto di Sophie stava emergendo da poco tempo e lui non era abituato a sentirle pronunciare simili discorsi. Soppesò ogni vocabolo che aveva proferito riascoltandolo nella propria mente ritrovando di nuovo il tema della sua debolezza che, questa volta, non era trattata come una cosa negativa, la ragazzina sembrava apprezzarlo ancor di più per tutti gli sforzi che faceva nonostante non avesse il potere necessario, ma per lui quello era diventato un terribile fattore di stress. Sul momento mise tale tema in secondo piano perché quella parole che erano maldestramente suonate come una dichiarazione lo intenerirono.
    Si staccò dell'abbraccio nel quale si trovavano ancora e le guardò dritto negli occhi, in quello specchio sincero di un'anima incapace di mentire. La guardò sotto una luce diversa, si rese conto che non era più una bambina, che stava crescendo e maturando più velocemente di quanto desse a vedere. Si sentì arrossire e non poteva far nulla per nasconderlo.

    Grazie Sophie, anche tu mi piaci tanto.

    Ehi frena! Non farti strane idee, mi piaci come fratello, il mio è un amore fraterno. Sono la tua sorellina e poi oggi ho mal di testa, non credo sia il caso.

    Guarda che avevo capito, anche io intendevo come sorella. E poi perché dici di aver mal di testa? Cosa credevi che volessi fare?

    È stata Rin a dirmi di dire così in situazioni troppo intime e questa lo era, se no perché saresti arrossito? Non sarai mica imbarazzato avanti alla tua sorellina?

    Mi sono solo accorto che la mia bella Sophie è cresciuta, sei davvero diventata una donna.

    Tatsuya la guardava con orgoglio.

    Solo ora? Ma non si dice che si diventa donne la prima volta che viene il...

    Stop! Ferma! Non dire altro, non voglio sentire altro.

    Forse non era poi così matura come gli era sembrata, ma di certo era sulla buona strada per diventare una ragazza ancor più squisita. Era per questo che aveva assolutamente bisogno di allontanarsi un attimo per non farle vedere le altre emozioni che gli erano costate per quella esperienza.
    Si tirò su con le suo solo forze, la debolezza sentita era probabilmente un altro effetto collaterale momentaneo, terminato non appena era tornato compatibile con la sua di energia, ed aiutò Sophie a rialzarsi. Si guardò intorno vedendo quanto fosse malconcia la stanza.

    Certo che non abbiamo avuto proprio riguardi per l'ambiente...quasi mi sento in colpa...

    Sophie fece spallucce

    Tanto questo posto non lo usa nessuno, probabilmente nemmeno se ne accorgeranno.

    Si, può essere, però il rumore che abbiamo fatto potrebbero averlo sentito.

    Dici che dovremmo andarcene?

    Dico che dovremmo sparire da qui il prima possibile, se qualcuno di beccasse e ci facesse pagare i danni sarebbe un casino, potrebbero anche toglierci la borsa di studio. Facciamo così: tu vai avanti veloce mentre io mi aggirerò all'esterno dell'edificio fingendo di essere stato attirato dal rumore, in questo modo se dovesse venire qualcuno lo potrei trattenere.

    Non potresti saperlo prima con il tuo potere?

    Si, ma potrebbero avvicinarsi da più lati e vederci mentre scappiamo, sarebbe rischioso ed abbiamo già perso molto tempo. Meglio sbrigarci ed attuare il piano. Vai subito da Yuno ed aspettami con lei.

    Agli ordini, Tatsu-kun!

    Uscirono in fretta dall'edificio e Sophie si mise a correre in direzione dell'istituto scolastico, Yuno era rimasta a studiare in biblioteca, mentre Tatsuya si fermò nel giardino antistante la Babele Fantasma. Aspettò che la sorella fosse lontana per poi sedersi a terra. Si sentiva in colpa per come la aveva manipolata, ma aveva bisogno di restare solo.



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    Non è andata esattamente come speravo...

    Tatsuya era ancora seduto davanti all'edificio del vecchio dormitorio, erano passati vari minuti da quando si era separato da Sophie e li aveva trascorsi tutti con la testa bassa fissando il vuoto. Le sue teorie si erano dimostrate esatte, era riuscito ad impiegare le abilità di manipolazione energetica di Sophie per amplificare oltre ogni limite gli effetti di un'altra anormalità, con quella procedura poteva donare un grande potere anche a chi non lo aveva. Il problema era che lui, che aveva fatto tutto ciò solo per trovare un modo per compensare la sua mancanza di potere non era compatibile, la sua One Heart portata in quello stato che decise di chiamare “Overdrive” diventava incontrollabile, impossibile da arginare, straripante di informazioni. Il modo in cui aveva bloccato i movimenti di Sophie gli suggerì che in quello stato diventava capace non solo di leggere le informazioni, ma anche di “scriverle”. Aveva impedito dei movimenti ma non gli era dato sapere fino a che punto si estendesse la capacità di inscrivere dati, probabilmente avrebbe potuto anche alterare i ricordi o imprimere comandi da eseguire anche contro la volontà del bersaglio. Un potere troppo grande per poter essere domato.

    In stato normale sono poco più di una comparsa, un non-protagonista che può ambire solo al supporto, in Overdrive divento un demone alla stregua di un boss finale anche se per pochi minuti. Troppo debole per combattere o troppo forte per vivere. Quanto vorrei avere un potere più normale, come una forza sovrumana o una velocità fulminea; anche il potere di Yuno che è tanto instabile lo preferisco. E poi...

    La cosa che più lo tormentava era il pensiero che l'utilizzo della One Heart anche in forma normale lo stesse portando verso l'oblio di se stesso. Prima non aveva valutato bene e si preoccupava più per come l'avrebbero presa gli altri, ma ora aveva capito che quello di veder svanire la propria anima e la propria unica individualità era un destino peggiore della morte, era la negazione di tutto ciò che aveva vissuto e per cui avrebbe combattuto. Tempo addietro aveva detto che le cicatrici vanno portate con orgoglio perché sono la prova di aver lottato per ciò che è importante, come avrebbe potuto andare avanti sapendo che un giorno tutte le cicatrici dello spirito sarebbero scomparse inseme ad esso, casualmente sostituito da brandelli di animo altrui?

    Un giorno...non sarò più nulla...

    In quello sconforto che lo stava cogliendo non riuscì nemmeno ad accorgersi che qualcuno gli si stava avvicinando. Alle spalle.

    Ehi! Stai bene?

    Sentire all'improvviso quella voce femminile lo fece spaventare ma non si scompose più di tanto, non si girò nemmeno e rispose continuando a guardare a terra.

    Non proprio...è da un po' che le cose non vanno proprio come vorrei...

    Quella ragazza si sedette di fianco a lui, ma continuava a non degnarla nemmeno di uno sguardo.

    Tutti passano dei momenti difficili, devi solo tenere duro.

    Non credo che tutti si sentano così impotenti da non poter nemmeno proteggersi o riuscire ad essere protagonisti nemmeno nei propri allenamenti.

    È normale sentirsi insicuri come è normale anche sentirsi impotenti difronte ad ostacoli che sembrano insormontabili, ma con l'impegno e la costanza puoi farcela.

    Ma non è normale dover svanire nel nulla...

    Dai Tatsuya, ma tu non puoi svanire.

    Sentendosi chiamare per nome il ragazzo sussultò. Finalmente la guardò e si ritrovò davanti una ragazza dai capelli castani molto chiari, gli occhi verdi ed una strana cuffia sulla testa.

    Ci...ci conosciamo?

    Chiese d'istinto senza andare troppo per il sottile, Tatsuya non aveva assolutamente la benché minima idea di chi fosse. Avrebbe potuto ricavare di più tramite la One Heart ma non aveva alcuna intenzione di impiegarla sia per non spiare nella mente di una ragazza che non gli aveva fatto nulla sia perché era bloccato dal pensiero di quelle che erano le conseguenze dell'anormalità su di lui. Si accorse di essere in fondo più simile a Yuno di quanto non pensasse, anche lui stava iniziando ad avere timore nell'usare quel potere. Evidentemente era una inclinazione di famiglia che non era passata unicamente a Sophie. Però in quel momento si trovava a parlare con un'altra persona che non poteva sapere cosa gli stesse passando per la testa e la ragazza non sembrò prendere affatto bene che non la riconoscesse. Aveva un'espressione di disappunto che dimostrava quanto ci fosse rimasta male, sorprendendo lo stesso Tatsuya che non sapeva come comportarsi, sembrava tenerci fin troppo ad essere ricordata.


    Come fai a non ricordarmi?

    Domanda legittima, però non poteva rispondere che la sua mente era troppo presa dalla prospettiva di perdere la propria anima, dal non poter nemmeno portare in overdrive il suo potere e dal capire chi o cosa diamine fosse quell'individuo che aveva intravisto nel pieno della sofferenza.

    Ci siamo...ci siamo visti alla cerimonia d'apertura?

    Le domandò speranzoso.

    Sono tornata dalla Finlandia la settimana scorsa, non c'ero il primo giorno.

    Fu la risposta che ebbe.

    Forse hai visitato il Maid Caffè?

    Ci sono appena stata per il club di giornalismo ed ho visto nell'organigramma che c'eri anche tu e quindi anche le altre.

    Non potresti semplicemente dirmi chi sei?

    La ragazza si alzò.

    No, devo farti ritornare la memoria. Forza, seguimi!



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    Tatsuya si ritrovò a seguirla come aveva chiesto, rientrando nella Babele Fantasma.

    Che ci facciamo qui?

    Non mi hanno ancora trovato una camera nel dormitorio quindi mi sono accampata qui.

    Vuol dire che dormi qui? Mi stai portando nella tua stanza?

    Si, ovvio. Ecco, siamo arrivati.

    Si fermarono davanti alla porta di una camera del primo piano.

    Portarmi nella tua stanza....non sarà un po' troppo per farmi tornare la memoria?

    Chiese scherzando. Aveva completamente bloccato la sua anormalità quindi non aveva idea di cosa volesse davvero fare.

    Affatto, serve una soluzione d'impatto per sistemarti.

    Una simile risposta lo colse alla sprovvista mettendolo un po' in imbarazzo.
    Mentre la ragazza entrava nella stanza invitandolo a seguirla, Tatsuya si poggiò con la schiena contro il muro, di fianco alla porta, per riflettere bene su ciò che stava succedendo.

    Mi si avvicina una ragazza che sostiene di conoscermi ma io non mi ricordo di lei, per far si che mi ricordi vuole adottare una strategia shock e mi conduce in camera sua. Uno sviluppo che certo non mi aspettavo quando mi sono svegliato, questa mattina. Ora...che fare? Non la conosco, o non mi ricordo di lei se davvero l'ho incontrata in passato, e potrebbe rivelarsi pericoloso, però è una ragazza davvero carina ed ha fatto tutto quanto lei senza che io le dicessi niente. È tutto un po' improvviso però non posso tirarmi indietro, ne va del mio orgoglio maschile. Già, già, è proprio così.

    Allora? Vieni!

    My body is ready.

    Gettò via la giacca ed entrò mentre si sbottonava la camicia con difficoltà visto quanto andava di fretta. Stava ricominciando a riprendere il controllo suoi movimenti per riuscire a slacciare i bottoni e ne aveva aperti tre quando si ritrovò un bastone davanti agli occhi.
    Niente di osceno, la ragazza aveva raccolto due asteda sparring e gliene stava offrendo una, il tutto per la sorpresa di Tatsuya.

    Cosa...cosa dovrei farci?

    Forza, prendilo.

    Non dovevamo...?

    ”Non dovevamo” cosa?

    Solo a quel punto la ragazza notò come Tatsuya si fosse levato la giacca e avesse quasi fatto lo stesso con la camicia, denudando il petto. La ragazza si voltò dall'altra parte, rossa in viso.

    S-so-solo tu potevi fraintendere fino a questo punto. Non potrei mai! Poi....ci siamo appena ritrovati....non ti ricordi...nemmeno...il mio...nome. Ma ora rivestiti e prendi quest'asta!

    Aveva cambiato più volte timbro mentre parlava, passando dall'imbarazzato delle prime parole, al timido con volume discendente della seconda parte dal discorso per arrivare all'autoritario della parte finale.

    Questa è più matta di me.

    Pensava Tatsuya mentre prendeva il bastone. Le sue mani si mossero quasi da sole mentre lo impugnava, quasi che il suo corpo sapesse come usarlo, cosa che trovò molto strana.
    Stava ancora riflettendo su come quella ragazza fosse passata oltre il fraintendimenti di prima con tanta semplicità, con un'altra non sarebbe finita lì, quando lei illustrò cosa dovessero fare così armati con una singola battuta.

    Fatti sotto!

    Che? Io mi rifiuto.

    Tu cosa?

    Non ho mai usato un bastone prima d'ora e non ho alcuna intenzione di combat-ahia!

    La bruna non gli fece nemmeno finire la frase, gli assestò a tradimento una mazzata in testa. Tatsuya la guardò sgomento, non era più abituato ad essere colto di sorpresa, bloccare la One Heart si stava dimostrando molto più controproducente di quanto potesse immaginare. Lei sembrava quasi sconvolta.

    Che..che succede?

    Come puoi dire una cosa simile? Mio nonno è stato un ottimo maestro e ci ha insegnato bene, come puoi dire di non aver mai usato un bastone?

    Era molto arrabbiata per quello che vedeva come un affronto al nonno, ma quelle parole non avevano senso per Tatsuya.

    Ma di cosa stai parlando?

    Non ci credo! Hai dimenticato anche questo? Hai per caso preso una forte botta in testa? Spero che sia vero che una seconda botta in testa fa tornare la memoria perché ti assicuro che oggi ne prenderai tante.

    E senza aspettare menò un secondo colpo puntando ancora alla testa, questo schivato per il rotto della cuffia. L'aver fallito il colpo sembrò quasi mandare su di giri la bruna che mise rapidamente a segno una combo di tre colpi, spalla, addome e fianco, capace di fiaccare un Tatsuya che era anche un po' intontito. Per finire gli assestò un ulteriore colpo in piena testa.

    Ti è tornata la memoria?

    A dire...il vero...no...

    Almeno usa l'asta come si deve...

    Te l'ho già detto, non ho idea di come si usi.

    Ah si? Allora come mai la impugni con la mia stessa presa?

    Quel fatto curioso era stato subito notato dalla ragazza e Tatsuya non aveva assolutamente idea di come rispondere, davvero non sapeva perché trovasse così normale maneggiare quello strumento e tanto meno perché tutta quella situazione gli sembrasse così piacevolmente familiare.

    Sono cose che sai fare, perché non le usi? Stai deliberatamente lasciando fuori tutto ciò che riguarda me e non so se questo mi fa più arrabbiare o rattristare, sei davvero scorretto! Almeno non limitarti solo per farmi un dispetto.

    Ma non mi sto limitando, io....

    Ancora con questa storia? Usa le tue capacità con il bastone e combatti come facevamo un tempo, io non mi limiterò solo perché dici di non ricordare perché so che sei meglio di così ed anche perché il nonno ci ha insegnato a mettere tutto noi stessi in ogni cosa senza mai risparmiarci. Se decidi di combattere potrei lasciarti vincere per la prima volta contro di me. E non perdere tempo a parlare.

    Infatti di tempo non gliene diede: prese ad attaccare senza sosta, costringendolo a difendersi strenuamente come poteva, con braccia e bastone, per permettendogli assolutamente di parlare. Tuttavia Tatsuya non aveva alcuna intenzione di proferir parola, stava pensando a ciò che gli aveva appena detto e, anche se non sapeva a quale passato si stesse riferendo, il modo in cui lo spronava ad usare le sue capacità lo fece riflettere perché effettivamente lui non stava facendo ciò di cui era capace, era così preoccupato dalla propria anormalità che l'aveva completamente bloccata e questo l'aveva reso ancora più debole di prima, non riusciva nemmeno a tenere testa ad un semplice bastone.

    Forse in questo modo è esagerato. Dopotutto l'ho sempre usata con parsimonia, se continuo così posso limitare gli effetti. No, anche limitandoli rischio comunque di perdere qualcosa. Ma allora cosa posso fare? Questa qui mi sta facendo un male cane anche con delle aste da allenamento, ora come ora non sono nemmeno all'altezza di una spalla. Ok, solo questa volta.

    Finalmente si decise. Rilasciò la sua One Heart ritrovando le ormai familiari percezioni.

    Con questa portata è molto meglio.

    Pensò mentre scansava, finalmente, un colpo della bruna.

    Ti sei svegliato?

    Penso di si.

    Tatsuya era acceduto alla mente della ragazza prendendo in prestito le sue abilità con il bastone. Ciò significò il contrattacco da parte del ragazzo che iniziò a combattere con gli stessi movimenti di quella ragazza. Prese a parare con facilità ogni singolo colpo e si stava portando in vantaggio.

    Ho la sua stessa maestria ma io ho il vantaggio di sapere cosa sta per fare prima che lo faccia. Vista in quest'ottica è l'anormalità giusta per vincere l'oro in un bel po' di discipline olimpiche. Potrei essere il fiorettista perfetto, ma anche il judoka ed il pugile. Contro persone normali posso davvero dire la mia, è contro gli anormali che....eh? Qualcosa sta cambiando.

    Dalla ragazza giungevano delle informazioni in fase di cambiamento, si stava preparando a combattere in un modo diverso.

    Si è preparata ad usare un bastone più lungo?

    Parò un attacco ma si sentì comunque colpire come da qualcosa di invisibile o almeno scarsamente visibile.

    Il bastone è davvero più lungo! Inoltre si sta velocizzando. Anche lei è una anormale! Cosa posso fare ora?

    Il combattimento andava avanti ma Tatsuya non riusciva più a concentrarsi, sentiva di non poter continuare il confronto, non avrebbe mai potuto vincere contro un anormale nel campo del suo potere. Non sapeva cosa fare, se cercare una qualche scappatoia o arrendersi miseramente. Non riusciva più a tenere il passo dell'anormalità della ragazza, la sua velocità e forza stava diventando troppo più elevata ed il non riuscire a vedere il bastone nella sua interezza non permetteva a Tatsuya nemmeno di sfruttare i propri riflessi.
    La ragazza penetrò nella sua difesa bloccando il bastone a pochi centimetri dal suo volto.

    Vuoi continuare così?

    Gli chiese.

    Tutto quel che dice non ha alcun senso per me, ma allora perché resto ancora qui? Perché mi sto prestando a questo ridicolo scontro? Perché perdo il mio tempo così abusando anche della mia terribile anormalità?

    Si stava facendo tutte queste domande, Tatsuya, quando sentì un dolore terribile alla testa, così intenso da farlo vacillare costringendolo ad appoggiarsi al bastone. Era un dolore che sentiva di rado unicamente per via degli accordi che avevano preso, era il sintomo di quando Shiro cercava di comunicare con lui durante la veglia.

    Arrenditi presto! È inutile continuare, non ti serve a niente se non a farti massacrare inutilmente.

    Non si può negare che lo stesso Tatsuya bramasse di fare esattamente quello, non voleva più stare lì in balia di una sconosciuta, tuttavia sentirsi dire quelle parole da Shiro gli provocarono un istintuale rifiuto verso quella eventualità, non ne sapeva il motivo ma non poteva arrendersi.

    Non scapperò. Non mi arrenderò. Questa volta non posso.

    Fece un balzo all'indietro per portarsi alla giusta distanza dalla ragazza e puntò in avanti l'asta con un sorriso sinistro.

    Nel Bojutsu non ho mai vinto, ma sappi che questa volta non mi batterai, Elizabeth.

    Parlò con la sensazione di non essere nemmeno lui a proferire parola.

    Cosa sto dicendo? E chi sarebbe Elizabeth?


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    Tatsuya non ci capiva più nulla: una ragazza si era presentata davanti a lui sostenendo di conoscerlo, poi lo aveva condotto nella sua stanza, quindi lo aveva sfidato a combattere con delle aste da allenamento obbligandolo a ricorrere ad una parte della sua anormalità ed ora sembrava che qualcun altro stesse parlando per lui di cose che non conosceva. “Questa volta non mi batterai”? E quali altre volte c'erano state? Poi quel nome, Elizabeth, se avesse incontrato qualcuno con un nome così particolare, dalle sue parti, certo se ne sarebbe ricordato, eppure era stato lui stesso a chiamare quella ragazza con quel nome e doveva anche essere quello giusto visto il sorriso che gli rivolse come a voler dire “ce ne hai messo di tempo”. L'unica soluzione possibile era che in quel momento stesse parlando per lui l'anormalità.

    La One Heart deve aver carpito qualcosa da lei ma non è mai capitato che mi imponesse cosa fare. No, se guardiamo in modo diverso la sua iniziale incompatibilità con i miei riflessi non è proprio giusto dire che non ha mai interferito. Però...

    Però la voglia di non arrendersi, il desiderio di rivalsa in quella disciplina che non aveva mai nemmeno sentito nominare e che lo spingeva e bramare la vittoria, non avevano alcun senso. Le emozioni non le stava leggendo, le stava provando lui in prima persona.
    Nonostante avesse iniziato a temerla, attinse al pieno potere della sua anormalità, stava affrontando, anche se amichevolmente, un anormale specializzato in quel tipo di combattimento, aveva una possibilità solo rimuovendo tutti i limiti. Avrebbe anche riattraversato tutta la sofferenza dell'overdrive se ne avesse avuto la possibilità. Doveva riuscire a vincere ad ogni costo, almeno una volta.

    180 centimetri di lunghezza, 3 di spessore. Dimensioni regolamentari. Il peso va bene e la consistenza è sicura. È da tanto che non incrociamo i bastoni, Lili.

    Di nuovo parole che non avrebbe avuto motivo di pronunciare ed in più anche l'abbreviativo del suo nome.

    Eheh! Da quanto non mi sentivo chiamare così....finalmente sei tornato, Tsu.

    Si riassettarono e posizionarono di fronte per l'inchino.

    Tornato? Dove sarei andato?

    Impugnarono le aste arrivando quasi ad incrociarne le reciproche estremità.

    Sono io che lo vorrei sapere!

    Iniziarono a scambiarsi colpi. Elisabeth, anzi Lili, era visibilmente più veloce, ma Tatsuya leggeva le intenzioni e partiva in anticipo, imitandone i tempi e mantenendo una sostanziale parità. La One Heart stava lavorando al massimo per compensare alle mancanze dovute all'esperienza ed al potere specifico avversario, continuando a sfruttare come proprie tutte le conoscenze e la pratica fatta da Lili, acquisendo una mole di informazioni spropositata. Ad una parata circolare alle informazioni si congiunse qualcosa di diverso. Quando le aste si incrociarono una lunga scia di immagini balenò davanti agli occhi di Tatsuya per poi raggiungergli la memoria. Erano dei ricordi appena copiati a Lili. Ricordi che riguardavano l'infanzia di questa e la sua amicizia con un ragazzino dai capelli neri e le sue due sorelle.

    Non può essere!

    Ad ogni colpo giungevano altre immagini ed ormai il combattimento lo stava conducendo tramite esecuzione sincrona, lui era troppo occupato ad analizzare quei ricordi che gli stavano apparendo nella testa. Vedeva le giornate che avevano passato insieme, i giochi, la merenda preparata dalla nonna di Lili, riusciva a percepirne nel ricordo anche il buon sapore. Vide il nonno che con fare amorevolmente severo insegnava loro le basi della lotta con l'asta. Ogni singola sconfitta patita per mano di Lili, all'epoca troppo più forte di lui. Ripercorse tutta la loro amicizia fino al giorno in cui venne spezzata, quando avevano sei anni. Il loro primo ed unico, lungo abbraccio prima che Lili partisse con i propri genitori per andare in Europa, anzi per tornarci. La rivide salire in macchina, incrociando gli sguardi quando lei si voltò per guardare indietro, vedere ciò che stava abbandonando. La macchina che si allontana e lui che cerca di inseguirla, continuando a correre fino a quando non fu troppo distante per poter essere vista. Tutte immagini viste dal punto di vista di Lili, dai suoi occhi offuscati dalle lacrime. Quelle immagini lo fecero distrarre, finendo per prendersi un bel colpo in testa. La botta era stata piuttosto violenta, anche se era solo un bastone de allenamento si era fatta ben sentire.

    Ehi Tsu, stai bene?

    Chiese Lili, ma Tatsuya non ci fece caso, non fece nemmeno caso al dolore, era preso da quel che aveva appena ricordato. Quella immagini avevano riaperto come una porta all'interno della sua mente, attraverso la quale poteva vedere tante situazioni, tante persone, tante esperienze che aveva rimosso. Tutti i ricordi legati a quella ragazza erano memorie per lui davvero molto importanti.

    Dopo che se ne fu andata...dopo aver rincorso inutilmente la sua auto nell'infantile speranza che si fermasse e restasse con me...ricordo che tornai indietro dove c'erano i miei genitori e le mie sorelle. Anche suo nonno e la nonna. Io non capivo, continuavo a chiedere perché, perché se ne fossero dovuti andare...mamma ha cercato di rispondermi ma non ricordo cosa mi disse, non aveva importanza. Lei è stata la mia prima amica, siamo sempre stati insieme, siamo arrivati qui insieme e sempre insieme abbiamo imparato la lingua, ce lo ricordavano spesso. Un momento, ma dove eravamo prima? Io...io non ricordo...ero troppo piccolo, non posso ricordarmi direttamente di questo, ma in casa avremmo dovuto parlarne. Però i nostri nomi sono giapponesi, quindi perché ho detto quelle cose? Non lo so, però...però so che di lei non dovevo dimenticarmi. Fu il giorno della sua partenza che Yuno mi chiese afflitta se un giorno anche io sarei andato via. Fu la prima volta che le promisi che non l'avrei mai abbandonata. Questo ho continuato a ricordarmelo, ma allora perché ho dimenticato proprio lei? Forse perché dopo quel giorno non ho più rivisto nemmeno i suoi nonni, dopo un paio di mesi ci siamo trasferiti anche noi andando in quella che ora è la nostra casa, ma questo non basta a spiegarlo. Forse...forse la One Heart mi ha già fatto tutti questi danni? Ha già cancellato questi ricordi? Mi sento rabbrividire, ho dimenticato la mia cara Lili, una delle persone più importanti della mia vita, e quando me la sono ritrovata davanti, dopo dieci anni, non l'ho nemmeno riconosciuta. Ora che posso finalmente dare un nome a quel che sentivo quando eravamo piccoli. Non è giusto, io non merito questo, lei non merita questo. La testa mi fa male, ho ricordato troppe cose insieme e molte di più stanno iniziando a vacillare, ci sono troppe incongruenze.

    Nella sua testa c'era il caos più assoluto, mentre alcune caselle della sua memoria sembravano tornare a riempirsi, aveva la sensazione che vi si stessero aprendo delle voragini, anzi che le stesse notando per la prima volta. Quei ricordi che erano riaffiorati nella sua memoria trovavano riscontro con tanti altri fatti della sua vita però mostravano di essere connessi a dei fatti che sembrava non conoscere nonostante li avesse vissuti lui.
    Prese a scuotere la testa, estremamente contrariato da se stesso, maledicendo la sua sfortuna.
    Lili non poté non notare il suo comportamento e si preoccupò.

    Adesso che ti prende? Ti senti male? O forse ti da fastidio aver perso di nuovo?

    Tatsuya la guardò, guardò quel viso che aveva ripescato nella sua memoria.

    Dieci anni, eppure sei così naturale. Anche quando dicevo di non ricordarmi di te non hai mai messo in dubbio che fossi proprio io ed ora mi parli come se niente fosse, come se ci fossimo sempre visti. Come puoi riuscirci?

    Perché? Cosa vuoi dire?

    Sono passati dieci anni, siamo cresciuti e siamo cambiati, oramai è come se non ci conoscessimo più. Siamo degli estranei eppure per te è tutto così normale.

    È questo che ti turba? Ma è facile rispondere: perché tu sei sempre tu. Si, sono passati dieci anni ma ora ti ho ritrovato e voglio ricominciare da dove eravamo rimasti. Siamo stati distanti troppo tempo per poterci permettere di fare i distaccati.

    Il bambino di allora non esiste più, molti dei ricordi del tempo sono scomparsi dalla mia memoria. Oramai sono cambiato.

    Dici? A me sembri sempre lo stesso bambino piagnucolone che perdeva sempre contro di me.

    La provocazione era evidente.

    Io non sono e non ero un piagnucolone!

    Rispose un po' risentito.

    Ah no? Ti nascondevi sempre dietro di me e quando ci allenavamo finiva sempre che Cheria, o Yuno come voleva farsi chiamare, doveva consolarti le lacrime.

    I fatti dei quali parlava giunsero nella mente di Tatsuya, mostrandogli quelle situazioni. La ricostruzione non era esatta, non piangeva sempre e le lacrime le versava più che altro per rabbia e frustrazione. Si, sono sempre lacrime e vuol dire che comunque piangeva, solo che il significato era ben diverso. La risposta che stava per dare si basava su questo, solo che non sarebbe stata affatto utile,avrebbe solo avvalorato la tesi che fosse ancora un piagnucolone.
    A quel tempo era un ragazzino tutt'altro che forte o sicuro di se, era un bambino normale ma aveva il suo punto di rifermento in Lili, lei era la sua roccia. Dovette farsi forza e diventare più forte solo quando si separarono.
    Era passato molto tempo ed aveva soltanto un modo per dimostrarle di essere cambiato.
    Tatsuya guardò l'asta che continuava ancora a stringere nella mano, non l'aveva mollata un solo istante. Con i ricordi gli erano tornate anche tutte le conoscenze ad essi legate, comprese tutte le abilità che aveva acquisito allenandosi nel Bojutsu. Anche alcune strategie che aveva pensato ma mai messo in pratica .

    Anormale contro anormale. Lei è avvantaggiata, è più forte di me in questo, ma non mi interessa.

    Scosse con forza la testa e si scompigliò i capelli con la mano libera come se volesse togliersi di forza dalla mente tutti i pensieri che lo distraevano. Tutto doveva passare in secondo piano in quel momento.

    Riproviamo.

    Le disse dopo aver fatto un profondo respiro a pieni polmoni per rilassare ogni sua fibra.

    Ci tieni davvero così tanto a cambiare?

    Chiese per pura curiosità.
    Le cose purtroppo non erano così semplici.

    Io non vorrei, ma è inevitabile. Almeno per me.

    Si lasciò scappare.

    Poi dovrai spiegarmi cosa intendi ma ora giochiamo ancora un po'. Passavamo le giornate così, ricordi?

    Disse mentre tornava a mettersi in posa.

    Ora si, anche se forse qualcosa mi manca ancora.

    Poggiò la mano sinistra sul fianco, avanzò il piede destro e gli piantò di fianco, sull'interno, l'estremità dell'asta.

    Vuoi davvero che ti affronti così?

    Certo.

    Non aveva alcuna esitazione, voleva mettere in pratica ciò che non poteva eseguire un tempo. Serviva tempismo e forza, la One Heart gli forniva la prima, la seconda l'aveva piuttosto sviluppata nel tempo.
    Per un momento notò la stranezza nel proprio comportamento, una parte di lui sembrava essere tornata ed era una parte che non immaginava di aver avuto. Era la sua vera sicurezza, la consapevolezza dei propri mezzi.
    Sentiva di essere più debole, le abilità di lettura erano proprio ciò che lo stavano distruggendo, ma non gli sembrava un motivo giusto per non mettersi in gioco e cercare la vittoria, poteva comunque raggiungerla.

    Non sempre vincono i più forti. Anche un protagonista può perdere.

    Chiuse gli occhi per visualizzare con la mente solo se stesso, concentrandosi sul respiro sia suo che avversario, la versione più limitata dell'anormalità sarebbe bastata.
    Ciò che accadde dopo lo scatto di Lili ebbe luogo con troppa velocità.
    Tatsuya calciò lateralmente la propria asta per alzarla imprimendole maggior forza, parando il primo colpo e deviandolo verso l'esterno. Fece scorrere tra le mani l'asta, invertendo la presa, fece un passo in avanti colpendo poco sopra l'impugnatura di Lili, facendosi passare il secondo colpo sopra la testa, la lunghezza aggiuntiva data dall'anormalità così non poteva incidere, schiacciandole a terra l'asta, rompendole la guardia. Due soli movimenti per crearsi l'occasione di un colpo sicuro.
    Dieci anni per quel singolo secondo che gli consegnò la prima vittoria contro la sua vecchia amica e rivale Elizabeth.


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    Tatsuya ritrasse la sua asta, non c'era certo bisogno di affondare il colpo contro di lei. Si portò l'arma dietro al collo ed attese sorridendo la reazione della ragazza.

    Dove hai imparato a muoverti così?

    Tatsuya si mise a ridere.

    Da nessuna parte. Ho immaginato questi movimenti e li ho voluti provare.

    La risposta non le sembrava convincente.

    Vuoi dire che è stato solo istinto?

    Lasciò l'asta e si sedette a terra, l'essersi mossa a lungo l'aveva un po' accaldata.

    Naturalmente no. Ci ho pensato molto da piccolo. Non ho mai potuto provarli, prima di oggi.

    Le si sedette di fianco, lasciando andare anche lui l'asta.
    La guardò a lungo prima di riuscire a dirle una semplice frase.

    Mi sei mancata tanto. Temevo di non rivederti più.

    Mentre le diceva si rese conto che non molto tempo prima aveva detto delle parole simili.

    Lo temevo anche io, deve essere stato il destino a farci incontrare.

    Quella risposta incuriosiva il ragazzo.

    Pensavo che fossi venuta qui perché sapevi che c'eravamo anche noi.

    Come avrei dovuto saperlo?

    Non lo so, con uno di quei tuoi metodi che ti fanno sempre sapere tutto.

    Invece no. Siamo tornati qui perché ci hanno assegnato a questo distretto. Mi serviva una scuola ed ho scelto l'Hakoniwa perché era più semplice entrarci. Dopotutto è molto vicina ai Kurokami.

    Potrebbe non sembrare, ma l'ultima affermazione aveva molto senso. I genitori di Lili lavorano per il gruppo Kurokami, per la precisione sono dei dirigenti della sezione tessile. Se la prima volta se ne erano andati fu perché erano stati posti a capo di una filiale europea, ruolo che aveva assorbito completamente il loro tempo impedendoli di tornare in Giappone nel modo più assoluto.
    Se si conoscevano e le loro famiglie erano amiche era perché anche i genitori di Tatsuya facevano lo stesso lavoro, solo che non erano andati negli USA perché posti a capo di una filiale.

    Tatsuya si lasciò ricadere all'indietro, stendendosi sul pavimento.

    Non mi sembra vero.

    Lili tirò le ginocchia al petto e vi appoggiò la testa, scrutando il ragazzo con sospetto.

    Perché prima hai finto di non conoscermi?

    Come?

    Dieci anni che non ci vediamo e fingi anche di non conoscermi. Non mi aspettavo che mi facessi le feste ma per lo meno un abbraccio...sei forse...deluso?

    P-perché dovrei essere deluso?

    So di non essere molto bella, di non essere attraente. Magari ti aspettavi di meglio, mi immaginavi in modo diverso.

    Non riusciva a capire perché si arrivasse sempre a queste cose, però non poteva non risponderle.

    Ecco...a dire il vero...ti trovo molto carina ed attraente. Credo che chiunque vorrebbe uscire con te e che da domani in molti mi chiederanno di organizzarti un appuntamento con loro.

    Ed allora perché?

    È una lunga storia.

    Raccontamela. Dopo tutto questo tempo è normale avere lunghe storie da scambiarsi.

    Vorrei ma....è difficile da dire...

    Tatsuya fece per tirarsi su ma Lili glielo impedì, spingendolo di nuovo a terra.

    Guardami.

    Gli disse. Lui la guardò e vide subito che i suoi occhi erano diventati lucidi.

    Da quando ho compiuto sedici anni...è da allora che...che mi dicono...che a quest'età devo sposarmi. Io non voglio però loro me lo dicono quasi ogni giorno. In Finlandia mi avevano già trovato il marito, un pezzo grosso della divisione locale del gruppo, uno che nemmeno conosco ed ho visto solo in foto. Questo trasferimento mi ha dato più tempo, il matrimonio era fissato tra due mesi e per adesso è saltato. Non so cosa fare, i miei non vogliono sentire ragioni. Dicono che è per il mio bene ma io non vedo alcun bene nel diventare la moglie di uno con il triplo dei miei anni. Questa è una cosa difficile da dire.

    Avrebbe voluto finirla lì, con quel discorso che sembrava quasi un rimprovero per Tatsuya, ma lei alla fine non riuscì a trattenere le lacrime. Si riversò su di lui singhiozzante.

    Perché deve capitarmi questo? Cosa ho fatto per meritarmelo? Non voglio, non lo voglio. Non devono essere altri a decidere la mia vita, io non lo accetto, ma non so cosa fare. Perché il mondo è così ingiusto con me?

    Non riusciva a smettere di piangere. Da terra, Tatsuya la strinse forte per consolarla, farle sentire la sua vicinanza.

    Siamo entrambi condannati.


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    Ci mise un po' per calmarsi dopo quell'improvviso sfogo.

    Scusami, non so cosa mi sia preso. Dirti certe cose alla prima volta che ci vediamo dopo tutto questo tempo. È la prima volta che mi sfogo con qualcuno.

    Gli disse vergognandosi un po' per come si era comportata.

    Sono cose che non devi tenerti dentro.

    Ma non è nemmeno giusto che ti dica i miei problemi in questo modo.

    Non fartene una colpa, è giusto così. Sei riuscita a sfogarti solo a causa della mia anormalità, non potevi che parlarne con me.

    Sono stati migliori amici da bambini, la One Heart aveva accresciuto quella che era una loro sintonia naturale che gli aveva sempre permesso di parlare di tutto. Anche di citare il suo potere per riuscire ad ottenere la sua attenzione, come avvenne. Erano entrambi sdraiati a terra, non si erano più rialzati dopo quello sfogo ed ora toccava a Tatsuya.

    Mi sono accorto che anche tu hai un potere, una anormalità che ti fa combattere meglio. La mia è un po' diversa, non è fatta per combattere. È il potere dell'empatia e della sintonia. Sento in me l'anima della persone, la loro essenza. Avverto i loro sentimenti come se avessimo un unico grande cuore.

    Queste le parole che riuscì a trovare per descrivere il suo potere, almeno per quel che ne aveva capito.

    Che potere meraviglioso. Puoi capire cosa muove davvero le persone in ciò che fanno. Vorrei averlo avuto io per capire...

    Era la prima ragazza a reagire in modo così calmo alla notizia di quella che era la natura del suo potere.

    Non ce la facevi davvero più a stare a casa. Hai preferito accamparti qui in assenza di un posto al dormitorio pur di non tornare, è così?

    Già...è come dici.

    Il mio potere ti permette di capire perché una persona fa quel che fa, ciò che lo muove, però il prezzo...stavo avendo quel sospetto ma l'averti rivisto lo ha confermato. Prima non stavo fingendo di non conoscerti, avevo perso ogni ricordo che ti riguardava. Tutto il tempo passato insieme era stato completamente cancellato. Il prezzo del leggere l'animo delle persone è perdere il proprio. Più uso la One Heart, più ricordi perdo e più la mia persona scompare. Ciò che ho adesso nella testa sono i tuoi ricordi che hanno smosso qualcosa, io invece non avevo più nulla.

    Smise di parlare, non aveva altro da aggiungere a quanto aveva detto. Lili lo ascolto attentamente senza interromperlo.

    Forse non sono proprio queste le cose che ci saremmo voluti dire.

    I due si scambiarono un sorriso amaro. Avrebbero potuto dirsi di tutto, raccontare di avventure o aneddoti divertenti, invece erano entrambi schiacciati da pensieri molto gravi, anche se di natura diversa.

    Capisco cosa intendevi. Siamo entrambi condannati ad un triste destino.

    Per lo meno il destino ha voluto che ci rivedessimo.

    Presto potremmo doverci dire addio per sempre.

    Non permetterò che ci sia quel tipo di “per sempre”.


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    Tra di loro cadde il silenzio. Erano ancora sul pavimento a fissare il soffitto di quella stanza. La Babele Fantasma quel giorno sembrava meno spaventosa. Era lì che si era finalmente riunito con la sua amica d'infanzia riuscendo a riprendere il loro rapporto esattamente da dove lo avevano lasciato; sempre lì che si erano confidati sui loro dolori. Diceva di voler evitare quel tipo di “per sempre”, ma non aveva alcuna idea di cosa poter fare. Nemmeno conosceva la situazione nei dettagli, né quella di Lili con i propri genitori, né la propria. Lili stava pensando a qualcosa.

    Hai detto che sono state le mie memorie a farti ricordare. Sono stata come il tuo backup.

    In un certo senso.

    Se stessi con una persona che ti conosce bene e può ricordare per te non potresti perdere te stesso. Io se avessi qualcuno potrei sottrarmi a quell'inferno. Potremmo...

    Lo sai che non posso.

    È per loro? Sei disposto ad andare verso l'oblio per loro?

    Si. E non solo per loro. Da quando sono qui ho incontrato molte persone, fatto molte amicizie, molti contano su di me, non posso andarmene così.

    Finalmente si decise di alzarsi dal pavimento. Nonostante fossero in primavera era comunque piuttosto freddo e, tiratosi su, si sentì un po' meglio con la schiena.
    Lili si mise a sedere, raccogliendo le ginocchia al petto.

    Certe volte mi chiedo cosa sarebbe successo se non me ne fossi mai andata. Come sarebbe stata la nostra vita. Forse non ci troveremmo in queste situazioni. Riesci a ricordare come eravamo da piccoli?

    Ora si. Eravamo inseparabili. Certo, alcune volte litigavamo e poi dovevo stare attento ai tuoi assalti a sorpresa, ma siamo stati davvero bene. Forse col tempo saremmo stati insieme ancora di più e non avrei avuto modo di sbloccare questo potere....

    Forse i miei non si sarebbero messi in testa di trovarmi qualcuno dell'azienda per scaricarmi...

    Magari sarei stato io il tuo promesso. Anche io sono in un certo senso dell'azienda, ho le giuste caratteristiche.

    Cercò di sdrammatizzare un po', l'atmosfera si stava facendo troppo pesante. Con quella battuta riuscì a strapparle un sorriso.

    In quel caso non mi sarebbe andata tanto male, ma mi avresti dovuto fare da schiavetto per tutta la vita.

    Solo per te lo avrei anche potuto fare.

    Le tese una mano per aiutarla ad alzarsi.

    Va bene la volontà, ma bisogna anche riuscirci.

    Mi sto allenando al Maid e non sono tanto male, almeno a servire ai tavoli.

    Non potevi scegliere un club più normale? Tipo il calcio?

    Anche questo ha un suo perché. Ora ti spiego.

    Iniziarono a parlare con maggior tranquillità. Dopo aver affrontato quei temi scomodi erano pronti per fare finalmente la conversazione che avrebbero dovuto avere fin dall'inizio.
    Parlarono di tutto: della vita in Europa di Lili, la scuola frequentata lì e le sue amicizie, la vita di Tatsuya con le sorelle e le piccole cose che gli capitavano. Si raccontarono i momenti felici ed i momenti tristi. Tatsuya tacque solo su Shiro, non era il caso di aggiungere subito altre cose infelici. Gliene avrebbe parlato più tardi, in quel momento avevano altro di cui discorrere.
    Passeggiarono fuori dalla Babele Fantasma, nel cortile e poi verso la scuola.
    Dovevano riempire una separazione durata per oltre un decennio.


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    Non è andata proprio come speravamo...

    Almeno l'Overdrive ha funzionato.

    Si, ma ti ha causato fin troppa sofferenza. Sarebbe stato meglio non fare nulla.

    Ora so cosa mi attende usando la One Heart.

    Proprio questo sarebbe stato meglio non saperlo. Come farai ad andare avanti ora? Il tuo unico potere è proprio quello che ti porterà alla rovina. Non riuscirai mai a diventare un protagonista.

    C'è di peggio al mondo.

    Ti riferisci ad Elisabeth?

    Il suo è un destino ancora peggiore del mio.

    Tu sei destinato a perderti, un destino peggiore della morte come hai detto tu stesso.

    Quando mi sarò perso, io non sarò più qui e non potrò certo soffrire. Invece lei...diventeremo entrambi dei gusci vuoti. Io non avrò più un'anima, lei non avrà mai felicità.

    La tua situazione resta peggiore. Lei può evitare quel futuro, basta far cambiare idea ai genitori. Tu potresti anche riuscirci.

    Probabilmente con quell'overdrive demoniaco potrei sovrascrivere le loro idee e piegarli alla mia volontà. Io non voglio rifarlo, eppure....non posso non pensare che...se ci siamo potuti ritrovare proprio oggi, dopo che ho fatto quelle scoperte, forse il destino vuole dirmi qualcosa. Forse dovrò usare questo potere per salvarla, o forse mi sta dando una via di fuga per salvare me stesso. Ora non pensiamoci più, ieri sera avevo sperato che oggi potessi stare meglio e l'aver visto Lili mi ha reso felice. Torniamo a noi e divertiamoci.

    È davvero così impossibile abbatterti? O forse ti sei già arreso?

    Non posso permettermi di arrendermi. Non posso farmi abbattere da questo. Se mi fossi tirato indietro oggi non avrei vinto per la prima volta contro Lili e non avrei battuto un anormale nel suo campo. Ho deciso di continuare a combattere. Non mi tirerò più indietro. Finché mi sarà possibile porterò con orgoglio le ferite che mi procurerò ed alla fine non si potrà dire che non ce l'avrò messa tutta. E finché mi sarà possibile voglio che il nostro tempo insieme sia felice. Se un giorno non ci sarò più voglio che almeno tu abbia qualche bel ricordo.

    È il tuo modo per dirmi che continuerai ad esistere nella mia memoria?

    Dai Shiro, non pensiamoci più ed andiamo. Non vorrai perdere anche questa notte?

    No, no. Hai ragione, meglio pensare ad altro. Però prima rispondimi ad una domanda. Preferiresti avere delle ali bianche o nere?

    Credo quelle bianche. Ma su di te starebbero meglio quelle nere, perché?

    No, nulla. Solo...solo per sapere.

    Mi stai preparando qualche sorpresa?

    Se te lo dicessi, che sorpresa sarebbe?


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    Ad un certo punto credo di aver perso qualche diottria e che mi si siano incrociati gli occhi, soprattutto nel secondo post :asd: Ma a parte questo mi è piaciuta, anche se a volte ti dilunghi un po' troppo, come già ti dissi :asd:

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