[CONCLUSA]Second Story: How I met your sister, Parte I

Narrazione privata

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    The Story is Broken
    Come è iniziato tutto? Beh, sì, credo proprio che abbia avuto inizio proprio in quel caldo giorno di fine maggio; il sole splendeva alto nel cielo riscaldando l'aria forse in maniera eccessiva. Faceva molto caldo e tutti, nel bene o nel male, erano un po' sudati. Asciugandomi la fronte e coprendo i fastidiosi raggi con la mano destra, iniziai a camminare velocemente per raggiungere il più in fretta possibile il fresco riparo offerto dal porticato dell'accademia. Ebbene sì, quello che era passato era il mio primo mese e mezzo di scuola dopo tanto tempo; per carità, adoravo il mio insegnate privato, ma andare in una vera scuola era del tutto diverso. Le sensazioni, i rumori, gli odori (non sempre buoni, proprio come in giornate come questa), le emozioni, le altre persone. Tutto sembrava così strano, diverso e in qualche modo sbagliato, come se non mi meritassi certe cose. Io non avevo fatto nulla di sbagliato nella mia vita ma in fondo al mio animo provavo questo genere di sentimenti e non avevo ancora trovato niente che fosse stato in grado di smentire quella sensazione, quella piccola e fastidiosa vocina nella mia testa. Tornando al discorso di prima, ora frequentavo l'accademia Hakoniwa, la stessa che frequentava mio fratello maggiore Kuro e nella sezione delle medie c'era anche Ayumu, il mio fratellino. Era soltanto grazie a lui che potevo di nuovo uscire di casa senza rischiare di morire per lo shock dovuto al mio terribile potere, quello di poter percepire il dolore altrui e provarlo sulla mia stessa pelle. Non sapevo per quanto tempo sarei stata in grado di sopire il mio potere grazie al sigillo di Ayumu perciò volevo sfruttarlo al meglio. Cercavo comunque di stare un po' distante da Kuro, non per cattiveria ma perché riuscivo a percepire una grandissima quantità di dolore da lui, soprattutto negli ultimi tempi, e non volevo rischiare. In più lui aveva già il suo giro di amici e aveva capito che io non volevo incontrarlo, per questo non cercò di avvicinarsi. Certamente non era l'unica grande fonte di dolore ma forse riuscivo a percepire di più il suo a causa del nostro legame di sangue.
    Dopo questa lunga digressione, torniamo ai fatti: avevo appena raggiunto il fresco riparo fornito dall'ombra dell'accademia. Mi asciugai il sudore sulla fronte, sospirai ed entrai nell'accademia. Non avevo ancora fatto molte amicizie, parlavo principalmente con le mie vicine di banco, quindi percorsi la strada verso la classe da sola: fu proprio durante il tragitto che lo incontrai. Capelli rossi, jeans blu e una maglia alquanto singolare, molto "aperta" e addirittura con del pelo simil lupo bianco sulla spalla sinistra. Aveva uno sguardo sicuro di sé ma allo stesso tempo sembrava distratto da qualcosa, turbato. Per qualche ragione avvertivo una gran quantità di dolore provenire da lui, più alta del normale. Che stranezza, si avvicinava così tanto a Kuro che quasi mi sembrava impossibile. Senza accorgermene mi ero fermata e lo stavo fissando mentre si avvicinava a me, per poi passarmi a fianco e allontanarsi. Poco prima di oltrepassarmi, però, i nostri sguardi si incrociarono e per un secondo ebbi come l'impressione che lui fosse infastidito dal fatto che lo stessi guardando. Mi girai e lo osservai fino a quando non svanì nella folla al fondo del corridoio. Perché ero così attratta da quella sensazione di timore che provavo guardandolo? Perché avrei voluto avvicinarmi a lui e parlargli nonostante il dolore che avrebbe potuto provocarmi? La vita è proprio strana a volte... Dopo essere rimasta ferma ad osservare il vuoto per qualche istante, immersa in quella contraddittoria sensazione, tornai in me e scossi velocemente la testa. Ripresi a camminare nella direzione giusta e dopo poco entrai nella classe e mi sedetti al mio banco. Era un po' presto e quindi non c'erano molti studenti al suo interno, soltanto qualcuno che non conoscevo bene o proprio per niente e con i quali non avevo praticamente mai parlato, perciò appoggiai la testa al banco e chiusi gli occhi.
    Rosso, era tutto rosso. C'erano 7 persone. Sfocate. Non riuscivo a vedere bene i loro volti. Tutti avevano una cosa in comune: il colore dei capelli. Rosso? Sì, rosso, sempre rosso, tutto rosso. E poi...
    Ehi, Saeko? Ti sei per caso addormentata? Guarda che il professore sta per entrare...
    Una voce mi riportò alla realtà. A quanto pare mi ero appisolata sul banco in attesa dell'inizio della lezione; per fortuna la mia amica Saya mi aveva svegliato giusto in tempo.
    Uh? Ah sì, scusami! risposi, tirando su la testa dal banco con uno scatto fulmineo e sbattendo velocemente le palpebre. Dopo pochi secondi il professore entrò in classe e di lì il tipico rituale del saluto, con conseguente inizio della lezione. Storia del Giappone, una noia mortale, tutte quelle date, tutti quei fatti, tutti quei nomi da ricordare. Al momento c'era soltanto un nome che volevo sapere, quello del ragazzo di poco fa. Sicuramente era più grande di me, magari frequentava il terzo anno, proprio come Kuro; dall'aspetto credo anche che pratichi qualche tipo di sport, o forse si teneva semplicemente in forma e devo dire che ci riusciva anche in maniera egregia. Ma sto ancora pensando a lui?
    ***
    Fine delle prime lezioni, intervallo. Saya e le altre mi avevano chiesto di andare a fare un giretto con loro nel giardino interno ma io volevo fare due passi da sola, quella mattina proprio non ero in me, che cosa mi era capitato di diverso dal solito? Giusto, il solito ragazzo. Oramai perfino io sono quasi stufa di pensare sempre a lui, ho detto quasi però. Iniziai a passeggiare da sola lungo i corridoi dell'accademia, sperando di incontrarlo di nuovo. Ma quante possibilità c'erano? Con tutte le persone che frequentano questa scuola... Non so nemmeno la sua classe, altrimenti lo avrei sicuramente trovato. Però se seguo il ragionamento che ho fatto prima è probabile che lo trovi nei corridoi del terzo piano, dove ci sono le classi terze, anche se è possibile che incontri anche Kuro in questo modo. Non avevo altra scelta, però, se veramente volevo scoprire perché quel ragazzo con i capelli rossi mi stava prendendo così tanto dovevo rischiare. Salii due rampe di scale e iniziai a camminare lentamente, guardando dappertutto. Il corridoio era abbastanza pieno, molto più degli altri, ma non potevano esserci molti ragazzi con i capelli rossi, sono davvero rari da queste parti. Cercai a destra, a sinistra, davanti e dietro ma niente. Poi, ad un certo punto, quasi come se fosse illuminato da un raggio di luce divina, intravidi dei capelli rossi vicino ad una finestra che dava sul cortile. Mi feci spazio tra la folla, ma mentre mi avvicinavo capii che non si trattava di lui, non avvertivo quella strana aura di prima. Decisi comunque di andare a vedere e mi trovai faccia a faccia con una ragazza con lunghi capelli rossi, un po' bassa ma decisamente spaventosa. I suoi occhi trasmettevano una forte sensazione di rabbia. Mi guardò per un attimo e poi se ne andò senza dire una parola. Ma chi era quella? Certo che al terzo anno c'erano un sacco di persone strane... Sospirai, mi appoggiai al davanzale della finestra e guardai fuori, nel cortile. Com'è che si dice? Quando cerchi una cosa non la trovi mai e quando smetti di cercarla appare sotto al tuo naso? Ecco, era proprio quello che era successo in quel momento: nel cortile, vicino ad un albero del vialetto, c'era quel ragazzo di prima, lo riconobbi dalla maglia con il pelo simil lupo bianco e ovviamente dai capelli rossi, quegli stramaledetti capelli rossi che mi avevano tormentato per tutta la mattinata. Così, spinta da una ritrovata voglia di muovermi, iniziai a camminare il più velocemente possibile verso le scale, giù per le scale, attraverso la porta d'ingresso e vai così nel cortile. Corsi poi verso l'albero che avevo visto dalla finestra, visto che era un po' distante da dove mi trovavo al momento. Iniziai ad avvertire di nuovo quell'aura, che si faceva sempre più forte man mano che mi avvicinavo. Infine eccolo lì, in piedi davanti all'albero, con un pettirosso appollaiato sul dito, sorridente ma con uno sguardo malinconico. Mi avvicinai ancora un po', cercando di non fare rumore: il pettirosso cinguettava a ritmo, quasi come se stessero comunicando. E difatti anche la bocca del ragazzo si muoveva e sussurrava qualcosa al suo "amico". Un altro passo e... TAC. Il rumore di un ramo secco caduto per terra che si spezzava sotto il peso del mio piede destro. Il rumore mise in allerta il ragazzo che si girò verso di me e iniziò a fissarmi, senza dire una parola. Eccolo, di nuovo, quello sguardo malinconico, quella sensazione di dolore che percepisco mentre i nostri sguardi si incrociano. Ad un certo punto inizia a camminare verso di me, ancora con il pettirosso appollaiato sul dito. Io non mi muovo, guardandolo mentre mi si avvicina e proprio quando penso che stia per rivolgermi la parola questo mi passa accanto senza dire nulla e continua a camminare. Mi aveva ignorata? Ah, ma che cosa..? Che problemi aveva? Ma perché lo sto criticando? Mi sto comportando come una stalker e incolpo lui che se ne va senza dirmi nulla? Ma che mi è preso? Forse è meglio se torno in classe... Già, ma a quanto pare nessuno mi ascolta quando parlo, visto che lo stavo già seguendo da lontano senza essermene praticamente accorta. Sembra che si stia dirigendo verso il parco ma non è proprio vicinissimo e tra poco riprenderanno le lezioni... Mi sa che non gliene importa nulla... Eh vabbè, oramai ero in ballo, non potevo arrendermi per una cosa del genere.
    Dopo circa cinque minuti la campanella suonò in lontananza, eppure lui se ne stava seduto lì, su una panchina del parco, a "parlare" con il pettirosso. E io ero dietro di lui, nascosta dietro ad un albero. Come è che si chiamano? Ah, già, Yandere... Ma io non lo stavo stalkerando per quello, era come se ci fosse una strana forza che mi attraeva. Dopo un minuto circa l'uccellino volò via, lasciando il ragazzo con i capelli rossi da solo. Soltanto allora udii la sua voce, per la prima volta.
    Uff. Ma mi stai ancora seguendo? Si può sapere che vuoi?
    Eh già, mi sa che ce l'aveva con me. E non aveva nemmeno tutti i torti. Visto che ero stata scoperta, anche se è più corretto dire che non ero mai riuscita veramente a nascondere la mia presenza, uscii dal mio nascondiglio e iniziai a camminare verso di lui.
    Ehm, ecco... Come dire... Non sono una stalker o niente di simile... È solo che...
    Non sapevo bene cosa dire... Come avrei potuto introdurre l'argomento? Per fortuna il ragazzo mi semplificò il tutto.
    È forse a causa di quello che hai visto poco fa? Credi che io sia pazzo? Che stessi parlando con un pettirosso?
    N-No, non era per quello... Io credo che sia possibile come cosa... Beh, è una lunga storia... Ma io ti seguivo perché avverto una strana aura. Stai soffrendo, vero? Lo so che non mi conosci nemmeno ma permettimi di aiutarti, se possibile. So cosa voglia dire e non vorrei che capitasse anche ad altri...
    Lui sembrò un po' sorpreso dalle mie parole.
    Come ci riesci, come fai a saperlo? Ma soprattutto, chi sei?
    Sembrava un po' preoccupato, ma ci tenevo a rassicurarlo.
    No, non temere. Come ho detto è una lunga storia ma...
    In quel momento, un pettirosso planò vicino a me e mi fece due giri attorno prima di posarsi sulla mia spalla e cinguettare qualcosa. Il ragazzo sembrò nuovamente sorpreso dalle "parole" dell'uccellino.
    Io mi chiamo Saeko. dissi, cercando di non interrompere il cinguettare.
    Lui rimase in silenzio per qualche secondo, con la testa bassa. Poi la rialzò e mi guardò negli occhi.
    Io sono... Iguru.

    >>>Scheda<<<
    Legenda:
    Narrato, Parlato, Pensato, Parlato altrui (non pg altri utenti)


    FINE

     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Breve ma ben scritta.
    Dov'è la parte 2? D:

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1 replies since 7/10/2015, 18:22   61 views
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