Giorni di un passato presente

[Parte seconda]

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  1. ‡ Officer Alex ‡
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    Prologo: "Che la caccia abbia inizio"


    CITAZIONE

    In città tutto era tranquillo. Niente vento, una giornata piatta, noiosa in cui non si muove nemmeno una foglia a causa del vento perché quel giorno del vento non c'era nemmeno una piccola traccia. Silenzio. Un silenzio così profondo che poteva essere addirittura percepito. Non che non ci fossero rumori, anzi, la città ne era piena. Auto, clacson, cellulari che squillavano e tutta una serie di altre cose tipiche dell'ambiente cittadino. Ma qualcosa faceva da contrasto a questo ambiente ricco di suoni. La calma che vi faceva da sfondo era palpabile.
    I grattacieli erano altissimi e da sopra di essi si vedeva la città intera, per un certo verso era quasi come se chi si trovasse sulla loro cima possa quasi controllarla completamente, tutta sotto il proprio sguardo. Da quell'altezza le persone sembrano solamente dei piccoli puntini neri, come tante piccole formiche che si spostano in gruppo, di corsa, indaffarate, con le loro auto, i pullman, i camion, le moto, le bici e chi più ne ha più ne metta. Un'accozzaglia di veicoli che si muovono tutti in fila. Quanto erano noiosi gli esseri umani. Sempre tutti uguali, sempre a fare le stesse cose. Lavoro, shopping, scuola, studio, uscite sempre negli stessi posti sempre con gli stessi amici. Sempre. La parola più adatta a descriverli. Facevano ogni santissimo giorno la stessa cosa. Dannatamente noiosi. Anche la parola noiosi era perfetta. E purtroppo anche la vita di S. era diventata una routine costante, soprattutto nell'ultimo periodo, quando aveva deciso di intraprendere quella caccia apparentemente senza fine.
    Erano giorni che stava appostata in quella città, sapeva che era li, l'aveva seguita per parecchio tempo. Mentre viveva nella sua dimensione ben protetta, S. non aveva potuto nemmeno scalfirla. Ma aveva sentito che era venuta nel loro mondo, perché la sua presenza era sempre stata inconfondibile. Chiunque poteva sentirla, quando arrivava l'anima, lo spirito, il corpo di chiunque era sovrastato dalla sua immensa potenza. Probabilmente non era esistito nessun altro essere così tanto potente. Eppure, quando era entrata nel loro mondo, all'improvviso com'è solita fare, i suoi poteri erano quasi nulli. Azzerati. Totalmente vulnerabile, anche se S. non aveva fatto in tempo a raggiungerla perché era di nuovo scomparsa nel nulla assoluto.

    Erano passati circa tre mesi dall'ultima volta che aveva sentito le sue tracce, e da allora non aveva lasciato la città, altrimenti lei e i suoi "alleati" l'avrebbero percepita. Erano sparsi per tutto il perimetro e dentro la metropoli. Chiunque entrasse ed uscisse incappava in loro, senza ovviamente accorgersene. Capitava a volte che commettessero degli errori, ma bisognava verificare che non si fosse travestita da essere umano qualunque per poterle sfuggire uscendo dalla città. Lei sapeva che l'unico modo per sfuggire a S. era proprio quello di assumere le sembianze di un comune essere umano e per questo non poteva permettersi errori di alcun tipo. Era contro un'avversaria astuta, ma più che astuta pericolosa e potente.
    Il numero di vittime era aumentato abbastanza, tutte morti cruente ma inspiegabili, in quanto i responsabili non erano mai stati trovati da nessuno, nonostante le infinite ricerche della polizia che giorno per giorno cercava di scoprire di più su questi assassinii apparentemente senza ragione. Be... Un giusto prezzo, dopotutto quello che la sua "preda" le aveva insegnato in tutti i mesi in cui l'aveva cacciata era proprio che il fine giustifica i mezzi. Qualche semplice vita umana per impedire a quella che poteva essere la più grande criminale dell'universo di continuare a girare a piede libero era più che giustificato.

    Tuttavia quel giorno la tensione era particolarmente alta, probabilmente lei si stava muovendo. Sentiva le sue creature muoversi con agitazione e avevano già ucciso per sbaglio 4 o 5 umani. Stava succedendo qualcosa, qualcuno si stava muovendo. La caccia riprendeva. Finalmente. Aveva sete di sangue..... E quella sete doveva essere saziata.

    S. si alzò in piedi, sulla punta del grattacielo. La lama della sua katana fremeva tanto era il desiderio di essere imbevuta nel sangue della sua nuova preda. S. si voltò e iniziò a camminare verso la direzione da cui proveniva l'agitazione, zona verso la quale una delle sue creature si stava prontamente dirigendo assieme a lei.
    S. avrebbe aspettato che ad agire per prima fosse quest'ultima, avrebbe sfruttato l'effetto sorpresa.
    Si mise in viaggio, correva dieci volte più velocemente di un normale essere umano e saltava da un tetto all'altro per raggiungere il luogo designato, la spada nel fodero, silenziosa, i pensieri fissi sul suo obiettivo.
    Non si nutriva da parecchi giorni, quindi era leggermente indebolita rispetto al normale, ma dopotutto non poteva lasciare alcuna traccia del suo passaggio e non a caso si era portata le sue creature. Senza essere al massimo delle proprie forze non avrebbe potuto sconfiggere un'avversaria del genere.

    Arrivò all'ultimo grattacielo, ultimo balzò, atterrò con delicatezza sul bordo e guardò giù ma quello che vide fu completamente diverso da quello che si aspettava. Una ragazza. Giovane. Con i capelli neri stava camminando per la via e la sua creatura si stava dirigendo verso di lei a tutta velocità. Possibile che.... Avesse lo stesso sangue? No..... Semplicemente assurdo.... Quindi.....

    "MALEDIZIONE!!!!!!" Gli occhi di S. si tinsero di rosso e un'aura nera circondò il suo corpo..... Strinse la sua Katana con ancora più forza..... Era stata ingannata. Qualcuno l'avrebbe pagata cara.


    CITAZIONE
    Galatea stava camminando lungo una strada ricca di negozi e discretamente affollata. Quello era il mattino della sua partenza, avrebbe raggiunto quello che una volta era casa sua. Era passato qualche mese da quando Asako era stata uccisa e sua madre (ancora non ci credeva che sua madre potesse essere un mostro simile) era entrata nella loro dimensione, molto indebolita rispetto ai poteri che possedeva prima di incontrare lei, Tatsuya e Haiiro, ma comunque pericolosa.
    Lei si era allenata parecchio in quegli ultimi mesi, aveva imparato a controllare il potere che era rimasto dentro di lei dopo lo scontro con quella creatura immonda ed inoltre aveva appreso anche alcune tecniche dalla sua defunta zia Asako, grazie ai suoi poteri era riuscita a connettersi col suo corpo ed ottenere il pieno controllo sul Gene della Cacciatrice. Era pronta per incontrare sua madre ed eliminarla una volta per tutte.
    Questa volta però non aveva chiesto l'aiuto di Haiiro e Tatsuya, si sentiva in colpa dopo aver messo a rischio le loro vite durante la loro ultima avventura, quindi avrebbe dovuto cavarsela da solo questa volta.

    "Ti farò a pezzi maledetta...." ma mentre diceva questa frase a bassa voce percepì qualcosa. Stava arrivando qualcuno, molto velocemente, da dietro di lei.... Voleva aggredirla. Non era sua madre, era qualcosa di completamente diverso.... "Ma che cos...."
    Mentre si voltava vide una strana creatura. Bianca, alta circa due metri... Aveva le sembianze di coniglio, anche se ci assomigliava solo vagamente.

    Galatea non fece in tempo a chiedere chi fosse che questi trasformò la zampa destra in una specie di lama e con un movimento rapido affettò due passanti che lo guardavano stupiti convinti fosse una qualche attrazione. Galatea sgranò gli occhi... Ma cosa stava succedendo???

    La creatura uccise allo stesso modo altri due passanti mentre si avvicinava a lei...... "Tu...... Creatura orribile....." Galatea attivò l'aura nera intorno al suo corpo, azzerò le proprie difese ma le sue caratteristiche fisiche aumentarono del doppio. Scattò verso la creatura che non si aspettava che lei fosse diventata così veloce e lo colpì con un calcio potentissimo che lo scaraventò e schiacciò a terra, spaccando il terreno circostante. Mentre era ancora in volo estrasse la Flower Gun e sparò tre colpi sulla creatura. Usando gli Amarillidi creò tre proiettili esplosivi che a contatto innescarono tre forti esplosioni.
    Con un salto mortale all'indietro Galatea si allontanò senza subire danni.

    La creatura però non era sparita. Al suo posto ne erano comparse tre.

    "Che cosa?????" Attivò la sua lama, trasformando la Flower gun, ora impugnava la Claymore. Si mise in posizione d'attacco, senza abbassare la sua aura. Ora il suo corpo era ben tre volte più potente, dato che i suoi avversari erano arrivati a quota tre. Nessuno dei tre sarebbe stato in grado di stare al passo con la sua velocità. Inoltre il suo corpo si era adattato a quei tre, in modo da essere quasi forte quanto loro, di conseguenza poteva solamente essere più forte di loro.

    La lama della Claymore si ricoprì di fiamme, Galatea scattò ruotandola davanti a se e creando un fendente di fiamme che incenerì più della metà dei corpi delle creature, mentre la ragazza passava oltre loro, per scagliarne un altro.

    Quando però il fumo si dissolse, una brutta sorpresa accolse la ragazza, le creature erano diventate 6.

    Il Telegiornale, quel giorno, riportò le notizie di una serie di cittadini uccisi brutalmente e di una ragazza che stava combattendo contro una creatura a forma di coniglio. Cosa diavolo stava succedendo???
     
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    Disteso sul letto della mia camera, fisso un punto imprecisato davanti a me senza vedere nulla. Credo ci sia la televisione accesa, ma non ho davvero voglia di guardarla. Quanto sarà passato dal giorno in cui sono tornato? Ho di nuovo gettato via la mia normalità. Un potere mentale può essere facilmente nascosto, dissimulato, più banalmente puoi ridurlo ad un trucchetto di magia, non sarei né il primo né l'ultimo a sostenere di poter leggere nella mente. Davanti a me si sarebbe aperta la via per una grande carriera nella polizia, sarei diventato il migliore nella risoluzione dei casi, non credo che altri avrebbero potuto vantare abilità simili alle mie. L'altra carriera sarebbe stata quella dello psicologo, nessuno conosce i meccanismi di accesso alla mente ed il suo funzionamento quanto me. Come chirurgo dell'anima so con certezza che avrei fatto faville.
    Sento quei frammenti saldarsi, lo stanno facendo in questo stesso momento. Se non fosse stato necessario, se solo non avessi bisogno di tutta questa forza per proteggere il mio piccolo mondo, non avrei mai recuperato questo potere.
    La Musa, la Volpe e la Fenice.
    Le mie abilità non smettono di aumentare: ora riesco a stare in equilibrio su qualunque cosa anche senza Muzet ed ultimamente ho iniziato a camminare sulle acque Le ali non si disperdono più, non ho nemmeno più difficoltà a rigenerarmi. Se attraverso un prato, l'erba che si piega sotto i miei piedi diventa più verde e si popola di piccoli fiori, non so cosa potrebbe accadere se qualcuno se ne dovesse accorgere.
    Da ieri sera riesco di nuovo a vedere quelle catene.
    Questa mattina non sono andato a lezione, ho preferito restare qui per calmarmi e concentrarmi. Sono riuscito a riportare l'abilità sotto il mio controllo, riesco ad escluderle dalla mia vista ma a percepire quando c'è qualche variazione e da questa mattina ce ne sono state molte. Quando accade non è mai un buon segno, quando le catene modificano le loro connessioni, si riorganizzano, si spezzano e rigenerano, solitamente è un presagio di sventura.
    Il mio sguardo viene attratto da uno strano movimento, una sigla, la televisione è davvero accesa, non per guardare qualcosa quanto più nella speranza di non vedere edizioni straordinarie del TG.
    Mi tiro un po' su ed alzo il volume per sentire meglio le parole del giornalista. In città delle persone sono morte, chiedono alla gente di non uscire per strada, di rintanarsi in casa e stare lontani dalle finestre. Da quegli occhi leggo il terrore con cui commenta la notizia, hanno perso anche un loro inviato. È alquanto confuso, lo dice con incredulità, ma la parola che pronuncia non si può fraintendere: mostri.
    Ci sono delle immagini, riprese fatte con il telefonino e rapidamente circolate su Twitter che mostrano dei mostri dalla forma di coniglio ed una ragazza che si difende da loro. La riconosco.
    Spengo la TV, uscendo nel corridoio sento le voci allarmate dei reporter provenire dalla stanze di altri studenti che hanno preferito prendersi la giornata per pensare. Io, però, ho già pensato abbastanza.
    Salgo sul tetto e chiudo gli occhi per rilassarmi ed aprire la mente. Sono ben diverso dall'ultima volta, possiamo dire che sono più simile a come sono davvero, ho recuperato tanto potere da esserne un po' spaventato, ho paura che un giorno possa tornarmi del tutto, nella sua interezza, portandosi dietro il suo carico di negatività.

    « Muzet! »

    Chiamo a gran voce. Quasi istantaneamente al mio fianco si materializza la musa, la bellissima ragazza dai lunghi capelli chiari con la quale ho unito la mia stessa esistenza. Lei è il frammento che esiste indipendentemente da me.
    Solitamente non perde occasione per stuzzicarmi – diciamo pure molestarmi – ma questa volta rimane in silenzio. La guardo intensamente nei suoi occhi splendenti e ci scambiamo direttamente i pensieri. Anche lei ha avvertito quel che sta succedendo.
    Respiro. Trattengo il fiato per qualche istante ed espiro lentamente, mentre lascio che emergano le fiamme che ricoprono le mie ali. Restiamo immobili, scambiandoci le parole attraverso la mente, se in quel momento qualcuno avesse volto gli occhi verso il tetto avrebbe avuto la possibilità di vedere due figure alate l'una di fianco all'altra, uno spettacolo probabilmente insolito anche per gli studenti dell'Hakoniwa. Un giorno sarà proprio in questa forma che dovrò combattere per tutti loro, se per allora non avrò già recuperato il livello superiore, cosa che spero non accada.

    « Dovresti riuscire ad immaginare cosa ci ritroveremo ad affrontare. »

    Esclamo rompendo quel silenzio irreale per una scuola. Muzet distoglie lo sguardo un po' infastidita.

    « Certo, zuccherino, quel giorno c'ero. Sarà uno svago interessante. »

    « Svago? Delle persone sono morte, con queste parole le offendi. Porta rispetto almeno a loro. »

    « Tu parli di rispetto? Devo rammentarti quel che hai fatto? Sai meglio di me che per noi questi concetti non valgono. Per noi non c'è rispetto nella vita e non c'è rispetto nella morte e noi stessi non la rispettiamo. Quante volte sei morto fino ad ora? Quante volte ti hanno ucciso? E quante volte hai ucciso? »

    « Non è successo qui e poi era sempre per difesa. »

    « Ipocrita! Non ignorare tutti gli innocenti che hai condannato e non mi importa se la nobile Sophitia ha rimesso tutto a posto. »

    « Questa volta non si applicano le nostre regole. Te l'ho già detto, questa volta non siamo i protagonisti. Lasciamo le nostre storie al passato, concentriamoci su quel che c'è ora. Tu conosci il valore di ogni singola vita, non fingere che non ti riguardi. Non parlare come loro. »

    Muzet sobbalza, ha capito a chi mi sono riferito, mi fissa con sdegno restando in silenzio. Capita ancora che tra noi ci siano momenti di tensione, come in questo caso, diciamo che la nostra non è una coesistenza tanto semplice. Tuttavia, l'ultima volta che c'è stato tutto questo attrito le cose sono finite in modo oserei dire bizzarro: ci siamo “sfogati” con tanta forza e vigore da restare, poi, sgomenti per l'accaduto e con troppo imbarazzo per riuscire a trovare le parole per commentarlo. Abbiamo deciso di non parlarne mai con nessuno e non accennare più a quel fatto, ma sentiamo che il pericolo che si verifichi di nuovo è tutt'altro che nullo. Forse quell'errore ha reso le cose ancora più complicate tra noi.
    Questa volta, però, non c'è rischio che accada dato che, spalancando improvvisamente e con una forza eccessiva la porta che dà sul tetto, ci raggiunge anche la mia bella volpe.

    « Non abbandonarmi così! Mi sono svegliata e tu non c'eri. Dovevi avvisarmi! »

    Fa per saltarmi in collo ma si trattiene, è un po' intimorita dalle ali e dalla presenza di Muzet.

    « Dove andate? »

    Domanda raccogliendo un po' di coraggio.

    « Abbiamo una piccola faccenda da sistemare. Torneremo presto. »

    « Andate dai mostri? È pericoloso! »

    La sua preoccupazione mi intenerisce, le fiamme delle ali ardono più calde lucenti. La accarezzo sulla testa, tre le orecchie, e lei socchiude gli occhi per il piacere. Non la coccolo mai abbastanza.

    « Una cara amica ha bisogno di una mano. Sicuramente ci sarà anche un caro amico, non possiamo non andare. Ma non preoccuparti, Muzet è con me. »

    La musa afferra gentilmente la mano che le tendo ed il suo corpo torna nel mio. Ora siamo perfettamente sovrapposti, è probabile che sia questa la forma migliore in questo caso.

    « Ed io? »

    « Tu va da Bianca, devi assicurarti che resti qui. Se dovesse accorgersi che sono andato anche io lì potrebbe agire d'impulso e seguirmi; se ci fosse anche lei allora sarebbero i mostri a dover essere difesi. »

    Bacio la guancia della mia volpe e, senza perdere altro tempo, spicco il volo balzando giù dalla sommità del dormitorio. Celato da un'illusione, attraverso i cieli della città lasciandomi guidare dalle informazioni che raccolgo dall'animo delle persone e dalle variazioni delle catene, fino a raggiungere il luogo dove lei sta combattendo. Cerco una posizione sicura dove atterrare. Alla fine scelgo un atterraggio sulla facciata di un palazzo, parallelo al terreno, abbastanza vicino perché possa sentirmi.

    « Yo! Bella giornata per sgranchirsi un po' »

    Le faccio riprendendo il solito tono allegro e per niente serio che spero tutti abbiano imparato a conoscere.
     
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    Haiiro volava. La frase non è sbagliata, ma forse troppo generica e imprecisa.
    Proviamo a rifarla: Haiiro veleggiava nell'aria. Ma visto che di vele non ce n'erano, anche questa affermazione è errata.
    Precisiamo meglio: Haiiro lievitava sopra una pedana di energia, anormalmente creata e manovrata dalla ragazza, Satomi, al suo fianco. Si stavano dirigendo da Galatea: la storia che aveva riguardato loro tre era troppo lunga per essere qui riassunta, ma due cose si potevano dire. La prima era che in qualche modo quella vicenda aveva legato tra loro i tre, la seconda che quella storia ancora non era terminata. Che fosse quello il giorno in cui sarebbe finita?

    Bene, questo è un incipit che può funzionare. In realtà anch'esso è imperfetto, o meglio fornisce una falsa idea. Scritto così e ignorando gli antecedenti fa pensare che i tre di cui si parla fossero Haiiro, Galatea e Satomi. Ma non era così, Satomi si era aggiunta ex novo, il terzo era un altro. Senza però perdere troppo tempo, risolviamo ora il disguido continuando la narrazione:

    Giunti sul luogo Haiiro riconobbe due facce famigliari: una era quella, aspettata, di Galatea, l'altra era quella, non così inaspettata, di Tatsuya. Era lui, il terzo dei tre che era stato partecipe di quell'avventura lontana come un sogno (e l'espressione qui non è mera metafora).
    "Sembra che davvero siamo legati, almeno per questa vicenda. E siamo di nuovo noi tre. Più Satomi, quindi facciamo quattro. E la madre di Galatea, quella simpatica signora che vuole ucciderci tutti. Fa cinque. E questi... cosa sono, conigli mannari? Non ho neanche voglia di stare a contarli..."
    «Eccoli là, Satomi! Ci sono sia Galatea che Tatsuya!»
    Da sopra il disco, Haiiro si sbracciò per salutare Galatea e Tatsuya. D'accordo, forse non c'era bisogno di tutto quell'entusiasmo, Galatea l'aveva vista non molto tempo prima, Tatsuya lo incontrava spesso al Maid. Ma poco importava. Poi si concentrò sulle figure conigliformi e antropomorfe, ma ben poco amichevoli.
    «Conigli?! Galatea, tua madre deve aver perso smalto, se ora si mette a evocare conigli, altro che i bei lupi di una volta...»
    Perché era convinto che fosse opera della madre di Galatea? Le motivazioni erano che quella donna era capace (almeno in passato, prima di perdere parte dei suoi poteri) di evocare lupi, che loro tre erano gli stessi della volta scorsa, e che prima di partire stava appunto parlando di quella vicenda con Satomi. Insomma, non poteva essere altri che lei, no? No?
    Ma lupi o conigli che fossero, esseri alti due metri e provviste di lame al posto di zampe erano sempre pericolosi.

    Haiiro entrò nel dormiveglia: stava cadendo, precipitando, niente lo sorreggeva e la caduta durava ore. Aveva paura, era angosciato e si sentiva entusiasta. Che terrore a cadere nel vuoto, che felicità a librarsi nel nulla! Così inebriante che lui stesso ci mise un po' per capire che non stava davvero cadendo, ma era dentro il suo stesso sogno. Del resto quella era la sua anormalità, che rendeva possibile portare pezzi dei suoi sogni nella realtà.
    "Beh, la sensazione di liberazione ed eccitazione la tengo per me. A loro do l'angoscia di una caduta senza fine!"
    E trasmise ai conigli mannari quella sensazione di terrore e l'illusoria immagine di un'interrotta discesa nel vuoto, rafforzandola col Nightmare in modo che sembrasse reale. Chissà se anche simili bestie soffrono di vertigini?
     
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    CITAZIONE

    Quelle bestiacce erano davvero dure a morire, stava combattendo da una ventina di minuti buoni, aveva attivato Huntress e anche Carica Lama, oltre ad aver evocato il potere delle radice del fiore di Belladonna per difendersi ed attaccare.
    Aveva evocato quattro radici giganti, con le quali aveva avvolto e bloccato i movimenti di ben 8 di quei conigli, fermando le loro mani e quindi le loro armi. Vero erano piuttosto agili ed erano dotati di una rigenerazione quasi ineguagliabile, oltre a potersi sdoppiare se una parte del loro corpo veniva distrutta, ma inchiodati a terra dov'erano non potevano nuocerle in alcun modo, perché avevano una forza fisica piuttosto basta, quindi per loro liberarsi era assolutamente impossibile.
    Galatea aveva scelto di attivare l'unico potere che aveva capito essere fatale per loro, il ghiaccio. La sua Claymore si era ricoperta di ghiaccio immediatamente e lei era circondata da circa una decina di nemici. In poco tempo si erano moltiplicati a dismisura.
    La ragazza aveva sempre il gene Huntress ed il sonar ad aiutarla, di conseguenza poteva percepirli perfettamente quando si avvicinavano e schivare i loro colpi abbastanza facilmente.
    Scartò a destra quando uno dietro di lei si lanciò in avanti, spiccò un salto e arrivò addosso ad un altro che abbatté al suolo con un sonoro pugno. Non accennavano a morire.... Eppure dovevano pur avere un punto debole quelle dannate bestiacce.
    Mentre stava combattendo una voce si fece sentire, li vicino. Tutti si bloccarono, Galatea compresa che si voltò a guardare nella direzione da cui proveniva la voce. Le venne spontaneo sorridere. A quanto pare, anche se aveva deciso di partire senza di loro, uno dei due l'aveva trovata comunque.
    "Tatsuya! Benvenuto! Chissà perché avevo come il presentimento che ti avrei rivisto piuttosto in fretta dopo il coma" I mostri erano confusi perché non capivano costa stava accadendo oppure per qualche altro motivo.... Una seconda voce si unì a loro due, un'altra voce molto nota a Galatea data la precedente avventura che li aveva uniti... Haiiro, che probabilmente stava usando il suo potere dei sogni per bloccare quegli esseri infernali.

    "Ci sei anche tu... Ciao Haiiro!"
    Anche se non lo dava a vedere Galatea era sollevata di vederli li... Forse era davvero destino che quella battaglia fosse conclusa da loro tre tutti assieme, dovevano essere legati da qualche strano gioco del destino.
    "No non credo proprio che sia uno scherzo di mia madre, questi coniglietti non sono da lei ed oltretutto penso proprio che si sia già dileguata dalla città.... Deduco che abbiamo un nuovo problema! E se non vi dispiace mi sono veramente rotta di questi coniglietti pasquali fastidiosi!"
    Mentre stava pronunciando questa frase la sua voce cambiò, divenne metallica, gutturale e più profonda mentre un'aura nera circondava completamente il suo corpo ed il suo potere esplodeva in un colpo solo generando un'onda d'urto che fece cascare a terra tutti i conigli che si trovavano nella zona.
    Il suo potere oscuro dormiente era venuto a galla, Galatea aveva assunto la forma del demone
    large
    Spiccò il volo e si sollevò da terra, osservando le creature con disprezzo
    "E'ora che voi conosciate il vero potere, esseri immondi..... IMPARATE A STARE AL VOSTRO POSTO!!!!!!" L'ultima parte della frase fu più un urlo di rabbia, che però mostrò tutto il potere che stava sfoderando la ragazza in quel momento
    Inspirò profondamente e dopo un secondo un potentissimo getto di fuoco incandescente uscì dalla sua bocca ed uno alla volta investì tutti i conigli carbonizzandoli completamente. Il punto debole era facile da scoprire se l'intero corpo veniva carbonizzato.
    Era la prima volta dopo la lotta con Akane, sua madre, che sfruttava il potere del demone... Ed era davvero efficace... Chissà cosa avrebbero pensato di lei Haiiro e Tatsuya. Ma Galatea si voltò verso Haiiro per primo, perché non era solo.... Quella ragazza era con lui.... Proprio lei....

    "Tu.... Cosa diavolo ci fai qui? Haiiro penso sia meglio che tu ti allontani da lei, ora.... Ti pensavi furba vero? Sono un demone, sono IL male, credevi che non avrei percepito il male che è presente in te?"


    Satomi aveva gli occhi sbarrati, ma cercava comunque di mantenere la calma.... Quella era la figlia del demone rosso..... La figlia di colei a cui S. stava dando la caccia.... E sapeva di lei... Era davvero così potente?
     
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    « Lo sai che non è così facile liberarsi di me. »

    Probabilmente questa mia risposta contribuisce a creare una situazione surreale e l'arrivo di Haiiro non fa altro che accentuare la sensazione di una allegra rimpatriata tra mostri assassini che hanno ucciso anche degli innocenti. Questa è una cosa che mi manda in bestia, che mi fa desiderare di distruggere tutto questo posto per poi ricostruirlo e rimuovere ogni danno, facendo si che la distruzione che io stesso creerei non ci sia mai stata.
    “Stai calmo, bischero che non sei altro.”
    Ciao Muzet, che bello vedere che ti mostri anche durante la mia narrazione ed introdotta solo da due doppi apici, senza riga di separazione. Saluta anche tu, fai ciao con la manina.
    Ebbene, Muzet fa emergere una mano dall'altezza della mia spalla destra e risponde ai gesti di saluto di Haiiro.
    Ora, vorrei tanto stare qui a continuare a descrivere tutto, a raccontare di cosa mi passi per la mente considerando con quale compagnia Haiiro si sia presentato, diciamo una compagnia piuttosto piacevole, vorrei anche indagare su quale sia il loro rapporto e se Kasumi sa di loro. No aspetta, perché sto cercando nella sua mente dati sui suoi rapporti e mi è balzata agli occhi la ragazza che ho conosciuto quel giorno che ho fatto da guida a quegli studenti? Accidenti, devo riuscire a trattenermi di più.
    “Tatsuya curioso”
    Non fingere che non ti riguardi, lo so che anche tu stavi esaminando i dati della One Heart ed è solo per questo che ho beccato certe informazioni così velocemente.
    Ma comunque non è questo il punto.
    “Il punto è che ti sei incantato di nuovo. Se hai davvero tutta questa voglia devi solo chiedere, pasticcino.”
    Ma la Galatea che lascia esplodere tutto il suo potere è bellissima. Sarei tentato di raggiungerla in cielo e svolazzare un po' con lei. È da tanto che non mi faccio una bella volata con una bella ragazza.
    “Quando sarebbe stata l'ultima volta?”
    Qualche giorno fa insieme a te. Il ricordo di quel momento è più che vivo nella mia memoria, è stato come sognare.
    “Guarda come cerca di adularmi. Sei proprio un birbante.”
    Cammino verticalmente sulla facciata del palazzo andando verso l'alto, per avvicinarmi lentamente a Galatea ed anche per allontanarmi da qualche attacco ad area. Le fiammate che spara dalla bocca, con le quali brucia tutti i coniglietti mannari, riescono a sorprendermi.
    “Scommetto che ora non te la vuoi più tanto limonare.”
    Amica, mi sottovaluti. Vedere certe cose è comunque davvero bello, mi fa sentire a casa, in un certo senso. È rilassante e rinfrescante sapere di non essere da soli.
    “Ed ora di chi parli?”
    Non è difficile da capire.
    Guardo Galatea con grande soddisfazione ed orgoglio, mi piace quel che è diventata. Nel caso mi stesse guardando, muovo le labbra articolando un 'Brava' muto.

    « "Tu.... Cosa diavolo ci fai qui? Haiiro penso sia meglio che tu ti allontani da lei, ora.... Ti pensavi furba vero? Sono un demone, sono IL male, credevi che non avrei percepito il male che è presente in te?" »

    No, ok, questo mi ha un po' fatto gelare il sangue. Sarà anche il male, ma non è tanto male, anzi è...no, aspetta!
    “Sveglia!”
    Genero una catena che si conficca tra i palazzi, alla giusta altezza per poter avere Hahiiro nel mio raggio d'azione, e vado ad appollaiarmici sedendomi sopra. Nell'aria apro altri varchi di luce, dai quali sono pronto a far fuoriuscire innumerevoli catene; sfioro la mia spalla destra ed estraggo la lama gemella della Puellae Renovatio. Le fiamme delle ali ardono più intense.

    « Forse ci stiamo perdendo qualcosa. Eravamo usciti per andare a conigli, ma se c'è da cacciare demoni non ci tiriamo indietro. Che sta succedendo? Lei chi è? »

    Muzet, con i suoi poteri, inizia a smuovere le masse d'aria in cielo, presto inizierà ad ammassare nubi, nel caso servissero le maniere forti. Potrebbe non sembrare, ma sono concentrato al massimo per cogliere ogni variazione e, nel caso, difendere Haiiro, anche afferrarlo al volo con le catene. Devo, però, assolutamente vederci chiaro. Già l'altra volta le apparenze mi hanno ingannato varie volte, non voglio più scambiare per nemici degli alleati o fidarmi dell'avversario.
     
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    Haiiro fu sorpreso dal sentire che quei conigli non erano opera della madre di Galatea; ancora non sapeva che era presto per stupirsi. Aveva chiuso gli occhi con di fronte pericolosi conigli e una ragazza che li combatteva; gli riapriva e si trovava di fronte un demone, solitario vincitore. A giudicare dalla somiglianza, il demone non poteva essere che una persona.
    «Ti piace cambiare look o sbaglio, Galatea?» Disse in tono divertito. «Ogni volta che ti rivedo hai un aspetto diverso.»
    Era proprio in momenti come quelli che si rendeva conto di essere diverso dalle persone normali, quante di loro avrebbero reagito in quel modo? Ma sapeva di non essere l'unico “diverso”, in quel momento altri due erano assieme a lui. Questo, in parte, lo tranquillizzava.
    Aveva reagito bene a quel cambiamento, ma le successive parole di Galatea ebbero un effetto ben diverso. Perché non si stava rivolgendo a lui, ma alla sua compagna, grazie alla quale si trovava lì. E quelle parole furono come una doccia fredda, riportando alla mente un triste passato. Forse fu proprio per quel ricordo che, dopo lo stupore iniziale, l'emozione predominante in lui era una disadorna mestizia, un cupo sconforto.

    Haiiro indietreggiò cauto fuori dalla pedana di energia, sopra il palazzo in cui erano atterrati, allontanandosi per quanto poteva da Satori e fissandola attento a occhi aperti. Un bello sforzo per lui, il cui potere si manifestava quando gli occhi si chiudevano e non prestava più attenzione al mondo circostante.
    Più in là Tatsuya aveva evocato una catena e una spada. Anche quella catena gli dava una sorta di un deja-vu, non proprio piacevole, ma non era a quello che doveva pensare, quanto alle sue parole.
    «Lei... si è presentata a me col nome di Satomi. Ha detto di essere un anormale, o meglio era incerta se definirsi tale oppure minus – accastellò le varie informazioni che lei stessa le aveva dato, nell'ordine in cui gli vengono alla mente. –Il suo potere riguarda l'empatia, ma può anche fare cose come quella pedana volante. Inoltre è a conoscenza di quanto avvenuto la scorsa volta.»
    Indugiò un attimo, incerto se continuare o no. Già una volta era stato ingannato, affezionandosi a chi non era quello che mostrava di essere. Ma preferiva dimostrarsi ingannato, piuttosto che tacere.
    «So che potrebbe non significare nulla, ma con me si è comportata in modo tutto sommato gentile, per quanto non sempre riuscisse a trattenere la sua empatia.»
     
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  7. ‡ Officer Alex ‡
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    "Cattiva.... Il male... Io?... Ma..." Quella creatura infernale che aveva di fronte a lei era senz'altro la figlia del Demone rosso, il male in persona... Ma come poteva dire che lei era cattiva? Satomi? Non aveva mai fatto nulla.... Cioè... Tolta quella volta in cui aveva avuto quel piccolo incidente, ma poi Lei era intervenuta e da allora tutto era andato per il meglio.. Non era cattiva...

    "Io non sono malvagia!!! Non sono un pericolo per nessuno!! Tu lo sei!!! Sei un demone!! Hai un bel coraggio a dire agli altri che sono cattivi!!! Sei il male fatto essere vivente!!" Il potere dell'empatia di Satomi si era attivato e stava sondando i sentimenti degli altri due, Haiiro credeva nella sua innocenza, ma sentiva delusione dentro di lui, non si aspettava che lei fosse cattiva (ma infatti non lo era!!!!) e percepiva un grande potere nell'altro ragazzo, qualcuno con poteri mentali più forti dei suoi... Lui poteva essere la sua soluzione per tirarsi fuori dai guai!!
    La mente di Galatea era qualcosa di mostruoso, inaccessibile, un oblio senza fine di dolore, perdizione, corruzione e distruzione, riusciva a penetrare nel cuore di Satomi nonostante lei la bloccasse e non fosse in contatto empaticamente con lei. La cosa peggiore era che quel male stava crescendo, rapidamente e stava diventando inarrestabile, senza controllo. La ragazza pensava di poter controllare ciò che si trovava all'interno del suo corpo, ma non ne era in grado... O almeno, non aveva il potere per farlo come faceva sua madre prima di lei, chiamata non a caso il Demone Rosso. Doveva fare qualcosa immediatamente, fermarla.

    "Non temere mia dolce Satomi, io sono qui" La voce di Yumil si diffuse nella sua mente, dolce, leggera e candida come la luce che rappresentava, con la sua presenza il male del demone poco per volta si allontanò dalla mente della ragazza e ne rimase escluso.
    "So che quella creatura è spaventosa, mostruosa, ma finché ci sarò io qui con te non dovrai temere nulla.... Io posso fermarlo, ma per farlo ho bisogno che tu mi conceda di scambiarci, devo essere io a sfidarlo direttamente, non posso farlo da qui"
    Satomi non amava particolarmente dover scambiare il suo corpo con quello di Yumil perché le dava una strana sensazione, ma sapeva che l'unico modo per impedire a quella creatura di ucciderla e di corrompere gli altri due ragazzi era quello.

    Satomi chiuse gli occhi, si lasciò invadere dall'energia di Yumil ed il suo corpo cominciò a splendere. Una luce tenue, delicata iniziò a diffondersi dal suo corpo nella zona circostante ed esplose diventando un bagliore accecante.
    In contemporanea alla luce, una sensazione di calma e pace pervase tutti gli esseri viventi in un'area enorme, anche Haiiro e Tatsuya, mentre il demone arretrava ruggendo accecato da quella luce abbagliante


    CITAZIONE

    11498-533412301


    Un istante dopo, dalla luce emerse una figura nuova, non più Satomi. Due candide ali d'angelo si allargarono in un turbinio di luce e di piume bianche che si diffusero in tutta la zona circostante. Yumil era sorta dalla mente e dal corpo di Satomi, dove aveva vissuto fino a quel momento, nello stesso momento in cui suo fratello era apparso sulla terra. Il bene assoluto che compensava il male più totale, lei non poteva esistere senza di lui e lui senza di lei, insieme formavano la completezza e l'equilibrio.

    Yumil spalancò le ali d'angelo e rimase sospesa in volo, osservando le facce stupite di tutti coloro che aveva intorno, quella di Galatea/Demone per prima. Dopo di che iniziò a parlare con una voce armoniosa e delicata, che tuttavia risuonava forte e chiara come fosse il suono di un'arpa:

    "Finalmente ci rincontriamo fratello mio, ti ho cercato a lungo ma non sono mai riuscita a trovarti.. La tua precedente custode aveva fatto in modo che nemmeno io potessi raggiungerti e riunirmi a te. So che ti stupisce vedermi qui, ma non avrai pensato che ti avrei lasciato a piede libero tutta l'eternità senza provare a fermarti... A dire il vero Akane non era così furba come pensava di essere, il vero e unico motivo per cui ho scelto di non interferire è stato che lei si è esclusa da questo mondo creando una sua dimensione alternativa. Oltretutto non avrete davvero pensato che Asako da sola fosse riuscita a tenervi bloccati la per tutti quegli anni, un essere umano per quanto potente non avrebbe mai potuto riuscirci da sola... Diciamo che ha avuto un aiuto... Divino ahaha!! Oh ma che sbadata, ho dimenticato di presentarmi a questi due coraggiosi ragazzi qui presenti! Mi chiamo Yumil e sono la Dea della Creazione e della Luce... Per molti anni ho vissuto dentro il corpo di Satomi alla ricerca di mio fratello, che avete davanti in questo momento! Ecco leggi la mia mente Tatsuya, credo che avrai tutte le spiegazioni necessarie a capire chi è la vera minaccia in questo posto.... Satomi si scusa molto ed è davvero molto triste, odia essere identificata come una brutta persona.... Credo sia l'essere umano più buono che io abbia mai visto.... Sei stato molto scortese nei suoi confronti fratello!!



    Quando Tatsuya provò a leggere la mente di Yumil, venne invaso dalla pace assoluta dei sensi e in una frazione di secondo vide che tutto quello che la Dea aveva detto era vero... Il conflitto fra il bene e il male, la visione distorta del Demone nel corpo di Galatea e la sua sete di potere, la necessità di riunire nello stesso corpo Yumil ed il Demone per evitare che il male prendesse il potere su questo e gli altri mondi conosciuti.... Le visioni erano paradisiache e la bontà di Yumil veniva irradiata in tutta la zona circostante, penetrava gli animi e calmava la mente, anche Haiiro ne fu invaso e vide le stesse identiche cose.

    "Si, credo che entrambi abbiate visto il necessario... Non posso dilungarmi oltre nelle spiegazioni, non credo che mio Fratello se ne starà buono ancora a lungo, anche perché sta acquistando potenza man mano che il tempo passa... Mi dispiace molto per la vostra amica Galatea, dopo tutto quello che ha passato era convinta di poterlo controllare, ma è impossibile farlo senza di me... Credo che ora siamo di fronte ad un enorme problema, dovremo sconfiggerlo prima che si impossessi completamente del suo corpo!"



    La luce di Yumil stava tenendo il Demone a bada, che continuava a ruggire e ad allontanarsi, ma stava iniziando a fermarsi e a contrastare la luce. L'unico vero motivo per cui la Dea era in vantaggio era per l'effetto sorpresa, in quanto il demone non si aspettava minimamente il suo intervento e tanto meno in quel luogo. I due ragazzi erano confusi e disorientati, anche se le visioni che Yumil continuava ad inviargli schiarivano loro le idee sempre più rapidamente... Ma dovette aggiungere un'altra cosa, poco rassicurante in effetti:

    "Tra l'altro credo che abbiamo un ulteriore motivo per affrettarci.... Una nostra (soprattutto vostra e di Galatea) vecchia conoscenza si sta recando qui piuttosto velocemente, credo che non abbia mai rinunciato pienamente al controllo su mio Fratello ne tanto meno al potere di Galatea.... E ora potrebbe averli entrambi in un colpo solo... Tutto quello che vi ho detto su di me è vero, sono una Divinità, ho poteri divini ma il potere di mio Fratello è pari al mio, perché in questo modo siamo nati e venuti al mondo, destinati ad equilibrarci sempre.... Ma se dalla sua parte si schierasse Akane, esatto proprio lei, allora sarei io ad avere la peggio.... Ma penso che voi due possiate aiutarmi in questa battaglia... Ma prima una cosa importante"



    Yumil unì entrambe le mani, come se stesse pregano e avvolse le ali attorno al suo corpo, dopo di che le dispiegò nuovamente, allargando anche le braccia... Un'infinità di piume bianche come la neve si disperse per l'intera città, entrando negli edifici, posandosi sulle strade, sulle macchine, sui veicoli... Tutto venne invaso dalle piume di Yumil che a contatto con gli esseri umani li assorbiva, li chiudeva al suo interno e saliva verso il cielo.... Nel giro di qualche istante uno spettacolo magnifico si manifestò alla vista di Haiiro e Tatsuya: una serie di piccole luci, come fossero migliaia e migliaia di lucciole volò verso il cielo, dolcemente per poi sparire, era come se stesse nevicando, una neve che saliva verso il cielo e fatta completamente di luce.

    "Bene, ho messo al sicuro ogni singolo essere umano presente in questa città, anormale e non... Per loro il tempo si fermerà finché non avremo risolto questa cosa, o finché io non morirò, anche se spero che ciò non accada! ahahah!"



    Concluse questa frase con una risata melodiosa.... Dopo di che avanzò, verso il demone e si preparò alla battaglia. Era giunta l'ora

    CITAZIONE

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    Quella ragazzina... Era.... Infinitamente... Buona!!! Le dava il volta stomaco, non poteva tollerare che un tale essere rimanesse al suo cospetto... Negli altri due percepiva delle tracce di oscurità, avevano fatto delle cose... Spiacevoli, nelle loro vite ed il potere di uno dei due lo confermava, era un potere corrotto, che poteva fare del male... Il genere di potere che il Demone adorava, il genere di potere che avrebbe voluto aggiungere alla sua armata...

    "Lei è malvagia!!! E'il male!! Non ascoltatela!! Va eliminata ora!! Se voi due codardi non avete il coraggio di farlo, allora ci penserò io! E dopo di lei toccherà a voi! Voglio il tuo potere, Haiiro!"


    Quando la creatura parlò, la voce non era più quella di Galatea, era una voce profonda, metallica, un misto fra quella di Galatea e quella di un mostro, di un qualcosa di orribile... La mente di Galatea stava sparendo, avvolta dalla tenebre di quella del Demone e Tatsuya poté avvertire la mente della fanciulla scomparire rapidamente, sempre di più nell'oblio e nell'oscurità.
    Un istante dopo il male uscì a fiotti da quella mente corrotta, un'ondata di distruzione e di dolore invase tutta la zona circostante... Galatea/Demone iniziò ad avanzare verso Haiiro e la ragazza, lasciando gli altri due completamente sbalorditi e senza parole, indecisi sul da farsi...

    "Siete deboli!! Fuori dai piedi! Divorerò le vostre anime dopo la sua, anzi no peggio... Vi corromperò, piegherò il vostro volere, proprio come ho fatto con la vostra amichetta, che diventa più debole man mano che il tempo scorre... Sciocca ragazzina, pensava di potermi controllare completamente, illusa... Devo ammettere comunque che ha una mente piuttosto potente, sta ancora lottando disperatamente per riassumere il controllo, come se potesse riuscirci!! Ma dove eravamo rimasti? Ah si... Ragazzina, di addio a questo mond.... GWAAAAAAAAAAAAAAAH! "



    Quella luce.... Tutta quella luce!!! Bruciava!! Bruciava come non mai! Il Demone fu costretto ad arretrare, ad allontanarsi... Non riusciva ad aprire gli occhi, ma la voce che sentì la riconobbe lo stesso... Non avrebbe potuto confonderla con la voce di nessun altro... Yumil, sua sorella.... Non ci voleva, non era pronto a combatterla proprio in quel momento... E quella fottuta luce bruciava!!!

    Mentre sua sorella parlava e parlava (la cosa che le riusciva meglio, parlare!!! Maledetta!!!) iniziò a raccogliere le sue forze... Si stava concentrando, l'oscurità stava crescendo dentro di lui e la luce iniziava a bruciare molto meno, quasi per niente... Intanto sentiva vagamente le parole di quella sciocca di sua sorella... Il bene, la luce, salvare gli umani... La luce crebbe, tutte quelle lucine che salivano... Disgustoso!!! Disgustoso!! Disgustoso!!!!

    Il Demone Rosso stava arrivando... Akane... Eheheheh quella donna era assetata di potere come nessun altro.... Lo voleva di nuovo dentro di lei, ma questa volta lui l'avrebbe assorbita del tutto, avrebbe rubato i suoi poteri e sarebbe diventato inarrestabile... Altro che il corpo di questa ragazzina insulsa!!
    Finalmente!!! Aprì gli occhi, ora sopportava la luce e la vide... Li, davanti a lui che si avvicinava, Yumil.. E dietro di lei i due insulsi esseri umani... Voleva la guerra, bene.

    "Vuoi la guerra sorellina? Bene, preparati allora perché questa volta ti spazzerò via del tutto! ROOOOOOOOOOAAAAAAAAAARRRRR"


    Quando il demone ruggì l'oscurità iniziò ad avanzare, sempre più potente, sempre più fitta e densa.... Quello a cui si trovarono di fronte Haiiro e Tatsuya fu uno spettacolo sconvolgente... Il panorama era squarciato in due.. Dal loro lato la luce più assoluta, con raggi di luce che penetravano le nuvole candide che si trovavano in cielo; la luce si propagava dietro di loro, qualche metro verso di loro e sia a destra che a sinistra. Ad un certo punto però, la luce si interrompeva di colpo ed in modo netto, senza sfumature vi era l'oscurità.
    Il cielo in quella zona divenne nero, le nuvole coprivano tutto ed erano più scure dei nuvoloni che compaiono prima di un temporale e tutto il mondo in quell'emisfero era caduto nell'oscurità. Un vento foriero di distruzione si era sollevato.... La luce e l'oscurità stavano per darsi battaglia...

    CITAZIONE

    11498-116593890


    Lo sentiva.... Era tornato.... Era dentro quell'incompetente di sua figlia!! Stava viaggiando a grandissima velocità verso la città che aveva lasciato mesi prima, dopo aver finalmente ucciso sua sorella. Quel potere era suo, lei e il Demone erano una cosa sola!! Ma mentre si avvicinava avvertì menti e poteri diversi da quelli del demone... Due li conosceva.... Ancora loro??
    L'altro era un potere devastante, enorme, buono... Non lo aveva mai incontrato prima ma sapeva benissimo di chi era... Anche lei li? MOlto bene..

    "Preparatevi ragazzini, sto tornando a prendervi di nuovo!! AHAHAHHAHAHAHHA"



    Akane continuò a volare verso la città. Quando fu più o meno a un paio di chilometri da essa vide lo stesso spettacolo che era apparso di fronte agli occhi di Haiiro e Tatsuya... Ne fu stupita, si fermò ad ammirarlo... Cosa sarebbe accaduto ora?
     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Quindi la ragazza si chiama Satomi. Anche lei non è affatto male e c'è qualcosa di molto interessante nella sua mente, un'altra presenza. Sento nella sua testa una voce che la rassicura e che le chiede di fare uno scambio di esistenza per affrontare Galatea. O quel che rimane di lei. Alla fine non ho trattenuto la One Heart, sarebbe stupido tenerla a freno in una simile situazione, ma sembra esserne valsa la pena. Allora, vediamo, la cattiva è la mia amica? No, non è lei, ma quel qualcosa che va avanti da un po' di tempo. Si, se ci ritroviamo in questa situazione oggi la colpa non può che essere mia, se avessi avuto l'Origine in quell'occasione le cose sarebbero andate in modo diverso, ma ormai è tardi, è come piangere sul latte versato.
    “Perché ci pensi proprio ora?”
    Perché Galatea sta svanendo, ecco perché. E non posso nemmeno fare il mio solito trucchetto di entrare nell'anima per recuperarla modificando il suo mondo interiore, per come si sta mettendo rischierei di non avere abbastanza tempo ed anche se ci riuscissi potrebbe essere solo un palliativo, se non eradico il male alla radice continuerà a presentarsi. Avrei dovuto fare lo stesso con Erukemi.
    “Sarebbe stato inutile e lo sai.”
    E se lo avessi imprigionato nell'Heaven Feel avrebbe sicuramente trovato il modo per mettere le mani sull'Origine di Sygestia. Lasciamo stare, spero solo di non incontrarlo più.
    Anche perché la figura che esce dopo quell'esplosione di luce è una vera bellezza! Non avrebbe senso fare i distratti quando c'è una ragazza del genere in gioco. E quelle belle alucce... Ahn...vorrei tanto chiederle di svolazzare un po' con me per il cielo. Con la posizione delle sue alette potremmo fare anche il volo a quattro ali. Ovviamente dovremmo stare abbracciati stretti stretti per riuscirci. Non prendertela, Muzet, ma tu hai già quattro ali ed insieme non riusciremmo a volare in quella posizione.
    “Non che ci tenga, stolto. Insieme possiamo fare ben altri numeri.”
    Mi piacciono le tue allusioni, solo che stonano e non poco con la bontà assoluta di Yumil. C'è una tale pace nel suo mondo interiore. Però mi sarei voluto presentare anche io.
    “Già ti conosce.”
    Si, ma fa sempre effetto.
    Con la Spada del Principio mi gratto la nuca, restando sempre seduto sulla mia meravigliosa catena, più comoda di un divano fatto da una maestranza con 19 anni di esperienza.

    « Il bene assoluto. La dea della Creazione. Dall'altra parte il fratello, il male assoluto e, per esclusione, il dio della Distruzione. Che cosa ironica. E guardate qua che avete combinato. Luce ed ombra. Bene e male. Chiarore e tenebra. »

    Yumil è andata avanti, ma posso davvero stare qui con le mani in mano e lasciare che sia lei a combattere per salvare una mia amica? Ha detto che è un qualcosa che deve andare avanti fino alla fine di uno dei due; tenendo conto che, in caso di morte, potrei riportarla in vita rimuovendo ogni danno da lei subito, non ci dovrebbero essere molti dubbi sul risultato. Ma anche con la possibilità di farla risorgere, se qualcuno riuscisse a mettere le mani su entrambi i poteri la situazione precipiterebbe. Però c'è forse qualcosa che devono sapere. C'è solo un punto in cui uno come me può porsi quando le alte sfere del cielo si dividono così nettamente. Il tempo per tutti gli altri è fermo, sono tutti protetti da Yumil. Non ci sarà alcun pericolo.
    Mi alzo in piedi, sulla mia catena e lascio che il potere dell'Origine inizi a scorrere con maggiore vigore. La One Heart si sblocca, si attiva l'ultima abilità che la riguarda e che era stata definita per poter battere Break, coglie un'altra presenza, non è molto distante da noi e riconosco l'essenza. Comunico un messaggio alla mente di Haiiro.

    « Haiiro, preparati. Lei...Akane è quasi arrivata, probabilmente ci sta già osservando. Ho iniziato il rilascio, dovrei riuscire a sostenere la tua abilità e potenziarla un po'. Non sarà tanto, ma ogni aiuto può essere fondamentale. »

    “Vuoi davvero mostrarlo?”
    Si. È fondamentale che sappiano. Questa informazione può dare maggiore tranquillità a Yumil e spaventare il demone suo fratello.
    Salto: una catena emerge appena sotto i miei piedi e, poggiandomi sopra, lascio che mi trasporti fino al punto dove luce ed oscurità si sfiorano.
    “Prima sei stato sottovalutato. Ci ha definiti deboli.”
    Ormai ci sono abituato. Dopotutto non si può quantificare l'Infinito.
    Mi pongo a metà tra la luce e l'ombra, in quell'infinita opposizione, la Spada del Principio è nell'oscurità mentre la Lama dell'Epilogo è nella luce.

    « Il potere del Principio. White Heart! »

    La Spada del Principio si illumina nell'oscurità rilasciando una grande luce.

    « Il potere dell'Epilogo. Black Heart! »

    La Lama dell'Epilogo si ricopre di un'oscurità impenetrabile che si diffonde nell'aria, come se tentasse di cancellare la luce che la circonda.

    « Il potere della Creazione ed il potere della Distruzione. Inoltre... »

    Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Muzet si distacca completamente e ci ritroviamo schiena contro schiena. Dovevo farla uscire per poter sublimare il potere del frammento della fenice. Rilascio con forza dirompente le fiamme sacre, le riverso verso terra e lascio che si diffondano per la città, avvolgendo tutto e comunicando a tutti colori che toccano un senso di pace e benessere, eliminando la fatica ed i malanni. Le strade e gli edifici investiti dalle fiamme si ricoprono di erba e fiori, le piante diventano grandi e rigogliose, la città si trasforma in un immenso giardino. Contemporaneamente Muzet porta la mano aperta all'altezza del petto e la rivolge verso l'alto, richiamando le nubi dal cielo in generando un turbine che si concentra nella sua mano e che diviene più forte man mano che si sale, sconvolgendo i cieli diurni e notturni. Le mie fiamme avvolgono ogni luogo ed il cielo risiede nel palmo della sua mano.

    « Le fiamme che rimuovono le maledizioni dal Mondo ed i venti che controllano il moto dei Cieli. »

    Disattiviamo tutti insieme i nostri poteri riportando tutto alla normalità. Muzet rientra nel mio corpo ed attive restano solo le ali.

    « Questo è il potere di Trius Maehistos. L'Origine dell'Erede dell'Infinito. Con questo potere proteggerò le persone a me care. Galatea, resisti, presto sarai libera. »

    Spero che il messaggio sia arrivato anche ad Akane. Questa volta ho una parte del potere che mi è mancato. Posso dare abbastanza tempo ad Haiiro per usare i suoi poteri. Posso combattere anche in eterno.


    Edited by .Micael. - 29/1/2016, 23:44
     
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    Haiiro Kugatsu

    Quello che accade dopo, quando Satomi e Galatea si confrontarono fu... incredibile. E inaspettato. Satomi proclamò la sua innocenza, mentre Galatea... Galatea disse di voler prendere il suo potere.
    «Beh, io te lo darei volentieri se potessi, ma guarda che è piuttosto pesante, non puoi più dormire, altrimenti...» Si fermò. Voleva dire «altrimenti lo scatenerai in modo incontrollato», ma sentiva come se a Galatea, in quel momento, non importasse molto. La sua voce era cambiata: era un effetto normale della trasformazione in demone, si chiese Haiiro tra sé, oppure... Le successive parole di Galatea, di quella che una volta è Galatea, sciolsero quel dubbio. Non era più lei, era qualcosa di... Altro e niente affatto amichevole.
    A fermarla fu Satomi, ma anche lei non era più la stessa di prima, ma un'entità diversa, splendente e, stando alle sue stesse parole, divina. Immagini si accavallarono nella mente di Haiiro insieme a sensazioni di pace. Dovette sforzarsi per non arrendesi a quella serenità, così simile al calore di un letto gentile, e rimanere sveglio. Tuttavia capì molte cose, ma per molte altre era ancora confuso.
    Quindi questo sarebbe uno scontro tra una dea benigna, che si è sostituita a Satomi, e un demone maligno che ha preso il controllo di Galatea? E io, in questo conflitto, cosa devo fare...?
    Aiutare Galatea era la risposta automatica che gli venne in mente. Il fatto paradossale era che, per farlo, doveva combatterla.

    Il cielo si era diviso in due, luce e oscurità, e nel mezzo si era posto Tatsuya. Da quando, si stupì Haiiro, Tatsuya disponeva di simili poteri, come quelli di cui aveva appena dato mostra? Non sembravano dipendere dalla sua One Heart, almeno che non fossero illusioni. Ma di tempo per stare a riflettere non ce n'era poi tanto: Tatsuya l'aveva avvertito che Akane si stava recando là. Haiiro non aveva alcuna voglia di rivederla e ancora meno di confrontarsi con lei mentre si svolgeva una battaglia tra dei. Forse non c'erano alternative, ma forse sì.
    I due esseri, bene e male, che si stavano fronteggiando dovevano avere lo stesso potere, la loro situazione doveva essere una parità assoluta. Come due piatti sulla bilancia che si equivalevano. Allora, quello che bisognava fare, era aggiungere del peso a uno dei due, in modo che l'altro passasse in vantaggio. Non serviva molto, bastava che fosse sufficiente a smuovere i piatti. Prima che Akane arrivasse, bisognava mettere fine a quella battaglia tra divinità.

    Tatsuya era nel mezzo e lo sosteneva col suo potere, Yumil avanzava verso il demone e lo copriva: era il momento adatto perché Haiiro colpisse. Chiuse gli occhi, ma prima di avventurarsi nei sogni doveva risolvere un problema: la pace traboccante di Yumil ancora influenzava la sua mente, ma per scatenare sogni utili al combattimento gli era d'ostacolo. Facendosi coraggio e ripetendosi in modo martellante che non era nulla di grave, appoggiò il dito medio della mano sinistra sul pavimento e lo tese verso il dorso della mano, portandolo alla massima torsione, poi diede un colpo netto con l'altra mano.
    In passato qualcuno gli aveva attribuito tendenze masochistiche. Doveva aver ragione. Il dolore per il dito rotto traboccò in lui e Haiiro, quasi per reazione automatica, entrò nel dormiveglia. In quel modo il dolore che provava venne indirizzato – e quindi reso meno acuto per Haiiro – nella costruzione del sogno. Anche se il modo in cui ciò avviene è tutt'altro che lineare.

    Nel sogno c'erano scheletri con le ossa incrinate che, suonando uno xilofono, producevano una melodia famigliare, come qualcosa che si sa di aver già sentito, un tempo. Gli scheletri impugnavano ossa con cui sbattevano sugli xilofoni. Di ossa erano fatti gli scheletri, di ossa erano le loro mazzuole, ma gli xilofoni erano composti da carne viva, che gridava e risuonava ogni volta che erano colpiti. Haiiro si accorse che ogni nota dello xilofono era un uomo, carne viva appunto, costretto a quel supplizio da scheletri giganti (ora vedeva la giusta prospettiva). Era la danse macabre, il risuonare dei morti che si facevano beffe dei vivi e dei loro tormenti. E poteva essergli utile.

    Tatsuya era nel mezzo, Yumil avanzava frontalmente, Haiiro invece attaccò da dietro. Alle spalle del demone concretizzò uno scheletro gigante e ghignante (quale teschio non sembra ghignare dei vivi?), con in mano un osso che si calò verso il demone, carne viva appunto.
    Chissà se il peso che Haiiro aveva messo sulla bilancia sarebbe stato sufficiente a smuoverla?
     
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    Ossa, scheletri, creazione, distruzione, divinità, semi divinità... Che fosse quello il principio dell'apocalisse? L'inizio della fine? Il giorno in cui tutto il creato era giunto al termine? Quello che per i cristiani è l'apocalisse, per le mitologie nordiche il Ragnarok o crepuscolo degli dei? No niente di tutto ciò, semplicemente delle forze sovrumane si stavano scontrando. Erano creature aldilà dei singoli poteri umani, esseri superiori che si stavano dando battaglia. Ma fra di loro, due esseri umani, Haiiro e Tatsuya, prendevano parte alla battaglia. Un terzo essere umano era intrappolato nel corpo del demone e lottava per poter riprendere di nuovo il controllo sul suo corpo, ma a quanto pare questo era oltre le sue possibilità.
    Nelle vicinanze un altro essere vivente si stava avvicinando e stava per prendere parte alla battaglia, qualcuno che aveva assaggiato il potere ed era stata in grado di diventare una vera e propria divinità in grado di piegare intere dimensioni al suo volere, che poteva controllare il tempo a suo piacimento, qualcuno che Haiiro, Tatsuya e Galatea avevano già incontrato in passato e che aveva dato loro parecchi problemi.
    La dea Yumil si era portata più avanti rispetto ai due giovani, era compito suo scontrarsi con suo fratello dopotutto, non poteva lasciare loro due in prima fila e starsene indietro. Però qualcosa la stava preoccupando, aveva una bruttissima sensazione riguardo a quello scontro. Suo fratello sembrava completamente diverso questa volta, oltre al fatto che aveva assunto un aspetto prettamente femminile, la natura della sua forza e del suo potere sembravano cambiati e nettamente superiori rispetto al passato... Che fosse diventato più forte di lei? Le sembrava improbabile.... Ma forse quella ragazza possedeva un potere nascosto che aumentava i poteri della sua controparte malvagia. Se davvero era così allora per il gruppo la situazione stava per mettersi molto male.

    Intanto i due avevano appena iniziato ad attaccare il demone, materializzando uno scheletro gigante sopra di lui che aveva cercato di colpirlo con un osso gigante. Yumil aspettò prima di intervenire, voleva capire a che livello erano i poteri del fratello. Inoltre sapeva che quell'attacco non poteva che essere di Haiiro, il ragazzo dei sogni. Ancora si stupiva di quanto potesse essere meraviglioso quel potere, soprattutto perché erano rari poteri simili negli esseri umani. Ma come sospettava l'attacco non ebbe alcun tipo di effetto.
    Mentre lo scheletro calava l'osso gigante sul demone, quest'ultimo alzò la mano lentamente verso l'alto, puntando un dito verso l'osso che stava calando su di lui. Non appena l'arma toccò il dito del mostro lo scheletro gigante si sgretolò completamente, andando in pezzi piccolissimi. Come se fosse stato ridotto in polvere al solo contatto con il mostro.
    Dopo di che la creatura parlò

    "Temo proprio che voi due omuncoli non abbiate afferrato bene il concetto. Non avete a che fare con qualcuno che potete eliminare con trucchetti inutili del genere. Lasciate che spieghi un attimo come mai il vostro misero attacco non ha avuto il benché minimo effetto su di me. Diciamo che io non ho scelto a caso la ragazzina in cui ho deciso di risiedere... Ecco voi siete tutti convinti che durante la vostra ultima avventura Akane sia stata sconfitta da sua figlia, che lei sia riuscita col vostro aiuto a strapparle parte dei poteri e che io sia stato "catturato" da lei e che da allora lei sia riuscita a controllarmi fino ad ora. Non siete mai stati più lontani dalla realtà di quanto lo siete ora... Io non sono mai stato soggiogato, mai stato governato da nessuno, la scelta di passare dal corpo di Akane a quello di questa ragazzina patetica e debole è stata solamente mia e di certo non l'ho fatto a caso.... Vediamo chi di voi ci arriva per primo"



    Un motivo per cui lui stesso aveva scelto Galatea? Proprio come temeva Yumil fin dall'inizio, suo fratello aveva scelto lei perché sapeva di riuscire ad ottenere un potenziamento non indifferente. Questo complicava parecchio le cose, soprattutto perché ora l'equilibrio era stato rotto... E Yumil era perfettamente sicura del perché era stata quella la sua scelta.

    "Ancora una volta la mia lungimirante sorella batte tutti quanti! Ci sei arrivata subito vedo... Il motivo per cui ho scelto la vostra debole compagna di giochi è il gene Huntress. Lo bramavo da moltissimo tempo, un gene nato per combattere le anormalità, per neutralizzarle! Credo che non ci sia bisogno di alcun tipo di spiegazione, il fatto che il tuo scheletro, piccolo uomo, non sia stato in grado nemmeno di toccarmi basta e avanza.... Che c'è? Non ci arrivate? Allora dovrò dirvelo io... Ora che mi sono fuso con colei che possiede questo gene, sono riuscito ad estendere i poteri di quest'ultimo a livelli divini, come la natura dei miei stessi poteri.... Grazie ad esso ora io sono completamente immune a qualunque tipo di anormalità!"



    Proprio come pensava.... Quello era un problema..... Ciò voleva dire che i poteri dei ragazzi erano completamente inefficaci e parzialmente anche i suoi. Per quanto i poteri di Yumil e di suo fratello fossero divini nella loro natura e manifestazione, erano estremizzazioni di due anormalità primordiali. Di conseguenza ora anche lei si sarebbe trovata in difficoltà contro di lui.

    "Così mi stai dicendo che ora sei completamente immune a qualunque tipo di potere ti venga scagliato contro? Complimenti fratello, vedo che sei riuscito ad ottenere un gigantesco aumento di potere..... Non credevo che fosse tutto un tuo piano fin dall'inizio, ero convinta che tu fossi stato completamente soggiogato da quella donna, Akane, e dalla sua sete di potere... Ma in realtà eri pienamente cosciente! Sei subdolo come al solito!"



    Per quanto non volesse darlo a vedere, Yumil era parecchio preoccupata.... Se i loro poteri erano inutilizzabili, non c'era nulla che avrebbe potuto sconfiggerlo..... E ora?

    Il demone non perse tempo e non lasciò alcun tempo per altre risposte, con la stessa mano con cui aveva disintegrato lo scheletro di Haiiro, schioccando le dita, evocò un esercito di ombre oscure con le sembianze di demone. Non era un semplice esercito, era L'Esercito. Milioni di creature vennero evocate in un istante. Erano grandi quanto un essere umano, ma completamente nere, prive di volto, espressione o coscienza. Avevano enormi ali nere da pipistrello che permetteva loro di volare. Sembravano milioni di incubi che si concretizzavano e parevano infiniti.

    "Haiiro... Tatsuya..... Quella è l'armata oscura di mio fratello.... E non l'ho mai vista tanto enorme, l'aumento di potere che ha ottenuto è enorme... Sono stata stupida, non pensavo potesse arrivare a tanto... Io.... Mi dispiace... Davvero.... Ritiro quello che ho detto sul nostro equilibrio, credo che ora come ora non sarei minimamente in grado di sconfiggerlo, non se è in grado di annientare i vostri ed i miei poteri essendone immune..... Proverò comunque ad affrontarlo, ma vorrei che voi vi allontanaste.... Non posso permettervi di morir..."


    La Dea si interruppe.... Il tempo di bloccò. Letteralmente. Tutti furono immobilizzati, comprese le migliaia di creature d'ombra appena evocate. Poi in un attimo tutto sembrò tornare indietro nel tempo. Sembrò? Lo fece eccome. Yumil rientrò nel corpo di Satomi, le anime delle persone rivolarono sulla terra, Tatsuya tornò alla sua forma normale, Haiiro ritornò vicino a Satomi sul disco volante, lo scheletro si ricostruì, risollevò l'osso ma questa volta andando verso l'alto e scomparve e la divisione fra luce e ombra di poco prima sparì.
    Il tempo era tornato indietro, tutti erano tornati a come erano prima che quella battaglia stesse per iniziare. L'unico a non battere ciglio, ovviamente, fu il demone che rimase intatto ed esattamente uguale.

    Nel mezzo dei due gruppi comparve una piccola distorsione temporale, che si allargò e ne uscì colei che Haiiro, Tatsuya e Galatea avevano dovuto affrontare tempo prima. Ma quella che videro era una donna completamente diversa da quella che conoscevano loro. Akane era cambiata. Completamente. Era una persona totalmente diversa, soprattutto nell'aspetto.

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    "Salve a tutti! Vi sono mancata immagino, ma come dicono, chi non muore si rivede... E voi creaturine.... In ginocchio!"



    Le creature d'ombra vennero tutte quante schiacciate a terra da un improvviso e potentissimo cambio di gravità che li schiacciò al suolo tutti quanti, facendo vibrare la terra tutt'attorno. Il demone non fece una piega, non cambiò posizione ma sorrise. La sua vecchia compagna di battaglie si era fatta viva... Ma perché aveva attaccato i suoi e non quelli di Yumil?

    Intanto i ragazzi erano stati portati indietro nel tempo, Satomi era tornata, ma le loro coscienze avevano ancora i ricordi di tutto quello che era successo. Cosa avrebbero fatto ora? Fu Satomi la prima a parlare!
    "Ma cosa diavolo.... Quella è Akane... Il demone.... Sono confusa!! Tatsuya prova a leggere la sua mente! E'completamente diversa dal passato! Sembra... Disposta a combattere il demone!! Ma cosa.... Haiiro tu cosa ne dici??"

    Mille quesiti e mille battaglie attendevano ancora il nostro gruppo, ma cosa aveva in mente Akane?
     
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    I poteri non ci mancano, ma le brutte sorprese sono dietro l'angolo.
    Il demone è immune alle anormalità.
    Sta spiegando citando cose che non conosco, che mi sono nuove. Il gene Huntress, il potere di neutralizzare le anormalità, non ne avevo mai sentito parlare. È evidente che non è finita, che ci sono ancora molte cose che devo sperimentare, che devo affrontare, che devo conoscere. Sono impressionato, sono stupito, sono eccitato. Questo demone è un grande nemico, è un avversario formidabile, un avversario del quale sento la mancanza anche se la mia ragione dice che non dovrei, che dovrei essere felice di non avere come nemico giurato un essere del genere. Pensiero paradossale dato che ora lo dovremo affrontare davvero. Anche se ho mostrato il Black Heart, probabilmente quello che chiamano potere della distruzione, non posso utilizzarlo in combattimento, è troppo instabile di per sé, in un combattimento disperato potrei finire per fare troppi danni, se ne perdessi il controllo diventerei io il demone da cui difendersi, e forse non ce ne sarebbe nemmeno il tempo. Il White Heart, il potere della creazione, è limitato, contro un avversario del genere avere la possibilità di far rinascere una sola illusione per volta rende il potere estremamente difficile da utilizzare. Non ho una biologia superiore, quindi niente superforza o supervelocità su cui contare. Le fiamme non sono offensive, sono solo una cura, un mezzo per ripristinare gli equilibri naturali, praticamente inutili in combattimento. Posso attaccare solo tramite i poteri del vento – anormale è solo la forza che le muove, teoricamente non dovrebbero subire un annullamento perché non dovrebbero contare come anormalità, ma sono ho ancora sperimentato queste cose – e forse con le catene, ma non ne sarei certo. Dovrò mettere in conto di morire almeno un paio di volte, mi conviene aggiornare il mio backup in Idea. Il demone non aspetta, schiocca le dita ed evoca la sua armata d'ombra: milioni di figure demoniache si riversano per le vie della città, esseri alati come pipistrelli che solitamente trovano dimora nei nostri incubi peggiori. Come se non bastasse un essere immune alle anormalità. Però sono felice, mi sento vivo. Non mi importa cosa accadrà d'ora in poi, ho già detto qual è l'obiettivo ed in qualche modo lo raggiungerò. E poi affrontare nemici che non posso battere è molto più divertente ed interessante. Mi servirebbe un potere che supera le anormalità, in grado di generare tanta potenza da poter superare ogni barriera di immunità. Uno sconvolgimento dell'ordine della realtà dalle proporzioni di un cataclisma. Ad averceli questi poteri.
    È vero che non ho ancora svelato tutte le mie abilità, poteri che non voglio assolutamente usare perché uno è devastante solo nelle giuste condizioni e l'altro è troppo doloroso, ma questo nemico, oltre a tutte le sensazioni positivi, mi fa rabbia: ha un potere così grande e lo usa solo per imporsi e per ottenerlo non ha esitato a sfruttare una ragazza, per giunta una che ha già sofferto tanto e che considero un'amica. Se mi facessi carico di quel dolore potrei puntare a preparare l'altro potere.
    “Fermati! Non puoi volerlo davvero fare!”
    Non preoccuparti, non lo farò, non sono ancora così pazzo.
    “Lei non esiste!”
    Ed è tutto ciò che mi rimane, per questo non posso usarla.
    Mentalmente mi preparo allo scontro, mi concentro al massimo e preparo anche la One Heart a funzionare senza più limiti, se avessi una trasformazione è qui che la userei ma dovrò accontentarmi. Ma accade qualcosa che non avevo previsto, un potere che mi ricorda un triangolo, non lo avevo considerato, blocca tutto: il tempo inizia a scorrere al contrario. Tutto torna alla condizione precedente, anche le mie ali scompaiono riportandomi alla mia forma normale. Il protagonista che avevo percepito è giunto tra noi, Akane è tornata, riemersa da una distorsione temporale, deve essere grazie a questo che è riusciva ad aggirare le mie percezioni, non ero pronto per leggere anche attraverso lo spazio ed il tempo. Sono così meschino verso i miei poteri, non li uso nemmeno quando dovrei o sarebbe più indicato che lo facessi. Però l'Akane che si presenta davanti a noi è strana, è diversa da come me la ricordavo. A pelle sento che questa mi piace di più, anzi ad ora è quella che mi comunica le sensazioni più forti tra tutti i presenti, anche perché la divinità della luce ha lasciato spazio al suo “contenitore”, Satomi.
    Non posso dire che mi sia mancata, ma ho una qualche piacevole sensazione su di lei, anche a giudicare da come usa i poteri sulle creature d'ombra invece che su di noi.
    Satomi, il contenitore di Yumil, parla per prima.

    « Ma cosa diavolo.... Quella è Akane... Il demone.... Sono confusa!! Tatsuya prova a leggere la sua mente! E' completamente diversa dal passato! Sembra... Disposta a combattere il demone!! Ma cosa.... Haiiro tu cosa ne dici?? »

    Non me lo faccio ripetere due volte, le leggo immediatamente la mente e quel che trovo è quasi inaspettato: non è più la stessa donna, le ombre che la dominavano non le sento più, il suo non è solo un cambiamento estetico ma è cambiata anche nello spirito. Ho difficoltà a crederci, ma quel che trovo mi fa ridere di gusto.
    Riattivo Esistenza, rigenerando le ali, e non posso che sorridere per l'eccitazione.

    « Forse ora possiamo vincere. »

    Dico senza nascondere una certa enfasi. Voglio combattere al suo fianco, poi potrà anche passare di nuovo dalla parte del nemico, ma voglio pensare solo a questo momento. La mia ultima partner in combattimento, oltre a Muzet che nomino prima che se la prenda, è stata Sharon. Probabilmente sarà tutto diverso, ma mi va bene comunque, anche è anche meglio, ho qualche altra cosa da scoprire.

    « Ragazzi, sembra che oggi Lady Akane sia dalla nostra parte. E poi il nemico del nostro nemico è nostro amico... non è fantastico? »

    Questa è proprio una bella giornata, sono talmente carico che potei affrontare l'apocalisse mangiandomi un cremino e cavalcando un lama. Anche senza mani!
    Mi avvicino ad Akane assicurandomi di mostrare le mie intenzioni pacifiche svolazzandole un attimo intorno prima di posarmi al suo fianco.

    « Se c'è da combattere non mi tiro indietro. Non mi farò strane idee, non penserò a nulla, mi concentrerò solo sulla battaglia. Non sei l'unica ad essere cambiata, anche Haiiro ed io lo siamo. Lui in meglio ed io in peggio, ma che possiamo fare? Così va la vita. »

    « Diciamo che la tua stupidità è aumentata. »

    Aggiunge Muzet uscendo il tempo sufficiente per girarmi attorno e quindi rientrare.

    « Seguirò le tue indicazioni. Sei la più grande, Lady Akane. »

    Si capisce che poter affrontare un nemico così potente al fianco di un vecchio nemico dalla potenza immensa mi manda su di giri?
     
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    Haiiro Kugatsu

    Haiiro non conosceva la forza del nemico, ma sapeva di aver sferrato un colpo forte. Non che si aspettasse di abbatterlo con solo quello, anzi, visto l'avversario non era neanche sicuro che l'avrebbe ferito. Tuttavia pensava che avrebbe avuto qualche effetto: magari l'avrebbe costretto a usare una goccia del suo potere per difendersi, permettendo a Yumil di attaccarlo, oppure avrebbe dovuto schivarlo. Invece non fu nulla di tutto quello: il demone non dovette fare nulla. Il suo potere fu annullato, cancellato, come se non fosse nemmeno esistito. Il suo sogno estinto, impotente. Inutile.
    Era il gene posseduto da Galatea, la cui potenza ora si era elevata ancor più, spiegarono. Ma Haiiro ascoltò quelle spiegazioni sono con metà della sua mente, il restante era in preda all'amarezza.

    “I miei sogni sono inutili. Cosa mi resta adesso, se non posso affidarmi a loro? È il mio unico potere, la mia unica abilità, l'unica mia forza. Se togli a Tatsuya i suoi poteri, rimane comunque un ragazzo abile e reattivo. Altri anormali, come Kuro e Goro, senza anormalità manterrebbero lo stesso le loro caratteristiche più pertinenti, l'abilità con la spada e la capacità di analisi. Ma io? Se mi tolgono i sogni, cosa rimane di me, a parte un ragazzo smunto e in fissa col caffè?”
    Ormai era in preda a quelle autocompiacenti denunce di sé, tanto da dare solo uno sguardo distratto all'armata di esseri oscuri evocati dal demone. L'arrivo della donna, per fortuna, lo smosse. All'inizio la guardò sorpreso, stupito dalla forza ed entità dei suoi poteri, senza riconoscere chi fosse. Fu la voce di Satomi, tornata in sé, a dargli la soluzione.

    “Akane, ma certo! È lei che può controllare il tempo!”
    Però anche se era intervenuta per aiutarli, Haiiro la guardava con acuta diffidenza. Non si fidava di lei. Non si era dimenticato di quanto successo dopo che erano tornati dalla sua dimensione. Dell'uccisione della zia di Galatea. Non era acqua passata. Non l'aveva perdonata. Tatsuya poteva anche dire che lei era cambiata, omaggiarla e farle la corte (Haiiro lo fissò con non celato rimprovero e disprezzo), ma lui non la vedeva a quel modo. Non ci riusciva. Eppure, a suo tempo, era stato lui a cercare di contenere l'odio che Kasumi provava verso il Divoratore, l'assassino di una sua amica. Tanto da cercare di ucciderlo al posto della ragazza. Ma qui era diverso, perché il caso riguardava lui. E ora comprendeva l'odio di Kasumi. Ma non poteva dargli sfogo. Com'era frustrante, odiare una persona, ma allo stesso tempo rendersi perfettamente conto che quella stessa persona era loro indispensabile per avere una possibilità di successo! Non poteva combatterla. Non poteva ucciderla. Non solo perché non ne aveva la forma, il motivo era un altro. Avrebbe significato sacrificare la salvezza di Galatea per la sua vendetta e lui ancora non era caduto così in basso.
    Senza rispondere a Satomi si rivolse prima ad Akane.

    «Akane – disse con voce che non nascondeva la rabbia repressa, tanto più acuta perché consapevole di non potersi esprimere che con vuoti insulti – assassina, ingannatrice, spargitrice del proprio sangue, profanatrice dei morti. Io non ti perdonerò a cuor leggero come fanno altri.» Con l'ovvio rimando a Tatsuya, Haiiro si girò verso Satomi.
    «Dobbiamo... – si interruppe, non voleva continuare, ma si obbligò a farlo – Dobbiamo affidarci a lei. Hai detto che è cambiata e Tatsuya l'ha confermato. E allora ne dobbiamo approfittare.»
    Lo disse di malagrazia, cercando di superare l'agitazione del cuore con le ragioni imperative che il cervello gli suggeriva. Non era facile.

    Detto quanto doveva, si voltò verso Akane e il demone. Non sapeva cosa avevano in mente, ma voleva tenerli sott'occhio. Si impose inoltre di calmarsi, così agitato sarebbe stato difficile entrare nei sogni. Era la sua unica arma, un'arma spuntata contro il demone, ma non importava. Prima si era gettato nella depressione, osservando la sua impotenza, ma ora non più. Si sarebbe battuto anche con una lama spuntata.
     
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  13. ‡ Officer Alex ‡
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    CITAZIONE
    La gravità stava esercitando la sua potenza, schiacciando tutte le creature demoniache a terra, sollevando un vento sempre più forte e fastidioso che marcava la potenza con cui Akane stava colpendo le creature. Il demone era impassibile di fronte alla sua precedente amica ed alleata, mentre Akane sorrideva leggermente.
    Le reazioni di quelli che erano stati i suoi precedenti nemici la sorpresero. Uno dei due la odiava veramente, ma questo se lo aspettava in un certo senso, diciamo che ai tempi d'oro non era stata proprio un angelo e la cosa la fece sorridere ancora di più. Che la odiasse o meno non le importava affatto, sarebbe sopravvissuta anche senza la sua amicizia. La reazione dell'altro ragazzo, quel Tatsuya, la sorprese invece. Era pronto a dimenticare quanto era successo la volta precedente e a combattere con lei. Sentiva l'eccitazione per la battaglia imminente crescere dentro di lui.... Che strano personaggio..... Decise di prendere la parola:

    "Credo che sopravviverò anche senza il tuo perdono ragazzino dei sogni! Sono qui per un motivo ben preciso.... Credo si sia capito che sono cambiata rispetto al nostro ultimo incontro ed il cambiamento è avvenuto grazie alla rimozione di quella creatura portatrice di distruzione e negatività. Vero, non sono una santa, mai detto ne mai ho preteso di esserlo, se ha avuto il potere che ha avuto su di me c'era un motivo, ovvero ha trovato in me emozioni affini alle sue con le quali è riuscito a legarsi e che ha saputo sfruttare... Non nego nemmeno che non mi sia dispiaciuto avere a disposizione poteri illimitati.... Potrei persino dire che ad un certo punto mi faceva piacere poter controllare qualunque cosa a mio piacimento! Vuoi biasimarmi per questo? Fai pure, è questione di punti di vista..... Per quanto riguarda te, ragazzo con le ali, anzi... Tatsuya, credo che tu sia degno di essere chiamato per nome da parte mia, avverto un grande potere in te.... Bene direi che è ora di finire i preamboli e di iniziare con i discorsi seri.... Ben ritrovato mio caro demone, deduco che tu non ti aspettassi un mio ritorno e soprattutto da questo lato della battaglia.... Se devo essere sincera nemmeno io me l'aspettavo del tutto, sono rimasta indecisa fino all'ultimo addirittura sul fatto di intervenire nello scontro. Ma dopotutto ora sono confinata su questa terra e in questo mondo e non ci tengo proprio a vederlo distrutto da parte tua o a finire di nuovo soggiogata dal tuo potere... Non fraintendermi, non che non fosse interessante avere abilità simili, ma credo che avere una mente mia propria con cui prendere ogni decisione sia molto meglio, oltre al fatto che come vedi so come difendermi anche senza avere te dentro al mio corpo"



    Il demone era in silenzio. Non parlava. Ne tanto mento si muoveva. Era fisso su Akane e la ascoltava parlare. Ancora si stava chiedendo come aveva fatto quella donna a ritornare e a riprendersi dalle tenebre che aveva diffuso nel suo corpo e nella sua mente. Era semplicemente impossibile, la maggior parte degli esseri umani, per quanto potenti e anormali, avrebbero dovuto morire o cadere preda della follia più totale. Ma lei no... Com'era possibile?

    "Ti vedo confuso... Lascia che ti spieghi un attimo come sono andate le cose, credo che ormai una spiegazione sia dovuta a te ma anche ai due ragazzi qui presenti. Vedi, durante il nostro ultimo incontro la situazione per me si era messa abbastanza male, tu mi sei stato strappato via da mia figlia, dopo che hai tentato di farmela uccidere, mia sorella si è liberata assieme a tutto il suo odio verso di me... Ma credo che tu, come tutti gli altri, ti sia perso un pezzo chiave proprio a questo punto della storia.... Non ho ucciso mia sorella a caso e in quel modo senza avere un motivo ben preciso.... Quello che tu non sai è che quell'omicidio era un accordo segreto fra me ed Asako. Come tu ben sai, dopo che il tuo potere ha preso il sopravvento dentro di me, abbiamo fatto cose terribili... Abbiamo distrutto, ucciso, massacrato, creato cose e perfino rinchiuso mia sorella in una dimensione alternativa, torturandola per l'eternità, costringendola a difendersi per sempre da mostri e creature di ogni tipo provenienti dai suoi ricordi più oscuri e profondi. Non dico che non mi sia piaciuto, ma era esagerato... Da un lato ho sempre voluto punirla ed ero invidiosa, lei lo sa perfettamente... Ma a causa tua sono andata parecchio oltre la semplice invidia e la semplice punizione. Detto questo devo aggiungere che Galatea non è l'unica a possedere il gene Huntress, ma anche Asako lo possedeva dentro il suo corpo. Lei era maestra delle tecniche di sigillo, grazie ad esse ha sigillato una parte della mia mente, che ha nascosto a te grazie anche al suo gene, rendendola immune ai tuoi poteri e rendendola dunque per te impercettibile. Grazie a questo piano io e lei siamo rimaste in contatto sempre, perennemente. Ho avuto i miei tempi per chiederle scusa, anche se il nostro rapporto è sempre stato abbastanza conflittuale devo dire, ma abbiamo potuto in questo escogitare un piano. Non a caso ti ho indirizzato verso Galatea, non a caso la volta scorsa due di loro sono stati mandati da Asako, non a caso mia figlia è stata in grado di strappare il tuo potere da dentro il mio corpo.... Di certo non ce l'avrebbe mai fatta da sola, ne con l'aiuto di questi due ragazzi... Diciamo che ha avuto un piccolo aiuto da sua madre e da sua zia, che spero ringrazierà in futuro quando la libereremo dal tuo controllo!"



    Il demone non batteva ciglio ma non poteva fare a meno di essere stupito. Il suo stupore aumentava man mano che Akane proseguiva nella sua spiegazione. Lo avevano ingannato... Anche l'omicidio era programmato? Ora tutto iniziava a quadrare e ad avere un senso finalmente. Anche per lui. Ma si sarebbe vendicato.... Per ora però l'avrebbe lasciata continuare, era curioso di sapere il resto dei dettagli.

    "Una volta tornati in questo mondo, ho ucciso mia sorella. Asako. Di fronte agli occhi di tutti e di fronte anche ai tuoi. Ciò era necessario, purtroppo, per due motivi: il primo era distrarti, in modo da non accorgerti del fatto che dentro di te veniva sigillato questo ricordo, che ti avrebbe impedito di scoprire il mio successivo cambiamento ed il mio ritorno alla normalità, se così si può chiamare. Il secondo è che in qualche modo sia io che mia sorella sapevamo che i nostri due poteri avrebbero dovuto essere riuniti ed il suo corpo non era più adatto a sostenere uno sforzo simile. A causa delle continue lotte, dei nuovi poteri che aveva sviluppato, il suo corpo era al limite... Sarebbe morta a causa dei troppi sforzi imposti al suo fisico, che mostrava già segni di cedimento. La soluzione era lasciare vivere quella che avrebbe potuto fisicamente sopportare la riunione di entrambe. Una volta uccisa mia sorella ho potuto fondere all'interno del mio corpo il suo ed il mio sangue, riunendo entrambi i nostri poteri più il gene Huntress. Qui si rende necessaria un'ulteriore spiegazione però, perché io non lo posseggo più purtroppo.... Una volta che hai abbandonato il mio corpo ciò che hai lasciato era un guscio vuoto e destinato alla distruzione, non fosse stato per quel frammento di memoria sigillato. Legandosi al gene Huntress di Asako, poco per volta ho ripreso il controllo sul mio corpo sconfiggendo ed eliminando le tue cellule ed i tuoi poteri residui.... Il risultato però è stato il consumo totale delle cellule e del gene Huntress.... Sei stato duro a morire, lo ammetto, ma ho riottenuto il mio corpo, i miei poteri e parzialmente mia sorella, perché lei adesso vive in me tramite i suoi poteri ed una parte della sua mente, che confinato in un loop temporale permettendole di sopravvivere all'interno del mio corpo.... A proposito, saluta Tatsuya ed Haiiro e si dice soddisfatta della tua faccia stupita!... Entrambe ora siamo qui per salvare nostra figlia/nipote e per rimetterti al tuo posto.... Non ho permesso a Yumil di farlo perché non posso rischiare che perda, la sua esistenza è necessaria al fine di poterti confinare nel corpo di Galatea e ripristinare l'equilibrio"



    Akane sapeva perfettamente che tutte queste rivelazioni avrebbero scioccato tutti i presenti e non solo il demone, ma anche Haiiro e Tatsuya. Chissà se Haiiro l'avrebbe ancora odiata.... Ne avrebbe avuto tutti i motivi, Akane non aveva mai negato di aver respinto il potere ammettendo addirittura che le era piaciuto molto essere potente. E aveva comunque ucciso sua sorella.
    Satomi si alzò in piedi, facendo qualche passo avanti. Dentro di lei, Yumil sorrideva nonostante lo stupore. Forse avevano davvero qualche chance di vincere quella battaglia. Fu lei la prima a parlare "Akane..... Il mondo intero, il nostro popolo, tua figlia, Haiiro, Tatsuya... Ogni singolo essere vivente che ti ha conosciuta ti ha odiata.... Perfino la dea Yumil non ti ha mai vista di buon occhio, nonostante la sua bontà... Queste rivelazioni sono state a dir poco... Allucinanti! Credo che però ora il tempo dei dialoghi sia finito.... Sappi che almeno per ora, siamo dalla tua stessa parte ed avrai il nostro aiuto!"

    "Molto bene dunque! Credo che ora si possa iniziare! Che ne dici demone? O lo stupore che provi è troppo per poter combattere? "
    "Stai sfidando la sorte Akane, credi davvero di potermi battere solo perché hai riguadagnato qualche potere?
    "Non ho mai detto di esserne certa mi pare"
    "Devo complimentarmi però, siete state brave, mi avete ingannato.... Ma avete vinto una semplice battaglia, non la guerra"
    "Lo so, io e mia sorella abbiamo sempre avuto menti piuttosto sviluppate... Non è forse questa una battaglia? Pecchi di presunzione se credi che sia l'ultima e di avere la vittoria in pugno"
    "Non puoi cambiare il fatto che io sia immune a tutti i tuoi presunti poteri"
    "Sei stato nella mia mente per anni, anzi, secoli e ancora non hai imparato che io ho sempre un piano B? Ti facevo più acuto"
    "Cosa stiamo aspettando dunque?"



    Il demone schioccò le dita ed il potere della gravità venne annullato, i demoni ne furono liberati e furono di nuovo in grado di muoversi. L'armata venne ingrandita di nuovo perché altri mostri si aggiunsero ai precedenti. Lo svantaggio numerico era impressionante anche se erano creature discretamente deboli. Si alzarono tutte in volo, non si riuscivano quasi più a contare. Senza tenere conto del demone che da solo rappresentava già una minaccia praticamente insuperabile. Tuttavia qualcosa accadde.
    Mentre i combattenti di entrambe le fazioni stavano aspettando l'inizio della guerra, un gigantesco drago composto interamente di fiamme comparve dal cielo, soffiando fiammate incandescenti sui mostri d'ombra, lasciandone molti in fiamme. Era un drago simile a quelli cinesi, dalla forma di serpente, senza zampe. Era uno spettacolo a dir poco stupendo, il drago diffondeva calore, fiamme ed abbatteva molti mostri. Dalle nuvole scese una ragazza. Aveva i capelli dorati-arancioni e luminosi, un abito lungo e bianco, impugnava un giavellotto. Sulla sua schiena erano presenti due ali di fuoco. Il drago si ritrasse e si potrò vicino alla ragazza mettendosi dietro di lei e rimanendole intorno. Era il suo guardiano.

    La ragazza scese verso il gruppo, piazzandosi sulla linea di Tatsuya ed Akane. "Molto piacere, il mio nome è Kagari... Per tutti quelli che non mi conoscono sono la miglior amica, anzi... Sono la sorella di Galatea. Akane mi ha "reclutata" per prendere parte a questa battaglia spiegandomi ogni singolo dettaglio. Credo che i convenevoli siano inutili a questo punto, questa non è solo più una battaglia per salvare Galatea, ma il mondo intero!"

    Da in mezzo alle creature un vortice di vento ne spazzò via un gruppo. Dopo di che molti vennero tagliati in due senza nemmeno lasciare loro il tempo di reagire, ne lasciar vedere al gruppo chi fosse stato. Una serie di tagli, che sembravano lame di vento, spazzarono via diversi mostri, assieme ad esplosioni d'aria che li ridussero a brandelli. Letteralmente.
    Un instante dopo, proprio davanti al gruppo comparve una ragazza in un turbine di vento. Aveva folti e lunghi capelli rossi ed impugnava due tonfa dotati di lame. Era in uniforme scolastica.
    "Salve a tutti.... Mi chiamo Fyuria, la guardiana dell'equilibrio. Sono qui anche io per salvare la mia "amica" Galatea e per far rispettare l'equilibrio e la giustizia. Se il male trionfasse, il nostro la bilancia penderebbe pericolosamente da un piatto solo. E questo non posso permetterlo. Come per la ragazza in fiamme anche io sono stata chiamata da Akane per prendere parte alla battaglia."

    Due nuove figure avevano fatto il loro ingresso e sembravano parecchi potenti. Satomi creò due campi di forze piccoli e circolari, in linea orizzontale. "Haiiro, sali, ci avvicineremo anche noi.... Conosco entrambe e so che sono determinate. Grazie a loro potremo farcela! Ho percepito la tua rabbia verso Akane. E'giustificata, ma credo che ora sia il momento di iniziare a mettere da parte le emozioni. Forza, andiamo! Noi non saremo da meno! Aiuteremo gli altri a sconfiggere quei mostri!" Satomi sorrise ad Haiiro. Un sorriso grande, dolce e incoraggiante. Dopo di che i due si diressero verso il gruppo, riunendosi definitivamente a loro.

    "Credo che la squadra a questo punto sia al completo. Mi spiace per Haiiro, Tatsuya e Satomi, ma noi tre abbiamo un piano d'azione ben ben preciso. Dovrete adeguarvi, non c'è il tempo per le spiegazioni!"



    Il demone ruggì di rabbia! Dovevano morire! TUTTI!! TUTTIIIII!!! ORA!!! Come osavano sfidarlo così apertamente???? CON QUEI TONI? LUI ERA IL RE DELLA DISTRUZIONE! Li avrebbe sterminati... Fatti a pezzi..... Ridotti in cenere... Ma prima avrebbe ridotto in frantumi i loro poteri, le loro strategie, i loro sogni.... Li avrebbe fatti implorare per ottenere la morte! Puntò il dito verso di loro e lo sciame immenso e gigantesco di creature si lanciò sul gruppo.
    Pochissimo tempo per decidere. Akane agì velocemente dopo aver scambiato uno sguardo con le due ragazze appena arrivate. Le sue mani si illuminarono. Poco per volta il mondo, lo spazio, le creature intorno a loro iniziarono a muoversi più velocemente. Divenne tutto un turbinio confuso. Il nulla. Il nero. E poi il cambiamento.

    Il demone era sparito dal mondo. Non c'era più. Di fronte ad Haiiro, Fyuria, Kagari e Satomi erano rimasti solamente i mostri. Il mondo era tornato alla normalità, la divisione luce ed ombra era scomparsa. Solo loro e i demoni. Akane era scomparsa col demone ma assieme a loro anche qualcun altro. Tatsuya. Non era più presente in quel mondo. Dov'erano finiti?.
    Fyuria prese la parola "Le creature sono confuse, dobbiamo colpire ora. Non temete per il vostro amico, fa parte del piano di Akane. Saranno loro due ad occuparsi del demone. Ma in un altro spazio e in un altro tempo. Credo che questo basti a farvi capire cosa è appena successo per ora. Veloce, dobbiamo sbrigarci! Eliminiamoli tutti il più velocemente possibile, abbiamo una missione importante da compiere. Akane e Tatsuya non resisteranno molto temo!" La ragazza scomparve. Poteva teletrasportarsi? Iniziò a colpire ripetutamente più mostri. Vento, tagli, colpi di tonfa.

    "Fyuria ha ragione, vi spiegheremo tutto dopo" Disse Kagari. Il drago si lanciò in avanti, sputando fiamme. La ragazza scagliò il suo giavellotto generando un'esplosione enorme. Dopo di che fece piovere fiamme sui suoi nemici, bruciandoli e trasformandoli in cenere.
    Satomi non sapeva che fare.... Era spaventata da tutto quello, non poteva negarlo..... Che fare... Si voltò verso Haiiro per cercare qualcuno che la rassicurasse... Ma avrebbe combattuto anche loro!

    -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Il bianco. Il nulla. Una landa desolata. Senza costruzioni, alberi, città, case. Una lunga, infinita, enorme, distesa di bianco. Senza inizio. Senza fine. Al centro di questo luogo stavano Akane e Tatsuya da un lato, il demone di fronte a loro, incredulo. Cos'era successo?

    "Siete stupiti vero? Soprattutto tu demone.... Vedi i miei poteri non hanno effetto su di te, questo era ovvio. Ma tu non sei il mondo, non sei le dimensioni. Ho rimpiazzato la Terra, scambiandola di dimensione. L'ho spostata in un tempo ed in uno spazio completamente diverso da quello in cui era e con lei le tue creature, che non sono immuni ai miei poteri per tua grande sfortuna. Ciò che è rimasto qui è il nulla assoluto. Questo spazio non esiste.... E' la fine del tempo e dello spazio. Qui nulla nasce e nulla muore. Non esiste alcuna forma di vita. Siamo noi tre. E basta"


    Fino a che punto potevano spingersi i poteri di Akane?
    Il demone si guardava intorno, incredulo. Ma che avrebbe detto Tatsuya? Il tempo per il dialogo e le domande, era questo.
     
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    Haiiro Kugatsu

    Visti i suoi sentimenti, fu con insofferenza e con odio che ascoltò Akane, pronto a trasformare ogni virgola del suo discorso in un'altra accusa verso di lei. Ma non ci fu bisogno di ricercare con una simile attenzione: Akane ammise senza problemi tutto quello che aveva fatto.
    “Nient'altro che mezze ammissioni di colpa e ancora tenta di giustificarsi dicendo “sono cambiata” e “questione di punti di vista”! Come se la morte delle persone fosse un punto di vista!”
    Questo Haiiro pensava, con fastidio e adamantina certezza, ascoltando la prima parte del suo discorso. Ma presto dovette cambiare idea e quella sua certezza di poterla odiare senza problemi, apparentemente tanto solida, dovette fare i conti con diversi fattori. A dire il vero Haiiro non era riuscito a seguire tutto il filo del discorso: così tante manovre, raggiri, piani mascherati da altri piani. Solo una cosa gli era chiara, la morte di Asako era stata concordata dalle due sorelle per permettere di sconfiggere il demone.

    Quella sola nozione lo sconvolse: tutto il biasimo che provava verso Akane per quella azione... poteva ancora accusarla sapendo che era stata concordata? Certo, c'erano molte altre accuse che poteva muovere contro di lei: anche se ora interveniva per sconfiggere il demone e salvare la sua figlia, era stata sempre lei a uccidere l'altra sua figlia, colpevole solo di non possedere il gene che lei desiderava. Non bastante, l'aveva fatta rivivere trasformandola in un fantoccio per impadronirsi di Galatea. E per quanto ora dicesse di volerli aiutare, era stata per sua colpa che il Demone aveva infestato Galatea. Se solo lei fosse rimasta confinata in quella sua dimensione...

    Haiiro sapeva di poterle ancora imputare tutte queste accuse, eppure... eppure l'aveva persa: la certezza che Akane fosse un essere senza umanità, un mostro da poter odiare a proprio piacere. Aveva visto parte della sua contraddittoria umanità, si era reso conto che lei, con le sue enormi colpe, era un essere umano preda di emozioni e desideri. Non l'aveva né perdonata, né aveva smesso di odiarla, solo che quell'odio ora non era più cieco e unilaterale: era un odio ragionato e sofferente, consapevole delle sue contraddizioni. Anche Kasumi una volta aveva provato sensazioni simili: dopo aver osservato Haiiro e il Divoratore combattere, aveva detto parole che il Sognatore sul momento non aveva compreso. Aveva detto che la comprensione aveva stemperato, non annullato, il suo odio, aveva detto di considerare Shirai un essere umano e di non nutrire più un odio cieco. Parole che sul momento Haiiro non aveva compreso. Parole che adesso assumevano un nuovo significato e riempivano Haiiro di ammirazione verso Kasumi, capace di accettare una simile, bruciante, contraddizione.

    “Va bene, allora anch'io la seguirò in questa strada. Senza negare né il mio odio, né il bagliore di umanità che ho visto in lei, rifletterò su questi contrastanti sentimenti.”
    Non era facile, né piacevole, ma non voleva cedere alla confortante alternativa: quella di distogliere gli occhi da ciò che aveva intravisto in Akane e di nutrire nella sua mente un'immagine semplificata e funzionale al suo odio di quello che la donna era. I suoi sogni non erano finalizzati a quello: il suo chiudere gli occhi per immergersi nei sogni non significava scappare dalla realtà. Significava invece distaccarsene temporaneamente, per poterci riflettere sopra, per venire a patto con essa, per agire nella realtà. I sogni non sono avulsi dalla vita, ma ne sono parte. Haiiro stava cominciando, gradualmente e in modo ancora in gran parte inconsapevole, a prenderne atto.

    Mentre faceva queste riflessioni, il lungo discorso di Akane era giunto a termine. Haiiro non era di certo l'unico rimasto stupito, non ultimo il demone, che tuttavia si decise ad agire, annullando il potere della gravità che pesava sul suo esercito e mandandoli all'attacco. Ma sembrava che anche a quello Akane avesse pensato, come Haiiro dovette ammettere con una smorfia.
    Due ragazze comparvero, una tra le fiamme e una tra il vento, dando battaglia alle ombre. Satomi fece comparire un nuovo disco volante e lo invitò a salirci sopra, in modo da riunirsi al gruppo. Haiiro era intenzionato ad aiutarle e a combattere, ma per il resto doveva declinare l'invito di Satomi a mettere da parte le emozioni. Il Sognatore scosse la testa di fronte al sorriso della ragazza: non poteva accettare il suo incoraggiamento.
    «Ti sbaglia, Satomi. Io combatterò al vostro fianco, ma non metterò da parte le emozioni. Accetterò sia l'odio e la rabbia, sia la confusione e l'incertezza. Le accetterò e nei miei sogni io darò forma a queste mie contrastanti emozioni, una forma di cui io stesso non sono padrone. E con essa io combatterò.»
    Magari sarebbe riuscito a districare il nugolo di emozioni... no, non poteva essere così facile. Ma non importava, ci avrebbe provato.

    Tatsuya, Akane e il Demone sparirono. Opera di Akane, come la ragazza del vento spiegò prima di gettarsi di nuovo all'attacco. Meglio così, pensò Haiiro. Nonostante le sue parole di poco prima a Satomi, per lui sarebbe stato più semplice combattere senza Akane a fianco.
    Le due nuove arrivate si stavano dando da fare, Haiiro e Satomi non potevano essere da meno. Anche se quest'ultima sembrava... smarrita. Haiiro, vedendole quella faccia, si mise a ridere. Non l'aveva fatto apposta, né voleva deriderla. Ma gli era sembrata comica con quell'espressione, non poteva negarlo. Forse era per la palese richiesta di aiuto e rassicurazione che aveva visto nel suo volto, una richiesta che gli era sembrata surreale rivolta a lui. Era lui che di solito doveva essere rassicurato, aiutato, guidato. Ma visto che glielo richiedeva, avrebbe cercato di tirarle su il morale. A suo modo.

    «Satomi, sembra che da prima non facciamo altro che assecondare i piani di altri, prima del Demone e ora di Akane. E allora svolgiamo il nostro ruolo di burattini fino in fondo ed eseguiamo il compito che quella donna ci ha assegnato: combattiamo contro questo esercito.»
    Si sforzò di sorridere e fu uno sforzo più lieve di quanto si aspettasse. Era quasi di buon umore.
    «Tu sai creare campi di forza, vero? Sarebbe utile se ne creassi uno intorno a me: il fatto di non potermi proteggere è uno dei malus più gravi del mio potere.»
    Confidando nell'aiuto della ragazza, Haiiro si calò nel dormiveglia, trasportato nel mondo dei sogni da un turbinio di emozioni.

    CITAZIONE
    Nuotava in mezzo alle onde e alla tempesta. Si calava verso le nere tenebre dell'abisso, sferzato da pioggia e vento, circondato da fulmini abbaglianti che scendevano roboanti dal cielo [come pioggia, vento e fulmini potessero raggiungerlo in mare, non è problema che riguardi i sogni].
    Sforzandosi di sopportare e portato ogni istante a cedere, si immerse sempre più giù, fino a trovarla. La nera perla dai colori cangianti che cercava.
    Era di nuovo a casa, di fronte alla capanna. Entrò: di fronte a lui c'era Hiroshi, intento a muovere la legna del camino con un attizzatoio, forme contorte che si muovevano tra le fiamme.
    «Kasumi?» chiese. Scosse la testa, Hiroshi. «Sei arrivato troppo tardi».
    Con un sospiro abbassò la testa verso la perla: era diventata marciume.
    «Un'altra volta. Dovrò immergermi un'altra volta.»

    Aveva sperato in qualcosa di più distruttivo e aveva immaginato qualcosa di più sofferto, ma si sarebbe accontentato di quel sogno. Anche perché non poteva fare altro.
    Immergere i demoni nell'acqua sarebbe stata una bella mossa, ma dubitava di riuscire a concretizzare un mare intero. E poi che beffa sarebbe stata se avessero potuto respirare sott'acqua!
    Allora concretizzò il vento e la pioggia, una fredda bufera che sferzava e abbatteva al suolo le ombre. Non aveva abbastanza forza per distruggerle, non era il vento tagliente della guardiana dell'ordine, ma avrebbe dovuto impedire ai demoni di volare e ostacolato i loro movimenti. Il vento spirava, frammisto alle gocce di pioggia, a partire da un cerchio intorno a Haiiro e Satomi. Loro non ne erano toccati, anche se potevano sentire l'aria farsi più fredda, come se fossero al centro del ciclone, anche se quello non era esattamente un ciclone. Le altre due ragazze invece ne sarebbero state afflitte, ma Haiiro dubitava che un simile vento potesse ostacolare chi lo usava, come quella ragazza, come suo attacco principale. E per quanto la pioggia potesse debilitare il fuoco dell'altra ragazza, il vento al contrario l'avrebbe dovuto attizzare. Forse.
    Haiiro non si fermò lì, ma gettò verso le creature la sensazione illusoria di scendere verso un abisso oscuro in cui la luce quasi non penetrava. Poi concretizzò i fulmini, anch'essi come illusione: non avrebbero fatto danni, ma la loro luce accecante, sugli occhi dei demoni ora abituati all'oscurità degli abissi marini, avrebbe dovuto accecarli.

    Per fare in modo che il suo attacco non si fermasse, Haiiro rimase all'interno del dormiveglia, pronto a uscirne se fosse successo qualcosa di eclatante o se Satomi l'avesse svegliato.
     
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  15. ‡ Officer Alex ‡
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    Finalmente anche Haiiro aveva accettato di combattere, suo malgrado, al fianco di Akane. Satomi lo comprendeva, non era facile collaborare con una donna simile dopo tutto quello che aveva fatto, anche se ora molte cose iniziavano a quadrare dopo le spiegazioni che lei aveva detto.
    Le due ragazze che erano intervenute le conosceva, o almeno una delle due, Kagari quella del fuoco. Era molto amica di Galatea, aveva frequentato il precedente liceo assieme a lei ed erano come sorelle. Le era capitato di avere a che fare con lei una volta, ma si erano scambiate giusto un paio di parole. L'altra invece non l'aveva mai vista però la conosceva per fama.
    Da quando aveva ricevuto la sua "missione" da Yumil, Satomi si era informata su Galatea e sulla sua storia, scoprendo molte cose a riguardo. In questo modo era venuta a conoscenza di Kagari e Fyuria.

    Haiiro le aveva appena chiesto aiuto, mentre le altre due già combattevano (quanto avrebbe volto essere potente come loro!). Aveva ragione lui, fin'ora entrambi si erano lasciati semplicemente trasportare dagli eventi senza fare nulla, quello era il loro momento finalmente!
    "D'accordo, attiva i tuoi poteri, ci penso io a difenderti!" Satomi si mise davanti ad Haiiro, per proteggerlo da un gruppo di creature d'ombra che li stava prendendo d'assalto. Evocò intorno a loro due un campo di forze sferico, che li avrebbe protetti da tutti i lati, contro il quale le creature si andarono a schiantare. Dopo di che attivò il suo secondo potere: l'empatia. Si sintonizzò con la mente di Kagari e Fyuria, raccogliendone la determinazione, la forza, la rabbia e l'energia. Canalizzò tutte queste emozioni dentro di se, le fece sue e poi le passò tutte nella mente di Haiiro. Tutto questo avrebbe infuso un potere maggiore nel suo sogno, amplificandone gli effetti.
    Come previsto dopo qualche istante il potere del ragazzo si attivò generando una potente tempesta. Vento e pioggia si scagliarono contro le creature d'ombra scagliandole a distanza ed impedendo loro di muoversi come avrebbero voluto. Satomi intanto proteggeva se stessa ed Haiiro grazie al campo di forze che aveva generato intorno a loro.
    Come avrebbero reagito le altre due però? Anche loro sarebbero state investite dalla tempesta in arrivo. Decise di mettersi in contatto telepatico con loro "Questa tempesta è stata generata da Haiiro, il ragazzo che sta combattendo con noi! State attente a non finirne prigioniere mi raccomando! Potreste sfruttarla a vostro vantaggio per aumentare i vostri poteri, se avete bisogno di supporto chiedetemi pure!" Colse il leggero stupore delle altre due, ma si abituarono in fretta ai poteri telepatici della ragazza.

    Kagari e Fyuria, nonostante non combattessero nella stessa squadra da anni, non avevano perso la loro forte intesa. In un attimo decisero di sfruttare l'attacco di Haiiro, combinandolo ai loro per chiudere quello scontro una volta per tutte.

    Fyuria fu la prima ad attaccare, sfruttando la sua velocità in un istante fu al centro della corrente di Haiiro ed iniziò a roteare su se stessa, piegando il vento intorno a lei. In questo modo iniziò a far vorticare l'aria intorno a se, quella generata da Haiiro e creò un potente tornado che iniziò a risucchiare tutte le creature al suo interno, iniziando a tagliarle ed affettarle.
    Satomi rafforzò il suo campo di forze per evitare di venirne risucchiata.

    Il prossimo attacco era di Kagari dunque. Si alzò in volo, aumentando la temperatura del suo corpo e dell'area circostante, chiamando a se il suo drago di fiamme che la avvolse completamente. La ragazza ora si trovava all'interno di una gigantesca sfera fatta di fiamme. La temperatura in tutto l'ambiente circostante era diventata elevatissima. Aveva gli occhi chiusi, serrati per la concentrazione. Quando li riaprì, violentemente e di scatto, la sfera prese a muoversi e venne inglobata dal tornado di Fyuria. Era uno spettacolo tremendo ed apocalittico. Un immenso tornado di fiamme risucchiò e distrusse tutte le creature d'ombra evocate dal demone.


    CITAZIONE
    Lo scontro si era concluso senza troppi sforzi. L'azione combinata dei quattro combattenti aveva dato i suoi frutti. Purtroppo però la città ne era rimasta molto danneggiata, ma Yumil avrebbe rimediato a quello in futuro. Dovevano risolvere prima il problema con suo fratello, altrimenti non avrebbero più avuto nessuna città da sistemare. Fyuria e Kagari raggiunsero gli altri due. Satomi abbassò lo scudo e fece atterrare Haiiro sul tetto di un edificio dove si riunirono tutti e quattro.
    Anche questa volta fu la ragazza di capelli rossi a parlare per prima:

    [CENTER]"Scusate se prima siamo state un po'sbrigative ma non avevamo davvero tempo. Non potevamo permettere che il demone si accorgesse di quello che volevamo fare. E'piuttosto complicato da spiegare, ma proverò a farlo in breve. Akane si è presentata da noi tempo fa, spiegandoci quello che ha detto prima a tutti noi ed una serie di altre cose. Sappiamo del vostro viaggio nel passato e dello scontro che avete avuto con lei. E ora sappiamo bene chi è questo demone, la sua storia e, forse, come fare a sconfiggerlo. Il nostro compito è trovare una persona che ci aiuterà a confinarlo di nuovo all'interno del corpo di Galatea. "
    A questo punto Kagari prese le redini del discorso
    "Vedete il potere di quella creatura ha origini antichissime. La leggenda narra che una volta ogni cento anni più o meno, la dea Yumil ed il Demone della distruzione si reincarnino all'interno dello stesso essere umano, generando l'equilibrio perfetto. Non è sempre stato così, ai tempi di Akane e sua sorella erano separati ed anche voi siete a conoscenza dei disastri che sono avvenuti. Il nostro obiettivo è impedire che accada di nuovo. Akane ha spostato il Demone in un'altra dimensione, o meglio, ha sostituito la Terra con il nulla assoluto mettendoci tutti al sicuro. Ma ne lei ne Tatsuya possono sconfiggere quella creatura, non ora che il gene Huntress è in suo possesso. Tutto ciò che possono fare è resistere e tenerlo impegnato finché non troveremo colei che può fermarlo"
    "Esatto. Si tratta di una delle creature generate da AKane stessa, quando ancora era sotto il controllo del Demone. Non so se avete già sentito parlare degli Eaters, ma è una di loro. Tu Satomi la conosci, è nota con il nome di S. ed io stessa ho avuto a che fare con lei in passato. Eravamo in competizione per il ruolo di guardiana dell'equilibrio. Vedete si tratta di una figura molto importante, legata alla persona in cui la Dea ed il Demone si reincarnano. La guardiana dell'equilibrio ha il compito di proteggere la prescelta e di mantenere in equilibrio i suoi poteri e di bilanciarli. Fui io però ad essere designata per questo ruolo e da allora S. è sparita, rimanendo in circolazione svolgendo il suo ruolo in incognito. Ecco perché si trovava sulle tracce di Akane."
    "Il potere di S. è basato sui sigilli. Probabilmente è la migliore utilizzatrice di sigillomanzia che sia mai esistita fino ad ora, oltre ad avere altri poteri. Il problema è che... Ecco..."
    "Mi odia! Mi ritiene inetta ed incapace, mi accusa di essere un fallimento come guardiana.... Tutto per quel piccolo incidente avuto con Galatea anni fa!"
    "Di conseguenza credo non sarà facile convincerla ad aiutarci, ma spero che la Dea Yumil verrà in nostro aiuto per convincerla!"

    [/CENTER]

    Quando Kagari finì di parlare fissò Satomi. La ragazza abbassò lo sguardo, stava parlando con la dea Yumila. "Yumil accetta, anche se vorrebbe avere più dettagli a proposito di tutta questa storia". E forse non era l'unica. Quello che probabilmente era più confuso di tutti era proprio Haiiro, totalmente estraneo alla situazione.
     
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