Tra Idol, Tecnici, Demoni e Maid

Multipla chiusa

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    Haiiro Kugatsu

    Lo spettacolo stava andando... piuttosto bene? Sì, si può dire che stesse andando proprio bene, quando ecco compiersi il miracol... cioè, la sciagura: una scossa, anticipata da una voce (un nome?) che Haiiro non riconobbe, fece tremare il locale. Haiiro quasi perse l'equilibrio e, una volta recuperato, una persona sbalzata da chissà dove gli piombò addosso, mandandolo stavolta a gambe all'aria, come una casella di domino.

    “Che male...” Pensò il ragazzo cercando di districarsi e rialzarsi. Quando lui e la persona che gli era finita addosso, una liceale un po' paffutella, riuscirono a rimettersi in piedi, poterono osservare la scena che si stava svolgendo davanti ai loro occhi: uno strano vestito multicolore stava combattendo contro una streghetta vestita di bianco che si era presentata come White Cure. Anche Haiiro, di certo non alieno ad avvenimenti stranianti, rimase disorientato.

    “Vestiti che combattono? Dove si è mai vista una cosa del gener... ah, no, in effetti c'è il precedente di quel'anime. Ma anche così è strano, pure quella maghetta sembra venuta fuori da un anime e... ah, quindi è così.”
    Enma non era più là con lui, di sicuro era andato in soccorso della sorella. Quindi Haiiro si rivolse alla giovane che prima l'aveva fatto cadere a terra e che ora fissava immobile con le labbra tremanti il vestito combattente. Mentre le parlava, Haiiro sorrideva.

    «Non ti preoccupare, ho capito come stanno le cose: questa è di sicuro una recita, l'altra parte dello spettacolo allestito per oggi. Pensaci, preparano un concerto musicale e poi nel mezzo lo interrompono con un finto attacco sventato dalla misteriosa ed eroica maga bianca. Una trovata per sorprendere gli spettatori e coinvolgerli nel vivo dello spettacolo.»

    La ragazza, una normale liceale che mai era venuta a contatto con anormalità, né l'aveva desiderato se non forse in brevi fantasticherie, sogni a occhi aperti dove avventure fantastiche si intrecciavano a incontri romantici, lo guardò con confusione, timore, incertezza e la vaga speranza che quanto Haiiro avesse detto fosse reale e che tutto, compreso l'urto con cui era stata balzata via, fosse solo finzione. Il suo volto però, in cui le guance piacevolmente in carne davano un'immediata sensazione di simpatia e calore quando sorrideva, era in quell'occasione fissato in un'espressione di incerto terrore, la bocca semiaperta avrebbe potuto spalancarsi in un grido di paura quanto richiudersi nello sbigottimento più totale. Ma Haiiro già non prestava più attenzione alla ragazza.

    «Certo Tatsuya avrebbe potuto avvertirmi – mormorò tra sé e sé – avrei anche potuto dargli una mano: le mie illusioni non sono affidabili quanto le sue, ma sanno il fatto loro. Oppure era a questo che si riferiva quando diceva di aver bisogno di aiuto e poi non ha avuto modo di spiegarsi?»
    Convinto, ormai, di aver capito tutto quando non aveva capito nulla, Haiiro decise di contribuire allo “spettacolo”. Certo doveva improvvisare, ma col suo potere, il potere di portare nella realtà i sogni che spontaneamente il suo inconscio creava, ogni volta era un'improvvisazione.
    Si sedette per terra, sperando di essere abbastanza distante dal combattimento (per quanto fosse solo – ragionava – finzione, di certo non prevedeva che qualcuno chiudesse del tutto gli occhi) e si lasciò andare al dormiveglia.

    CITAZIONE
    I fuochi d'artificio scoppiavano alti nel cielo, tutti applaudivano con gli occhi alzati. Haiiro, però, guardava a terra. Non gli interessavano. Camminava a testa bassa, senza guardare.
    Camminava e di fronte a lui c'era una pozzanghera. Riflessa sull'acqua vide il multicolore esplodere di un fuoco. Era bello.
    Haiiro, sentendosi conforme e informe, alzò gli occhi al cielo.

    “Ci sarà un giorno in cui scriverò giù tutti i miei sogni e me li farò spiegare da uno psicologo. Ma non è questo il giorno.”
    Certo era che quel sogno non gli lasciava molti margini di manovra. Decise di portare nella realtà, ma come semplici illusioni visive e sonore, che non avrebbero potuto provocare alcun danno, i fuochi di artificio. Li fece comparire a cerchio intorno ai due contendenti, il vestito e la ragazza vestita da maga: le loro scintille volavano in mezzo allo spazio in cui combattevano, illuminandolo e colorandolo. Haiiro, pur non potendolo vedere, lo giudicò discretamente coreografico.
    Aperti gli occhi (le luci dei fuochi, rotta l'illusione, si spensero) e si voltò di nuovo verso la ragazza.

    «Visto? Anche i fuochi d'artificio: te l'avevo detto che era uno spettacolo.»
    Lei continuò a fissarlo muta, troppo incredula e stupita per articolare una frase.
    “Probabilmente è timida di carattere...”

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    Tutto stava andando troppo bene per i nostri standard, le cantanti erano magnifiche e perfette, il pubblico le amava, io mi ero anche emozionato e già pregustavo un grande successo ed un incremento negli incassi del Maid del 200% minimo. Invece ecco che accade qualcosa di assurdo anche i nostri già citati standard.
    Un terrificante abito mostro che dice il proprio nome come un pokemon? Cure White, la protettrice della luce, che compare dal nulla dopo che è scomparsa la nostra idol? Devo davvero ricorrere alla One Heart per poter dire di aver capito la sua identità?

    « Maledizione, è comparso prima del previsto e Vivien non è ancora arrivata. »

    Dice d'improvviso il prof, sembra mangiarsi le unghie per quanto è preoccupato.

    « Sai qualcosa? Chi è Vivien? »

    « Una ragazza che non puoi avere »

    « Non era per questo che chiedevo... »

    Tuttavia è chiaro che lui c'entra in qualche modo con questa storia e Cure White gli chiede direttamente di portare via quanta più gente possibile. Quindi la situazione è davvero grave.
    Poco più in là, Fuuta ha trovato la risolutezza di combattere al fianco di quella che sembra proprio una maghetta, per il dispiacere di suo fratello, mentre Haiiro fa i fuochi d'artificio. Proprio a lui mando un messaggio mentale.

    « “Haiiro, la situazione è grave. Non fa parte dello spettacolo, questo coso è davvero pericoloso. Sembra che dovremo fare qualcosa anche noi per mettere in salvo le persone e per fermare il vestito, magari senza entrare nei Nudist Beach. “ »

    Mando un messaggio telepatico anche a Enma, mi sembra nel panico e non va bene; non so se ha un potere, ma è il fratello di Fuuta e se scappa mentre lei combatte ho paura che possa rinfacciarglielo.

    « Enma, cerca di mantenere il controllo. Sono Tatsuya, ti sto parlando telepaticamente, più o meno. Bisogna evacuare la zona e se dai un mano anche te è più probabile che nessuno si faccia male. Cercherò di proteggere Fuuta con tutte le mie forze. Hai la mia parola. »

    Ora è rimasta solo una persona con cui parlare. Guardo Junichirou e credo che lui capisca senza che dica nulla. Lui sa qualcosa delle mie abilità, almeno a grandi linee, e sa cosa sono in obbligo di fare.
    Con un cenno di assenso si allontana, ma quando io sto per andare dietro le quinte per non farmi vedere, lui pronuncia quello che è il nostro motto.

    « Ogni ragazzo sogna di essere una mahou shoujo” »

    La mia non sarà una trasformazione vera, solo una semplice illusione, ma l'occasione è troppo ghiotta. Materializzo le ali, le Enses Gemini, quindi entro in campo dall'alto completamente trasfigurato, anche nella voce, cercando di attirare l'attenzione delle ragazze e magari anche del vestito-mostro.

    « Scusate l'attesa. Non sarò la combattente ufficiale, ma spero di non farne sentire la mancanza »

    mZwAG92

    Lo so, sono dannatamente bella.

     
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    Akemi
    Una situazione davvero complicata.
    Akemi stava cercando di compiere qualsiasi tipo di azione che potesse permetterle di prendere tempo: senza Vivian i suoi attacchi perdevano metà della loro efficacia, era quindi importante che anche Cure Black fosse lì.
    Se non altro le persone all'interno della struttura si erano salvati tutti e questo rasserenava la ragazza dai capelli blu che non voleva assolutamente vedere qualcuno morire per colpa di quell'essere mostruoso.
    «Junichirou-Sensei! Per favore vada a prendere Vivian! Da sola non ce la posso fare!»
    «Scusate l'attesa. Non sarò la combattente ufficiale, ma spero di non farne sentire la mancanza»
    «Che cosa stai facendo? Levati di lì, morirai!»
    Se Tatsuya voleva attirare l'attenzione del mostro con la sua mise ci era riuscito in pieno, con quel suo aspetto angelico il mostro era rimasto ad osservarlo per pochi istanti e sferrargli una potente sberla che Akemi parò non con pochi sforzi.
    Mentre il colpo di Zakenna veniva parato da Cure White, Tatsuya sarebbe stato trascinato dietro il bancone del Maid da due ragazze molto graziose: la prima dai capelli neri e la seconda dai capelli azzurri. Entrambe erano accomunate da uno sguardo dolce ed un'uniforme da Maid.
    «C'è mancato poco, Tatsuya-Kun!» dice la ragazza dai capelli neri «Non siete armati, come pensate di battere un mostro del genere senza l'arma adatta?» grazie alla sua anormalità, le bastò pensare ad un bazooka, ad un lanciafiamme e ad un paio di pistole da mettere sul pavimento, vicino a loro per far in modo che da disarmati passassero ad essere armati.
    Tuttavia Ayane si era sforzata non poco per creare quelle armi, motivo per cui Tatsuya poteva notare il fittone della moretta. Miki passò una lattina di coca-cola alla sorella, la bevve istantaneamente aprendola senza fare troppi complimenti e mandandola giù tutta d'un sorso.
    «Molto meglio!» dice lei «Tatsuya-kun, dobbiamo aiutare quella ragazza. Da sola non ce la può fare.» sentenzia lei con serietà «Darò una mano anche io, cerchiamo di non farci male ~» conclude lei con un sorriso e prende il bazooka che poco fa ha fatto comparire «Prendi un'arma e consegnane almeno una a chiunque voglia combattere. Se ne volete altre fatemelo sapere! Miki porterà le restanti persone all'interno dell'edificio fuori di qui!»
    Bene! Ora si può combattere!
    Miki va sul retro dove ha radunato alcuni clienti e li fa scappare, mentre Ayane lancia un razzo con la sua nuovissima arma. Ha sempre voluto provarne uno e quella era l'occasione perfetta. Magari avrebbe potuto uccidere una sua possibile rivale in amore, carbonizzandola con un razzo: sarebbe stato crudele e magnifico da vedere allo stesso tempo, sublime da contemplare vedendo braccia e testa saltare da tutte le parti. Tuttavia avrebbe generato un po' di chiasso ed Ayane voleva passare inosservata quando compieva un'omicidio.
    «FUORI DALLE PALLE, ESSERE SCHIFOSO! QUESTO E' IL MAID DOVE IL MIO AMATO DAICHI-SENPAI PRENDE IL SUO CAFFE'!!!!» era davvero impossibile non notare la rabbia della ragazza dai capelli neri, infatti Akemi si accorse della sua cara amica Yan-chan, che si muoveva agilità e destrezza evitando gli attacchi del mostro.
    «Io fungerò come diversivo, voi cercate di colpirlo alle spalle. Trovate qualcuno che possa aiutarci!»
    «Ti do una mano.»
    Mentre Akemi e Ayane distraggono il mostro, Tatsuya avrebbe avuto tutto il tempo di dare le armi agli altri giocatori e quindi attaccare alle spalle del mostro.
    un piano geniale, ma avrebbe funzionato?

    AyaneMiki
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    Enma&Fuuta
    Un abito per nemico, una mahou shoujo come salvatrice, dei fuochi d'artificio e una Fuuta così incazzata da far tremare la terra intorno a lei, cosa si poteva richiedere di più da un anime? Ah già... non era un anime, era reale!
    Io ero ancora carponi, quando fra il panico generale mi parse di sentire una voce piuttosto familiare.
    Enma, cerca di mantenere il controllo. Sono Tatsuya, ti sto parlando telepaticamente, più o meno. Bisogna evacuare la zona e se dai un mano anche te è più probabile che nessuno si faccia male. Cercherò di proteggere Fuuta con tutte le mie forze. Hai la mia parola.
    In quel momento non mi era chiaro come facesse a parlarmi in quel modo, e nemmeno se avessi potuto replicare in modo da farmi sentire da lui, ma forse me lo stavo immaginando. Tutto quello che sapevo e capivo era che aveva ragione: di lui sentivo di potermi fidare, così mi rialzai in piedi.
    Non ebbi però nemmeno il tempo di decidere che cosa fare che subito una figura alata dai capelli corvini piombò sulla scena dall'alto, ed era veramente bellissima! (probabilmente presto mi sarei pentito di quest'affermazione)
    Attenta! -le urlai per metterla in guardia da un attacco proveniente da quella creatura, ma non feci in tempo e quella lo sferrò ugualmente senza essere fermata.
    Fortunatamente due cameriere del maid (ce ne erano ancora?) la soccorsero in tempo, e da lontano le sentii nominare Tatsuya: poteva essere sua sorella? Magari un giorno potrei chiedergli di presentarmela.
    La ragazza magica utilizzò poi i suoi poteri per materializzare un intero arsenale, tra cui spiccava un nuovissimo lanciarazzi che prontamente si equipaggiò per colpire il mostro.
    Che dire? Una mossa tanto azzardata quanto efficace. fu in quel momento che capii cosa avrei dovuto fare. Invece che distribuire armi ai presenti, per la maggior parte studenti comuni, avrei dovuto aiutarli ad uscire da lì evitando che si facessero male, e magari avrei potuto chiedere aiuto anche ad Haiiro.
    Haiiro! Dobbiamo sbrigarci, mi dai una mano a far evacuare le persone il più velocemente e lontano possibile?!
    Corsi quindi da lui a chiedere un sostegno nel salvare i presenti, e ovviamente avremmo portato con noi anche la sua amica.
    Nel frattempo, mentre io ero intento a cercare aiuto presso qualche compagno che non si fosse lasciato prendere dal panico, il combattimento imperversava e nessuno dei due schieramenti (nè le ragazzine nè l'abito indemoniato) accennavano ad esitare.
    Probabilmente loro due volevano solo guadagnare tempo, oppure distrarre il mostro, ma non curante di quale fosse il loro piano Fuuta si lanciò di corsa dietro alla creatura, colpendolo con la spada sul capo (o per lo meno su quella parte del suo corpo che fungeva da capo) come avesse una frusta, quindi con un movimento rapidissimo ed energico di braccio e polso così da aumentare esponenzialmente la forza del fendente.
    E questo è per aver rovinato questo fantastico evento!!
    Dopo averlo colpito si sarebbe lanciata di quattro metri circa più indietro, sfruttando l'impatto prodotto in quel momento e rimettendosi in posizione di guardia, tenendosi pronta per l'attacco successivo. Ormai sapeva di aver attirato l'attenzione di quella cosa.
    Sempre la solita, si butta a capofitto senza pensare alle conseguenze... Tatsuya, per favore: visto che puoi veglia su di lei per adesso.


    Legenda:
    Narrato, Parlato, Pensato, Parlato altrui, Parlato Fuuta

    Status Mentale: Sano
    Equipaggiamento: //
    6 :Action Point
    Sano :Status Fisico
     
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    Haiiro Kugatsu

    Haiiro si stava ancora guardando in giro, contento di aver realizzato dei bei fuochi per l'occasione e con un mezzo sorriso ironico in volto vedendo come le persone fossero così spaventate da quello spettacol...

    «Haiiro, la situazione è grave. Non fa parte dello spettacolo, questo coso è davvero pericoloso. Sembra che dovremo fare qualcosa anche noi per mettere in salvo le persone e per fermare il vestito, magari senza entrare nei Nudist Beach.»
    Mentre ascoltava le sue guance si facevano sempre più rosse per la vergogna. A quanto pare... aveva preso un granchio. Uno bello grosso per giunta. Peccato che non fosse una gara per cercatori di granchi. Altrimenti avrebbe avuto il primo premio assicurato.
    “Beh... cerchiamo almeno di rimediare.”
    La ragazza con cui aveva sbattuto addosso prima era ancora lì, a fissarlo. Poverina, doveva essere rimasta shockata... E visto che Haiiro, al contrario, appariva piuttosto calmo, per lei era stato normale concentrare le sue attenzioni sul ragazzo e cercare in lui un aiuto e una guida.

    «Sembra che... ci sia qualche problema con le attrezzature. È meglio se tu ti allontani... anzi, se vi allontanate tutti.»
    La ragazza era ancora immobile. O meglio, aveva annuito, ma poi non si era mossa. Nel locale, se diversi ragazzi sembravano in preda al panico e altri invece stavano uscendo con (relativo) controllo di sé, c'erano molti che si trovavano nello stesso stato mentale di quella ragazza. Ovvero, immobilità. Trovandosi di fronte a una situazione che usciva totalmente dai loro schemi mentali e per cui non riuscivano a trovare una soluzione, si erano immobilizzati, chi sul posto, chi dopo essersi gettato a terra o riparato in qualche modo. Serviva qualcuno che li guidasse. Ma era quello il ruolo giusto per Haiiro? Oppure non sarebbe stato meglio se avesse usato i suoi poteri per aiutare nel combattimento?
    Mentre se lo chiedeva, un rimbombo scosse il maid: erano passati all'artiglieria pesante.
    Pur sorpreso, Haiiro era solidale con la cameriera che aveva lanciato il colpo: attaccare il maid era un grave crimine, uno di quei peccati per cui non esisteva perdono. Probabilmente, spinto da quel pensiero, si sarebbe unito al combattimento, se non fosse stato per Enma: il ragazzo venne da lui, chiedendogli aiuto per evacuare le persone. Haiiro esitò ancora un istante, diviso tra i due diversi atteggiamenti. Tatsuya gli aveva detto che doveva agire per “salvare le persone” e “fermare il vestito”, ma non quale delle due avrebbe dovuto privilegiare. E poi, d'improvviso, capì.

    «Ho capito, Enma! Se è una lotta tra maghette, noi maschi non abbiamo diritto a intervenire, ma dobbiamo lasciare che siano le femmine a combattere! E quindi il nostro compito è quello di mettere in salvo le persone!»
    Certo, anche se non riusciva più a vederlo, pensava che Tatsuya fosse tra quelle che combattevano contro il vestito, ma per lui assumere la parte delle ragazze sarebbe stato solo naturale. Haiiro si rivolse alla ragazza che era al suo fianco
    «Segui Enma, lui ti porterà fuori. Aiutalo, se ci riesci. Dovete andare dalle persone in difficoltà, nel panico o troppo shockate per muoversi o che semplicemente non sanno cosa fare. Ditele che non possono rimanere qua fermi a sognare a ogni aperti, ma che devono muoversi, se vogliono vivere.»
    «Enma, io fra un attimo verrò ad aiutarti, ma prima devo provare qualcosa... qualcosa che potrebbe rivelarsi molto utile per aiutare l'evacuazione.
    »

    Detto così cercò un posto giusto. C'era un grosso altoparlante che si era rovesciata per terra a causa dell'urto, sarebbe andata bene. O, per meglio dire, Haiiro se ne sarebbe accontentato.
    Il ragazzo infatti si sdraiò dietro di esso, che nel peggio avrebbe potuto fare da protezione, per quanto elementare. Non si sapeva mai, tra bazooka, pistole e spade. Chiuse gli occhi e mentre si apprestava a sognare adoperò il suo Choose your Dream per dare una direzione al sogno. La direzione era data dall'emozione che Haiiro faceva primeggiare nel suo animo. In quel caso, fu “calma e serenità”.

    CITAZIONE
    Il pane al mattino era buono. Aveva ancora il calore di quando viene sfornato.
    Ma il meglio era mangiarlo in famiglia e non aveva importanza se era una famiglia raccattata.
    In una casa abusiva, loro tre mangiavano il pane fresco e bevevano caffè caldo.
    Dopo l'incendio, Haiiro non avrebbe pensato che potesse sentirsi di nuovo così sereno.
    Invece lo era. Ci si può rialzare anche dopo che tutto è stato bruciato.
    Si può trovare in sé la forza per resistere all'avversità.
    Haiiro guardò le ceneri della casa bruciata, della felicità sfumata: qualche pezzo di muro rimaneva in piedi, annerito e inutile.
    Dentro di sé promise che avrebbe riafferrato, un domani, quella felicità.
    Avrebbe di nuovo riaddentato il sapore del pane appena sfornato, mangiato assieme.

    Anche nel dormiveglia, le labbra di Haiiro si storsero in un sorriso a quei ricordi, e poco importava che fossero misti a fantasie mai avvenute.
    Come illusioni, Haiiro diffuse tra le varie persone non il ricordo del pane (se non per un vago odore di pane appena sfornato), ma la sensazione di serenità che ci collegava e la speranza di un domani migliore. Un domani che però poteva essere afferrato solo lottando per esso, senza soccombere alle difficoltà. Sperava che quella sensazione potesse aiutare le persone a non arrendersi, ma a rialzarsi e riprendere il controllo di sé, aiutando l'evacuazione.
    Pensava che quello fosse il suo ruolo, ma rivivendo il sogno pensò che potesse fare anche altro: delimitare l'area in cui stavano combattendo. Decise quindi di concretizzare i pezzi di muro intorno ai combattenti, in modo che i non combattenti, ossia la maggior parte delle persone, venissero protetti da eventuali colpi collaterali. Ovviamente i primi muri li concretizzò di fronte al maid, per proteggere l'edificio: il cuore della vita scolastica, il Maid Caffè, andava assolutamente preservato. Fatto quello, stava per concretizzare altri muri in difesa delle persone, quando qualcosa lo tirò, qualcosa che non proveniva dal suo sogno, ma dall'esterno... Un ragazzo, un qualche studente del liceo, lo stava scuotendo furiosamente.

    «Ehi, tu! Svegliati! Non puoi rimanere qua, è pericoloso! Alzati, dobbiamo andarcene.»
    «No, lasciami! Devo ancora concretizzare altre mura...»
    «Non è il momento di sognare a ogni aperti! Se vuoi vivere, devi muoverti!»
    «Ehi, queste sono le mie parole!»
    «Alzati! Finché ci si alza, si può afferrare un domani felice!»
    «MA...?!»
    Ormai completamente sveglio, Haiiro cominciò a capire. La persona che aveva davanti doveva essere uno di quelli che Enma e la ragazza avevano radunato per evacuare gli altri studenti. Forse aveva sentito da loro quella frase sul non sognare a occhi aperti e sul doversi muovere. Mentre la parte sull'alzarsi e sul domani felice doveva provenire dal sogno che Haiiro aveva trasmesso. Questo significava che Haiiro aveva avuto successo nell'aiutare l'evacuazione e nell'alzare gli spiriti delle persone... ma proprio a causa di quello stesso successo gli era stato impedito di finire la sua opera.
    “Anche quando faccio qualcosa di giusto, questo mi si ritorce contro e porta a qualcosa di sbagliato...”
    Ma era tardi per recriminare: ormai era sveglio e il sogno svanito. Si alzò, almeno per calmare il suo fin troppo solerte soccorritore, e si guardò attorno, per osservare sia come stesse andando il combattimento contro il vestito, sia lo stato dell'evacuazione.

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    Il vestito fa la sua mossa per attaccarmi, evidentemente sono riuscito ad attirare per bene l'attenzione, come era inevitabile visto che ho fatto una comparsa a dir poco spettacolare, e non mi sono nemmeno impegnato. Tranne che per l'aspetto, credo che lo utilizzerò ancora dato che mi pace davvero un sacco. Però mi becco un rimprovero! Subito dopo che Junichirou viene mandato a cercare tale Vivien, ragazza che ora voglio incontrare e che, a giudicare dai pensieri del prof, credo che non potrà arrivare prima del prossimo turno. Non è molto, in fin dei conti, però... perché la maghetta para il colpo del vestito al mio posto? E perché Ayane e Miki mi portano via?

    « Ma... io non posso morire... »

    Sono felice che si preoccupino per me ma, davvero, non ce ne è bisogno. Insomma, non è che non ho visto partire lo sberlone, lo stavo solo aspettando per poterlo incatenare. No, forse alle catene non sarei ricordo perché con questo aspetto potrebbero non essere adeguatamente appropriate. Che strana ripetizione che ho appena fatto, si vede che ci tengo troppo a non compromettere quest'aspetto con le mie abilità classiche. Che seccatura, prendo l'interpretare un ruolo un po' troppo seriamente. Quindi... devo ricorrere solo a mosse abbastanza femminili?
    Intanto Ayane crea alcune sue armi...ma come ha fatto a riconoscermi così in fretta! È un travestimento perfetto! Non mi riconoscerei nemmeno io se mi guardassi allo specchio, anzi credo che mi chiederei di uscire insieme... cioè da solo. Che confusione che sto facendo.

    « Si, se c'è da combattere non mi tiro indietro. »

    Per quanto riguarda le armi non ci sono problemi, ho già le mie e mi bastano. Anche se forse dovrei limitare l'uso del Black Heart a... no, meglio non usarlo proprio. Ma anche il lanciafiamme mi sembra piuttosto pericoloso! Ma dopotutto è un'emergenza... ma si, che vuoi che sia qualche fiammella, poi sistemo tutto.
    Prendo le armi mentre sento i pensieri di Enma: mi sta affidando sua sorella. È una sensazione davvero molto familiare, mi capita abbastanza spesso che mi vengano affidate delle ragazze perché le protegga e badi a loro. Una di queste è anche diventata mia moglie, una volta, ma questa è un'altra storia che non ho voglia di raccontare, anche perché ormai tra noi è finita nel momento in cui ho inscenato la mia morte, con tanto di funerale e monumento funebre commemorativo. Dopotutto il matrimonio è “finché morte non vi separi”, e quella era legalmente valida, come morte.
    Ma tornando a noi, Fuuta si sta mettendo nei guai e le altre due ragazze potrebbero avere qualche problema senza il loro cavaliere vestito da principessa guerriera. Questa potevo risparmiarmela.

    « Muzet! »

    Richiamo la mia adorata musa che, tra correnti d'aria che si addensano e prendono forma, appare davanti a me.

    « Che ti succede? Hai di nuovo bisogno di una spalla su cui piangere? »

    È davvero spiritosa la mia musa. Che ridere. Sono tanto divertito che potrei piangere.

    « Vedi quella ragazza? Si chiama Fuuta, vai da lei, i dettagli te li mando condividendo il pensiero. »

    « Ehi! È un vestito! »

    « E ci stiamo combattendo. Andiamo che non abbiamo tempo. »

    Muzet va verso Fuuta mentre io, prese le armi, vado da Enma ed Haiiro a gran velocità. Lascio andare le pistole ed il lanciafiamme ed effettuo lo scambio spaziale con Muzet.

    « Ma salve, è da tanto che non ci vediamo. Vi sono mancata, dico bene? Se volete farmi un favore, miei cari, prendete una di queste armi e sparate qualche colpo verso quel cavolo di vestito prima che mi costringa ad impegnarmi. Sapete, ero nella vasca e mi piacerebbe tornarci. »

    Ma quanto è loquace la mia musetta. Comunque lo scambio spaziale mi permette di essere già al fianco di Fuuta.

    « Fuuta, cercherò di sincronizzarmi con te e darti un po' di supporto. »

    In verità devo cercare di fornire la difesa un po' a tutte loro, anche se avrò comunque una maggiore attenzione per Fuuta e... oh, ma che diamine.
    Apro una dozzina di varchi dai quali faccio emergere altrettante catene, ma non le lancio contro il vestito, bensì attivo la manipolazione e, dividendole in gruppi di sei catene, le plasmo forgiando due braccia – si, con anche le mani, che domande – di dimensioni esagerate, con i palmi dalla superficie di tre metri quadri. Con la manipolazione posso controllarle come se fossero delle braccia vere, con piena funzionalità, almeno entro i quindici metri da me. E molliamolo un accidenti di pugno ginormico a 'sto vestito. Con l'altra mano enorme mi preparo alla difesa...e mi preparo a difendere anche con le mie Enses Gemini cercando di seguire i movimenti di Fuuta.
    Certo che voglio fare un botto di roba... anche Fuuta, se è per questo, ma tocca controllarsi e non far partire scene yuri a casaccio.
     
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    Location
    ~ An Unseen world ~

    Status
    Ritorno in grande stile




    Akemi
    Il mostro vestito ovviamente non voleva affatto arrendersi, lo stesso Cure White che purtroppo però venne catturata dall'abito. Il suo scopo era ovviamente stritolare la povera ragazza, dunque un intervento immediato era assolutamente impellente. Miku intanto aveva messo al sicuro alcuni dei clienti, nonostante non potesse parlare non se la cavava male in questo lavoro difficile mentre invece Ayane era più concentrata su attaccare il nemico. Gli attacchi di Tatsuya ed Haiiro sortirono qualche effetto, ma sfortunatamente non permisero ad Akemi di liberarsi. La ragazza dai folti capelli blu iniziava a sentirsi piano piano priva di forze, era come se quella creatura stesse lentamente risucchiando la sua energia e se lei sveniva Zakenna non poteva essere distrutto.
    "Se solo ci fosse una soluzione." Pensava Akemi che iniziava a sentirsi mancare "Forse... Se trasferissi il mio potere... Temporaneamente a qualcun altro, magari a qualcuno che non ha paura di rischiare la vita come me..."
    Fu in quel momento che la vide, Ayane Oishiro intenta a salvare i clienti del Maid. Akemi Yuzuriha ignorava che lo faceva solo per un desiderio egoistico, tuttavia era lei la candidata perfetta per prendere il suo potere, la sua anormalità. Sentiva che tra lei e quella ragazza c'era un legame, un legame che ancora non riusciva chiaramente a spiegarsi ma sapeva che doveva dare a lei il frammento di emozione e potere che portava dentro.
    «YAN-CHAN, SEI LA MIA UNICA SPERANZA!»
    Lo urlò a pieni polmoni prima che il suo vestito scomparisse e una luce calda, avvolgente colpisse la Maid dai capelli corvini che subì una speciale trasformazione. Fu incredibile, straordinario, quasi magico ma Ayane Oishiro sembrava avere ottenuto un nuovo potere... Almeno per il momento, Akemi le ha trasferito l'abilità di sconfiggere Zakenna dato che lei era indisposta.
    «Non ti tempo, creatura del male!» enunciò lei teatrale «Preparati perché Cure Amour non te la farà passare liscia.»
    Ayane Oishiro doveva ringraziare la gentile Akemi per questo dono temporaneo, la ragazza scattò verso il mostro e gli tirò un potente calcio facendolo barcollare all'indietro. La creatura cercò nuovamente di catturare la Pretty Cure, ma Ayane aveva fatto uno speciale allenamento che l'aveva resa estremamente agile e dai riflessi pronti.
    «Tatsuya-Senpai, dobbiamo immobilizzarlo. Altrimenti non potrò purificare il vestito.»
    Ovviamente aveva bisogno dell'aiuto di Enma, Haiiro e Fuuta per riuscire nella sua nobile missione ma forse il suo Senpai aveva qualche idea in più.

    AyaneMiki
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