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.Muzet sembrò colpita dalla notizia che avevano già provato a reclutarlo, ma anche ottimista che potessero farcela: come disse “loro erano più forti”. Chissà se sarebbe bastato.
Più dubbiosa appariva la musa sulla possibilità che Haiiro li aiutasse. Sembrava essere preoccupata per lui e, dal ritratto che dava del loro avversario, ne aveva motivo.
Sentendo quello, il coraggio di Haiiro vacillò: non gli piaceva combattere o meglio non gli piacevano le ferite e i rischi che le battaglie portavano. Ma se necessario avrebbe combattuto, come aveva fatto in passato, e voleva aiutare Tatsuya. Inoltre aveva scoperto che si divertiva a usare la sua anormalità in combattimento: di solito si tratteneva sempre, ma in battaglia poteva sfogarsi, usarla a pieno potere. Era una bella sensazione quella.
La voglia di scatenarsi si controbilanciava però con il timore della battaglia e l'esitazione di Muzet. A far pendere la medaglia sulla prima furono le parole di Tatsuya, giunto in quel momento a portare caffè e spremute, la camicia – come fece notare Muzet – sporca di sangue.
“Vabbe', si sarà tagliato mentre preparava la spremuta.. Però Tatsuya sembra un po' diverso rispetto a prima, mi dà un'altra sensazione, anche se non riesco a definirla... Poco male.”
Ascoltò Tatsuya parlare con Muzet fugandone i dubbi sulla partecipazione di Haiiro e annuì di tanto in tanto. Gli piaceva quello che Tatsuya stava dicendo.
«Quindi se ho capito bene, sarò sempre in grado di contare sul tuo soccorso grazie a questa “Sharon” e di fuggire se mai ce ne fosse bisogno. In più potrò passare al Maid quando mi pare e piace.»
Sorrise e senza esitazione batté la sua tazza di caffè sul bicchiere di spremuta di Tatsuya.
«Meglio di così si può solo morire.»Made with chibimaker
SPOILER (clicca per visualizzare)Scusami mic per una risposta così scarna, purtroppo è tutto quello che mi è venuto da scrivere. -
.« Morire, oppure... »
« Vivere al Maid Caffè. »
Muzet completò la frase di Tatsuya e batté anche lei il bicchiere contro quello dei due ragazzi, per partecipare anche lei a quel brindisi, piccolo piacere che non si concedeva da davvero troppo tempo e che non aveva mai inteso quanto le mancasse, tassello di una normalità molto anormale.
La musa era più distesa, si sentiva molto più tranquilla di prima.
« A volte le due cose vanno di pari passo. Insomma, qui è un paradiso. »
Tatsuya si concesse una battuta. Probabilmente, fino a qualche minuti prima, con un attacco simile sarebbe entrato in trance da agonismo su chi faceva la sparata più grande e maestosa per la glorificazione del locale, con tanto di motti di dubbio gusto e, tragicamente, equivoci. Da tal punto di vista, il suo rispettoso contegno fu una benedizione. Un po' più negativo fu il pensiero di come quel “paradiso” era stato quasi profanato solo pochi giorni prima da quel suo amico. Non aveva fatto nulla di disdicevole, era bastata la sola presenza di quel tipo per orripilare le ragazze, alcune di loro lamentarono anche forti mal di testa e nausea, pregarono perché quello stesse lontano dal locale.
« Misogi... »
Sussurrò mentre si avvicinava il bicchiere alle labbra. Lo posò, una strana idea gli aveva provocato un sorriso sinistro, era un po' folle ma poteva essere una possibilità.
« La sezione -13 ha già iniziato a reclutare. E se noi facessimo un contro reclutamento? »SPOILER (clicca per visualizzare)mi ero perso nel mezzo del post, non ricordavo più che volevo scrivere e... niente, è venuto fuori questo..... -
.Haiiro scoppiò a ridere. Non si aspettava di farlo e lui stesso ne fu sorpreso per primo. Da quanto non rideva così? Come Muzet, ma senza la sua grazia, si coprì la bocca, ma continuò a ridacchiare debolmente. Era stato più forte di lui: ascoltando i due proseguire il suo detto, il suo sorriso si era esteso sempre più e, quando Tatsuya aveva paragonato di Maid al paradiso, il riso era sorto spontaneo. Neanche lui capiva bene perché: sarà stato l'effetto della caffeina che entrando in circolo nel corpo aveva condizionato il cervello portandolo a uno stato di euforia che... no, aspettate, questo non è l'effetto della caffeina.
Cercando di recuperare un qualche contegno, assaporò il caffè che Tatsuya gli aveva portato, come sempre ottimo. Non sentì il flebile mormorio che uscì dalla bocca del cameriere mentre anche lui si accingeva a bere. Ma ascoltò la sua proposta.
«Un contro... reclutamento?» Ripeté incerto.
«E verso chi? La classe -13 recluta i minus, noi invece chi dovremmo... no, aspetta.»
Gli era venuto in mente. Con chiarezza, come se un percorso ben tracciato si fosse schiarito tra l'usuale nebbia della sua testa. Ripensando al suo incontro con Kuruki, aveva capito chi potessero, no, dovessero reclutare. Sorrise: e dire che in prima battuta aveva trovato l'idea di Tatsuya bislacca, nonché una sicura scocciatura se avessero mai tentato di metterla in atto. Ora invece si sentiva conquistato da essa.
Parlò con una determinazione che non provava da quando si era dichiarato a Kasumi, e con una calma ben superiore rispetto a quella volta.
«Quando ho parlato con Kuruki, lei mi ha detto che minus e anormali non possono stare insieme. Che qualsiasi tentativo avrebbe portato a una tragedia.
Io credo che lei avesse ragione nel sostenere l'abissale differenza tra anormali e minus. Anzi ne sono sicuro. La posso sentire, questa differenza, ogni volta che mi trovo di fronte un anormale. Ogni volta provo per lui invidia e avversione. Ma nonostante questo, sono riuscito a fare amicizia con alcuni di loro. Quindi vorrei farglielo vedere. Un gruppo formato da anormali e minus che nonostante le differenze riescono a stare assieme. Vorrei mostrarglielo e discuterne con lei e con tutti davanti a un caffè, come abbiamo fatto la volta scorsa.
È questo il gruppo che vorrei reclutare.»
Finì di parlare che gli sembrava di aver compiuto, con quel discorso, un'impresa epica. Se avesse avuto la minima idea di chi fosse Cicerone e di cosa siano le Filippiche, non avrebbe avuto remore a paragonare se stesso al primo e il suo discorso alle seconde. Ma aveva ancora una cosa da dire.
«Ah, dobbiamo pensare a un nome. Uno figo. Senza, non si può fare nulla.»Made with chibimaker
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.Quell'idea giuntagli così all'improvviso sembrò piacere molto ad Haiiro, anzi, dopo le iniziali e sensate titubanze, si può dire che ne fosse entusiasta. Iniziò a parlare, ad argomentare il proprio pensiero senza risparmiarsi, con una energia un po' inusuale per qualcuno che, suo malgrado, non può concedersi il lusso di una dormita ed è obbligato a funzionare come un motore a caffeina. Ma era un piacere ascoltarlo quando metteva tutta quella carica, tutta quella determinazione nell'esporre la sua posizione: creare un gruppo che comprendesse tutti, plus e minus, senza fare distinzioni, per dimostrare che era possibile coesistere ed andare d'accordo. Dopotutto, in quel momento, loro due, anzi loro tre rappresentavano la possibilità pratica di andare d'accordo ed impegnarsi per un obiettivo comune.
Tatsuya pensò anche che, ironicamente, era sempre andato più d'accordo con i minus che con altri, forse a causa dell'essere cresciuto insieme ad una sorella che apparteneva a tale categoria e che era da considerarsi come il suo naturale complementare spirituale. Se solo non fosse partita pochi giorni prima, la mattina seguente si sarebbe fatto trovare davanti alla camera delle sorelle per poter passare un po' di tempo con Cheria e viziarla un po', dopotutto se lo meritava. La sua meravigliosa sorellina minus.
Quei pensieri, i buoni propositi di Haiiro, Muzet che annuiva convintamente, lo facevano sorridere.
Ma la questione che poneva nella chiosa del suo discorso era piuttosto importante, se non fondamentale per la buona riuscita del tutto: serviva un nome forte, d'effetto, figo e facile da ricordare, che affascinasse gli altri studenti e li spingesse ad aderire.
«Hai ragione, il nome è realmente importante, senza non possiamo sperare di fare molto. Però dico fin da subito che sono negato a trovare i nomi. Se provo a pensare un po', ignorando la voce che mi suggerisce di avere due nomi, uno positivo ed uno negativo, quel che vogliamo fare è stabilire un nuovo ordine che porti alla rinascita dei valori di comunanza ed appartenenza – poi cercherò di capire di cosa sto parlando. L'unico nome che mi viene in mente è “Ordine della Fenice”.»
Sentendo quel nome, Muzet scoppiò a ridere.
«Che c'è?»
«Ero convinta che avresti detto “Ordine delle Maid”. Le cameriere fanno ordine e tutti le amano, sono un valore che accomuna.»
Tatsuya la guardò incredulo.
«Lo ammetto, ci ho pensato, ma per che tipo di personaggio mi hai preso?»
«Per quello che sei.»
«Immagino che questa volta lo si possa dire: tale cugino, tale cugina.»
«E se sommati facciamo comunque zero.»
Edited by .Micael. - 26/8/2016, 19:32. -
.Tatsuya afferrò subito l'importanza capitale della questione del nome. Chi poteva mai unirsi a un gruppo che avesse un nome scrauso? Purtroppo, lo stesso Tatsuya ammetteva di non essere bravo nei nomi.
E in effetti sentendo il nome che Tatsuya propose, Haiiro non poté evitare una smorfia. Non gli piaceva. E poi rischiavano che una scrittrice facesse loro causa. Il nome successivo, azzeccato da Muzet era meglio... cioè, non lo era, ma era divertente.
«Quindi, seguendo questa logica... a me toccherebbe proporre l'Ordine del cafè. Del resto tutti apprezzano il caffè, chi più, chi meno zuccherato.»
Sorrise un attimo, ma poi tornò a pensare a un possibile nome.
«Uhm... l'ordine della Fenice non mi piace...visto che siamo minus e anormali meglio mettere un animale “misto”, come il grifone... basta che non sia d'oro. Oppure la sfinge, la chimera, il cavalluccio alato... roba così.»
Provò a ripetere i nomi per sentire come venivano: «ordine del grifone... ordine della sfinge... ordine della chimera... ordine di Pegaso... ma è proprio necessario che ci sia la parola ordine? Potremmo chiamarci solo la Chimera ad esempio.»
Si fermò un attimo a pensare. Quello gli piaceva già di più, ma non era così caratterizzante come avrebbe voluto.
«Avete detto che siete uno zero anche sommati... la classe 0? Positivi e negativi che insieme si assommano e sottraggono? Ma non mi piace che il risultato sia zero...»
Era difficile trovare il nome giusto.
«Oppure la classe proibita, i mangiadestino, gli al di là dei segni, la linea di confine, il vaso di... il vaso di... sai di chi era quel vaso? Quello che dentro contiene un gran casino che sarebbe meglio non aprire, ma che sul fondo ha la speranza. Ecco, quello là.»Made with chibimaker
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.I nomi fioccavano, ma nessuno aveva la forza di rimanere impresso, come della neve che dopo essere caduta fitta si scioglie al sole prima di poter attecchire a terra e senza lasciare nulla dietro. Haiiro seguiva i nomi che venivano detti alternatamente da Muzet e Tatsuya, ma era sempre più incerto e, arrivati agli acronimi, si era definitivamente perso. Invece di cercare di recuperare un filo che aveva smarrito, decise invece di concentrarsi sull'unico nome che lo avesse ispirato fino a quel momento: “Absolute”. Però le proposte di Muzet sul nome che potesse accompagnare quel “Absolute” non l'avevano convinto e lui da solo non riusciva a trovarne uno. Quindi decise di rivolgersi alla Musa dei loro tempi, all'oracolo che a tutto risponde, al grande indovino che si espande per tutto il mondo. In altre parole, Internet.
Fu mentre era intento a quella operazione che Tatsuya gli rivolse la parola.
«Mh...? Cosa ne penso...? Eviterei le sigle, ricordarle e spiegarle poi è sempre un casino... Dei nomi che avete detto mi piaceva quel “Absolute”, anche se... bisognerebbe trovarli un degno compagno.»
Aveva parlato muovendo la testa dal cellulare a Tatsuya e Muzet, e viceversa. Era intento nella sua ricerca: aveva scritto su google la parola “Absolute”, ma non trovando i risultati desiderati aveva aggiunto il termine “quotes” e aveva spostato la ricerca su “immagini”. Una serie di immagini contenenti aforismi di personaggi più o meno famosi con la parola “Absolute” aveva fatto la sua comparsa e Haiiro le stava scorrendo alla ricerca dell'ispirazione, commentandole di volta in volta.
«Mhm... “Absolute power”... no, questa sembra da cattivi e poi ci diranno che siamo “absolutelii corrupts”... Allora vediamo:“Absolute comunication”... “Absolute truth”... “Absolute reality”... no a tutte... Questa frase non ha neanche la parola “absolute”, però mi piace, sentite qua, ve la traduco:”1 universo, 9 pianeti, 204... contries? (che c'entra la musica?), 809 isole, 7 mari. E ho avuto il privilegio di incontrare te”. Potrei usarla... no, so già che non apprezzerebbe una frase così evidentemente riciclata.»
Detto questo restò in silenzio, continuando a scorrere i risultati. Era deluso: nessuna delle frasi suggeriva un buon nome. Inoltre stavano cominciando a ripetersi fin troppo spesso. Stava per arrendersi quando vide una faccia simpatica e calva, aperta in un grande sorriso. Al suo fianco c'era un aforisma: “Madness is the absolute break with the work of art...”. Non lesse il resto della citazione, ma balzò direttamente al nome di chi l'aveva scritta/pronunciata: Michel Foucault. Doveva almeno sapere il suo nome per ringraziarlo: grazie a lui aveva trovato quello che sarebbe potuto diventare il loro nome.
Alzò di nuovo gli occhi verso Tatsuya e Muzet e fece la sua proposta.
«Che ne dite di “Absolute Break”?Made with chibimaker
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.Il nome aveva trovato tutti d'accordo, anormale, minus e musa. Messo via il cellulare, Haiiro si stiracchiò sulla sedia, soddisfatto. Si accorse che, tutto assorto alla ricerca del nome perduto (in fondo l'avevano dovuto cercare, cosa che si fa per qualcosa che è stato, appunto, perduto), non aveva neanche finito il caffè. Era quasi imperdonabile, ma visto che era per una causa superiore si sarebbe perdonato.
Tatsuya stava già pensando al dopo, ma lui voleva concentrarsi sul presente per il momento, e quale modo migliore che assaporare il caffè? Portò la tazza alla sua bocca, aveva già le labbra appoggiate ai suoi bordi, presagendone l'aroma, quando Muzet propose un brindisi. Neanche lui poteva prima bere il caffè e poi fare il brindisi (anche se la tentazione c'era). Con un dispiacere mitigato solo dal sapere che il piacere del caffè era solo rimandato – e di poco – Haiiro portò in alto la sua tazza di caffè per brindare e fece risuonare la sua voce dopo quella di Muzet.
«Lunga vita all'Absolute Break!»
Sentiva che c'era qualcosa che non andava nella sua declamazione, ma almeno aveva evitato di augurare all'Absolute Break figli maschi. Sarebbe stato maschilista.
Fatto il brindisi, poté godersi il caffè. Lo finì in quel sorso e posò la tazza soddisfatto. Visto che si era goduto il momento (e caffè) presente, ora poteva pensare alla domanda di Tatsuya.
«Come fare per farci un nome, adesso che abbiamo un nome...? Potremmo appendere uno striscione con scritto “L'Absolute Break apre ufficialmente” nella scuola. Magari dall'albero che stasera hai inserito nella parete, così sembra fatto apposta. Certo, scritto così nessuno capirà di cosa si tratta, ma questo gli darebbe un... come si dice... alone di mistero. Oppure si potrebbe scrivere qualcosa come “Non credete negli assoluti, credete nell'Absolute Break”. Potrebbe diventare uno dei nostri slogan.»
Si fermò un attimo a riflettere. Quella sera gli sembrava di essere una fucina di idee.
«Ah, quasi dimenticavo... bisognerebbe pensare anche a chi reclutare. Non sarebbe male avere Galatea e tutto il suo gruppo, anche come potere dovrebbe essere adatta... E se conosci qualche altro minus da contattare, così che mi faccia compagnia...»Made with chibimaker
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.Alla proposta di Tatsuya di far entrare Kuro e Goro, Haiiro annuì. Conosceva entrambi ed erano tipi affidabili. Kuro l'aveva accolto il primo giorno di scuola, insieme a Tatsuya stesso e Galatea, Goro invece gli aveva concesso un momentaneo riposo - due giorni - dal sonno e dalla stanchezza. Però, adesso che ci pensava, stranamente o forse non così stranamente si accorse che lui...
«Non ho mai visto combattere nessuno dei due. Ma l'anormalità di Goro ho visto che è straordinaria, di sicuro è utile anche in battaglia. E Kuro fa parte del club di kendo... è un combattente, quindi, no?
In ogni caso, sarebbe ottimo se entrambi si unissero.»
Tatsuya fece altri nomi. O meglio, fece un nome, quello della sua sorella, o meglio di una sua sorella, che era anche un minus. Se era sua sorella forse lavorava anche al Maid insieme al fratello, ma a Haiiro non gli sembrava di aver mai sentito il nome Cheria rivolto a una cameriera. Ma con la testa che aveva, non era certo sorprendente che non si ricordasse un nome di una cameriera. Era più sorprendente che se ne ricordasse qualcuno.
L'altro nome non detto era di una persona che forse era minus forse no, forse era un anormale forse un normale. Chissà, verificare non avrebbe fatto male. Forse. Dipende dal tipo di verifica. E dalla fortuna della persona in questione. Con gli anormali non si può mai sapere: del resto il secondo incontro di Haiiro con degli anormali in quella scuola era stato con una dominatrice dei venti intenzionata a spazzarli via.
Comunque la cosa migliore per Tatsuya era cominciare da Goro e Kuro. Haiiro non aveva nessuna obiezione.
«Perfetto. Allora iniziamo da Kuro e Goro. Sai dove trovarli?»
E si portò di nuovo la tazza di caffè alla bocca. Solo allora si accorse di qualcosa che non andava: aveva già finito il caffè.Made with chibimaker
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Sarò rapido e indolore, visto che avete letto la mia one shot asd
17 AD ENTRAMBI, GIOITE, BAMBINI, GIOITE!.