[CONCLUSA]Double Shadows

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    Haiiro ha sospirato, ma tanto io so la verità: anche a lui non dispiace questo sviluppo della situazione. Almeno una parte di lui desidera confrontarsi e mettersi alla prova con gli altri. La parte di lui che è finita in me.

    «Shero, sei tu?»
    Vorrei rispondergli qualcosa tipo “no, sono babbo natale”. Chi altro potrei essere, se non me stesso? A volte le persone sono davvero lente… oppure è colpa del mio schiaffo? Non credevo fosse così forte da far rimbambire le persone. Comunque per togliergli i dubbi alzo la mano con il pollice verso l’alto.
    «Sono io… in corpo e ombra.»
    Ah sì, credo che persino voi ve ne siate accorti, ma ho ripreso io a narrare gli eventi. Spero non vi disturbi il cambio continuo da un box all'altro, ma è giusto così: visto che sarò solo IO a combattere, il punto di vista sarà il MIO. Haiiro può pure sbadigliare ai margini della scena, come sta in effetti facendo in questo momento. Enma intanto si dice disposto alla sfida, ma aspetta il consenso del mio… “padrone”? Mah, sì, diamogli questa illusione.

    «Beh… per me non c’è nessun problema. In ogni caso Shero non può morire o venire distrutto permanentemente. Anzi, in verità non sei l’unico a voler testare il proprio allenamento e le proprie capacità.»
    Ora sorride, soddisfatto. Visto? Ve l’avevo detto che sotto sotto non gli dispiace affatto. Impulso da minus, certo, non ordinato, è vero, ma… indesiderato? Affatto, era lui che lo voleva. Come lo voglio io.
    «Non andarci… piano, Enma… io non ci andrò.»
    Sento un’onda di preoccupazione da parte di Haiiro. In effetti Enma non può mica rigenerarsi come me e non so neppure la mia compagna-ombra come reagirebbe a un attacco. Vorrà dire che eviterò attacchi potenzialmente invalidanti o letali. E comunque di fisico rimango sempre più debole di un umano, non dimenticatelo.
    «Andiamo fuori allora.»
    Haiiro prese a camminare verso l’uscita, mettendosi in testa al gruppo – è forse superfluo dire che io lo seguo da dietro… come un’ombra? – salvo raggiungere le scale e mettersi discretamente di lato per far passare avanti Enma, o comunque stargli di lato. Lo sapevo, ha dimenticato l’uscita, o meglio non ne è più sicuro. E nel mentre che si fa di lato, si è messo a discutere con Enma, come fosse per parlare che si è fatto in parte!
    «Quindi ti stai allenando? Che tipo di allenamento è?
    Sai, da quando ho sbloccato il Shadow Yourself, anch'io ho cominciato ad allenarmi, visto che le mie capacità fisiche e le mie competenza si riversano su di lui. Forse riuscirò a farmi allenare da Nekomi Nabeshima, non so se la conosci... è chiamata "la regina dei falli" ed è una judoka. Prima di andare da lei non pensavo di potermela cavare... però forse mi sbagliavo. Anche se pure con lei, al momento, la situazione è piuttosto... bloccata, diciamo?»

    E così via. Ho messo il suo discorso come unitario, ma ci sono pause in cui lascia parlare anche Enma, se questo gli vuole rispondere. Nel mentre raggiungiamo l'esterno e ci mettiamo dietro la villa, riparati dallo sguardo. Non che passi molta gente di qua, ma è sempre una sicurezza in più.

    «Per quanto riguarda Shero, lo scontro può continuare finché gli rimangono pezzi attaccati al corpo. - più che vero - ma lo stesso non si applica per te, Enma... Diciamo che l'incontro continuerà finché uno non si arrende, non è più nelle condizioni di combattere, o si ferisce, questo per Enma, in modo grave?
    Sperando che non succeda nulla del genere.»
    Aggiunge trafelato subito dopo.
    È comunque un discorso fin troppo sensato per i suoi standard... forse perché è consapevole che lui non deve fare nulla? Ad ogni modo, mentre aspetto la replica di Enma, affilo i miei artigli... non letteralmente, almeno per ora. Voglio provare ad affrontarlo come un essere umano, all'inizio, senza modificare il mio corpo.
     
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    Non andarci… piano, Enma… io non ci andrò.
    Shero stesso mi stava dando il permesso, voleva davvero combattere così tanto? Io di sicuro non mi sarei tirato indietro, ma pensare che un'ombra come lui sia il riflesso di un anormale come Haiiro... che le nostre ombre siano il nostro opposto? Avrebbe senso come ragionamento, ma allora sarei curioso di scoprire il carattere della mia.
    Se non puoi venire distrutto permanentemente non vedo perchè dovrei limitarmi. Io non sono così resistente, però puoi mostrarmi quello di cui sei capace senza troppi problemi, non ti preoccupare.
    Il ragazzo dunque fece strada verso la porta d'uscita, portandosi però di lato arrivati alle scale, per chiedermi delucidazioni sui miei allenamenti.
    Beh, sono degli allenamenti costruiti apposta per il combattimento: come vedi oltre alla mia anormalità non ho grandi qualità fisiche, e anche il mio potere è piuttosto difficile da poter usare per difesa, quindi mi sono un po' dovuto arrangiare con quello che avevo. -non potevo certo spiegargli della questione degli Eater. O forse avrei dovuto? Magari in un altro momento, quello era un attimo di pausa prima di uno scontro, il momento delle spiegazioni e delle chiacchiere era finito.
    Anche lui stava seguendo degli allenamenti, però aveva un'istruttrice specializzata nell'arte del Judo, quindi molto diverso dal mio tipo di allenamento. Certo che essere personalmente allenati dalla "Regina" di quell'arte doveva essere un onore -o forse stavo fraintendendo qualcosa?
    Il Judo? Quell'arte marziale dove si impara a paralizzare l'avversario dici? Non deve essere una passeggiata, buona fortuna con gli allenamenti futuri!
    Una volta arrivati sul retro, Haiiro mise qualche regola all'incontro, se non altro per assicurarsi che non avvenissero incidenti indesiderati o simili. Effettivamente, anche se sembrava implicito, specificare è sempre la scelta migliore.
    Per quanto riguarda Shero, lo scontro può continuare finché gli rimangono pezzi attaccati al corpo. - più che vero - ma lo stesso non si applica per te, Enma... Diciamo che l'incontro continuerà finché uno non si arrende, non è più nelle condizioni di combattere, o si ferisce, questo per Enma, in modo grave?
    Per me va più che bene, nulla da ridire. Tieniti pronto allora!
    Se Shero è un'ombra, e anche poco fa hanno dimostrato di poter entrare in contatto, potrebbe essere l'opportunità per combattere con la mia! Magari dopo questo incontro potrei finalmente capire qualcosa di più su come farle prendere una forma fisica.
    Si comincia.
    Sapendo che Shero poteva cambiare forma, andargli incontro a testa bassa forse non era la migliore delle opzioni, ma qualcosa potevo metterla in pratica: concentrai un po' di sfortuna per formare una spada nel braccio destro [1AP] e corsi contro l'ombra tentando un affondo seguito da un fendente dal basso verso l'alto [2AP], ma non prima di aver attivato il campo di energia negativa [1AP] così da permettere maggiori possibilità di riuscita dei colpi.
    In ogni caso, che fossero o non andati a segno, qualche effetto avrei dovuto ottenerlo per via dell'affinità di Shero con i poteri legati alla mia ombra, e mi sarei comunque pronto a parare o evitare eventuali colpi diretti [1AP].


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    Enma e Haiiro parlano dei rispettivi allenamenti. Sento il secondo cominciare a spiegare in cosa consiste il judo, in risposta a un’affermazione del primo… ma direi che posso anche saltare la cronaca di questo loro dialogo. Del resto quello che ci interessa è lo scontro. O, quantomeno, interessa a me e visto che sono l’attuale PdV ho la possibilità di scegliere cosa riportare e cosa no. Quindi saltiamo la riepilogazione di quanto già detto e riprendiamo da quel “Si comincia”.
    Enma usa la sfortuna per formare una spada che impugna col braccio destro. Non sapevo che poteva farlo, chissà se lui lo sapeva o se l’è inventato adesso? Ma è triste, io volevo un sano combattimento corpo-a-corpo e lui tira fuori la spada… del resto ha trovato un avversario, me, su cui l’ombra funziona, quindi dal suo punto di vista fa bene a esplorare nuove possibilità. Ho deciso: anch’io farò quello che mi conviene per accumulare esperienza, a dispetto delle sue aspettative. Avevo detto che non avrei cambiato forma subito e così farò. Han tirato fuori il judo, perché non mostrarglielo nel concreto?
    E così, quando Enma si precipita verso di me e prova un affondo con la sua spada, io mi getto addosso alla sua spada, lasciando che si infili per bene nel mio corpo, cerco di afferrargli il braccio con cui tiene la spada per impedirgli altre mosse e con l’altra mia mano sferro un pugno in faccia, sul naso per la precisione, cercando di ricordare i consigli di Nabeshima per usare nel modo più efficiente possibile la propria forza [2 PA]. Sperando di averlo sorpreso – con la mia mossa – e preso – col mio pugno – sfruttando la corta distanza che ci separa mi appresto a eseguire una tecnica di judo, il seoi nage, la prima mossa che Nabeshima ha insegnato a me, o meglio a Haiiro: sfrutto il braccio che avrei dovuto avergli afferrato, faccio passare l’altro mio braccio sotto la sua ascella, ruoto e usando la mia anca come leva cerco di proiettarlo al suolo [1 PA].
    Descrivere le tecniche del judo non è facile, metto un'immagine che rende, spero, più chiara l'idea.
    ippon-seoi-nage_med_hr

    È la prima volta che lo uso fuori dall’allenamento, vediamo cosa viene fuori… per non parlare del fatto che non preverrebbe di avere una spada infilzata nel petto. Se funziona (o anche se non funziona) mi ritiro indietro, stando reattivo per schivare eventuali altri colpi [1 PA], nel mentre avvio la rigenerazione della mia ferita, o meglio del buco che ho sul petto [1 PA. La rigenerazione parte dal turno successivo].

    «Contro di Shero sono più efficaci i colpi di taglio che quelli di punta…»
    E glielo vai anche a dire?!
     
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    L'affondo con il quale avevo tentato di colpire l'ombra di Haiiro sembrava non aver sortito effetto: sprofondò letteralmente in quella massa oscura senza che Shero ne soffrisse, ma forse dovevo immaginarmelo da un'ombra solida. Ma non era finita: mi afferrò il braccio che stavo usando per impugnare l'arma, per trattenermi o bloccarmi, e mi sferrò un pugno in pieno muso.
    Il dolore mi debilitò, ma non fu particolarmente forte o almeno non lo percepii come tale, piuttosto sembrava che il fatto di essere un'ombra rendesse quella creatura più debole fisicamente (o quello o il fatto che era comunque l'ombra di Haiiro...). Tenendomi afferrato, tentò una presa, forse una mossa di judo, che però riuscii ad evitare spingendo Shero con le braccia della mia ombra [1AP], sperando di allontanarlo un po'.
    Intanto mmi accorsi che dal naso usciva un po' di sangue, e non mi pareva una cosa tanto carina.
    Bel colpo Shero, non mi aspettavo che saresti stato in grado di sopportare un colpo simile senza battere ciglio, ma forse avrei dovuto pensarci prima. Haiiro, tu non senti dolore? Non è trasmesso quello vero?
    Un po' mi stavo preoccupando: avevo deciso di accettare la sfida di Shero proprio perchè essendo un altro individuo pensavo sarebbe andata bene, ma non si sa mai visto che restavano comunque collegati.
    Contro di Shero sono più efficaci i colpi di taglio che quelli di punta…
    Ecco, questo era inaspettato, molto più dell'affondo mancato di prima. Colpirlo di taglio effettivamente mi garantiva almeno di menomarlo e impedirgli certi movimenti, di fatto quell'ombra non provava dolore e ridurlo ad un groviera di affondi non sembrava sortire effetto.
    In ogni caso richiamai l'ombra, stavolta completamente, e un'altra spada nella mano sinistra [1AP], così scattai avanzando verso il mio avversario, utilizzando prima le mani della mia ombra per afferrarlo [1AP] e tentare di tenerlo fermo e poi le due spade tentando un colpo incrociato al petto [2AP] sia che fosse stato bloccato sia che si fosse liberato.
    Non mi aspettavo di distruggerla completamente, ma sarei dovuto riuscire a causargli delle ferite per lo meno semi-gravi, o almeno così speravo. Mi mantenni in guardia con le due spade, pronto a parare o schivare un prossimo possibile colpo con esse [1AP].
    Vediamo se almeno questo riesce a fare qualcosa.


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    Il mio pugno va a buon fine, ma la mia successiva presa viene respinta da Enma. Forse il colpo era stato troppo debole, tra la bassa forza fisica di Haiiro e la mia natura di ombra. Ma è anche vero che fare una presa di judo in allenamento, su un esercizio prestabilito e con un compagno più o meno consenziente, è diverso dall’eseguirla in un combattimento vero. O quasi vero. Serio, ma simulato. Insomma, ci siamo capiti.
    Enma si preoccupa del mio corpo-e-sangue (è uno dei modi con cui indico Haiiro; in realtà mi è venuto in mente sul momento, ma non è male, voi che ne dite?), ma questo scuote la testa indicando che non sente nulla. Una reazione blanda, ma è dovuto al fatto che si sta guardando intorno. Sento che sta cercando una caffettiera o una macchinetta del caffè funzionante. In un reparto di scuola abbandonata e dismesso. Auguriamogli tutti quanti che la (s)fortuna di Enma sia con lui. O anche no tanto, fortunato o sfortunato che sia, non la troverà lo stesso. Io mi concentro su Enma, non ho tempo per stare dietro al mio altro-me in crisi di caffeina. Tra l’altro il minus portaiella (primariamente a sé stesso) adesso ha due spade… come si dice, two is megl che uan.

    Si getta verso di me, ma a partire prima sono le mani della mia compagna ombra. Che voglia… abbracciarmi? Mi ha fatto piacere incontrare un compagno e non nascondo che c’è una certa sintonia tra di noi, ma per essere la prima volta che ci incontriamo mi sembra troppo, in fondo sono un tipo timido e candido (sento Haiiro ridacchiare agli angoli della mia mente). Mi spiace, ma dovrò rifiutare il suo approccio. E lo faccio usando lo Shadow’s Change per far spuntare dal mio corpo due spuntoni verso le mani della mia compagna ombra [1 PA]. Se non posso accettare il suo abbraccio, voglio almeno cercare di regalarle due stigmate in cambio. Tenuta a distanza dagli spuntoni, la mia compagna ombra non dovrebbe riuscire ad afferrarmi, e quando Enma sferra il suo attacco io dissolvo il cambiamento di forma e balzo all’indietro [1 PA]. I doppi fendenti di Enma lambiscono il mio petto, penetrando per due o tre centimetri, ma quel genere di ferite non mi disturbano. Come non mi disturba eccessivamente la caduta che faccio subito dopo, quando in seguito al balzo invece di atterrare scivolo per terra. Un umano si lamenterebbe dei danni al sedere, ma a me fa male solo la dignità. Nello stesso momento, Haiiro fa crollare una pila di libri sotto cui aveva avuto l’impressione di vedere qualcosa. Forse non avrei dovuto invocare la sfortuna di Enma su una persona che in fondo è me? Comunque mi rialzo e avvio la rigenerazione delle nuove ferite [1 PA]. Il buco in pancia si è già richiuso, meglio, era antiestetico. Il mio avversario invece si è messo sulla difensiva.

    Però è un problema. Con quelle spade Enma ha il vantaggio della distanza, non riuscirei ad avvicinarmi troppo a lui, se non al prezzo di farmi tagliuzzare per bene. In più, ha l’aiuto della sua ombra. Mentre il mio compare non ha fatto altro che farsi crollare dei libri addosso e quelli non sono molto utili in una simile sfida… o forse sì? Il mio compagno ombra può toccare e ferire me, ma non è ancora in grado di farlo con gli altri oggetti. Attraverso Haiiro ho visto dove sono, quindi non ho problemi ad afferrare e lanciare verso Enma i diversi libri [1 PA]. Le spade dovrebbero essere immateriali verso di loro e anche se dei libri non sono il mezzo migliore per ferire un avversario (ma mai dire mai, pensate a quel compagno di Pinocchio colpito in testa da un libro), spero che almeno lo distraggano. Per ultimo lancio una scatola, precedentemente adocchiata da Haiiro. O meglio, fingo di lanciarla, mentre in realtà la spingo dall’interno attraverso il braccio che ho allungato tramite lo Shadow’s Change [1 PA]. Spero che Enma, distratto dai libri, non se ne accorga. Se riesce ad arrivare abbastanza vicino, modifico di nuova il mio braccio, perché le mie dita si trasmutino in artigli lunghi e taglienti (stile Lust di FMA, ma non così lunghi) che penetrino la scatola e colpiscano Enma[1 PA]. Possibilmente in un punto non mortale.
    “Possibilmente…?”
    Ignoro il pensiero preoccupato (in realtà neanche più di tanto) di Haiiro. Mia compagna ombra, prima avevi provato a toccare oggetti materiali e avevi fallito, non è così? Ma ora siamo nel mezzo di un combattimento vero (quasi vero, serio, simulato). È questo il momento in cui puoi superare i tuoi limiti, in cui puoi raggiungere nuove vette, sviluppare nuove abilità. Avanti, compagno ombra, grida con me: «Plus Ultra!»
    «Certo che fai proprio fede al nome di S(hadow)Hero…»
    Certo che tu vuoi sempre avere l’ultimo parlato in un post, eh Haiiro?
     
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    L'affondo con il quale avevo tentato di colpire l'ombra di Haiiro sembrava non aver sortito effetto: sprofondò letteralmente in quella massa oscura senza che Shero ne soffrisse, ma forse dovevo immaginarmelo da un'ombra solida. Gli avevo comunque lasciato un ricordino, un bel buco nel petto che quello si apprestò a rigenerare immediatamente - o comunque non prima di un bello scivolone.
    Wow, quindi Shero può fare anche questo? Incredibile, l mia invece...
    La guardai sofferente per i due buchi che Shero le aveva inflitto alle mani. Non sentiva dolore, in fondo doveva essere solo un ammasso di sfortuna, ma non doveva nemmeno essere contenta.
    Decisi che sarebbe stato corretto mantenere il campo di sfortuna [1AP] e le spade attive [1AP], per poter combattere contro un avversario che, dal canto suo, aveva tutto il suo corpo a disposizione come arma, vista l'abilità di trasformazione.
    Sfortuna volle che Haiiro e la sua ombra trovarono il punto debole della mia ombra e delle mie armi: la loro immaterialità. Contro Shero potevano funzionare, ma non erano abbastanza fisiche da colpire oggetti reali e Shero prese a lanciarmi addosso libri di ogni tipo, tutti quelli che riuscì a trovare. La sua ombra invece non aveva problemi a toccare la realtà...
    Per proteggermi dovetti coprirmi il volto, più di istinto che per altro, ma in ogni caso non facevano troppo male (eccetto uno che mi prese diretto nello stomaco, e a giudicare dal colpo doveva essere un'Enciclopedia). Piuttosto, non ero preparato a quello che sarebbe venuto dopo: una... scatola?!
    Pensavo che stessimo combattendo in un modo un po' più... convenzionale! Con Galatea non mi sono mai ritrovato a scappare da libri, solo da fiamme, vento, fulmini e ogni altro tipo di elemento... com'è che non so come comportarmi contro delle scatole?
    Ma forse in una situazione di pericolo come questa la mia ombra avrebbe potuto imitare il suo compagno/avversario e diventare tangibile, a quel punto avrei potuto provare ad usare il vantaggio in massa per avere la meglio.
    Forza! Ora ho davvero bisogno del tuo aiuto, se potessi trascenderti e proteggermi da questi libri poi potremmo contrattaccare!
    Non se lo aspetterebbe di sicuro. Puoi farcela, ho fiducia-

    Un dolore lancinante alla milza fermò il corso dei miei pensieri. Sembrava quasi che qualcosa di lungo e affilato mi avesse infilzato di colpo... un attimo, ma era andata proprio così!
    Ugh... ok, questa non me l'aspettavo. Bel colpo Shero, non pensavo che saresti andata addirittura così in fondo. Ma ora posso fare qualcosa anche io!
    Approfittando della distanza minima fra noi due ordinai alla mia ombra di afferrare il suo avversario, e mentre lei lo teneva fermo io avrei portato un doppio fendente a forbice con le mie due spade alla sua testa, nel tentativo di decapitarlo [2AP].
    Avrei voluto vedere come avrebbe reagito Shero senza testa: il suo corpo sarebbe andato avanti e avrebbe attivato la rigenerazione o sarebbe caduto inerme a terra? Successivamente avrei comunque portato due affondi al suo ventre stavolta.
    Un avversario simile è l'ideale per combattere: posso fargli qualsiasi cosa, continua a rigenerarsi ma risponde, quindi non è un semplice bersaglio finto, è un vero e proprio combattente immortale.


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    Il mio piano di colpire Enma tramite box ha funzionato e… questo è inaspettato. Sia per me che per Haiiro. Quando mai un nostro piano ha funzionato? Di solito tutti trovato una contromossa! E stavolta un po’ ci speravo, che la mia compagna ombra riuscisse a trovare la contromossa e a toccare anche gli oggetti concreti. Forse proprio perché ci speravo, non ha funzionato?
    Sono stupito, troppo stupito forse. Tanto da non riuscire a contrastare la mossa dell’ombra di Enma che mi afferra e da abbassare troppo in ritardo la mia testa. Infatti, nonostante il mio tentativo di chinarmi, le spade del Gatto Nero mi tranciano la testa dal naso in su, pressappoco. Non è una ferita mortale – non può morire ciò che non è vivo e un’ombra non lo è, se non forse agli occhi di colei che vede le linee della morte – ma la parte di testa tagliata, che si dissolve poco dopo, conteneva i miei occhi. Quindi non posso più vedere… non con la mia vista, almeno.
    Come misura d’emergenza intanto uso lo Shadow’s Change per assottigliare e ritrarre le parti del mio corpo che la compagna-ombra mi aveva afferrato, in modo che non mi stringa più, e mi getto in avanti verso Enma [2 PA]… prendendomi due spadate sul ventre. Decido di giocare allo specchio e trasformo le mie braccia in due spade, che poi affondo verso Enma a mia volta [2 PA]. Solo che le mie, di lame, non hanno la punta. Non credo che Haiiro apprezzerebbe altrimenti. Spero che l’impatto faccia male ugualmente.
    “Haiiro, vista!”
    Ma da Haiiro ricevo solo una sensazione di smarrimento e dolore alla testa. Dopo un po’ capisce che gli è caduto in testa una parte del controsoffitto. Non serve guardare molto lontano, anche perché al momento non ho gli occhi, per capire la causa dell’evento: è di sicuro opera del qui presente Rompi-specchi.
    Faccio partire la rigenerazione della testa [1 PA] e mi preparo a riutilizzare lo Shadow’s Change per creare spuntoni nel caso che la compagna-ombra cerchi di nuovo di afferrarmi [1 PA]. “E ora vediamo che succede”… rimando una simile battuta per quando riavrò gli occhi.
     
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    Se c'era una cosa che ormai avevo capito era che le ombre da me generate, per quanto mere concretizzazioni di sfortuna, potevano infliggere danni fisici all'ombra nemica. Del resto, pur essendo un malocchio concentrato, restavano sempre ombre, e si sa che solo un oggetto appartenente a quel mondo può colpirne un altro dello stesso tipo.
    Capii che era un po' come se fossero su un piano distinto dal nostro, infatti la mia ombra non poteva afferrare nulla di concreto ed ogni tentativo in questo senso si risolveva nella constatazione che fosse come un fantasma... ma allora come mai l'ombra di Haiiro poteva addirittura cambiare forma, trasformando le proprie braccia in due spade spuntate e arrecarmi dolore fisico? Che la mia proiezione non fosse ancora completa?
    Allora devo trovare cosa le distingue, piuttosto che ciò che le accomuna. - pensai tra me e me, mentre ormai in ginocchio mi tenevo la pancia con le braccia massaggiandola per far passare il dolore.
    Mentre Shero si ricopriva di punte - così ora avrei dovuto inventarmi un altro stratagemma per spupazzarlo con la mia ombra gigantesca - notai non solo che dalla sua testa, ora mozza dal naso in su, cominciavano a muoversi brandelli di ombra probabilmente per rigenerare la parte lesa come era successo poco prima per i buchi nel petto, ma anche che ad Haiiro l'ombra ora mancava, mentre il mio corpo continuava a proiettare la propria in risposta alla luce proveniente dalla finestra in aggiunta alla mia compagna.
    Haiiro, l'hai notata questa stranezza? - gli dissi, rialzandomi lentamente e con respiri più lenti del normale, ancora dolorante per gli affondi di Shero - Tu sei senza ombra, perchè la tua è qui davanti a me. Mentre io ne ho due se contiamo questo fantasma come mia ombra... Forse il motivo per cui non riesco a farle toccare gli oggetti è che metà della mia è ancora stesa sul pavimento. Forse se riuscissi a sollevare anche quest'ultima parte potrei renderla completa, tu che dici?
    Volevo sinceramente una sua opinione in merito, se fossimo riusciti ad elaborare una teoria da poter poi mettere in pratica per rendere la mia ombra più simile a Shero, allora non solo ne avrei giovato in molti altri casi, ma pure sarei diventato più simile ad Haiiro, e ogni minus sa che può contare solo su sè stesso per via dell'unicità del proprio potere e - soprattutto - degli aspetti negativi che questo comporta. Forse avremmo potuto spezzare questa regola, almeno per noi due.
    Tuttavia volevo anche guadagnare del tempo per recuperare fiato e distrarre i due mentre sollevavo violentemente entrambe le braccia da terra per tagliare a Shero almeno un braccio, dopo aver ripreso le spade che si erano dissolte poco prima mentre mi tenevo la pancia [2AP]. Forse la rigenerazione di tutte queste parti del corpo insieme gli avrebbe richiesto più energie ed una concentrazione maggiore, rendendolo vulnerabile e facendo scomparire le punte. Era solo una teoria, ma aveva una sua logica e valeva la pena tentare.
    Approfittando del fatto che la mia ombra non provasse dolore le comandai di colpire il suo avversario ombra con due pugni diretti ai fianchi, dove in teoria non avrebbe avuto più le braccia per difendersi [2AP]. Il campo di sfortuna sembrava sortire i suoi effetti, tanto che Haiiro venne stordito da un pezzo di controsoffitto che gli era caduto in testa, cosa che mi spronò a mantenerlo attivo [2AP].


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    Sembra che abbia fatto bene a usare lame a punte arrotondate per colpire Enma, altrimenti al posto di essere a terra a tenersi la pancia sarebbe a terra a tenersi la pancia. Ma con del sangue che uscirebbe a fiotti, fatto che per un essere di carne e ossa – flesh and blood – non è molto salutare per quanto la mia limitata esperienza mi dica. La cosa che mi sorprende è che, invece di reagire magari usando l’ombra per proteggersi da me, si mette a parlare. Una strategia per riprendere fiato? Visto che così anche la mia rigenerazione avanza, non mi spiace.
    «Haiiro, l'hai notata questa stranezza? Tu sei senza ombra, perché la tua è qui davanti a me. Mentre io ne ho due se contiamo questo fantasma come mia ombra...»
    «Mhm?» Haiiro non sembra capire molto bene, meno del solito direi. Credo che il pezzo di controsoffitto cadutogli addosso abbia una parte in questo.
    «Oh… beh, certo che l’avevo notato, cosa credi, che non mi sarei accorto di una cosa così evidente?» Neppure io che sono la sua metà d’ombra, capisco se stia cercando di darsi delle arie, sia serio, o sia il suo modo di scherzare.
    «Cosa ne dico…? Non ne ho idea, io ero capace di concretizzare la mia intera ombra fin dall’inizio. E fin dall’inizio poteva toccare le cose materiali. Credo che semplicemente le nostre ombre funzionino in modo diverso. Anche se in effetti si possono toccare… quindi hanno comunque una natura simile? In ogni caso provaci se pensi possa servire.»
    “Provaci se pensi possa servire…” che consiglio utilissimo per Enma. Ma, Haiiro, lo so che per te è difficile articolare qualcosa dotato di una sua logica interna, ma cerca di farlo parlare ancora un po’, in modo che la mia rigenerazione termini. Non è semplice combattere senza poter vedere.
    «Capirai. Io combatto sempre senza vedere, a occhi chiusi. Sono il campione dei combattimenti a occhi chiusi, io. Altro che furia cieca.»
    …Ha davvero risposto a voce alla mia sensazione mentale?
    «Coff…coff… Quello che voglio dire, Enma – eccolo che cerca di tornare sul soggetto fingendo che la frase detta prima non sia mai esistita – è che io funziono così. Concretizzo cose. Cose che non sono reali, non hanno consistenza. Sogni, ombre. Do loro realtà, materia, le rendo concrete, tangenti – si accorge che l’ultima non è la parola giusta, ma non si ricorda qual è quella corretta – Non so perché, ma sono fatto così. Tu invece… come funzioni? Perché dai alla tua sfortuna la forma di un’ombra? Se capisci come funziona, funzionerai meglio pure te. E sì, forse solleverai la tua ombra rimasta.»
    Uh, si è un po’ perso nel finale, ma per essere lui, ha fatto un discorso anche troppo articolato. Che la botta in testa gli abbia fatto bene?
    Ma, mentre l’altro-me di carne finiva questo discorso, Enma fa una mossa del tutto inaspettata e imprevedibile: approfittando della pausa e dell’inevitabile distrazione in cui cade chiunque è troppo preso dal parlare – come non io, ma l’altro-me sta facendo – mi attacca di sorpresa con un moto violento. Il suo attacco, che come ho già detto era totalmente imprevedibile, qualcosa che nessuno avrebbe potuto assolutamente prevedere, mi coglie di sorpresa – come potrebbe essere altrimenti? – mentre le sue spade tranciano le mie braccia…Just kidding.
    “Se sei a terra fingi. Se pensano di averti battuto, approfittane per colpirli di sorpresa” questo era stato uno dei primi insegnamenti che la regina delle scorrettezze mi ha impartito (o, per la precisione, ha impartito a Haiiro). Per questo ero stato particolarmente attento alle mosse di Enma. Persino Haiiro aveva fatto del suo meglio per non distogliere gli occhi dal magnete-di-sfiga. Inoltre un attacco a sorpresa andava bene, ma mi aveva dato troppo tempo, tempo per finire di rigenerare la testa e, con essa, gli occhi. Potevo metterci tutte le mie buone intenzioni, ma non potevo non schivare quell’attacco semplicemente balzando all’indietro [1 PA]. Purtroppo la sfortuna ci mette di nuovo il suo zampino facendomi inciampare su qualcosa, forse un libro, quando appoggio il piede al suolo dopo la mia schivata. In questo modo i due pugni della mia compagna-ombra mi raggiunsero, staccandomi qualche pezzo d’ombra dai fianchi. Mah, ricevere dei pugni non è piacevole neppure per chi non prova dolore, ma sopportare le avversità con una rassegnazione che è quasi tenacia è uno dei pochi punti negativi-positivi di Haiiro, quindi usiamolo. E usiamo anche questa circostanza, la vicinanza dell’ombra di Enma a me. Ritrasformo le mie braccia in… beh, braccia (ricordo che prima erano lame) e cerco di afferrare la mia compagna ombra per effettuare una proiezione di judo [2 PA]. Stavolta salto la spiegazione, diciamo che se va a buon fine dovrei riuscire a gettarla a terra. Anche se non so quanti danni possa farle. E c’è ancora Enma in giro con le sue spade, come fare… Ah, idea!
    “No, non ci pensare nep…”
    Ignoro il pensiero allarmato di Haiiro e corro verso Enma, solo per effettuare, quando entro nel raggio d’azione delle spade di questa specie di specchio rotto ambulante, lo scambio di persona effettuato a inizio role, lo Shadow’s Change [1 PA]. In questo modo Haiiro si trova al mio posto e io al suo. E le ombre di Enma non hanno effetto su di lui. Il bello è che Haiiro decide di seguire il piano che avevo in mente e attacca Enma con una mossa tipica del judo: un pugno al setto nasale dell’avversario, seguito da un altro pugno al plesso solare [2 PA].
    «Visto che tu e la tua ombra combattete assieme, non potevate certo aspettarvi che io rimanessi fermo a non fare nulla, giusto Enma? – In realtà è proprio quello che voleva fare, se non lo spronavo io – In fondo, non mi pare di aver mai detto che non potevo intervenire.»
    Che arie che cerca di darsi! Però non sapevo se Haiiro sarebbe davvero stato al mio gioco. Invece l’ha fatto. La cosa… mi rende felice. Anche se finito il suo discorso a Enma si gira per un attimo verso di me, con uno sguardo che esprime bene cosa sta pensando pure senza parole: “dopo io e te facciamo i conti”.
    Chissà cos’ha intenzione di fare, contro un’ombra che non prova dolore e non può morire. Nell’attesa di scoprirlo, mi avvicino a Enma e ombra.
     
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    C'era da aspettarselo, Shero vide la mia mossa e si gettò indietro evitando il mio colpo... del resto le sorprese non sono mai state il mio forte: una volta cercando di fare un regalo a Fuuta per il suo compleanno sono riuscito a lasciare il biglietto incompiuto sul lavandino della cucina in piena vista. Perchè lo lasciai lì? È una bella domanda, che merita una risposta ancora più bella, ma magari la riserverò per un altro racconto dal titolo "È forse sbagliato rimorchiare ragazze lasciando bigliettini in giro per la loro casa?" (forse ho letto troppe light novel...).
    Ciò che veramente mi aveva interessato però era il discorso di Haiiro sulla mia natura e della mia ombra. Non era un'ipotesi assurda, dopotutto è solo normale che due anormalità di due persone diverse, in quanto manifestazione del loro mondo interiore, siano esse stesse diverse. Forse mi sono lasciato trascinare troppo dal fatto che le nostre ombre fossero entrambe... ombre, ma il mio potere non riguarda la materializzazione, bensì la sfortuna.
    Haiiro ha detto che lui materializza cose che non esistono, dunque se già il suo potere primario era di materializzazione dovrebbe essere solo normale che lo sia anche il secondo. Allora il problema non è capire come rendere concreta la mia compagna, ma capire innanzitutto SE lei possa concretizzarsi, e non sia invece una proiezione della mia sfiga.
    Mentre io fantasticavo, Shero e Steve* si stavano dando delle legnate che se fossero state in carne ed ossa ora staremmo descrivendo un gore. Fatto sta che le uniche cose che riuscivano a schizzare erano occasionalmente gli arti di Shero, che poi si rigeneravano per tornare all'attacco più forti di prima.
    Quando però corsi incontro al mio avversario con le SLSC (Super Lame di Sfiga Concentrata... lo so, come si direbbe in gergo oggi questo nome è lame... ma dopotutto sono due lame, quindi va bene) venni sorpreso io. Io, che all'inizio avevo cercato di cogliere loro di sorpresa, venni a mia volta colto di sorpresa, e questo nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Ciò che mi aspettavo ancora meno però erano i pugni che Haiiro aveva pronti pronti per me e che incassai in pieno.
    Naturalmente dopo due colpi del genere rimasi senza fiato per un bel po'. Più che il dolore (inizialmente, poi fu maggiormente quello) a bloccarmi era proprio la mancanza di respiro derivante dal secondo colpo. Mi appoggiai sulle ginocchia, le SLSC si dissolsero insieme al campo di forza mentre la mia ombra senza alcun comando si avvicinò immediatamente a me, quasi fosse preoccupata per il mio benessere. Quando riuscii a respirare normalmente provai a dire qualcosa ai miei avversari, che se fossero stati davvero intenzionati ad uccidermi avrebbero avuto tempo più che a sufficienza per farlo due volte e di questo Galatea sarebbe stata più che delusa - e se lo avesse saputo mi avrebbe ammazzato una terza volta -.
    Ok... ok. Non me l'aspettavo. Più che il colpo a sorpresa mi sorprende quanto male tu riesca a fare con quel corpicino mingherlino, però direi di concludere qui la prova prima di farci male più seriamente.
    Certo che da che pulpito veniva la predica, non è che il mio corpo fosse più prestante del suo. Però senza fare paragoni era sorprendente quanto male potesse fare un suo pugno ben caricato - che abbia le ossa foderate in titanio per tutto il latte che ha bevuto da bambino? Magari un'altra volta glielo chiederò.

    *(vedi Tetrascontro)


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    Haiiro doveva ringraziare la sua Ombra. Nonostante l'irritazione per la mossa a sorpresa che aveva escogitato, era grazie a quella strategia se era riuscito a colpire Enma. Per la prima volta, si era servito con successo delle tecniche insegnate da Nabeshima. Inoltre aveva usato un inganno al limite delle regole – o forse proprio fuori – per colpire di sorpresa Enma. La senpai avrebbe dovuto essere orgogliosa di lui. Ma Haiiro stesso non si sentiva orgoglioso di sé. Forse perché la mano, dopo aver sferrato il pugno gli doleva (ma era abituato a botte e simili, causate dalla sua disattenzione), o forse perché… Boh, non lo sapeva. Poteva essere perché quello contro cui aveva combattuto era un minus come lui?
    Dalla sua Ombra, invece, sentiva felicità. Shero era soddisfatto perché avevano vinto.
    “Te l’ho detto, non era un vero combattimento, ma un allenamento. Vittoria o sconfitta non importano.”
    Ignorando le repliche mentali dell’Ombra, Haiiro si concentrò invece su Enma, che stava riprendendo fiato a terra, le lame svanite. La sua ombra si era posta vicino a lui, così come fece verso il Sognatore. Possessori ed ombre si trovarono così curiosamente simmetrici.
    «Ok... ok. Non me l'aspettavo. Più che il colpo a sorpresa mi sorprende quanto male tu riesca a fare con quel corpicino mingherlino, però direi di concludere qui la prova prima di farci male più seriamente.»
    «Più che la forza, è il come e il dove viene tirato il pugno a fare la differenza. Colpendo nel modo giusto, nel posto giusto, anche un minus debole come me può far male»
    Saggezza presa in prestito da Nabeshima, ma non pensava che la senpai se la sarebbe presa.
    Visto che Enma era ancora con le mani appoggiate alle ginocchia, Haiiro gli porse una mano per tirarsi su.
    «Sì, direi che va bene così.
    Allora, ti è servito a qualcosa questo allenamento?»

    «Io mi sono… divertito.» Affermò Shero.
    «Non ne dubitavo.»
     
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    Non ci volle molto perchè riuscissi ad alzarmi e rimettermi in sesto, Haiiro fu gentile e mi fece cenno con la mano che era pronto ad aiutarmi, ma potevo farcela da solo e gli dissi di non disturbarsi. Il pugno non era comunque troppo forte, ma come disse lui più che la forza importa come questo viene tirato. Immagino che in quanto minus abbia imparato molti trucchetti sporchi per sopravvivere agli scontri con i più fortunati, forse dovrei prendere esempio da lui.
    Ritirai la mia ombra, e guardai la stanza: avevamo fatto un bel casino lì dentro fra controsoffitti caduti e armadi devastati. Ma d'altro canto lì ci passavamo solo io e Galatea per allenarci, e l'avevamo ridotta anche in condizioni peggiori, quindi non c'era alcun problema.
    Sì, penso di avere le idee più chiare su cosa sia davvero il mio potere. Anche se molto mi resta sconosciuto sono comunque sicuro che prima o poi imparerò a comprenderlo come tu comprendi Shero, e chissà magari un giorno combatteremo di nuovo e saremo più sincronizzati.
    Ammiravo il suo rapporto con Shero, sotto più punti di vista. Non potevo sentirli pensare insieme e parlarsi, però dai loro scambi continui e dalla loro sincronia nello scontro si capiva bene che se la intendevano, cosa che io ancora non ero riuscito a fare invece. Ma questo incontro mi ha fatto capire che alcune anormalità, per quanto diverse le une dalle altre, possono avere dei punti in comune, e che le stesse anormalità nei loro punti in comune sono estremamente differenti.
    Insomma, non c'è da stupirsi se la mia funziona in modo differente dalla sua, pur essendo simile alla base; anzi, forse proprio perchè hanno presupposti simili sono così differenti. O forse semplicemente non sono mai state simili fin dal principio ed è tutta apparenza. Ciò che conta alla fine è che si comprenda ciò che si è e si tragga il meglio da ciò... ma è questa la difficoltà più grande per i Minus come noi.
    Spero che sia servito anche a te in qualche modo, anche se non ne avevi particolarmente bisogno.
    Quella giornata si era conclusa con qualche livido per me, però avevo avuto modo di conoscere più a fondo Haiiro e in minima parte anche me stesso tramite lui, dunque potevo dirmi soddisfatto. Ormai si stava facendo anche tardi, Fuuta mi aspettava e sebbene non mi ricordassi nemmeno il motivo per cui ero venuto alla Babele lo stavo bellamente ignorando per poter tornare a casa.
    Quella sera avrebbero dato il finale di stagione di MewMew Kissie Cutie e non potevo perdermelo assolutamente.
    Haiiro, grazie per quest'opportunità. Spero di non averti rubato il pomeriggio, mi dispiace se dovevi fare qualcos'altro. Vista l'ora penso sia il caso che io torni a casa, devo fare una cosa... molto importante. Mi tratterrei ancora volentieri ma devo scappare.
    Salutato il mio nuovo amico, con l'augurio di rivederci di nuovo al più presto - in realtà basta andare in caffetteria -, ci dividemmo per tornare ognuno alla propria casa, o camera di dormitorio a seconda. Il sognatore ha incontrato lo iettatore, e ora stavano per tornare alle loro vite quotidiane, senza però che questo incontro risulti privo di conseguenze.


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    Haiiro Kugatsu
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    Enma rifiutò la mano tesa di Haiiro e si tirò su da solo. Il Sognatore annuì tra sé. Se c’era qualcosa da ammirare nei minus, era il loro non arrendersi e sforzarsi sempre. Anche in quei piccoli frangenti.
    «Sì, penso di avere le idee più chiare su cosa sia davvero il mio potere. Anche se molto mi resta sconosciuto sono comunque sicuro che prima o poi imparerò a comprenderlo come tu comprendi Shero, e chissà magari un giorno combatteremo di nuovo e saremo più sincronizzati.»
    A quelle parole Haiiro si girò verso la propria Ombra e la guardò con un misto di diffidenza – non aveva dimenticato lo scambio a sorpresa – e contrarietà.
    «Ugh, non so se prendere a modello me e Shero sia la cosa migliore… Beh, in ogni caso esercitarti a comprenderla meglio sarà importante, di quello non ho dubbi. Però se assomiglia al mio Shero, è meglio se oltre che comprenderla inizi a diffidarne.»
    L’Ombra fece quella che voleva essere una faccia irritata e offesa, ma che a causa del suo aspetto, appunto, ombroso, non appariva dissimile dal normale. Né Haiiro né Shero se ne rendevano conto, ma proprio quel loro continuo punzecchiarsi sarebbe stato tipico, in due persone distinte, di un’amicizia affiatata.
    «Spero che sia servito anche a te in qualche modo, anche se non ne avevi particolarmente bisogno.»
    «Ti sbagli. Anch’io ho acquisito l’Ombra solo da poco tempo. Questa era la prima volta che abbiamo combattuto insieme, anche se solo per un istante.»
    Vero, ma non era solo quello. Non sarebbe riuscito a metterlo in parole, ma sentiva che quell’incontro gli era servito a qualcosa. Non sapeva definire quel “qualcosa”, forse l’aver incontrato un altro minus come lui, dotato di un potere per certi versi simile al suo, forse ad altro che non riusciva ancora a vedere. Infine Enma si scusò con lui e gli disse che doveva andare.
    «Non serve che ti scusi. Di norma il mio problema non è il tempo che mi manca, ma il tempo che ho in più e non so sfruttare – evenienza che derivava dal suo non dormire per la maggior parte delle notti. – E poi Shero non è l’unico ad essersi divertito.» Ammise Haiiro con un sorriso.
    «La tua espressione mentre gridavi terrorizzato da ‘Freddy’ era impagabile» affermò mentre il suo sorriso si distendeva in un ghigno divertito.
    Si salutarono, ognuno prendendo la sua strada. Forse era la stanchezza derivata dal combattimento – ma era strano, alla fine lui era intervenuto solo una volta, il resto lo aveva fatto l’Ombra – ma non si sentiva del tutto a posto. Per la strada lasciò vagare la mente, che spesso tornava a Enma, alla sua ombra e alla sua ‘particolare’, e piuttosto indesiderabile, anormalità. Come se stesse dormendo e fosse un sogno, immaginò un loro combattere assieme, o forse contro. Un combattimento dei due minus contro altri plus… di sicuro loro due ci avrebbero rimesso e avrebbero rimediato una brutta fine. Ma anche così, Haiiro era sicuro avrebbero dato del loro meglio – o peggio – fino all’ultimo istante prima della fine.
    SBAM!
    I sogni ad occhi aperti di Haiiro terminarono con un frontale addosso a un palo della luce, dritto sul naso.
    «Ahia… che male.» Che la sfortuna di Enma l’avesse contagiato in quel frangente? No, era semplicemente la sua quotidianità. Sognare ad ogni aperti e non essere concentrati hanno le loro a volte dolorose conseguenze.


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    Una narrazione eccellente sotto ogni punto di vista, non c'è che dire. Mi sono davvero divertito tanto e al tempo stesso il combattimento mi ha entusiasmato. Il modo in cui entrai i personaggi hanno messo in mostra i frutti del loro allenamento è stato davvero da applausi. Però quello che mi è piaciuto di più è Shero. Credo di avere un debole per Haiiro e il modo in cui viene ruolato. Questa sua dualità accentuata ancora di più dalla sua ombra è una cosa davvero bella da leggere. D'altra parte, il modo con cui Enma riesce sempre ad essere positivo nonostante tutta la sua sfiga è da ammirare. Ecco a voi l'exp.

    EXP HAIIRO: 20
    EXP ENMA: 19
     
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