Oneshot: One Day at Enma's, (Parte II)

Enma

Ehi, sicuro di stare bene? Non è che preferiresti tornare a casa?
No, tranquillo, sto benone.
Guarda che non ci sarebbero problemi, voglio dire, anche i professori si renderanno conto che ne hai bisogno.
Ho detto no. Davvero, ormai che ho cominciato devo vedere di finire.
Shirou sembrava piuttosto preoccupato, più di tutti gli altri in quella stanza poteva capire la mia situazione: quando ti volano i fogli con gli esercizi fuori dalla finestra perché le hanno aperte i tuoi compagni per far arieggiare l'aula, e sei costretto ad uscire e a seguirli per evitare di perderli, e nel farlo vieni inseguito da una coppia di cani perché correndo non ti sei accorto di aver urtato il loro padrone che evidentemente non li stava tenendo saldamente e quando ti saltano addosso cadi in una pozza di fango e dopo che ti sei rialzato realizzi che hai i vestiti sporchi e lacerati e hai perso mezz'ora di lezione rendendo vano tutto il processo di recupero dei suddetti fogli- ho perso il filo del discorso.
Ma sicuramente il senso vi è chiaro.
Questo ciclo infinito di causa ed effetto che a sua volta diventa la causa di altro ormai era tipico di queste giornate, che sono decisamente poche ma cariche di sfortuna come non si può immaginare: ricordo di quella volta che sono andato allo zoo per cercare di svagarmi, e accidentalmente non solo liberai alcuni animali dalle loro gabbie, ma entrai in quella dei gorilla e venni scambiato per un loro pargolo...
Aaaaah, che bei tempi! Non ricordo di essere stato amato tanto prima d'allora!
Sì, effettivamente non era la fortuna delle fortune, ma già cercavo di trovare i lati positivi.
Suonò la campanella, le lezioni erano finalmente terminate: ne avevo abbastanza di ruzzoloni, scale sotto cui dover passare -sì perché giustamente i tecnici dovevano mettere le scale proprio davanti alle porte e proprio di venerdì 17 per sistemare gli impianti, così era impossibile evitarle!- e compiti a sorpresa...
Bene. Le lezioni sono terminate, potete tornare a casa o dedicarvi alle attività dei vostri club. Noi ci rivedremo la prossima settimana.
Così il professore ci lasciò liberi di andarcene. Io e Shirou ci incamminammo verso casa; ormai era pomeriggio inoltrato, l'unica cosa che volevo era appunto tornarmene a casa e stare immobile: "se sto immobile non può succedermi nulla!" o almeno così credevo. Mi è già stato fatto notare dal corso degli eventi che anche stando fermo qualcosa può colpirti, come in quel momento.
Senti, non è che abbia paura o cosa, ma preferirei arrivare a casa il prima possibile, possibilmente illeso.
Ma mentre stavamo passando per il viale, esattamente sopra di me una signora stava liberandosi di cose come l'acqua con cui si lavano i pavimenti, così che mi fece una doccia al sapore di limone con dell'acqua sporca...
Uh, Enma...
No. Non direi nulla. Non voglio sapere. Andiamo avanti. -risposi guardando in basso.
Inutile raccontare di quanti gatti neri ci abbiano attraversato la strada sulla via del ritorno, come anche numerare tutti gli uccelli che volavano in verso sfavorevole, ma alla fine riuscimmo entrambi a cavarcela -su di lui non c'erano dubbi effettivamente, il viaggio era sempre il solito dopotutto-.
Una volta arrivato alla soglia di casa, controllai sistematicamente la porta e tutto ciò che la circondava, per evitare di avere brutte sorprese, anche se la rassegnazione stava cominciando a prendere il sopravvento, e mi avvicinai al pomello privo di forze e con sguardo arreso.
Sono così stufo di tutto questo... vorrei solo riposare. Mi sa che sarà difficile anche quello.
Fradicio e con i vestiti laceri, nonché sporchi nonostante il bagno chimico di poco prima, tentai di aprire la porta, invano dato che il pomello mi rimase in mano.
Ma... ma che sfiga... scommetto che sono l'unico in tutto l'Hakoniwa con la porta rotta così!
In effetti non doveva sorprendermi. La aprii allora spingendola forzatamente, ma non opponeva troppa resistenza, per cui.... mi ritrovai con la faccia per terra per la troppa spinta.
Ouch! Uff, che stupido, ho spinto troppo...
Doccia, e poi subito a letto, con le tapparelle chiuse per non far passare nemmeno un raggio di sole a risvegliarmi. Volevo solo starmene tranquillo. Come? L'ho già detto più volte? Eh, ora pure la vecchiaia... perfetto!
Bene, finalmente un po' di pace e tranquillità...
Dissi col volto affondato nel cuscino, socchiudendo gli occhi per prepararmi al dolce sonno...

TRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
Mhmmm... ma che diavolo? Non dirmi che...
Mi rialzai dal letto più stanco di prima, solo per constatare quanto già credevo: i miei vicini si erano messi a fare opere di bricolage con trapani e quant'altro.
...
...
Non ci sono parole per descrivere quel momento magico.

FINE! (Forse...)