Esta noche tonta

Multipla Chiusa

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    «Water is the best!»

    





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    Role per: Alex, Micael, Tabris e me (capitan ovvio)

    "ZORRO"_____
    Abnormal • Classe 2° S^9 • Femmina • Link Scheda
    Era una nottata come tutte le altre, per me. Beh, se escludiamo il fatto di non essere in Spagna ma esattamente dalla parte opposta del mondo. Già... Brutta storia, lo so. Ma c'è un tempo e un luogo per ogni cosa e adesso non è l'ora. Passiamo dunque a me, vestita con il mio "usuale" abito rosso molto attillato e molto sexy, con la frusta in mano e la maschera da volpe. No, non è l'inizio di un film porno perverso, frena la tua mente, maniaco giapponese. Mi stavo dirigendo in città, pronta a fare qualche malefatta: saltellavo dal tetto di un edificio ad un altro, come fanno nei cartoni che tanto amate, grazie alla mia elasticità e alla tensione. Ad un certo punto, noto quella che sarebbe stata la mia prima vittima: uno sprovveduto passante dall'aria mezza addormentata. Costui si trovava molto vicino al complesso Hakoniwa e davanti ad un caffè e un ristorante. Sembrava essere solo. Bene, non mi resta che...
    Ma fu proprio in quel momento che scivolai giù dal cornicione, rimbalzando una volta toccato il suolo e finendo proprio davanti al malcapitato passante, atterrando con un tonfo ovattato. Lui mi osservò, con fare terrorizzato, quasi come se avesse visto un fantasma.
    BUH!
    Mi bastò soltanto quello per fargli emettere un urlo acutissimo e tremendo e farlo scappare via a gambe levate.
    AHAHAHAH Proprio uno spasso questi stupidi bifolchi! *1 esclamai ad alta voce, buttando a terra dalle risate.
    HERMOSO, HERMOSO! El siguiente!! *2
    Coded by ¬SasoRi


    Note


    CITAZIONE
    *1: Manca il verbo essere volutamente, in quanto a volte si dimentica di metterlo visto che in giapponese lo inseriscono a fine frase;
    *2: significa "Bellissimo, bellissimo! Avanti un altro!"
     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    Vi capita mai di essere colti da un improvviso ed irrefrenabile desiderio di guardare le stelle? È un desiderio forte, irrefrenabile, che ti ossessiona e ti impedisce di dormire. Questa notte, infatti, non la sto passando nel mio letto: sono fuori, disteso sul tetto di uno degli edifici più alti nelle vicinanze della scuola, con lo sguardo fisso verso l'alto. Le luci che provengono dal basso me le hanno quasi rubate tutte, le stelle, ma quelle poche che riesco a vedere mi consolano. Mi ricordano che lassù c'è un vuoto più grande eppure più affollato, luminoso, vivo, di quanto si possa credere di conoscere.
    Come sono strani i pensieri che mi tengono sveglio. Cosa hanno a che vedere con me? Dovrei smettere di ragionare e lasciarmi andare a questa pace. Non c'è nulla per cui essere infelice. Anzi, con quella che è la mia quotidianità, immagino che sia pieno di gente che darebbe via tutto per poter fare a cambio con me, o anche solo per poter essere il principe di una adorabile ragazza volpe. Ma quanto parlo? E poi finisco sempre con il pensare a Foxy…
    Mi sa che sono tanto assuefatto da lei che mi basta stare dieci minuti senza stringerla a me e farle tante carezzine che subito vado fuori di testa e la inizio a vedere anche nelle nuvole che… non ci sono nubi in cielo! Se ci fossero non vedrei le stelle, che comunque non vedo propriamente a causa delle luci della città e quelle che vedo sono così poche che mi danno un senso di vuoto e solitudine che scaccio pensando a Foxy… qui ci divento scemo!
    Ma ecco che a scacciare anche questo di pensiero ci pensa una improvvisa percezione, un movimento un po' particolare: con lo sguardo intravedo una sagoma. Elegante e sinuosa, salta sui tetti degli edifici con una mirabile agilità. Ad un tratto sembra aver notato qualcosa, salta ed atterra proprio davanti ad un passante terrorizzandolo a morte.
    Dalle curve che avevo intravisto avevo capito che si trattava di una donna, ma la sua risata e le parole che pronuncia mi dicono anche che, oltre ad una gran mattacchiona, è anche europea.
    Spagnola, per la precisione.
    É giunta l'ora di alzarsi da questo comodo tetto e provare a fare conoscenza, non mi capita spesso di poter incontrare altri europei, soprattutto spagnoli.
    Nascondendo la mia presenza mi avvicino al cornicione e finalmente posso vedere la sua immagine illuminata e… ecco, sapevo che prima o poi sarebbe successo, il mondo attorno a me deve essersi buggato del tutto. O qualcuno ha installato una mod sexy. »
    La ragazza è vestita di una attillatissima tuta rossa di latex, e non sto parlando del linguaggio di markup. Ha anche una maschera e la frusta. Che alla fine il mio tratto da protagonista mi abbia reso il protagonista di un film porno? Non lo so, sono confuso persino io! Ma ho una certezza: se dovesse succedere, mi comporterei da vero uomo ed andrei fino in fondo. Senza rancore e senza nulla di personale e… ma perché sto ancora qui a cincischiare? Non è che abbia davvero chissà che intenzioni, tanto mi rimbalzerebbe. Però devo fare qualcosa per metterla a suo agio, se indossa una maschera, e non sta cercando un partner per un rapporto servo-padrona, devo uniformarmi ed indossare anche io una maschera, magari che mi rappresenti in qualche maniera ma non faccia riferimento alle altre mie maschere. Uhm, si, questa maschera illusoria può andare.
    30-pieces-DIY-font-b-Mask-b-font-Hand-Painted-font-b-Masquerade-b-font-White
    Salto giù dal tetto atterrando dolcemente a qualche metro di distanza da lei.

    « Buonasera, señorita. »

    La prima parola è in italiano, la seconda in spagnolo. Una delle poche che conosco anche senza entrarle nella testa per sfruttare la sua conoscenza linguistica.

    « È proprio una bella notte per divertirsi, non le pare? »
     
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    Kasumi Natsui
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    Kasumi camminava nella notte per le strade. Non c’era un vero motivo per essere fuori a quell’ora tarda, se non il desiderio di camminare per strade vuote o semi-vuote, di respirare l’aria frizzante, piacevolmente fredda, di osservare i bianchi puntini di luce dipinte sulla tela nera della notte. Di camminare senza meta e lasciare la mente vagare, altrettanto senza meta. Ripensava a quanto era cambiata la sua situazione nel giro di qualche mese. Cambiamenti piccoli e grandi, che un tempo le sarebbero parsi impossibili.
    Aveva un ragazzo che amava, ricambiata. Un ragazzo con cui usciva regolarmente, con cui condivideva le giornate e i momenti intimi. Un ragazzo. Come tante altre sue normali coetanee. Un tempo aveva creduto che quella normalità le fosse preclusa.
    Viaggiava per le città di tutto il mondo grazie al potere del Merovingio, vendeva e dipingeva i suoi quadri agli angoli delle piazze, incontrava persone di ogni etnia e lingua. Non era qualcosa che le persone normali facevano, ma era un'anormalità di cui essere felice.
    Infine aveva scoperto le potenzialità del Breath-Taker. Più importante, aveva scoperto che il suo potere non era solo un minus negativo come per lunghi anni aveva ritenuto. Poteva servire per dare momentaneo sollievo ad anormali e minus gravati da un potere troppo grande per loro, sigillandone per qualche ora la forza. E la prima notte che lei e Haiiro avevano… beh, quella notte aveva scoperto che poteva anche guarire e ridare l’energia.
    La sua vita, per dirla in poche parole, sembrava aver imboccato i binari ideali. Eppure… eppure talvolta una profonda sensazione di insoddisfazione la invadeva. Era come un vuoto che si apriva dalla sua pancia e la corrodeva dall’interno. Un senso di incompletezza che non sapeva spiegarsi. Non le accadeva quando era con Haiiro o quando dipingeva, ma in altri momenti, come quando serviva alla caffetteria, oppure a scuola. O quando, come in quel momento, camminava da sola per la città.
    Non sapeva perché si sentisse insoddisfatta. Forse era cambiato tutto troppo in fretta, in modo troppo repentino, e si sentiva così perché non si era ancora adeguata a quella nuova situazione. Forse era lei ad essere incontentabile. Oppure aveva qualcosa di sbagliato dentro, qualcosa che le impediva di godersi la vita serena ottenuta. Ma il più delle volte, pensava fosse dovuto a qualcosa che le mancava. Qualcosa di cui sentiva il bisogno, che non trovava in compagnia di Haiiro, né nei suoi quadri o girando il mondo. Ma cosa fosse questo qualcosa, lo ignorava.

    A rompere la fila dei suoi pensieri, fu un urlo acuto, seguito da delle parole che sentì a malapena e non capì per nulla. Poco dopo Kasumi vide un uomo svoltare di gran fretta l’angolo e correre nella sua direzione. Dalla faccia si vedeva che era terrorizzato. Kasumi agì d’istinto, senza rifletterci sopra. Quando l’uomo fu vicino a lei – niente affatto intenzionato a fermarsi nonostante la faccia paonazza ne mostrasse l’affanno – attivò il Breath-Taker. Solo per un attimo e in modo leggero, sia chiaro, ma il calo improvviso di energia sommato alla fatica della corsa fu abbastanza perché questi perdesse l'equilibrio rischiando di cadere a terra. Fu Kasumi a sostenerlo; allo stesso tempo adoperò il suo Cast Down per ridurre l’emozione di paura, quanto bastava perché il malcapitato (denominazione che gli calzava proprio a pennello) riuscisse a parlare.
    «Che cosa succede? Perché scappi così?»
    «Ah… una ragazza… una ragazza è piombata dal cielo e mi ha…mi ha…»
    Si fermò nel mezzo della frase, senza neppure lui sapere cosa dire.
    “Piombata dal cielo? Interessante.”
    «Ti ha fatto del male? Minacciato? Rubato il portafoglio?»

    Scosse la testa. «Mi ha spaventato a morte.»
    “Insomma, non ti ha fatto nulla. E io che mi ero preoccupata.”
    Non aveva senso perdere tempo con un codardo del genere. Senza dire altro, Kasumi si alzò e si diresse da dove era giunto il tipo, ignorando le sue richieste di aiuto. Evitare una simile situazione sarebbe stato facile, bastava prendere un’altra strada… ma sarebbe stato altrettanto eccitante? Non credeva.
    Svoltato l’angolo, vide una strada lungo cui era posizionato un caffè (“sbaglio o è quello tappezzato da squisiti oggetti kitsch? I tramezzini però non erano granché”) e, poco distante, due figure. Si avvicinò, con la sua solita andatura sinuosa e senza affrettare il passo. I due sembravano star parlando e indossavano entrambi delle maschere: compagni di bravate a quanto pareva. Il tipo di prima doveva essere così spaventato da non accorgersi del ragazzo. La ragazza, a giudicare dal vestitino attillato, era un’esibizionista.
    «Prendersela così con un tizio qualunque… certo che dovete essere persone piuttosto meschine per divertirvi a spaventare un poveraccio del genere. Cos'è, siete come quei bulletti di quartiere che sanno prendersela solo con i più deboli?»
    Il discorso era stato detto in un tono di pigra saccenza e dileggio, ma non rispecchiava per nulla ciò che provava Kasumi in quel momento. Era eccitata per la situazione, all'erta perché non sapeva quanto la situazione potesse diventare pericolosa e non meno in cerca di divertimento dei due (ma nulla di questo traspariva dal suo volto, se non in brevi guizzi dei suoi occhi).
    Si potrebbe dire che non sentiva più l’insoddisfazione, ma sarebbe troppo poco: più esattamente l’insoddisfazione era svanita dalla sua mente come se non fosse mai esistita.
    Meno di dieci metri la separavano dal più vicino dei due: ancora era presto per pensare di adoperare il suo potere.
     
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    Dal luogo in cui si fondono perfettamente Luce ed Oscurità

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    La cosa bella di essere un cyborg? Non stancarsi praticamente mai. In effetti non dormo da qualche giorno e non ne sento affatto la necessità. Questo è un lato positivo che non avevo calcolato nel momento in cui ho effettuato i vari cambiamenti al mio corpo, ma con il tempo si è rivelato piuttosto vantaggioso. Posso leggere, scrivere, analizzare i dati che raccolgo durante il giorno, studiare. Insomma di notte, anzi che perdere tempo a dormire, posso tranquillamente fare tutto ciò che non riesco a fare durante il giorno. E allora come mai mi ritrovo sempre a vagare per la città in solitudine e bighellonando senza una meta precisa? Diamo la colpa al trasferimento, in fin dei conti devo ancora conoscere questa città nuova... Si, suona abbastanza convincente devo dire.
    E' la prima volta che imbocco questa strada, più deserta delle altre. Il buio è ormai calato da un bel pezzo e le strade sono deserte. Inizialmente avevo pensato di dirigermi verso l'Hakoniwa per farmi un giretto all'interno e vedere di che attrezzature era fornito. Tuttavia qualcos'altro aveva attirato la mia attenzione: in quella stessa strada una ragazza sola stava camminando, persa fra i suoi pensieri.
    Da qualche tempo a questa parte sto provando un nuovo gioco, soprattutto quando incontro una persona sola. Inizio a seguirla, di nascosto, studiando i suoi movimenti, il suo passo, immaginando che tipo di pensieri affollino la sua mente e il motivo per cui si trovi in quel posto in quel preciso istante. Un esperimento sociale per capire gli esseri umani e studiarli? Forse. La verità è che a volte mi annoio terribilmente, e la noia fa davvero brutti scherzi. Per quale motivo una ragazza sola cammina lungo una strada deserta in piena notte? Potrebbe essere una sorta di eroina notturna, mascherata, in cerca di criminali. Beh forse in questo caso dovrei stare attenta.... Comunque! Non sembra portare una maschera e non sembra avere il portamento di un personaggio della DC o della Marvel....
    Magari è semplicemente annoiata tanto quanto lo sono, anche se lei non sembra una stalker.

    Persa nei pensieri continuo a seguire la ragazza, quando ad un certo punto un urlo mi distrae. Un uomo sta fuggendo da qualcosa e si imbatte in lei. Wow, sembra quasi che lui rischi di svenire nel momento in cui la fanciulla lo sfiora... Che faccia parte di quelle persone definite "speciali" di cui tanto ho sentito parlare e di cui tanto sto leggendo? Probabile. Ma questo la classifica nei buoni o nei cattivi? Staremo a vedere.
    Registrazione dati iniziata
    Meglio aggiungere qualche informazione.... Sembra sia in grado di togliere le energie. Senza rendermene conto mi sto avvicinando sempre di più, non ho smesso di camminare. Sento che stanno parlando di qualcuno che spaventa le persone... Che dire, ognuno ha i suoi passatempi e si diverte nei modi strambi che preferisce. Un'altra anormale? Probabile anche questo. Com'è che ce ne sono così tanti in circolazione?

    Faccio per avvicinarmi ma la ragazza inizia a spostarsi, svoltando l'angolo. Accelero il passo, non posso mica perdermi quest'occasione.
    "Oh, a quanto pare ce ne sono ben altri due.... E non sembrano persone del tutto normali.... E quella tuta rossa?"
    In fin dei conti ho visto tanta gente strana in giro, un paio in più di certo non mi cambieranno la vita. Dovrei scrivere un libro, una nuova ricerca, dal titolo "La stranezza umana". Sarebbe un successone, ne sono certa.
    Mi avvicino, proprio mentre sento la ragazza dai capelli scuri di poco fa sta parlando. Coraggiosa, ma non è nemmeno una sprovveduta a quel che vedo: si è mantenuta a debita distanza, anche se in modo impercettibile. Questo le darebbe modo di reagire in tempo in caso di aggressione, anche se probabilmente quello svenimento di prima ha effetto solo se tocca i suoi avversari.

    "Credo che dovresti avvicinarti e aiutarla, piuttosto che sfoggiare la tua capacità di analisi Kuniko"
    "E io che speravo stessi dormendo"
    "Dormivo, ma il tuo continuo pensare, studiare e analizzare mi ha svegliato.... Dovresti essere meno iperattiva, sai?
    "Ma perché solo io conosco un cyborg pigro che si addormenta? Quasi quasi preferisco la tizia in tuta da film porno, potrei scambiarvi"
    "Sarebbe divertente girare con quel vestitino.... Meglio della tua solita uniforme, così noiosa"
    "Sapevo che non avrei dovuto proportelo......"

    Dopo questa interessante discussione avvenuta nella mia mente (stupendo vero? Così posso sempre sembrare una pazza, un po' come se fossi sotto copertura!), mi avvicino al gruppetto, dal lato della ragazza che seguivo poco fa.
    "Credo che l'uomo in fuga sia opera tua..... Vestita così non credo sia tanto difficile spaventare le persone!" dico rivolgendomi anche al tizio in maschera "State organizzando una festa in maschera per le strade?"
    Questi due strani tizi non sembrano raccomandabili, meglio stare allerta.


    Edited by AlexMatteh - 6/9/2017, 13:32
     
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    scusate, sono dal telefono ma voglio provare a rispondere lo stesso, metterò poi il codice una volta arrivato a casa

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    Oi oi, che cos'erano tutte quelle persone in giro di notte? Ma soprattutto che cosa volevano tutte da me?
    Sì lo so, sono bellissima e affascinantissima* però non è comunque normale... Soprattutto quell'altro tizio che vuole copiarmi,quello lì con quella maschera del cavolo.
    ma insomma,
    che cosa volete da me? Io sono qui soltanto per divertirmi un po', accidenti. Se volete mettermi i bastoni tra le ruote, beh... ¡Sí, desaparezcan, imbéciles!*

    Detto questo, scatta come una molla verso l'alto usando l'elasticità delle mie gambe e mi aggrappai al tetto dell'edificio dal quale ero caduta pochi istanti fa, allungando un braccio per potermi aggrappare alla grondaia. Una volta atterrata sopra mi voltai verso gli altri per fargli una pernacchia.
    Facciamo così, se riuscirete a prendermi allora parlerò con voi, altrimenti tornerò a divertirmi come faccio di solito, ovvero facendo casino. Ahahaha

    Una risata malvagia che suonava molto poco giapponese risuonò nell'aria. Io non aspettai nemmeno la loro risposta e mi lanciai come un elastico verso il tetto di un edificio che stava a circa 5 metri da quello sul quale mi trovavo. Non mi importava nemmeno se mi avessero seguita oppure no, in ogni caso mi sarei comunque divertita... Anche se forse quella avrebbe potuto essere una grande occasione per saggiare la potenza degli straordinari abitanti di quella città, questo secondo quanto dicono le leggende metropolitane e le voci di corridoio che mi hanno portato qui.

    CITAZIONE
    * errore fatto di proposito, sempre dovuto alla sua grammatica poco approfondita
    * vuol dire "Cavoli vostri, stupidi!"
     
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    Non so nemmeno dove sono ora, figuriamoci se posso ricordare da dove provengo

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    La mia improvvisa comparsa non sembra destinata ad essere l'unica della serata. Infatti non ci vuole molto perché arrivi un'altra persona molto interessante a ravvivare l'ambiente: è Kasumi Natsui. Non abbiamo interagito molte volte, ma posso dire che ci conosciamo da quella volta che abbiamo fatto insieme da guida a dei ragazzi di un'altra scuola, occasione in cui l'ho stupita con le mie doti culinarie. Detto fra noi, io la conosco meglio di quanto lei possa immaginare grazie alle cose che mi ha raccontato Sophie e, soprattutto, quel che non mi ha detto Haiiro su di lei. Perché il “non”? Diciamo che sono un tipo curioso e che, facendo alcuni strappi al mio codice di condotta, ho indagato la sua mente per scoprire qualcosa in più ed ora… beh… è la sua ragazza… potete immaginare che non le farebbe molto piacere sapere certe cose che conosco, quindi acqua in bocca! Voi leggete me, io leggo voi, una mano lava l'altra ed insieme coccolano Foxy. Sto pensando di nuovo a lei!
    Ma ora torniamo a noi.
    Alla vista di Kasumi mi domando se nonostante la maschera riuscirà a riconoscermi, sto per salutarla ma le sue parole sono eloquenti: non mi ha riconosciuto, pensa che io sia complice della RIL – Ragazza In Latex – ed un bulletto di quartiere. Forse è un bene che non mi abbia riconosciuto: non ha avuto modo di collegare la brutta impressione avuta questa sera con la mia gloriosa immagine. Anche se… il paragone ad un bullo mi ferisce…

    « Io… veramente… non avrei fatto… nulla… »

    Ma ecco che entra in scena una nuova figura, una ragazza che non credo d'aver mai visto prima, ma non l'ho mai nemmeno percepita. O percepito? Oh, ma che diamine succede questa sera? Io sul tetto che penso a Foxy, una spagnola nuova vestita con quella tutina, Kazumi che mi prende per un bullo, ed ora una nuova comparsa che è sia donna che uomo che nessuno dei due. Basta, sto impazzendo. Ma almeno lei ha inteso che io non c'entro nulla. Questo mi fa emozionare, allora con questa maschera non sono un tizio completamente sospetto, non sembro un mascalzone neopatentato che fa spaventare le persone. E nemmeno un bulletto. I bulletti sono coloro che di solito terrorizzo, che incateno alle pareti e che pesto a sangue mentre lancio in aria la ragazza che stanno molestando, per poi prenderla al volo e ricevere una limonata post-salvataggio. Si, alludo a quella volta che mi la ragazza salvata mi ha offerto una limonata al bar in segno di ringraziamento. A pensarci, temo che la serata quasi osé che ho creduto di star per vivere avrà dei risvolti un po' inattesi. Temo? In un certo senso credo che sia confortante, per come mi sta addosso Cheria in questo momento, per una roba del genere non me la farebbe passare liscia. Perché lo scoprirebbe, oh se lo scoprirebbe.
    Ma tra tutto questo, quella davvero a disagio mi par essere la RIL che ha visto in noi delle possibili minacce al suo divertimento.

    « Con questo almeno si chiarisce che non sono con lei. Questa maschera serviva solo per cercare di metterla a suo agio. Mi sa che non ha funzionato. »

    Dico mentre lei salta sul tetto e ci fa una pernacchia.

    « Quindi ora è un inseguimento? Non che abbia altro da fare, potrebbe essere interessante. »

    Le corro dietro saltando anche io sui tetti? Mi metto a svolazzare per il cielo? O saltello su catene che man mano forgio a mezz'aria? E se facessi qualche altra cosa? Ad esempio, se avessi sotto mano una bella moto? Ma non posso certo prenderne una a caso, non starebbe molto bene. Ci sarebbe però una moto di una persona che conosco, una Yamaha 250 che non potrei guidare ma alla quale ho comunque legate della traccie di un ricordo spiacevo, che potrei andare a cercare, accendere con le chiavi che gli avrò sottratto e portare qui.
    Tutti passaggi che, con la giusta anormalità, si possono bellamente saltare. E puff! Eccola qua! La bella moto di Zera, accesa e pronta all'uso. Con un tocco di Limit Flow la riadatto perché possa accogliere le mie abilità, la monto – mi piace questa parola – e rimuovo per un attimo la maschera mostrando il mio volto alle ragazze.

    « Tatsuya. Se volete un passaggio non c'è che da saltare in sella. »

    Accompagno le parole con una strizzata d'occhio. Spero che almeno ora Kasumi mi riconosca, mi sono anche presentato.
    Do anche una bella sgassata che fa sempre figo. A patto che non si passi completamente ignorati.
     
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    Kasumi Natsui
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    Due fatti particolarmente infastidirono Kasumi tra i vari che si susseguirono. Il primo e meno grave fra i due fu la comparsa di un’altra ragazza da dietro di lei. Non la infastidiva la comparsa in sé, ma il fatto di non essersi accorta che qualcuno l’aveva seguita. Da quando? Probabilmente anche la nuova venuta aveva sentito l’urlo di quel tizio di prima e l’aveva seguita. Da come si pose verso il duo in maschera, non doveva essere una persona normale. Bisognava vedere se non essere normale nel suo caso equivaleva ad essere anormale. Comunque non le chiese niente, avere una persona dalla sua parte poteva essere utile in quella circostanza. Così pensava Kasumi, ma in realtà non ce ne fu bisogno, a causa del secondo fatto particolarmente fastidioso che avvenne. La fuga della rossa che, nonostante stesse scappando, ebbe il coraggio di sfidarli.

    “Vuole giocare a guardie e ladra, la maledetta…”
    Kasumi odiava quel genere di persone, che usavano senza ritegno o considerazione i propri poteri, fregandosene degli altri. Aveva una voglia matta di raggiungerla e prenderla a schiaffoni. Il sapere di non disporre di una motricità o di abilità adeguate per acciuffarla, non faceva altro che aumentare la sua frustrazione e l’irritazione verso miss tuta in lattice. Intanto mister mi-metto-anch’io-una-maschera-perché-fa-figo spiegava di non essere con la ragazza e di aver indossato la maschera nella speranza – delusa – di approcciarsi meglio a lei. Ma quel ragazzo aveva ancora sorprese nel suo arco e fece comparire una moto dal nulla. Ok, come aveva fatto? Un potere di teletrasporto, forse?

    «Bel trucco. Sai anche far comparire fiori a comando?»
    Nonostante le sue parole, Kasumi era genuinamente sorpresa. Ma non era tutto: per un attimo la maschera scomparve dal viso del ragazzo mostrandone la faccia. Nello stesso tempo si presentò, forse nel timore, infondato, che Kasumi non lo riconoscesse solo dal viso. Si trattava di Tatsuya, con cui Kasumi aveva condotto una visita guidata alla scuola. In quell’occasione lui le aveva fatto l’impressione di un tipo eccentrico, per quanto un ottimo cuoco. Solo in seguito, parlando di quell’esperienza con Haiiro, aveva scoperto che era un anormale. Oltre che un paio di aneddoti e storie che lo riguardavano.

    «Guarda se sotto la maschera non c’è Tatsuya, il ragazzo che ha dormito insieme al mio ragazzo.» Frase quantomeno ambigua e fuorviante, ma quella notte le cose andavano così. Tra l’altro nell’occasione di cui parlava Kasumi, a quanto Haiiro le aveva riferito, c’era anche una ragazza e se i tre avevano dormito insieme era stato per condividere un sogno insieme, o qualcosa del genere. Frasi ambigue a parte, adesso doveva decidere se montare in moto con Tatsuya. Non che avesse molte scelte, se voleva raggiungere la tipa. E poi non era mai stata in moto e voleva provare. Sembrava che la sua prima volta sarebbe stata con Tatsuya.
    Salì sulla moto e, d’impulso, si chinò verso il ragazzo dandogli un bacio sulla nuca.

    «Un ringraziamento anticipato per il passaggio.» Mormorò piano vicino all’orecchio di Tatsuya. «Il Relieve Kiss: per un po’ di tempo dovrebbe limitare i tuoi poteri. Puoi pure dirlo a Haiiro, se vuoi, tanto gli ho già anticipato che se si ingelosisce perché io ho utilizzato il Relieve su qualcuno gli succhio tutta l’energia vitale e lo lascio. Ma sulla seconda non sono sicura.»
    Quel suo bacio era un comportamento sconclusionato da minus? No, c’era altro. Da Haiiro aveva scoperto che Tatsuya sapeva leggere nel pensiero, adoperare illusioni, volare e altre cose su cui il Sognatore non era stato affatto chiaro. In più aveva avuto una manifestazione diretta di un suo potere, che tuttavia non era riuscita a comprendere. Per farla breve l’anormale Tatsuya la inquietava e aveva deciso di limitarne le possibilità d’azione. In particolare sperava che, dovendo concentrarsi sulla rossa, non potesse aver spazio d’azione per leggere i suoi pensieri.
    Haiiro sembrava aver passato diverso tempo in compagnia di Tatsuya e averne stima, ma Kasumi – a dispetto della tranquillità apparente con cui sedeva in moto dietro Tatsuya – provava orrore all’idea di stare vicina a una persona che potesse leggere i suoi pensieri, entrare nel suo animo. Non importava che fosse o meno una brava persona, che limitasse o meno le sue intrusioni mentali; quel genere di poteri finivano sempre per riemergere prima o poi e venire adoperati, anche se si era deciso di non utilizzarli. Lo sapeva per esperienza personale.
    Ma non poteva neppure negare di essere incuriosita da Tatsuya. Perché Haiiro ne aveva tanta stima? Perché lei stessa ne era intrigata? Forse quella notte avrebbe potuto avere una risposta. E magari trovare un tema o un soggetto per un suo prossimo dipinto.

    «Tu vieni?» Disse rivolgendosi all’altra ragazza. «Se sei ancora qua, o sei molto coraggiosa e incosciente, oppure come noi sei piuttosto anormale. Nel primo caso ti consiglio di tornartene a casa, ma nel secondo… beh, potresti esserci utile. Non so perché eri dietro di me, prima, ma se è il divertimento che cerchi, mi sa che stanotte non mancherà.» Tanto sembrava che tutti loro fossero lì per quello. Lei, Tatsuya, la tipa col costume in lattice e credeva anche costei. Kasumi poteva aver preso a male parole l’elastigirl per aver spaventato un povero passante e provar rabbia per come la rossa adoperava il suo potere, ma sapeva di essere uguale a lei, nel voler cercare un po’ di movimentato divertimento in quella notte.
    Dopo la risposta della ragazza, si rivolse di nuovo al ragazzo.

    «Ah Tatsuya, coi tuoi poteri mentali riesci a seguire gli spostamenti della ragazza? Sempre che non siano troppo sigillati.» Neanche una punta di rimorso trapelava dalla sua voce, per essere lei la causa del sigillo.
     
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