Una rissa non tanto rissa

One-shot || Tetsuya e Akiko

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    Sakurai Tetsuya
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    Nonostante la passione per lo studio e i suoi buoni voti, Tetsu non era poi tanto differente dalla maggior parte degli studenti di tutto il mondo, e anche lui durante la settimana attendeva con trepidazione quelle giornate durante le quali non si andava a scuola potendo rimanersene a casa o nel proprio dormitorio a seconda di dove si abitava; forse però differentemente da altri suoi coetanei i motivi della sua attesa di quei giorni erano leggermente diversi. Difatti a Tetsu non interessava potersi svegliare tardi la mattina (anche durante le feste si alzava come se dovesse andare a scuola) né limitarsi ad andare a divertirsi con gli amici o restarsene in casa a guardare la televisione o roba simile. A Tetsu piaceva sfruttare quelle giornate al meglio possibile, allenandosi, leggendo o portandosi avanti con il programma scolastico per cercare di avere una sorta di “vantaggio” in modo tale da potersi permettere di saltare qualche lezione. Dopotutto lui era il ragazzo calcolatore, con gli occhi sempre puntati sull’eventuale futuro ipotetico e si preparava a ogni evenienza tanto nel gioco del basket quanto nello studio o nella vita di tutti i giorni; questa era la parte del suo essere se stesso che non era cambiata neanche dopo l’incontro con Misato e che difficilmente avrebbe mai abbandonato. Non per questo comunque era incapace di divertirsi o di “vivere” il presente, anzi pianificava soluzioni per eventuali futuri ipotetici proprio in funzione di poter al meglio trascorrere le giornate presenti senza alcuna preoccupazione.
    Quella Domenica Tetsu aveva decisamente più tempo libero del solito, e prima di prepararsi ad andare ad allenarsi aveva deciso di trascorrerlo con una passeggiata sfruttando il tempo sereno e la temperatura non eccessivamente fredda nonostante il solstizio d’inverno si stesse avvicinando. Quelle erano probabilmente le giornate che più gli piacevano e che gli ricordavano esistessero ancora stagioni come autunno e primavera, nonostante negli ultimi tempi riteneva avesse davvero fatto troppo freddo nella prima e troppo caldo nella seconda. La stessa consapevolezza dell’essere nella stagione delle piogge e poter godere comunque di un cielo limpido gli metteva allegria, ma…
    Sospirò, fermandosi e voltando la testa con fare piuttosto tranquillo. «Per quanto tempo ancora hai intenzione di seguirmi?» domandò senza lasciar trasparire alcun sentimento di fastidio o simili dal tono di voce. Non era più il tipo che se la prendeva per una cosa del genere, e anzi era diventato piuttosto affabile pure con gli estranei, ma non riusciva proprio a capire cosa quella persona ci stesse trovando di divertente nel fargli quasi da stalker. Si era accorto di essere “pedinato” poco dopo essere uscito e inizialmente aveva fatto l’indifferente non avendone la certezza ma dopo aver vagato un po’ a caso per circa trenta minuti poteva dire di esserne sicuro.
    Dal punto dove Tetsu aveva fissato il proprio sguardo, scivolò fuori da dietro un lampione la figura di una ragazza che poteva essere circa sua coetanea. Questa non parlò subito, iniziando dapprima a scrutarlo con occhi che mostravano un vivo interesse nonostante Tetsu faticasse a comprendere cosa potesse suscitare in lui una simile curiosità, i lunghi capelli castani della giovane che ondeggiavano a destra e a sinistra seguendo il movimento della sua testa. Dopo quella sorta di “analisi” che lasciò il ragazzo davvero esterrefatto, la ragazza si esibì in un ampio sorriso e finalmente disse le sue prime parole. «Tu sei Sakurai Tetsuya?»
    A quella domanda Tetsu non riuscì a rispondere subito, colto in contropiede dal fatto che la tipa sembrasse conoscerlo ma da quanto ricordava sin dal suo arrivo all’Hakoniwa non aveva fatto praticamente nulla che potesse dargli una qualche notorietà se non i volantini per il nuovo club, e la giovane non sembrava proprio la tipica giocatrice di basket considerando anche l’essere più bassa dello stesso Tetsu.
    «Sì, sono io» si costrinse alla fine a rispondere senza riuscire a negare l’evidenza.
    «Accidenti, sei proprio identico a come ti avevano descritto!» esclamò la giovane battendo le mani e continuando a guardarlo entusiasta.
    Per Tetsu la situazione stava diventando sempre più strana, ma prima ancora che potesse rispondere in qualche modo altre tre figure si avvicinarono alle spalle di lei pietrificando il ragazzo dallo stupore. Vedendoli da lontano non lo aveva riconosciuti subito, ma dopo aver osservato meglio i volti dei nuovi arrivati rievocò dai propri ricordi quelli degli stessi tre ragazzi che qualche tempo prima avevano preso di mira Enma al Maid Cafè e che Tetsu aveva umiliato in una piccolissima rissa grazie alla sua Anormalità. Anche la giovane se ne accorse, voltandosi ma evidentemente senza capire cosa stava per accadere.
    «Noi abbiamo un conto in sospeso» esordì uno di loro con un ghigno che lasciò perplesso Tetsu. Possibile che ancora non avessero imparato la lezione?
    La giovane intanto faceva passare lo sguardo dai tre bulletti a Tetsu, come se cercasse di capire cosa quelle parole potessero significare ma evidentemente senza risultato. Il giovane intanto notò che nel suo cercare di evitare il pedinamento di lei era finito in una zona piuttosto isolata senza nessun altro in vista, maledicendo la sua sfortuna. «Scusa, possiamo parlarne in un altro momento?» disse alla ragazza indicando i tre. «Sistemo con loro e poi mi spiegherai come fai a conoscere il mio nome» concluse aggiustandosi gli occhiali senza sembrare minimamente preoccupato; fintanto che si trattava di persone normali persino la sua Anormalità poteva aiutarlo in una rissa, pur sperando che non si arrivasse fino a quel punto.
    La castana sembrò acconsentire, spostandosi di qualche passo e lasciando abbastanza spazio libero tra Tetsu e i tre ragazzi, i quali si avvicinarono minacciosi. Sorridendo, Tetsu lanciò un’ultima occhiata alla sua stalker, che gli aveva rivolto un occhiata preoccupata, inclinando di lato la testa. In quel momento una pietra arrivata dalle sue spalle andò a impattare contro il terreno, mancandolo grazie al suo movimento. Per un istante gli occhi azzurri della giovane si erano illuminati come se avesse visto la cosa più bella che potesse esistere, lasciando ancor più perplesso Tetsu mentre si voltava verso il quarto membro del gruppo, stavolta un volto nuovo che doveva essere un amico dei bulli. Quest’ultimo imprecò, ma quando cercò di andare addosso al giovane, già pronto a iniziare la rissa, finì malamente a terra dopo essere stato sgambettato dalla ragazza che si era frapposto tra lui e Tetsuya.
    «Ti avevo detto di startene in disparte!» urlò Tetsu nei confronti della ragazza.
    «Quattro contro uno non mi sembrava molto leale» disse lei di rimando. «Facciamo che io ne prendo tre e tu uno?»
    Tetsu si grattò il capo. «Non vai molto bene in matematica, vero? Quattro diviso due fa due.»
    «Guarda che lo so, volevo solo prenderne più della metà perché altrimenti non era divertente!» Dicendo quelle parole, la giovane si era avvicinata a Tetsu fissandolo dritto negli occhi.
    «Guarda che una rissa non è un gioco e io qui sono l’ultimo che vorrebbe battersi!»
    «E allora io mi occupo di tutti e quattro e tu resta pure a guardare!»
    «Se avete finito di litigare come due piccioncini qui avremmo una questione da sistemare» provò a intervenire uno dei tre bulli che avevano tormentato Enma mentre un altro stava aiutando a rialzare lo sgambettato che doveva aver battuto la faccia un po’ troppo violentemente a terra.
    «Zitto tu!» «Zitto tu!» urlarono all’unisono i due voltandosi verso di lui e assestandogli in contemporanea un pugno sul naso che lo fece volare lungo a terra.
    «Se non vuoi farti male, rimani in disparte piccola» riprese la discussione Tetsu apostrofandola come se avesse già dato per sonato che la ragazza fosse più giovane di lui.
    «Guarda che ho un nome io, mi chiamo Kamiya Akiko!» ribatté lei. «E sono sicura di essere più grande di te!»
    Tetsu iniziava a essere esasperato da quella discussione, e scansandosi per evitare un pugno a tradimento alle spalle da parte di uno dei bulli scansò anche quello che gli stava arrivando addosso da Akiko, che andò a colpire lo stesso ragazzo mandandolo a terra a far compagnia all’amico di poco prima. «ora perché hai cercato di colpirmi? Credevo volessi aiutarmi!» le urlò Tetsu.
    «Perché dovresti portare un po’ più di rispetto a chi è più grande di te!» fu la risposta che ricevette. Prima di poter ribattere i due rimasti in piedi provarono a intervenire di nuovo attaccandoli da due lati differenti, sia alle spalle di Akiko sia a quelle di Tetsu, ma dovettero pentirsene quando i due contemporaneamente si voltarono colpendoli e facendoli finire a terra. Quello preso da Tetsu arrivò proprio addosso a quello precedentemente atterrato dal pugno congiunto con Akiko e che stava provando a rialzarsi. Inevitabilmente finì nuovamente a terra schiacciato dal peso del compagno.
    Tetsu e Akiko tornarono a guardarsi. «Scusami tanto, ma siccome sei così nana credevo avessi quattordici anni!» esclamò, abbassandosi di colpo quando vide partire la gamba di lei pronta ad assestargli un calcio. Lui evitò il colpo, meno fortuna ebbe il bullo che gli stava dietro, quello sgambettato che stava finalmente in piedi, che finì sopra i due ancora atterrati dietro Tetsu.
    «Nana!?» urlò diventando quasi completamente rossa, probabilmente per la rabbia, ma dovendo comunque alzarsi in punta di piedi essendo almeno una decina di centimetri più bassa di Tetsu e comunque non riuscendo a raggiungerlo in altezza.
    Tetsu scosse la testa. «Appunto» disse sconsolato. «Possiamo però riprendere dopo e occuparci di questa situazione allora?»
    Akiko annuì ed entrambi si voltarono verso i bulli. «Allora, dove…» Tetsu non finì la frase, notando i tre ragazzi a terra e l’ultimo rimasto in piedi che li guardava con un vero e proprio terrore negli occhi. Senza dire nulla aiutò i propri amici a rialzarsi e i quattro fuggirono a gambe levate. «Ma cos’è successo?» «Ma cos’è successo?» chiesero all’unisono Tetsu e Akiko guardandosi.

    «Quindi, se ho capito bene, sei una conoscente della sorella di Dazai!» Tetsu raggiunse Akiko porgendole una delle due lattine che aveva in mano e sedendosi accanto ad Akiko sulla panchina.
    «Non esattamente, Kaede sarebbe la mia fidanzata.»
    Tetsu annuì. «E anche tu hai un’Anormalità e vuoi sapere tutto suoi nostri poteri, giusto.» Questa vola fu il turno di Akiko per annuire. «Però posso dirti solo quello che ho imparato io stesso stando in questa scuola e con la pratica, e mi pare di capire che il tuo potere sia decisamente diverso da quello che ho io.»
    «Non mi interessa! Sono appena arrivata e non so quasi nulla su queste capacità che abbiamo, quindi qualsiasi informazione può andar bene!»
    «Perfetto, però prima di tutto credo sia meglio ricominciare da capo con le presentazioni, e questa volta senza pedinamenti, ok?» Tetsu le tese una mano.
    «Io mi chiamo Sakurai Tetsuya.»
    «Io sono Kamiya Akiko» rispose lei stringendogli la mano.
    Tetsu rimase sorpreso dalla stretta salda della giovane, che pur con un corpo tanto minuto doveva essergli forse addirittura superiore in semplici termini di forza fisica, pensiero che ritenne verosimile avendo appreso in cosa consisteva la sua Anormalità. Trattandosi di evocare armi e osservando come si muoveva doveva essere una tipa sportiva come lui, ma più incentrata sulle discipline di lotta.
    «Allora possiamo iniziare anche oggi stesso, se per te va bene.»
    «Certo!»
    Tetsu sorrise, senza ancora sapere che quell’incontro avrebbe in qualche modo potuto cambiare radicalmente la sua vita dentro la scuola, e che Akiko insieme a Dazai Eichi avrebbero costituito per lui ben più di un semplice nuovo incontro e di una vecchia conoscenza.

    Legenda: Narrato - «Parlato Tetsu» - «Parlato Akiko» - "Pensato"

    «La vita è come il basket... Il risultato può cambiare in una manciata di secondi»


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    Leggera, simpatica e "frizzantissima". Il nuovo personaggio di Akiko è spumeggiante (sì, sono in vena di metafore liquide) al punto giusto e sembra avere le capacità per smuovere il a volte troppo flemmatico Tetsuya.
    La mia solidarietà va però ai bulli che, per quanto in fallo, ricevono sempre e solo botte xD

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