Una serata movimentata

Aperta a tutti

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    Quella si che era una serataccia! Kazuma continuava a correre a perdifiato e stava cercando in tutti i modi di svignarsela come mai prima d'allora dalle grinfie dello spirito dragone della Terra, infatti Aru quella sera era più combattivo che mai e pronto a fare un vero e proprio massacro d'ogni cosa gli potesse capitare a tiro, soprattutto se si trattava del ragazzo stesso. Lo studente ancora vestito della divisa scolastica della sua accademia correva ovunque senza fermarsi un attimo, evitando per lo più strade e centri frequentati per non dare alcun punto di sfogo a quella fiammella che lo inseguiva come un segugio e che solo agli spiriti e ai possessori di qualche potere abnormale appariva come un lungo e grosso dragone bianco cinese, dallo sguardo omicida e la forza d'un ciclone, che appena beccava qualche bidone o palo, veniva o fatto volare altissimo oppure piegato in modo spaventoso verso il terreno con un rumore agghiacciante; Kazuma faticava non poco a tenerlo a bada ed evitare i suoi attacchi di tipo terra, liane che uscivano da mura e lungo la strada, fiori che cercavano di cadergli addosso per schiacciarlo e persino cassette della frutta che sfrecciavano da punti non ben definiti e dove lo spirito le avesse evocate proprio non si sapeva: quindi lo spettacolo era davvero strano a chi era solo un'essere normale: ovvero vedeva un ragazzino correre come un fulmine e lasciare dietro di se una scia di spazzatura e buchi in muri di giardini e in alcuni punti dell'asfalto. Portato fuori tiro dalla zona del Tempio e persino dal centro abitato, il giovane Jinnouchi si diresse verso una zona che conosceva bene, ovvero il campo da calcio scolastico, quello era ben grande e senza spettatori visto l'orario serale ormai tardo e quindi entrambi i contendenti potevano sfogarsi a piacimento senza incorrere troppo in danni, ma di colpo il drago cambiò strada e s'indirizzò dritto...
    <<eh no, la scuola no!>>
    Esclamò Kazuma puntando una gran frenata sul terreno e facendo un rumore lungo e strisciato, subito si volse e corse ancora una volta ma stavolta era lui appresso allo spirito: quello aveva una cosa sola in testa, mettere a ferro e fuoco l'accademia! Lo sciamano arrivò appena in tempo per buttarsi contro la testa di Aru e fargli sputare a terra una piccola sfera luminosa che provocò un grosso buco e alzare un gran polverone; il colpo sarebbe stato lanciato contro una zona dell'edificio se non fosse arrivato in tempo. Ed ora eccoli li, in piena rissa come nulla fosse; il moro che teneva le braccia sulla bocca semichiusa dello spirito dragone e questo che mandava feroci ruggiti e si sbatteva a terra con gran vigore e ira, ma non riusciva proprio a scrollarsi di dosso il rompiscatole, ma con una codata fece vibrare pericolosamente un albero nelle vicinanze e questo fece cadere un pò delle sue foglie verdeggianti e qualche ramo spezzato nella collisione...
    <<quante...volte...ti...ho...detto...di noooooon...disintegrare la scuolaaaah?!>>
    Urlava Kazuma con tono abbastanza deciso e un sorriso trionfante, stava avendo la meglio sul bestione e avrebbe continuato sino a che esso non i fosse stufato e abbandonata la voglia di fare caos per niente, impresa assai ardua e lunga nel tempo dato che Aru era un gran testone e non mollava di certo un'idea, soprattutto se riguardava il poter mettere fine a qualcosa per il suo divertimento personale e senza un vero senso...
     
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    Credo che uscire di scuola quando è già sera sia uno degli incubi di un qualunque studente delle superiori, e delle medie...diciamo di qualunque grado che facciamo prima. Certe volte mi ritrovo a fare degli orari davvero improponibili, come quella volta che ho aiutato la nostra cara presidente a rifare tutti i calcoli per il bilancio del locale. È anche certo che la sera accadono cose piuttosto interessanti, incontri inaspettati e particolari. Per fortuna non mi capita troppo spesso di restare fino a tardi proprio nell'edificio principale, gli impegni del club sono inderogabili, di massima importanza e piacevoli, quindi non li metto in conto.
    Questa sera, però, ho continuato a gironzolare per l'istituto, in compagnia di un certo insegnante, solo per un motivo: trafugare le chiavi del campo di calcio per poterne fare una copia. È una delle strutture alle quali non ho libero accesso e questo non mi piace. In verità si può entrare nel campo, il problema sono gli uffici ed i locali interni, sono quelli ad essere chiusi a chiave. Certo, potrei entrare comunque e senza alcun problema, deve ancora nascere una serratura capace di tenermi fuori. In effetti può essere un'affermazione un po' forte, oltre strana ed inesatta: la serrature non nascono.
    Ma torniamo a noi: sto uscendo di scuola facendo roteare le chiavi attorno all'indice con fare vittorioso, tentato di passare subito dal campo per fare un sopralluogo e scegliere una stanza adatta a diventare un mio nuovo ufficio capace di ospitarmi quando la situazione al Maid degenerava. In effetti non ne avrei nemmeno bisogno, ma già che ci sono....
    Non era questo il mio vero piano, solo una suggestione improvvisa che, altrettanto improvvisamente, deve farsi da parte a causa delle indicazioni che mi giungono dalla One Heart. C'è qualcosa che si sta dirigendo verso di me. Sono in due, uno è un ragazzo mentre l'altro... che caspita può essere l'altro? È qualcosa di insolito.
    L'istinto mi suggerisce di nascondermi da qualche parte, magari quell'albero può fare a caso mio. È vicino, lo raggiungo immediatamente e, grazie alle mie strane abilità, mi arrampico e mi nascondo tra i suoi rami, caricando il tutto con una bella illusione per celarmi completamente.
    Ed ecco che mi si presenta davanti agli occhi una delle scene più particolari degli ultimi tempi: un ragazzo che insegue un drago. Ok, respira, respira ancora, riproviamo. UN DRAGO! E quel tipo sta facendo wrestling con un drago!
    Ed io non avevo ancora mai visto un drago come questo. Che meraviglia. Vorrei scattare qualche foto col telefono, anche se, a meno che non sia un fantasma, sullo scatto difficilmente si vedrebbe. E non è un fantasma dato che il colpo che rifila all'albero, durante la colluttazione, è reale! Si, l'albero su cui sono accampato.
    Vibra sotto quel colpo, delle foglie cadono, si spezzano dei rami, tra i quali quello su cui sono seduto. Mi aggrappo al più vicino, dondolando reggendomi solo con una mano. L'illusione che mi cela cade, ed io cado con essa.

    « Geronimooo! »

    Urlo mentre mi schianto al suolo. Tento un colpo di reni per tirarmi su con un salto spettacolare, ma ovviamente fallisco e, dopo alcuni passi all'indietro nel tentativo di mantenere l'equilibrio, rifinisco a terra. Effetto molla e mi rimetto in piedi di scatto, senza badare più alla forma. Con rapidi colpetti mi ripulisco i vestiti, quindi mi scuoto i capelli per rimetterli in condizioni accettabili, togliendo una foglia durante il processo e lanciandola via come un tennista che lancia un polsino sugli spalti.
    Ammetto che è una situazione alquanto imbarazzante, con tutto quel che ho combinato è difficile non essere stato sentito e visto.

    « Se state cercando la fenice d'oriente, non l'avrete facilmente! »

    Credo che dire le prime parole che mi sono venute in mente non sia stata una buona idea, come non lo è stata nemmeno l'idea di mettermi in posizione difensiva mentre le pronunciavo.

    « Voglio dire... salve! È una bella serata per lottare con i draghi. Servono catene? »

    Credo che questo sia ancora peggio.
     
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    Il drago e il ragazzo continuavano a lottare senza darsi tregue e da ambe due le parti nessuno sembrava voler lasciare il campo per primo: Kazuma perchè voleva evitare la distruzione dell'intero edificio scolastico e Aru perchè voleva averla vinta come sempre cosa che negli ultimi tempi non gli riusciva, quel bipede era diventato abbastanza bravo a tenergli testa. Che razza di situazione, da un lato era comica per il fatto che i combattenti se ne dicevano di ogni e assumevano delle pose assurde, ma dall'altra non era per niente positiva e poteva assumere momenti tragici da un momento o l'altro o meglio arrivare a combinare qualche casino inspiegabile ai più: ma come sarebbe andata a finire? Lo scontro si protrasse a lungo, sino a che dei movimenti non lontani dal drago e dallo sciamano si fecero protagonisti sulla scena e il primo a dare retta al nuovo arrivo fu Aru...
    <<lui vede!>>
    Brontolò con voce profonda e antica, facendo si che la lotta s'interrompesse per qualche istante e sia Kazuma che il drago si concentrarono sul ragazzo che si stava avvicinando a loro; ma allora qualcuno con un che di speciale esisteva in quella scuola? Gli occhi del moro presero a brillare di felicità e curiosità assieme, ma non mollò la presa sulla grossa bocca dello spirito leggendario, cosa fortuita dato che appena qualche secondo dopo Aru cercò di ribellarsi per poter andar contro colui che poteva avvistarlo senza alcun problema e attaccarlo per porre fine alla sua insulsa esistenza. Kazuma dovette mollare la presa salda e buttarsi a capofitto tra lo sconosciuto e il suo amico-nemico "sputa fuoco" e bloccarsi in piedi e portare una mano davanti a se alzando solo indice e medio come in preghiera dinnanzi ai suoi occhi e pronunciare una strana formula dall'idioma antico. Questo procedimento durò per una manciata di secondi e mentre il drago avanzava serpeggiante sul terreno con aria aggressiva e lanciando grandi boati, una piccola luce si fece viva dinnanzi a Kazuma e dopo aver galleggiato per qualche istante, fece apparire un bastone grigio dalla punta a fiamma affusolata e con una collana dai grandi grani chiari e scuri e un paio di campanelli verso l'alto...
    <<a cuccia Aru!>>
    Esclamò lo sciamano agguantando svelto il bastone e menando un gran colpo al suo muso bloccandolo sul posto e provocando un'impatto d'aria davvero potente, tanto che lo sciamano si ritrovò sbalzato d'un metro dalla posizione originale ma restando ancora in piedi. Un gran polverone s'alzò sino al cielo e l'aria andò a smuovere le fronde degli alberi circostanti all'entrata della Hakoniwa, facendoli perdere un pò di fogliame e dando rumore come se si fosse innalzato del vento. La divisa del giovane Jinnouchi era ormai messa a dura prova, anche se aveva vissuto situazioni ben peggiori, ma ormai era bella che in disordine e uno squarcio era in bella mostra sulla spalla destra, per fortuna niente ferite e sangue...
    <<catene? Ne possiedi qualcuna di forte?!>>
    Domandò voltandosi alla figura del ragazzo che gli aveva rivolto la parola. Era proprio alle sue spalle e poteva vedere lo spirito del drago, quindi era di fiducia, almeno per quanto riguardava lo sciamano. Aru nel frattempo cambiò obbiettivo e usando la distrazione del suo guardiano, andò a colpire con una codata una parte dell'edificio scolastico e ruppe una serie di finestroni e i vetri caddero al suolo come pioggia fine; sul viso di Jinnouchi andò a disegnarsi il panico totale e una striscia bluastra andò a farsi notare sotto i suoi occhi: e adesso chi lo sentiva il consiglio disciplinare?! No un attimo, mica sapevano che lui...alt un attimo fermi tutti...
    <<ehm...non fai parte del comitato disciplinare...vero?>>
    Domandò lievemente imbarazzato Kazuma allo sconosciuto: decisamente quel teatrino stava prendendo una piega assai comica e una risata ci sarebbe stata per bene e giustificata; il drago stava mezzo distruggendo l'accademia e lo sciamano si preoccupava d'un insulso comitato per l'etica morale? Davvero incredibile...
     
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    Haiiro Kugatsu

    Haiiro aveva diversi modi per passare le notti. Doveva averli, vista la sua anormalità che concretizzava i sogni e che, se lasciata libera, avrebbe comportato gravi rischi. Quella sera toccava alla “camminata”: come diceva il nome avrebbe dovuto camminare per tutta la notte, finché non fosse spuntato il sole e fosse arrivata l'ora di andare a scuola (ovviamente nella camminata erano comprese anche le soste-caffè nei bar aperti la notte).
    Era, come sua abitudine, partito dall'Ovile e stava passeggiando per il complesso scolastico in modo casuale, pensando al compito che aveva domani in classe. Con tutta la notte ha disposizione avrebbe avuto anche il tempo di studiare, ma... non ne aveva voglia. Per niente. E poi sapete cosa capita a leggere un libro, soprattutto un noioso libro scolastico, quando si ha sonno, no? È semplice, ci si addormenta. Era un rischio troppo grande perché il ragazzo si mettesse a studiare.

    Magari questa verifica saltasse per qualche motivo... va bene uno qualsiasi, da un'improvvisa infezione sconosciuta che colpisce il professore, alla proclamazione della giornata di domani come festa mondiale del oggi-non-si-fa-scuola. Mi va bene anche la distruzione del liceo se servisse... magari potrei provocarla io con un sogno... no, so già che non lo farei mai...

    Proprio in quel momento sentì dei rumori indistinti. Qualcosa come un albero che cade e l'urlo di una persona. Incuriosito, si diresse verso la fonte del rumore. Non sapeva cosa aspettarsi, ma sapeva di non aspettarsi quello che vide: un drago orientale che lottava contro due figure e sembrava fare il suo meglio per... distruggere la scuola! A dispetto di qualsiasi sentimento che avrebbe potuto provare, fosse paura, eccitazione o timore reverenziale per l'apparizione, Haiiro sorrise.

    Forse non me la sento di distruggerla io stesso, però posso sempre aiutare chi sta già provando a farlo.

    Bene, il drago stava facendo un bel lavoro nella sua opera di demolizione. Ma le altre due persone (non riusciva, al buio e a quella distanza, a vederle bene, ma la voce di uno gli sembrava famigliare) non sembravano volerlo lasciare in pace. Chissà perché. Haiiro decise di intervenire in quella ingiustizia e di lasciare che il drago facesse in meritata pace quello che desiderava fare. Ma per intervenire doveva adoperare il suo potere.
    Si distende per terra a pancia in su (l'erba era soffice, ma umida), tanto nel buio dubitava che i due fossero in grado di scorgerlo da quella distanza (era anche distanziato dall'edificio scolastico, in modo che eventuali detriti della scuola non lo colpissero) e chiuse gli occhi.

    CITAZIONE
    Sognò che camminava per il deserto, in cerca di un soccorso che non c'era, incatenato con un piede a un banco di scuola sopra cui si poteva vedere un foglio di verifica (diavolo se quel compito non lo stava traumatizzando). L'unica sua salvezza era l'oasi, ma quando la raggiunse si accorse che era solo altra sabbia pitturata di blu. Il sogno finiva con lui che si lanciava in una risata isterica.

    Ora doveva decidere quali elementi del suo sogno condividere con i due. Prese le sensazioni che provava nel sogno – stanchezza per la camminata incatenato, sete per la mancanza d'acqua e il senso di impotenza per l'impossibilità di salvezza – e le trasmise alle due figure sconosciute, che le avrebbero sentite come proprie. Poi concretizzò in forma reale due banchi di scuola e le rispettive catene, ovviamente agganciate alle gambe delle due persone che volevano fermare il drago. Che chi volesse incatenare il drago fosse a sua volta incatenato, gli sembrava il giusto contrappasso, tanto sia la catena che il banco sarebbero svaniti dopo pochi minuti.
    Infine riaprì gli occhi, per vedere come proseguiva l'operato del drago, ancora disteso sul'erba.
     
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    Ho come la sensazione di essermi messo in mezzo ad una situazione alquanto complicata, forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto nel mio bel nascondiglio. Ah, no, sono stato praticamente abbattuto. Ma la domanda è: se anche avessi avuto l'occasione di star buono per conto mio, avrei davvero rifiutato la possibilità di vedere da vicino un vero drago? Ma forse sarebbe meglio non così vicino. In pratica mi attacca! Che figo! Mi attacca un drago! E poco importa per il pericolo, non è una cosa che capita tutti i giorni ed è nelle prime cinque posizioni della mia personale classifica dei “Cinque modi migliori per perdere la vita”. Il ragazzo per fortuna sembra sapere il fatto suo – e come potrebbe essere altrimenti? Stava facendo la lotta libera con un drago! – e con quello che sembra quasi un rituale mette a cuccia....Aru, ha detto? Un bel nome per un bel draghetto.

    <<catene? Ne possiedi qualcuna di forte?!>>

    Mi domanda. Se ho qualche catena forte? È praticamente l'unica cosa che so fare.

    « Certo, ho della roba interessante. »

    Se mi ha mostrato un simile drago vuol dire che anche lui ha delle abilità interessanti, magari sa anche più di me sulla situazione degli anormali, dopotutto quello che ha fatto pochi istanti fa non era un qualcosa di superfluo o meramente scenico, ha usato un bastone ed è quasi sembrato come uno di quei riti di esorcismo di cui ho sentito parlare. Almeno credo, me ne hanno parlato ma non ne ho mai visti. Dato ciò, mostrare qualche catena, che magari potrebbe anche essergli utile per placare i bollenti spiriti del drago, posso anche forgiarla. Stendo la mano e mi preparo ad aprire il varco per la catena, ma Aru approfitta della nostra distrazione per mostrare un po' di devastazione contro beni immobili privati.

    « La scuola! »

    Per la sorpresa perdo il controllo sulla catena in uscita, che per poco non mi decapita, e finisce per abbattersi sull'albero di prima – ormai quell'albero lo stiamo martoriando pesantemente, dopo mi dovrò mettermi d'impegno per farlo rinverdire e splendere – il tutto mentre alcuni finestroni finivano in pezzi.

    « Ed ora Unzen chi lo sente! »

    <<ehm...non fai parte del comitato disciplinare...vero?>>

    « Per come mi concio di solito non mi farebbero nemmeno entrare. No, ecco, volevo dire, non ancora. Sono solo Tatsuya, un semplice cameriere sbarra gestore del Maid Caffè. »

    In effetti credo di capire la sua preoccupazione, essere denunciati al comitato disciplinare non è piacevole, figuriamoci essere colti in flagrante mentre la propria creatura vandalizza la scuola.

    « Io non ho visto niente se tu non mi hai visto, fermiamo il drago e fuggiamo più veloci della luce che non c'è. »

    Le intenzioni sono buone, più o meno, ma qualcosa va storto. Come al solito, aggiungerei. Stavo per muovermi e materializzare catene e che succede? Che mi ritrovo incatenato ad un banco di scuola.

    « Maremma zucchina! »

    Farfuglio imprecando e con la gola secca, ad un tratto ho una gran sete. Perché non mi sono portato una lemon soda? Senza quasi rendermene conto mi siedo sul banco, tanto non potrò più pensare di sfuggire all'ira di Unzen, sono troppo stanco per scappare o per combattere. No, aspetta, stanco? Da quando in qua riesco a sentirmi stanco? Non ero riuscito a liberarmi di questa brutta sensazione quando la mia sorellina mi ha malmenato?
    Cerco delle tracce con la One Heart, deve essere opera di qualcuno ed ho anche una mezza idea su chi possa essere stato. E difatti indovina in po' chi mi ritrovo? Deve essersi accidentalmente addormentato, per fortuna non ha fatto un brutto sogno. Oppure è proprio essere a scuola il suo incubo?
    Cavolo, non ci voleva, se non lo sveglio può essere una tragedia. Un drago distrugge la scuola, Haiiro si è addormentato ed io ho sete, sono tanto stanco da essermi seduto sul banco e domani sarò vittima di bullismo da parte del comitato disciplinare e non posso fare nulla per evitarlo. Ed il mio amico qui sarà ancor più nei guai dato che il drago è il suo! Anche se sarà inutile... danno per danno, posso provare a rendermi utile, almeno dando al drago Aru altri bersagli. Inizio a far spuntare catene da sotto terra per intercettare i colpi di Aru, sperando di rallentare la distruzione.

    « Forse non sarà il momento migliore, ma hai mica una RedBull? »

    E se solo Haiiro fosse più vicino gli suonerei la sveglia usando le catene a mo di gong.
    Ahhh! La mia scuola. La mia bellissima scuola! Mi toccherà faticare un sacco per rimetterla a posto.
     
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    Quale era la cosa più temibile di cui aver seriamente paura: un grosso e grande drago con l'aria e il fare abbastanza infuriato e fuori di sé per motivi assai insulsi e pronto a distruggere un'intera scuola e sbranarsi ben due prede, oppure l'ira del comitato disciplinare nella costatazione dei danni? Per quanto riguardava il giovane Jinnouchi, la seconda ipotesi era quella che lo faceva rabbrividire di terrore: già aveva problemi con il capo di quel comitato, figuriamoci aver contro tutti i membri e subirsi la loro punizione; a quel punto meglio cercare di tenere a bada Aru sotto uno dei suoi attacchi più violenti! Il moro dovette cercare di dar retta sia all'antico spirito che al nuovo arrivato, soprattutto verso quest'ultimo cercando d'evitargli una morte abbastanza dolorosa e alquanto discutibile. Aru non attese molto e ripartì all'attacco, ma ancora una volta andò a sbattere contro il bastone dello sciamano e stavolta la lotta fu più incline al botta e risposta di muso e pertica e pareva più un duello vero e proprio che una scazzottata: si ma tutta quella situazione si poteva reputare normale? Ma neanche lontanamente! Lo sconosciuto disse che aveva ciò che faceva al caso loro e Kazuma buttò un'occhiata veloce alle sue spalle e notò che delle catene iniziarono a farsi notare, ma qualcosa bloccò il tutto e alla fine anche lo sciamano stesso: prima una gran sete, come se avesse la gola arsa da mille fuochi e il suo corpo fosse asciutto in ogni punto possibile, anche i più nascosti e infine una gran stanchezza e come se non bastasse, si sentì come imprigionato...
    <<ma cosa?!>>
    Si ritrovò ad esclamare con tono secco e rauco: ma che ci faceva incatenato ad un banco di scuola? Ma poi cosa ci faceva li quell'affare con tanto di catenaccio ad un suo piede? Ma si stava scherzando? Il giovane Jinnouchi cercò d'evitare un contraccolpo di coda da parte del suo grosso e ingombrante amico, ma cadde a terra con tanto di banco addosso e imprecò in maniera oscena che era meglio non ripetere o descrivere più. Possibile che il dragone potesse arrivare a tanto? No, non era nel suo stile, ma allora cosa mai stava accadendo? Aveva una brutta sensazione, come se in gioco fosse arrivata una terza pedina, una presenza oscura e poco rassicurante...
    <<ti pare il momento per una...e quello che fa?!>>
    Una cosa? Cioè Aru era tornato a distruggere l'edificio scolastico, andando a sputare diverse sfere lucenti contro un'altro pezzo d'edificio e quel Tatsuya gli domandava da bere? Ma soprattutto: chi accidenti era l'individuo sdraiato a terra non troppo lontano da loro? Ma in cosa si stava trasformando quella serata? In un suicidio di massa assistito? Kazuma s'alzò a fatica, quella stanchezza e sete lo stavano tartassando come non mai e non gli piaceva affatto: decisamente pessima come serata! Lo sciamano camminò verso il bestione e si trascinò il banco scolastico dietro con tanto di scia polverosa e scricchiolii sinistri...
    <<smettila Aru! Domani quelli del comitato disciplinare vorranno le nostre teste! Per l'amor del cielo non distruggere i bagni femminili!>>
    Kazuma prese a saltare sulle macerie che erano cadute a terra e agguantò con le mani e tanto di bastone, la lunga coda del drago e prese a tirarla per attirare la sua attenzione e cercare di fargli evitare la distruzione del reparto sanitario femminile, le ragazze sapevano essere peggiori d'un drago con le rotelle fuori posto...
    <<tatsuya!!! Se il tizio che fa il bello addormentato centra qualcosa nel far girare ancora di più i cinque minuti a tutti, smazzalo di botte!>>
    Prese ad urlare lo sciamano ancora intento a fare il tiro alla fune con Aru. Intanto il drago cambiò obbiettivo e una volta voltatosi verso i tre ragazzi, prese a dirigersi verso i due rimasti nel cortile con aria infuriata e una gran voglia di papparseli per cena...
     
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    Haiiro Kugatsu

    Bene, il drago stava continuando la sua opera di distruzione, mentre uno dei ragazzi... era ancora intento a fermarlo! Certo che ne aveva, di forza di volontà, per riuscire a muoversi così nonostante le sensazioni che gli aveva mandato e il banco a cui era ancora incatenato. Ora che Haiiro aveva aperto gli occhi, la stanchezza e la sete mentale sarebbero scemate, ma il banco e la catena sarebbero rimasti ancora per un po'. Comunque l'accenno a Unzen diede da pensare al sognatore.

    Unzen... preferirei non averci nulla a che fare. Certo, io non ho distrutto niente, è stato il drago a fare tutto, ma... considerando la sua personalità, Unzen potrebbe punirmi anche solo per essere stato presente.

    Haiiro si girò su un lato, appoggiando il gomito a terra e la testa sulla mano, mentre pensava al da farsi.

    Beh, in fondo questa è la mia serata “camminata”, quindi... magari è giunta ora di camminare. Via da qui possibilmente. Tanto mi sembra che il drago abbia fatto già abbastanza danni...

    Mentre stava per alzarsi sentì la voce del ragazzo che combatteva contro il drago. Immaginava che con “bello addormentato” si riferisse a lui, almeno che non ci fossero altri sognatori nei paraggi... no, credeva di no. Certo che aveva una buona vista il tipo, a vederlo al buio, inoltre... Tatsuya? Era davvero lui l'altro ragazzo?

    «Non c'è bisogno di urlare, sono sveglio... – in realtà anche lui urlò, ma era solo per farsi sentire. – E non preoccuparti per il banco e la catena, svaniranno da soli. Tra qualche minuto.»

    Era vero, neppure lui poteva cancellarli in quel momento. I due potevano solo aspettare. Haiiro quindi si alzò e mosse qualche passo verso Tatsuya.

    «Ehilà Tatsuya! Che strana coincidenza trovarti qua, spero che tu stia bene e non abbia troppa sete... Ma, cambiando discorso – aggiunse in un tono che cercava di essere casuale – con la scuola ridotta così, credi che domani faranno scuola?»

    Forse non avrebbe dovuto urlare in modo da rivelare la sua posizione. Forse non avrebbe dovuto parlare in modo rilassato con un drago infuriato lì vicino. Forse. Fatto sta che il drago ora si stava dirigendo verso di lui, o meglio loro. Haiiro lo osservò avvicinarsi indignato.

    «Che ingrato!» Mormorò tra sé a bassa voce. Ma lamentarsi in quel momento serviva a poco. Doveva agire, cioè doveva dormire.
    Si mise seduto e chiuse gli occhi, sperando di riuscire ad agire prima che il drago lo raggiungesse. L'emozione che scelse per guidare i suoi sogni era proprio l'indignazione per essere attaccati da chi aveva aiutato, una velata rabbia più simile allo sdegno che alla vera e propria ira, che chiedeva un bersaglio su cui sfogarsi.

    CITAZIONE
    Una bianca mano: nient'altro. Si librava nello spazio tenendo aperte le sue cinque dita, la dove doveva esserci il braccio c'era solo un'evanescente materia che presto svaniva.
    Ma la mano non era sola: dei piccoli esseri, più piccoli della mano, saltavano attorno a lei, cercando di sconfiggerla. La mano tuttavia si limitava a colpirli come si colpisce una mosca, lanciandoli a ogni colpo lontanissimi da dov'era.
    E Haiiro sentiva una certa soddisfazione, che faceva in parte sbollire la sua rabbia, ogni volta che uno di quegli insignificanti essere veniva sbalzato via.

    Con un sogno del genere, Haiiro avrebbe potuto facilmente materializzare la mano bianca e farla lottare col drago. Troppo facilmente.
    Quindi decise di usare qualcos'altro di quel sogno: adoperò l'enorme forza cinetica con cui la mano colpiva ogni volta i piccoli esseri per lanciare degli oggetti contro il drago: una delle macerie provocate dal drago stesso, l'albero prima abbattuto (l'avevano colpito tutti, poteva forse mancare lui?) e, infine, il banco che aveva materializzato incatenato al ragazzo sconosciuto.
    L'impatto con quell'enorme forza avrebbe dovuto rompere la catena e lasciare libero il ragazzo come desiderava. Oppure, se la catena e il banco erano abbastanza solidi, quel ragazzo che prima aveva proposto di “smazzarlo di botte” sarebbe stato catapultato insieme al banco addosso al drago. In fondo quello che desiderava era fermare il drago, Haiiro gli stava solo dando una mano a raggiungerlo.
     
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    Sembra che non abbia la bibita. Chissà perché me lo aspettavo. Ed ancora una volta ci siamo dimenticati di Aru!! il bestione ha ripreso la sua opera di distruzione! Ed io non voglio perdere un'altra scuola, non sopporterei di trasferirmi di nuovo e ricominciare tutto da zero. Non potrei più stare con le ragazze del Maid, non potrei più litigare con Jan e soci, dovrei dire addio anche alla sua carinissima sorellina! No, no, via, no, non posso permettere che accada questo.
    Il Protos Heis inizia a ricordarmi che non sono stanco, quindi inizia ad andare meglio. Il banco è ancora qui, insieme alla catena, ed ora anche il mio nuovo amico allevatore di draghi mi incita e prendere per la gola quello che c'entra con queste robe. Ma non posso davvero andare a massacrare Haiiro! Anche perché sarebbe inutile, il comitato disciplinare ci farà a pezzi lo stesso, oramai non c'è speranza. Sarebbe meglio se il drago attaccasse me. Haiiro si riprende, dà segni di veglia, allora non devo suonargli la sveglia.

    « Qualche minuto? Non posso aspettare tanto! La scuola? Ovviamente si farà lezione all'aperto. Sapendo che tipo è il preside e conoscendo indirettamente, e per lip service, Medaka, potrebbe essere lei stessa a farci lezione per insegnarci a non distrarci e restare concentrati anche in mezzo ad un cantiere edile.»

    Dico il tutto mentre mi sfioro il simbolo che ho disegnato sulla spalla e estraggo da un varco che si apre di fianco al braccio la mia fida Spada del Principio, che oggi userò, in essenza di una tronchese, conosciuto anche come l'attrezzo per rubare le bici, per spezzare la catena che mi tiene legato al banco. Intanto Aru prende di mira noi! E sento il mormorio di Haiiro!! Diamine, l'ha fatto di proposito, ci ha incatenati e dato questa sete per aiutare il drago! Avevo ragione a dire che la scuola era il suo incubo, di sicuro non ha studiato ed ora pensa che distruggendo la scuola potrà evitare l'interrogazione, o la verifica, o il quiz, o l'elezione, la decimazione, la Royal Rumble, il Torneo Tre Maghi, l'Hunger Game, quello che è, domani lo avrà!
    Ah, ma ora ci aiuta? Allora potrei decidere di aiutarlo in caso di Hunger Game.
    Intanto intervengo un secondo generando un piccolo collasso gravitazionale sulla catena che lega il dragon trainer per spezzarla e liberarlo. Ora devo chiedere aiuto.

    « Muzet! »

    Urlo, attivando il richiamo della mia adorata musa alata. Davanti a me si genera una perturbazione dell'aria, il vento si concentra e da una nube compare Muzet, che, detto tra noi, è davvero una splendida ragazza, per quanto è carina si fa presto a sorvolare sulle orecchie a punta, anche se a me piacciono, e le ali non sono un problema dato che sono presenti solo quando i suoi poteri sono attivi. Come ora. Ma abbiamo altro da fare. Intanto materializzo le mie ali rosse della fenice e ci mettiamo schiena contro schiena.

    « Preparatevi a passare dei guai »

    « Dei guai molto grossi »

    « Proteggeremo il mondo della devastazione »

    « Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione »

    « Denunceremo i mali della verità e dell'amore »

    « Estenderemo il nostro potere fino alle stelle »

    « Muzet »

    « Tatsuya »

    « Team Maehistos pronto a partire alla velocità della luce »

    « Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere »

    Perfetto. È riuscito alla perfezione! Lo avevamo preparato in caso di comparsate improvvise. Dovrebbe essere finito qui, ma ecco che si sente un'altra voce.

    « Nyan! Proprio così! »

    Non capisco come, ma è comparsa la ragazza volpe proprio ai miei piedi!

    « E tu cosa ci fai qui? »

    « Nya? »

    « Non nyannarmi e non cercare di farmi le fusa, non sei un gatto sei una volpe! »

    Prima che mi possa rispondere si apre un varco e da questo esce una mano che la tira dentro, quindi si chiude. Non può che essere opera di Sharon, vuol dire che erano tutte insieme. Ma...perché?

    « Sono stata io. Con lei è stato più bello. »

    Mi risponde Muzet, aveva ricevuto i miei pensieri grazie al nostro collegamento telepatico.

    « Hai ragione, è riuscito anche meglio. Bel lavoro! »

    Vorrei darle il cinque, ma è distratta da...

    « Ma quello è un drago! È il primo che vedo. Mi viene voglia di combatterlo. Allora, lo affrontiamo? Eh? Che dici? Eh? Se lo battiamo, zuccherino, ti do una bella cosa. »

    « Hai portato una limonata? »

    « Si! »

    « Dammela ora! »

    Forse ci stiamo un po' dilungando in questo siparietto, dopotutto staremmo affrontando un drago
    “Allora lo affrontiamo davvero?”
    Se metti i tuoi pensieri mentre narro poi non si capisce più nulla, su.
    Comunque abbiamo una bella bestiolina da affrontare, ed ora siamo anche in quattro. I numeri sono dalla nostra parte, ed anche la leggenda.
    “Quale leggenda? Le muse non uccidono draghi!”
    Li mandano alla BCE?
    “No, via, con te non ci penso più”
    Basta che mi assisti nella caccia.
    Avvicino la mano destra alla sua sinistra ed in mezzo iniziamo a raccogliere e pressare masse d'aria, ne accumuleremo abbastanza da innescare qualche bell'effetto. Intanto con le mani libere eseguiamo una manipolazione eolica sincrona per richiamare una corrente, sempre più forte, per schiacciare al suolo il drago.

    « Se salviamo la scuola ci ricompenserà Kiakijima con un bel bacio! »

    “Ma non è vero!”
    Ma loro non lo sanno.
     
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    Che razza di serata! Sinceramente non riusciva a capire perchè Aru fosse così infuriato, andiamo non poteva trattarsi della discussione avuta prima per quella certa stupidata, non poteva quel grosso drago abbassarsi a tanto con tutti gli anni che si portava appresso e tutta la storia che ai più poteva sembrare davvero forte, ma i Jinnouchi era soltanto fonte di guai e casini come quello che stava accadendo da qualche minuto a quella parte. Kazuma al momento non riusciva a trovare una buona strategia da usufruire, la sete e la stanchezza che gli erano arrivate tra capo e collo non lo aiutavano affatto, anzi iniziavano a farlo vacillare nella sua forte pazienza, ma si doveva pur combinare qualcosa; per lo meno il grosso spirito drago aveva smesso di mettere a ferro e fuoco l'edificio scolastico e s'era concentrato sull'attaccare i due ragazzi sopraggiunti da non molto: che razza di situazione si stava andando a creare. Lo sciamano dopo essere stato buttato a terra con tanto di banco appresso, da una codata dello spirito, si rialzò e cercando di correre il più veloce possibile con tanto di catena e tavolo di studio ad una gamba, anche se doveva praticare più dei salti imbarazzanti, riuscì a mettersi in pari con il suo grosso amico e gli si buttò addosso con tutto il suo peso andando a sbilanciare la nocca della leggendaria creatura e facendo collimare un nuovo colpo contro l'ormai decaduto albero unica vera vittima di quello sfacelo. Che fare? Come agire? Ma soprattutto, cosa accidenti stava combinando Tatsuya? Mentre il moro cercava di tenere bloccata le enormi mascelle aguzze di Aru con le sue braccia e gambe, si ritrovò spettatore d'uno spettacolino tra lui e una ragazza volpe e dovette ammettere di non essere l'unico matto esistente sul pianeta Terra...
    <<ma fate sul serio?!>>
    Esclamò incredulo a quei due che avevano preso addirittura una posa plastica. Prima il litigio con un drago che dovrebbe esistere soltanto nei libri di favole, poi la quasi demolizione della sua scuola, il ritrovarsi incatenato ad un banco probabilmente neanche il suo, l'incontro con due strani ragazzi e ora una scenetta da cartone animato o come si voleva? Decisamente in quel momento l'essere sbranato dall'intero consiglio disciplinare gli sembrava una passeggiata di tutta salute e preferita al tutto. Persino Aru restò un attimo sbigottito da ciò che s'era andato a creare davanti ai suoi occhi per combatterlo: stavano scherzando vero? Come potevano due semplici esseri respiranti e stolti a quel modo, pensare d'aver a che fare con lui? Quella distrazione gli costò cara, dato che l'altro ragazzo, quello che pareva dormirsela alla grande a terra, lo aveva colpito con una forte raffica d'aria e sbilanciato indietro. Aru si ritrovò a terra a pancia all'aria, ma la cosa più incredibile fu che Kazuma fu sbalzato verso l'alto, finalmente libero dalla catena e dal banco, ma invece di poter approfittare e cadere con agilità e darsi ad una fuga strategica e richiamare così lo spirito, il contraccolpo lo piombò verso il basso con banco annesso allo stomaco e dopo pochi secondi si ritrovò direttamente dentro la bocca del drago. Cavolo non un'altra volta: il giovane Jinnouchi era stato mangiato. Il polverone, il rumore e i detriti a terra, tutto scomparve inghiottito da un gran silenzio e da quello che sicuramente sarebbe stato dell'inaspettato: Aru si rimise a galleggiare per aria, con uno sguardo soddisfatto e le mascelle ben chiuse, non si mosse e non diede più retta al duetto d'eroi ne a quello che lo aveva elegantemente sbattuto al suolo aveva trionfato sul suo odiato guardiano...
    <<è imbarazzante...>>
    S'udì una voce all'interno della bocca del drago. Kazuma era stato si mangiato, ma non buttato nell'esofago, in pratica era stato fatto prigioniero. Ma il ragazzo non si diede per vinto e dopo essere rimasto seduto sulla grossa lingua biforcuta del suo amico "sputafuoco" e cercato di trovare un modo per uscire da li, s'era alzato e fatto pressione contro palato e fondo e stava aprendo lentamente la bocca sbucando davanti a tutti. Ma ecco che una nuova onda d'aria lo colpì e si ritrovò di nuovo inglobato nella bocca serrata. Che razza di serata! Aru lanciò un'occhiataccia a coloro che lo avevano attacco e dopo aver brontolato qualcosa sputò a terra lo sciamano, ed egli atterrò di facciata restando un attimo bloccato dinnanzi alla presenza femminile dalle orecchie volpine...
    <<grazie...>>
    Riuscì soltanto a dire ancora con la faccia a terra e in una posizione alquanto bizzarra se non addirittura dolorosa. Passò un secondo soltanto e il moro scattò subito in piedi e dopo aver richiamato con un gesto il suo bastone, si diresse di gran carriera verso Aru e dopo avergli regalato una botta da far spavento sul muso, tanto che s'udì come un eco metallico, agguantò velocemente un grosso rosario che spuntava da sotto la camicia della divisa scolastica e dopo aver recitato una formula, si vide il drago tramutarsi in una piccola sfera focosa bluastra...
    <<rimetti a posto la scuola!>>
    <<non è affare mio!>>
    <<come no?! Guarda che razza di casino hai combinato! E tutto per un takoyaki!>>
    <<l'ultimo takoyaki alla marmellata, ovvero il mio preferito! Tu non hai tale onore stolto guardiano!>>
    <<e tu distruggi una scuola per sta cavolata?!>>
    I due presero a discutere in modo abbastanza comico davanti a tutti...
     
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    Haiiro Kugatsu

    Haiiro aprì gli occhi, sperando di non trovarsi di fronte a un attacco mortale o in altre brutte situazioni analoghe. Per una volta, non era quello il caso.
    Vide che Tatsuya stava facendo uno strano e famigliare siparietto insieme a una ragazza e... a un'altra ragazza. Che delle ragazze gravitassero intorno a Tatsuya era tutto meno che insolito, anche se Haiiro avrebbe voluto sapere da dove le tirasse fuori. Ma forse era meglio se non si immischiava su simili fatti personali. Tanto più che una delle ragazze era già scomparsa, come se fosse venuta solo per completare il trio.
    Se qualcuno era aumentato di numero, dalla parte del drago erano diminuiti. Haiiro infatti non vedeva più il ragazzo che prima combatteva contro il drago.

    "O è scappato, o ha il potere di cambiare identità (non sarebbe la prima volta che vedo una simile anormalità) ed è lui la ragazza con cui Tatsuya sta parlando, oppure... – Haiiro guardò la bocca serrata del drago aprirsi lentamente, mostrando all'interno dell'esofago una forma umana, per poi chiudersi di nuovo – oppure è stato inghiottito. Sì, sembra quest'ultima opzione."

    Haiiro stava pensando a cosa fare ora, ma non ci fu bisogno di fare nulla: il drago infatti lanciò loro un'occhiata tutt'altro che amichevole e sputò fuori il ragazzo. Non doveva avere un buon sapore, per provocare una simile reazione. O forse il motivo era un altro? Infatti subito dopo il ragazzo trasmutò il drago in una sfera di fuoco blu, che si trattasse di una qualche anormalità che lo sciamano, o quel che era, non riusciva a controllare bene?
    "Certo che quei due hanno uno strano rapporto... sembrano un duo comico..."
    Non che lui o tantomeno Tatsuya fossero stati più seri quella sera, anzi...

    «Bene, come si dice, tutto è bene quel che finisce bene: il drago si è calmato, noi stiamo bene e la scuola è inagibile.» Parlò così, rivolto un po' a tutti e a nessuno, mentre con piccoli passi si muoveva tra dove si trovava Tatsuya e dov'era l'altro ragazzo con la fiamma/drago. Certo, aveva sentito le parole di Tatsuya sul fatto che le lezioni si sarebbero tenute anche all'aperto e in effetti, considerando la tempra di Medaka... Ma era comunque ottimista, i professori non erano allo stesso livello del presidente del consiglio, non il suo almeno, e avrebbe potuto convincersi a rimandare la verifica a miglior data.

    «Ma quindi quel tuo drago avrebbe distrutto la scuola solo per un takoyaki? Sembra incredibile che si possa fare una cosa del genere per una motivazione tanto ebete!» Disse con il suo miglior tono di ostentato disappunto e finto stupore, senza farsi timore a inserirsi nel dialogo tra il ragazzo e il suo(?) drago.

    «Comunque piacere, io sono Haiiro Kugatsu. – Per l'occasione fece anche un piccolo inchino. – È un'ottima serata per lasciarsi un po' andare e fare follie con le proprie anormalità, non ti pare?»
    Forse si sarà notato, ma Haiiro in quel momento era piuttosto allegro, forse era l'effetto dell'adrenalina ancora in circolo o cose simili. Si sentiva anche più amichevole del solito, nonostante poco prima avesse incatenato quel ragazzo e Tatsuya a un banco e li avesse bersagliati con sensazioni illusorie. Sarà mica stata quella dinamica degli shonen, per cui chi prima si combatteva subito dopo diventa amico? Ma Tatsuya era un suo amico già prima, che agisse anche in modo retroattivo?
     
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    Tatsuya & Muzet
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    Questo è...
    “Imbarazzante..”
    La nostra mossa ha fallito.
    “Lo abbiamo spinto di nuovo nelle fauci del drago.”
    Come manipolatori del vento facciamo troppi danni.
    “Abbiamo grandi prospettive come artisti circensi”
    E come ballerini di danza moderna.
    Comunque sembra che l'attacco abbia infastidito il drago, diciamo che abbiamo anche un futuro come provocatori di bestie mitiche. Ad ogni modo il ragazzo – che non è stato mangiato – viene risputato fuori e risulta salvo, anche se l'atterraggio è da rivedere. E tu, Muzet, perché non l'hai raccolto? Potevi rallentare la caduta e garantirgli un atterraggio più morbido.
    “Potevi farlo anche tu”
    Ma io ero distratto. Non so se ti è chiaro, ma è stato quasi mangiato per due volte da un drago.
    “Forse non ti è chiaro che l'ho visto anche io.”
    Ma ti è atterrato davanti.
    “Ovvero davanti a te. Oh? Lo combatte?”
    Il ragazzo rifila un colpo terrificante al drago, mi sembra quasi di sentire il dolore al posto suo. E poi..recita delle formule e....
    “È diventato una sfera!?!”
    Ha trasformato il drago in una sfera ed ora ci sta anche litigando! A quanto pare tutta la discussione è partita da un piccolo, grande, screzio: ha mangiato l'ultimo takoyaki.
    Allontaniamo le mani e disperdiamo i venti che stavamo raccogliendo, ancora un vola non è stato necessario usare questa mossa e non posso che essere felice di questo, i poteri del vento sono estremamente pericolosi se non sono usati da persone capaci, ed a giudicare dalla nostra performance precedente che ha sparato quel povero ragazzo di nuovo nella fauci del drago, è meglio se stiamo fermi.
    Haiiro si avvicina ed espone le sue perplessità. A rispondergli è Muzet che, fluttuandogli attorno, lo squadra per bene, credo che sia la prima volta che lo incontra davvero.

    « I peggiori litigi iniziano dalle cose più strane. E poi ha anche detto che è il suo piatto preferito. Con questo rimbambito ci ho litigato per molto meno. »

    Quindi il rimbambito sarei io. Certo che è un peccato che lei non possa diventare a sua volta una sfera.

    « Sei ancora qui? »

    Le faccio, fingendo una certa noia, quindi le rivolgo dei gesti inequivocabili per scacciarla.

    « Sciò! »

    Evito di pochi millimetri il ceffone che vuole rifilarmi. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, se non fa così vuol dire che la situazione è grave.

    « Niente più limonata »

    « E no! Questo è un colpo basso. »

    Haiiro approfitta della situazione per presentarsi e fare anche qualche sana battuta. Mi sembra molto più allegro del solito, deve essergli successo qualcosa di buono, tipo la distruzione della scuola? Ma tanto domani sarà comunque aperta, parola mia e dei quattro cacciatori di miti e leggende. Che non ci sono. Sono delle cacciatrici.
    Evitiamo di indagare, meglio esibirsi nei convenevoli.

    « Mi presento meglio anche io. Sono Tatsuya Clar...Kamishiro. Secondo anno sezione undici e dipendente dal cioccolato. Questa qui invece... »

    « Io sono Muzet. Tra i due sono quella che comanda. Limonata? »

    C'è qualcosa che non mi quadra, ma lei sta comunque facendo fluttuare nell'aria quattro lattine di limonata e, a giudicare dalla condensa, le sta anche tenendo al fresco. Il tutto nell'aria. Un frigorifero volante, ecco cosa mi ritrovo. E se non mi risponde su questo pensiero non è perché ha deciso di ignorarmi, al contrario è perché dovrà organizzare qualcosa per punirmi per bene in privato. Pensavo che questa fosse una seccatura, ma credo che un drago che va in escandescenza per un takoyaki sia anche peggio.
    Rifletto, massaggiandomi leggermente la nuca, mentre Muzet offre la limonata. Ovviamente io prendo una lattina, la apro e bevo un sorso, ho davvero sete.

    « Se vuoi un takoyaki... te lo posso procurare. »
    “Mostra un po' di rispetto.
    « Oh! Divino drago della leggenda e della toponomastica, se vuole un takoyaki ve lo posso umilmente procurare. »
    “Troppo rispettoso”
    La prossima volta parli te.
     
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    Si stava cadendo nel ridicolo, litigare per una stupida pietanza e mettere così a ferro e fuoco la sua scuola che non centrava nulla e coinvolgere persino due suoi compagni che ancora non conosceva: però era contento di quell'imprevisto e il perchè era ben ovvio: aveva potuto incontrare due individui che potevano vedere Aru e significava che non era il solo essere con poteri abnormali a scuola. Intanto però sia lo sciamano che il dragone continuavano nel loro litigio e il primo si sedette a terra con le gambe incrociate e le braccia conserte al petto e il suo viso era con un'espressione abbastanza contrariata e ogni tanto muoveva il bastone e con esso si potevano udire tintinnare appena le campanelle; il secondo invece restava sempre sfera fluttuate bluastra e da essa scaturiva una voce profonda antica e piuttosto irritata per aver perso l'adorato ultimo takoyaki cucinato quella sera, ovvero a sua detta il più buono di tutti. Bisognava arrivare una volta per tutte ad una soluzione non era possibile arrivare a tanto per delle sciocchezze e andar a combinare quel gran caos e lasciare macerie ovunque, chissà la madre del ragazzo come l'avrebbe presa nel venire a conoscenza di ciò che avevano lasciato dietro di loro per quella discussione iniziata a casa, continuata al Tempio mettendolo quasi a soqquadro e finendo col disintegrare una parte dell'accademia: sarebbe iniziata l'apocalisse quello era poco ma sicuro...
    <<ma perchè dobbiamo sempre arrivare a queste soluzioni?! Takoyaki o no dobbiamo rimettere a posto la scuola...>>
    <<è una questione di rispetto: io comando, io decido, io mangio l'ultimo takoyaki di casa Jinnouchi, io distruggo una scuola! Posso ogni cosa e tu lo sai e sicuramente non rimetterò a posto un'edificio d'inutili creature!>>
    <<devo fare sempre tutto io? Che palle!>>
    Esclamò il ragazzo alzandosi di colpo e sventolando il suo bastone innanzi alla piccola sfera fluttuante: quanta pazienza si doveva avere con gli spiriti, ma soprattutto con certi draghi suscettibili da centinai d'anni e che non volevano cambiare d'una virgola? Intanto i due compagni di scuola s'erano avvicinati a Kazuma e si presentarono con fare diverso e il moro si volse verso di loro sorridendo e grattandosi una spalla imbarazzato: come avrebbe spiegato tutto ciò a due perfetti sconosciuti? Doveva sempre andare a cacciarsi in situazioni davvero assurde e di cui non poteva certo dare dritte, insomma lo avevano visto e udito anche loro dopotutto, no? Un grosso drago della terra s'era infuriato per non aver messo le proprie fauci sull'ultima parte d'una pietanza e quindi andato a provocare un gran macello, semplice vero? Cose che capitano tutti i giorni! No d'accordo ma quando mai?...
    <<credetemi, lui è capace di molto peggio. Comunque: piacere di conoscervi ragazzi, io sono Kazuma Jinnouchi. Trentesimo sciamano del Tempio della Terra a nord di qua, secondo anno sezione otto e...ehm...distruttore di scuole?!>>
    Fece una piccola risata ma alla fine il suo umore andò verso il baratro della depressione e sotto al suo sguardo andò a dipingersi del bluastro per la vista dei detriti a terra e del grande squarcio all'interno d'un ala del liceo: da solo non sarebbe riuscito a sistemare tutto quel putiferio, e la soluzione era soltanto una sola. Intanto lo spirito della ragazza dalle orecchie a punta e le ali da farfalla si presentò e addirittura fece dare rispetto al suo amico Tatsuya verso Aru e quest'ultimo parve compiacersi molto...
    <<almeno gli spiriti sono più saggi dei loro stolti umani. Lieto di fare la vostra conoscenza musa Muzet>>
    Disse la piccola sfera avvicinandosi alla presenza simile alla sua: forse aveva trovato qualcuno con cui fare amicizia e non perdere le staffe ogni due per tre? In effetti a ben guardarli e ascoltarli si assomigliavano, quindi tutto era possibile, anche se alla prospettiva di due spiriti che volevano detenere il comando c'era da preoccuparsi. Kazuma sospirò a lungo e prese con gentilezza la limonata offerta da Muzet e le sorrise e fece un piccolo inchino con la testa in segno di riverenza e mosse il bastone sopra la sua testa facendo suonare le campanelle, era un suo modo per riconoscerla e farle capire che non doveva temere il suo potere di vederla e magari un giorno affrontarla; dopo di ciò bevve alcune sorsate della bibita e si sentì rinato, la sete era sparita e così anche la stanchezza e un brivido elettrico e vigoroso lo percorse lungo la schiena facendolo sorridere più che mai e stiracchiarsi portando le braccia verso l'alto e scuotere la testa...
    <<d'accordo: mettiamo a posto questo casino!>>
    Disse con un'energia incredibile e si diresse verso il liceo e le sue rovine cadute a terra. Una volta stabilito un punto in cui soffermarsi, prese ad agitare il bastone sui detriti e questi s'illuminarono e comandati da un potere silenzioso vennero sollevati e incastrati al posto giusto da cui erano stati staccati con l'impatto della coda del drago: il tutto appariva come un tetris fatto di magia e luce verde sfavillante e pian piano l'Hakoniwa riprese il suo stato originale; sicuramente Haiiro non sarebbe stato per nulla contento della faccenda ma era meglio non mettersi contro il consiglio disciplinare. D'un tratto s'udì un gran colpo e un albero andò a schiantarsi dritto e di netto nel muro appena ricostruito, Kazuma si volse di scatto e capì cos'era successo...
    <<e che cavolo Aru!!!>>
    Il dragone aveva voluto mettere un tocco originale alla struttura e il danno era bello che fatto. Ora il liceo avrebbe potuto vantare d'avere una pianta incassata nel cemento e la sua fronda nel corridoio interno; Kazuma si portò una mano al viso, un sonoro facepalm da premio oscar, ora si che sarebbe incappato nelle ire di quel dannato consiglio. Finito il lavoro, lo sciamano fece sparire il bastone e infine tornò a sedersi sul terreno, si lasciò proprio andare e si sorresse con le braccia e le gambe e riprese fiato...
     
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    Haiiro Kugatsu

    A rispondere alla sua domanda sul takoyaki fu la ragazza che accompagnava Tatsuya. Haiiro notò le orecchie a punta e le ali sulla schiena: anche per un tipo disattento come lui era difficile non vederle, soprattutto quando un simile essere gli fluttuava attorno. Haiiro ricambiò il suo sguardo osservatore con lieve curiosità, chiedendosi dove Tatsuya si fosse trovato una simile compagna. Forse però era meglio non intromettersi in simili affari privati...

    «Mah, se è stato per il suo cibo preferito immagino vada bene...» Si limitò a rispondere con un'alzata di spalle.
    Del resto che fosse per un takoyaki o per un tamagotchi, era contento che quel drago si fosse intestardito a demolire la scuola.
    Ma la sua soddisfazione durò ben poco, visto che dopo le rispettive presentazioni Kazuma adoperò quelli che dovevano essere i suoi poteri di sciamano (o di anormale? Haiiro non l'aveva ancora capito) per ricostruirla. Il Sognatore dovette osservare mesto mentre i muri tornavano al suo posto e così si dissolvevano le sue possibilità di saltare la verifica. A quanto pare avrebbe dovuto passare la notte a studiare sopra uno scomodo sgabello... Almeno l'albero che il drago aveva posizionato all'ultimo nella scuola aggiungeva un tocco di originalità nella struttura, che sapeva Kasumi avrebbe apprezzato. In quanto a lui cercò di consolarsi prendendo la lattina di limonata che Muzet aveva materializzato per loro. Certo non era caffè, ma come si suol dire a caval donato non si guarda in bocca.

    «Grazie per la bevanda Muzet e che essa possa addolcire l'amarezza per la ricostruz... cioè, brindiamo alla ricostruzione della scuola e alla salvezza della nostra routine scolastica.» Terminò di dire con un tono tutt'altro che entusiasta e festoso.
     
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    Le presentazioni procedono per il verso giusto e tutti sembrano gradire la limonata. So che Haiiro avrebbe preferito del caffè, ma non si può avere sempre tutto dalla vita. Comunque tutti ringraziano Muzet, ed anche il drago sembra averla presa in simpatia.

    « Il piacere è mio, antico drago superiore Aru. Se solo ci dessero ascolto più di frequente... ma non sembrano rendersi conto che hanno molto da imparare da chi ha qualche centinaio d'anni in più di loro. »

    Risponde Muzet al drago, facendo anche un elegante inchino di riverenza e rispetto.

    « Quanto sei elegante, cuginetta mia. »

    Le dico in tono canzonatorio, evitando di poco un altro bel ceffone che forse mi sarei ben meritato, ma essere me è bello proprio per la possibilità di evitare tutti i ceffoni di questo mondo, anche tre contemporaneamente e ad occhi chiusi, mentre bevi un caffellatte a testa in giù e monti la panna per la torta. Una volta l'ho fatto davvero: avevo perso una scommessa con Mimì ed ho dovuto fare quello, anche se lei non mi tirava ceffoni ma cercava di colpirmi con il tacco della scarpa. Ammetto, però, che se avesse avuto i tacchi a spillo non avrei mai accettato di sottostare alla penitenza, sarebbe stato oltremodo pericoloso per la mia incolumità.
    È estremamente interessante quel che le nostre nuove conoscenze riesco a fare, ovvero rimettono a posto la scuola con i loro poteri. È uno sciamano, chissà se ha qualcosa che supera anche le anormalità? Almeno quelle più comuni, un tizio come me ha delle robe tanto strambe che potrebbe facilmente fondare una nuova religione e farsi venerare come un dio, spacciarsi per il profeta di se stesso ed avere un respawn immediato, detto anche resurrezione. Si, si, sarei davvero una grande divinità
    “No, cuginetto mio bello, sei solo un mentecatto.”
    Tra dieci anni troverai il coraggio di dirlo davanti ai miei tre miliardi di fedeli?
    “Non hai ancora una religione e non la fonderai mai.”
    Invece la fonderò. Ho già in mente anche l'abito per i sacerdoti.
    “Divise da maid e da butler?”
    Mi stai proprio nella testa, eh?
    “Stiamo comunicando telepaticamente, marrano.”
    Conosci l'origine di quel termine?
    “No, e se provi a dirmelo conoscerai l'origine del dolore.”
    Come il muro della scuola?
    Perché, diciamocelo, l'albero che sconfina nello spazio dell'edificio, che sfonda la parete come io sfondo costantemente la quarta e come Simon sfonda i cieli, è un tocco d'arte d'avanguardia. È costruzione organica, nel senso che un organismo vegetale è nel mezzo della costruzione. Povero albero, certo che questa sera se la sta passando proprio male. Forse è bene fare qualcosa.

    « Ma io ho ancora le ali? »

    Chiedo improvvisamente, rendendomi conto di non aver ancora disattivato Esistenza.

    « Te ne accorgi solo ora? Certo che sei davvero poco sveglio. »

    Mi fa subito Muzet scuotendo la testa per il disappunto. Dai, almeno ho in mente qualcosa per riuscire a recuperare un po' di punti. Prima abbiamo fatto un figura non proprio buona con il vento, non ho ancora la possibilità di rimettere a posto la realtà, non resta che sfruttare il regno vegetale.

    « Scusatemi un attimo. »

    Spicco il volo ed atterro sulla parete appena ricostruita. Ultimamente riesco restare in piedi su qualunque superficie a prescindere dall'inclinazione, anche sul soffitto, senza essere unito con Muzet.

    « Povero stolto. Sta cercando di impressionarvi. Eppure gli dico sempre di lasciar perdere certe cose, ma lui nulla. Se almeno si mettesse in mostra per cercare di far colpo su di me... »

    Sospira Muzet con un atteggiamento da 'siamo alle solite', ma non mi prenderò la briga di risponderle.
    Mi avvicino all'albero e ne tocco il tronco. Respiro a fondo, cercando di svuotare la mente e visualizzare il livello di integrità che voglio generare. Quindi attivo le mie sacre fiamme benefiche e le diffondo su tutto l'albero. Le fiamme divampano con forza, avvolgono non solo l'albero ma anche tutta la parete e buona parte dell'istituto. Non faccio altro che cercare di stimolare la vita.
    L'albero inizia a vibrare visibilmente, quindi le radici si muovono, controllate dalla volontà delle fiamme, e si conficcano nella parte, la cui superficie si ricopre di erba e di fiori. Sul muro appena ricostruito si è formato un particolarissimo giardino. Nemmeno a Babilonia potevano vantare cose simili. L'albero si riprende e rinvigorisce, è l'effetto che ottengo sempre. Alla fine del processo la pianta è completamente fusa con la parete e lo stesso muro è diventato più simile ad un costrutto del regno vegetale che ad un'opera di carpenteria. Spero solo che le fiamme non si siano diffuse troppo all'interno della scuola, per quanto spettacolare potrebbe essere spiacevole aver trasformato in un giardino in fiore anche i corridoi.
    Un piccolo balzo, una breve planata e quindi atterro tra i miei compagni, disperdendo le ali in un nube di piume odorosa di rose e biscotti appena sfornati. Un odore molto particolare, direi buono.

    « Dovevo fare qualcosa per l'albero. Spero di non aver esagerato. »

    Dico riferendomi alla parete che si è completamente ricoperta di fiori di ogni tipo. Un fioraio potrebbe aprirci il negozio su quel muro, se riuscisse a starci in equilibrio. Potrei aprire io stesso un tale negozio?

    « I fiori non sono il tuo forte. »

    « Ed ecco Muzet, distruttrice di sogni. »

    « Chi dorme non piglia pesci. »

    « E chi ha parlato di pesci? Ma sei fissata! »

    Questa volta il ceffone non lo evito. Mi sa che mi sono distratto.

    « Ah! Ti ho colpito! Si! Finalmente! »

    « Haiiro, se hai bisogno d'aiuto per un compito in classe basta dirmelo, domani di mando telepaticamente tutte le risposte prendendole dalla mente dell'insegnante. »

    Devo cambiare discorso, ho fallito una schivata dopo secoli di successo. Non che abbia davvero vissuto per dei secoli, ma ero convinto che un giorno avrei potuto dire la frase “Era da un secolo che non riuscivano a prendermi”. Forse è una frase più adatta per essere detta ai poliziotti che mettono fine alla tua latitanza...
     
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    Remember...birretta?!

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    Possibile che fosse già stanco dopo aver usato quel poco di magia per sistemare la parte del liceo distrutta? Forse era un pò fuori allenamento dato che nell'ultimo periodo stava usando più i suoi poteri di sciamano che altre abilità di sua conoscenza: sembrava che nel periodo più caldo gli spiriti della terra si dessero appuntamento per farlo dannare nella loro ricerca e metterlo alla prova, oppure farlo sclerare negli esorcismi di lunga durata, che non gli riuscivano quasi mai a memoria e doveva sempre far ricorso al suo quadernetto degli appunti. Mentre Kazuma si godeva quell'attimo di pace, restò sorpreso nel vedere che anche Tatsuya aveva dei poteri e forse più forti dei suoi, tanto che fece dell'albero "piantato" dentro alla costruzione scolastica un vero e proprio giardino dai tanti fiori e il verde tutto intorno, decisamente non sarebbe stato l'unico ad avere dei seri problemi il giorno dopo con il consiglio disciplinare. Non era da tutti i giorni che una scuola si ritrovava ad essere un punto botanico al chiuso per i suoi alunni e in più chi avrebbe mai spiegato tutto quel macello? Da quello che sapeva il giovane Jinnouchi coloro che frequentavano l'Hakoniwa erano studenti all'apparenza normali e molti di loro non erano a conoscenza d'avere dei compagni d'istituto o addirittura di classe proprietari di capacità sovrannaturali, quindi ciò che lo sciamano e il ragazzo alato avevano creato come si sarebbe potuto spiegare? E poi perchè il moro si doveva tanto preoccupare d'un consiglio addetto alla disciplina in generale che non sapeva dell'esistenza di magia o affini? Almeno, per quanto riguardava il pensiero di Kazuma, quelli che facevano parte di quel consiglio erano semplici esseri umani e per quest'ultimi anche lui lo era: certamente veniva visto come un tipo strano che arrivava sempre a scuola al suono della campana e che teneva la propria divisa un disastro, ma altro? Non potevano certo incolparlo della presenza d'un grosso albero visibilmente sradicato dall'ingresso principale e magicamente incastrato dentro l'ala delle prime classi, o forse parlava troppo presto? Kazuma fece un'allegra risata al risultato finale di quell'opera d'arte floreale e si portò una mano tra i capelli andandoli a scompigliare ancora di più e tirando un sospiro di sollievo...
    <<d'accordo: chi ha il coraggio domani di sentire quelli del comitato disciplinare? Gli verrà un colpo sicuro!>>
    In effetti poteva essere anche una piccola vendetta per tutti i brutti quarti d'ora o cinque minuti passati a sorbirseli nelle loro prediche sulla cravatta slacciata, o la camicia mezza fuori dai pantaloni o il suo arrivare in classe di volata e quasi sfondando ogni volta la porta, o perchè fischiettava nei corridoio in momenti random; avrebbe proprio voluti vederli dannarsi nel cercare una spiegazione a tutto ciò. Il giovane sciamano s'alzò in piedi e prese a darsi dei colpi qua e là sui vestito togliendosi la polvere di dosso e dando un'occhiata generale ai danni della battaglia con Aru: a parte lo squarcio sulla camicia all'altezza spalla e un buco ai pantaloni sul ginocchio sinistro nulla di così terribile che non si potesse sistemare con una bella cucita d'ago e filo, ovviamente a sue spese e capacità, di sicuro la madre non lo avrebbe aiutato quella volta, ma ecco che qualcosa andò a colpire la sua attenzione: il suo udito lungo gli fece percepire uno strano rumore all'interno della scuola...
    <<avete sentito?!>>
    Domandò guardando prima Tatsuya e il suo spirito e infine Haiiro. Il suo istinto gli diceva che qualcosa non andava, infatti anche la sfera bluastra che per tutto il tempo era rimasto vicino allo spirito con le ali di farfalla s'ara avvicinato al suo guardiano e prese a puntare verso il liceo. Una risata cristallina si fece avanti e infine delle luci non del tutto normali si fecero vedere nella zona in cui era stato incastrato l'albero...
    <<qualcuno s'è portato un'amichetto?!>>
    Domandò allarmato Kazuma prendendo a correre verso la scuola. Appena fu sotto la zona verdeggiante, spiccò un balzo e usufruendo delle radici dell'albero che uscivano come nulla fosse dal cemento, entrò nell'istituto e scomparve alla vista degli altri. Il suo essere sciamano era in piena allerta e anche il drago Aru non era molto tranquillo: c'era una presenza. Uno spirito? Un fantasma? Un essere abnormale? Kazuma cominciò ad avanzare lungo il corridoio vuoto e buio, fortunatamente non era stato intaccato dalla presenza vegetale e dal suo integrarsi con il complesso architettonico: tutto taceva, eppure quel famoso dire che le scuole di notte e senza studenti al suo interno dava un che di pauroso era vero, era come essere dentro a quei film dell'orrore a tema scolastico in stile giapponese che serviva per far passare le notti in bianco agli adolescenti o ai bambini. Il moro e la sfera bluastra continuarono la loro ispezione tenendo i sensi ben alti e pronti a tutto, tranne che a quelle risate come a presa in giro che ogni tanto si facevano sentire e alla fine, una volta entrati nella zona centrale in cui si trovavano le scale che portavano ai vari piani superiori, la presenza si fece vedere per pochi secondi: un'ombra nera e piccola si mosse verso l'alto e con una risata si diresse verso la zona destra...
    <<si dirige ai laboratori!>>
    Esclamò Jinnouchi prendendo a correre su per le scale alle calcagna di quello spirito o fantasma che appariva e spariva a tratti e che lo condusse dritto, dritto ai laboratori di scienze e artistica. La presenza aprì di scatto la porta d'un'aula e la richiuse con un gran colpo, lo studente cercò d'aprirla ma inutilmente, pareva come bloccata dall'interno, allora tentò di sfondarla a spallate e dopo un paio di tentativi vi entrò per forza di scherzo: infatti la porta s'aprì di scatto e il moro andò a cascare a terra a gambe all'aria e imprecando come non mai. Ma che razza di gioco si stava apprestando ad iniziare? Kazuma s'alzò di scatto e ancora prima d'essere raggiunto dagli altri o poter evocare il suo bastone, venne alzato di peso da terra, fatto vorticare per un giro e buttato fuori dall'aula e sbattuto al muro come nulla. Il ragazzo scivolò a terra a testa in giù...
    <<abbiamo un problema...>>
    Disse con tono non del tutto positivo ai suoi due nuovi amici una volta che lo avessero raggiunto. Intanto si sarebbe materializzato di fronte a tutti una piccola figura vestita da clown a due colori: viola e bianco, con una maschera anch'essa abbinata ma con una parte sorridente e l'altra triste e che rideva come un bambino...
     
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38 replies since 1/2/2016, 00:35   478 views
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