[CONCLUSA] Il Playmaker Calcolatore

Prima Narrazione: Sakurai Tetsuya - Koumori Fuuta & Enma

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    E così ti piace la musica e studiare? Che cosa insolita, non sono molti quelli a cui piace la seconda, mentre sulla prima posso essere d'accordo anche io. Ma non fraintendere! Non voglio dire che sia una cosa strana, anzi direi che è piuttosto interessante!
    Ed ero sincera! Non avevo sentito molto di ragazzi a cui piacesse lo studio, normalmente è solo qualcosa che ti trattiene dal divertimento con gli amici, ma a quanto pare Tetsu aveva proprio la passione per la conoscenza ed il riempire i buchi col sapere. Ottimo direi!
    E tu? Oltre a saltare addosso alla gente hai qualche altro interesse?
    Ahahah scusa ancora per quello! Sono sempre troppo impulsiva e avventata e ormai questo genere di cose sono di routine!
    Nel frattempo arrivarono le nostre ordinazioni: il succo e la mela per me e la spremuta per lui.
    Grazie mille. I miei interessi dici? Beh diciamo che mi piace molto il kendo, ormai lo pratico da molti anni però tendo ad essere troppo emotiva e di conseguenza posso perdere molto talento di colpo.-mi misi una mano dietro la nuca esibendo un sorrisetto strampalato di imbarazzo, per poi far passare la mano lungo la coda e spingere i capelli.
    Ahem... oltre al kendo comunque c'è una cosa che adoro alla follia: mi piacciono tantissimo i cosplay, sono una cosa che mi piace da impazzire e mi diverto tantissimo a provarli! Spero solo che tu non pensi che sia strano ahah. E poi non possiamo dimenticare la mia passione per la frutta -diedi un sonoro morso alla mela- Kyaaaaah che buona! La frutta croccante ha veramente qualcosa in più del resto!
    Visto che ti piace studiare e imparare nuove cose deve anche piacerti ritrovarti in posti sempre nuovi o sbaglio? Visto che mi pare di aver capito che ti sei trasferito: come ti sembra questo rispetto a quello in cui eri prima?

    Era un ragazzo molto interessante, ed era molto divertente stare a discutere con lui, sembrava giudizioso e molto intelligente e credo sarebbe molto bello approfondire i rapporti con lui! Senza contare che potrebbe sicuramente dare qualche ripetizione a quel testone di mio fratello... a proposito: che fine ha fatto? Mi pare molto strano che ci stia impiegando così tanto per lavarsi le mani...
    SBAM!!
    La porta del maid si aprì con un botto assordante, ed una figura indistinta si nascose velocemente dietro di me chiedendo aiuto con una voce molto flebile.
    Ma cos...? -ero visibilmente sorpresa, accadde tutto così di fretta, poi dalla porta entrarono tre ragazzi più grandi e sembravano anche piuttosto incattiviti, uno aveva l'uniforme bagnata mentre un altro l'aveva sporca di quello che sembrava... gelato alla fragola??
    Dov'è quel maledetto ragazzino!?
    Aiuto!
    Enma?!


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    etsu non poté che dare ragione alla ragazza, annuendo con un mezzo sorriso alla sua affermazione. Effettivamente non era cosa da tutti i giorni che a qualcuno piacesse studiare, ma il ragazzo amava oltre ogni cosa scoprire tutto quel che non conosceva, e lo studio era uno dei modi più veloci, insieme al viaggiare. Quest’ultima attività però non aveva mai avuto modo di praticarla in quanto né lui né suo padre avevano mai veramente navigato nell’oro dal loro ritorno in Giappone e purtroppo senza soldi era difficile andare all’estero.
    «Beh, ammetto che forse un po’ non sono normale» rispose del tutto sincero. E davvero non lo si poteva definire un ragazzo qualunque! Oltre alla passione dello studio, d’altronde, quanti altri potevano vantare un’abilità da permetterti di osservare tutto l’ambiente circostante come un’equazione matematica? Ok, forse la sua anormalità era unica, ma doveva anche ricordarsi di essere in una scuola dove altri come lui avevano particolari poteri. Gli stessi Enma e Fuuta poteva far parte dei ragazzi con delle anormalità, ma finché non ne aveva la prova meglio tacere al riguardo, no?
    Arrivata la spremuta, Tetsu prese a sorseggiarla ascoltando attentamente la ragazza rispondere alla sua domanda, dopo essersi nuovamente scusata per quanto avvenuto di fronte alla palestra. Impulsiva di certo lo era stata in quel frangente, ma per una volta tanto l’impulsività aveva portato a un felice risultato.
    «Oh tranquilla, non lo ritengo strano! Per il kendo non ho mai provato, forse una volta non mi dispiacerebbe anche se l’unico sport in cui sono mai stato portato è il basket.» Con la sua anormalità, a essere sinceri, forse avrebbe potuto eccellere in qualsiasi sport, ma sapeva anche che quello non bastava. Poteva magari prevedere tutte le situazioni possibili, però senza allenamento o il fisico adeguato allo sport in questione era piuttosto inutile. «E i cosplay li trovo interessanti! Non sei la prima che incontro con questa passione, nella mia precedente scuola ce ne erano di ragazzi fissati e una volta mi ci hanno addirittura trascinato quasi di peso, i miei ex compagni di squadra, a una fiera di cosplay!» Al ricordo di quell’esperienza gli venne da ridere. Era stata Misato a organizzare il tutto per costringerlo ad andare con loro, e nonostante all’inizio l’avesse trovata solo una distrazione… Non poteva negare di essersi divertito quel giorno.
    Trovava ben più strana la passione per la frutta, dunque… Beh, a pochi non piaceva, ma addirittura mostrare tanto “amore” per una mela… Gli ricordava il personaggio di un anime che aveva visto qualche tempo fa, una sorta di demone anche se lì lo chiamavano… “Ah sì, Shinigami! Lui si chiamava Ryuk e l’anime se ricordo bene Death Note!” pensò, memore di uno degli anime che Misato più amava.
    «Beh, ovvio!» aggiunse in risposta alla domanda di Fuuta. «Si possono apprendere molte cose nuove anche solo visitando diversi post, l’unico mio rammarico è di non poter essere andato all’estero, ancora. Sono nato in Francia, ma non la ricordo in quanto ci siamo trasferiti dopo la morte di mia madre ed ero troppo piccolo a quel tempo. Quindi posso dire di aver visto finora solo alcune città del Giappone.»
    Continuò a bere la spremuta tra una frase e l’altra, aspettando di vedere se Fuuta magari volesse riprendere la parola, ma dopo qualche istante un rumore lo fece voltare i scattò verso l’ingresso del locale, dove la porta si era appena aperta di schianto lasciando entrare una figura che s’era andata a nascondere dietro la ragazza, seguita da altri tre più grandi, due dei quali dovevano aver avuto un qualche… Problema, a giudicare dalle loro divise e dal loro umore nero.
    Riconosciuto Enma come il tipo che s’era nascosto dietro a Fuuta, Tetsu si alzò lentamente lanciando una rapida occhiata ai due fratelli, come a rassicurarli prima di chinarsi leggermente verso Fuuta e sussurrarle: «Rimani qui, ci penso io.»
    Fatto ciò, si rimise dritto osservando i tre nuovi arrivati. Dal canto suo non era mai stato un tipo solito ricorrere alla violenza, ma in certi casi non dubitava che un po’ di maniere forti servissero, e aveva scoperto che la sua anormalità poteva essere usata anche in questo frangente. Giocando sull’astuzia più che sulla forza fisica che non disponeva, e potendo prevedere quasi alla perfezione le possibili mosse dell’avversario, aveva più di una chance in una rissa.
    Si avvicinò dunque ai tre continuando a tenere la spremuta in mano e rimanendo perfettamente calmo, mentre i metri a separarli diminuivano. «Ragazzi, calmatevi… È successo qualcosa?» chiese indicando i vestiti bagnati di uno e la macchia di gelato dell’altro. «Se volete posso pagarvi il conto della tintoria» aggiunse con un lieve sorriso.
    Aveva preferito cominciare con le buone, e semmai non avessero voluto ascoltare… Sarebbe passato alla sua anormalità.
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    Mmmh... Mi pare di ricordare che in chat mi avevi detto qualcosa riguardo a questi NPC ma è passato troppo tempo e non ricordo cosa lol Quindi ho lasciato così senza fare effettivamente ancora nulla, onde evitare di scrivere cavolate XP Per qualsiasi cosa dimmi che modifico senza problemi u.u
    E comunque scusa il ritardo ç_ç
     
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    Una volta arrivato al Maid dopo una folle corsa per evitare quei ragazzi mi nascosi immediatamente dietro a Fuuta. In realtà non lo feci per paura o altro, ma semplicemente perché nella rapidità del momento avevo solo bisogno di nascondermi: tre ragazzi del genere ancora non ero pronto per affrontarli in uno scontro fisico: sembrava facessero parte tutti e tre di un club sportivo piuttosto impegnativo a giudicare dalle loro stazze, e quasi sicuramente dovevano essere del terzo anno.
    Una volta pensato che in quel modo avrei potuto mettere in pericolo lei, mi rialzai per spiegare a loro due cosa fosse successo, cercando di mantenere la calma e di essere il più chiaro possibile...
    Allora sono andato in bagno per lavami le mani quando il rubinetto era difettoso e schizzò acqua dappertutto e per questo quel tipo ha la maglia bagnata e allora io mi sono scusato però era troppo innervosito ed ha preso ad inseguirmi per il corridoio e allora mentre fuggivo ho sbattuto contro uno qui fuori e la sua maglia si è macchiata del suo gelato che poi quando è caduto ha rovinato i quaderni di quell'altro tipo ed entrambi hanno preso a rincorrermi!
    ... Ma non ci riuscii più di tanto. Ero ancora troppo preso dall'inseguimento e a quel punto speravo solo che si capisse quanto avevo appena detto, anche se dallo sguardo di lei sembrava molto confusionaria come spiegazione.
    Tetsu invece si avvicinò rapidamente ai tre, cercando di usare la sua freddezza condita con un po' di sarcasmo per risolverla a parole, ed essendo più lucido di me sicuramente i sarebbe riuscito meglio.
    -Senti ragazzino, non abbiamo tempo da perdere. Quello là dietro ci deve ripagare delle figuracce che ci ha fatto fare!
    -E a me dovrà pulire la maglietta e dovrà fare in modo da poterci mangiare sopra.
    -Senza contare che i quaderni che ho rub... ehm, scritto con impegno ora sono rovinati e dovrà riprendermi tutti gli appunti!
    Non sembravano particolarmente intelligenti, e forse per questo le parole non avrebbero funzionato per risolvere il conflitto. Speravo che Tetsu non si sarebbe fatto nulla, dopotutto era colpa mia se erano ridotti così... sicuramente se avesse tentato di avvicinarsi a loro ulteriormente gli sarebbero saltato contro per levarlo di mezzo e poi raggiungere me.
    Tetsu...!


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    Chiedo umilmente perdono per il ritardo ^_^"


    Edited by Salvare000 - 15/10/2016, 18:56
     
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    etsu aveva ascoltato attentamente la spiegazione di Enma riguardo a quanto era successo e anche se lievemente confusionaria, forse a causa dell’affanno dovuto alla corsa o motivi simili, credeva di aver compreso il nocciolo della questione.
    «Cavolo, non ci siamo proprio» sussurrò dopo un lieve sospiro accompagnato dalla mano destra che andava a scompigliarsi i capelli dietro la nuca quando poté udire le risposte dei tre tipi, nettamente più grandi e massicci di lui. Non che gli facessero paura solo per quello, ma ciò avrebbe davvero comportato il suo obbligo nel dar sfoggio della sua anormalità in pubblico se si fossero rivelati aggressivi, oltre che stupidi. Tetsu poteva ritenersi dunque fortunato che il suo potere non era un qualcosa di visibile a occhio nudo, dando dunque la semplice impressione di una spiccata capacità valutativa dell’ambiente circostante. Magari chi possedeva altre anormalità poteva intuire ci fosse qualcosa di strano, ma per le persone normali… Non s’era mai posto il problema di cosa pensassero gli altri nel vederlo utilizzare la sua Mathematical Vision.
    «Sentite, mi è parso di capire che si sia trattato solo di un mero incidente» cominciò a dire avvicinandosi con fare lento ai tre tipi, la mano sinistra che era andata ad aggiustarsi gli occhiali sul naso. «Non possiamo risolvere la questione come persone civili?»
    Fece appena in tempo a finire la domanda che il ragazzo con cui si erano rovinati i libri provò a scansarlo con forza e probabilmente ci sarebbe anche riuscito se Tetsuya non avesse già attivato la sua abilità, osservando il movimento del tipo e riuscendo di conseguenza a prevedere le varie possibilità che in quel momento aveva per raggiungere Enma. Calcoli matematici, su questo d’altronde si basava la sua abilità, e risolvendo l’equazione che andava a formarsi nella sua mente poteva capire le percentuali di riuscita di un’azione, o le probabilità che un individuo aveva di scegliere una determinata opzione. A ciò andava aggiunto il fattore mentale dell’altro, cosa che rendeva i calcoli più complicati in determinati casi, e sicuramente mai precisi al 100%, ma per loro gran fortuna i tre erano davvero stupidi e troppo prevedibili. Fu dunque così che con un semplice “piede perno”, azione piuttosto comune nel basket per andare di dribbling, evitò il ragazzo facendolo andare palesemente a vuoto. Fu divertente poi assistere alla quasi caduta di questo quando si rese conto di averlo mancato e di essersi sbilanciato per la troppa foga.
    «A quanto pare no, vero?» sentenziò con un lieve accenno di fastidio, unito a un tono di voce piuttosto annoiato. Sakurai Tetsuya, studente modello, intelligente, sportivo e la cosa più lontana che ci possa essere da quello che tendenzialmente si definirebbe un tipo violento. Insomma, non era proprio la persona più forte al mondo, anzi la sua forza fisica lasciava parecchio a desiderare, anche se ciò era compensato da un’alta resistenza dovuta al giocare a basket, e cercava sempre di risolvere le situazioni nel modo più pacifico possibile. Peccato che in quel caso… Sembrava proprio non fosse possibile.
    «Come se ciò potesse sorprendermi» sussurrò appena abbassandosi di scatto ed evitando il secondo dei tre ragazzi, che aveva cercato di sorprenderlo alle spalle per agguantarlo. Anche quel tentativo dunque si rivelò un fiasco, e anzi continuando il movimento da abbassato, Tetsu si spostò leggermente verso la sua sinistra, simulando quasi involontariamente un palleggio con la mano destra (rimaneva pur sempre fin troppo appassionato di basket) e avanzando manco stesse andando a dribblare un avversario in una partita. Il tentativo del secondo tipo sarebbe anche stato efficace, ma non aveva fatto i conti con l’anormalità di Tetsu che gli aveva conferito l’abilità Mathematical Vision, ovvero il Falcon Eye, il suo innato senso della posizione di chiunque e di qualunque cosa lo circondi.
    «Avete finito di rendervi ridicoli, ragazzi?» borbottò, convinto che tanto non l’avrebbero mai ascoltato visto che piega avevano preso le cose. E come a voler convalidare i suoi pensieri toccò al terzo individuo farsi avanti, quello che aveva parlato per primo e che a quanto sembrava era stato bagnato da un rubinetto difettoso. Tetsu trovava alquanto ironico che quella “piccola discussione” si chiudesse proprio con il protagonista del primo incidente, in seguito al quale erano avvenuti anche i problemi con il gelato su abiti e libri.
    Ah beh, non era il caso di pensare a quelle filosofie di vita, no? O almeno questo pensò Tetsu nel vedere il ragazzo avvicinarsi sempre di più, con la palese intenzione di malmenarlo. E anche per quello bastarono un po’ di riflessi da giocatore di basket, un pizzico di Mathematical Vision e il suo innato senso della posizione frutto del Falcon Eye. Quando il tipo gli fu abbastanza vicino, infatti, fu più rapido del pugno che gli stava arrivando addosso scartando lateralmente ma evitando di limitarsi solo a questo. I tre non sembravano voler demordere e facendo solo schivate dubitava che avrebbero gettato la spugna tanto facilmente, così per completezza al movimento allungò una gamba in modo tala da sbilanciare l’aggressore che finì con il perdere l’equilibrio facendo una bella caduta in avanti di muso. Dov’era il bello in quella scena? Beh, davanti a lui c’erano proprio gli altri due ragazzi che poco prima erano stati evitati e che ora si ritrovarono travolti dallo slancio del loro compagno. Unica pecca fu che finirono tutti e tra addosso al tavolo lì vicino, che fortunatamente non era occupato. Eh, purtroppo per quanto la matematica fosse una scienza precisa con i suoi risultati, il mondo era ben diverso e appunto le sue previsioni non potevano essere completamente precise, ma perlomeno si avvicinavano molto al risultato voluto.
    Sotto il peso dei ragazzi il tavolo finì per rompersi in due, con Tetsu che si voltò verso la prima cameriera che vide, dato che intorno a loro s’era formata un piccolo gruppo di curiosi. «Forse non dovrò pagare la tintoria a quei tre ma… Quanto viene il tavolo?» chiese con un sorriso e una punta di imbarazzo nel tono della voce, mentre si scompigliava i capelli. Per fortuna non aveva mai avuto problemi di soldi, il vero problema sarebbe stato spiegare al padre le circostanze che l’avevano portato a rompere (anche se involontariamente) un tavolo del Maid Cafè… E al suo primo giorno di scuola! Oh beh, sperava che capisse l’aveva fatto per una gusta causa, e che per giunta non era stato neanche volontario.
    Si voltò infine verso Enma e Fuuta, sorridendo come a far intendere che non si era fatto niente e che non c’era bisogno di temere alcunché, mentre i ragazzi probabilmente ancora si stavano capacitando di come erano finiti a terra così velocemente. E la botta sul tavolo non doveva aver aiutato molto la loro intelligenza!
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    Incredibile! Uno dopo l'altro tutti i tre ragazzi caddero di fronte all'insuperabile abilità di Tetsuya, che con i giochi di gambe pareva imbattibile. Loro gli si scagliarono contro e lui schivò ogni singolo colpo, facendoli finire uno accatastato sull'altro, e la leggerezza con la quale prese quello scontro mi lasciò senza parole, mentre Fuuta a quanto pare aveva qualcosa da dire vedendo il mio sguardo interrogativo.
    Quegli scatti rapidi, quei riflessi eccellenti, quei movimenti così sciolti... non c'è dubbio, da questo si vede la maestria di questo ragazzo nel basket, ma vederla applicata ad una mischia lascia esterrefatti.
    Vero, ma... da quando ha cominciato ad esprimersi in modo così analitico? Osservai lo scontro, e dopo aver sentito la descrizione mi voltai verso di lei a bocca aperta, osservando lei che osservava il combattimento e lo analizzava, per poi tornare ad osservarlo io stesso poiché avevo capito che le cose cominciavano a mettersi male... per quei tre.
    Non che avessi nulla contro di loro, ma mi sono anche scusato per il colpo di sfortuna, che giustamente ha fatto sì che tutto questo succedesse con i tizi più irritabili dell'Hakoniwa. Tutto questo casino per un po' d'acqua! Ora però mi sento in colpa...
    Però qualcosa di quel ragazzo non mi convinceva: era veramente troppo sciolto per una rissa del genere, dove era in netta inferiorità fisica oltre che numerica, e come se non bastasse aveva trovato pure il tempo di prenderli in giro nella sfida, qualcosa non andava. Sicuramente è sembrato dannatamente figo, ma vuoi vedere che...?
    Uhm... Tetsu, posso chiederti una cosa? Vieni. - lo invitai a seguirmi in un posto un po' più appartato, al Maid potevano sentirci molte persone che non avrebbero dovuto sentire, fra cui proprio quei tre. - Oh e non preoccuparti troppo del tavolo, al Maid ho una conoscenza che sicuramente saprà risolvere tutto nel migliore dei modi se glielo spieghiamo.
    Feci cenno anche a Fuuta di seguirci, e lei prontamente capì di cosa avrei voluto parlargli. Era comunque un rischio, dato che avrei rischiato di svelare la presenza degli anormali ad un normale... anche se in realtà non credo siano così segreti, e suppongo che fino a quando non avessi accertato la sua identità se non fossi sceso troppo nei dettagli non ci sarebbero stati problemi.
    Usciti dal Maid ci saremmo appartati in un angoletto appena lì fuori e poi cominciai.
    Ok Tetsu, intanto volevo ringraziarti tantissimo per poco fa, mi hai salvato dal prenderle da quei tre e non so come sarebbe finita senza di te... Ma guardandoti combattere mi è sorto un dub-
    Sei un anormale?
    Fuuta! Non scendere così nei dettagli, se poi ci sbagliamo?!
    Beh meglio una frase concisa come la mia che un poema come il tuo. E poi se avessi avuto paura di sbagliarti non credo glielo avresti voluto chiedere.
    Effettivamente non hai tutti i torti... - mi rivolsi poi a Tetsu - Allora Tesuya, sei in possesso di un'anormalità? Suppongo tu già sappia di cosa stiamo parlando.
    In poche parole, un potere speciale. Il modo in cui ti sei mosso era da perfetto giocatore di basket, però le movenze erano così sincronizzate con quelle di quei tipi che se non ti fossi aiutato con qualcosa del genere dovremmo pensare a te come un mago del basket nelle risse da strada. Il che non sarebbe male in effetti...
    Non divaghiamo...


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    a questione dei tre ragazzi pareva infine essersi risolta, anche se aveva avuto un evento imprevisto anche ricorrendo all’abilità di Tetsu, ovvero la rottura del tavolo. Beh, non tutte le ciambelle riuscivano col buco!
    In seguito a quanto erano però stati testimoni, Fuuta ed Enma lo avevano preso da parte chiedendogli se… Aveva un’anormalità? Se doveva essere sincero non si aspettava un approccio così diretto riguardo al suo potere sa parte della ragazza, più che altro perché poteva anche sbagliarsi, ma ciò poteva significare solo che anche i due ragazzi che per caso aveva incontrato quel giorno ne erano in possesso.
    Prima di rispondere, però, si volto verso Fuuta sorridendole e aggiustandosi meglio gli occhiali su naso soffocando una breve risata. «No, non sono un mago del basket nelle risse da strada ma in fin dei conti te l’avevo detto che forse non ero un po’ normale» disse, prima di spostare lo sguardo anche su Enma. «E quindi la risposta è affermativa. Falcon Eye, questo è il nome che mi sono sentito di dare alla mia anormalità. Diciamo che è del tutto legata a un innato senso della posizione mia e di tutto ciò che mi circonda, un po’ come se vedessi il mondo dall’alto, potrei anche definirla come una vista a 360°, che va a combaciare con la mia particolare predisposizione a capire in determinati contesti le possibilità di azione degli individui, quindi posso prevedere le loro mosse con un margine d’errore di circa il 2% anche se può variare fino al 5%, dove questa percentuale è legata alle emozioni di ciascuno. Mi è solo andata bene che i tre tipi non fossero anormali, però, in quanto anche se posso prevedere in maniera più o meno accurata le mosse degli altri, non mi serve a niente se poi il mio corpo non riesce a reagire prontamente» spiegò con fare tranquillo e a grandi linee in cosa consisteva la sua anormalità. Aveva omesso diversi dettagli riguardo a essa, come per esempio che il mondo intero risultava ai suoi occhi come un’equazione da risolvere che ogni giorno cambiava, o che appunto riusciva a comprendere le mosse altrui calcolando in un lampo angolazione del corpo, velocità dell’individuo, stato fisico e solo in parte lo stato mentale, quell’unico punto che poteva in qualche modo far andare fuori strada le sue previsioni, quindi una variabile in continuo mutamento e sulla quale non aveva potere neanche la sua anormalità.
    E aveva detto il vero riguardo al fatto di essere in fin dei conti stato fortunato che quei tre non erano anormali, poiché se lo fossero stati probabilmente l’esito sarebbe stato molto diverso, magari anche con una visita all’infermeria da parte di Tetsu… Anzi, questa sicuramente ci sarebbe stata!
    «Posso quindi presupporre che anche voi abbiate una qualche anormalità?» chiese infine abbastanza curioso. Era la prima volta che aveva occasione di scambiare due parole con qualcuno come lui, e di certo non se la sarebbe lasciata sfuggire!
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    Tetsu pareva piuttosto sorpreso da tutto ciò, speravo solo non avesse preso quella scenata per l'inizio di una rissa in un vicolo cieco, sia perchè non era vero e non avrei voluto spaventarlo, sia perchè avevo capito che in uno scontro con lui non avrei avuto scampo.
    Ma finalmente avremmo avuto una risposta proprio riguardo a quella strepitosa performance di poco prima. Allora si mise a posto gli occhiali e cominciò a spiegarci nel dettaglio in cosa consisteva la sua anormalità, che aveva a che fare molto con la matematica e con l'analisi delle circostanze, un mondo completamente opposto alle mie capacità...
    Che... fico...! -mormorò Fuuta con tono appena percettibile.
    Come? -mi girai alla mia destra, dov'era lei, e vidi un bagliore nei suoi occhi che lasciava trasparire stupore e ammirazione, e lo faceva capire chiaramente. Quello o il fatto che si stesse mordendo la maglia per evitare di saltargli addosso.
    Probabilmente il giochetto con gli occhiali, la sottilissima risata e quella sua confidenza nello spiegare quel potere così analitico con tanto di percentuali lo aveva fatto sembrare un personaggio degli anime e quindi doveva aver scatenato la furia otaku dai capelli viola...
    Oh, credo di aver capito... beh, mal che vada puoi fare un cosplay su di lui la prossima volta. -risposi con un tono piuttosto ironico, ma presto me ne sarei pentito...
    Io sono femmina, mal che vada posso costringere te a farlo... -replicò lei girandosi con due stelle al posto degli occhi e con fare inquietante verso di me.
    Deglutii soronamente.
    Posso quindi presupporre che anche voi abbiate una qualche anormalità?
    La luce negli occhi di mia sorella si spense di colpo, e tornò seria. Io fissai il ragazzo per un secondo, per poi rispondergli.
    No, lei no. Fuuta è una ragazza normale -anche se non si direbbe- Ehi! Ma nemmeno io ho un potere come il tuo. Ho, anzi, il suo opposto per così dire. Non tanto nel contenuto quanto nel tipo: vedi, me ne sono accorto subito che tu eri in sintonia col tuo potere, da come ti muovevi sicuramente dovevi avere qualcosa di positivo, se lo avessi avuto.
    Feci una pausa, poi ripresi.
    Io invece sono in possesso non di un'anormalità ma di un minus, la forma corrotta di un'anormalità. Mentre tu puoi controllare al 100% la tua, io non ho modo di prevedere cosa può scatenare nè tanto meno quando può mostrarsi. Il mio potere è.... avere sfiga.
    Sì, praticamente con la mia anormalità se può accadermi qualcosa di brutto sicuramente lo farà. Mi pora sfortune di tutti i tipi e grandezze, i tre di poco fa ne sono un esempio. Inoltre credo che ogni tanto questa si mostri anche come entità fisica, come un'ombra alle mie spalle.

    Risposi in modo sincero, e non avrei saputo dire nemmeno io se stava tutto lì o se c'era dell'altro. Quelle erano le uniche informazioni di cui ero in possesso...
    Ascoltai una sua eventuale risposta, peer poi chiedergli se avesse voluto visitare qualche altro posto della scuola, e se sì quale. D'altronde era pieno di posti, io avrei proposto la biblioteca, un posto che è sempre utile conoscere se si è studenti.
    Non lo avrei biasimato però se avesse preferito finirla lì visto che ormai era piuttosto tardi e che poteva essere stanco vista la zuffa di poco prima, ma avrei chiesto comunque per curiosità.


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    a reazione di Fuuta in seguito alla spiegazione della sua anormalità lasciò Tetsu basito, tanto che non riuscì ad aggiungere altro mentre Enma prendeva la parola per spiegare che lui, al contrario, aveva l’anormalità di un minus, ovvero che non poteva controllarla appieno come invece faceva Tetsuya. Quest’ultimo aveva sentito qualcosa al riguardo, anche se non ne aveva ancora mai incontrato uno (e anche le persone che come lui controllavano la propria anormalità si potevano contare sulla punta delle dita). Cosa che lo stupì fu però che il suo potere fosse… Avere sfiga?
    Particolare, l’unico aggettivo che gli venne in mente nel sentire quelle parole, oltre al fatto che lo trovava alquanto interessante anche se, come giustamente detto anche da Enma stesso, poteva portare a situazioni spiacevoli come quella di poco prima con i tre ragazzi. Effettivamente aveva pensato per un momento si fosse trattato di spiacevoli circostanze sfortunate quelle che avevano portato il ragazzo a essere inseguito fino al Maid Cafè (e chi, dopo aver sentito cos’era successo, non lo avrebbe pensato?), ma mai avrebbe immaginato si potesse trattare del potere di Enma!
    Al contrario del fratello invece Fuuta non aveva anormalità, e a Tetsu non era sfuggito che alla sua domanda la ragazza fosse tornata improvvisamente seria, cosa che gli aveva fatto pensare di aver toccato un argomento alquanto spinoso. Si era quasi pentito di aver fatto quella supposizione, nel guardarla.
    «Beh, devo dire che lo trovo strano anche per un’Anormalità» ammise con un sorriso. «Però è anche interessante, soprattutto per il fatto che potrebbe anche seguirti “come un’ombra”» aggiunse subito dopo con un misto di curiosità e ammirazione. Del resto Sakurai Tetsuya era sempre stato un tipo notoriamente curioso e apprendere cose nuove lo rendeva entusiasta, così come venire a conoscere di una simile anormalità che mai si sarebbe aspettato di poter incontrare all’Hakoniwa. E quello era solo il primo giorno di scuola! Con simili premesse, dubitava che in quell’istituto si sarebbe annoiato, e potendo già dire di conoscere qualcuno era un grandissimo vantaggio. Non ricordava di essere mai riuscito a stringere amicizia nelle altre scuole dove andava prima di qualche settimana, complice il fatto che apparisse sempre freddo e distaccato e difficilmente altri gli si avvicinavano senza prima conoscere gli altri lati del suo carattere. Ma all’Hakoniwa aveva già intuito che le cose sarebbero andate diversamente, trattandosi di una scuola dove gli studenti (anche se non tutti) possedevano simili abilità; e inoltre doveva ringraziare l’essersi subito messo all’opera per il club di basket, altrimenti non avrebbe mai incontrato Enma e Fuuta, anche se il loro primo incontro era stato un po’… Rocambolesco!
    «Beh, visto che nei molti modi che hanno usato per definirmi c’è anche “topo da biblioteca”…» cominciò a dire per rispondere alla seguente domanda fattagli da Enma, ricordando che la maggior parte di quei “molti modi” era stata frutto della fantasia di Misato che comunque non abbandonava quasi mai i suoi pensieri «…Direi di continuare il giro là giusto per fare un’occhiata al luogo dove probabilmente passerò gran parte del tempo insieme alla palestra!» L’ultima parte della frase fu accompagnato da una risata trattenuta a stento, poiché effettivamente era certo che molto del suo tempo libero lo avrebbe trascorso in palestra o in biblioteca, per allenarsi o per studiare. Anche se alla fine il club di basket non avrebbe avuto membri, dopotutto, rimaneva uno sport per lui fin troppo importante e non sarebbe stato quello a farlo smettere di giocare!
    «Però credo che dopo la biblioteca possiamo anche terminare il giro, devo finire di sistemare alcune cose dato che mi sono trasferito di recente e anche vedere come fare per il club di basket.»
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    Tetsu ascoltava la mia spiegazione attentamente, e sembrava sorpreso di sentire ciò che avevo da dire. Non sembrava aver mai avuto a che fare con un minus, ma considerando che io ho vissuto con uno di essi senza nemmeno sapere che cosa fosse... non potevo di certo biasimarlo!
    In effetti ancora adesso mi chiedo come abbia fatto a non accorgermi di quell'ombra, se mi stava sempre dietro. Ma forse quellevolte che mi sentivo osservato... mah.
    Non mancò di esprimere il suo stupore anche a parole, affermando che gli sembrava alquanto interessante proprio la parte relativa alla presenza, che in effetti era la parte che poteva sorprendere di più. Ancora devo trovare il collegamento fra lei e la mia sfortuna, non è molto logica per ora, ma dopotutto un minus è qualcosa che va contro la logica in ogni modo, quindi è logico proprio in quanto illogico. Logico, no?
    "Dai un calcio alla logica e fai spazio all'impossibile!" -è questo il motto dei minus. O di un personaggio di un anime, ora non ricordo.
    In ogni caso! Mentre io mi perdevo nei miei pensieri Tetsuya accettò la mia proposta e chiese se potevamo accompagnarlo alla biblioteca, dove doveva trovarsi proprio a suo agio visto il suo soprannome. Non credo mi piacerebbe averne uno simile, quindi per correttezza cercherò di evitare di chiamarlo in quel modo.
    Rispose Fuuta al posto mio.
    Beh certo, ti ci accompagneremo volentieri! Non è molto distante da qui, giusto sotto la torre dell'orologio.
    Ha talmente tanti libri che sicuramente quello che cerchi si troverà lì dentro, e si dice addirittura che la presidentessa del comitato della libreria, Yabumi Juunichou del primo anno, sia in grado di ricordare ogni parola di ogni libro lì presente e anche no!

    La cosa aveva dell'incredibile: saper memorizzare tutti quei libri era un'impresa impossibile, disumana. Che fosse anche lei n'anormale? Ma soprattutto, perchè ora comincio a vedere anormali dappertutto?
    Bene, scusami ancora se ti ho spaventato, ma sai, non potevo introdurre l'argomento col rischio che fossi un normale, in quel caso- Avremmo dovuto eliminarti. -Ma...?!
    Dai che scherzo! -Dicevo, semplicemente avremmo rischiato parecchio. Ma perché avremmo dovuto farlo?
    No è che nei film di solito si dice così no?
    Oh, sì. certo. -accennai un mezzo sorriso per quell'intervento alquanto bizzarro.
    Avanzammo dunque alla volta della biblioteca, situata nell'altissima torre centrale del complesso, che si poteva ammirare subito dall'entrata e che colpiva sicuramente per l'altezza che riusciva a raggiungere.
    Se Tetsuya avesse voluto fare domande sarebbe stato liberissimo di farne, d'altronde eravamo lì per quello io e Fuuta: rispondere ai suoi dubbi e cercare di introdurlo alla scuola nel miglior modo possibile.
    Siamo arrivati. Vuoi avere tu l'onore di fare il primo passo?


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    iù passava il tempo insieme a loro, più Tetsu si convinceva che Enma e Fuuta fossero una strana accoppiata fratello-sorella, ma di certo lo intendeva nel modo più positivo possibile. Erano senz’ombra di dubbio simpatici e doveva ritenersi piuttosto fortunato ad averli incontrati quel giorno, seppur in seguito a un mero malinteso.
    “Non tutti i mali vengono per nuocere” pensò ironicamente ascoltando le parole delle sue due “guide turistiche”, trattenendo in maniera abbastanza stentata una risata alle affermazioni della ragazza. Effettivamente nei film capitava spesso la frase “altrimenti avremmo dovuto eliminarti”, o comunque affermazioni simili, e per quanto era rimasto abbastanza stupito nel sentirla ripetere da Fuuta, nell’ascoltare la fine del discorso si era ritrovato a doversi trattenere non poco per scoppiare a ridere, quasi gli lacrimavano gli occhi!
    Era davvero tanto tempo che non riusciva a divertirsi così, stando solo in compagnia di qualcuno e non giocando a basket, e forse questo perché dalla morte di Misato non aveva più veramente trovato qualcuno con cui ridere e scherzare come semplici amici. Certo, considerava tali tutti i suoi compagni di squadra della vecchia scuola, e qua e là qualche battuta ci scappava, ma raramente Tetsu partecipava attivamente alle chiacchierate dei suoi compagni, preferendo rimanersene da solo ascoltando della musica, ripassando argomenti scolastici o riflettendo su un’eventuale partita appena giocata (o che magari era ancora da giocare). Freddo e cinico, dalla morte di Misato sembrava che stesse tornando il Sakurai Tetsuya dei primi tempi, prima ancora di incontrare quella ragazza, con l’unica differenza che durante gli allenamenti o nelle partite, continuava a giocare mettendo in primo piano il gioco di squadra anziché quello individuale. Era quando non si trovava sul campo che preferiva mantenere un atteggiamento quasi distaccato nei confronti degli altri, e probabilmente aveva commesso il suo più grande sbaglio, peccato se ne stesse rendendo con to solo in quel momento.
    «Oh beh, allora sono felice di essere un Anormale» commentò cominciando a seguire i sue ragazzi verso la loro ultima destinazione di quel giro turistico dell’istituto, la biblioteca. Da quanto aveva detto Fuuta doveva essere impressionante, e lo incuriosiva la possibilità che qualcuno potesse memorizzare per intero ogni singolo libro lì custodito.
    Arrivati a destinazione, Tetsu non riuscì a trattenere un’esclamazione di stupore, alzando lo sguardo al cielo e ammirando l’altezza della torre che ospitava la biblioteca. Già aveva avuto modo di vederla da lontano quel giorno, ma trovarsi là dava tutta un’altra impressione! Si voltò verso Fuuta solo quando gli chiese se voleva fare lui il primo passo all’interno dell’edificio, domanda alla quale Tetsu si limitò ad annuire senza aggiungere altro e avanzando di qualche passo, per poi tornare a guardare i due ragazzi che lo avevano accompagnato.
    «Un giorno di questi potreste trovarmi a dormire qui dentro» disse con tono ironico, anche se conoscendolo da semplice battuta che voleva essere si sarebbe potuta tramutare nella realtà dei fatti. Amava leggere e imparare cose nuove, il giovane Sakurai, e tra tutti quei libri si sarebbe quasi potuto perdere; già non vedeva l’ora di avere qualche minuto libero (dopo aver finito di sistemare le ultime cose del trasloco e deciso cosa fare con il possibile club di basket) per iniziare a sfogliare qualche testo contenuto in quell’edificio. Era per caso morto e ora si trovava in Paradiso?
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    Tetsu si decise a fare il primo passo per entrare in biblioteca, e non si potè non notare quell'espressione di stupore, meraviglia ma anche di felicità stampata sul suo volto una volta vista l'enorme quantità di libri contenuta lì dentro.
    n giorno di questi potreste trovarmi a dormire qui dentro
    Eheh, si vede proprio che ti piace leggere ed imparare cose nove! Proprio il contrario di qualcuno qui...
    Voleva essere una frecciatina?
    Può essere. -rispose prontamente lei ammiccando.
    La biblioteca era davvero enorme, e conteneva libri di qualsiasi tipo ed argomento, dai libri per bambini ai trattati più difficili, dalla storia alle scienze alla fisica passando anche per la filosofia! Non la visito spesso, ma penso che Tetsu ci si troverà davvero bene, potrebbe anche ingaggiare uno scontro di conoscenze con la bibliotecaria Juunichou! Sarebbe interessante in effetti...
    Mi avvicinai a lui per parlare, d'altronde in biblioteca bisogna far silenzio e al massimo bisbigliare.
    Come puoi vedere la biblioteca scolastica contiene tutto ciò di cui potresti avere bisogno, di sicuro la tua fame di conoscenza si sazierà. Quasi quasi mi verrebbe da dirti di fare come fossi a casa tua, tanto da quel che ho capito presto lo sarà ahah!
    Detto ciò, mi guardai ancora attorno: è un complesso davvero enorme, già la torre dentro la quale si trova è altissima e monumentale, la biblioteca pur essendo al piano terra è comunque di una grandezza impressionante.
    Fuuta quindi si rivolse a lui:
    Bene Tetsu, il giro della scuola, o per lo meno le cose interessanti da vedere che sarebbero potute esserti utili, credo sia finito qui. Spero che ti sia stato utile e che ti sia divertito (tolto un certo fatto...).
    Se hai qualche tipo di problema o vuoi anche solo passare un buon pomeriggio basta chiamare!

    Oh sì, non esitare a chiedere, d'altronde ormai siamo amici. Grazie ancora per prima al maid, senza di te non credo ne sarei uscito indenne. -dissi con un tono a metà fra l'imbarazzo ed il rimorso.
    Già che ci siamo perchè non ci scambiamo i numeri di telefono? Così se devo chiederti di dare ripetizioni a questo zuccone posso chiamarti subito.
    Ehi! Per tua informazione non me la cavo così male, sono solo molto sfortunato! Ma comunque sì, se ti va possiamo darti i nostri numeri.
    Così se Tetsu avesse detto di sì avremo sfoderato quello che ormai è l'arma di ogni teenager: il cellulare! Per scambiare i numeri. Non nel senso di fare a cambio, no, ma di condividerli!
    Una volta fatto ciò, ci avviammo verso casa: oramai era pomeriggio inoltrato e tutti noi probabilmente avevamo dei compiti da svolgere per il giorno dopo, quindi sarebbe stato meglio andarsene il più velocemente possibili a studiare, così da non dover correre ai ripari all'ultimo momento. Anche se Tetsu non mi sembrava un tipo del genere.


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    etsu era sinceramente meravigliato dalla vastità di libri contenuti in quella biblioteca, così come lo era dall’immensa scelta dei generi. Non era di certo la prima volta che andava in una biblioteca, ormai ogni momento libero della giornata lo passava tra allenamenti di basket e biblioteche, andando in quest’ultime anche solo per pura curiosità personale, non necessariamente per studiare un qualche argomento scolastico, con qualche visita al cimitero per andare a visitare il luogo dove era stata seppellita Misato, però non ricordava di averne mai vista una così fornita come quella del Liceo Hakoniwa. Gli sembrava di essere in un sogno, o forse era morto e si trovava in paradiso?
    Rise alle parole di Enma, pur evitando di alzare troppo la voce e limitandosi quindi a una risatina divertita e piuttosto contenuta, ritrovandosi a pensare che potevano anche essere in parte veritiere; già si immaginava a trascorrere in quel luogo innumerevoli ore, e magari solo per scegliere da quale libro iniziare! Peccato che doveva finire di sistemare alcune cose in seguito al trasloco e al trasferimento nella nuova scuola, altrimenti avrebbe già cominciato a sfogliare qualche volume. Si ripromise comunque di tornare nei primi cinque minuti che sarebbe riuscito ad avere liberi.
    «Nessun problema, è stato un piacere» rispose al ringraziamento di Enma per quanto era avvenuto al maid. Tirò fuori il cellulare che teneva nella tasca dei pantaloni, sorridendo dopo aver sentito quanto Fuuta stava dicendo. «Certo» esclamò segnandosi il numero dei due ragazzi e dando loro il suo. Dopo un breve saluto si avviò nella direzione opposta a quella presa da loro, ritenendosi anche fin troppo fortunato.
    D’altronde non pensava che già dal primo giorno di scuola si sarebbe potuto fare degli amici, e anche se tutto era iniziato con un semplice malinteso e uno scambio di persona, poteva dirsi felice di aver conosciuto Fuuta ed Enma, nonostante anche quanto avvenuto al maid. Il primo giorno di scuola così si concludeva nel miglior modo possibile e immaginabile per Tetsu, che già attendeva con trepidazione di iniziare a potersi davvero dire uno studente dell’Hakoniwa. A differenza di quanto era successo nella vecchia scuola, d’altronde, in quel liceo non sarebbe stato l’unico con una qualche particolarità, non sarebbe stato il solo a possedere particolari poteri. Fino a quel momento aveva conosciuto solo Enma di anormale, ma sapeva ce ne erano molti altri e il solo pensiero di poter studiare insieme a persone come lui bastava a renderlo felice. E inoltre si trovava in una scuola di anormali, di conseguenza immaginava che ogni giorno ci sarebbe stato qualcosa da scoprire, una qualche novità, ed era entusiasta all’idea di iniziare sin dal giorno seguente a esplorare quel complesso che per lui rappresentava un mondo del tutto nuovo. Sì, andare all’Hakoniwa era stata la scelta migliore, per imparare a far maturare le sue capacità e per saziare la sua enorme sete di curiosità.
    Con quei pensieri e sorridendo a trentadue denti prese a correre verso la sua destinazione, per poco non prendendo in pieno una ragazza che stava semplicemente passando per di là, ma riuscì a evitarla girando su se stesso e facendo perno con la gamba destra, simulando uno dei dribbling più comuni nel basket. Senza fermarsi, si voltò verso la malcapitata. «Scusa!» le urlò continuando a sorridere prima di tornare a guardare avanti e pregustando quello che si prospettava il periodo più bello della sua vita.
    “Misato, vorrei che anche tu potessi vedere questo splendido luogo” pensò alzando gli occhi al cielo senza fermare la sua corsa.
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