Al di là dei giorni - Un presente senza passato

Giorni di un passato presente

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    Narrazione irregolare chiusa ad integrazione dei Giorni di un passato presente.
    Continua da qui

    Un turbinio indistinto di forme e colori mi travolge, una forte luce si spegne e mi lascia nel buio più assoluto. Serro gli occhi, l'oscurità di un luogo dove nulla esiste, dove i secondi non hanno mai iniziato a scorrere, è la più grande paura che nascondo. Non so quanto passi, forse la nozione di tempo non ha neanche validità in questa situazione, quando riapro gli occhi il nero è divenuto un bianco vuoto, ma almeno non sono solo. Al mio fianco una ragazza – anche se sarebbe più corretto dire che ad essere al suo fianco sono io – davanti a noi un demone che pare invincibile.
    Quando quei mostri attaccarono la città, non avevo davvero modo di credere che saremmo arrivati a tanto. Ero con Haiiro, la nostra esperienza ci aveva fatti incontrare sulla stessa via senza che ci accordassimo, sapevamo che dovevamo essere lì. Dovevamo farlo per Galatea.
    Galatea. Da qualche parte, sotto quella coltre di malvagità, quella forma demoniaca, lei c'è ancora ed attende di essere riportata in superficie. Se solo riuscissimo a portare un po' di luce in quella oscurità. La radianza di Yumil non c'è riuscita, ma non è abbastanza per arrendersi.
    Un esercito di demoni non è un problema, con le mie attuali capacità potrei spazzarlo via senza nemmeno dovermi muovere, probabilmente, ma un essere immune alle anormalità è tutto un altro discorso.
    È per questo che devo essere al fianco di Akane, al fianco di qualcuno che ha avuto un'esistenza votata alla distruzione, che abbiamo affrontato, che abbiamo odiato. Abbiamo desiderato che soffrisse per quel che ha fatto, abbiamo desiderato d'ucciderla.
    Ora è qui, è giunta in nostro aiuto, ha spiegato che tutto ciò che ha fatto faceva parte di un piano più grande, che tutto portava a questo giorno, che questo demone è il vero obiettivo della sua esistenza. Forse tutto inizia ad avere di nuovo senso, il gene Huntress è uno dei pezzi che ci mancavano.
    Haiiro avrà il compito di respingere l'attacco di un esercito, ma i rinforzi che ha chiamato Akane sembrano molto potenti. Spero che per lui tutto stia andando per il meglio.
    Qui, invece, siamo solo noi tre.
    “Quattro”
    Stavo per dimenticarmi della musa che mi accompagna. Per quale che sia il nostro numero, l'avversario da affrontare è probabilmente il più complicato e potente che abbiamo trovato sulla nostra strada fino ad oggi. Ma Akane ha mostrato che c'è un modo per aggirare anche un potere tanto spaventoso, portandoci in questo mondo che mi mette i brividi. Vorrei quasi urlare, una bianca distesa di vuoto assoluto, per quanto possa sembrare strano, ha un qualcosa di infernale. La pressione che senti è immensa, ma questo credo lo senta anche quel demone.
    Le anormalità potranno anche non raggiungerlo, ma le parole non può evitare di sentirle ed anche lui è capace di provare rabbia.
    La braccia di Muzet fuoriescono, mi stringono il petto per calmarmi, per richiamare la mia attenzione al presente, il passato, qui, è come se non esistesse.
    Effettuo il backup completo della mia esistenza, dovrò cercare di aggiornarlo costantemente per non perdere nulla, in caso di rinascita, dell'esperienza che avrò maturato in battaglia.
    Muzet, ritirando le braccia, sfiora di simboli ed a me non resta che estrarre le mie lame.

    « Oltre ogni mondo, fuori dal tempo e dallo spazio. Probabilmente questo è il posto perfetto per noi, Lady Akane. E tu, demone, puoi anche tremare, non ti giudicherà nessuno. È normale avere paura quando non puoi nulla. Ormai te ne sarai reso conto: tu hai già perso. Non ti resta che scegliere tra una sconfitta onorevole ed un'eterna prigionia lì dove il tuo potere non ha alcun valore, solo per l'eternità in un mondo vuoto. »
     
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  2. ‡ Officer Alex ‡
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    "Paura..... Tremare......." Il Demone iniziò a ripetere alcune parole pronunciate dal ragazzo poco prima.... Quel giovane fanciullo dava per scontata la loro vittoria e la sua sconfitta. Sicuramente Akane aveva un piano. Lei lo conosceva alla perfezione, sapeva benissimo quali erano i suoi poteri. O meglio. Alcuni dei suoi poteri. Non aveva mai conosciuto la sua reale forza. Il vantaggio del Demone era che nessuno dei suoi due avversari era a conoscenza dei suoi pieni poteri.

    "Ragazzino! Sbagli di grosso a parlare con tanta sicurezza.... Io tremare? Io non conosco paura, non conosco tremore, non conosco esitazioni! Queste parole per me sono prive di significato! Io conosco solo distruzione! Akane, ti sei messa dalla parte sbagliata! Non conosci nemmeno tu la mia forza al 100%! "



    Fu Akane in quel momento a tacere. Effettivamente aveva ragione, ma dopo tutto si era preparata anche a questo. Il loro ruolo principale era quello di trattenerlo. Il più a lungo possibile.

    "Molto bene..... Direi che abbiamo parlato anche troppo!"



    Senza preavviso alcuno il demone attaccò i suoi due avversari. In meno di una frazione di secondo, usando una tecnica identica ad un teletrasporto pressoché istantaneo, fu in mezzo ai due, fra Akane e Tatsuya. L'aria intorno ai tre si piegò, vorticò su se stessa per un brevissimo istante. Dopo di che una gigantesca esplosione partì nell'area circostante. L'attacco era stato rapidissimo e le dimensioni dell'esplosione scatenata dal potere del Demone era di proporzioni enormi, in grado di radere al suolo una città intera senza il minimo sforzo. Il terreno venne devastato per svariati metri, generando un gigantesco cratere. Il vento sollevato dalla portata di quell'attacco era fortissimo.

    Akane fu sorpresa dalla velocità del mostro. Non appena fu in mezzo a loro, tentò di attivare i suoi poteri ma fece appena in tempo ad attivare i poteri sullo spazio per spostarsi e cambiare zona. Parte del suo corpo venne coinvolto dall'esplosione. Dopo essere riapparsa in alto, lontana dall'esplosione fu costretta ad attivare il potere del tempo, in modo da ricostruire il braccio sinistro e parte del corpo andato distrutto dal colpo subito. Il dolore fu immenso e le sfuggì un grido. Quanta potenza..... Era veramente un mostro. L'esplosione aveva sollevato un enorme fumo che impediva di vedere sia dove si trovava il demone sia dove fosse Tatsuya. Un istante dopo il Demone fu davanti a lei.

    "Vi presento il primo dei miei poteri.... Explosion!!! Grazie ad esso posso flettere lo spazio circostante per generare una serie, anche numerosa, di esplosioni. Questa poteva radere al suolo tranquillamente una città delle dimensioni di Tokyo! Che te ne pare eh?! Ah dimenticavo! La mia velocità è superiore a quella di qualunque essere umano o vivente che esista! Non male vero?"



    Le cose si stavano già mettendo male, ed il combattimento era appena iniziato. Akane non poteva vedere Tatsuya, ma decise di combattere ugualmente. Non poteva farsi sopraffare così facilmente. Riportò rapidamente indietro il tempo nella zona, annullando il fumo ed i danni dell'esplosione. Il Demone le fu addosso ma lei riuscì a teletrasportarsi a fianco di Tatsuya. Non poteva valutare i danni che gli erano stati inflitti ma in un secondo il Demone fu nuovamente davanti a loro, senza lasciargli il tempo di reagire.

    "Ok lo ammetto, sei veloce! Ma non sottovalutarci in questo modo!"
    Mentre il Demone sorrideva a questa affermazione, Akane attivò i suoi poteri. Accelerò al massimo il suo tempo personale, facendo trascorrere una quantità di tempo pressoché infinita da aggiungere ai suoi anni, aumentando in questo modo la sua forza e la sua velocità a livelli inumani. Se le anormalità ed i poteri conosciuti non funzionavano, allora era il caso di provare a fargli del male fisico.
    Akane scattò, fu talmente veloce che il Demone non riuscì a reagire a quei movimenti. Il colpo fu preciso. La donna colpì il mostro con un pugno in pieno stomaco. Un secondo dopo il colpo, il terreno si spaccò ed il Demone venne scagliato a diversi metri di distanza, alla velocità di un proiettile. Mentre volava via a causa della forza del colpo lasciò una scia di distruzione sul terreno, atterrando con un forte impatto.
    Dopo il colpo Akane si ricompose, traendo un profondo respiro e riportando il suo tempo alla normalità. Lo sforzo compiuto era enorme, ma il colpo inflitto letale per qualunque essere vivente.

    Pochi istanti dopo l'area intorno al Demone esplose nuovamente. Il mostro si era risollevato in volo e si stava avvicinando rapidamente. I danni causati da Akane erano evidenti. A livello dello stomaco si era aperto un enorme buco. Inoltre esso si allargava fino al braccio sinistro, rendendolo inutilizzabile. Tuttavia risultò evidente anche un'altra cosa. Si stava rigenerando rapidamente.
    Il Demone ruggì selvaggio, mostrando tutta la sua rabbia. Dalla sua mano utilizzabile, quella destra, partirono due sfere di energia. Akane fece appena in tempo ad utilizzare il suo potere relativo allo spazio per teletrasportare via Tatsuya. Dopo aver colpito il terreno le due sfere generarono due esplosioni di forza pari alla prima che con cui li aveva colpiti.

    Il Demone ora era sopra quella scena di distruzione, assieme a Tatsuya, spostato li da Akane. Il suo corpo era quasi del tutto rigenerato. Aveva recuperato il braccio ed il buco sullo stomaco ora era quasi totalmente richiuso.

    "Allora ragazzo..... Pensi ancora di avere la vittoria in pugno? Come premio per la vostra.... Diciamo.... Resistenza! TI mostrerò un altro mio potere!!"



    Dal corpo del Demone emersero una serie di ombre, che circondarono Tatsuya. Dopo un istante presero vita e si trasformarono in quattro copie del Demone.

    "Su forza, fammi divertire!!! Cosa farai contro 4 miei pari? AHAHHAHAHA"


    Akane intanto sembrava ancora immersa nel fumo e nella distruzione generata dalla due esplosioni precedenti.
     
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    Conoscere la forza al 100%, conoscere solo la distruzione. Se solo sapesse cosa hanno significato queste parole per uno come me. È un avversario tosto, però parla tanto. Alla fine sarà battuto da tutte le flag che sta alzando intorno al proprio potere. Fortuna che sembra essersene accorto.
    Un attacco con teletrasporto istantaneo, non credo di aver mai osato tanto. Ma tranquilli, non mi sono fatto trovare impreparato, tutto questo serve per riuscire a capire meglio le sue abilità. Per fortuna il polverone copre le fiamme della mia rinascita, non sarebbe stato molto belle se avessero visto che questo attacco mi è costato una morte.
    “Almeno non hai sentito nulla”
    Già, questa è una cosa positiva, non ho sentito nulla. E non ho nemmeno visto la mia amata sorella acquisita. Di questo mi dispiace un bel po'.
    Quindi serve un po' di velocità. Muzet, qui non dovrebbero esserci molti problemi, possiamo infondere Energia dell'Origine nelle Enses Gemini.
    Il demone inizia ad illustrare il suo primo potere, in fin dei conti è una brava persona.
    « Grazie per la spiegazione. »
    Non prenderlo in giro, Muzet, non è carino. E poi più parla e più gioca a nostro favore. Non può sapere che la nostra velocità può crescere all'infinito.
    Il demone sorride per la successiva affermazione di Akane, ma io sono felice di essere sottovalutato. Più mi sottovaluta e più sono felice. Può chiamarmi ragazzino quante volte vuole, ridere di me fino ad avere il dolore ai fianchi, disprezzarmi ed insultarmi con tutta la rabbia che ha in corpo, tutto questo non fa altro che darmi il tempo necessario per prepararmi. Mi rende felice.
    Akane raggiunge la mia stessa conclusione e sembra anche avere effetto. I colpi fisici, anche se inferti con una forza derivante dall'effetto di una anormalità. Interessante.
    Non può fermare una anormalità che è applicata al mondo o ad un'altra persona, in altre parole non può fermare gli effetti di una anormalità che interessano entità diverse da lui. Molto interessante.
    Dimmi, o diva, cosa ti succede quando diventi più veloce?
    “Teoricamente dovrebbe aumentare anche la tua forza.”
    E se non aumenta?
    “Allora hai solo l'illusione che sia aumentata.”
    Ed è tempo che l'illusione diventi reale.
    Ridirigo la risonanza plus della One Heart verso la mia falsa Origine per aumentarne il potere e l'efficacia, quindi sfrutto l'infuriare della battaglia per cercare di far passare inosservata l'attivazione del White Heart per far si che, toccando con la punta della spada il mio dito, l'illusione che ho generato in me stesso diventi reale, che all'incremento della mia velocità corrisponda un incremento della mia forza.
    Combattere in due contro uno è davvero molto comodo, quando non mi presta attenzione non devo fare altro che accumulare ancora più potere, sfruttare l'energia dell'Origine che creiamo per aumentare la mia velocità ed ora anche la forza. Dateci abbastanza tempo e non c'è cosa che non possiamo fare.
    Il demone ora è infuriato per i gravi danni che ha subito, sembra dominato dalla rabbia. Genera due sfere di energia e le scaglia contro di noi. Mi affido ad Akane per trovare la salvezza e per non smettere nemmeno per un secondo di infondere energia nel mio potere.
    Ora il Demone è qui con noi, si è rigenerato e si sta facendo beffe di noi.
    “Ora è lui a non essere carino”
    A me basta che sia tu ad essere caricna.
    “Ma ora che gli diciamo? Siamo circondati da quattro sue brutte copie. E sono brutte. “
    Lo facciamo davvero divertire?
    “Preferirei punirlo fin nell'anima.”
    In effetti...
    « Ora sei tu a dare per scontate un po' troppe cose. Vedi, tu non hai idea di che poteri io abbia. »
    Continuo ad immettere energia nelle Enses. La mia forza aumenta di pari passo con la mia velocità ed al momento le ho accresciute entrambe di molto.
    « Vedi, visto che sei stato tanto gentile, ti svelo anche io qualcosa. Prima cosa, io posso andare avanti in eterno. Probabilmente ho a disposizione più tempo di te. Poi, c'è un'altra cosa che devi sapere. Io vedo. Non hai idea di quanto io veda. »
    Il mio silenzioso ed invisibile processo di potenziamento non accenna ad arrestarsi. Tutta l'energia è concentrata in quel potere.
    « Ma va bene, proviamo a divertirci. »
    Appena finisco di pronunciare l'ultima lettera, un'aurea esplode attorno a me, proveniente dal mio corpo. Forza e velocità sono già cresciute a dismisura, l'overflow le triplica.
    Assalto le quattro copie con le mie armi, se non dovessero funzionare combatterò a mani nude.
    Con quanta forze e quanta velocità? Lascio che siate voi a quantificare qualcosa che può tendere all'infinito e superarlo di tre volte.
     
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  4. ‡ Officer Alex ‡
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    CITAZIONE
    La velocità e la forza di Tatsuya erano impressionanti. Riusciva ad eguagliare le copie del mostro ed a combattere alla pari. Durante lo scontro il Demone osservava a diversi metri di distanza, gustandosi la scena. Il ragazzo non aveva idea del potere che possedevano le copie che stava affrontando. Nonostante tutto però non rideva. Era seriamente impressionato dalla forza che avevano raggiunto quei semplici esseri umani. Fino ad ora potevano essere tranquillamente considerati i due esseri viventi più potenti in circolazione.... Con l'eccezione di... Be si ma lei era invincibile per natura, ormai lo aveva imparato e non la contava nemmeno più fra i più forti talmente era scontata la sua presenza in tale classifica.
    Il suo sguardo ora era tutto per il ragazzo che stava combattendo di fronte a lui le sue copie. Era riuscito a sopraffarne due e teneva testa alle altre. Interessante....

    Nel frattempo, sul terreno sotto di loro, fra il fumo che si diradava dalla distruzione causata dal precedente attacco del Demone, Akane si alzò in piedi. Era riuscita a parare parzialmente i due colpi deviandoli, ma aveva subito comunque delle gravi ferite. Ora capiva fino in fondo quale fosse il reale potere di quella creatura. Non tanto negli attacchi invincibili che sferrava, ma nel potere di distruzione che poteva sfruttare. Quel mostro era in grado di distruggere non solo gli esseri umani ma anche i loro poteri. Infatti, mentre aveva provato a deviare i suoi colpi con il potere dello spazio, quest'ultimo era stato bloccato e distrutto. Di conseguenza l'attacco del mostro era andato quasi completamente a segno.
    Lo sospettava fin dall'inizio dello scontro, per questo aveva ingaggiato battaglia per prima ed aveva spostato Tatsuya. Doveva averne la conferma, ed ora ce l'aveva. Con i suoi stessi attacchi poteva neutralizzare e distruggere i loro. Mentre prensava, Akane attivò il potere del tempo, rigenerando il suo corpo e rimettendosi in piedi. Pareva che il Demone l'avesse data per sconfitta, visto che non si era preoccupato di andare a cercarla. Tuttavia percepiva e sapeva che Tatsuya stava combattendo. Era migliorato molto dall'ultima volta che si erano incontrati e lei stessa riconosceva in lui un potenziale a dir poco enorme. Ma per ora non sapeva che quel mostro nascondeva un'altra terribile arma. Doveva andare ad aiutarlo. Inoltre Akane aveva notato un'altra cosa: quel luogo stava collassando. Ora era ancora vagamente percettibile, ma il potere del Demone si stava attivando probabilmente in automatico e di sottofondo al loro scontro. Se quella dimensione fosse crollata loro si sarebbero trovati nel nulla più assoluto, in un luogo ancora peggiore rispetto a quello in cui erano ora. Le loro esistenze sarebbero state totalmente annullate. Dovevano fare in fretta.

    Tatsuya stava combattendo le copie, riuscendo ad eliminarne due delle quattro che il demone gli aveva scagliato contro.. Tuttavia, nel momento stesso in cui entrambe le copie vennero distrutte generarono ciascuna un'esplosione di proporzioni simili alla prima con la quale li aveva attaccati. L'impatto fu enorme e devastante. Le altre due copie, poi, ricomparvero nuovamente addosso a Tatsuya senza dargli tregua. Il Demone si era spostato e stava per godersi gli effetti del suo potere Explosion. Non erano solamente detonazioni di potenza incredibile. Ogniqualvolta queste esplosioni colpivano un essere vivente, non lo distruggevano solo fisicamente, ma anche mentalmente. Sebbene gli effetti non fossero immediati, la mente degli obiettivi poco per volta veniva indebolita ad ogni colpo e così i loro poteri, che venivano via via distrutti. Un sorriso apparve sulla bocca del mostro. Probabilmente Akane era già stata distrutta dal suo potere.

    Come a voler contraddire questo suo pensiero, fra Tatsuya e le copie comparve qualcuno. La sua velocità fu tale che colse tutti di sorpresa, Demone compreso. Akane aveva attivato il potere del tempo, massimizzandolo. La sua azione durò meno di un secondo, ma i suoi effetti furono devastanti. Nella frazione di secondo che trascorse dalla sua materializzazione al suo attacco, le copie demoniache vennero colpite da milioni e milioni di colpi di potenza pari a quella con cui aveva colpito il Demone poco prima. Il tutto in meno di un secondo.
    L'aria intorno ad Akane vibrava, la potenza che aveva scatenato non solo ridusse a brandelli le copie, impedendo loro addirittura di attivare i loro poteri, ma generò un'onda d'urto di violenza tale da spazzare via ed allontanare anche il Demone stesso. Akane aveva anche fatto in modo che lo spazio intorno a loro fosse modificato, impedendo che lei e Tatsuya venissero coinvolti dall'onda d'urto.
    Mentre il Demone si riprendeva dalla sorpresa, Akane spiegò a Tatsuya le stesse conclusioni a cui era giunta lei, relative al potere di distruzione del Demone ed alla fine di quella dimensione. Aggiunse inoltre che dopo essere stata colpita, infatti, i suoi poteri sullo spazio si erano pesantemente indeboliti e quello sulla gravità era stato addirittura distrutto interamente, rendendole impossibile utilizzarlo nuovamente. Lo stesso doveva essere accaduto anche a parte dei poteri di Tatsuya, specialmente quelli usati contro le copie al momento delle due esplosioni.

    Il ruggito del Demone li investì. Si era risollevato in volo. Pareva essere davvero arrabbiato. Ora sia Akane che Tatsuya avevano raggiunto livelli di velocità e potenza ineguagliabili da qualunque essere vivente e gli attacchi che avevano sferrato fino a quel momento ne erano la prova. Ma non potevano sconfiggerlo, non con il rischio che i loro poteri venissero via via distrutti man mano che lo colpivano. Ed i colpi fisici non sarebbero bastati data la sua abilità di rigenerazione.
    Un potentissimo vento si levò in tutta la dimensione, seguito da un terremoto. Il mostro era pronto a distruggere la stessa dimensione in cui si trovavano, assieme a loro. Akane e Tatsuya vennero investiti dalla potenza e dalla vastità di quell'attacco imminente... Ma ad un certo punto, successe qualcosa.

    Poco sopra di loro si aprì una sorta di buco nero che divenne sempre più grande, illuminando la dimensione oscura in cui stavano combattendo con un potente fascio di luce. Akane si voltò verso l'alto e sorrise. Dopo qualche istante, dal buco nero iniziò ad uscire S, Haiiro e gli altri, seguiti dal loro enorme esercito.
    S fu la prima a parlare, urlando "Scusate per il ritardo, Akane-sama!!". Il piano da loro elaborato era finalmente giunto alla fase conclusiva. Ora, nessun tipo di fallimento poteva essere contemplato. Dovevano vincere a tutti i costi. Tuttavia quando arrivarono furono tutti colti di sorpresa dal terremoto e dal vento impetuoso che imperversava nella dimensione, che li costrinse a rallentare e fece subire alcune perdite e danni a causa della forza scatenata dal mostro.
    L'esercito era enorme ed il Demone fu sorpreso nel vedere ciò che stava accadendo, tanto che i suoi poteri si bloccarono. Conosceva benissimo la ragazza che era comparsa dall'altro lato del portale che era stato aperto. Cosa ci faceva in quella dimensione S? E soprattutto perché era li?
    Nello stesso momento in cui attraversò il portale, Kagari inviò i suoi spiriti fiamma a Tatsuya ed Akane, spiegando loro il complesso piano che era stato ideato da S poco prima per sconfiggere il Demone.
    Dopo essere stata informata, Akane decise di dare supporto all'esercito, potenziandoli grazie al suo potere del tempo e rendendoli più forti, in modo che potessero combattere alla pari con il Demone. Grazie alla velocità che aveva acquisito fu in grado di fare tutto in un secondo. Kagari si era disposta in lontananza, tenendo Haiiro sulla sua scopa. Il momento del suo risveglio era prossimo. Infatti dopo pochi istanti il ragazzo aprì gli occhi, trovandosi teletrasportato nel nuovo mondo ed immediatamente informato da Kagari.

    S guidò la carica in prima linea, guidando il suo esercito contro il suo nemico. Il Demone, però, aveva parzialmente intuito il loro piano. Dopo aver ruggito, generò una serie enorme di sue copie.... Ne creò un numero tale da eguagliare l'esercito di S e li fece attaccare. Akane prese con sè Tatsuya. Loro avrebbero fermato quelle copie, esattamente come avevano fermato le precedenti.
    Il Demone però non aveva visto Fyuria. La ragazza fu velocissima ed un istante dopo, il mostro fu trafitto da parte a parte da uno dei suoi tonfa. L'invisibilità di Satomi finì e Fyuria comparve alle sue spalle, sorridendo soddisfatta e dicendo: "Siamo qui per salvarti, Galatea". Il Demone si voltò lentamente verso di lei, incapace di muoversi. I poteri dei tonfa si erano attivati. Per qualche secondo non avrebbe potuto muoversi.
    S agì rapidamente materializzando la sua carta nera e ricoprendo il corpo del Demone. A questo punto fu Satomi ad intervenire. Dalla sua schiena sbucarono due meravigliose ali d'angelo ed il suo corpo iniziò ad emanare una luce potentissima, che irradiò l'intera dimensione in cui si trovavano tutti. La luce costrinse il Demone a ruggire ed a chiudere gli occhi. Dopo essersi materializzata, Yumil si diresse verso il fratello ed affondò il braccio destro nel suo corpo, tramite il varco creato da S e dalla carta nera. Tirò più forte che poteva ed estrasse qualcosa, o meglio, qualcuno. Prima un braccio, poi la testa ed infine il resto del corpo. Yumil aveva estratto Galatea dal corpo del mostro. La prese in braccio e si allontanò in volo. Fyuria anche scattò, allontanandosi dal corpo del Demone assieme ad S, che la portò via con la sua carta. La rabbia del mostro esplose, distruggendo tutto ciò che aveva intorno a sé. Fu in quel momento che l'esercito di S lo circondò, impedendogli la fuga. Senza Galatea all'interno del suo corpo, il gene Huntress si stava rapidamente indebolendo, ma avrebbero dovuto finirlo prima che lui potesse reagire.

    La battaglia di Akane e Tatsuya continuava, in alto, per fermare le copie impedendo loro di raggiungere i loro alleati. Era una battaglia tremenda e l'intera dimensione rischiava il collasso, tale era la potenza da loro scatenata. Ma entrambi videro che Galatea era ormai salva, fuori dalle grinfie di quell'orrenda creatura.

    Il Demone non credeva ai suoi occhi... Era accaduto tutto così... In fretta.... Ma come... Come avevano fatto.... S lo aveva tradito, eppure era stato lui a crearla!!! E anche Akane, ora combatteva contro di lui.... E quella stupida di sua sorella!!!!

    Le copie vennero distrutte da Akane e Tatsuya. Dopo di che la donna prese per mano Tatsuya, unendo assieme a lui i suoi poteri, li utilizzò per riportare tutti quanti nel loro mondo originario, tranne Yumil, il Demone, Galatea e l'esercito.
    Mentre avvertiva che il suo corpo stava venendo trasportato via per sempre, S si voltò ancora una volta verso Genji, con gli occhi pieni di lacrime e nostalgia. Sapeva che non lo avrebbe mai più rivisto. Ma il suo bel principe si voltò verso di lei, con un ampio sorriso. La sua bellezza era davvero senza pari e sembrava conferire luce a tutto ciò verso cui rivolgeva il suo sguardo ed il suo sorriso. Si salutarono con quest'ultimo sguardo, felice ma nostalgico allo stesso tempo, consci entrambi che quello sarebbe stato il loro ultimo incontro. Nell'ultimo istante, mentre S era ormai quasi del tutto sparita, vide Genji urlare al suo esercito di colpire e dirigersi con i suoi seguaci contro il Demone. Rivolse anche uno sguardo a Yumil, che aveva in braccio Galatea. La sua luce avvolgeva la ragazza interamente. Il passaggio di Yumil dal corpo di Satomi a quello di Galatea stava avvenendo, finalmente.

    Haiiro, Tatsuya, Kagari, Fyuria, S ed Akane si ritrovarono sul tetto dell'edificio dal quale erano partiti. Il mondo sembrava tornato alla normalità, nonostante l'assenza di ogni creatura vivente, messa in salvo precedentemente da Yumil grazie ai suoi poteri. I ragazzi e le ragazze apparivano stremati ed anche Akane cadde in ginocchio per l'eccessivo sforzo che aveva compiuto. Accanto a loro però, vi era qualcun altro, disteso a terra, con gli occhi chiusi: Satomi. Che la ragazza non fosse riuscita a sopravvivere? Akane l'aveva riportata giusto in tempo in questo mondo, dopo che Yumil era passata interamente nel corpo di Galatea. Aveva rischiato di cadere e di rimanere in quella dimensione, o peggio, di morire. Però ora appariva completamente priva di vita.
    Nel frattempo, nell'altra dimensione, la battaglia finale di Galatea si stava consumando definitivamente. Avrebbe vinto? Ce l'avrebbe fatta? Agli altri membri del gruppo, per ora, non restava che interrogarsi su questi quesiti e provare a rispondere in attesa del suo (possibile) ritorno.
     
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    Haiiro Kugatsu

    Ecco, lo sentiva. Come un fiume che fluiva in lui, diventava parte di lui, ma restava estraneo: il sogno di S., il suo mondo, il suo vissuto, il suo universo. Suo e di tutti i personaggi che ne componevano un tassello. Il Genji Monogatari. Lo invase e divenne il suo sogno. Come un fiume sì, ma troppo impetuoso perché Haiiro lo potesse trattenere e troppo alieno. Ne fu sommerso: eventi, personaggi, vissuti; erano troppi perché riuscisse a contenerli ed erano così diversi. I costumi, i modi di viveri, le strutture mentali. Venivano da un'altra epoca, da un altro modo di pensare, un altro modo di vivere. Così difficili da decifrare, da capire, tanto da apparire a prima vista incomprensibili e intraducibili. Sì, le passioni, i sentimenti e le emozioni erano quelle – umane, sempre umane – ma il modo in cui venivano espresse e vissute, anche quello differiva.
    Lo travolsero e forse l'avrebbero annientato, disgregando il suo fragile io tra mille contrastanti flussi, ma fu salvato. Salvato dalla presenza di Yumil e dalla sua serenità. La dea fece da ponte, da argine e da foce. Attenuò la presenza involontariamente invasiva ed estranea degli spiriti, rafforzò la consapevolezza di sé di Haiiro e lo sostenne nel portarli alla realtà. Il Sognatore la sentiva accanto a sé, a sostenerlo e ad alleviarne il compito. Non per questo riusciva a tenere in sé tutto il microcosmo contenuto in quel libro-sogno, ma poté farne fluire i personaggi, diventare un tramite perché passassero da S. fino alla realtà. E in questo fluire li vedeva, anzi li riviveva: vide Genji lo splendente e rivisse le sue sensazioni, i suoi successi e le sue delusioni, le sue passioni e le sue pene, la sua grandezza d'animo e la sua tormentata umanità. E così di tutti gli altri, chi più chi meno: tutti i personaggi fluirono in lui prima di rifluire nella realtà esterna e di tutti Haiiro sentì, anzi visse, le sensazioni. Fu come se in quei brevi attimi in cui attivò il suo potere, fosse vissuto per decine e centinaia di volte, tante quante erano i personaggi del Genji Monogatari. Le intravide nella loro pienezza, le loro vite, ma come in un lampo di luce di un bianco assoluto – bianco che in realtà comprende in sé tutti i colori e che solo la nostra debolezza sensoriale impedisce di cogliere, se non attribuendoli un unico colore – che l'istante successivo svanisce, lasciando null'altro che la consapevolezza che c'era stato, ma per un tempo troppo breve per metterlo a fuoco. Così per Haiiro: rivisse tutte le loro vite, ma senza riuscirle a comprenderle, ad afferrarle, a farle proprie. Passarono attraverso lui, ma non appartenevano a lui. Fluivano, verso il mondo a cui erano richiamati. E già il suo sogno – il loro sogno – si era svuotato e tutti gli spiriti erano lì.

    E dopo che successe? Haiiro rimase come sospeso, tra i frammenti sparsi di sogno che ancora risiedevano in lui e la sensazione di vacuità. Quando si svegliò, infuriava attorno a lui la battaglia: battaglia apocalittica, combattuta in un mondo che non era un mondo, ma la fine dei mondi, tra eserciti di spiriti che più non erano e copie di un demone che non avrebbe dovuto essere. Ma non si sentì sgomento, non fu sorpreso, là sopra, a osservare dall'altro a fianco di Kagari. No: il suo primo pensiero fu di esultanza, per la guerra ivi in atto. Svelto, un grido di battaglia che saliva alla gola, la sua mano portò al proprio fianco, a stringere la spada affilata, la katana sua mortale... Ma nessuna katana cingeva il suo fianco, nessuna cintura stringeva la sua veste. Non la sofficità della seta, né la solidità dell'armatura avvolgevano il suo corpo, ma abiti sintetiche di cui non conosceva neppure la composizione. La sua lingua era goffa e muta, inadatta a proferire poesie: non un waka per celebrare la vittoria, né un jisei per accomiatarsi dalla vita. E anche se avesse avuto la lingua per cantarle, sarebbe forse riuscito a richiamare dalla sua stanca memoria i versi di una poesia o avrebbe avuto la capacità di intrecciare parole con parole per comporne di nuove? No, aveva perso tutto questo, tutto era andato perduto, e ora non rimaneva che un riverbero nella sua mente e gli spiriti che ne erano nati. Spiriti, ossia fantasmi: esseri che erano stati e ora non erano più. Questo erano i fantasmi: antiche memorie giunte fino a loro e che loro avevano fatto rivivere, non come corpi reali, ma come spiriti immateriali. Solo ora che aveva aperto gli occhi Haiiro riusciva a capire quanto avessero perso. Non era rimasto che qualche traccia a testimoniarlo e il Genji Monogatari. Esso rimaneva a parlare di un'epoca che più non era e proiettava nelle loro menti il ricordo di quanto più non esisteva.

    Ma non poteva perdere altro tempo in quei pensieri, per quanto acuta fosse la sua malinconia e il senso della perdita. Lui poi, che di libri ne aveva voluto saperne sempre il meno possibile (ma un conto è leggerli, un conto è sognarli). Kagari gli parlava, gli spiegava la situazione e non poteva ignorarla ancora. E allo stesso tempo la battaglia, quella battaglia per cui avevano fatto tanto, infuriava. Doveva aiutare Tatsuya e gli altri. Doveva scatenare i suoi sogno per sostenerli. Doveva... cosa? Cosa poteva fare? Il demone era immune alle anormalità. Non poteva fare nulla, anzi aveva già fatto la sua parte permettendo agli spiriti di fare il loro ingresso nella realtà per combattere il Demone. Di più, quello che doveva fare ora era sopravvivere: non sapevano cosa sarebbe successo se fosse morto, se gli spiriti sarebbero rimasti o meno. Per quello Kagari si era posizionata al largo della battaglia. Haiiro quindi osservò la battaglia, pur nella difficoltà di seguire lo scontro reso caotico dallo scontro dei due eserciti. Ma riuscì a scorgere la ragazza del vento colpire il Demone e S. avvolgerlo con le sue carte nere. Vide Yumil immergere la sua mano nel corpo del fratello ed estrarne Galatea. Non trattenne un grido d'esultanza a quella visione: Galatea era salva! E ora che il Demone aveva perso la sua immunità, la battaglia volgeva a loro favore. Tatsuya e la donna madre di Galatea le sconfiggevano una dopo l'altra, finché non rimase che il vero Demone. Haiiro già pregustava la visione della sua sconfitta... ma non era quello che l'attendeva. La fine dei mondi per lui non sarebbe stato che un palco momentaneo: già svaniva insieme agli altri, tornando al loro mondo originario...

    Era di nuovo lì, sul tetto dell'edificio dove tutto era cominciato. Come se nulla fosse accaduto. Ma era successo: era successo tanto, così tanto che Haiiro non riusciva a comprenderlo nella sua interezza. Ma una cosa gli era chiara: avevano vinto. Sorrise e si lasciò cadere a terra, troppo stanco – se n'accorgeva ora che l'adrenalina era cessata – per rimanere a piedi. Volse lo sguardo ai suoi compagni e... il suo sorriso si incrinò. Non c'era Galatea. Era rimasta nella dimensione del Demone, perché fosse lei, insieme a Yumil, a mettere fine al conflitto col Demone. Aveva senso, ma Haiiro ne fu inquietato: allora la loro vittoria non era ancora assicurata? Dopo tutto quello che avevano fatto? Quando stava per rivolgere questa domanda ai compagni, qualcosa attirò la sua attenzione. Qualcosa, qualcuno, che non aveva visto, o se l'aveva fatto non le aveva prestato abbastanza attenzione. Era Satomi. La ragazza giaceva distesa, a occhi chiusi. Non era solo stremata, come pensò a un primo sguardo. Era di peggio.
    Si fece forza per alzarsi in piedi, ondeggiò e quasi cadde all'indietro. Riuscì a rimanere in piedi, ma non a fare un ulteriore passo. Fievole, la sua voce uscì dalla bocca.

    «Satomi...?»
     
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    AF's Master of the End
    La Luce

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    Non aveva una biologia particolare, la super forza o la super velocità, nel corpo era una persona normalissima, un po' più veloce della media e molto reattivo. Tutto il suo potere era una grande illusione, una bugia così ben orchestrata da diventare più reale della realtà stessa. Tatsuya fronteggiava quattro copie di quel terribile Demone, l'aura violacea circondava anche le due spade che stringeva saldamente nelle mani, Muzet controllava ciò che accadeva alle sua spalle per garantirgli una visione completa del campo di battaglia e nessun punto cieco. Come una saetta si scagliò contro quei falsi, un fulmine di porpora pronto a spazzare via ogni cosa, con i suoi fendenti li mutilava degli arti, la sua velocità in rapida ascesa dava l'illusione che fosse contemporaneamente in più luoghi, che ogni assalto colpisse in più direzioni. Magari quella era un'altra illusione che stava cercando di rendere reale. Un altro attacco e due copie andarono a tappeto, travolte da un uragano viola. Era focalizzato sullo scontro, pronto a rispondere ad ogni possibile controffensiva, ma anche al massimo della propria concentrazione non poteva contare sulle normali conoscenze con cui la One Heart lo pone in posizione di vantaggio sui suoi avversari. Tutto ciò che quel suo potere poteva fornirgli, in quel momento di assoluta crisi, era la percezione del pericolo imminente, una conoscenza puramente istintuale che lo mise in allarme nel momento stesso in cui caddero quelle due copie: entrambe esplosero con la stessa potenza distruttiva manifestata dal Demone con l'abilità Explosion. Tatsuya reagì senza riflettere, cercando di annullare lo spostamento d'aria realizzando innumerevoli collassi gravitazionali con il Graviton Plus, quella che riteneva la miglior difesa contro la manifestazione degli effetti delle anormalità. La attivò ben sapendo che sarebbe entrata in funzione con un leggero ritardo, che in quella situazione avrebbe significato morte certa. Sorprendentemente, il Graviton Plus si attivò subito, probabilmente aver aumentato così tanto la velocità aveva ridotto drasticamente la durata del ritardo fino ad una grandezza infinitesima; in realtà, senza rendersene conto, aveva appena aggirato un passaggio fondamentale dell'attivazione, aveva, in altri termini, saltato un passo.
    Se avesse avuto il tempo di pensarci forse se ne sarebbe anche accorto, ma lo aveva completamente assorbito il dolore per il danno fisico, non completamente scongiurato, e, soprattutto, l'improvvisa debolezza mentale che sentì. L'attacco di quelle copie non aveva avuto effetto solo sul suo corpo, colpito con violenza e ricoperto di profonde ferite che già venivano aggredite dalle fiamme rigeneranti, aveva anche tentato di danneggiare la sua mente e minare la delicata armonia dei tre frammenti della sua falsa Origine. Aveva percepito distintamente che una parte del suo potere era regredita, non avrebbe potuto attivare ancora il Graviton Plus senza prima dissipare le ali di fiamme. Doveva rigenerare il potere, ma per farlo doveva riparare i danni che aveva subito alla sua stessa anima e per farlo aveva bisogno di tempo, qualcosa che gli mancava con le restanti due copie che lo incalzavano perché non ne avesse. Sentì le proprie certezze vacillare, pur con la consapevolezza che quelli non erano i suoi veri pensieri; Muzet lo spronava, tentava di imporsi su di lui perché reagisse immediatamente e non si lasciasse sopraffare da uno sconforto che non gli apparteneva.
    Alla fine il tempo gli fu dato proprio da chi lo manipolava: Akane si frappose tra lui e le copie, attivò il proprio potere e, con una velocità all'apparenza impossibile, in una frazione di secondo travolse le copie con milioni di colpi che le distrussero completamente prima che potessero attivare l'Explosion, rilasciando un'immensa onda d'urto. Protetto da Akane, il nostro Tatsuya ebbe il tempo di rigenerarsi e riprendersi. La donna gli illustrò le conclusioni alle quali era giunta – confermando i timori di Tatsuya – svelandogli anche lo stato dei suoi poteri.
    Il Demone era tornato a combattere in prima persona con il preciso intento di sconvolgere quel mondo per distruggerlo, il terribile vento che si era sollevato ed il potente terremoto che scosse l'intera dimensione stavano a testimoniarlo. Nonostante la loro potenza, i due non potevano affrontare il mostro a quelle condizioni, perdere i poteri era un rischio troppo grande per poter essere corso. Tatsuya, che in quel momento si ritrovò a desiderare di avere a disposizione un potere capace di trasmettere ad un singolo pugno tutta la forza dei milioni di pugni di Akane, aveva taciuto su un altro problema che lo riguardava: la mancanza di energia.
    Tatsuya non aveva una biologia superiore, non era adatto ad avere tutta quella forza che, con la velocità, era assai dispendiosa. In quel mondo così vuoto non aveva alcuna fonte dalla quale poter attingere energia per alimentarsi. Per non perdere i sensi era comunque costretto a trattenersi.
    “Sarà quel che sarà” si ritrovò a pensare mentre raccoglieva tutta la sua determinazione sperando che quella bastasse per continuare a farlo muovere e combattere.
    Ci pensò uno squarcio nel cielo e movimentare ancora un po' quella battaglia, un varco luminoso dal quale iniziarono ad emergere delle facce più o meno conosciute.
    In tutto il tempo trascorso con Sharon, Tatsuya si era abituato ai poteri di spostamento spaziale, glieli aveva visti usare molte volte e molte altre lo avevano supportato negli scontri, ma non aveva mai assistito al trasporto di un esercito tanto numeroso come quello che emerse dal varco.
    Guardò Akane: sorrideva, sembrava soddisfatta da quel maestoso spettacolo. Guardò davanti a sé: uno spirito di fiamma accorse per spiegargli tutto quel che doveva sapere e svelargli l'elaborato piano che avevano deciso di provare.
    « Questa volta Haiiro è proprio riuscito a sorprendermi. »
    Oltre che sorpreso era anche sollevato: con tutte quelle presenze aveva la possibilità di assorbire piccole quantità di energia da ognuno di loro per alimentarsi.
    Ad un esercito si oppose un altro esercito, questo formato dalle copie che il Demone aveva subito creato in gran numero, dominato dalla furia.
    Tatsuya seguì Akane, in quel momento gli sembrò la cosa più normale in assoluto, la prospettiva di combattere tutte quelle copie non era allettate, però non c'era altro da fare. Avrebbe prestato molta attenzione a non dare loro il tempo di esplodere per preservare i propri poteri.
    In una giornata come quella, però, le sorprese non erano ancora finite e, come secondo i piani, l'azione combinata di Fyura, S, Satomi e Yumil produsse il più grande risultato auspicabile: riuscirono ad estrarre Galatea dal corpo del Demone.
    « Galatea! »
    Urlò Tatsuya appena riuscì di nuovo a percepirla. L'avevano salvata davvero, erano riusciti a sottrarla a quel mostro e, insieme a lei, gli avevano sottratto il gene Huntress che aveva reso tanto complicato l'intero scontro.
    Tatsuya era gioioso, deliziato, arrabbiato, furioso.
    Era gioioso: Galatea era stata finalmente sottratta alle grinfie di quel Demone, avevano raggiunto l'obiettivo principale e presto l'avrebbe potuta riabbracciare. Non erano realmente così in confidenza, non si poteva nemmeno dire che si conoscessero davvero, ma le voleva bene e non era la stima ed il rispetto che può solitamente avere uno studente per il proprio senpai, era affetto vero e disinteressato. Anche se si era già ripromesso di invitarla a cena, questa volta lo avrebbe fatto davvero per poter passare con lei qualche momento felice, da amici.
    Si muoveva velocissimo in mezzo alle copie del demone, gli scontri uno contro tutti non erano una novità, erano quasi la sua specialità per quanti ne aveva combattuti, ma avere di nuovo qualcuno a lottare al suo fianco era una bellissima sensazione.
    Tatsuya era arrabbiato: aveva visto Galatea soffrire già troppe volte, sembrava che la sua intera esistenza non fosse altro che un'infinita lotta inframezzata da solitarie attese di nuova sofferenza. Conosceva quella sensazione e non poteva perdonarsi di non esserle stato vicino per rincuorarla e provare a tirarla su di morale con qualcuna delle sue storie, perché sapesse che in realtà lei non era da sola e che non doveva per forza affrontare tutto per conto proprio.
    Dalla One Heart affluivano nuove informazioni, riguardavano le copie del Demone. Tatsuya sorrise nonostante fosse furioso: quel mostro, quel demone aveva trattato Galatea come un oggetto, un accessorio con cui farsi bello. Era assolutamente imperdonabile, non desiderava altro che l'occasione di farlo a pezzi con le proprie mani.
    Lampi di luce: da varchi luminosi si riversarono contro quelle copie migliaia di catene che le trafissero, non c'era centimetro del loro corpo che non fosse trapassato da quelle catene maledette che rispondono alla volontà del vero erede.
    Tatsuya era deliziato: ora le anormalità funzionavano.
    In mezzo a quella esibizione di anormalità invincibili, di abilità che superavano l'immaginazione, ebbe la perversa tentazione di usare il suo potere imperdonabile.
    Era pericolosissimo, instabile, perderne il controllo avrebbe significato l'annientamento, ma con una dimensione ormai prossima al collasso, quello era il palcoscenico perfetto, l'unico sul quale fosse un minimo ragionevole esibirsi nella danza demoniaca.
    « Black Heart. »
    Mentre la Spada del Principio svaniva, quel sussurro accompagnò una presa più salda sulla Lama dell'Epilogo e ne annunciò il risveglio.
    La Lama divenne completamente nera ed iniziò ad emanare una minacciosa aura oscura che cancellava la luce tutto attorno. Dai corpi delle copie si levò un ticchettio percepibile solo dal Protos Heis. Tatsuya si lanciò all'attacco e la lama ne sfiorò una: si dissolse in una nube di oscurità e si disperse, svanendo dal mondo. Nello stesso momento il ticchettio cessò.
    « Questa è la mia oscurità, lasciate che si nutra della vostra esistenza. »
    Con quel potere investì i suoi nemici. Per qualche secondo una nebbia nera ed impenetrabile precluse la vista.
    Il desiderio di distruzione del Black Heart stava iniziando a prendere il sopravvento e Tatsuya sentiva di non volerlo contrastare, voleva solo indirizzarlo verso quel Demone per estirparlo alla radice, escludendolo dalla realtà per sempre. Muzet era allarmata, lottava con tutte le sue forze per bloccarlo, se avesse sacrificato a quel potere anche quell'ultimo mostro e non si fosse saziato, sarebbe potuto andare fuori controllo e Tatsuya avrebbe dovuto combatterlo perché non aggredisse i suoi alleati. La musa, distaccatasi ed alle sue spalle, lo strinse forte perché si fermasse e tornasse in sé. Il suo calore e quello di Akane, che lo aveva preso per la mano, lo bloccarono ed il Black Heart si placò.
    Confuso, quasi distaccato dal suo stesso corpo, Tatsuya assecondò Akane ed unì il proprio potere al suo per riportare tutti nella realtà. Era un rammarico che non si stesse godendo quel momento: le sue percezioni erano distanti, le immagini che gli passavano davanti gli sembravano tutte indistinte, non discendeva gli attori dallo scenario. Lentamente la mente iniziò a schiarirsi: tornò nel proprio corpo quando erano ormai sul tutto, davanti agli occhi gli passò una diapositiva con le ultime immagini viste mentre abbandonava quell'altra dimensione.
    « Galateaaaa! »
    Urlò con disperazione, un lamento prolungato che lo lasciò senza fiato e con la gola dolorante.
    Doveva tornare indietro, doveva andare a proteggerla, a combattere al suo fianco perché non doveva restare da sola. Tutto quel che avevano fatto era inutile se Galatea non era lì con loro, perché avevano combattuto? Doveva fare presto, non c'era un singolo momento da perdere, doveva trovare Sharon e farle aprire un varco per tornare lì e terminare quella battaglia, non poteva lasciare di nuovo le cose a metà, il male andava eradicato alla radice, andava distrutto. Doveva difenderla.
    Ruggì con rabbia, il suo corpo non si muoveva. Uscendo da quella dimensione l'illusione della sua forza era svanita, ciò che restava era solo l'estrema fatica che aveva logorato ogni fibra di ogni muscolo. Cadde a terra e le mani non lo ressero: le ossa delle sue braccia erano divenute polvere, i legamenti recisi e sminuzzati. Muzet gli ordinava di fermarsi, ma lui non poteva ascoltarla, non poteva commettere ancora lo stesso errore, non poteva sottrarsi alla battaglia.
    Non era in condizione di combattere? Cosa importava, lui doveva combattere e 42 ossa sbriciolate, il miocardio prossimo alla fibrillazione, tendini recisi ed un edema polmonare non erano motivi sufficienti per ritirarsi.
    Pur aggrappandosi alla sua immensa determinazione, Tatsuya collassò, avvolto dalle fiamme del ritorno.
     
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  7. ‡ Officer Alex ‡
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    CITAZIONE
    Galatea aprì gli occhi. La sua vista venne invasa da una luce intensissima. Li socchiuse, e guardò verso l'alto e vide una figura femminile. Guardando meglio notò due immense ali d'angelo che la avvolgevano e la proteggevano mentre la donna diffondeva la sua luce. Dove si trovava? Che era successo? Fino a poco prima era all'interno del corpo del mostro..... Era intrappolata e non poteva uscirne. Aveva lottato con tutte le sue forze ma era rimasta intrappolata dalla volontà del Demone. Era troppo potente... Ma ora? Era uscita?
    Mentre di poneva queste domande riuscì ad aprire finalmente gli occhi e vide il Demone circondato da un... esercito! Sollevò la testa e vide che non era presente un unico esercito, ma ben due.... Infinite copie del Demone erano apparse sul campo di battaglia, ed in mezzo a loro... Tatsuya e..... Akane!! Stava combattendo contro il Demone anche lei?
    Galatea era sempre più sorpresa di ciò che stava accadendo..... Guardò verso il basso e vide.... S! E anche Fyuria!!! Cosa.... Com'era possibile che fossero li con lei? E dove si trovavano? quella non era più la città.... Tramite gli occhi del Demone aveva visto qualcosa, ma non troppo... Era impegnata a lottare con tutte le sue forze per non essere sopraffatta dall'oscurità, non aveva più potuto vedere il mondo esterno. Poco lontano scorse anche Kagari.... C'era anche lei...
    Galatea era sempre più confusa, ma proprio mentre cercava di darsi delle risposte a tutte quelle domande, una calma profonda invase il suo corpo, quasi come se la luce che irradiava il campo di battaglia fosse entrata dentro di lei con il suo calore e la sua energia. Nel frattempo però, i loro alleati erano spariti, a quanto pare Akane e Tatsuya avevano fatto qualcosa per farli andare via... Quella zona non era più sicura per loro.
    Il Demone aveva ingaggiato battaglia contro l'esercito intero, eliminandone parecchi. Tuttavia quelli uccisi non erano reali combattenti, ma semplicemente copie... Di carta!! Quello era il potere di S.... Galatea si commosse mentre osservava quella battaglia.... Era tornata in città per lei... Per combattere nuovamente al suo fianco...
    Mentre la battaglia volgeva al termine, Galatea si voltò verso la donna che la teneva in braccio.... "Ma tu.... Chi sei?"
    L'angelo le rivolse un ampio sorriso... "Io sono Yumil, la dea della leggenda... E tu sei la prescelta che accoglierà sia me che mio fratello nel suo corpo.... Sei pronta?"
    "Ma... Io... Non so se..."
    "Non avere paura, questo è il tuo destino! Sei nata per questo ed hai combattuto innumerevoli battaglie, riuscendo sempre a sopravvivere. Hai affrontato per due volte il pieno potere di mio fratello senza soccombere... Hai una grande forza dentro di te, Galatea, più grande di quanto tu possa immaginare. Hai combattuto Lady Akane e l'hai sconfitta! Hai saputo tenere a bada il Demone dentro di te senza il mio intervento... Guarda quante cose hai fatto! Dovresti essere fiera di te stessa!"
    ".... Grazie..."
    "Non ringraziarmi! Non è necessario" La Dea continuava a sorridere ed a diffondere la sua luce... Quindi quello era il compimento ultimo della profezia.... E lei era la prescelta... Finalmente tutto quadrava, finalmente le sue battaglie erano giunte al termine... Il suo destino si stava compiendo definitivamente.
    "Io.... Non so bene come funziona ma... Penso di essere... Pronta"
    "Molto bene.... Farò io il necessario, non ti preoccupare... Poi insieme porremo fine a questa storia una volta per tutte!"
    La Dea si illuminò interamente, una tempesta di piume bianche e candide si diffuse tutto intorno a loro. La luce di Yumil iniziò ad entrare nel corpo di Galatea.... Le due stavano diventando una cosa sola. La luce donava calore alla ragazza ed allo stesso tempo la rafforzava e le stava facendo recuperare tutte le energie. Ora si sentiva fortissima, molto più di prima... Ma soprattutto era calma, rilassata e concentrata. Galatea si trovò sospesa in volo.... Ora avvertiva la voce di Yumil, ma dentro la sua testa.... Dalla sua schiena uscirono due enormi ali d'angelo.
    "Ora ho capito tutto..... Grazie Yumil! Ora conosco il mio destino e posso porre fine a tutto questo!"

    Nonostante la calma della Dea, Galatea non poteva perdonare quel mostro. Aveva osato sopraffarla, rinchiuderla nella sua oscurità e aveva cercato di uccidere non solo i suoi amici ma aveva tentato di distruggerei il mondo intero. La luce divenne intensissima.
    Galatea si mosse verso il Demone, volando con le sue magnifiche ali ed immersa nella luce.

    Il mostro la vide arrivare e l'esercito si fece da parte. Tutti la guardavano affascinati, nessuno di loro aveva mai visto uno spettacolo di tale bellezza.

    "Tu sei una creatura immonda.... Porti solo distruzione... Hai sfruttato il mio potere, hai sfruttato me, hai tentato di uccidere le persone che amo... Non meriti di rimanere in libertà e non meriti di vincere questa battaglia! Ci hai provato innumerevoli volte e con mille sotterfugi ma ora basta, il tuo tempo è finito... E' giunto il momento di accettare il tuo destino come abbiamo fatto tutti quanti noi! HAI PERSO!"


    La luce divenne accecante, il Demone non ebbe nemmeno il tempo di reagire. Galatea scattò con una velocità impressionante verso di lui e lo colpì con un pugno potentissimo, che scatenò un'esplosione di luce subito dopo l'impatto. Il Demone urlò, per la forza del colpo e per la rabbia derivante dalla sconfitta. Ormai la sua battaglia si era conclusa e aveva perso. La sua forza venne assorbita dal corpo della ragazza. IN un attimo, i due poteri vennero portati all'equilibrio. Ora Galatea avvertiva dentro di sé anche quella massa oscura e letale che era il Demone. Tuttavia i suoi poteri non costituivano più alcun pericolo. Finché la ragazza sarebbe rimasta in vita, non avrebbe più potuto liberarsi.
    Quella battaglia che aveva generato solo distruzione era ora giunta al termine. La ragazza era in mezzo all'esercito, in ginocchio attorno a lei.
    Li guardò, dalle loro menti riuscì a capire che erano tutti abitanti del mondo di S.. La ragazza aveva scatenato un esercito per poterla salvare. Fu con uno sguardo colmo di lacrime di felicità che li congedò e li fece tornare nel loro mondo.
    Galatea si guardò attorno, osservando quel mondo completamente distrutto. Era finita. Finalmente.

    CITAZIONE
    Satomi era a terra. S riusciva a stento a muoversi ed anche Lady Akane era esausta. Si era alzata in piedi sorretta da Fyuria, che l'aveva aiutata ad alzarsi. L'uso spregiudicato dei suoi poteri aveva esaurito le sue energie. Proprio in quel momento però, un portale si aprì sul tetto dell'edificio da cui tutto era partito e ciò che ne uscì terrorizzò il gruppo.... A varcare la soglia di quel portale fu il Demone. La creatura malvagia non era stata sconfitta.... Il che voleva dire.. .
    Akane sbarrò gli occhi, spaventata.... Ma dopo un istante il timore di tutti venne cancellato. Al Demone sbucarono due ali d'angelo e dopo questa trasformazione, davanti a loro comparve Galatea. Ciò che avevano visto era la dimostrazione che ora la ragazza aveva il pieno controllo dei suoi poteri e che il Demone era stato definitivamente eliminato. Non rappresentava più una minaccia.
    Kagari corse ad abbracciare Galatea, Fyuria ed S scoppiarono a piangere. Quella battaglia infernale era giunta al termine.
    Galatea ringraziò Haiiro per il lavoro svolto, la dea Yumil l'aveva aggiornata su quanto aveva fatto il ragazzo. Senza di lui, probabilmente, questo scontro non lo avrebbero mai vinto.
    Tatsuya giaceva a terra, ma la ragazza attivò il potere di Yumil, Investì il ragazzo con la sua luce, ripristinando tutte le sue energie. Quando si risvegliò, si congratulò anche con lui. Tatsuya aveva uno sguardo stupito, specialmente per le due nuove ali che aveva appena evocato Galatea.
    Per ultima guardò sua madre. Lady Akane, per la prima volta, stava piangendo. Si, piangeva per il dolore che aveva causato, piangeva perché era orgogliosa di sua figlia e piangeva perché per la prima volta si era resa conto del male che aveva compiuto e del dolore che aveva inflitto. Si staccò da Fyuria ed abbracciò sua figlia.

    "Sono.... Così.... Orgogliosa di te! Ma ora devo fare un'ultima azione.... Io ho fatto tanto male nella mia vita... A te, ad Asako, a tutti gli abitanti della nostra città e non solo... Anche ad Haiiro e a Tatsuya... Non posso dire di essere completamente innocente, sarebbe facile dare tutta la colpa al Demone...Questo scontro mi ha consumata, questi poteri sono troppo grandi per il mio corpo.... Non posso più... Sostenerli, anche perché sono stati creati separati appositamente per non essere contenuti in un corpo solo... Il tempo è quasi giunto al termine.... Ma non sparirò, sarò sempre qui con te.... E il mio compito ultimo, la mia redenzione, sarà aiutare questa ragazza.... Ed anche... S... "


    Galatea aveva le lacrime agli occhi... Tentò di trattenere sua madre ma sapeva che aveva preso la sua decisione ormai... La lasciò andare e fece un passo indietro. Barcollante, la donna si avvicinò prima ad S. Si scusò con lei per averla strappata dal suo mondo, per averla allontanta da tutto ciò che le era caro. Evocò una katana, interamente nera e gliela porse. S la prese e la sfoderò. Quello era una parte del potere di Akane, il potere sul tempo. Da quel momento in poi, S avrebbe potuto usarlo per guarire gli altri e per difendere Galatea.
    Il tempo stringeva, Akane si voltò e guardò tutti i presenti e fece un ultimo sorriso a Galatea.
    Dopo di che raggiunse a fatica il corpo di Satomi e vi posò sopra le mani. L'edificio iniziò a vibrare ed i corpi delle due iniziarono ad illuminarsi. Quando la luce sparì, Satomi era in piedi. Il suo aspetto era molto cambiato ed anche i suoi vestiti. I suoi poteri erano cambiati con lei.
    Akane aveva compiuto il suo sacrificio ultimo. Aveva concesso i suoi poteri e la sua mente alla ragazza. In questo modo le aveva permesso di risorgere a nuova vita e più forte di prima. Il corpo della ragazza era stato cambiato. Ora appariva più grande, più sicura di sé e conservava qualche tratto della donna, specialmente per i lunghi capelli neri.

    5092-443378253



    Ora Satomi poteva iniziare una nuova vita, così come Galatea e gli altri.

    E fu così, che a conclusione di quella battaglia, il letale Diavolo Rosso concluse la sua esistenza con un atto di redenzione, donando a tutti i presenti la speranza, tramite il suo sacrificio, di un futuro migliore costruito riscattando il passato.
     
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