L'ebrezza dell'ira resta in corpo per sempre

Multipla privata [Enma, Tatsuya e Goro]

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    Goro Nishimura
    Erano passati due giorni da quella serata terribile, e Goro si era svegliato proprio di prima mattina.

    "...Kuron...?"

    La ragazza era mezza addormentata li vicino, era stata vicino a lui per tutto il tempo, mentre Asako era a lezione per dire che Goro si sentiva male.

    "Goro! Finalmente ti sei svegliato! Eravamo preoccupate per te."

    Goro si guardò intorno, stordito, perso...finché i ricordi di due giorni prima non lo travolsero come uno tsunami. La sua espressione, da neutra che era, passò rapidamente ad una di infinita malinconia. Kuron lo guardò, comprendendo al volo cosa fosse appena capitato, ma prima che potesse dire qualunque cosa, Goro riprese la parola.

    "Ho...ho bisogno di stare un po' da solo...scusami."

    La sua voce sempre fredda e calma, ora tremava e mostrava con una trasparenza incredibile il suo stato d'animo.

    "Io...Va bene, ma ricordati che io e Asako siamo qui per te, va bene?"

    Goro si coprì gli occhi con la mano destra e le concesse un mezzo sorriso, mezzo secondo i suoi standard.

    "Grazie."

    Kuron uscì dalla stanza e andò in quella di Asako, ma solo dopo la fine delle lezioni, così da avvertire anche la sua compagna di stanza che, fortunatamente, aveva altri piani per la giornata.

    "Il fatto che tu sia qui significa che Goro è sveglio, giusto?"

    Era felice al pensiero che si fosse svegliato, ma la faccia di Kuron le fece presto cambiare idea.

    "Sì, è sveglio, ma non si è ancora ripreso...credo che l'altra sera lo stia ancora tormentando, e questa volta c'è poco che possiamo fare."

    Asako rimase seduta sul letto in silenzio.

    "Goro..."

    Kuron provava gli stessi sentimenti di Asako in quel momento; entrambe erano perse e non sapevano cosa fare per aiutare Goro, lui che sempre metteva gli altri davanti a se stesso, ora aveva bisogno di aiuto, ma come?

    "Ha chiesto di lasciarlo da solo, immagino intendesse come minimo l'intera giornata, dunque volevo chiederti se potevo stare da te."

    Asako si risvegliò dal suo silenzio.

    "Oh! Sì, certamente, stai tranquilla."

    _________________________________________________

    Goro era rimasto da solo nella sua stanza, non era più abituato a quel silenzio, non da quando Kuron era entrata nella sua vita, non da quando aveva una sorella gemella...Tatsuya doveva aver influenzato la realtà involontariamente con quei suoi viaggi, o forse era solo Goro che ci pensava troppo. Rimase seduto nel suo letto come se fosse in stasi, non batteva le palpebre, non respirava neanche...cosa stava succedendo dentro di lui?

    "Lo so che ci sei."

    Ancora vuoto nella sua mente.

    "Sento il fetore del tuo sporco DNA, vieni fuori."

    Una sottile risata riempì lentamente il vuoto nella sua mente.

    "Oh, andiamo! Ti sembra il modo di salutare qualcuno che ti ha salvato la vita?"

    Missing Link, superiore come sempre.

    "Salvato? Vorrai dire rovinato! Per colpa tua Bao è finito in un ospedale psichiatrico e hai quasi attaccato Asako e Kuron!"

    La risata si fece più forte.

    "Te l'avevo detto, no? Visto che non sei stato in grado di tenere a bada le parole, ti avevo promesso che neanche loro sarebbero state al sicuro, o sbaglio?"

    Goro rimase in silenzio, digrignando i denti...ma la risata continuava.

    "Io sono un uomo di parola, Goro...ma basta parlare di me, parliamo di te, mio caro Berserker."

    Gli si spalancarono gli occhi dalla rabbia.

    "Non ti permettere mai più di chiamarmi così!"

    La risata crebbe ulteriormente.

    "Oh, ma tu lo sai che è così, ti sei studiato, dopotutto! Tu sai che il Berserker è solo la tua rabbia che attiva una mutazione alla base del tuo DNA, ma non cambia la tua mente, quella rimane, è solo più libera dal tuo controllo, più...sincera."

    "Non c'è nulla di sincero in un mostro che gode della morte e della distruzione che causa!"

    La risata divenne così forte da coprire anche i pensieri di Goro.

    "Ma Goro, tu dimentichi che l'essere umano è perverso di natura! Anche tu, e il Berserker è la tua via d'uscita, solo con lui puoi davvero essere te stesso, la libertà che ti offro è assoluta, e tu lo sai."

    Nella mente di Goro, tra i discorsi con Missing Link e la sua maledetta risata, che oramai lo assordava, tutto si era svolto in pochi minuti di discussione, ma fuori erano passate diverse ore, ormai era ora di cena, e lui era rimasto in quello stato di trance per ben dodici ore...solo dopo si rese conto che il suo corpo stava mutando casualmente da normale a Berserker, mai nel totale, solo alcune parti alla volta, mentre i suoi occhi viaggiavano da un livello di mutazione all'altro, a volte diventando completamente neri, una cosa che non aveva mai visto.

    "Che mi sta succedendo?"

    Di colpo mille fitte di dolore lo pervasero per tutto il corpo, era come se volesse mutare di sua spontanea volontà.

    "No!...Aiuto!"

    Non riusciva a parlare, e il suo pensiero era puro caos, nulla sembrava essere al suo posto, l'unica cosa che sentiva dentro di se era un calore quasi ustionante che continuava ad aumentare...cosa gli stava succedendo?
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    Questo calore, questo abbraccio, è tutto ciò di cui ho bisogno.
    Per tutto il giorno non ho desiderato altro, durante ogni lezione non ho pensato che a questo ed anche al Maid ero distratto. In questi giorni non capisco proprio cosa mi prenda, sento una necessità sia esteriore che interiore di questo.
    È probabile che in realtà io sappia che cosa sia, ma pensare che non sia così aggiunge altro piacere. Inoltre glielo devo.
    Passiamo così l'intero pomeriggio fino ad addormentarci, anche nel sogno non ci separiamo.
    Non parliamo molto e questo la imbarazza, un po' anche la confonde. Dapprima non dice nulla, si adatta alla situazione senza protestare, poi ad un tratto mette il broncio, mi rimprovera per la mancanza di iniziativa e d'averla fatta oziare tanto che quasi la facevo ammalare di pigrizia.
    È troppo adorabile, come faccio a starle lontano?
    Ci ritroviamo a giocare in un mondo che cambia attorno a noi, adattandosi ad ogni nostra parola ed intenzione. È una cosa tanto familiare che anche in questo calore riesce a procurarmi dolore.
    Quando si stanca di correre si lascia cadere a terra, spingendo giù con la schiena alte spighe di avena. La imito e mi sdraio alla sua sinistra. Continua a ridere sotto un caldo sole di mezza estate che ci irradia della sua bellezza.
    D'un tratto la luce va via, il suo riso si spezza e con esso il mio: qualcosa non sta andando come dovrebbe, qualcosa di imprevisto ma di tragico, lo sentiamo. Il cielo si ghiaccia, forme di cristallo invadono l'etere, mutano senza sosta finché si incontrano e si infrangono, cadono a terra incendiando il campo. Alte fiamme tutt'attorno a noi si innalzano immense, minacciose.
    Non possiamo fuggire, intrappolati tra la terra che brucia ed il cielo che si sgretola.

    « Goro! »

    Ci svegliamo di soprassalto urlando questo nome. Dalla sua stanza sento provenire innumerevoli informazioni molto instabili e che cambiano continuamente, sequenze di dati che si riassociano e si scompongono con rapidità eccessiva.
    A malincuore sono costretto a lasciare il nostro talamo, a congedarmi dalla sua presa d'amore. Il tempo di un'ultima carezza con la promessa di tornare al più presto.
    Il rumore della porta che si chiude alle mie spalle spezza quel meraviglioso incantesimo e mi riporta in me.
    Mi lancio per il corridoio, non posso perdere altro tempo. Alle spalle mi lascio una gabbia di catene, la velocità aumenta mentre il circuito si espande e nel mio mondo preparo gli accordi della tempesta.
    Davanti la porta di Goro salto un passo e mi ritrovo all'interno della sua stanza.

    « Goro! Sono qui. »

    Nel suo pensiero non riesco a percepirlo, il caos è grande e pare quasi nasconderlo. Non capisco cosa gli stia succedendo, ma la gravità del tutto risulterebbe evidente a chiunque, non servirebbero poteri come non servono le parole.
    Dobbiamo allontanarci: qualunque cosa sia, se provocasse instabilità nel suo potere l'intera scuola potrebbe essere in pericolo.

    « Anche le ragazze sono qui. Se le ferissi non te lo perdoneresti mai, lo so bene. Devo portarti via. »

    Delle catene rompono la finestra mentre delle altre, partite del mio braccio, cercano di avvolgere Goro per poterlo trasportare tenendomi a distanza di sicurezza, la prudenza non è mai troppa.
     
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    Enma

    Ultimamente la mia sfortuna è peggiorata parecchio: incredibili ritardi causati da piccioni che facevano il nido sul mio cuscino, mirabolanti ruzzoloni per le scale salendo o scendendo, figuracce a raffica durante le interrogazioni... sono abituato alla mia solita sfortuna a nastro, ma davvero ultimamente sta diventando ingestibile.
    Non so bene che cosa fare, non mi sono mai trovato in questa situazione prima.
    Ed era vero: fino ad ora i miei poteri si erano evoluti solo in una certa maniera: diventavano più forti e più versatili, ma la sfortuna è sempre rimasta la stessa. Il fatto che la situazione si fosse aggravata così tanto mi preoccupava.
    Dunque che hai intenzione di fare? -chiese Fuuta, seduta al tavolo di fronte a me. Aveva un'espressione seria, una di quelle rare da vedere sul suo volto. Ma la situazione si stava facendo pesante, e anche lei lo aveva capito.
    Non lo so. Non saprei a chi chiedere aiuto. -le risposi in tono altrettanto serio, con il mento appoggiato sulle mani intrecciate.
    Il fatto che fosse una situazione completamente nuova non aiutava. Fuuta non sapeva nulla di anormalità, ed io di sicuro non avevo più conoscenza di lei in questo campo. Restava da capire a chi riferirsi.
    Di chiedere a Galatea non se ne parla. Non voglio che pensi che mi lamenti di cose simili: già che sto diventando piano piano più Sfortunato, non voglio essere anche INfortunato. Haiiro? Un minus come me, forse a lui potrei chiedere, ma irritabile com'è non voglio correre il rischio di alterarlo...
    Continuai a pensare a chi conoscevo: Tatsuya, Kuro, Kagari... nessuno però mi dava l'impressione che avrebbe cercato di aiutarmi per un problema "da poco" come questo (da poco per loro, per me lo era un po' meno...). Sicuramente non se ne intendevano, o almeno, dato che ogni potere era singolare come potevano sapere come affrontare un problema di questo tipo?
    Un minus è incontrollabile, lo è per definizione, ero abituato a pensarla così ormai, ma non pensavo che sarebbero stati capaci anche di peggiorare e deteriorarsi sempre di più. Questa cosa un po' mi metteva in ansia, e lo si notava dal fatto che non riuscivo a mantenere ferma la gamba destra, segno che ero nervoso.
    Poi una frase di Fuuta mi aprì gli occhi. Il mio volto si illuminò di colpo.
    Peccato non ci sia qualcuno in grado di capire fino in fondo il tuo potere.
    Aspetta! In effetti qualcuno del genere c'è, come ho fatto a non pensarci prima?! Goro!
    Come avevo fatto a non pensarci? Doveva essere la mia prima scelta. Mi congedai da Fuuta per dirigermi a tutta velocità verso l'appartamento di Goro. Già una volta mi aveva dato un enorme aiuto con il mio potere e per capire bene cosa fosse, ed ero sicuro che analizzandomi ancora sarebbe riuscito forse a capirci qualcosa di più.
    Certo che fa strano dover dipendere da qualcun altro per capire come funziono.
    Arrivato alla porta della sua stanza, feci per bussare, gridando -Ehi Goro! Sono Enma, posso entrare per chiederti un favore?- ma venni bloccato da un colpo secco e il suono di vetri rotti cadere a terra, e capii immediatamente che qualcosa non andava.
    Evocai la mia ombra e le feci buttare giù la porta: trovai Tatsuya in piedi, davanti a un essere che presumevo essere Goro, ma continuava a cambiare aspetto così rapidamente da essere appena riconoscibile come essere umano, incatenato da Tatsuya stesso.
    Tatsuya! Che cosa sta succedendo qui!?
    Volete forse dirmi che la mia sfortuna è peggiorata così tanto che quando vado da Goro per chiedergli aiuto proprio riguardo al mio potere lo trovo nel suo stato Berserker?! E' più grave di quanto pensassi...


    Legenda:
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    Il dolore era assurdo, non un solo pensiero logico riusciva ad attraversare la sua mente.

    "È...è la prima volta che succede...cos-cosa significa?!

    Normalmente ci avrebbe messo meno di un secondo a capire la situazione, ma il dolore e il caos nella sua mente gli impedivano di fare anche il più semplice dei ragionamenti.

    "Goro! Sono qui."

    Una voce penetrò la nebbia della sua mente.

    "Tatsuya...no..."

    La sua voce...cosa diamine era successo alla sua voce?! Era la sesta mutazione, la voce era quella.
    Sapeva che quella voce avrebbe causato il terrore genetico in Tatsuya, lui era resistente mentalmente, ma il suo DNA? Quella era un'altra storia...anche se l'effetto era molto diminuito dalla presenza della voce di Goro. Non riuscì neanche a capire cosa accadde dopo a causa di una fitta terribile, ma vide di colpo Enma entrare sfondando la porta.

    "Anche...Enma?"

    Un unico pensiero lo pervase: doveva andarsene.
    Aveva promesso a Tatsuya e alle ragazze che si sarebbe fatto aiutare se necessario, ma la promessa non prevedeva la sesta mutazione. Scattò verso la finestra senza neanche rendersi conto che aveva appena tranciato le catene di Tatsuya con il minimo sforzo, solo una volta arrivato al varco di uscita se ne accorse.

    "Non...seguitemi...vi prego."

    Detto questo, approfittando degli effetti della sua voce, scattò fuori e iniziò a correre verso un posto sicuro, senza lasciare vere e proprie tracce. Tutto era silenzioso, finché non arrivarono Kuron e Asako.

    "Cos'è successo qui?! Dov'è Goro?"

    Iniziò a guardarsi intorno, mentre Asako, con le mani giunte al petto, mostrava a pieno la sua preoccupazione con uno sguardo misto tra il preoccupato e lo spaventato.

    "Siamo venute qua per controllare Goro, sapevamo che non era ancora al pieno delle sue forze, ma non pensavo che...Tatsuya, cos'è successo?"

    Si rivolse subito a lui, dopotutto, Enma era nuovo per lei e sicuramente non c'era il tempo di vere e proprie presentazioni.
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    In questo istante le cose che dovrei fare mi sono già chiare, devo semplicemente forgiare altre catene per assicurarlo meglio, espandere ancora il mio circuito per accrescere la forza e quindi fiondarmi fuori dall’edificio tirandomelo dietro, magari andando in alto, lì dove l’aria si fa più rarefatta, magari continuando a salire fino a portarlo fuori dall’atmosfera facendo si che ci pensi il grande vuoto a sgombrargli la mente. Purtroppo non sono preparato quanto mi aspettavo: bastano solo due parole di Goro, pronunciate con una voce della quale non ho memoria, per far saltare l’intero piano. Non riesco bene a comprendere cosa mi causa quella voce, è una sensazione strana e spaventosa, un terrore irrazionale che tenta di farsi strada, che cerca di cogliermi da dentro superando le mie difese ed innestandosi ad un livello che mi sfugge, travolge il mio inconscio, il mio istinto di autoconservazione; nella testa c’è solo una voce che mi intima di fuggire. Non sembrano affatto gli effetti di un’abilità capace di aggredire la mente, di piegare lo spirito, contro di questi sono schermato, sono ben capace di resistere e contrastarli, questo è qualcosa di diverso e di immensamente potente. Senza rendermene conto, l’improvviso shock mi fa spiegare le ali e frapporre tra noi come uno scudo, una prima barriera di fiamme e piume, ma non basta, ho bisogno di liberarmi di questi influssi. Ho bisogno di recuperare sicurezza, e l’unico modo certo è saltare in quell’altro mondo. Anche se dura solo per un istante, se all’esterno l’unico segnale di quel che è accaduto è un fugace tremolio nella mia figura, balzare nell’Heaven Feel, infinitamente distante dalla fonte di tutto, mi restituisce a me stesso.
    Devo trovare delle contromisure, se voglio portarlo e salvare la scuola non posso farmi di nuovo bloccare da quella cosa e non posso saltare continuamente dall’altra parte, devo improvvisare e devo farlo anche bene. Le percezioni che riguardano Goro non mi forniscono dati a sufficienza, sento solo il suo dolore e cercare di superarlo non mi fa percepire che c’era qualcuno alla porta, lo scopro solo con un tonfo che quasi mi fa sobbalzare. Ora c’è anche Enma. Sposto rapidamente lo sguardo da lui a Goro più volte, sono completamente impreparato a questo sviluppo degli eventi. Mi faccio sorprendere ancora, questa volta da Goro che trancia le mie catene con una grande facilità, Quella roba di prima mi ha distolto dal piano di fortificarle e di crearne di nuove.

    « Non… seguitemi… vi prego. »

    La voce ha di Goro ha di nuovo gli effetti di prima e, di nuovo, mi fa agire d’impulso, questa volta spingendomi a tentare di difendere Enma, scattando nella sua direzione per fare da scudo.
    Anche se non è stato uno scontro, sento di aver perso, di aver subito una sconfitta totale.
    Fisso la finestra dalla quale è scappato, la testa completamente vuota, conoscendolo è impossibile che abbia lasciato delle tracce che possa seguire, ed anche se riuscissi a raggiungerlo subito, fintanto che sarò vulnerabile a quel terrore non potrò agire che voglio. E pare che ci vorrà più tempo di quanto pensassi, mi sa che non tornerò tra le braccia di Foxy tanto presto.

    « Non chiedermi cos’era perché non ne ho proprio idea… »

    Con un sospiro mi rivolgo ad Enma che non può che essere quanto meno sorpreso di quel che ha trovato. Rischiare di trovarsi preso in mezzo in qualcosa che non conosco nemmeno io… certo che ne ha di sfortuna il ragazzo. Ah! Ragazzo… sono tanto confuso da aver dimenticato che abbiamo la stessa età, anzi è più grande di me di pochi mesi.
    Vorrei cercare di sbrigarmela con una battuta ma si presentano proprio coloro che più avrei voluto tenere fuori dagli eventi.
    Senza nemmeno accorgermene abbasso lo sguardo, mi sembra quasi di non riuscire a guardare Kuron e, soprattutto, Asako.

    « Il suo potere è diventato instabile… stava lottando contro quel mostro, ho sentito il suo dolore e la sua sopraffazione e sono accorso ma ha usato qualcosa che non conoscevo, un’abilità che sembra capace di risvegliare un terrore irrazionale. Ha perso il controllo sulle mutazioni ma sta lottando con tutto se stesso per tenere il controllo della mente. Ora è scappato, per proteggerci. Scusatemi… io… avevo detto che l’avrei aiutato, che l’avrei protetto… che l’avrei fermato ad ogni costo… non ci sono riuscito… »

    Che sto facendo! Non è questo il momento di abbattermi, di farmi prendere dalla sconsolazione e fare questa brutta faccia che vedo nei loro occhi.
    Forza Tsu-kun, datti da fare, alza gli angoli della bocca e sorridi, sta a te dare forza a tutti, devo tenere alto il morale e mostrarmi sicuro e deciso, non posso piombare io nella depressione, ne va dell’incolumità dell’intero isolato.

    « Con la fuga ha cancellato anche le sue tracce, ma in qualche modo lo ritroverò comunque, mi inventerò qualcosa. »

    Anche al costo di farmi mandare in overflow da Sophie andandola a prendere fin dentro il letto, o nell’aula o… non so più nemmeno che ore sono, chissà dove si trova adesso.

    « Vedrete che lo ritroverò e lo riporterò qui, dopotutto non c’è nulla che non possa fare »

    Sto chiedendo il massimo alle mie abilità recitative, spero di essere riuscito ad essere un minimo credibile.
     
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    Il corpo deformato di Goro riuscì a forzare la presa sicura delle catene di Tatsuya. Normalmente mi sarei posto più di una domanda, ma Goro sembrava soffrire molto e dalla luce nello sguardo dell'altro capii che era solo preoccupato; immaginai dunque che ciò che stava succedendo, benchè andasse oltre ogni mia possibile congettura, potesse essere per il bene di Goro.
    Ero pronto ad utilizzare ogni mio potere per aiutare Tatsuya ad alleviare il dolore del nostro amico quando un rantolo emesso dalla sua voce rauca mi paralizzò completamente. In seguito le gambe mi tremarono così tanto che fui costretto ad accasciarmi a terra sulle ginocchia; avrei dato qualunque cosa per smettere di sentire quel rumore orribile che mi lacerava dall'interno e forzava una maratona nel mio petto.
    Sarei di sicuro caduto completamente preda di quella paura ancestrale se Tatsuya, che si frappose fra me ed il mostro - che tuttavia sembrava implorarci di stargli lontano... possibile che in fondo volesse proteggerci? - non fosse intervenuto rapidamente.
    Lo scudo di carne non poteva proteggermi del tutto, ma in mezzo a quella tremenda tempesta che c'era in ogni parte del mio corpo sentivo di provare una certa ammirazione per quella tenacia a resistere a questi richiami primordiali alla follia e la forza del suo spirito.
    Mentre giacevo completamente inabile in quello stato e pensavo che tutto sarebbe finito per il peggio, quando il mio unico istinto era quello di correre alla porta più velocemente che potevo e fuggire più lontano che potevo, una voce familiare sembrò alleviare quel terrore di cui ero preda senza scampo, al contrario di quello che presumevo essere Goro che invece era riuscito a sfuggire dalla finestra.
    Erano due corpi sicuramente femminili che sul momento non avrei potuto dire di aver mai visto prima, ed erano appena entrate bloccando quindi l'accesso alla mia via di fuga. La cosa mi avrebbe dovuto ridurre in lacrime vista la forza dell'impulso che mi comandava di fuggire, eppure riuscii ad ascoltarle senza tuttavia capire cosa stessero dicendo. Ero ormai bloccato da quella figura snella che svettava lungo lo stipite rispetto alla posizione a terra dove stavo strisciando io, forse il terrore mi aveva scosso così violentemente da lasciarmi senza forze anche per la fuga.
    Non riuscivo a pensare ad altro che a quella figura, a quell'orribile voce che entrando per le mie orecchie serpeggiava dentro di me fino a raggiungere i recessi più profondi del mio corpo, arrivando a scuotermi a livello molecolare cellula per cellula, tanto che l'unica cosa che volevo in quel momento era sapere cosa diavolo mi fosse successo e ad opera di chi... o cosa.
    La tempesta - quella esterna - improvvisamente cessò. Tatsuya sembrava avvilito più che terrorizzato, al contrario di me nei cui occhi si poteva leggere solo paura e disgusto. Per istinto alzai le braccia - che fino a quel momento avevo mantenuto penzoloni lungo il corpo inginocchiato - mi passai le mani fra i capelli, in un gesto compiuto solo da chi è ormai irrimediabilmente caduto nelle più buie caverne della follia, e improvvisamente il mio battito cominciò a tornare al suo ritmo originario, i miei occhi si fecero meno vitrei ed acquistai abbastanza sicurezza da potermi alzare in piedi. Non saprei dire se sia stato per la lontananza del mio compagno o di qualche altro influsso benefico, ma potei finalmente comprendere le parole degli altri presenti, che fino a quel momento mi erano sembrate vuoti grugniti.
    Quando mi sollevai mi accorsi con sorpresa non solo che il tremore era scomparso, ma che di quelle due figure femminili una adesso riuscivo a riconoscerla: era Kuron, il clone di Goro. Sicuramente lei sapeva cosa diavolo fosse successo.
    K-Kuron... Kuron, sei tu? Che cosa diavolo è successo? - la mia voce tremava, la lingua non aveva ancora dimenticato gli orrori che si erano posti davanti ai miei occhi e che avevano squassato le mie orecchie, per cui parlavo ancora in preda agli spasmi.
    Ma Tatsuya aveva cose ben più importanti da dire, sembrava capirci più di me e parlò di un potere divenuto instabile, di una lotta contro un mostro e di mutazioni.
    Era decisamente avvilito, e anche se dopo tentò di mostrare tutti i denti e un'illusione di tranquillità io capivo benissimo il suo stato d'animo, dopotutto era uno di quei sorrisi che conoscevo perfettamente: fin da bambino avevo sempre mascherato le mie sofferenze con lo stesso identico sorriso, quello che taglia a metà il volto dove la parte sotto sembra divertita e spensierata mentre quella superiore mostrava occhi vuoti e infossati da un dolore che non possono o non vogliono mostrare.
    Tatsuya...
    La sua promessa sembrava sincera, come sincero sembrava il suo intento di spendere ogni sua energia fisica e mentale alla ricerca e messa in salvo del suo amico. Io, benché non avessi la minima idea di cosa fosse successo nè di quali orrori mi si sarebbero prospettati nell'immediato futuro, non volevo essere da meno.
    Io mi sono ritrovato in questa situazione per caso: ero venuto a chiedere un consiglio a Goro, ma vedo che lui ha più bisogno dei suoi amici di quanto io abbia bisogno di un suo consulto ora.
    Osservai Kuron, poi l'altra ragazza, infine Tatsuya. Erano tutti molto preoccupati, forse perchè sapevano qualcosa in più di me.
    Io e Goro non siamo amici così stretti come penso siate voi, ma come tu forse ricordi, Kuron, una volta mi ha aiutato e da quel momento abbiamo stretto un legame. Non posso e non voglio lasciare che vada in giro a distruggersi e distruggere tutto ciò che incontra, so che non se lo perdonerebbe mai se dovesse tornare in sé.
    Feci un respiro profondo e strinsi i pugni: la sola idea di dover rivedere quella cosa mi ripugnava anche nella più profonda fibra del mio essere, ma ero determinato ad aiutare un amico. In fondo Goro avrebbe sicuramente fatto lo stesso per me, no? Anzi, lo aveva già fatto.
    Io voglio aiutarvi, ma ho bisogno che mi mettiate almeno al corrente di tutto ciò che sapete o serve sapere su tutto questo.


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    La situazione era critica, Goro era diventato instabile, probabilmente molto più di quanto non fosse mai stato, e ora era sparito.
    Kuron si mise la destra tra i capelli e iniziò a girare per la stanza in modo evidentemente preoccupato, mentre Asako, mostrava tutta la sua preoccupazione nello sguardo. Sia Enma che Tatsuya erano intenzionati ad aiutarle, dispiaciuti di non essere stati in grado di fermarlo subito e presi dal loro legame con lui.

    Avrete bisogno di spiegazioni se volete sperare di affrontare la situazione, hai ragione...

    Respirò profondamente, poi espirò per calmarsi.
    Si sedette sul letto di Goro, mentre Kuron rimase appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate.

    Due giorni fa, io, Kuron e Goro abbiamo aiutato un gruppo di anormali che si è preso il compito di dare la caccia a chi usa questo potere per fare del male, tu li ricordi come il gruppo di rapitori.

    Lasciò un momento a Tatsuya per immagazzinare la cosa.

    In pratica è stato tutto un terribile malinteso, e alla fine Goro ha trovato la forza per perdonarli, anzi, per aiutarli nel momento del bisogno. Il loro bersaglio era un anormale in grado di prendere la forma fisica di ciò che più ci terrorizza, e quando ha visto Goro, non penso neanche di doverti dire in cosa si è trasformato...

    Abbassò lo sguardo.

    Goro lo ha sconfitto con assurda facilità, probabilmente perché studia un metodo per sconfiggere il Berserker da quando si è trasformato la prima volta, fatto sta che quel tizio ha fuso il terrore di Goro con quello di uno del gruppo di anormali, e questo lo ha reso troppo forte per tutti noi.

    Kuron si mise a camminare per la stanza, fermandosi davanti alla finestra rotta e prese la parola.

    Ha messo Goro al tappeto con un solo colpo, e si è occupato di tutti gli altri con altrettanta facilità, finché non siamo rimaste solo noi due e una ragazza del gruppo...è a quel punto che Goro si è trasformato volontariamente nel Berserker per la prima volta.

    Si voltò verso Enma e Tatsuya.

    A quanto pare, quando cede volontariamente al Berserker, diventa incredibilmente più violento e aggressivo, come se fosse sovreccitato, abbastanza da prendere il nemico alla sprovvista, ma poi la sua superiore forza è bastata a mettere Goro al tappeto e....e...

    Non riusciva a dirlo, la cosa la faceva infuriare, probabilmente perché provava lo stesso sentimento di amore per i genitori di Goro che provava lui, ma riprese Asako.

    Ricordi l'incidente che ha coinvolto e quasi ucciso i genitori di Goro? Quello che per la prima volta ha svegliato il Berserker?...Abbiamo scoperto in quel momento che era stato lui a causarlo per scappare dal gruppo di anormali.

    Rimase in silenzio qualche momento, forse per riprendersi o forse per dare il tempo a Tatsuya di spiegare a Enma cosa era successo ai genitori di Goro.

    È stata la prima volta in tutta la sua vita in cui ha desiderato la morte di qualcuno, non ha trovato la forza di perdonarlo ed è diventato qualcosa di terrificante...ha fatto crollare un intero parcheggio sotterraneo solo colpendo il suo nemico, un intero edificio sotterraneo completamente distrutto a pugni.

    Il ricordo la terrorizzava ancora, abbastanza da costringerla a fermarsi.

    Non te lo consiglio, ma se vuoi capire meglio ciò che è successo, guarda nella mia memoria con i tuoi poteri, Tatsuya...fai vedere anche a Enma, se lo desidera.
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    Edited by CellO_o - 30/7/2018, 18:22
     
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    Dalle prime parole di Enma emerge come la sua proverbiale, anormale sfortuna ci abbia di nuovo messo lo zampino, immagino che in qualunque altra situazione la cosa avrebbe potuto avere un retrogusto comico, ma questa volta non credo di aver la forza di ricorrere, a scapito di tutto, al mio senso dell’amara ironia. Il resto, però, fa ben capire quanto lui ci tenga a Goro ed un suo aiuto non può che essere ben gradito. Fu proprio l’ultima volta che sono andato a cercare Goro che mi è stato rimproverato di cercare di farmi troppo spesso carico di tutto da solo, senza coinvolgere nessun altro. Se solo oggi fossi qui, Cheria, saresti la prima persona a cui mi rivolgerei e che vorrei al mio fianco, proprio come quella volta.
    Servono però delle spiegazioni, come chiede Enma, ed Asako non si tira indietro ma ciò che sento…

    « Due giorni fa, io, Kuron e Goro abbiamo aiutato un gruppo di anormali che si è preso il compito di dare la caccia a chi usa questo potere per fare del male, tu li ricordi come il gruppo di rapitori. »

    … a questo non ero preparato. Un malinteso. Si è trattato solo di un malinteso. Tutto ciò che è successo, con il rapimento di Asako, le battaglie di Goro, la preoccupazione di tutti noi, il risveglio del Berserker, gli esperimenti, Kuron. Il mio primo incontro con l’angelo nero. Le investigazioni, il crollo del magazzino che stava per schiacciare sia me che… che Sophie… la notte nella quale mi sono riunito davvero con mia sorella… tutto dovuto ad un malinteso.
    E tutto dovuto ad un terzo anormale, uno di cui non sapevamo niente, che non aveva mai lasciato tracce, con un potere sufficiente per riuscire a tenere testa a Goro almeno fino a quando non ha ceduto al Berserker

    « Ricordi l'incidente che ha coinvolto e quasi ucciso i genitori di Goro? Quello che per la prima volta ha svegliato il Berserker?...Abbiamo scoperto in quel momento che era stato lui a causarlo per scappare dal gruppo di anormali. »

    Queste parole di Asako mi colpiscono forse ancor più duramente delle precedenti. Sento di star perdendo colore, mentre le ali si sfaldano, tremano come la fiamma di una candela aggredita dal vento, si dissipano dolcemente come una nuvola di piume e scompaiono, mentre mi porto una mano sul volto leggermente abbassato, tutte queste informazioni sono quasi troppo da sostenere tutte insieme.

    « È successo un po’ di tempo fa. » - esordisco, un po’ per spiegare ad Enma qualcosa che non può sapere, un po’ per permettere ai ricordi ed alle immagini che fluiscono nella mia memoria di scorrere più facilmente - « I genitori di Goro sono stati coinvolti in un brutto incidente stradale ed hanno lottato tra la vita e la morte. L’intervento a cui dovevano essere sottoposti era molto rischioso e Goro non poteva far niente per aiutarli. Lui, che meglio di chiunque altro conosce la biologia umana, meglio di qualunque specialista, non poteva fare nulla per i suoi genitori. Quell’evento è riuscito, dopo tanto tempo, a fargli provare delle emozioni, stati dell’animo per lui inutili, che aveva eliminato da se stesso perché capaci di influire negativamente sulle capacità della mente, ostacolando così la sua ricerca quasi ossessiva. Tristezza, dolore, rabbia. Provò tutte queste emozioni, fu dominato da queste al punto da sfogarle lasciando dietro di sé una scia di distruzione. In quel momento si sono poste le basi per il Berserker, i germi che hanno generato Missing Link. Quel giorno però Goro è stato salvato da un’altra emozione: l’amore. È strano il destino, il momento in cui è nato il male più grande è coinciso con il momento in cui ha imparato ad amare. Scusa per l’interruzione, continua Asako, ti prego »

    Asako continua come meglio può, gli eventi sono ancora troppo recenti e le si fa sempre più difficile raccontare quel che è accaduto. È il terrore che la ferma, deve essere successo qualcosa di tanto terribile da non riuscire a trasmetterlo con le parole.

    « Non te lo consiglio, ma se vuoi capire meglio ciò che è successo, guarda nella mia memoria con i tuoi poteri, Tatsuya...fai vedere anche a Enma, se lo desidera. »

    Ci pensa Kuron a venirci in soccorso. Credo che “affidabile” sia uno degli aggettivi che la descrivono meglio. Mi passa per la mente uno strano pensiero: un dialogo con Bianca mentre sorseggiavamo del tè, lei mi illustrava quanto, a suo dire, Kuron fosse la ragazza più carina che conoscesse, non bella ma proprio carina per tutto, per il carattere, il modo di fare, la voce, carina come può esserlo un cucciolo di cerbiatto che si sforza di restare in piedi e che vorresti assolutamente abbracciare e coccolare. Probabilmente però Bianca è un po’ di parte visto che si è sempre sentita estremamente vicina alla sorella-clone-figlia, questo lo ha aggiunto Sophie, di Goro.
    Per distrarmi da queste cose che mi passano per la testa, guardo Enma e faccio per chiedergli se voglia vedere anche lui ma non mi serve domandarlo, mi basta guardare i suoi occhi per capire che lo vuole assolutamente. Annuisco deciso, è ora di iniziare il viaggio.

    « Enma, per te sarà tutto un po’ nuovo ma ti chiedo di rilassarti e fingere che si tratti di un film, solo che sarà proiettato direttamente alla tua mente e che potresti ritrovarti a vedere quelle immagini sovrapposte a ciò che vedono ora i tuoi occhi, se dovessi per qualche sfortunata ragione sbagliare ad intercettare completamente i tuoi sensi, quindi potrebbe essere meglio chiudere gli occhi. »

    Dubito di riuscire davvero a sbagliare in un modo tanto clamoroso, ma meglio non rischiare che un qualche errore possa finire per procuragli qualcosa di spiacevole, da quando mi sono “staccato” da Bianca non ho più usato questa abilità e quindi qualcosa potrebbe essere diverso.

    « Anche tu Kuron, chiudi gli occhi e non temere per quel che farò. So che potrà sembrare un po’ diverso da quello che dovresti ricordare, ma non uso questa abilità da un po’ e l’Origine potrebbe anche mettersi in mezzo e provare ad interferire e qui non voglio sbagliare. »

    Il mio sorriso, che accompagna la gentilezza nella voce e nelle parole, questa volta non è tirato, non lo sto fingendo. Deve essere tutto merito di quel pensiero di prima. Se non c’è Cheria c'è Bianca che, in modo o in un altro, anche inavvertitamente, trova il modo per aiutarmi.

    Mi avvicino a Kuron e le punto delicatamente contro la fronte l’indice ed il medio.

    « Sto entrando, preparatevi. »

    Calo di un minimo la tensione e queste sono le parole che mi escono. Tutta colpa di Bianca.




    Anche se non lo faccio da un po’, accedere alle menti è una delle cose che mi piace fare di più, nonostante i limiti che mi sono imposto non mi permettano di farlo a piacimento per una questione di rispetto della privacy altrui: possono esserci ricordi imbarazzanti, o scomodi, che qualcuno potrebbe preferire tenere nascosti, o confessare solo quando si sentirà davvero pronto a farlo.
    Ignoro tutto quello che mi passa davanti, tutte le immagini della sua vita, nascondo i ricordi dell’armadio e della terribile autofagia, cerco la via che mi sta suggerendo, le memorie che vuole che veda. Nel turbinio infinito compare una bambina, dai vestiti macchiati di sangue, tra le braccia di Goro: Hana, la sorella di Warewolf. Una spirale di polvere nera ci trascina in un magazzino, a terra gente gravemente ferita, una accartocciata in un’armatura, una scena infernale che richiese l’intervento della “tenda medica” di Goro.
    Oscurità, nel nero che soppianta la scena vengono alla luce i contorni di un parcheggio sotterraneo, una poltrona, un ragazzo che legge un manga. Bao. Fear Itself.
    La precisione nei colpi di Goro, un combattimento condotto come un’operazione chirurgica, in ogni movimento c’è perfezione, lo studio impeccabile del più grande ricercatore gli aveva fornito la strategia per riuscire a battere se stesso.
    E poi, dalla vittoria alla disperazione. Una forza eccessiva per Goro, vivo solo grazie alla sua anormalità, ma temporaneamente fuori gioco. I sentimenti di Kuron entrano nella mia mente, la sua ansia, la preoccupazione, il timore per quel che li aspetta ed il senso del dovere, la necessità di prendere abbastanza tempo per consentire a Goro di rigenerarsi, trattenere Bao il tempo necessario anche a costo di se stessi.
    Il terrore.
    Un ruggito spaventoso, Rabbia, molta rabbia. Una rabbia che dai ricordi arriva fino a me, la furia di Goro che Kuron riesce ad intercettare tramite il DNA.
    Le immagini iniziano a tremare, si fanno più incerte, sembra che Kuron sia spaventata non da questo, ma da quel che sta per ricordare, teme quel che sta per giungere.
    Bao contrattacca, riesce ancora a tenergli testa, a sopraffarlo, ma il nome che continua a sentire, “Goro”, gli riporta alla mente qualcosa. Conosce quel nome.

    « "Vuoi sapere perché mi ricordavi qualcuno con il tuo nome? Vedi, prima che quei tipi iniziassero a darmi la caccia, io ero un anormale libero, mi divertivo a far del male alla gente, e un bel giorno, prima di mandare in coma la ragazzina, decisi di causare un incidente in autostrada, sai, adoro i fuochi d'artificio." »
    Brividi
    « "Oh, mi hai capito. Comunque, l'incidente ha causato solo feriti, sfortunatamente, dunque decisi di andare a godermi lo spettacolo, e che spettacolo, lascia che te lo dica! Vidi questi due poveretti in una macchina nera, distrutta, ovviamente, marito e moglie, ma solo quest'ultima era ancora cosciente, e vuoi sapere cosa stringeva in mano?" »
    Rabbia
    « "Questa foto bruciacchiata di tutti loro con un ragazzo inespressivo, tu, e continuava a dire "Goro, non possiamo lasciarti solo...Goro!" una meraviglia non trovi? Hahahaha!" »
    Furia
    Sofferenza
    Fumo
    Terrore
    Un’immagine appare, sento la paura, sento il panico, l’angoscia. Un mostro, come non se ne erano mai visti prima.

    Il suo ruggito, il suono può spaventoso, più terribile, l’orrore è superato solo dal gelo che invade i nostri petti. Fuggire, scappare, allontanarsi il più possibile, essere ovunque tranne che lì. L’istinto prende il sopravvento, tutto ciò che domina la tua mente è il desiderio di salvare la pelle, perché quello non è un suono normale, non è un semplice mostro, non è una semplice paura, un’angoscia. È la voce della morte.




    Interrompo la lettura,esco dalla sua mente ma non riesco a liberarmi dall’angoscia, dallo sgomento che ho provato, che lei ha provato. Nei ricordi ho sentito il suo cuore e, tramite lei, il cuore di Goro.
    Quella paura che hanno provato, quella rabbia, quel terrore che ti abbatte, il senso di oppressione asfissiante.
    Quel ruggito continua a riecheggiarmi nelle orecchie. Continuo a sentire la paura che ha provato Kuron. Senza rendermene conto stringo la sua testa al petto, voglio salvarli, desidero solo questo. Voglio proteggerli, da quell’oscurità, da quella mostruosità, da quel dolore.
    Finalmente la mente si riunisce al mio corpo; lascio andare Kuron, « Scusa » , le faccio mentre sposto lo sguardo su Asako, anche lei era lì ed anche lei ha provato tutto quello.
    Guardo Enma, anche lui ha visto tutto, ha sentito quel ruggito. Ora sappiamo cosa ci aspetta.
    « È peggio di quanto pensassi. »
    Non un pensiero particolarmente profondo, dettato solo da una triste constatazione della realtà. Sapevo che la situazione fosse brutta ma non così brutta. Mi chiedo se sarò davvero in grado di fare qualcosa, di affrontare un mostro simile. Il mio attuale potere sarà abbastanza? Riuscirò a sconfiggere quel mostro? A salvare davvero Goro? Posso realmente pensare di trovare il modo per farcela? Immagino che non ci sia bisogno di rispondere.
    « Ma questo non basta a farci desistere. Vero? »
    Con un ritrovato ardore sposto lo sguardo su tutti fino a dirigerlo su Enma, contando che quel che ha visto non sia bastato a frenare i suoi propositi.
    Ci sarebbero molte cose da dire e da fare, tipo iniziare ad elaborare un piano e mettere in chiaro meglio quali sono le nostre vere abilità, ma prima abbiamo bisogno di compattarci meglio, il viaggio nei ricordi potrebbe aver lasciato un discreto impatto, c’è bisogno di ricostruire il morale.

    Edited by .Micael. - 4/8/2018, 19:56
     
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    Asako cominciò a spiegare qualcosa, ma forse l'unico che poteva capire era Tastsuya al quale si era esplicitamente rivolta. Fortunatamente lui riconobbe il fatto che non potevo sapere degli antefatti a quell'incidente e mi aiutò raccontandomi cosa aveva fatto nascere quella creatura rivoltante. Non avrei mai pensato che una persona calma e composta come Goro potesse avere un trascorso così buio, se non lo avessi visto poco prima con i miei occhi non avrei mai creduto che potesse avere delle esplosioni emotive del genere.
    Asako propose a Tatsuya di farmi entrare nei suoi ricordi per vedere io stesso le disgrazie che aveva dovuto sopportare. Non mi chiesi come fosse possibile che lui avesse un'abilità simile, dopotutto ormai avevo imparato che non esisteva nulla di impossibile all'Hakoniwa, così aspettai senza dire una parola che i preparativi fossero ultimati. Chiusi gli occhi come mi disse, e sempre come mi aveva detto suoni e immagini cominciarono a sovrapporsi a ciò che percepivo in quel momento fino ad imporsi su tutto il resto, e fu come se fossi stato lì.
    Non sapevo a cosa andavo incontro.
    Non avrei mai potuto essere pronto all'ondata di emozioni negative di angoscia, terrore, rabbia, amarezza e rassegnazione - ma soprattutto rabbia e angoscia - che mi avrebbe travolto insieme a quel filmato della sua vita. Credo però che Tastuya abbia cercato di schermarmi, avvertivo come mie tutte quelle sensazioni che ero sicuro essere di Asako, ma non sembravano potenti come invece parevano a vedere lei che le stava provando in quel ricordo. Ci fu però una cosa che mi lasciò senza fiato e per fortuna che Tatsuya interruppe lì il collegamento, perchè non avrei retto un minuto di più alla vista di quella creatura: non saprei nemmeno come descriverla... l'unica cosa a cui riuscivo a pensare, e anzi era più un istinto che un pensiero razionale, era quanto mi sarebbe piaciuto trovarmi in un altro luogo e tempo solo aprendo gli occhi, ma dovevo farmi forza e stringendo i denti attesi ciò che Asako voleva mostrarmi.
    E il terribile ruggito che seguì la comparsa di quel Goro mutato in una forma oramai irriconoscibile fu abbastanza per distruggermi lo spirito, ma non potevo allontanarmi senza che qualcuno recidesse il contatto con quei ricordi. Quel ruggito me lo ricorderò per sempre, fu la cosa che mi spaventò di più in tutta la mia esistenza, il terrore mi diede una violenta scossa da dentro e il mio petto sembrava poter esplodere solo per le vibrazioni di suono e paura che quell'orrore emanava [by Edo: sono serio, mi sono spaventato].


    Tornai alla realtà, la rassicurante realtà, priva di quel mostro in berserk, finchè non mi ricordai che il motivo per cui Asako volle farmi vedere uno spettacolo simile era proprio perchè Goro in quel momento si trovava in quello stato e andava aiutato.
    Tatsuya era ancora determinato a salvare il suo - meglio, nostro - amico, e Asako di sicuro non si sarebbe tirata indietro per nulla al mondo fintanto che Goro avesse avuto bisogno di lei, e in quel momento ciò era vero più che mai.
    Io... non lo so cosa posso fare. Però so perfettamente quanta paura sto provando adesso solo ricordando di quella visione... e proprio per questo non posso pensare di ritirarmi. Se io sto tremando così tanto solo vedendo quel... quella terribile versione di Goro, non posso immaginare quanto tremi lui essendolo.
    Mi voltai verso Tatsuya cercando uno sguardo rasserenante, e poi ripresi la calma facendo un respiro profondo. Le scosse non se ne erano ancora andate, il mio stesso corpo mi diceva che quella era una pessima idea e la mia voce tremava per questo, ma ciò nonostante io sapevo cosa dovevo fare, restava da capire il come farlo.
    Tatsuya, Asako, io voglio davvero aiutare Goro come lui un giorno ha aiutato me a comprendere meglio il mio potere. Ma ancora non so di cosa sia capace del tutto, e al momento so solo che sono un magnete per la sfortuna... c'è qualcosa che anche uno come me possa fare per rendersi quantomeno neutro, per non essere solo d'intralcio?


    Legenda:
    Narrato, Parlato, Pensato, Parlato altrui, Parlato Fuuta

    Status Mentale: Sano
    Equipaggiamento: //
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    Sano :Status Fisico
     
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    Le visioni del passato, fortunatamente, erano finite.
    Kuron, che si era prestata a quel supplizio, aveva le lacrime agli occhi quando Tatsuya la abbracciò, tristezza per Goro, per l'incapacità di trovare la pace dopo tutto quello che gli era capitato, per la sofferenza e il dolore che aveva sopportato, ma sapeva perfettamente che era anche paura quella che sentiva, paura per quel mostro che aveva ancora una volta preso il controllo del suo amato fratello, paura per quello che gli sarebbe successo in futuro.
    Si allontanò da Tatsuya, dando le spalle ai due ragazzi per asciugarsi le lacrime, e raggiunse Asako.

    "Grazie..."

    Un flebile ringraziamento per aver sopportato al posto suo quella sofferenza, si sentiva male a farlo, ma era tutto ciò che poteva offrire a Kuron in quel momento. Si andò a sedere sul divano, mentre Asako rimase in piedi con i due, ma quando sentì le parole di Enma le tremarono le gambe.

    "Io... non lo so cosa posso fare. Però so perfettamente quanta paura sto provando adesso solo ricordando di quella visione... e proprio per questo non posso pensare di ritirarmi. Se io sto tremando così tanto solo vedendo quel... quella terribile versione di Goro, non posso immaginare quanto tremi lui essendolo."

    Quella frase rappresentava pienamente lo stato d'animo delle due ragazze, anche loro erano spaventate e perse, Asako non sapeva nemmeno che esistessero altre persone come lei fino a qualche tempo fa, diamine, Kuron non era ancora nata prima che tutto questo cominciasse! C'è nata letteralmente dentro!

    "Ti ringrazio per quello che hai appena detto...non puoi sapere quanto."

    Nessuno dei due sembrava avere l'intenzione di farsi indietro, meglio, ma peggio allo stesso tempo.

    "Vorrei poterti rispondere, ma sinceramente non so neanche io cosa fare in questa situazione...l'ultima volta che gli è successo, due giorni fa, è in qualche modo riuscito a fermarsi da solo quando si è reso conto che stava per attaccarmi, ma questa volta non penso saremo tanto fortunati...non so che fare."

    Asako era ancora tremante, mentre Kuron, ancora sul divano, ebbe un lampo di genio.

    "Tu attiri la sfortuna, giusto? Non sarebbe sfortunato per te imbatterti in Goro?"

    Appena finì di dirlo, si rese conto di ciò che aveva detto e si mise lentamente una mano sulla bocca, tornando poi ad abbassare lo sguardo.

    "Scusa...È un piano stupido e rischioso...Mi dispiace."

    Lei sapeva quanto fosse rischioso imbattersi in Goro ora come ora, non era una sfortuna da augurare a nessuno, nemmeno al peggiore dei nemici, figuriamoci ad un coetaneo.

    _______________________________________________

    Il suo corpo era ancora parzialmente sotto il suo controllo, era terrorizzato dalla possibilità di trasformarsi in un posto abitato e questo lo stava spingendo ai limiti delle sue possibilità pur di raggiungere un posto isolato il prima possibile.
    Non sapeva cosa sarebbe successo questa volta, di solito c'era sempre un nemico su cui sfogare la rabbia, qualcuno che la meritava, ma questa volta? Non c'era nessuno, nessun bersaglio, era una mutazione libera da semplici restrizioni come "chi mi ha fatto questo?", era pura rabbia e inarrestabile potenza, nulla che lui potesse fermare.
    Non sapeva dove fosse finito, ma fu costretto a fermarsi quando perse il controllo dei movimenti e si schiantò contro una quercia, sradicandola dalla nuda terra e cadendo assieme ad essa. Mille pensieri seguirono quell'avvenimento.

    "C'è sempre qualcosa in mezzo, non è vero!?"
    "Non sono io! Non penserei mai in questo modo!"
    "Non va mai bene niente! Ogni volta succede qualcosa e io devo pagarne le conseguenze!"
    Basta! BASTA!"BASTAAAAARGH!!"

    Si mise le mani fra i capelli e iniziò a fumare, completamente in preda alle convulsioni, e piano piano le sue urla di dolore si tramutarono in ruggiti di rabbia seguite, poi, dalla combustione del fumo e una fiammata che bruciò la zona in cui si era fermato, senza però dare inizio ad un incendio.
    Missing Link era nuovamente a piede libero, il mostro era uscito dalle fiamme e ruggì come piange un bambino appena nato.
    Era ora di vivere

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    Paura. Questo è ciò che è rimasto da quel che abbiamo visto. Un terrore irrazionale, che proviene dal profondo sia del nostro animo che della nostra mente, che non ha nemmeno senso cercare di spiegare con le parole. Solo chi l’ha vissuto può conoscerlo, solo chi ha visto ed ha sentito può provarlo.
    Vedo Enma tremare, anche lui lo ammette, ma proprio per questo sente di non potersi ritirare. Si volta per un attimo verso di me, annuisco cercando di ispirare fiducia, so bene quale deve essere il mio ruolo in situazioni come queste, so perfettamente che, qualunque cosa accada, qualunque minaccia ci sia da affrontare, qualunque pericolo ci sia in agguato, non posso permettere che il mio animo si spezzi.
    « Fintanto che avrai questa determinazione, nonostante i tremori e la paura, ci sarà sempre qualcosa che potrai fare. » , gli faccio, dandogli un colpetto amichevole sul braccio, « Se attrai la sfortuna, ne faremo un’arma. Se non sai ancora di cosa sei capace, lo scopriremo combattendo. » - in un altro mondo, Goro si è messo in gioco per analizzare i nostri poteri facendosi fulminare da Cheria - « Queste battaglie non sono solo dei forti, anche il più debole può fare la differenza. E tu, Enma, non sei debole. »
    Conosco bene la debolezza, so cosa si prova a sentirsi inutili, tanto incapaci da non riuscire a difendersi. Tutta la mia storia all’Hakoniwa è una storia di debolezza. Il più forte tra i normali e gli speciali, il più debole tra gli anormali. Tutti i miei amici erano eccellenti, le mie sorelle, la persona che mi interessava. Erano tutti dei protagonisti mentre io ero solo un comprimario. Ho cercato di trovare maggiore potere ed ho fallito; per un momento mi sono rassegnato, schiacciato dal peso della mia mediocrità e da un potere che sembrava volermi distruggere. Ho continuato a combattere, a sforzarmi, ho proseguito nella mia storia continuando a cadere ed a rialzarmi, a crollare ed a risollevarmi, con il mio obiettivo che continuava ad allontanarsi. Finché poi tutto è cambiato e mi ha condotto qui. Io che sono stato il più debole conosco la debolezza.
    Magari sarai proprio tu l’eroe di questa storia.
    Lo spazio lasciato dai miei pensieri è stato occupato da Asako e poi da Kuron che ha avuto una idea sinistramente brillante: usare la sfortuna per imbattersi in Goro.
    « Potrebbe funzionare. »
    Per affrontare qualcosa completamente fuori dagli schemi bisogna uscire a nostra volta dagli stessi: imbattersi in Goro per come è adesso sarebbe davvero una grande sfortuna per chiunque e noi avremmo bisogno di questa sfortuna. Ora, io non ho la minima idea di come funzioni il suo potere, credo di aver appreso più o meno ora che ha una anormalità, ma se gli consente di attirare la sfortuna non è assurdo pensare che se dovesse uscire in strada, correre in una direzione a caso per un tempo casuale, fermarsi ed urlare “Marco”, il “Polo” glielo urlerebbe direttamente Missing Link.
    « Naturalmente è una possibilità, dobbiamo elaborare un piano d’azione per avere successo. Perché so che avremo successo e lo riporteremo indietro. Prima però c’è qualche altra cosa da affrontare. »
    Mi guardo un attimo intorno alla ricerca del frigorifero di Goro, quello dove teneva solo campioni biologici di se stesso prima di diventare umano ed avere attorno a se persone con bisogni umani. Potrei abbreviare le cose usando le mie abilità, ma non c’è alcun bisogno di tenere un ritmo troppo elevato, dilatare un po’ i tempi con gesti normali può aiutare ad allentare un po’ la tensione.
    Lo apro e prendo una bottiglia d’acqua. Recupero quattro bicchieri e li poso sul tavolo.
    « Bisogna rimettere in sesto il vostro animo. A volte è giusto avere paura, ma se dovesse spezzarsi l’animo diventerebbe tutto inutile. »
    Accendo sulla mano che regge la bottiglia una fiamma che l’avvolge completamente. È calda, abbastanza che tutti nella stanza possono sentirne il calore sulla pelle, ma non brucia, non scotta. La bottiglia non si fonde né subisce alcun danno. L’unico effetto è sull’acqua, diventata brillante, emette un lieve alone luminoso che le dona un aspetto etereo. Riempio i bicchieri e li porgo a tutti, anche se in essa è stata riversata una fiamma l’acqua è rimasta fresca.
    « Bevete, dovrebbe riuscire a calmarvi e rimettervi in sesto, sia nel fisico che soprattutto nello spirito. »
    Bevo per primo, per spronarli e mostrare che non c’è alcun pericolo. Non è possibile che la fiamma di Sacralità possa ferire qualcuno.
     
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    Vedere Kuron e Asako così tremanti e impotenti era desolante. Le due persone più vicine a Goro di chiunque altro - una era stata persino parte di lui, un tempo - non sapevano nemmeno da che parte volgersi per farlo tornare in sè. Era straziante per me che gli ero amico, sì, e gli ero grato di ciò che aveva fatto per permettermi di capire di più sul mio potere, ma non penso di poter affermare con certezza di aver provato un minimo del loro dolore nel trovarmi in una situazione tanto critica.
    "Vorrei poterti rispondere, ma sinceramente non so neanche io cosa fare in questa situazione...l'ultima volta che gli è successo, due giorni fa, è in qualche modo riuscito a fermarsi da solo quando si è reso conto che stava per attaccarmi, ma questa volta non penso saremo tanto fortunati...non so che fare.". Asako pronunciò parole che risuonavano perse, da esse traspariva perfettamente come si sentisse ad essere tanto vicina eppure tanto lontana da Goro, tanto vicina a lui emotivamente e fisicamente quanto lontana nel supporto che non riusciva a dargli... che non poteva dargli. Ma non era colpa sua, nessuno di noi avrebbe saputo stargli vicino la metà di quanto lo ha fatto lei, se questo non era bastato ciò stava solo a sottolineare quanto questo compito fosse arduo.
    Tatsuya mi rivolse parole di conforto, il suo tono caldo mi aiutò a riprendere fiducia. Era tornato fuori il discorso della sfortuna, a volte ancora mi considero solo un "porta sfortuna", ma il ruolo dello iettatore mi è sempre stato molto stretto, il più delle volte tutto si traduceva in scene comiche, almeno per gli altri, ma di tanto in tanto capitava che le situazioni si facessero più serie ed era per questo che ero andato da Goro: volevo che mi aiutasse per lo meno a comprendere la causa di questo peggioramento. Lui mi diede un grosso aiuto a suo tempo per questo, era ora che ricambiassi e non mi sarei lasciato fermare da un breve attimo di tristezza.
    Fu Kuron ad avere un'idea geniale, o per lo meno il volto le si illuminò con l'espressione di chi è arrivato ad una conclusione che come l'ingranaggio mancante
    Missing Link... brrr
    avrebbe potuto far tornare in funzione il meccanismo più grande. Così interpretai la luce dell'illuminazione che brillava dietro ai suoi occhi e aspettai con ansia che spiegasse cos'aveva in mente, ma quando aprì bocca non fui più tanto sicuro di voler seguire la sua idea.
    "Tu attiri la sfortuna, giusto? Non sarebbe sfortunato per te imbatterti in Goro?"
    Sgranai gli occhi sorpreso e inquietato dalla piega che la conversazione stava prendendo.
    "Se attrai la sfortuna, ne faremo un’arma. Se non sai ancora di cosa sei capace, lo scopriremo combattendo". Fu la volta di Tatsuya, che assecondando le parole di Kuron sembrò voler rendere ancora più tetre le sfumature che aveva già assunto.
    A-a-aspettate... intendete dirmi che volete usarmi come esca?!
    Ero ancora incredulo quando Tatsuya porse a ciascuno di noi un bicchiere con del liquido azzurro fluorescente e una fiamma tutt'intorno, pareva di bere una cucaracha ma non scottava affatto. Bevvi, un po' recalcitrante - mi rilassai solo dopo aver visto il barman stesso bere lo stesso cocktail -, e mi sentii un po' rinvigorito.
    Beh, in realtà avevo pensato anche io al fatto che forse potrei attirarlo io, ero solo sorpreso perchè non mi aspettavo che qualcun altro avrebbe avuto la stessa idea, bevvi un altro sorso. Se non abbiamo idea di dove sia la soluzione migliore e far sì che sia lui a venire da noi. In ogni caso non dovrebbe essere difficile, probabilmente uscendo a fare una passeggiata lo incontrerei alla seconda svolta a destra, o all'ultima casa a sinistra, certo è che quando si tratta di avvenimenti catastrofici sappiamo sempre qual è l'epicentro..
    Mi accorsi di stare descrivendo un uragano prima di ricordarmi che il soggetto del discorso ero io. Tuttavia..., ripresi improvvisamente appoggiando il bicchiere sul tavolo. Mi alzai dirigendomi verso la cucina e mi fermai di fianco alla saliera. ... se vogliamo che funzioni senza intoppi, però, avremo bisogno dell'equipaggiamento adatto. Diedi un colpetto alla saliera che si rovesciò, riversando il suo contenuto sul tavolo.
    Mi servono uno specchio, una scala e un cucchiaio, se vogliamo farlo all'interno dobbiamo procurarci anche un ombrello, ma preferirei che lo facessimo in un luogo lontano da tutti... nessuno sa cosa potrebbe succedere se Goro incontrasse un gruppo di normali in questo stato, e penso che non abbiate più voglia di me di scoprirlo.
    Se si tratta di superstizione, ne so una più del diavolo.


    Legenda:
    Narrato, Parlato, Pensato, Parlato altrui, Parlato Fuuta

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    A - A - D - D - J : Carte Usate
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    L'dea di Kuron riscosse molto più supporto di quanto avrebbe voluto, almeno da Tatsuya.

    A-Aspetta! È troppo rischioso!

    Tatsuya stava già prendendo i bicchieri mentre lei parlava.

    Non sappiamo nemmeno noi cosa sia in grado di fare in quello stato. Con la quinta mutazione si potenzia come se attivasse il doppio delle sue evoluzioni massime, ma con la sesta? Sinceramente non sono sicura che ci sia qualcuno in grado di affrontarlo in questa scuola, non mutato in quel modo.

    Kuron voleva convincerli a trovare un piano migliore, non poteva permettere a Enma di mettersi in pericolo per un suo stupido suggerimento. Asako si avvicinò per rassicurarla.

    Kuron, credi in loro. Sono sicura che Tatsuya saprebbe come tirarlo fuori dai guai prima che qualcosa possa effettivamente andare storto.

    Kuron voleva risponderle, voleva dirle quanto quel commento fosse puramente una condizione ideale, qualcosa con una percentuale di successo bassissima, ma Tatsuya arrivò con i bicchieri pieni di...acqua luminosa?
    Non aveva seguito le sue azioni oltre ad averlo visto andare a prendere dei bicchieri con dell'acqua, ma sapeva perfettamente che non era una cosa negativa, non se fatta da lui.

    Bevete, dovrebbe riuscire a calmarvi e rimettervi in sesto, sia nel fisico che soprattutto nello spirito.

    Asako buttò giù quell'acqua e subito si sentì più tranquilla e rilassata, mentre Kuron ci mise un attimo prima di bere, ancora nervosa per la calma con cui stavano prendendo l'idea di usare la sfortuna di Enma come esca.
    Quando finalmente anche lei si calmò, Enma iniziò a parlare.

    Beh, in realtà avevo pensato anche io al fatto che forse potrei attirarlo io, ero solo sorpreso perché non mi aspettavo che qualcun altro avrebbe avuto la stessa idea. Se non abbiamo idea di dove sia la soluzione migliore e far sì che sia lui a venire da noi. In ogni caso non dovrebbe essere difficile, probabilmente uscendo a fare una passeggiata lo incontrerei alla seconda svolta a destra, o all'ultima casa a sinistra, certo è che quando si tratta di avvenimenti catastrofici sappiamo sempre qual è l'epicentro

    Sembrava quasi che si vedesse come un uragano ambulante.
    Proprio quando Kuron pensò a quella cosa, Enma ricominciò a parlare...e a dirigersi anche lui verso la cucina.

    Tuttavia...se vogliamo che funzioni senza intoppi, però, avremo bisogno dell'equipaggiamento adatto.

    Fece rovesciare la saliera.
    Kuron impiegò qualche secondo a processare le possibili implicazioni di un'azione simile, finché...

    Mi servono uno specchio, una scala e un cucchiaio, se vogliamo farlo all'interno dobbiamo procurarci anche un ombrello, ma preferirei che lo facessimo in un luogo lontano da tutti... nessuno sa cosa potrebbe succedere se Goro incontrasse un gruppo di normali in questo stato, e penso che non abbiate più voglia di me di scoprirlo.

    Asako rimase in silenzio, quasi come se ancora non l'avesse raggiunta l'informazione, mentre Kuron si alzò dal divano di scatto.

    Vuoi aumentare la tua sfortuna!?

    Gli effetti dell'acqua erano stati cancellati da un colpo di razionalità stile Goro.
    Kuron si mise una mano tra i capelli, mentre Asako finalmente tornò nel mondo dei vivi.

    Ma...almeno sai se...beh, se le superstizioni funzionano con il tuo potere?

    Non sapeva come funzionasse il potere di Enma, ma non poteva escludere che fosse un primo tentativo.
    Kuron aveva altre preoccupazioni.

    E se la alzassi troppo? Cosa ti succederebbe se incontrassi Goro con tutta quella sfortuna accumulata?

    Kuron era sinceramente nel panico.
    Era la prima volta che la ragione derivata da Goro la colpiva così duramente, ma era probabilmente dovuto al fatto che sapeva il pericolo in cui si stavano andando a cacciare.
    Sapeva di doversi calmare, dunque decise di prendere un altro sorso di quell'acqua, anche se farlo andava contro ogni suo istinto in quel momento.
    Finito il contenuto del bicchiere, prese un bel respiro.

    Enma, prima di permetterti di fare una cosa del genere devo sapere una cosa.

    Si avvicinò a lui.

    Sei in grado si liberarti dalla sfortuna extra? Ho bisogno di saperlo.

    Non voleva saperlo per motivi scientifici o chissà che altro, voleva solo essere sicura che potesse liberarsi del concentrato di sfortuna che stava per inghiottire...almeno prima che Goro potesse attaccarli.
    Asako sembrava la più calma tra le due, ma questo era dovuto al fatto che sin da subito aveva bevuto l'intero contenuto del bicchiere, ma non poteva nascondere anche lei un altissimo livello di preoccupazione per Tatsuya e Enma.

    A me non importa come intendete cercare Goro...

    Le tremavano le mani.

    Solo...non rischiate troppo.

    Questa volta fu lei a sedersi sul divano.

    Se vi succedesse qualcosa non riusciremmo a perdonarcelo...soprattutto Goro.

    Se fosse successo l'impensabile, Asako e Kuron non sarebbero mai riuscite a vivere in pace con loro stesse, ma Goro? Lui che già si sentiva infinitamente responsabile per tutto quello che gli stava succedendo da quando si era risvegliato il Berserker? Non volevano neanche pensarci.
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